Claudio Baglioni Unaparolaperte.net
O'Scia' festival IV edizione, Lampedusa, spiaggia Guitgia 28-29-30 Settembre 2006
Odori Suoni Colori d'Isole d'Altomare Pelagie con note di Bruxelles
Lampedusa-la poesia di Mariella
Invia il tuo O'Scia' a racconti@unaparolaperte.net
O'SCIA' IV EDIZIONE 23-26-28-29-30 settembre 2006 Da Patapan.it Saranno sul palco dell'edizione 2006, insieme a Claudio Baglioni: Francesco Baccini, Loredana Bertè, Riccardo Cocciante, Cochi e Renato, Luisa Corna, Grazia Di Michele, Khaled, Fichi D'India, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, Francesco, Teo Mammuccari, Mango, Antoine Michel, Amedeo Minghi, Nada, Nair, Neffa, Neri Marcorè, Neri per caso, Pablo e Pedro, Pago, Giorgio Panariello, Gatto Panceri, Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Aida Satta Flores, Alan Sorrenti, Anna Tatangelo, Paolo Vallesi, Michele Zarrillo. Quest’anno, infine, le tradizionali serate sulla spiaggia della Guitgia saranno precedute da due eventi speciali in Piazza Brignone: “Buonasera, buonasera!” Musical-Varietà di Pino Insegno (23 settembre ore 21,00) e un concerto dell’Orchestra Casadei (martedì 26 ore 21,00).
Da RadioItalia.it Tre puntate speciali dedicate a “O’scia’” e alle profonde motivazioni che hanno spinto Claudio Baglioni ad ideare una manifestazione di tale portata sociale, culturale ed artistica, saranno trasmesse sabato 21, domenica 22 e lunedì 23 ottobre alle ore 21:00 su Video Italia (SKY, canale 712) e martedì 24, mercoledì 25 e giovedì 26 Ottobre, sempre alle ore 21:00, su Radio Italia Tv (Canale 858 sat-free e terrestre).
Onde Funky 7 Ott. di Paola
Gallo-radioitalia.it
Da Lampedusa mi sono portata il sorriso della gente, il sole caldo che si
riflette in un mare azzurro trasparente, l’allegria e il ballo di alcuni
invitati speciali sulla musica di Khaled e un’atmosfera che si avvicina a quegli
happening musicali degli anni ’60 dei quali ho visto molto senza aver potuto
esserci fisicamente. Quando la musica si muove per porre l’attenzione su
problematiche dure, importanti, dolorose come il fenomeno dell’immigrazione
clandestina, spariscono come per incanto le regole dello show-business. A
Lampedusa tutti gli artisti che si sono esibiti gratuitamente per O’Scià hanno
affrontato il palco con la massima libertà e con l’impegno di testimoniare la
loro adesione a prescindere dalla promozione che fa parte del loro lavoro
quotidiano. Nonostante la voglia di dare il massimo e l’impegno delle prove per
non deludere le aspettative del pubblico, l’unicità della manifestazione era
proprio l’assenza di regole. E il pubblico presente ha ripagato l’impegno
sostenendo attese lunghissime sotto il sole per non perdere un posto a contatto
con il palco e trattenendosi sino a notte fonda senza perdere un briciolo di
entusiasmo e applaudendo tutti gli artisti con grande affetto. In un contesto
sociale dove le parole tolleranza e integrazione vengono usate spesso a
sproposito, questi tre giorni di O’Scià sono stati una testimonianza reale,
sincera e, soprattutto, efficace. Persino un artista internazionale come Cat
Stevens, oggi Yusuf Islam, torna sulle scene musicali dopo 28 anni di assenza
dichiarando: "Oggi ci sono 101 motivi per spiegare il perché sento che è giusto
tornare a fare musica e cantare della vita in questo fragile mondo". La musica
ha un potere enorme. L’importante è prenderne coscienza e farsi coinvolgere da
progetti che si pongano come obiettivo un diritto primario: una vita
possibile.Paola "Funky" Gallo
Onde Funky 23 Set.di Paola
Gallo-radioitalia.it
A pochi giorni dall’inzio di O’Scià, come vi avevo promesso ecco le
testimonianze di due artisti che saranno miei compagni di viaggio in questa
avventura. Partiamo da Gatto Panceri.
LA MUSICA CONTRO I SILENZI
Partecipare alla 4^ edizione di una Manifestazione come O’Scia’ è, e sarà,
un onore; sia perché l’iniziativa ha un forte riscontro sociale sia perché a
chiamarmi è stato un’artista/uomo del calibro di Claudio Baglioni.
L’ impegno profondo di Claudio mi ha colpito, combattere i silenzi che
circondano un tema come quello dell’immigrazione clandestina è coraggioso e
fondamentale per una società come la nostra, sempre in evoluzione ma troppo
impaurita da ciò che è “diverso” e “straniero”.
Sottolineare ed evidenziare all’opinione pubblica e allo Stato, un problema come
questo, è segno di coraggio e coscienza, Claudio ne ha da vendere e io nel mio
piccolo voglio contribuire.
Ed ecco i pensieri di Riccardo Fogli.
OSPITI DEL MONDO
Di O’Scià amo l’idea, lo spirito che circonda questa manifestazione e che va
decisamente oltre la musica. Io sono con Claudio e con la sua voglia di parlare
attraverso le canzoni di temi importanti e troppo spesso sottovalutati. Io come
tanti altri ci ho provato negli ’60, altri tempi, altre motivazioni, altri
argomenti ma stesso spirito, stesso coraggio, stessa passione.
Claudio ha preso a cuore la questione dell’immigrazione, proponendo la figura
dell’immigrato come un ospite del mondo e non come un fastidioso problema da
risolvere.
La musica può aiutare e può far ascoltare alla gente messaggi che troppo spesso
vengono filtrati dai giornali e dai telegiornali; niente politica, niente
fazioni, un unico e serio impegno per chi, senza retorica ha davvero bisogno, in
qualunque parte del mondo si trovi, di una casa/famiglia.
I MIEI GIORNI A LAMPEDUSA. Di Paola
Gallo-Radioitalia.it
"Testimone di una passione, quella di Claudio Baglioni, non può che
creare contagio…"
Nessun bimbo nasce a Lampedusa, perché non esiste un ospedale in grado di
assistere le mamme partorienti. Qualcuno dice che è molto più facile morire
sull'isola dove non esiste un centro di rianimazione. Quello che è certo è che
Lampedusa è una delle isole più affascinanti del Mediterraneo, anche se l'unica
pubblicità di cui usufruisce è quella legata allo sbarco dei clandestini. Eppure
la bellezza di quel luogo è impossibile da dimenticare. I colori, i tramonti, la
gente, il vento, hanno un sapore che non se va più. Claudio Baglioni per la
gente di Lampedusa è semplicemente Claudio e il suo amore incondizionato per
l'isola è vissuto come una luce di vera speranza per un futuro di vita più
plausibile. Tutti conoscono O' Scià e ne vorrebbero almeno due o tre edizioni
all'anno. Perché nei giorni della manifestazione Lampedusa diventa teatro di
musica, performances, incontri unici. Riesce cioè a guadagnare la ribalta per
meriti artistici e non per demeriti legati alla speranza di viaggiatori
disperati. Ho avuto il privilegio di seguire, grazie a radio Italia e Video
Italia, ogni dettaglio della costruzione di O'Scià e devo dire che raramente ho
visto una tale passione nella realizzazione di una manifestazione. Ad aprile,
insieme a Rossella (parte attivissima nella costruzione dell'evento nonchè
compagna di Claudio) ho esplorato l'isola metro per metro e ho incontrato
moltissimi lampedusani raccogliendo le loro esperienze e le loro speranze. Per
chi come me vive una quotidianità fatta di certezze pratiche è stato difficile
ma costruttivo immedesimarsi in una realtà scandita invece dalle incertezze e
dall'oblio. Ed è con estrema felicità che anche quest'anno potrò con la mia
emittente fare da piccola cassa di risonanza per quest'isola e per i suoi suoni.
Una passione che non conosce stanchezza o paura come quella di Claudio Baglioni
nei confronti di Lampedusa, non può che creare contagio ed è per questo che ogni
anno tantissimi artisti decidono di accettare il suo invito. Radio Italia e
Video Italia saranno accanto anche a questa nuova edizione di O'Scià per amore
della musica, ma una volta tanto soprattutto per amore delle persone e della
vita.
Vi segnalo questo link
http://www.lampedusa35.com/lampedusa_baglioni_oscia/lampedusa_baglioni_oscia.htm
Il Gazzettino 2 Ott.
Lampedusa
La tre giorni musicale ...
La tre giorni musicale ideata da Claudio Baglioni a Lampedusa si è conclusa
sabato dopo aver svolto la sua funzione: attrarre attenzione sull'isola
mediterranea con i suoi problemi e con i problemi dei migranti che vi arrivano
via acqua in cerca di un futuro e offrire un momento di relax a chi si sente
abitualmente al centro dell'attenzione per motivi ben diversi dalla vita
quotidiana di un posto comunque apprezzabile per le sue qualità naturali.
È ancora estate da queste parti, con il mare blu e turchese in cui è piacevole
immergersi nei giorni di sole e di calma di vento, che poi sono i preferiti per
chi tenta la sorte, come anche in questi giorni è avvenuto.
Baglioni ha raccolto il patrocinio di tutte le più alte istituzioni dello Stato,
tanto durante il governo di centrodestra, quanto di quello attuale, si è fatto
testimonial dell'attività di Nazioni Unite e Amnesty International direttamente
operative sull'isola, ed è anche riuscito a creare un piccolo laboratorio
musicale e di spettacolo assolutamente inedito per l'Italia, dove artisti di
ogni genere ed estrazione, senza preclusioni, potessero venire a confrontarsi e
incontrarsi senza le solite tensioni della promozione discografica.
Le giornate dell'incontro di "O' Scià", quarta edizione, sono vissute
sull'improvvisazione e sulla sorpresa. Inutile soffermarsi sui dettagli di
quello che non è un festival ma piuttosto una tripla serata fra amici, quelli
più meno famosi sul palco, le migliaia assiepate sulla spiaggia della Guitgia,
gli ospiti che sono venuti a partecipare dietro le quinte come l'attore Massimo
Ciavarro e l'organizzatore del Festivalbar Andrea Salvetti, o a dare un saluto
approfittandone per controllare la situazione nel centro di accoglienza, come il
ministro Mastella.
«La vera "isola dei famosi" è questa!», ha scherzato Giorgio Panariello,
prossimo a tornare da gennaio nei teatri con il suo nuovo spettacolo. Dal punto
di vista del puro spettacolo, certamente la presenza di Khaled è stata la più
caratterizzante della prima serata, con il musicista arabo rifugiatosi in
Francia che ha offerto la forza di una musica che ha saputo fondersi e
contaminarsi rispettando lo spirito della tradizione d'origine.
E se Raf nella seconda serata è scappato dopo due brani saltando il finale per
un disaccordo con la band, Riccardo Cocciante ha invece voluto rendere omaggio
alla situazione restando dietro le quinte per tutte e tre le sere e rompendo per
una volta la promessa di non eseguire mai i brani di Notre-Dame. E in sequenza
l'autore dell'opera popolare di maggior successo degli ultimi anni ha regalato
una intensa versione delle principali arie da lui scritte, nella versione
italiana di Pasquale Panella. In cantiere per lui c'è già un'opera nuova, russa,
mentre sono in corso i provini per il cast di Giulietta e Romeo, il nuovo lavoro
in scena all'Arena di Verona dal 1. giugno 2007.
Baglioni si è prestato, per quattro ore a sera, a fare da anfitrione ai duetti
più improbabili, o riservandosi un accompagnamento al piano per colleghi famosi
o meno noti o fortunati.
Riccardo Fogli ha celebrato a modo suo i quarant'anni dei Pooh, ricordando le
canzoni che lo videro protagonista nel primo decennio di carriera del suo ex
gruppo, Loredana Bertè ha reso omaggio ala sorella scomparsa, per cui Baglioni
scrisse una delle prime canzoni, svariando poi senza limiti in un repertorio
personale che dovrebbe rivederla presto in pista dal vivo. Fra i set più
riusciti e apprezzati, quelli di Neri per caso, sempre eccellente sestetto
vocale a cappella, la vocalità soul di Gigi Finizio e, per restare a Napoli, il
notevole lavoro di Massimo Ranieri, che se si costringe alla replica di "Rose
rosse" regala una lenta e teatrale versione di "O' surdato innamorato" in cui
perfino Baglioni fatica a tenere la scansione dei tempi. Si fa apprezzare la
comicità di Neri Marcoré, geniale imitatore di Minghi in questa occasione, e di
Giorgio Panariello, venuto a portare a Lampedusa il "suo" Renato Zero, mentre
Aida Satta Flores offre un tocco di intensa etnicità d'autore e Zarrillo un
piacevole sviluppo rock.
«Credo che il risultato di regalare tre serate di musica e di divertimento sia
stato raggiunto - spiega Baglioni - come lo scopo di ritrovarsi a fare musica
come si faceva una volta in spiaggia davanti a un falò. Personalmente mi è
piaciuta la personalità di Francesco Facchinetti, e il talento di Anna Tatangelo,
ma soprattutto credo che l'obiettivo principale resti quello di portare
attenzione su Lampedusa che è il simbolo di un problema che non si può far finta
di ignorare o sperare che passi. Per l'anno prossimo vorrei tentare di
caratterizzare maggiormente la manifestazione cercando di farne un momento di
incontro per musicisti di diversa estrazione e stile europei e mediterranei». Di
Lampedusa isola simbolo crocevia di migrazioni hanno parlato anche i
rappresentanti delle organizzazioni umanitarie che hanno affiancato quest'anno "O'
scià", oltre a una rappresentanza del Parlamento europeo. Radio e Video Italia
hanno seguito la manifestazione, offrendone in diretta alcuni estratti.
Baglioni ora tornerà a lavorare al suo disco di cover ("Quelle degli altri" il
titolo, e che certamente riproporrà "Il mio concerto" di Bindi, ascoltata a
Lampedusa in duetto con Luisa Corna), e all'allestimento del nuovo tour in
partenza fra un paio di mesi.Giò Alajmo
Il Messaggero 2 Ott.
Il canto d’amore di Claudio
Da Baccini e Ranieri a Khaled, sos per gli immigrati
CLAUDIO RIZZA
LAMPEDUSA Dopo giorni di tempesta, quando Eolo e Nettuno si sono di colpo
placati, il mare s’è trasformato in una bagnarola. Ed è allora che i lampedusani
hanno capito: agli Dei piace la musica sulla battigia e Claudio Baglioni è il
profeta domatore delle onde o un mago del fattore “c”. Così, sulla spiaggia
della Guitgia stracolma di turisti e paesani, con un gruppo di giovani
clandestini neri, stirati e pettinati seduti in piccionaia, tra vip della
canzone e della politica (da Mastella a Schifani), messaggi d’incoraggiamento da
Napolitano e le istiuzioni tutte, persino da Benedetto XVI, il rito di fine
settembre è stato celebrato, per la quarta volta: «’O Scia’», «mio respiro».
Il Festival sulla sabbia canta del dolore e dell’immigrazione, di accoglienza e
solidarietà, di fuga e morte dalle povertà africane, dell’amore per gli altri e
di tutti i sentimenti presenti nelle canzoni e così poco negli egoismi di una
politica monotona dall’unico ritornello: «Gli africani vanno aiutati a casa
loro, per impedire che partano». Giusto. Ma gli aiuti sono pochi, i fatti ancor
meno (guarda il Darfur) e i disperati s’ammazzano pur di scappare qui,
sull’avamposto della civiltà europea, un’isoletta sette chilometri per tre,
brulla e pietrosa ma col mare turchese, oramai famosa come hotel a zero stelle
per clandestini disperati.
Baglioni ci dà dentro. E’ andato pure al parlamento europeo a cantare di
immigrazione perché sa che l’Italia, da sola, non ce la può fare a fermare la
valanga. Ma Bruxelles sonnecchia senza prendere di petto il problema. L’esercito
canoro lampedusano è stato gremitissimo: Baccini, Cocciante, Khaled, Tatangelo,
Mango, Neffa, Minghi, Raf, Ranieri, Renga, Zarrillo, Di Michele, Fogli, Bertè e
tanti altri attorno a Claudio. Anche Nada e Sorrenti, dall’aldiqua. Dal
«Respiro» di Crialese al «O’ Scià» di Baglioni, Lampedusa è sempre preda dei
fiati. E di mille sospiri.
Guidasicilia.it
Grande successo per
''O' Scià'' di Baglioni, mentre a Lampedusa sono arrivati circa 500 clandestini
i due giorni
Tra musica e sbarchi. Mentre a Lampedusa si traccia un bilancio positivo
di ''O' Scià'', l'evento musicale dedicato al dramma dell'immigrazione
clandestina, e l'ideatore del concerto, Claudio Baglioni, si prepara a
pubblicare un nuovo album (una raccolta di 29 cover intitolata 'Quelli degli
altri', in uscita il 20 novembre) e a partire per una lunga tournee, nelle coste
siciliane sono continuati gli sbarchi.
Sono 230, tra cui 42 donne, i clandestini tratti in salvo in mare aperto, circa
50 miglia a sud di Lampedusa da un elicottero del comando aeronavale della
Guardia di finanza. Il barcone in legno sul quale viaggiavano, lungo 15 metri, è
stato agganciato da una motovedetta dalla Guardia di Finanza e da una della
Guardia costiera. Gli extracomunitari sono stati trasbordati sulle due unità,
mentre la carretta è stata condotta in porto dalle forze dell'ordine.
