|
Parole-mp3
Walter Stories – Il
successo nel cuore
di Nicoletta Battilana (Niki)
C’è un momento nella vita
di tutti in cui si decide quale sarà la strada da percorrere, quale forma
espressiva ci permetterà di comunicare con gli altri. Dal 1965, Walter
Savelli racconta di se e delle sue emozioni attraverso la musica. Un
percorso di vita ed artistico intenso, costellato di esperienze uniche, di
intuizioni che gli hanno permesso di precorrere i tempi e di attraversare
frontiere comunicative a molti chiare solo adesso.
Artista indipendente, produttore, compositore, manager e promotore della sua
musica, Walter ha forse scelto la strada più difficile da percorrere, ma di
sicuro quella che meglio sposa la sua indole pionieristica e che già
dimostra quanto grande sia la sua forza espressiva.
Hai scelto la musica come tua forma d’espressione.
Perché?
A
sette anni mi sono seduto per la prima volta di fronte ad un pianoforte, ma
la decisione vera l’ho presa a 15, forse 16 anni. Intuendo qualcosa di me, i
miei mi costrinsero al conservatorio. Io avevo cominciato a scoprire nuovi
interessi, ad innamorarmi delle ragazze. Volevo mollare tutto. Una volta al
conservatorio capii che quello che volevo era la musica, quella moderna. E
diventai quel che mia madre temeva, un capellone rock!
Musica moderna e non “leggera”, ma soprattutto
strumentale. Perché?
Non la chiamerei mai leggera. Per la conoscenza, lo studio e la fatica che
essa stessa, in quanto arte, richiede, anzi pretende.
Alla musica strumentale in realtà sono approdato solo ora. Ho sempre
cantato, ma alla mia età non si è più credibili.
Mi sono inventato un genere nuovo, in cui la canzone popolare riceve una
sorta di “nobilitazione” grazie all’esecuzione al pianoforte, suonato in
maniera quasi classica.
In ogni mio brano riesci a distinguere strofa ed inciso: questo è il pregio
ed il vero segreto del successo, la forza d’essere prima di tutto, canzoni.
Nel 1970 comincia il viaggio del Laboratorio
Musicale Walter Savelli (LMWS).
Cosa rappresenta per te l’insegnamento?
L’insegnamento è bellissimo. Ed ho iniziato ad insegnare proprio per amore
della musica moderna. Mi infastidiva che gli altri pensassero fosse semplice
suonarla. Quando ho cominciato la mia attività didattica avevo già cinque
anni di esperienza musicale. In più mi accorsi che la “materia”, oltre ad
essere bella da insegnare era anche in continua evoluzione.
Mi scoprii musicista che contemporaneamente componeva, registrava e
riversava la sua esperienza nell’insegnamento.
Le soddisfazioni non sono mancate. Sapere che con me hanno mosso i primi
passi musicisti come Vallesi e Masini. E mentre crescevano loro, anche la
scuola cresceva, per contenuti, qualità e passione.
Poi è arrivato Claudio.
Dal 1978 al 2003, gli anni di Claudio Baglioni
dalla parte di Walter Savelli. Il tuo rapporto con lui, un aneddoto che non
hai mai rivelato, un sassolino nella scarpa da togliere ed il momento più
bello.
Come ci siamo conosciuti penso si sappia, dunque glisso. Vero è che tutto
cominciò proprio nel 1978, quando un Claudio entusiastico produsse il brano
“Come sei”, di quello che allora era il mio gruppo, gli Extra
(approfondimenti su
www.waltersavelli.it ).
Comincio subito con il ricordo più bello! Mi emoziono ancora a ripensare a
quella sera, quando, sul Lungotevere, mi trovai a passeggiare con Claudio e
Paola e trovai il coraggio di esprimergli la mia ammirazione. Con estrema
sincerità gli aprii il mio cuore confidandogli di non essere mai stato
interessato alla sua musica fino a quel momento, in cui avevo scoperto
l’artista vero, il professionista, l’eclettico inventore di se stesso e
della sua musica. Credimi, piangemmo in tre, perché fu davvero un momento
unico di profonda confidenza e condivisione.
