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Roberto Pagani - Fame di musica e di futuro
di Nicoletta Battilana (Niki)
Musicista straordinario, cui la musica scorre nel sangue per diritto di
nascita, esploratore dell’universo musicale, sempre in caccia di nuove
suggestioni ma mai lontano da se stesso e dalla sua verità. Roberto Pagani
parla di sé, e scoprirlo è privilegio, oltre che meraviglia.
La maggior parte di noi fans ti conosce perché, dal
2004, collabori con Claudio Baglioni. Molti di noi hanno avuto il piacere di
conoscerti e stringerti la mano. Apriamo questa intervista con un po’ di
spazio per te. Dammi una parola per descriverti.
Ermetico.
So che non rende l’idea, ma è un aggettivo che mi calza a pennello, specie
se riferito ad un passato non troppo lontano. Interiorizzavo molto ed ogni
cosa la facevo per me, non per gli altri. Persino l’approccio alla musica
era solo mio (ed in parte continua ad esserlo). Mi diverto molto a fare
musica e lì finisce.
Ora sono molto cambiato, ho scoperto la meraviglia di condividere con gli
altri, dello scambio culturale e di suggestioni.
Di sicuro mi hanno cambiato le persone intorno, il professionismo, i primi
grandi palchi. Lì, l’approccio non può essere limitato.
Leggendo la tua biografia viene da chiedersi quanti
anni hai, per aver fatto tutte queste esperienze?
Beh! Al di là di quanti anni ho, devo dire che
ho cominciato tardi a fare musica sul serio.
Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia “musicale”: tutti i Pagani
sono musicisti, ad eccezione di una delle mie nonne. Dunque mi sono
divertito fin da piccolo con tantissimi strumenti diversi.
I miei sono stati pionieri: nel primo dopoguerra hanno fatto della musica la
loro professione, il loro sostentamento. Mio padre era polistrumentista,
fisarmonica, pianoforte, basso, sax e clarinetto (che è il mio 1°
strumento). Mia madre suonava la fisarmonica, mentre mia nonna suonava il
pianoforte e lo faceva quando il cinema era ancora muto, hai presente, il
sottofondo.
Per me è stato eccitante! Insomma, arrivavo al pianoforte in punta di piedi,
non vedevo i tasti, li toccavo alla cieca!
Un ricordo della mia infanzia risale a quando avevo 3 anni. La canzone era
“Una lacrima sul viso”. Mi colpì così tanto che, quando da adulto tornai in
quel locale, volli posizionarmi sulla stessa colonna da cui assistetti allo
spettacolo.
Quindi non c’è un momento preciso in cui hai scelto
la musica?
Se devo proprio dirlo, non sono sicuro di
essere io ad aver scelto la Musica, o se sia la Musica ad aver scelto me. Io
ho solo seguito la strada. Ho sempre voluto fare tutto al meglio, con il
massimo impegno, ma non è che abbia mai detto di volermi affermare.
Amo fare le cose per bene, tutto qui. E sono così in ogni rapporto ed in
ogni situazione.
Di sicuro, verso i 14 -15 anni, ho dovuto scegliere di renderla mestiere,
forma d’espressione e non solo divertimento.
E da lì sono iniziati i dolori. Non è stato semplice correggere tutti i vizi
tecnici e di impostazione lasciati dalla sperimentazione, a casa, dei più
diversi strumenti. Ho dovuto lavorare sodo!
Scelsi il conservatorio, al posto del liceo. L’incerto invece del certo.
Ma il bello della musica è che hai sempre qualcosa da imparare, ti senti
vivo.
L’ho scoperto tardi che mi piace imparare. E l’ho scoperto quando ho
cominciato a collaborare con grandi musicisti. Quando lavori con chi è più
bravo di te ti viene la voglia. Imparare è crescere.
Quando sei salito per la prima volta su un
palcoscenico?
Intendi proprio la prima volta?
Era il saggio della scuola di musica della mia città, che preparava i
ragazzi per la banda (si faceva al Teatro Signorelli di Cortona). Avevo una
paura terribile. Il mio strumento era il Clarinetto. Ero così teso! E
figurati, irrigidirsi troppo è la fine per un clarinettista.
Da allora, uno degli obiettivi che mi pongo, specie durante un concerto, è
proprio la ricerca della tranquillità.
L’esperienza con Claudio, in questo senso, è stata particolare e molto
importante. Insomma, il palco è al centro! è una sensazione diversa. Hai le
spalle scoperte, se sei teso, sei fregato, devi metterti in gioco fino in
fondo.
Ti dico solo che il mio battesimo su un palco al centro è stato “Và”, l’Inno
Olimpico al Palazzetto del Ghiaccio di Torino: due cori, l’orchestra
sinfonica, lo spazio enorme e tutta quella gente… inimmaginabile!
Sei polistrumentista ed arrangiatore, ma
soprattutto musicista eclettico: ti appartengono tantissimi generi musicali,
dal jazz all’operistica. Espressione di un’anima in cerca. Stai davvero
ancora cercando o sono la varietà e diversità a definirti?