Sono ancora in corso, invece, le ricerche di un'altra imbarcazione, con una
quindicina di persone a bordo avvistata in precedenza da un aereo militare,
mentre altri tre arrivi consecutivi sono stati registrati in mattinata, nel giro
di poche ore.
In particolare una barca con 24 immigrati è stata intercettata a 8 miglia e
mezzo a sud dell'isola da una motovedetta della Guardia di Finanza. A bordo
anche due donne in gravi condizioni: una con un bambino partorito due settimane
fa in Libia, l'altra con un'emorragia causata da un aborto. Le due donne sono
state trasferite, insieme con il neonato, in eliambulanza a Palermo.
Altri 9 extracomunitari sono stati bloccati sulla spiaggia della Guitgia,
proprio davanti al porto, mentre 24 immigrati sono stati intercettati a terra
subito dopo essere sbarcati a Cala Pisana.
Un quinto barcone è stato avvistato da un peschereccio tunisino e raggiunto
dalla nave ''Vega'' della Marina militare; gli immigrati, 41 in totale, tra loro
quattro donne ed un disabile, sono stati trasbordati su una motovedetta della
guardia costiera
Complessivamente, sono quasi 500 i clandestini giunti sull'isola tra ieri e
oggi. Tutti si trovano nel centro di prima accoglienza dell'isola, in attesa di
essere trasferiti verso altri Cpt.
In un'altra zone della Sicilia, a Pozzallo, 49 clandestini sono stati
intercettati sulla terraferma, tra ieri sera e stamattina. Gli immigrati
sarebbero giunti a bordo di due barche, entrambe arenate sulla spiaggia a
distanza di alcune ore. Il primo barcone, con 18 extracomunitari, è stato
scoperto poco prima della mezzanotte di ieri.
I clandestini hanno raccontato di avere viaggiato vicino ad un'altra barca, che
le motovedette della guardia costiera hanno cercato di rintracciare la scorsa
notte. L'imbarcazione è stata trovata intorno alle 7, incagliata a ridosso della
spiaggia: 31 i clandestini bloccati, tra cui 9 donne.
In 15.000 a Lampedusa per ''O' Scià''
Dall'energia di Khaled alla ''interessante follia'' di Loredana Bertè, dal
duetto sulle note di 'O' surdato 'nnammurato' con Massimo Ranieri, all'incontro
artistico con Riccardo Cocciante e Michele Zarrillo, fino agli interventi comici
di Giorgio Panariello e Pino Insegno. La IV edizione dell'appuntamento, iniziato
giovedì scorso e che è terminato ieri sera, ha mobilitato circa 15 mila
presenze, secondo gli organizzatori e secondo il Comune di Lampedusa.
''Sono felice - ha detto Claudio Baglioni - che la manifestazione non abbia
perso in questi anni i presupposti iniziali di una ricca povertà. Centrale ad
'O' Scià' è l'idea dell'incontro. Qui non si fa promozione e nessun artista
viene per dimostrare di essere più bravo. Tutti partecipano solo per amicizia e
per passione e non percepiscono cachet''.
La IV edizione di ''O' Scià'', che gode del patrocinio delle più alte cariche
dello Stato e della Commissione europea, è stata caratterizzata anche dal
matrimonio con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr)
e con Amnesty International.
Fra i tanti personaggi arrivati a Lampedusa per sostenere l'iniziativa di
Claudio Baglioni, oltre a quelli già citati, Francesco Baccini, Ilaria D'Amico,
Luisa Corna, Anna Tatangelo, Cochi e Renato, Grazia Di Michele, Riccardo Fogli,
Francesco, Gigi Finizio, Fichi d'India, Nada, Neffa, Neri Marcorè, Mango, Amedeo
Minghi, Antoine Michel, Nair, Pago, Neri per caso, Francesco Renga, Alan
Sorrenti, Pablo e Pedro, Gatto Panceri, Aida Satta Flores, Paolo Vallesi. Alla
manifestazione erano presenti anche il ministro della Giustizia, Clemente
Mastella, accompagnato dalla moglie e il direttore delle Tribune politiche Rai,
Anna La Rosa.
La Sicilia.it 2 Ott.
Lampedusa fra sbarchi
e canzoni
Lampedusa. Mentre riprendono gli sbarchi a Lampedusa (ma anche alle Egadi), si
traccia un bilancio positivo di “O' Scià”, l'evento musicale dedicato al dramma
dell'immigrazione clandestina. L'ideatore Claudio Baglioni si prepara a
pubblicare un nuovo album (una raccolta di 29 cover intitolata Quelli degli
altri, in uscita il 20 novembre) e a partire per una lunga tournée che prenderà
le mosse il 3 novembre da Caserta, dopo la data zero in programma a Rieti il 30
ottobre, per essere poi il 13 e 14 novembre al Palasport di Acireale. Per il
prossimo album di inediti bisognerà attendere la prossima estate.
Dall'energia di Khaled alla «interessante follia» di Loredana Bertè, dal duetto
sulle note di O' surdato 'nnammurato con Massimo Ranieri, all'incontro artistico
con Riccardo Cocciante e Michele Zarrillo, fino agli interventi comici di
Giorgio Panariello e Pino Insegno: sono molti i momenti di questa edizione del
suo festival che Baglioni non dimenticherà. La IV edizione dell'appuntamento ha
mobilitato circa 15 mila presenze.
«Sono felice - dice Baglioni - che la manifestazione non abbia perso in questi
anni i presupposti iniziali di una ricca povertà. Centrale ad O' Scià è l'idea
dell'incontro. Qui non si fa promozione e nessun artista viene per dimostrare di
essere più bravo. Tutti partecipano solo per amicizia e per passione e non
percepiscono cachet. Per la prossima edizione mi piacerebbe che questo evento
reclutasse più artisti rivieraschi e internazionali».
Se per la sigla di chiusura, ogni sera, Baglioni & Co. hanno scelto Nel blu
dipinto di blu, in omaggio a Domenico Modugno, che da Lampedusa ha spiccato
l'ultimo volo, altre dediche ideali sono state rivolte anche ad Umberto Bindi,
con la riproposizione del brano Il nostro concerto ed a Mia Martini. Uno dei
momenti più intensi è stato proprio il duetto di Baglioni con Loredana Bertè
sulle note di Amore, amore un corno, sulla base di un provino inciso oltre 30
anni fa e con la voce di Mimì. Unico neo è stato un piccolo problema tecnico che
ha costretto Raf a sospendere l'esecuzione. Dopo aver provato otto brani, il
cantante aveva deciso di interpretare tre canzoni, ma per un problema tecnico e
la mancanza di sintonia con la band di Baglioni, Raf ha lasciato il palco dopo
due brani.Elio Desiderio
Ansa.it 1 Ott.
BAGLIONI, BILANCIO POSITIVO PER O'SCIA'
E NUOVO CD
LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - Mentre a Lampedusa si traccia un bilancio
positivo di 'O'Scia', l' evento musicale dedicato al dramma dell' immigrazione
clandestina, l' ideatore Claudio Baglioni si prepara a pubblicare un nuovo album
(una raccolta di 29 cover intitolata 'Quelli degli altri', in uscita il 20
novembre) e a partire per una lunga tournee che prendera' le mosse il 3 novembre
da Caserta, dopo la data zero in programma a Rieti il 30 ottobre.
Per il prossimo album di inediti bisognera' attendere la prossima estate.
Dall' energia di Khaled alla 'interessante follia' di Loredana Berte', dal
duetto sulle note di 'O' surdato 'nnammurato' con Massimo Ranieri, all' incontro
artistico con Riccardo Cocciante e Michele Zarrillo, fino agli interventi comici
di Giorgio Panariello e Pino Insegno: sono molti i momenti di questa edizione
del suo festival che Baglioni non dimentichera'. La IV edizione dell'
appuntamento ha mobilitato 'circa 15 mila presenze', secondo gli organizzatori e
secondo il Comune di Lampedusa. 'Sono felice - dice Baglioni - che la
manifestazione non abbia perso in questi anni i presupposti iniziali di una
ricca poverta'. Centrale ad O'Scia' e' l' idea dell' incontro. Qui non si fa
promozione e nessun artista viene per dimostrare di essere piu' bravo.
Tutti partecipano solo per amicizia e per passione e non percepiscono cachet'.
Insomma, 'si tratta di un evento unico nel suo genere, che non ha neanche
bisogno di una diretta televisiva, almeno al momento'. Media partner dell'
evento sono Radio Italia e Video Italia Solo Musica Italiana, che hanno girato e
montato tre speciali dedicati alla manifestazione social-culturale. Se per la
sigla di chiusura, ogni sera, Baglioni & Co. hanno scelto 'Nel blu dipinto di
blu', in omaggio a Domenico Modugno, che da Lampedusa ha spiccato l' ultimo
volo, altre dediche ideali sono state rivolte anche ad Umberto Bindi, con la
riproposizione del brano 'Il nostro concerto' (che Baglioni ha definito 'la
canzone piu' bella della storia della musica') e a Mia Martini. Uno dei momenti
piu' intensi di questa edizione di O'Scia' e' stato proprio il duetto di
Baglioni con Loredana Berte' sulle note di 'Amore, amore un corno', sulla base
di un provino inciso oltre 30 anni fa e con la voce di Mimi'. L' unico neo e'
stato un piccolo problema tecnico che ha costretto Raf a sospendere dopo l'
esecuzione di sole due canzoni.
Dopo aver provato otto brani, il cantante aveva deciso di interpretare tre
canzoni, ma per un problema tecnico e la mancanza di sintonia con la band di
Baglioni, Raf ha lasciato il palco dopo due brani. Densa di significati la
presenza di Khaled, artista di riferimento del mondo arabo. Il cantante algerino
apprezza l' iniziativa di Claudio Baglioni e dice: 'Spero che la nostra voce
arrivi ai governanti. Quando ero giovane, non volevo fare il servizio militare
in Algeria. Per scappare dal mio paese avrei anche rischiato di morire. Capisco
le ragioni e il coraggio dei giovani che prendono le carrette del mare alla
ricerca di un futuro migliore'. L' Italia, secondo Khaled, 'e' un paese che
riesce a far fronte ai problemi, anche a quelli importati dall' estero come la
prostituzione. Il messaggio dell' artista algerino e' stato di integrazione nel
segno della pace tra le culture e le religioni.
La IV edizione di O'Scia', che gode del patrocinio delle piu' alte cariche dello
Stato e della Commissione europea, e' stata caratterizzata anche dal matrimonio
con l' Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e con
Amnesty International. Fra i tanti personaggi arrivati a Lampedusa per sostenere
l' iniziativa di Claudio Baglioni, oltre a quelli gia' citati, Francesco Baccini,
Ilaria D'Amico, Luisa Corna, Anna Tatangelo, Cochi e Renato, Grazia Di Michele,
Riccardo Fogli, Francesco, Gigi Finizio, Fichi d'India, Nada, Neffa, Neri
Marcore', Mango, Amedeo Minghi, Antoine Michel, Nair, Pago, Neri per caso,
Francesco Renga, Alan Sorrenti, Pablo e Pedro, Gatto Panceri, Aida Satta Flores,
Paolo Vallesi). Alla manifestazione erano presenti anche il ministro della
Giustizia, Clemente Mastella, accompagnato dalla moglie e il direttore delle
Tribune politiche Rai, Anna La Rosa. Baglioni gia' pensa al cast dell'
appuntamento di O'Scia' del prossimo anno, sempre nel segno della trasversalita'.
'Mi piacerebbe - conclude - che questo evento reclutasse piu' artisti
rivieraschi e internazionali'.
Il Tempo 1 Ott.
Il Papa a Baglioni: grazie a nome dei
migranti
Lampedusa capitale della musica e della solidarietà archivia la
quarta edizione di O' Scia
di CARMEN GUADALAXARA
IL Papa ha inviato un telegramma a Claudio Baglioni ringraziandolo per aver
sensibilizzato artisti e gente comune sul tema dell'immigrazione. È stato questo
l'atto finale, il più forte e gradito, della quarta edizione di 'O Scia, il
festival del cantautore romano dedicato ai migranti clandestini che si è
concluso ieri. In un tripudio di applausi ed emozioni che Giorgio Panariello ha
visto così: «Questa è la vera isola dei famosi. Qui gli artisti - ha voluto
sottolineare Panariello - non temono lo "sbarco" del temuto Auditel e approdano
con gioia. Il comico toscano ha attaccato i reality e chi ci va: «Non si può
svilire la propria professionalità per un po' di euro. Quando è finito il
festival di Sanremo, mi davano per finito e invece sarò nel cast di «Notte prima
degli esami 2» di Brizzi nel ruolo del padre del protagonista. Sto scrivendo una
commedia e vorrei regalarmi un nuovo film sullo stile del primo Verdone
attingendo dai miei personaggi». Fra gli altri ospiti, s'è fatto notare anche il
ministro della Giustizia, reduce dall'approvazione della Finanziaria dei
tartassati. Mastella ha parlato a ruota libera delle recenti vacanze in Grecia e
ha raccontato, senza troppo far ridere, alcune vecchie barzellette su Berlusconi,
ma quando s'è accorto che i giornalisti prendevano appunti è scappato via. A
figuraccia incassata. Fra il pubblico Schifani e consorte e Bonaiuti che si son
lasciati conquistare da Massimo Ranieri e dalla sua straordinaria performance di
"Rose Rosse" e "'O surdat nnammurat". Tutti l'hanno cantata a squarciagola
insieme alle tredicimila persone presenti alla serata. Anche questa volta il
cantautore romano Baglioni ha voluto fare le cose in grande e ha fatto centro.
Il segreto? Le sue canzoni. Si sa che i brani sono il risultato della fusione
tra musica e parole, e che troppo spesso i critici ignorano il primo versante
per puntare tutto sul secondo. È però un dato di fatto che nelle frasi di
Baglioni si trovano "quintali di poesia" che ancora una volta, nella magica
atmosfera dell'isola, hanno travolto il pubblico e confermato il talento di un
artista che dopo 35 anni di gloriosa carriera sa guardare al futuro. Baglioni,
con la sua band al completo, e su un palcoscenico costruito sulla sabbia, si è
esibito durante le tre serate con i colleghi che hanno voluto rendere omaggio a
questa selvaggia e arida isola. Non è mancato nulla o quasi della sua
autobiografia Noi No, Dagli il via, Ragazze dell'est, Mille giorni di te e di
me. E poi canzoni come Avrai, straordinario duetto con Gigi Finizio, Strada
Facendo con Francesco Facchinetti, Anna Tatangelo con Sabato Pomeriggio e
l'attore Neri Marcorè con Paco in Ragazza di campagna. Baglioni si concede, come
lui stesso lo definisce, un "canzoniere" che include brani come, Amore bello,
Questo piccolo grande amore, Io me ne andrei... per chiudere con l'omaggio a
Domenico Modugno con Nel blu dipinto di blu insieme con Francesco Renga,
Loredana Berte, Riccardo Cocciante. Lampedusa, incassa il successo. E il popolo
baglioniano vive la notte in un abbraccio.
Il Gazzettino 29 Set.
«Un giornalista mi ha chiesto:
capisco che Baglioni abbia interesse ad avervi presente alla sua manifestazione,
ma qual è il vostro interesse a esserci?». Esordisce così Laura Boldrini,
portavoce dell'Unhcr, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati,
che quest'anno ha aderito a "O' scià", il festival laboratorio incontro ideato e
gestito da Claudio Baglioni in quest'ultima isola del Sud Europa. «In realtà -
chiarisce subito - è Baglioni che è enormemente utile a noi, perchè aiuta a
comunicare a un pubblico estremamente ampio e magari talvolta distratto, su un
argomento come i diritti umani estremamente difficile da trattare. Oggi la
comunicazione tende più a instillare la paura, a demonizzare l'arrivo di
migranti, e rende difficile capire il problema. Baglioni inoltre ha fatto una
scelta difficile, che può trovare critiche. È difficile oggi farsi degli amici
parlando di queste cose. C'è una percezione sbagliata che non ci aiuta, un po'
per colpa dei media che tendono a enfatizzare solo certi aspetti dimenticandone
altri, un po' per la strumentalizzazione politica che se ne fa, che è
pericolosa, e non deve finire per produrre uno scontro fra civiltà. Baglioni con
questa manifestazione aiuta a mettere le cose nella giusta prospettiva».
Lampedusa è diventata il simbolo dell'invasione o della speranza, a seconda di
come la si guardi. In un anno si sono contati sedicimila tentativi di sbarco dal
terzo mondo, i due terzi di quelli che arrivano alle Canarie e un terzo di
quelli che avvengono in Grecia, anche se in questo caso mancano dati ufficiali.
«Non è che a loro piaccia salire su un gommone o un guscio di vetroresina e
rischiare la vita. Spesso - ricorda la Boldrini - si tratta di rifugiati che
scappano da guerre o situazioni insostenibili di assenza di diritti umani. Sono
persone. E sono tremila l'anno che muoiono in quella roulette russa che è
l'attraversamento del Mediterraneo. Il doppio dei morti nella guerra in Libano».