Insieme abbiamo passato mezza vita, ad inventarci le cose più belle, i tour
negli stadi, quello sul camion.
Nel 2000 poi ci separammo artisticamente. Allora ebbi la percezione forte di
un profondo cambiamento. Intorno a lui servivano persone in un certo senso
“votate”.
Io guardai la mia vita: avevo tre figlie, una moglie ed un libro di vita
personale che aspettava di essere scritto. La mia vita era a Firenze, una
nuova società mi aspettava per aprire i miei orizzonti al web e così presi
la decisione, serenamente. Claudio, come mi aspettai, capì e mi appoggiò.
Rimpianti?
Nessuno. La mia decisione fu però fraintesa. Per molti, lasciare Baglioni fu
un gesto sconsiderato. Mi dettero del pazzo, del malato terminale.
All’inizio ne soffrii. Col tempo imparai a non dare importanza a certe
affermazioni.
È stata una scelta artistica, oltre che personale. E poi niente si è perso
di noi e della nostra amicizia.
Indovinate chi ha ricercato, riarrangiato ed eseguito la colonna sonora dei
14 minuti di video contenuti nel ‘pacco CLAB 2007’?
Ammetto, però di amare molto il Claudio dei lunghi silenzi, quello che si
rinchiudeva per produrre capolavori.
Sono certo che, se vorrà, saprà ancora regalarci scintille.
Hai parlato di web. Dal 1996 sei in rete…un
precursore!
Ed ogni occasione è buona per usare la tecnologia ed avvicinarti sempre più
a noi.
Che progetti hai? Cosa ci stai preparando?
Beh, che sia stato un precursore, lo posso proprio dire forte! E pensare che
allora credevo di essere in ritardo, da ogni parte leggevo notizie di questo
internet. Mi inventai la radio in internet, primordiali podcast e persino
una piccola TV.
LMWS è in internet, con lezioni on line.
Internet abbatte le distanze e, personalmente, mi ha aperto nuovi orizzonti.
Sono stato il primo artista indipendente a firmare un contratto con la Apple,
in barba alle case discografiche che tanto promettono ma poi non mantengono.
E nel 2005, finalmente, il primo vero grande risultato: il grandioso
successo di vendite del mio Piano Pianissimo sul più grande negozio virtuale
di musica, I Tunes. Unico artista italiano in classifica.
Ed i miei progetti, così come le mie energie, sono tutte orientate a quello.
I miei dischi si comprano solo on line, e non solo su I Tunes.
A
livello personale voglio solo una cosa, continuare a scrivere musica,
provare ad inventare sempre qualcosa di nuovo e poi insegnare.
Una scadenza che mi sono posto è quella dei primi giorni di settembre, data
per la quale conto di aver terminato la mia seconda sorpresa 2007, “Hopes
and Emotion n° 2”, con 5 nuovi brani inediti.
Un obiettivo che ho è quello di potermi esibire da vivo, in una tournèe
teatrale: io, uno sgabello ed un pianoforte.
Walter Savelli e
il suo mondo
http://www.waltersavelli.it
Aquistare musica legale on line con I-Tunes e' semplicissimo e
divertente. Naturalmente si deve avere il programma I-tunes che
equivale al juke-box con il quale possiamo comperare, vedere, leggere
le classifiche ascoltare in anteprima le novita', e tantissime altre
cose.
Per averlo, e' sufficiente scaricarlo dalla rete e questo e' il link
diretto per scaricare gia' la versione in italiano:
http://www.apple.com/it/itunes/overview/
Appena lo avete installato, il programma stesso vi guidera' (in
italiano): come sempre vi chiederà di inserire il vostro nome o
nickname, la password e via cosi.Niente di piu' semplice e sicuro (le
transazioni
economiche su Itunes sono le piu' sicure in assoluto).