Sono espressione della mia anima. Sono
eclettico, curioso e sempre in caccia. Mi piace sapere tante cose.
Soprattutto perché se non capisco sto male, se non conosco, sento di non
poter dare il mio meglio. Ma è la varietà della mia famiglia ad avermi dato
questa impronta. Conosco alla perfezione il mondo del legno, perché i miei
zii erano falegnami. Ho persino colmato le mie lacune in Elettronica. Ora mi
manca l’Inglese. Non è una paranoia, sono obiettivi che mi pongo.
Amo conoscere, fa parte del mio carattere. E la musica è un mondo così
vasto, e ne voglio conoscere la varietà espressiva. È la mia meta.
Come è arrivato a te Claudio Baglioni?
Successe che una sera, mentre si suonava,
insieme a Pio Spiriti, in un locale, non mi ricordo nemmeno, forse a Modena,
o Reggio Emilia, (ovviamente con l’Orchestra di Raul Casadei) ci
avvicinarono alcune persone del suo entourage. Ci scambiammo i cellulari,
perché era tanto tempo che Claudio cercava polistrumentisti. Immagina
trovarne due in una botta sola, non deve essergli parso vero!
E poi ci chiamarono, prima Pio e poi anche me.
Roberto Pagani e Pio Spiriti, che storia è?
Ho conosciuto Pio quando siamo stati
interpellati tutti e due nello stesso momento per l'orchestra Casadei, nel
lontano 1988 e dunque siamo anche entrati insieme nella band!
Da quel momento in pratica, non ci siamo più separati professionalmente!
Un'altra strana casualità di come il destino ha unito due persone distanti
ma che in realtà si somigliano tantissimo...
Per questo ti dico che non sono sicuro di aver scelto io la Musica, ma
piuttosto il contrario.
Persino Claudio, una volta, ci disse che anche i nostri cognomi sembrano
parlare della stessa cosa “Spiriti Pagani”.
La tua prima volta con Claudio?
Tour “Cercando”, a Genzano, sui Colli Romani.
Erano tornati John Giblin e Gavin Harrison. Ero inebriato, suonare con quei
grandi. Avevo l’adrenalina a mille!!!!
E poi Claudio è Claudio. Il suo mito, la sua musica, sono reali. Quando lo
conosci, lo vedi fuori, le prove, la vita. Claudio è VERO! È dalla parte
della gente, della verità, della parola data.
Io non ero un baglioniano. Per me era uno dei tanti, certo, una persona da
rispettare. Pio invece ne apprezzava ogni angolazione, lo difendeva, anche
prima di suonarci insieme, mi proponeva, provava a farmelo conoscere. Poi
l’ho conosciuto, ho visto come lavora, ho potuto apprezzare la sua
professionalità, il suo essere poliedrico, la sua creatività musicale.
Compone da solo, da sempre e per sempre. Paolo Gianoglio è l’arrangiatore,
noi i loro strumenti.
E il pubblico?
Da nessuna parte è così bello. Energico,
partecipe, caloroso. Ti spinge a dare tutto te stesso. Migliaia di persone
lì per Claudio, ma anche per te. Se capiscono e condividono certi momenti,
allora si meritano il tuo meglio.
Adesso a che punto sei della tua vita? Cosa desideri, dove punti lo sguardo?
Non mi chiedo mai dove sono, ma guardo sempre
dove voglio arrivare. E comunque non vedo un punto preciso, solo l’andare
avanti. La musica è infinita, si possono raggiungere livelli infiniti,
altissimi. Io voglio andare avanti. Sono alla ricerca, ho fame di andare
avanti.
Questo è il tuo spazio. Ora puoi dire tutto quello che non ti ho chiesto e
che vorresti far sapere. Uno spazio dove toglierti qualche sassolino, fare
il punto della situazione, tirare le somme di un discorso.
Aggiungo solo, di me, che sono un grandissimo amante della verità, mentre
nutro rabbia verso la falsità e l’ipocrisia. Quello che apprezzo di più di
Claudio è che è pulito, onesto. E tutto il suo mondo lo è. Il più sano in
cui mi sia mai trovato a lavorare. Lì, con lui, sta bene chi è onesto e
pulito.
Biografia
Si è brillantemente diplomato in Pianoforte al
Conservatorio “F. Morlacchi” di Perugia nel 1987
sotto la guida del M. Eugenio Becchetti ed in Jazz nel 1996 con Giovanni
Tommaso e Marco Tamburini, frequentando parallelamente anche la scuola di
Timpani e strumenti a percussione con il M. Vincenzo Restuccia, la scuola di
Organo e Composizione organistica con il M. Wijnand Van De Pol e la scuola
di Musica elettronica con il M. Luigi Ceccarelli sempre internamente al
Conservatorio con il conseguimento di vari esami intermedi.