La manifestazione ideata dal cantautore romano ha trovato l'appoggio anche di
Amnesty International, che quest'anno ha aperto una campagna sui "bambini
invisibili" quelli nati o comunque finiti nei centri di permanenza temporanea da
tempo nel mirino delle organizzazioni umanitarie: «Siamo venuti a Lampedusa in
giugno e abbiamo aderito con entusiasmo a questo progetto - spiega Riccardo
Noury - con l'intento di difendere i diritti di chi vive a Lampedusa e quelli di
chi ci arriva, senza contrapposizioni. È importante cominciare a cambiare il
linguaggio e ricordare che coloro che arrivano a Lampedusa sono persone, e che
dietro quelle persone c'è un problema di diritti umani spesso frutto di una
politica sbagliata, fatta di vendita di armi, di mancata cooperazione, di
rifiuto di imporre sanzioni. O si cerca di trovare soluzioni in loco o le
persone sono costrette a lasciare le case e venire qui».
Noury propone di fare di Lampedusa un'isola simbolo, tenendovi ogni anno un
convegno di attivisti dei diritti civili (con il conforto del sindaco Siragusa,
che non fu invece così felice per la recente manifestazione sindacale
sull'argomento) e soprattutto di lavorare per creare sull'isola un reparto di
ostetricia: «Una lampedusana può prendere l'elicottero e andare a partorire a
Palermo. Un'immigrata no. Lo fa da sola e senza assistenza in un centro. Il
reparto servirebbe a tutt'e due».
Baglioni è il grande ombrello sotto cui si dibatono questi temi. Il suo
festival, un grande momento di incontro fra artisti sulla spiaggia della Guitgia,
molto improvvisato e libero, è l'occasione per radunare i media, incrociare
informazioni, dare dell'isola un'immagine più turisticamente appetibile, e fare
musica.
«Non è che siamo diventati tutti pacifisti o che vogliamo che tutti
indiscriminatamente siano accolti - spiega - ci facciamo solo delle domande».
Le risposte possono venire dall'Italia ma soprattutto dall'Europa, con il
presidente del parlamento europeo Joseph Dorrell che manda a dire attraverso una
sua graziosa portavoce che il concerto che Baglioni ha tenuto a Bruxelles
nell'emiciclo parlamentare gremito «è anche servito a portare l'istituzione
europea più vicino alla gente».
Dopo la filosofia, la politica e l'impegno, è poi arrivata ieri sera la musica
con Khaled, Alan Sorrenti, Gatto Panceri, Neri Marcorè, Paolo Vallesi, i Neri
per caso, i Fichi d'india, Grazia Di Michele, Mango, Pago, e il ritorno della
storica coppia Cochi e Renato, ciascuno disponibile all'improvvisazione, al
duetto, al gioco con la piccola folla davanti al palco prima della corale
"Volare" conclusiva.
Per la prima volta alla manifestazione è stato concesso di assistere a un gruppo
di minori, un quindicina, attualmente detenuti al centro di accoglienza di
Lampedusa.
Oggi e domani altre due serate con ospiti illustri e vari, da (dj) Francesco a
Panariello, Nada, Massimo Ranieri, Gigi Finizio, Minghi, Neffa, Aida Satta
Flores, Luisa Corna, Raf, Nair stasera e Anna Tatangelo, Baccini, Zarrillo,
Fogli, Renga, Bertè e Cocciante domani.
Giò Alajmo
La Stampa 28 Set.
DA STASERA A SABATO IL FESTIVAL «O’ SCIA’»
Baglioni a
Lampedusa fa politica e mescola Khaled con Tatangelo
di Marinella Venegoni
inviata a LAMPEDUSA
Lo scirocco non lascia tregua, e le onde minacciosamente increspate sotto le
nuvole grigie dicono che questi non sono giorni di barconi disperati. Ma
l'estate più drammatica di Lampedusa continua a regalare temperature da bikini,
e l'altra isola - quella dei turisti - si riempie per la kermesse che da stasera
a sabato trasformerà per la quarta volta la spiaggia della Guitgia nell'insolito
scenario del Festival «O' Scia'» inventato da Claudio Baglioni. Per spiegarci,
il palco è così vicino alle onde della baietta comunque quieta, che si potrebbe
tranquillamente fare il bagno proprio sotto la musica.
Però da quando l'arrivo delle carrette del mare è tanto dannatamente usuale,
l'ambizione del Divo Claudio è diventata quella di mescolare la spensieratezza
delle canzoni con la consapevolezza di una stagione difficile per il mondo
intero, che il destino e la geografia hanno voluto far passare pure da qui. E il
Baglioni affascinato dai sentimenti e dai calembours, si è trasformato poco a
poco nel testimonial di una via umana alle problematiche dell'immigrazione
clandestina: inedito protagonista di favorevoli commenti in prima pagina del
«Manifesto», è andato a cantare (il 13 scorso) al Parlamento UE a Bruxelles per
sensibilizzarlo: «E’ un problema europeo, e richiede una risposta europea.
Lampedusa è un quartiere di Bruxelles, forse tra i più disagiati dell'intera
Unione. Sono andato non per formulare un generico appello alla carità o alla
fratellanza, ma per parlare di diritto, economia e sicurezza», spiega. Per uno
partito dalla maglietta fina non è poco, e chapeau.
E’ vero poi che poi la pratica di un Festival obbligatoriamente si traduce in
nomi, e canzoni. La pittoresca confusione che regna qui ha finito per
influenzare le scelte artistiche, e il cast 06 è contraddittorio come le
selvagge eleganze della geografia isolana, contaminate sulle poche spiagge da
spietati ombrelloni a righe. E dunque il più che simbolico Khaled, cantore del
rai algerino esule a Parigi, conviverà sul palco con la vestale d'alessiana Anna
Tatangelo, e Riccardo Cocciante magari si alternerà al tremendo Teo Mammuccari,
e Massimo Ranieri a un redivivo Paolo Vallesi, e l'ottima Nada ai Fichi d'India.
L'elenco mescola canzoni e momenti di parola spensierata, con anche la presenza
di Giorgio Panariello, Neri Marcoré, e Cochi e Renato a far da ponte storico fra
le discipline. C'è Loredana Berté, e ci sono Francesco Renga, e Mango, e Raf.
C'è la star del momento Neffa; ci sono Pago, Francesco Baccini, Luisa Corna,
Grazia di Michele, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, l'ex D.J.Francesco ora solo
Francesco, Amedeo Minghi, Nair, Neri per Caso, Gatto Panceri, Aida Satta Flores,
il bentornato Alan Sorrenti, Michele Zarrillo. Si presumono nottate infinite,
(riprese da Video Italia per una differita) con Baglioni pronto a far da partner
in qualunque avventura sul palco: i prodromi erano ben visibili l'altra sera,
quando l'abbiamo beccato a cantare gesticolando con la manina l'epica «Ciao
Mare» insieme con l'Orchestra Casadei nella piazza principale del paese.
Il Divo Claudio è scatenato, e Lampedusa è stata completamente soggiogata dal
fascino del Residente Famoso e anzi dalla sua sola, così disponibile, presenza.
Gli riconoscono di aver acceso un faro più forte su problemi mai risolti: non a
caso Totò «Vasa Vasa» Cuffaro, il presidente della Regione Sicilia, starà qui
per tutta la kermesse; già l'altra sera, incrociando i discorsi, la strana
coppia ha inaugurato Casa Teresa, un piccolo museo nel più antico dammuso
dell'isola. Mentre lo straripante Cuffaro prometteva al prete che sì, sì, rifarà
il campanile, Baglioni da parte sua faceva la predica ai locali: li pregava di
tener pulito il centro, e di badare anche all'urbanistica (e qui è veramente
dura). Poi Rossella Barattolo, compagna dell'artista, ha tagliato il nastro
com'era ovvio per una first lady. Oggi, con l'arrivo sia di Laura Boldrini
dell'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite, sia di Riccardo
Noury, presidente italiano di Amnesty International, che appoggiano «O Scià», si
torna a parlare dei drammi dell'immigrazione.
Aduc.it 28 Set.
Il Presidente della Camera dei
deputati, Fausto Bertinotti, ha inviato il seguente messaggio al cantante
Claudio Baglioni:
"Sono lieto di rivolgere il mio piu' cordiale saluto a te ed a tutti
i partecipanti alla manifestazione O' Scia', giunta quest'anno alla sua IV
edizione.
L'isola di Lampedusa ha conosciuto negli ultimi anni i tratti piu' dolorosi e
disumani del fenomeno dell'immigrazione, divenendo simbolo di un'emergenza
umanitaria cui le Istituzioni e la politica, in Italia come in Europa, faticano
ancora a rispondere in modo adeguato.
Ma questa terra ha saputo anche farsi promotrice di straordinarie esperienze di
accoglienza e di apertura, rivelando la vocazione piu' profonda dei popoli del
Mediterraneo, che e' quella del dialogo tra le diversita' e della ricerca di
forme sempre nuove di convivenza.
E' a questa grande tradizione di incontro tra civilta' e culture che la politica
deve oggi attingere con maggiore fiducia per affrontare i tanti volti
dell'immigrazione: un universo complesso, che ci richiama alla responsabilita'
di moltiplicare gli sforzi per combattere il traffico criminale di vite umane
che umilia ed offende la dignita' di tanti migranti e di costruire, al tempo
stesso, una societa' piu' aperta, in grado di cogliere la grande ricchezza del
confronto tra culture, credi e tradizioni diverse.
Nell'esprimere il mio piu' vivo apprezzamento per questa manifestazione
culturale, capace di unire popoli lontani e vicini come solo la musica pu• fare,
desidero rivolgere a te ed tutti coloro che la animeranno il mio pi- sincero
augurio per il suo pieno successo".
Lo rende noto un comunicato della Camera
canali.libero.it 28 Set.
Musica/ Claudio
Baglioni sbarca a Lampedusa con il concerto "O' Scia'". Tutti gli artisti
Un mare di note per rilanciare la
cultura dell'accoglienza. Un palco a bordo mare per provare a costruire un ponte
di solidarietà. E una spiaggia che può
ospitare tredicimila spettatori pronti a lasciarsi trascinare da un gruppo di
musicisti uniti dalla convinzione che l'immigrazione è un dramma su cui non si
può tacere.
Prima serata oggi sulla spiaggia della Guitgia di Lampedusa per la
quarta edizione di "O' Scia': Odori, Suoni, Colori d'isole d'altomare",
festival-laboratorio permanente, ideato e promosso da Claudio Baglioni, in scena
fino 30 settembre.
Sul palco insieme al cantautore romano, Khaled, Alan Sorrenti, Gatto Panceri,
Neri Marcorè, Paolo Vallesi, Fichi d'India, Grazia Di Michele, Neri per Caso,
Mango, Pago, Antoine Michel, Ilaria D'Amico, Cochi e Renato.
Venerdì e sabato sarà la volta di Francesco Baccini, Loredana Bertè, Riccardo
Cocciante, Luisa Corna, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, Francesco, Teo Mammuccari,
Amedeo Minghi, Nada, Nair, Neffa, Pablo e Pedro, Giorgio Panariello, Raf,
Massimo Ranieri, Francesco Renga, Aida Satta Flores, Anna Tatangelo, Michele
Zarrillo.
la Sicilia.it 27 Set.
Venerdì Piazza illustrerà la sua idea
Il sindaco prima incontrerà le parti sociali e dopo terrà una
conferenza stampa su cosa pagare della Tia 2005
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Lampedusa. E' previsto per oggi, l'arrivo a Lampedusa del presidente del senato,
Franco Marini.
L'occasione che ha creato le condizioni affinché, la seconda carica più
importante dello Stato, arrivasse sulla più grande delle Pelagie, è il concerto
di Claudio Baglioni, O' Scià.
Ed è tutto pronto sull'isola, per il soggiorno del presidente del Senato, che ha
già anche chiesto di potere visitare l'isola dal mare, utilizzando una
motovedetta.
Sarebbe la prima volta, nella storia di Lampedusa che sull'isola arrivi il
presidente del Senato.
L'evento O' Scià, si sta dimostrando non solamente un concerto musicale ma un
vero e proprio, momento di incontro per tutti, dalle forze politiche a quelle
sociali.
Saranno molti i politici, presenti sull'isola, per seguire la tre giorni di
Baglioni.
L'artista romano, cittadino onorario di Lampedusa, da bravo mattatore non solo
sul palco, è il vero collante, fra le personalità che stanno raggiungendo
Lampedusa. Anche il presidente del Senato, infatti, sarà ricevuto da Claudio
Baglioni, ormai rappresentante ufficiale di Lampedusa.
Ed è diventato definitivo, intanto, l'elenco degli artisti che interverranno
alla quarta edizione di O' Scià, insieme a Claudio Baglioni: Francesco Baccini,
Loredana Berte', Riccardo Cocciante, Cochi e Renato, Luisa Corna, Grazia Di
Michele, Fichi D'India, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, Francesco, Khaled, Teo
Mammuccari, Mango, Antoine Michel, Amedeo Minghi, Nada, Nair, Neffa, Neri
Marcore', Neri per caso, Pablo e Pedro, Pago, Giorgio Panariello, Gatto Panceri,
Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Aida Satta Flores, Alan Sorrenti, Anna
Tatangelo, Paolo Vallesi, Michele Zarrillo.
Atteso pure Fiorello anche se, la sua rinomata paura di volare, potrebbe non
farlo mai arrivare sull'isola anche se Claudio Baglioni, spera sempre nella sua
presenza sull'isola, magari arrivando dal mare, utilizzando la nave che collega
le Pelagie, con il resto della Sicilia.ELIO DESIDERIO
la Sicilia.it 27 Set.
Il dammuso è diventato un
museoLampedusa.
Ieri «aperta» Casa Teresa dopo i lavori della Soprintendenza. Presenti Claudio
Baglioni e il presidente Cuffaro
Lampedusa. Ultimati i lavori di restauro ad opera della Soprintendenza per i
beni culturali di Agrigento, del dammuso grande, denominato di «Casa Teresa».
Ieri sera, in uno scenario molto suggestivo, dettato dalla esclusività
dall'antico immobile, che è anche immerso, in un contesto naturalistico rimasto
incontaminato, il presidente della Regione Salvatore Cuffaro, ha presenziato la
inaugurazione di Casa Teresa, ponendo di fatto l'immobile, a disposizione di
quanti vorranno visitarlo.
Presenti alla cerimonia anche tutti i funzionari della soprintendenza di
Agrigento e il cantante, Claudio Baglioni che da tempo, non si perde nessuna
occasione per presenziare avvenimenti che riguardano Lampedusa.
Il restauro e l'allestimento museale del dammuso grande di Casa Teresa, è stato
diretto dall'Arch. Bernardo Agrò, coadiuvato dal Geom. Francesco Collura e dall'Arch.
Calogero Gazzitano. Con questa iniziativa, la soprintendenza di Agrigento,
restituisce alla fruizione, un sito di notevole interesse monumentale ed
etno-antropologico, facendone un luogo di storia ed identità culturale, che darà
impulso alla conoscenza e alla piena valorizzazione delle risorse dell'isola.
«Il dammuso Lampedusano, – ci ha spiegato l'architetto Bernardo Agrò, della
soprintendenza di Agrigento - si diffuse come manufatto al servizio delle
attività agricole, nella seconda metà del XIX secolo, dopo la colonizzazione
dell'isola da parte di Ferdinando II di Borbone. Casa Teresa, primo fra i
dammusi, costruito intorno al 1870, risulta tra i più rilevanti ed articolati
dell'isola per dimensione e tipologia, costituendo una notevole testimonianza di
integrazione con il paesaggio circostante. Acquisito dalla Regione Siciliana nel
1994, è stato oggetto di restauro ed allestimento museale da parte della
Soprintendenza di Agrigento, affermandosi come spazio della storia e della
cultura di Lampedusa».elio desiderio
Musica: Torna “O’ Scià” Festival di
Baglioni a Lampedusa
27 settembre 2006 alle 17:30 — Fonte: repubblica.it —
Torna da domani a Lampedusa “O’ Scià”: Odori, Suoni, Colori d’Isole d’Altomare,
il festival laboratorio permanente, ideato e promosso da Claudio Baglioni.
Per la serata inaugurale della quarta edizione sulla spiaggia della Guitgia sul
palco con Baglioni ci saranno Khaled, Alan Sorrenti, Gatto Panceri, Neri Marcoré,
Paolo Vallesi, Fichi d’India, Grazia Di Michele, Neri per Caso, Mango, Pago,
Antoine Michel, Ilaria D’Amico, Cochi e Renato. Venerdì e sabato parteciperanno
Francesco Baccini, Loredana Berté, Riccardo Cocciante, Luisa Corna, Gigi
Finizio, Riccardo Fogli, Francesco, Teo Mammuccari, Amedeo Minghi, Nada, Nair,
Neffa, Pablo e Pedro, Giorgio Panariello, Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga,
Aida Satta Flores, Anna Tatangelo, Michele Zarrillo.
Le tre serate sono state precedute da due eventi speciali: Pino Insegno con il
musical “Buonasera, buonasera” e il concerto dell’Orchestra Casadei. “O’Scià” ha
l’alto patronato della Presidenza della Repubblica, e il Patrocinio di Senato
della Repubblica, Camera dei Deputati, Presidenza del Consiglio dei Ministri,
ministeri degli Esteri, dei Beni Culturali, della Giustizia, delle Politiche
Giovanili, della Regione Siciliana, del Comune di Lampedusa e Linosa, dell’Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e della Commissione
Europea.
O'SCIA' IV EDIZIONE
23-26-28-29-30 settembre 2006 (Da Patapan.it)
Tre serate, 28-29-30 settembre, aperte a tutti, di musica dal vivo a Lampedusa,
per riflettere sul drammatico fenomeno dell'immigrazione clandestina, insieme ad
alcuni tra gli artisti più rappresentativi del panorama italiano e
internazionale. E' "O'Scià!": Odori, Suoni, Colori d'Isole d'Altomare,
festival-laboratorio permanente, ideato e promosso da Claudio Baglioni, giunto,
quest'anno, alla sua quarta edizione.