A quel punto potete acquistare tutta la musica che volete: ovviamente
oltre ai dischi di Walter Savelli, troverete anche tutta la produzione
di
Claudio Baglioni e di tutti gli artisti che amate. |
È difficile
comprare la tua musica?
No, affatto. Basta connettersi ad I Tunes e cercarmi, molto semplicemente,
nello store di questo grande negozio virtuale. E già così puoi ascoltare i
miei promo, od iscriverti a Walter Stories, i miei podcast periodici in cui
racconto, ogni volta, un pezzetto di me.
Se poi vuoi “comprarmi”, puoi farlo iscrivendoti (ma il sito dà già tutte le
indicazioni). Il pagamento avviene tramite carta di credito o carta
prepagata. Ad ogni modo trovi tutte le indicazioni necessarie.
Il vantaggio è che non paghi pubblicità, perché non ce n’è e compri solo
quello che ti piace.
Artista indipendente. Una scelta di vita? Una
strada in salita? Pregi e difetti del tuo percorso.
La parte più difficile è essere contemporaneamente artista, esecutore, produttore, addetto stampa.
E poi confrontarsi con il mondo musicale ed artistico è complicato. Senza
una casa discografica alle spalle è come sbattere contro un muro di gomma.
Tutto è rimasto cristallizzato, come 15 anni fa.
A volte invii e-mail cui non ottieni risposte, oppure sì, ma troppo tardi.
L’ambiente dello spettacolo è rimasto esattamente come non dovrebbe:
statico, senza iniziative. Prendi ad esempio internet. All’inizio la maggior
parte degli artisti lo ha ostacolato, specie riguardo al vendere musica on
line. Poi, di punto in bianco, hanno cambiato idea.
C’è immobilismo, poca apertura mentale e sono cose che accusi ancora di più
se sei indipendente.
Io ho venduto molti dischi, compaio tra i 100 musicisti che hanno venduto di
più su I Tunes. Nonostante questa, che è un’evidenza, non un vanto, nessuna
agenzia teatrale ritiene che sia arrivato per me, il momento di un tour. Se
avessi seguito canali normali, penso che avrei già un impresario.
Una cosa che colpisce dei tuoi brani è che ogni
nome scelto esprime esattamente le sensazioni che il brano trasmette… un
filo diretto tra cuore e musica?
Grazie, sentirlo è il risultato più bello. E significa che sto facendo le
cose giuste.
Di sicuro io non sono ricco, ma faccio quello che mi piace, senza
compromessi. Sono fortunato, e la mia serenità mi dà libertà d’espressione.
Che spero arrivi al cuore.
Quel che compongo è sempre quello che sento. E lo dico con sincerità. Finché
piaccio a me stesso – e qui sono narcisista – so di piacere.
Cosa ti ispira?
Boh! E’ come il lavoro di un artigiano. Per “Wings”, ad esempio, volevo
scrivere qualcosa che desse la sensazione di volare.
Per “Images” invece mi sono ispirato a Debussy, all’Impressionismo.
Ed ora a te. Questo è il tuo spazio, senza domande,
senza schemi, solo Walter.
Vorrei dire che sto vivendo un periodo molto bello, che si sta evolvendo
verso la musica.
Tra due anni lascerò la didattica del LMWS a Maurizio Tomberli e potrò
dedicarmi solo alla musica.
Sarò completamente realizzato, quando troverò una compagnia teatrale con cui
concretizzare il mio desiderio di un tour.
Perché, lascia che te lo dica, io sono un animale da palcoscenico, non un
tipo da sala di incisione.
La chiave di tutto, la molla che ti fa andare avanti è il ritorno del
pubblico: è il pubblico che ti fa capire se stai percorrendo la strada
giusta, al di là dei soldi, del successo scontato.
Il mio motore siete tutti voi, che mi seguite con tanta passione.
Perché la cosa più importante è il successo nel cuore.
Interviste indice
|