Roberto
Pagani MySpace
DISCOGRAFIA
-- Artisi vari "Chianciano Rock 1989"
(1989)
-- Massimo Filippetti "La sfiziosa"
(1993)
-- Raoul Casadei, l’orchestra
italiana "Raoul Casadei l’orchestra italiana dal vivo" (1998)
-- Raoul Casadei, l’orchestra
italiana "Balamondo" (s.g. Tito Puente e Pitura Freska) (1999)
-- Raoul Casadei, l’orchestra
italiana "Ballo globale" (1999)
-- Artisti vari "La pida" (1999)
-- Raoul Casadei, l’orchestra
italiana "Romagna capitale, Romagna mia" (2000)
-- Fiorenzo Tassinari "Infinitamente
amanti" (2001)
-- Walter Giannarelli "Argentango"
(2001)
-- Artisti vari "La balera, Valzer"
(2001)
-- Orchestra Casadei "Orchestra
Casadei l’orchestra italiana" (2002)
-- Magister "Kilt no kilt" (2002)
-- Orchestra Casadei "Romagna mia –
All the best" (2003)
-- Belle ma belle "Dimmi amore"
(2004)
-- Claudio Baglioni "Crescendo e
cercando" (2005)
-- Claudio Baglioni "Buon viaggio
della vita" (2007)
-- Janua coeli "Dio scende nella
miseria" (2007) |
Ha frequentato i corsi di Pianoforte
dell’Accademia di Siena con il M. Enrico Pieranunzi e Stefano Battaglia nel
1990 e nel 1991, i seminari estivi di Perugia per Umbria Jazz Clinics con
Ray Santisi
nel 1994 e nel 1995 e il seminario di propedeutica pianistica con Bruno
Canino a Siena nel 1990.
Nella musica classica ha svolto un’intensa attività concertistica sia da
solista che in varie formazioni cameristiche accompagnando fra gli altri
Giuseppe Di Stefano, Katia Ricciarelli ed Andrea Bocelli.
In campo Jazzistico ha militato praticamente in ogni tipo di formazione dal
solismo alle Big Band, vincendo con il proprio quintetto il primo premio al
concorso nazionale di Jazz di Chianciano Terme (Si) nel 1988.
Polistrumentista ed arrangiatore, collabora in studio ed in esecuzioni live
con artisti della musica leggera italiana ed internazionale, con tournee in
Italia, Europa (Francia, Svizzera, Germania, Spagna, Principato di Monaco,
Croazia, Slovenia, Regno Unito, ecc.), Stati Uniti, Canada, Australia, Cuba,
ecc.
E’ stato il pianista e tastierista ufficiale di Dori Ghezzi, Fiordaliso,
Raoul Casadei e sopratutto dal 2004 a tutt’ora, di Claudio Baglioni, il
quale ha saputo utilizzare al meglio la sua poliedricità strumentale e
vocale (pianoforte, tastiere, organo Hammond, fisarmonica, chitarra,
clarinetto, sax, vibrafono, percussioni e cori) e con cui ha terminato
l’ultimo tour invernale 2007 definito il tour dei record per i numerosi
concerti e per l’enorme partecipazione del pubblico con relativa uscita di
Cd e Dvd live.
Ha suonato in concerti e manifestazioni varie con Gianni Morandi e Riccardo
Cocciante e con artisti internazionali come Gloria Gaynor, Kid Creole and
the coconuts, Joy Garrison ed Amii Stewart.
Ha collaborato e suonato occasionalmente con Fio Zanotti, Franco Ciani,
Little Tony, Rita Pavone, Mino Reitano, Al Bano, Rossana Casale, Lucio
Dalla, Pitura Freska, Luca Barbarossa, Max Pezzali,
Baraonna, Enrico Ruggieri, Antonello Venditti, Gianluca Grignani, Gigi D’alessio,
Anna Tatangelo, Dennis, Dolcenera, Morgan, Povia, Alberto Fortis, Biagio
Antonacci, Grazia Di Michele, Paolo Vallesi, Gatto Panceri, Cochi e Renato,
Nada, Neffa, Luisa Corna, Raf, Massimo Ranieri, Francesco Baccini, Michele
Zarrillo, Riccardo Fogli, Francesco Renga, Loredana Bertè, D.J. Francesco,
ecc.
Ha partecipato a molte trasmissioni televisive nelle tre reti RAI: “Europa
Europa”, “Sapore di mare”, ”Improvvisando”, “Nuovo Cantagiro di Ezio
Radaelli” con l’orchestra della Rai, orchestra base nella serie di
trasmissioni “Il paese delle meraviglie” con Pippo Franco e Melba Ruffo,
“Carramba che sorpresa”, “Passioni”, “Due per tutti”, orchestra base e
direzione musicale in
“30 anni di grazie dei fiori”, “Linea Blu”, “Costume e società”, “Italia in
diretta”, “Telethon”,
“Nel nome del cuore” con l’orchestra della Rai con Milly Carlucci e Lino
Banfi, “Casa Rai 1”, “Domenica in”, “Sogni”, “TG2” e “TG3” nazionale e
regionali, in MEDIASET: ”Verissimo”, “Target”, “Viva Napoli” con Mike
Bongiorno, “Striscia la notizia”, “Campioni di ballo”, “Buona domenica”,
“Sipario”, “TG4”, “Wind music awards”, in TMC: “Gnam”, “Roxi bar” con Red
Ronnie e molte altre nei Network minori e locali.
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