Appena rientrato da Bruxelles, dove suonato all'Europarlamento per
sensibilizzare sul tema istituzioni, mondo politico e opinione pubblica europea,
Baglioni ha chiarito il senso del suo viaggio nel cuore politico dell'Unione:
"Non sono andato a Bruxelles -ha detto- per porre un problema di solidarietà o
formulare un generico appello alla carità o alla fratellanza. Sono andato a
parlare di diritto, economia e sicurezza". "Credo -ha proseguito il musicista
romano- ci sia bisogno di politiche illuminate e lungimiranti in grado di
ristabilire il diritto, di garantire pari dignità e pari opportunità a chi c'è e
a chi arriva e di costruire le condizioni politiche, sociali ed economiche per
le quali migrare torni a essere un'opportunità e non una scelta obbligata per la
sopravvivenza".
"L'immigrazione clandestina - ha concluso Baglioni - è un problema europeo e
richiede una risposta europea. Lampedusa è un quartiere di Bruxelles, forse tra
i più disagiati dell'intera Unione. Ma lì vivono cittadini europei come tutti
gli altri. Cittadini che dovrebbero godere degli stessi diritti di chi vive in
qualunque altro piccolo o grande comune d'Europa. Perché il diritto non si
misura in chilometri e non diminuisce con l'aumentare della distanza che ci
separa dal cuore delle nostre Istituzioni".
Saranno sul palco dell'edizione 2006, insieme a Claudio Baglioni: Francesco
Baccini, Loredana Bertè, Riccardo Cocciante, Cochi e Renato, Luisa Corna, Grazia
Di Michele, Khaled, Fichi D'India, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, Francesco, Teo
Mammuccari, Mango, Antoine Michel, Amedeo Minghi, Nada, Nair, Neffa, Neri
Marcorè, Neri per caso, Pablo e Pedro, Pago, Giorgio Panariello, Gatto Panceri,
Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Aida Satta Flores, Alan Sorrenti, Anna
Tatangelo, Paolo Vallesi, Michele Zarrillo.
Quest’anno, infine, le tradizionali serate sulla spiaggia della Guitgia
saranno precedute da due eventi speciali in Piazza Brignone: “Buonasera,
buonasera!” Musical-Varietà di Pino Insegno (23 settembre ore 21,00) e un
concerto dell’Orchestra Casadei (martedì 26 ore 21,00).
Per l'importante rilievo sociale, "O’Scia’" ha ottenuto l'Alto Patronato della
Presidenza della Repubblica, il Patrocinio di: Senato della Repubblica, Camera
dei Deputati, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli Affari
Esteri, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero della Giustizia,
Ministro delle Politiche Giovanili e le Attività Sportive, Regione Siciliana,
Comune di Lampedusa e Linosa. Quet’anno si sono aggiunti, inoltre, il Patrocinio
dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e della
Commissione Europea.
Lampedusa - aspettando O'Scia'
Musica: domani parte quarta edizione 'o'scia'
con insegno
Roma, 22 set. - (Adnkronos) - Parte ''O'Scia''', il festival-laboratorio
permanente, ideato e promosso da Claudio Baglioni, domani sera a Lampedusa alle
ore 21.00 in piazza Brignone, con il musical-varieta' ''Buonasera, buonasera'',
condotto da Pino Insegno. Ad aprire la quarta edizione sara' il primo dei due
eventi speciali che precedono le serate del 28, 29 e 30 settembre dove Claudio
Baglioni salira' sul palco della Guitgia per dare
vita a duetti esclusivi e performance inedite con grandi nomi del panorama
musicale italiano e straniero.
Sul palcoscenico 23 cantanti-attori-ballerini affiancano Insegno in uno
spettacolo in cui si alternano canzoni, stacchetti musicali, monologhi e
balletti che raccontano la storia della televisione che e' anche la storia dei
nostri tempi. Il secondo evento sara' martedi' 26 settembre, sempre in piazza
Brignone alle 21 con un concerto dell'Orchestra Casadei. Sara' poi la volta
delle tre serate, 28-29-30 settembre, sulla spiaggia della Guitgia.
Tre concerti, aperti a tutti, per riflettere sul drammatico fenomeno
dell'immigrazione clandestina.
Saranno sul palco dell'edizione 2006, insieme a Claudio Baglioni: Francesco
Baccini, Loredana Berte', Riccardo Cocciante, Cochi e Renato, Luisa Corna,
Grazia Di Michele, Fichi D'India, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, Francesco,
Khaled, Teo Mammuccari, Mango, Antoine Michel, Amedeo Minghi, Nada, Nair, Neffa,
Neri Marcore', Neri per caso, Pablo e Pedro, Pago, Giorgio Panariello, Gatto
Panceri, Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Aida Satta Flores, Alan Sorrenti,
Anna Tatangelo, Paolo Vallesi, Michele Zarrillo
Isolapossibile.it 18 Set.
O’Scià: Lampedusa, terra di diritti
umani
invito di Amnesty International
Un’associazione che difende i diritti umani non ha l’abitudine di selezionare i
diritti da difendere e non seleziona tra chi ha più diritti e meno diritti. A
Lampedusa c’è un bisogno fondamentale di investire sui diritti umani e questo
riguarda sia coloro che in quella bellissima isola ci vivono, sia coloro che ci
approdano per necessità. Amnesty International ha individuato questo bisogno
fondamentale nelle parole con cui Claudio Baglioni ha presentato l’edizione 2006
di “O’Scia’” e per questo motivo sostiene l’iniziativa con particolare
convinzione. “Lampedusa, terra di diritti umani” è un progetto che vuole far
conoscere il nostro punto di vista, quello di un’organizzazione che agisce in
difesa dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati. Ma è un progetto che, al
contempo, vuole conoscere il punto di vista, le esigenze, i bisogni di chi vive
sulla propria pelle le difficoltà oggettive della vita in un’isola, difficoltà
che se non vengono affrontate in modo adeguato danno vita a seri problemi di
assenza o insufficienza di servizi fondamentali.
Su Lampedusa si scaricano difetti di gestione di un fenomeno indubbiamente
complesso, ma sulla cui risoluzione pesa molto l’incapacità storica delle nostre
autorità di occuparsene in modo diverso da quello dell’emergenza. Lampedusa pare
essere diventata la foglia di fico dietro cui si nascondono le colpe dell’Europa
e le responsabilità di singoli Stati, che certamente trovano conveniente il
fatto che le rotte dei migranti e dei richiedenti asilo vengano deviate verso
questa bellissima isola. Quello che Amnesty International vuole sottolineare è
che le persone che arrivano a Lampedusa - che sono persone, non numeri, né
clandestini - prima ancora di causare problemi, hanno dei problemi. I problemi
di queste persone si chiamano guerre, fame, tortura, povertà. All’approdo,
incontrano due situazioni distinte. Incontrano gli abitanti di Lampedusa, che a
loro volta attraversano difficoltà quotidiane, che spesso si trasformano in
problemi. Difficoltà e problemi che, purtroppo, sappiamo esistere comunque, a
prescindere dall’approdo o meno di qualche centinaio di migranti e richiedenti
asilo all’anno. E incontrano la “politica”, fatta di leggi e regolamenti, di
procedure e di comportamenti, che spesso costituiscono vere e proprie violazioni
del diritto internazionale dei rifugiati, contro cui Amnesty International da
anni conduce un serrato confronto con le istituzioni del nostro paese.
Con la forza e la suggestione del messaggio di “O’Scia’ 2006, Amnesty
International si augura che Lampedusa cessi di essere rappresentata come un
luogo di assenza di diritti umani, come il campo in cui si scontrano i penultimi
e gli ultimi dell’Italia. Vogliamo promuovere l’identità di Lampedusa quale
luogo che intende giocare un ruolo forte nella protezione dei diritti umani di
migranti e richiedenti asilo, rifiutando che vengano commesse violazioni nel
proprio nome o in nome dei propri abitanti e nel proprio territorio. Lampedusa
deve essere famosa in Europa e nel mondo per le sue bellezze e non per essere
citata nei ricorsi alla Corte europea dei diritti umani, deve essere un luogo
che i difensori dei diritti umani possano considerare un esempio e il cui nome
non evochi mai più espulsioni collettive, detenzione arbitraria, maltrattamenti,
ma rispetto e protezione degli esseri umani. Di tutti gli esseri umani. Siamo
convinti che Claudio Baglioni possa essere il migliore portavoce di questo
progetto.
Cinespettacolo.it 18 Set.
Baglioni e "O'scià" ancora a
Lampedusa
di Désirée Colapietro
"Chi ha il privilegio di avere una carriera come la mia può e deve essere
attivo anche nel sociale"
Elegantemente vestito in un completo bianco dal taglio sportivo e camicia
grigia, il cinquantacinquenne Claudio Baglioni, in smagliante forma fisica, ha
presentato ieri mattina, sulla splendida terrazza del Cavalieri Hilton di Roma,
la quarta edizione di O'scià - acronimo di Odori Suoni Colori d'Isole
d'Oltremare - la manifestazione musicale nata e pensata dallo stesso cantautore
che si svolge nell'isola di Lampedusa e che, dal 2003, vede la partecipazione di
un folto gruppo di artisti uniti dallo stesso nobile scopo: portare
all'attenzione delle Istituzioni, dei media e dell'opinione pubblica un
argomento delicato come quello dell'emergenza immigrazione, attraverso il
linguaggio universale della musica.
Presenti anche il sindaco di Lampedusa Sebastiano Bruno Siragusa che ha
ringraziato gli sponsor della manifestazione tra cui Video Italia, Riccardo Nuri,
portavoce di Amnesty International che ha definito l'evento "un cuore di diritti
umani" e Laura Bodrini, ufficio stampa dell'Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i Rifugiati che riconosce ad O'scià "il merito di umanizzare un
fenomeno spietato come quello dell'immigrazione irregolare e di darne una
versione meno distorta rispetto all'approccio sensazionalistico e politico dei
media che solitamente perdono di vista gli aspetti legati alle cause della fuga
di migranti e rifugiati" (20 milioni in tutto il mondo). Grande sostenitore
dell'iniziativa anche Fabrizio Frizzi. Il popolare presentatore ha
simpaticamente ricordato la sua personale esperienza sul palco della Guitgia
dove si è esibito in Amara Terra mia di Domenico Modugno, emozionato di trovarsi
a due passi dalla casa dell'artista scomparso al quale ogni sera Claudio
Baglioni rende omaggio con la canzone di chiusura Volare.
Partecipano, tra i tanti, all'edizione 2006, Francesco Baccini, Loredana Berté,
Riccardo Cocciante, Cochi & Renato, Luisa Corna, Grazia di Michele, Khaled, i
Fichi d'India, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, Teo Mammucari, Mango, Antoine
Michel, Amedeo Minghi, Nada, la bravissima artista emergente Nair, Neffa, Neri
Marcoré, Neri per caso, Pablo & Pedro, Pago, Giorgio Panariello, Gatto Panceri,
Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Aida Satta Flores, Alan Sorrenti, Anna
Tatangelo, Paolo Vallesi e Michele Zarrillo. Le tradizionali serate gratuite
sulla spiaggia della Guitgia - 28, 29 e 30 settembre - saranno precedute da due
eventi speciali che si svolgeranno in Piazza Brignone il 23 e 26 settembre: il
musical-varietà di Pino Insegno, Buonasera, buonasera! e un concerto
dell'Orchestra Casadei.
Baglioni, cosa l'ha spinta ad organizzare "O'scià" a Lampedusa?
"Il concerto che feci nel 2003 sulla spiaggia di Guitgia fu la prima occasione
per porre l'accento sull'emergenza immigrazione clandestina e, allo stesso
tempo, riqualificare l'immagine ed il rilancio turistico di Lampedusa e le isole
Pelagie, uno dei paradisi naturali più affascinanti del Mediterraneo...
Lampedusa è geograficamente sottoposta all'immigrazione clandestina così come le
Canarie o Malta che vivono situazioni analoghe. Eppure io l'ho sempre immaginata
come un posto esotico... O'scià non ha l'ambizione di risolvere questo fenomeno
che è il primo sintomo di una febbre. Il mondo vive su basi individualistiche e
ciniche. E' una lotta tra due paure: noi di perdere quello che abbiamo, e gli
altri di non arrivare nemmeno all'antipasto di questo benessere".
La sua prima partecipazione come artista in un progetto umanitario fu in
occasione del concerto organizzato da Amnesty International nel 1988. Cosa
ricorda di quell'esperienza?
"Presi parte al concerto di Torino come rappresentante italiano. Pensai che
fosse il momento giusto di uscire allo scoperto sebbene fossi sempre stato
convinto che un artista doveva fare il suo mestiere senza mettersi in piazza.
Quella volta sul palco c'erano artisti di fama mondiale come Bruce Springsteen,
Sting, Youssou N'Dour, Tracy Chapman e Peter Gabriel. Fu proprio lui, con il
quale avevo un rapporto di amicizia, a chiedermi di partecipare. Risposi di sì e
peccai di ingenuità. Raccolsi un migliaio di presenze. Capii che anche il
dissenso è interessante. Vorrei che la pace dei consensi non sia anche la pace
dei sensi..."
Oggi si fa portavoce di un appello il cui eco è arrivato al Parlamento europeo.
Cosa è cambiato in lei rispetto a quella volta?
"Succede che poi, ad un certo punto della vita, avendo avuto il successo, si
cerca di rimetterlo sul tavolo da gioco. Non sono capace di cambiare il mondo e
non ne avrei la presunzione. Comincio da un'isola circoscritta che è un mattone
di questo pavimento che è il mondo".
Sarà anche perché sono cambiati i tempi?
"Credo di sì. Ho incontrato molti colleghi che si sono impegnati socialmente
prima di me. Negli anni passati si aveva sicuramente più paura delle 'definizioni'.
Difficilmente un artista per così dire 'impegnato' poteva farsi vedere in giro
con una macchina costosa o acquistare una barca di 40 metri. De Gregori, ad
esempio, diceva sempre: Non scrivete che sono impegnato e bravo. Scrivete che
sono bello".
Sul palco della spiaggia della Giutgia, cuore della manifestazione, lei ha
invitato grandi nomi della musica e dello spettacolo. Tutti hanno aderito con
entusiasmo. Nella lunghissima lista di partecipanti, però, manca Fiorello. Come
mai?
"Di tantissimi pregi che ha, Fiorello ha solo un unico difetto: la paura di
volare... (ride). In realtà con lui esiste già un progetto molto ben delineato.
E vedremo se riuscirà a superare la paura dell'aereo".
A proposito di viaggi, lei è appena rientrato da Bruxelles dove si è esibito
all'Europarlamento...
"Non sono andato a Bruxelles per porre un problema di solidarietà o formulare un
generico appello alla fratellanza. Sono andato a parlare di diritto, economia e
sicurezza. L'immigrazione clandestina è un problema europeo e richiede una
risposta europea".
Come si inserisce secondo lei Lampedusa nell'Unione?
"Lampedusa è un quartiere di Bruxelles, forse tra i più disagiati dell'intera
Unione. Ma lì vivono cittadini europei come tutti gli altri. Cittadini che
dovrebbero godere degli stessi diritti di chi vive in un qualunque altro piccolo
o grande comune d'Europa. Perché il diritto non si misura in chilometri e non
diminuisce con l'aumentare della distanza che ci separa dal cuore delle nostre
Istituzioni".
Per finire, Baglioni, che cosa si aspetta da "O'scià"?
"Vorrei che fosse un motivo d'incontro e un terreno di buon gioco. Vorrei che
non ci fossero schieramenti ma che, con umiltà e impegno, fossimo tutti dalla
parte delle buone idee e della ricerca della soluzione. Noi cantanti, artisti e
presentatori siamo dei trombettieri in un esercito che suona l'appello e - spero
mai - la ritirata da questa battaglia".
Intanto, per l'importante rilievo sociale, O'scià ha ottenuto l'Alto Patrocinato
della Presidenza della Repubblica, il patrocinio del Senato e della Camera dei
Deputati, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli
Affari Esteri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione
Siciliana e dei comuni di Lampedusa e Linosa, ai quali si sono aggiunti il
Patrocinio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e
della Commissione Europea. E scusate se è poco.
E poi, un mese dopo, esattamente il 29 ottobre, Claudio Baglioni inizierà (da
Rieti) la tournée che lo porterà in giro per l'Italia, prevalentemente in
piccoli centri, ma che approderà anche a Roma al Palalottomatica per tre date:
19, 20 e 21 dicembre).
Baglioni a Rainews 24: "A Lampedusa la
quarta edizione di O'scia per avvicinare le culture"
"Backstage" intervista Claudio Baglioni
Roma, 18 Set
Claudio Baglioni ha presentato ieri mattina a Roma la quarta edizione di O'scià
- acronimo di Odori Suoni Colori d'Isole d'Oltremare - la manifestazione
musicale nata e pensata dallo stesso cantautore che si svolge nell'isola di
Lampedusa e che, dal 2003, vede la partecipazione di un folto gruppo di artisti
con lo scopo di portare all'attenzione delle Istituzioni, dei media e
dell'opinione pubblica un argomento delicato come quello dell'emergenza
immigrazione, attraverso il linguaggio universale della musica.
Le tradizionali serate gratuite sulla spiaggia della Guitgia - 28, 29 e 30
settembre - saranno quest'anno precedute da due eventi speciali che si
svolgeranno in Piazza Brignone il 23 e 26 settembre: il musical-varietà di Pino
Insegno, Buonasera, buonasera! e un concerto dell'Orchestra Casadei. Partecipano
all'edizione 2006, Francesco Baccini, Loredana Berté, Riccardo Cocciante, Cochi
& Renato, Khaled, Teo Mammucari, Mango, Amedeo Minghi, Nada, Neffa, Neri Marcoré
e tanti altri ospiti.
Per la prima volta, quest'anno, partecipano all'evento anche l'Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e l'associazione
Amnesty International. Significative le parole di Laura Boldrini dell'UNHCR: "Da
marzo siamo a Lampedusa e lavoriamo dentro i centri di assistenza perche'
l'emergenza umanitaria e' qui". Attraverso la musica che e' un linguaggio
universale - aggiunge - si cerca di far emergere soltanto il sintomo di un
problema molto piu' grande: quella situazione di disagio che costringe molte
persone a lasciare il proprio paese per intraprendere un viaggio pericoloso.
E proprio il viaggio è il tema dell'intervista che vi proponiamo. Claudio
Baglioni ci racconta il senso e l'importanza dell'idea di viaggio nel suo lavoro
e nella sua vita. E parla del rispetto necessario nei confronti degli altri,
primi fra tutti i tanti viaggiatori che arrivano nel nostro paese dalle aree
piu' povere del mondo. E che hanno il diritto di essere considerati prima di
tutto uomini.
Claudio Baglioni "Il viaggio è il nostro percorso, è tutto quello che noi
facciamo per colmare la distanza verso qualcosa, verso un'altra persona, verso
la conoscenza, verso la verità, verso l'innocenza e forse il viaggio più lungo è
quello tra noi, i nostri occhi e le stelle, quello che non riusciamo mai a
colmare definitivamente. Il viaggio è fondamentale, non solo nella mia carriera,
ma in tutta la mia vicenda di uomo, nella mia vita. Io ho scritto addirittura
degli interi dischi che hanno il viaggio come pretesto, come contenuto, come
metafora. Gira che ti rigira amore bello era un lungo viaggio attraverso
l'Italia, un'Italia estiva, una specie di easy rider un po' facile,
all'italiana; più tardi ho scritto un album che si chiama Viaggiatore sulla coda
del tempo.
Domanda I protagonisti delle tue canzoni partono e in genere partono da soli,
poi magari fanno tanti incontri però partono da soli.
Claudio Baglioni Perché credo che questo sia un po' la natura della nostra
esistenza, in fondo nasciamo un po' da soli e spesso si dice che anche l'ultimo
momento sia un momento di solitudine. Il resto sono tanti appuntamenti, alcuni
lunghissimi, alcuni che hanno quasi il privilegio, il miracolo dell'eternità. Ma
molti altri, la maggior parte, sono degli incontri brevissimi, a volte quasi
impercettibili, infinitesimali. Eppure ognuno di questi ci cambia, ognuno di
questi è fondamentale come se fosse un gioco di carambola, un gioco di biliardo,
insomma la nostra pallina, o quella pallina che siamo noi, comunque viene urtata
e si muove sul tappeto della vita in un modo assolutamente nuovo e forse a volte
anche inatteso.
Domanda I tuoi concerti sono in realtà dei grandi viaggi. Questi incontri poi
cosa rappresentano per te invece, come persona, cosa ti hanno dato in questi 40
anni anche di carriera?
Claudio Baglioni Mah, insomma, io penso che alla fine se dovrò un giorno fare il
bilancio e contare e definire quale e' stato il mio successo, penso che sarà
stato proprio quello di avere incontrato gli altri, di avere avuto l'affetto di
tante persone. Il rammarico, semmai, e' quello di non riuscire, molte volte, a
restituire questo affetto. Il mio e' un lavoro che mi ha insegnato veramente a
rapportarmi con il mondo. Oggi il mio impegno è quello di cercare, quanto più
possibile, di dire che l'essenza della vita è quella di spalancare le braccia
verso le cose che non conosciamo, non averne paura, non averne diffidenza, anzi.
E necessario cercare, a volte anche rischiando, di buttarsi nella mischia,
perché, come diceva Vinicius de Moraes, la vita è l'arte dell'incontro.
Domanda Questo viaggio parte da Centocelle, non solo metaforicamente, ed è un
viaggio che, almeno tu hai scritto e hai detto, viene fuori proprio per la
volonta' di superare una timidezza che ti impediva di incontrare le persone. E'
così?
Claudio Baglioni Sì, sì, probabilmente se non avessi fatto un lavoro così, per
il quale non ero stato costruito, sarei molto diverso da quello che sono. Il mio
è un mestiere pubblico, che certe volte mi mette ancora in difficoltà: perché
alla fine, penso proprio che chi nasce timido muore timido. Questo lavoro mi ha
costretto ad imparare, con una certa consapevolezza a darti da fare, a
mischiarti, appunto, a metterti insieme agli altri. Io parto da quella
condizione di estrema timidezza, e anche dalla voglia proprio di non essere
cosi' per tutta la vita, di cercare di liberarmi da questa scorza. Io quest'anno
festeggio i 40 anni della mia attivita' di scrittore di canzoni e la cosa che mi
meraviglia è che sia durato così tanto e che ancora duri. Davvero una sorpresa
continua e devo dire, a questo punto, ogni giorno in più è veramente un dono
magnifico!
Il viaggio è sempre stato sinonimo non solo di propria conoscenza, di
automiglioramento, ma anche di miglioramento del rapporto fra le persone, fra
gli sconosciuti. Oggi come oggi è diventato invece, purtroppo, quasi simbolo
dell'invasione, della paura dello straniero, "chi sarà il gringo? Non è come
noi!", io penso che invece il viaggiatore non solo quello fisico, ma anche
quello intellettuale, è la persona che effettivamente ha la possibilità, pur nel
momento in cui sembra essersi fermato, di ricominciare a muoversi.
L'esperienza di "O' Scia'" è un po' questo: è prendere come contenuto base la
migrazione di tante persone che arrivano dai luoghi della difficoltà, della
disperazione, della carestia, della fame, e dire che noi dobbiamo ricominciare a
viaggiare, specialmente noi paesi rivieraschi, quelli che si affacciavano e si
affacciano nel Mediterraneo, questo mare di mezzo che è stato la grande
autostrada che ha messo insieme e fatto nascere il mondo moderno, le grandi
civiltà.
Ecco, oggi considerarlo un elemento di separazione sarebbe un errore clamoroso e
anche antistorico. Detto questo, io ed altri miei colleghi cantanti, cantautori,
musicisti e non solo, abbiamo deciso di metterci insieme, nell'isola di
Lampedusa, luogo reale e simbolico dell'arrivo dei migranti nel nostro paese,
per renderla un vero luogo di incontro.
Questo sarà il 4°anno. Parliamo, facciamo musica, facciamo festa, in maniera
semplice, naturale, spesso realizzando cose inventate all'ultimo momento. Non è
un festival, non ha la pretesa di rappresentare nessun tipo di musica: è la
voglia di dire che più si viaggia con la testa, con il cuore e con i piedi, e
meglio si sta!
Domanda Cosa puo' fare la musica dal punto di vista dell'incontro anche fra
culture?
Claudio Baglioni La musica ha dalla sua il fatto di essere una lingua
universale, quindi è facilmente parlabile, anche da persone che non si
conoscono, da persone che hanno uno stile differente. E' uno dei primi collanti,
è un po' come il mare: basta avere una barchetta, saper navigare. Basta avere un
po' di voce, un po' di curiosità, un po' di energia e allora puoi trovarti
insieme a tanti altri marinai!Fausto Pellegrini
Il Giornale 16 set
Baglioni: «Con O’ Scià porto il pop
ai confini d’Europa» - di Paolo Scotti -
Per anni è stato solo il cantante dei sentimenti. Delle magliette fini, dei
piccoli grandi amori. Una vena tanto melodica e carezzevole da mandare in
sollucchero i fan, quanto in bestia i detrattori. Ma da qualche tempo Claudio
Baglioni s'è scoperto diverso: «Ho 55 anni - considera lui -. Un'età in cui si
comincia a pensare che, venuto il momento di abbandonare questo mondo,
bisognerebbe lasciarlo un po' meglio di come lo si è trovato». Il ripensamento
sociale del cantautore romantico si chiama O' Scià: un festival piccolo e
prestigioso, che già da quattro edizioni Baglioni ha voluto ambientare in un
posto impossibile, lontano dai circuiti convenzionali e quasi dalla vita civile,
come l'isola di Lampedusa. «L'idea era quella di convogliare l'attenzione su
questo angolo di mondo, il lembo d'Europa più a Sud che esista, per ricordare a
tutti il dramma quotidiano che vi si svolge - quello dell'immigrazione
clandestina - e, assieme, per offrire l'occasione a uomini e artisti diversi di
conoscersi fra loro; di rompere attraverso la musica la reciproca diffidenza».
Suggestiva la cornice (la bianca spiaggia di Guitgia), ragguardevole il cast
(assieme a Baglioni si esibiranno, fra gli altri, Khaled, Baccini, Bertè,
Cocciante, Di Michele, Fogli, Finizio, Mango, Ranieri, Raf, Tatangelo, Zarrillo),
altisonanti le referenze (oltre il Presidente della Repubblica e quello del
Consiglio, anche il Commissariato Onu per i Rifugiati ed Amnesty) per cinque
giorni, il 23, il 26, e dal 28 al 30, di musica e riflessione.
Il bene che O' Scià sta facendo alla nostra isola è straordinario - rivela il
sindaco di Lampedusa, Bruno Siragusa -. Ad esempio, richiamando l'attenzione dei
media sui nostri problemi, ha ottenuto che il nostro centro di prima accoglienza
potesse fornire assistenza professionale. E che il ministro delle
infrastrutture, Di Pietro, promettesse di venire a constatare i nostri guai nel
porto». Entusiasta di O' Scià è Laura Boldrini, del Commissariato Onu per i
Rifugiati: «L'iniziativa di Baglioni umanizza un fenomeno sempre più spietato,
che spesso viene strumentalizzato politicamente. Mentre invece è soprattutto una
terribile tragedia umana». Certo, ne sono passate di note sotto i righi
musicali, da quando l'ex disimpegnato artista venne fischiato a Torino
(ricordate?) per aver «osato» comparire in un concerto di Amnesty International,
accanto a colleghi socialmente superschierati come Sting o Peter Gabriel... «Fu
una mia ingenuità calcare quel palco. Per un decennio m'ero tenuto in disparte.
Ero convinto che un artista dovesse piacere a tutti, e per questo tenere
nascosta la sua fede politica, religiosa, perfino calcistica. Ma poi avevo
capito che era arrivato il momento di fare qualcosa. Magari sbagliando; ma
comunque qualcosa». «E oggi - riflette la Boldrini - occuparsi d'un tema
impopolare come quello dell'immigrazione clandestina, rischia d'essere un
compito molto più scomodo». «In effetti cantare per la lotta contro i tumori è
più facile - osserva lui -. Ma quando ci si espone per temi come questo viene
sempre il sospetto che si compia solo un'operazione di marketing.
D'altra parte meglio fare, piuttosto che non far nulla». Riguardo i colleghi che
molto prima di lui si fecero portavoce di battaglie civili, «ogni tanto qualcuno
di loro mi diceva: “mi sono stufato. Ho fatto i soldi e non posso comperarmi
nulla, perché sono un cantante politico”. Ora le cose sono cambiate. E gli
artisti impegnati di allora hanno barche lunghe quaranta metri».
Il Gazzettino 16 Set.
di Giò Alajmo
Claudio Baglioni ha presentato ieri a
Roma la quarta edizione di "O-scià", il Festival-laboratorio che
porterà anche quest'anno una trentina di artisti sulla spiaggia della Guitgia a
Lampedusa per tre giorni di spettacolo serale e per una serie di iniziative
mirate a catalizzare l'attenzione sul popolo migrante che in piccoli gruppi
affronta le tempeste e talvolta la morte per sbarcare sulle cosete dell'isola in
cerca di un futuro.
Baglioni è andato fino a Bruxelles, a tenere un concerto, mercoledì scorso,
nell'emiciclo che orspita i parlamentari europei, non «a dare risposte, che non
ho, ma a porre domande», spiega.
«Credo sia andata molto bene. Il concerto è durato due ore nella sala piena di
europarlamentari e ospiti a vario titolo, e credo di essere riuscito a dargli
dei contenuti. Mi sembrava utile che in questo enorme castello delle distanze si
cominciasse a parlare anmche di un'Europa civile e sociale e non solo di quella
economica».
Al suo prossimo Festival "O-Scià" a Lampedusa hanno promesso di intervenire
tanto il presidente del Senato Marini quanto il presidente dell'Unione Europea.
Intanto fra i brani del concerto Baglioni ha inserito "Tieniamente", scritta
dopo la strage di studenti in piazza Tien An-men.«L'avevo ripresa a Ventotene al
concerto per quattro pianoforti con Rea, Piovani e Bacalov. Non mi sembrava male
rifarla ora che tutti i nostri politici sono in Cina».
Ci si sente francamente un po' assediati, ma in fondo a Lampedusa arrivano ogni
anno un terzo di clandestini in meno che alle Canarie. In Spagna che dicono?
«Ci sono quei provvedimenti un po' forzati di Zapatero, ma è quasi naturale che
nasca una sorta di autodifesa da un fenomeno che non si controlla e che tutti
sperano si esaurisca, che venga metabolizzato. Ma quello degli sbarchi via acqua
è solo una piccola parte del fenomeno, quella più evidente. Altri arrivano da
altre frontiere, e finiscono per lavorare in nero alimentando vari reati,
dall'evasione fiscale, ad altri connessi. Ma è solo uno degli aspetti della
malattia del mondo. Al dramma dei morti si agiunge la paura e l'insoddisfazione
di chi è toccato da vicino dal fenomeno e la paura di quanti sono informati dai
media in maniera superficiale. Alla fine è uno scontro fra due paure».
Stai registrando nei tempi morti il nuovo album. Si parla di un progetto di
cover. Cos'è? "Anima mia 2 la vendetta"?
«Non proprio - ride Claudio - è una cosa cominciata un po' per gioco, a
Macerata, andando sull'onda dei ricordi, facendo cose anni '60. Poi in sala di
registrazione abbiamo cominciato a mettere giù questi pezzi e siamo arrivati a
29, una scelta sentimentale, fatta di canzoni che mi hanno entusiasmato e che
sento vicine, tutte italiane. È via via abbiamo scoperto che si poteva passare
con coerenza da Zambrini, che scriveva per Morandi, a Tenco, Endrigo, e che
questa era l'ultima era della canzone "riconoscibile". Ora non so cosa farne.
C'è Bacalov che mi ha riscritto due versioni sinfoniche di "Canzone per te",
Lombardi che ha registrato a Praga con l'orchestra sinfonica... ho due brani
della Caselli, "Insieme a te non ci sto più" scritta da Conte, un altro di
Soffici, devo scegliere cosa mettere nell'album e cosa no».
Magari le provi in tour...
«Non lo so. Può essere. Il tour dovrebbe essere piuttosto un greatest hits,
recuperando anche le sonorità e gli arrangiamenti di un tempo». La partenza è il
29 ottobre da Rieti. Il 4 e 5 dicembre sarà a Verona e il 9 e 10 al Palaverde di
Villorba.
Tornando a "O scià". Siamo al quarto anno. Che succederà?
«La faremo dal 28 al 30 settembre, ma prima ci saranno due giorni di gioco, il
23 con una storia del musical italiano fatta da Pino Insegno e il 26 una grande
festa da ballo in piazza con la mitica Orchestra Casadei e poi i tre giorni
consueti con Khaled, Panariello, Cocciante, Ranieri, Minghi, Zarrillo, Neri
Marcorè, Cochi e Renato, Loredana Bertè, Raf, Renga, Tatangelo, Baccini,
Mammucari, Nada, Vallesi, Nair, Aida Satta Flores, Grazia Di Michele, Luisa
Corna, Fichi d'india, Neri per caso, Finizio, Pago, Panceri, Alan Sorrenti e
altri. Una trentina di artisti di ogni genere che mescoleranno le carte sera
dopo sera. Giorgio Panariello dice che è un mese che sta preparando una cosa.
Sono molto preoccupato».
Il sindaco di Lampedusa non ha apprezzato la marcia su Lampedusa dei sindacati.
Preferisce i concerti in spiaggia?
«So solo che mi ha detto che non era stato informato nè convocato al dibattito.
Però io penso che ci sia bisogno di ogni iniziativa utile. Alla nostra saranno
presenti Amnesty International che ha aperto una campagna sui "bambini
invisibili" dei centri di accoglienza e l'ufficio delle Nazioni Unite per i
rifugiati».
Per O-scià hai ricevuto critiche da destra e da sinistra...
«Quando si finisce per spiacere a tutti forse vuol dire che si è indipendenti
davvero, non tanto sopra quanto fuori dalle parti. Ci terrei a conservare questa
indipendenza. Ho avuto il patrocinio del governo Berlusconi e del presidente
Ciampi e ce l'ho di quello di Prodi e del presidente Napolitano».
Maligni dicono che il tuo impegno a Lampedusa è perchè si chiuda un occhio sulla
tua casa in odore di abusivismo...
«Ho visto dire e scrivere molte bugie - ci scherza su Baglioni - intanto perchè
la casa non è mia anche se vorrei abitarla perchè mi piacerebbe stare in una
zona di confine, poi perchè non è vero. Si tratta di cose già legittimate in
passato dalla sovrintendenza. Mi sono laureato studiando il recupero della
bellezza, sarebbe una bella incoerenza».
Non trovi curioso il fatto che il vecchio cantore romantico considerato
democristiano e papalino si ritrovi una bandiera d'impegno in mano, e che i
cantautori bellicosi degli anni '70 siano quasi spariti?
«È la vita, non ci facciamo mancare niente. Io sempre pensato che l'impegno
degli artisti non fosse solo nei contenuti di ciò che fanno, ma anche in quello
che fanno nella vita quotidiana. Ci sono stati artisti visionari che non hanno
mai scritto una sola parola politica, ma sono stati fondamentali per la cultura.
Vedo anche che molti barricaderi di una volta se ne vanno oggi in vacanza su
lunghe barche... Io non sono nè un pasionario nè altro. Pensavo che dopo gli
anni '90 mi sarei tirato fuori dalla congrega come Battisti o Mina, poi ho
capito che il mio vero successo era incontrare il mondo».
kataweb 15 Set.
Claudio Baglioni - O'Scià - Respiro
ai diritti umani
A Lampedusa il 28, 29 e 30 settembre, tre serate di musica e
ospiti per non chiudere gli occhi. Mai.
di Katia Riccardi
E' un festival scalzo, O'Scià!, isolato dagli altri festival e isolano. E' nato
e vive a Lampedusa dove può cantare a voce alta, senza disturbare i vicini. Che
arrivano, devono arrivare, numerosi a fare il coro. "O'Scià! vuol dire respiro
in dialetto, ma è anche l'acronimo di Odori, Suoni, Colori di Isole d'Altomare"
ha spiegato Claudio Baglioni, il suo ideatore. Che prima si è innamorato
dell'isola e del suo mare, poi ne ha visto le ferite e alla fine ha deciso di
intervenire, cantando e facendo cantare. Nel tentativo di attirare con suoni e
rumore, l'attenzione di quanti più possibile sui sui diritti umani, quelli degli
immigrati clandestini e quelli degli abitanti di Lampedusa. "Perché non prevalga
questa assurda lotta fra due paure contrapposte - ha detto Baglioni che è appena
rientrato da Bruxelles dove ha suonato all'Europarlamento per sensibilizzare sul
tema istituzioni, mondo politico e opinione pubblica europea -, la nostra paura
di perdere il benessere acquisito e quella degli altri di non arrivare nemmeno
all'antipasto dello stesso benessere". Tre giorni di note dunque - il 28, 29 e
30 settembre - aperte a tutti. Consigliate a tutti. "Per noi l'importante è
l'accoglienza, che inizia nel momento stesso in cui gli ospiti atterrano qui -
ha detto ancora il cantante romano -. Perché è un tipo di atmosfera che vogliamo
raggiungere. Che sia spontanea, umana, lontana da schemi di divismo che
circondano troppo spesso altri generi di manifestazioni"
"L'immigrazione clandestina - ha spiegato Baglioni - è un problema europeo e
richiede una risposta europea. Lampedusa è un quartiere di Bruxelles, forse tra
i più disagiati dell'intera Unione. Ma lì vivono cittadini europei come tutti
gli altri. Cittadini che dovrebbero godere degli stessi diritti di chi vive in
qualunque altro piccolo o grande comune d'Europa. Perché il diritto non si
misura in chilometri e non diminuisce con l'aumentare della distanza che ci
separa dal cuore delle nostre Istituzioni". Alla conferenza stampa di
presentazione era presente anche il sindaco delle Pelagi, Bruno Siracusa, che ha
ringraziato, sincero, tutti. I presenti, gli artisti, chiunque abbia fatto
qualcosa per portare attenzione sulla sua isola meravigliosa e disagiata. "Le
donne non possono partorire qui, devono prendere la nave. E le navi non arrivano
sempre. Qui invece arrivano i clandestini e qui, troppo spesso, ci arrivano
morti". Soprattutto il sindaco ha ringraziato Baglioni, Claudio, un amico ormai.
Un uomo che, se negli anni Settanta era considerato un artista non impegnato,
oggi quel marchio l'ha buttato via, lontano, oltre "Ho sempre pensato che un
artista dovesse essere libero - ha concluso Baglioni -. E che l'arte fosse
libera. Ci tengo però che anche O'Scià! resti sopra le parti. Trattiamo un
argomento scomodo come quello dell'immigrazione. Ma è difficile restare
indifferenti e vale la pena schierarsi, se vuol dire schierarsi dalla parte
delle buone idee".
E a schierarsi questa volta sono stati in tanti. Amnesty International:
"Lampedusa deve essere famosa in Europa e nel mondo per le sue bellezze e non
per essere citata nei ricorsi alla Corte europea dei diritti umani, deve essere
un luogo che i difensori dei diritti umani possano considerare un esempio. Siamo
convinti che Claudio Baglioni possa essere il miglior portavoce di questo
progetto". Ma non solo. A sostegno di O'Scià! anche L'Alto Commissariato delle
Nazioni Unite per i Rifugiati che lavora all'interno del centro di primo
soccorso e smistamento di Lampedusa dallo scorso marzo e fornisce informazioni
sul diritto d'asilo e assistenza. E ancora l'Alto Patronato della Presidenza
della Repubblica, il Patrocinio di Senato della Repubblica, Camera dei Deputati,
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli Affari Esteri, Ministero
per i Beni e le Attività Culturali, Ministero della Giustizia, Ministro delle
Politiche Giovanili e le Attività Sportive, Regione Siciliana, Comune di
Lampedusa e Linosa.
Sulla spiaggia della Guitgia, che vuol dire non a caso approdo, saranno sul
palco insieme a Claudio Baglioni, oltre a Fabrizio Frizzi nelle vesti di
ospite-conduttore anche: Francesco Baccini, Loredana Bertè, Riccardo Cocciante,
Cochi e Renato, Luisa Corna, Grazia Di Michele, Khaled, Fichi D'India, Gigi
Finizio, Riccardo Fogli, Francesco, Teo Mammuccari, Mango, Antoine Michel,
Amedeo Minghi, Nada, Nair, Neffa, Neri Marcorè, Neri per caso, Pablo e Pedro,
Pago, Giorgio Panariello, Gatto Panceri, Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga,
Aida Satta Flores, Alan Sorrenti, Anna Tatangelo, Paolo Vallesi, Michele
Zarrillo. Per cantare insieme, e farsi sentire il più lontano possibile.
Bruxelles 13 Settembre 2006 - Il vento di O'Scia'ha portato le note al Parlamento Europeo
da Famiglia Cristiana
"Voce di chi non ha voce"
di Claudio Baglioni
Vengo senza bandiere, senza colori, senza tessere di partito. Senza pretendere
di suggerire visioni politiche, senza forzature ideologiche, libero da
orientamenti pregiudiziali. Vengo come ambasciatore di domande, non come
possessore di risposte. Vengo a chiedere, non a portare soluzioni. Vengo nel
cuore istituzionale d’Europa -al fianco dell’Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i Rifugiati (UNHCR) e di Amnesty International- per sollecitare
Istituzioni, forze politiche, media e opinione pubblica ad una riflessione
autentica, profonda e non di circostanza su un dramma che riguarda il presente,
ma anche l’equilibrio e lo sviluppo futuro del nostro continente e dell’intera
area del Mediterraneo: il dramma dell’immigrazione clandestina.
“O-scià”(*), UNHCR e Amnesty, non sono qui per porre un problema di solidarietà
o formulare un generico appello alla carità o alla fratellanza. Sono qui per
parlare di diritto, economia, sicurezza. Per chiedere all’Europa di garantire a
tutti –anche ai migranti: minori, donne, uomini- quei diritti universali e
inalienabili che sono propri di ogni uomo, senza esclusioni, né eccezioni; di
concorrere a costruire opportunità di sopravvivenza, lavoro e sviluppo per quei
Paesi dai quali sono più forti le spinte migratorie; di farsi esportatrice di
pace, libertà, sicurezza e stabilità per tutte quelle aree che vivono un
insostenibile e preoccupante deficit di tali valori.
Alle porte dell’Europa che ha tutto e può tutto, bussa chi ha nulla e può nulla.
Lo abbiamo fatto anche noi, quando eravamo poveri e senza prospettiva. E non
esiteremmo a rifarlo se si rendesse di nuovo necessario. A ciò si aggiunge il
fatto che, oggi, la società globalizzata non ammette più oasi verdi, zone
franche o compartimenti stagni. Se, quindi, da un lato c’è l’urgenza di puntare
a rimuovere le cause di quell’immigrazione che è volano di disagi, tensioni e
squilibri, dall’altro c’è bisogno di una legislazione aperta e intelligente,
capace di regolamentare accessi e presenze, tenendo conto anche di precise
lacune ed esigenze delle economie continentali. Da noi la domanda di manodopera
di imprese e famiglie (lavoro domestico, assistenza ad anziani e malati) cresce,
e, con essa, cresce il bisogno di combattere piaghe quali lavoro nero e
sfruttamento di donne e minori.
Perché l’Europa? Perché Lampedusa non è una zattera rocciosa alla fonda in un
tratto di mare più vicino all’Africa che all’Europa. E’ un quartiere di
Bruxelles. Un quartiere periferico, certo, per molti aspetti, forse, tra i più
disagiati dell’intera Unione. Ma lì vivono cittadini europei come tutti gli
altri. Cittadini che dovrebbero godere almeno di pari diritti (visto che non si
può parlare di pari opportunità) rispetto a chi vive a Parigi, Londra, Berlino o
in qualunque altro piccolo o grande comune d’Europa. Perché il diritto non si
misura in chilometri e non diminuisce con l’aumentare della distanza che ci
separa dal cuore delle nostre Istituzioni.
L’immigrazione clandestina è, dunque, un problema europeo ed esige una risposta
europea. “O scià”, UNHCR e Amnesty sono qui per sollecitare tale risposta. Ma
lampedusano ed europeo -nell’intenzione almeno- è anche chi bussano alle nostre
porte nella speranza di trovare ciò che nella sua terra gli è negato: libertà,
pace, salute, lavoro. In una parola: futuro. Non lo chiede formalmente, certo.
Non ne avrebbe il tempo. In nessun caso. Lo chiede di fatto, nel modo più
urgente e drammatico. Abbandona tutto -terra, casa, famiglia, affetti- e impegna
tutto per rischiare la vita in mare aperto, su un relitto sul quale nessuno di
noi metterebbe piede, nemmeno se fosse saldamente ancorato in porto. Cerca di
eludere i controlli e raggiungere, a qualunque costo, l’estrema periferia sud di
Bruxelles: Lampedusa, appunto. Riusciamo a immaginare una domanda più pressante
e definitiva? Non è una semplice richiesta di aiuto. E’ un urlo lacerante, che
risuona dal Mediterraneo al Mare del Nord. Possiamo continuare a fingere di non
udirlo?
E’ singolare che, parlando di clandestini, ci si soffermi sempre sui problemi
costituiti dal loro ingresso e non ci si interroghi mai sulle ragioni del loro
fuggire dai paesi d'origine. Perché? La domanda non è mia. E’ di Papa Benedetto
XVI. L’ha formulata lo scorso ottobre, in occasione della Giornata Mondiale del
Migrante e del Rifugiato. Credo sia la domanda fondamentale. Migrare in queste
condizioni non è una scelta. Al contrario: lo fa chi non ha scelta. In presenza
di un’alternativa, nessuno rischierebbe tanto. Ebbene, l’Europa politica è
chiamata a lavorare per costruire quell’alternativa. Se non per solidarietà, per
necessità. Chiudere le porte non è solo inaccettabile dal punto di vista etico:
è anche tecnicamente impossibile e, per molti aspetti, può risultare addirittura
economicamente controproducente. La cronaca quotidiana lo dimostra. In Europa e
in tutto il mondo. Per questo “O-scià”, UNHCR e Amnesty sono insieme a
Bruxelles, per chiedere politiche illuminate e lungimiranti in grado di
ristabilire il diritto, garantire pari dignità e pari opportunità a chi c’è e a
chi arriva e costruire le condizioni politiche, sociali ed economiche per le
quali migrare torni a essere un’opportunità e non una scelta di sopravvivenza.
Un compito difficile, certo, ma –come la storia dimostra- non impossibile. Anche
perché, quando la causa è alta, l’uomo si scopre capace di coprire qualunque
distanza. Claudio
radiowebitalia.it 15 Set.
“Emozione europea” con
Baglioni in Parlamento per l'immigrazione
15/09/2006
- Bruxelles - Aveva promesso “una grande emozione” Lilli Gruber inoltrando gli
inviti al concerto di Claudio Baglioni nell’Emiciclo del Parlamento europeo,
“un’iniziativa insolita, ma estremamente importante per la sensibilizzazione ai
tanti problemi dell’immigrazione, soprattutto clandestina, e per avvicinare i
cittadini all’Europarlamento”. E la promessa è stata largamente mantenuta.
“Sono emozionato… Erano anni che non potevo dire - se non mentendo - sono
emozionato”, sono state infatti le prime parole che Claudio Baglioni ha rivolto
ad un’Aula della Plenaria al gran completo come non mai, la bandiera blu a
dodici stelle, vigile, alle sue spalle.
“Claudio, che ha avviato sull’isola di Lampedusa la tregiorni ‘O’scià’, è ben
noto per il suo impegno su questo tema riguardo al quale oramai nessuno può più
far finta di niente”, ha proseguito la deputata promotrice dell’iniziativa
insieme al collega francese Jean-Marie Cavada, che ha elogiato il cantante
italiano “per aver superato le frontiere nazionali ed aver varcato quelle
dell’Europa con l’intento di attirare l’emozione della gente su questa
tragedia”. Una tragedia che si compie da anni, e continua a compiersi, sulle
coste della Sicilia, di Malta, della Spagna, particolarmente durante l’estate.
“Quest’anno, mentre noi tutti eravamo sulla spiaggia a goderci le vacanze, sono
morte almeno 3000 persone che cercavano di sbarcare sulle nostre coste”, ha
riferito il vicepresidente della Commissione Franco Frattini - che ha
patrocinato l'iniziativa, insieme a Pialuisa Bianco, direttore dell'Istituto
italiano di Cultura - e ne ha ringraziato Baglioni, “con la cui poesia e musica
molti di noi sono cresciuti”.
“E' bello che non si voglia spegnere la luce su questa febbre di un mondo
terrorizzato dal fatto di non arrivare ad una esistenza decente”, aveva
dichiarato Claudio incontrando un'ora prima i giornalisti. "Il Parlamento
europeo è il palcoscenico dove si può sognare di far passare una grande utopia,
quella che un giorno non tanto lontano gli uomini possano viaggiare in un mondo
sufficientemente parificato nelle aspettative di vita". Gli esseri umani hanno
diritto a raggiungere la felicità. Per far questo, non si può stare soli,
bisogna unirsi, essere solidali. “E poichè, come diceva Vinicio De Morales, 'la
vita è l'arte dell'incontro', noi ci incontriamo a Lampedusa con 'O'scià'”.
“O'scià” è una 'tregiorni' di festa che si tiene, oramai da quattro anni,
nell'isola siciliana alla fine di settembre, promossa dal cantante romano ma con
la partecipazione di tanti altri artisti, italiani e stranieri. “Un modo per
incontrarsi perché purtroppo non lo si è ancora imparato a fare su questa
terra”.
In dialetto lampedusano “O'scià” significa “fiato mio”, “la più bella cosa che
si possa dire a qualcuno a cui vogliamo bene. Ed ogni uomo è un fiato, la cosa
più importante della vita”.
“Quelli come me - ha proseguito Claudio - che fanno il mio mestiere, già
fortunati di per sè, sono solo i 'trombettieri' di questo esercito che lotta per
il miglioramento del mondo, come i parlamentari europei. Noi diamo solo la
carica.
Il vero impegno di un artista non è solo nei contenuti del proprio lavoro ma
nelle attività ulteriori della propria esistenza, soprattutto quelle condotte
per essere utili alle sorti di coloro che sono sottoposti a mille angherie, o
coloro che abitano nei posti di frontiera e ne prendono il peggio. Come a
Lampedusa”.
E finalmente, dopo tante dichiarazioni, il “Parlamento” è diventato un
“cantamento” (parola di Claudio!!!). Subito risuonano dal pianoforte le note
dell'inno europeo, l’”Inno alla gioia” di Beethoven, “Avrai” (perchè ogni essere
umano merita qualcosa in più), “Poster”. Poi, alla chitarra, “Un mondo a forma
di te”, “Io dal mare”, (tutti noi veniamo un po' dal mare, come i disperati sui
barconi). Ed ancora “Tienammen” (“la memoria, che qualcuno tenta di toglierci, è
importante), “Va'”, in inglese, "Nel sole nel sale nel sud" perchè tutto il
mondo ha il suo meridione), "Ninna nanna", "Pace", l'inno delle Olimpiadi di
Torino 2006.
Un Baglioni “giovane” - sembra che per il suo animo gli anni non passino - si
intrattiene con un pubblico di ben 1500 persone. Semplice nei modi e profondo
nei contenuti, colto, un'autoironia sottile ed elegante, una comunicativa
sperimentata da chi scrive anche durante le prove (che straordinario privilegio,
che emozione anticipata!). Fiore all'occhiello di un panorama musicale nostrano
che non sempre fa rima con impegno sociale, cultura e “proprietà di linguaggio”.
Con “Tu come stai” in francese la prima standing ovation. Gli europarlamentari,
il commissario Frattini, il sindaco di Lampedusa, tutti sono in piedi,
applaudono: l'emozione non si può più contenere.
“Tutti qui” in spagnolo, “La vita è adesso” e... “Questo piccolo grande amore”:
un boato in Plenaria!!! Ed il primo coro, che prosegue con “Amore bello”, “E
tu”, “Sabato pomeriggio”, “Volare” di Mimmo Modugno (E' la canzone con la quale
concludiamo 'O'scià'), “Mille giorni di te e di me”.
Il saluto - dopo un'ora e mezza di concerto senza pausa - non poteva non essere
con “Strada facendo”. Pezzi di umanità per far qualcosa per l'umanità, anche con
la musica. Perchè “un uomo non è un'isola" e "ogni respiro è un uomo”.
Il Gazzettino 14 Set.
Baglioni al Parlamento di
Bruxelles-Claudio le canta all'Europa
Il Parlamento europeo trasformato in "cantamento", e mille e cinquecento persone
riunite nell'emiciclo della casa dei cittadini europei per ascoltare la voce di
Claudio Baglioni. Si presentava così ieri sera la sala dove normalmente si
discutono le norme UE, e che ha ospitato, per la seconda volta dalla sua
inaugurazione nel 1995, un evento musicale.
Undici anni fa fu Herbert von Karajan, ieri è stata la musica leggera italiana a
essere protagonista. Il motivo per cui Baglioni è stato invitato a cantare a
Bruxelles però non è affatto leggero: il cantante romano è portabandiera dei
gravi problemi legati all'immigrazione, fenomeno che è in testa all'agenda delle
priorità politiche dell'Unione europea.
La sua iniziativa "O scià" - che da quattro anni porta sull'isola di Lampedusa
cantanti italiani e non - ha l'obiettivo di puntare i riflettori dei media e le
coscienze dei cittadini sui problemi che quest'isola in mezzo al Mediterraneo
sta affrontando da quando l'immigrazione clandestina è diventato un fenomeno di
grandi drammaticità e urgenza.
Estate 2006: diecimila immigrati africani sono sbarcati illegalmente in Italia a
Lampedusa. Molti altri sono morti durante la traversata della speranza. La
criminalità organizzata sfrutta e approfitta di questo fenomeno.
«Il problema dell'immigrazione, di questi viaggi disperati di persone che
gettano nel mare le loro ultime speranze, è uno dei problemi più gravi che
l'umanità sta attraversando», ha detto Baglioni ai numerosi giornalisti italiani
e stranieri che hanno presenziato alla conferenza stampa prima del concerto.
«C'è però ancora un grande problema culturale che dobbiamo superare - ha
continuato Baglioni - perché dobbiamo capire che il nostro prossimo non è una
persona diversa e lontana, ma è colui che stiamo per incontrare». Il tema
dell'incontro è alla base dell'iniziativa "O Scià" (un saluto che in dialetto di
Lampedusa vuol dire "mio respiro"): come ha specificato il cantautore, citando
Vinicio de Moraes, «la vita è l'arte dell'incontro, e Lampedusa è l'isola
dell'incontro». Fare riflettere sul fenomeno immigrazione in una delle sue
declinazioni più attuali serve, secondo l'artista, a fare capire che gli
infelici stanno sulle due sponde del mare che li divide: chi è disperato e cerca
una via migliore, e chi soffre per questo fenomeno, come i lampedusani. L'isola,
che ha sempre vissuto di turismo, è stata abbandonata sia dai villeggianti, sia
dallo Stato italiano, come lo stesso Baglioni sottolinea. «Vorrei essere utile
non solo per chi emigra - ha detto Baglioni - ma anche per chi abita nei posti
di frontiera, come la gente di Lampedusa e non solo».
La scaletta del concerto ha incluso sia grandi successi storici come "Poster" o
"Strada facendo", sia canzoni più impegnate come "Pace" o "Tienanmen". L'impegno
per Baglioni però non passa soltanto attraverso i contenuti delle canzoni, ma
per quanto si fa nel resto delle propria vita: «Classificare gli artisti come
più o meno impegnati è cosa degli anni '70», facendo presente che «noi cantanti
siamo come i trombettieri, che suonano la carica» mentre i soldati sono la gente
comune.Matteo Manzonetto
Il Gazzettino 14 Set.
Frattini: in un'estate morti tremila
clandestini
BRUXELLES - Nell'estate che si sta chiudendo sono morte «probabilmente tremila
persone» tra coloro che cercavano di arrivare da clandestini alle coste europee.
Lo ha affermato il vicepresidente della Commissione Ue Franco Frattini. Si
tratta, ha osservato Frattini a margine della presentazione del concerto che
Claudio Baglioni terrà Bruxelles, di più del doppio delle vittime della altra
«grande tragedia» di questi mesi estivi, e cioè della guerra in Libano. «Il
concerto - ha affermato Frattini - è un richiamo forte all'Europa per ricordare
ancora una volta il dramma quotidiano della disperazione di coloro che cercano
una vita migliore. È su questo terreno - ha sottolineato il vicepresidente della
Commissione Ue - che si misura «la capacità dell'Europa di essere davvero attore
sulla scena internazionale».
Corriere Adriatico 14 Set.
Claudio Baglioni per l'immigrazione
BRUXELLES - "Erano anni che non dicevo "sono emozionato", perchè ormai in questo
mestiere ho fatto un po' il callo. Ma sicuramente questa non è una sede
ordinaria e diventa straordinaria per la questione che stiamo affrontando". Così
Claudio Baglioni ha definito le sue sensazioni ieri prima dell'inizio del
concerto nell'emiciclo del Parlamento europeo per sensibilizzare le istituzioni
europee e l'opinione pubblica sulla dramma dell'immigrazione clandestina.
Il concerto è stato organizzato da Lilli Gruber, relatrice all'Europarlamento
per i temi riguardanti il piano d'azione sull'immigrazione legale, insieme al
presidente della commissione Libertà civili, il liberaldemocratico francese Jean
Marie Cavada. Baglioni è impegnato da anni su questi temi e dal 2003 ha lanciato
un evento-esperimento musicale, 'O' Scià", che si tiene annualmente a Lampedusa.
Baglioni, in una conferenza stampa, ha spiegato come la musica e gli artisti
possano avere un ruolo per "incontrarsi perchè attraverso la conoscenza delle
differenze si possano superare le diffidenze". "Qui - ha aggiunto - c'è un
ideale esercito non violento e in mezzo a tanti soldati servono anche dei
trombettieri".
ADUC 14 Set.
Ue. Baglioni all'Europarlamento canta
il dramma degli immigrati
Il dramma quotidiano degli immigrati clandestini che approdano a Lampedusa è "un
sintomo, una febbre, di una malattia molto più grande, una grande tragedia dei
nostri giorni su cui noi vogliamo che non sia spenta la luce". Così il popolare
cantante Claudio Baglioni ha illustrato, con una conferenza stampa ieri a
Bruxelles, le motivazioni del suo impegno, vecchio ormai di quattro anni, per
sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema dell'immigrazione clandestina,
sulle tragedie umane che comporta, sulla situazione difficile in cui si trovano
gli avamposti dell'Europa, come le Canarie, Malta e la stessa Lampedusa, nel
sostenere quasi da soli l'impatto di questo fenomeno epocale, senza che l'Ue sia
ancora capace di farsene carico. Un impegno che culmina stasera con il concerto
nell'emiciclo del Parlamento europeo a Bruxelles, organizzato per iniziativa
dell'eurodeputata Lilli Gruber (indipendente Pse).
Baglioni ha definito sé stesso "trombettiere di un esercito non violento".
Rispondendo a un cronista, ha detto di credere che la legge Bossi-Fini
sull'immigrazione illegale "abbia bisogno di un aggiornamento, di una
correzione", lamentando anche che non ci sia in Italia "neanche una legge chiara
sul diritto d'asilo". Ci sono poi, ha aggiunto il cantante, "altri buchi che
vanno riempiti". Ma, ha osservato, "non vorrei che il problema diventasse solo
di difesa da chi arriva, con nuove barriere da erigere e nuovi fossati da
scavare". In Italia, ha concluso, sulla questione dell'immigrazione clandestina
"c'è troppa logica di schieramento".
Si tratta, invece, di un problema di tutti, che non solo in Italia, ma in tutta
Europa dovrebbe essere tolto dall'agone politico dei fronti contrapposti di
destra e di sinistra, secondo il presidente della commissione Libertà pubbliche
dell'Europarlamento, il francese Jean-Marie Cavada, presente alla conferenza
stampa. Proprio per il fatto che "è utile a livello elettorale", questo tema
viene gelosamente mantenuto fra le competenze nazionali degli Stati membri,
mentre, ha sottolineato Cavada, sarebbe necessario delegare all'Europa una parte
delle decisioni in materia, almeno nei settori del governo dell'immigrazione
illegale e della guardia costiera, come chiede, finora inascoltata, la
Commissione Ue.
"Bisogna che i paesi europei dichiarino lo stato di urgenza per l'immigrazione,
e decidano una pausa nella lotta politica interna su questo tema, che appartiene
alla politica internazionale, e non alla politica interna", ha concluso Cavada.
da tgcom 13 Set.
Baglioni, concerto a Europarlamento
Live dedicato al problema clandestini
Claudio Baglioni si esibisce oggi da un palco insolito, quello
dell'Europarlamento di Bruxelles, in un "live" dedicato al problema
dell'immigrazione clandestina. Il cantautore, che canterà anche al festival "O'
scia" a Lampedusa, dal 28 al 30 settembre è sensibile da tempo alla tematica.
"Perché l'Europa? - si chiede Baglioni, - perché Lampedusa è un quartiere di
Bruxelles".
Il concerto di Baglioni segue di qualche mese quello del colombiano Juanes
contro le mine anti-uomo. Sarà un live organizzato dal Lilli Gruber, insieme al
presidente della commissione Libertà civili, il francese Cavada.
Durante l'esibizione Baglioni pronuncerà anche un intervento, che sarà
pubblicato da Famiglia Cristiana, per "sollecitare istituzioni, forze politiche,
media e opinione pubblica a una riflessione autentica, profonda e non di
circostanza su un dramma che riguarda il presente, ma anche l'equilibrio e lo
sviluppo futuro del nostro continente e dell'intera area del Mediterraneo: il
dramma dell'immigrazione clandestina".
La presenza di Baglioni all'Europarlamento è stata richiesta "per chiedere
all'Europa di garantire a tutti - anche ai migranti: minori quasi sempre
invisibili, donne, uomini - quei diritti universali e inalienabili che sono
propri di ogni uomo, senza esclusioni, nè eccezioni.
"Perché l'Europa? - è la domanda che si pone il cantautore - Perché Lampedusa
non é una zattera rocciosa alla fonda in un tratto di mare più vicino all'Africa
che all'Europa. E' un quartiere di Bruxelles". "Quindi O' Scia" - ha detto -
"sarà in grado di ristabilire il diritto, garantire pari dignità e pari
opportunità a chi c'é e a chi arriva e costruire le condizioni politiche,
sociali ed economiche per le quali migrare torni a essere un'opportunità e non
una scelta obbligata per la sopravvivenza".
Lampedusa - aspettando O'Scia'
Claudio Baglioni
Claudio Baglioni al Corriere della sera 24/08/2006
(
http://www.patapan.it/patapanpass/images/Articolo_Corsera.pdf )
Il caso
Baglioni replica al «Secolo»: la
tre giorni di musica a Lampedusa è un modo per sensibilizzare la politica
La polemica, come il sale, dà sapore. Ma un piatto di solo sale sarebbe
immangiabile. In politica, però, sempre più spesso accade. Tempo prezioso si
spreca a battibeccare. Mentre il cronometro della storia corre avanti. E i
problemi si fanno ingovernabili. L'immigrazione clandestina è uno di questi. Un
dramma per i Continenti della disperazione, i cui figli, cercando un senso alla
parola «futuro», a rischio della vita, approdano sulle coste dell'occidente
ricco. Un dramma per noi. Se non saremo capaci di politiche illuminate, dovremo
affrontare gli squilibri e le tensioni, creati da una insostenibile pressione
migratoria. Un dramma, dunque, non solo africano. E che richiede una risposta
europea.
Non sono un politico, non sono un economista, non sono uomo di governo. Sono un
musicista. Non spetta a me individuare certe soluzioni. Non ne ho gli strumenti,
né il ruolo. Quello che posso fare - e faccio - è sollecitare una riflessione,
sottolineare un'urgenza, richiamare a una assunzione di responsabilità.
Per questo, da quattro anni organizzo una manifestazione che si chiama «O-scià».
Tre serate, gratuite e aperte a tutti, di musica dal vivo sulla spiaggia della
Guitgia a Lampedusa. L'obiettivo è semplice e non accetta censure: invitare
Istituzioni, forze politiche, media e opinione pubblica a non trascurare
l'emergenza immigrazione clandestina e a unire intelligenze ed energie per
individuare ipotesi di soluzione. Non rappresento, non sponsorizzo, né propongo
alcuna linea o visione politica. Conosco il disagio di chi vive e il dolore di
chi approda a Lampedusa e, in nome di quel disagio e di quel dolore, chiedo:
cosa si può fare? Un primo risultato è stato ottenuto. Il 13 settembre prossimo,
a Bruxelles, si terrà una conferenza stampa internazionale su questo tema e un
concerto, nell'emiciclo dell'Europarlamento, per sollecitare le Istituzioni
europee a non considerare l'immigrazione clandestina un male necessario e
inevitabile.
Lo faccio senza la protezione di alcuna sigla, senza sventolare alcuna bandiera,
semplicemente in nome del bisogno che questa nostra umanità ha di darsi più
umanità. Mi permetto di sfruttare la visibilità che la mia condizione
privilegiata mi concede per chiedere alla politica di fare ciò per cui è nata:
affrontare e, possibilmente, risolvere i problemi e concorrere a costruire un
mondo migliore. Lo so: l'indipendenza, almeno in politica, non paga. Non c'è
scandalo nemmeno in questo. Non ho mai avuto tessere e non ho mai sbandierato
fedi. Ho scontentato tutti e mi sono esposto agli attacchi di tutti. La mia
«maglietta fina» è stata nera, rossa, bianca e verde a seconda della convenienza
di chi mi giudicava. Fa parte del gioco. Va bene così, anche perché il
persistere di certe valutazioni dimostra che non ho mai abdicato alla mia
coerenza e alla mia libertà di pensiero.
In questa vicenda sto dalla parte dei dimenticati. I lampedusani: da sempre
italiani di serie B, dei quali ci ricordiamo solo durante la dolorosa stagione
degli sbarchi. E il popolo, senza passato e senza futuro, delle carrette del
mare. Mi piacerebbe davvero che, di fronte a un dramma di questa portata, ci
scoprissimo capaci di mettere da parte le divisioni e capaci di unire sforzi,
intelligenze, energie per approdare a soluzioni per una prospettiva migliore.
Per il futuro di chi c'è e per quello di chi arriva. Magari costruendo un mondo
nel quale per sopravvivere non si sia costretti ad abbandonare la propria terra.
E, soprattutto, mi piacerebbe che, almeno una volta, dimostrassimo che, quando
il dito indica la Luna, non siamo tra quelli che si perdono a guardare il dito.
di Claudio Baglioni
Il Giornale 24 Ago.
Fa polemica il
festival di Baglioni
Claudio Baglioni sale sul palco
per sensibilizzare sul tema dell'immigrazione ed è subito polemica. Il cantante
infatti ha annunciato che su invito di Lilli Gruber canterà davanti ai
parlamentari di Bruxelles il prossimo 13 Settembre e il 28, 29, 30 Settembre
sarà impegnato nella quarta edizione del festival O Scià che si tiene proprio a
Lampedusa. Così Giovanni Donzelli presidente nazionale di Azione Universitaria,
il movimento studentesco di Alleanza nazionale, ha lanciato la sua sfida al
cantante: «Al Baglioni demagogico nei panni della versione sfigata di Bob Geldof
e Bono Vox, preferiamo un Beppe Grillo concreto e realista».
- Sindaco Lampedusa difende Baglioni
«Prima di parlare, soprattutto di
temi così delicati, sarebbe bene accertarsi che il cervello sia stato inserito;
accortezza che il presidente nazionale di Azione Universitaria, Giovanni
Donzelli, ha ritenuto di non avere». Così il sindaco di Lampedusa, Bruno
Siragusa, commenta la polemica innescata dal leader del movimento studentesco di
An nei confronti di «O' Scià», il festival-laboratorio ideato e organizzato da
Claudio Baglioni per sensibilizzare sull'emergenza immigrazione clandestina a
Lampedusa. Donzelli aveva dato del demagogo a Baglioni.
- Portavoce di Baglioni, Azione Universitaria non conosce O'Scia'
Roma, 22 ago. (Adnkronos) - ''Sono sorpresa di constatare che nonostante sia
ormai giunta alla sua quarta edizione gli obiettivi della manifestazione 'O'Scia''
risultino ancora sconosciuti ad Azione Universitaria. Infatti la manifestazione
non e' dedicata alla immigrazione bensi' alla sensibilizzazione su questo dramma
per il quale a fianco di Claudio Baglioni si sono impegnati oltre 60 artisti
italiani''. Lo afferma la portavoce di Claudio Baglioni, Dalia Gaberscik,
replicando al presidente di Azione Universitaria, Giovanni Donzelli, che oggi ha
criticato l'iniziativa definendo Baglioni ''demagogico''.
''Una iniziativa che ha finora incontrato l'appoggio dei diversi governi
nazionali e da quest'anno anche il riconoscimento della Unione Europea. Sono
comunque certa che se la manifestazione 'O'Scia'' riuscira' a risvegliare animi
assopiti come quelli dell'Azione Universitaria, dopo aver saputo catalizzare
l'attenzione di tutte le Istituzioni Italiane ed anche Europee, ci sara'
sicuramente piu' attenzione sul problema'', conclude Gaberscik.
Famiglia Cristiana
L’isola dei disperati
Lampedusa è una barca. Bella, ma logora e stanca. Da troppo tempo in balìa delle
correnti d’alto mare. Da troppo lontana da un porto riparato. Sembra impossibile
che resista ancora, tra gli umori instabili di un mare padre e patrigno (che è
tesoro e galera insieme) e un cielo che, promette l’infinito, ma, poi, ti lascia
annaspare in una quotidianità asfissiante e praticamente priva di sbocchi.
Una barca poco più grande di quelle che, con devastante regolarità, scaricano
sulle sue (ma dovremmo dire le nostre) coste i "privilegiati" dei continenti
della disperazione. Privilegiati, perché sono tra i pochissimi che riescono a
lasciarsi alle spalle la loro delirante realtà e bussare, vivi, alle porte della
speranza.
Più barche, un unico mare. Tra tutti il più difficile da navigare:
l’indifferenza. Stesso mare, stesso miraggio: un faro che, finalmente, segnali
un approdo sicuro, dove gettare l’àncora, scendere a terra e ricominciare a
vedere se è vero che la vita può avere un senso.
È ovvio che le condizioni tra chi lotta per un futuro migliore e chi si
accontenterebbe semplicemente di averlo, un futuro, sono profondamente diverse.
Ma il bisogno è lo stesso: che noi ci accorgiamo di loro. Noi che siamo riusciti
a riparare in un porto sicuro da così tanto tempo da aver ormai dimenticato cosa
significhi cercarne uno. E, cosa ancora peggiore, da non avere più molta voglia
di ricordarlo. Lampedusa e le carrette della disperazione condividono
soprattutto questo: l’invisibilità.
Invisibili agli occhi, ai cuori, alle coscienze. Invisibili a tutto tranne che
ai radar delle motovedette e a telecamere che non possono far altro che fare
cronaca della loro disperazione e del nostro disagio. Una cronaca che misura
l’incapacità di chi dovrebbe intervenire per sanare certi osceni squilibri
mondiali e lavorare per costruire "pari opportunità" e prospettive possibili.
Nei continenti della disperazione, prima ancora che da noi.
Claudio Baglioni
**
Di Lampedusa, Claudio Baglioni aveva sentito parlare da sempre, «evocava mondi
lontani, per me era come l’isola che non c’è».
Ma quando ci hai messo piede per la prima volta?
«È successo otto anni fa, eravamo a Palermo io e Fabio Fazio, e anche lui era
curioso come me di visitarla. Detto fatto. Da quel momento me ne sono
innamorato. È un’isola bellissima, i suoi abitanti sono cordiali, e poi
rappresenta l’ultimo lembo d’Italia».
Un’immagine suggestiva ma...
«Lampedusa non è solo una linea (purtroppo non l’unica) che segna il confine tra
possibilità e impossibilità di vivere. È, soprattutto, un laboratorio a cielo
aperto nel quale si sperimenta la capacità (in questo caso, l’incapacità) del
piccolo mondo dei grandi di occuparsi del grande mondo dei piccoli. Non solo.
"Il nostro mondo", come scrive Erri de Luca "poggia sulle spalle dell’altro...
spalle di sconosciuti reggono il nostro peso, obeso in sproporzione di
ricchezze". Se la parola "solidarietà" non uscirà dal vocabolario vago e
inascoltato delle coscienze, per imporsi come categoria vincolante dell’agire
politico, Lampedusa non sarà che uno dei tanti prototipi del mondo al quale
andiamo incontro. Un mondo nel quale sarà presto impossibile governare il
moltiplicarsi e l’inasprirsi di conflittualità, con il rischio di avviare un
incontrollabile e devastante effetto domino».
Quando non è stagione turistica, Lampedusa conta circa 5.500 abitanti. In
passato è stata luogo di sosta per Fenici, Greci, Romani e Arabi: oggi è
l’approdo di tanti disperati che cercano un mondo che sperano migliore.
«Sono gli "invisibili"», dice Baglioni, «e sono anche senza voce. O-scià è
esattamente questo: il tentativo di dare fiato (o-scià è il saluto dei
lampedusani e significa, appunto, "fiato mio", "mio respiro") a questa richiesta
di visibilità. Fiato per chi cerca una possibilità di futuro, ma anche per chi
lotta perché la propria, bellissima, terra non venga ricordata unicamente in
quanto teatro degli sbarchi dei clandestini».
Per te ormai da quattro anni a fine settembre (quest’anno dal 28 al 30) è
diventato un luogo per incontrarsi e tentare di fare qualcosa di utile...
«È così: da quattro anni un gruppo, sempre più nutrito, di artisti si ritrova
sulla spiaggia della Guitgia, a Lampedusa, per offrire il proprio fiato, la
propria voce a chi non ha voce. Tre serate, aperte a tutti, di musica dal vivo,
per sensibilizzare istituzioni, politica, media e opinione pubblica su un
problema – che non è soltanto italiano, ma anche europeo – che non consente
rinvii, né divisioni, ma rimanda all’urgenza di individuare politiche in grado
di abbassare subito la febbre e, in prospettiva, trovare la cura alla malattia».
La musica come terapia, dunque?
«La musica, è ovvio, non può dare risposte. Non ne possiede, né spetta a lei
cercarle. Ma, attraverso la musica, O-scià vuole ricordare tre cose semplici, ma
fondamentali. Primo: che "non bisogna spegnere la luce". Non voltiamoci
dall’altra parte. Ma, soprattutto, non "abituiamoci" mai a convivere con una
piaga come quella dell’immigrazione clandestina. È impensabile immaginare di
governare il "villaggio globale" con i compartimenti stagni. Se non altro
perché, ancora una volta, Sansone rischierebbe di fare la stessa fine dei
filistei».
Le altre due cose?
«La seconda è che "capirsi è possibile". L’universalità del linguaggio musicale
dimostra che c’è la possibilità di creare una "lingua" in grado di parlare a
tutti e di essere compresa da tutti. Smettiamo, quindi, di giocare a non
capirci. Sulle grandi questioni, ciò che unisce gli uomini è più di ciò che li
divide. Vale, quindi, senz’altro la pena ritrovare le categorie comuni sulle
quali costruire un nuovo percorso di convivenza. Terzo: "la diversità è un
valore". Cos’altro è l’armonia, se non una delle dimostrazioni più semplici e
allo stesso tempo più elevate dell’importanza della diversità? Che musica si
potrebbe scrivere con una nota sola? E cosa sarebbe la musica senza "polifonia",
vale a dire senza la possibilità di costruire su più voci?».
O-scià non è che questo: «Il fiato di alcuni tra i musicisti e gli artisti più
attenti e sensibili del panorama italiano», continua Claudio, «che si fonde
insieme per dar vita a un vento nuovo. Il vento dell’ascolto, dell’attenzione,
dell’incontro con l’altro, per capire che dividendo non si guadagna ma si perde.
E per riportare nelle nostre coscienze verità da troppo tempo esiliate. E, dato
che di musica leggera si tratta, l’auspicio con cui lavoriamo al varo della
quarta edizione dell’evento è che questa nuova corrente riesca a volare ancora
più in alto e a raggiungere e "corrompere" le coscienze, non solo
geograficamente ma anche culturalmente più lontane».
Insomma l’isola non come luogo della differenza ma dell’incontro, dove
riflettere che la razza umana è una sola. Come diceva Vinicius de Morales «la
vita è l’arte dell’incontro».
Gigi Vesigna
La Sicilia.it 13 Mag.
Dall'assessore Michele Cimino
Proposto al cantante di trasformare
«O Scià» in evento regionale
E’ tutto pronto per il prossimo O Scià, il mega concerto settembrino
organizzato a Lampedusa dal cantante Claudio Baglioni.
E’ ormai arrivato al suo quarto anno, l’evento che sta prendendo sempre di più i
connotati da manifestazione internazionale. Nato da una idea del cantaurore
romano, ha finora coinvolto decine e decine di artisti di fama internazionale,
che hanno preso parte alle serate organizzate nella splendida spiaggia della
Guitgia a Lampedusa.
Ieri mattina però, a Claudio Baglioni, è stata lanciata una proposta che ha
lasciato l’artista perplesso ma al contempo affascinato. L’assessore regionale
alla presidenza Michele Cimino, che è di Porto Empedocle, ha proposto a Baglioni,
la possibilità di potere organizzare l’evento O Scià (che in lampedusano vuol
dire «fiato», nel senso di vita mia), non solamente a Lampedusa ma in tutta la
Sicilia. Cimino, ha anche segnalato a Baglioni che esiste un’altro luogo, della
Sicilia dove il fenomeno della immigrazione clandestina è forte ed è
direttamente collegato a Lampedusa: Porto Empedocle.
O Scià quindi potrebbe essere organizzato anche nella cittadina empedoclina, che
è anche il primo importante centro, dove gli immigrati arrivano direttamente da
Lampedusa.
Li potrebbero arrivare le migliaia di persone che non riescono per vari motivi
economici e organizzativi, a partecipare all’apprezzata kermesse musicale che è
già diventata cult.
Baglioni, oltre ad essere rimasto meravigliato dalla richiesta del giovane
politico siciliano, non ha dato una risposta immediata ma, ha dato ad intendere
che, è da prendere in considerazione. Chi conosce Baglioni, sa anche che
l’artista è un uomo pratico e dal momento che O’ Scià, nasce dall’esigenza
personale dell’artista, per potere lanciare un messaggio di sensibilizzazione
nel resto dell’Italia e dell’Europa, che riguarda il fenomeno della immigrazione
clandestina, è verosimilmente logico che, potrebbe accettare.Elio Desiderio
La Sicilia.it 23 Apr. (Il
link per una bella pagina da stampare)
«Se io fossi sindaco di Lampedusa»
Claudio Baglioni parla del suo amore per l’Isola, del problema
dell’immigrazione e di cosa farebbe se...
LORENZO ROSSO
«Arrivare sull’Isola significa tornare a casa; ritrovare se stessi e il contatto
più vero con gli altri; che in questo posto contano tutti qualcosa!».
Parole di Claudio Baglioni che di quest’Isola d’alto mare conosce praticamente
ogni angolo più nascosto.
Il cantautore romano ormai è divenuto quasi il testimonial di Lampedusa grazie
ai suoi frequenti soggiorni, ma soprattutto per «Oh scia!», il grande evento
musicale che organizza in estate sulla spiaggia della Guitgia e che quest’anno
festeggerà la quarta edizione.
L’abitazione dell’artista a Cala Creta, sempre meta di molti curiosi, è un
tipico dammuso in pietra, battuto dal vento e dove giunge, forte, l’odore del
mare.
«E’ un villino schivo e semplice, proprio come volevo io - spiega il cantautore
a proposito della sua residenza - costruito trentacinque anni fa e mai finito
completamente. Mi sarebbe piaciuto molto poterlo comprare, ma la trattativa con
la proprietà purtroppo, nonostante le mie offerte economiche, non si è mai
conclusa positivamente! ».
Baglioni ha appena trascorso la settimana di Pasqua sull’Isola ed è già pronto,
con le valigie in mano, per tornare agli impegni romani. In questo periodo a
movimentare un po’ (si fa per dire) la vita di Lampedusa c’è stata anche la
denunzia che è stata presentata alla magistratura da un ex consigliere comunale,
per un presunto abuso edilizio in casa Baglioni, a proposito dei lavori di
ristrutturazione di alcuni muretti in pietra, costruiti a secco, per delimitare
i confini del villino.
«Una grande «patacca» - si difende lui. - Premesso che la casa non è mia, ma di
una società immobiliare di Firenze che me l’affitta, in questi giorni ho voluto
controllare di persona le varie autorizzazioni rilasciate dall’Ufficio tecnico
comunale e mi pare che tutto sia perfettamente in regola. In sostanza, quei
muretti stavano cedendo e quindi sono stati buttati giù (dalla proprietà) e
ricostruiti con il medesimo sistema e nel medesimo punto. Qui a Lampedusa, devo
dire che esiste un’interpretazione molto vaga del concetto di «abuso», ma
francamente penso che la vicenda finirà con un nulla di fatto».
-Lei si sente amato dagli isolani?
«Fin dal primo giorno in cui ho messo piede sull’Isola (mi ci portò Fabio Fazio
dopo un mio concerto allo stadio della Favorita di Palermo nel 1998) ho cercato
il rapporto vero con la gente del posto. Nessun divismo, nessuna vacanza
blindata e neppure i consueti travestimenti messi in atto da tanti vip per
cercare di passare inosservati. Io a Lampedusa passeggio normalmente, senza
cappelli o occhiali scuri (tipici di chi non vuol essere riconosciuto).
Saluto tutti e mi fermo a parlare con chiunque. Forse questo mi ha aiutato a
diventare, in un certo senso, uno di loro. All’inizio mi sentivo un po’
intimidito perché la gente mi guardava con sospetto e non sapevo se sarei poi
stato accettato. Ricordavo che qualche illustre predecessore era stato amato, ma
anche molto inviso e questo mi preoccupava un po’. Poi, con il tempo, i problemi
sono scomparsi ».
- E’ vero che trascorre più tempo in barca che sulla terraferma?
«Sono uno che si gode il mare nel vero senso della parola; uno che ogni giorno,
quando può, si fa sette, otto chilometri a nuoto e che ama stare in barca. Fino
a qualche anno fa avevo un piccolo caicco, una vecchia barca a remi e uscivo con
quella. Adesso che non ce l’ho più, esco con chi mi porta. In barca ho scritto
anche alcuni brani, uno in particolare mi è nato all’improvviso, suonando con la
chitarra e cantando sottovoce un pomeriggio mentre gli altri, a bordo, dormivano
sotto il solleone. Ricordo che sono stato ispirato alla vista dello scoglio
della Tabaccara e proprio li è nata la parte centrale della canzone «Tutto in un
abbraccio».
- Se fosse lei il sindaco di Lampedusa, che cosa cambierebbe di quest’Isola?
«Sicuramente come architetto cercherei di mettere un po’ più di ordine nel caos
urbanistico che è stato creato. Intendiamoci: non voglio assolutamente
trasformare Lampedusa in un’isola finta, ma a mio parere sarebbe necessario
iniziare a parlare seriamente di riqualificazione del paesaggio e soprattutto
del colore. A questo proposito mi piacerebbe un giorno ospitare l’architetto
Fucksas o altri come lui, per provare a ripensare all’Isola in un altro modo».
- Che cosa le piace di più di questo posto?
«Camminare la mattina presto. Salire sugli scogli per osservare il sorgere del
sole. Ascoltare il sibilo del vento nelle fenditure delle rocce nella parte nord
e soprattutto la sera, tornando in porto con la barca, ammirare il tramonto con
il sole che si presenta di colore rosso fuoco e il mare che in quei momenti si
trasforma in una immensa tavola piatta».
- Si è mai sentito, qualche volta, fuori posto o a disagio a Lampedusa?
«Sì! E’ stato lo scorso anno. Ero al porto e ho visto l’arrivo di una barcaccia
carica di immigrati, scortata dai mezzi della Marina. Mi sono fermato per un
attimo a guardare, in mezzo ai turisti, per assistere alle operazioni di
recupero di tutta quella povera gente, con occhio indagatore. Poi mi sono un po’
vergognato di fare lo spettatore e ho distolto lo sguardo. Vorrei fare qualcosa
in più per questo fenomeno e ho affidato il problema ad alcuni amici del
Parlamento Europeo. Non bisogna assolutamente lasciare sola quest’isola di
Lampedusa di fronte alle emergenze e alla gravità del problema legato
all’immigrazione clandestina ».
- In questa settimana di vacanza a Lampedusa lei si è detto molto fortunato
perché ha trovato il sole e il bel tempo; si è fatto il primo bagno in mare ed è
perfino riuscito a buttare giù alcuni appunti per il suo nuovo lavoro artistico.
Tra l’altro in questi giorni è anche in classifica con il «cofanetto » dal
titolo «Gli altri. Tutti qui». Quindi pare di capire che l’Isola le porti
proprio bene. Non è che per caso sta partendo un po’ a malincuore…?
«Parto sapendo di ritornare presto. Esattamente tra venti giorni. Tornerò a
Lampedusa perché sto lavorando per preparare una manifestazione a carattere
ecologico con l’Assosub finalizzata a promuovere la conoscenza dei fondali
marini. Come potete notare l’Isola mi ha preso e sembra destinata a non
lasciarmi più!».
Oh Scia! Per il quarto anno sarà riproposto nel mese di settembre e questa volta
si protrarrà per quattro giorni Stessa spiaggia, stesso mare. Ma le novità
dell’edizione 2006 di Oh scia! (in programma nella seconda metà del mese di
settembre a cavallo della Festa della Madonna) sembrano davvero tante.
«A cominciare dal fatto che il concertone anziché tre, durerà quattro giornate -
spiega Claudio Baglioni, che organizza l’evento assieme all’amministrazione
comunale. - Perché vi sarà un giorno dedicato anche al genere musicale e al
teatro, probabilmente con la partecipazione di Pino Insegno e di Paola
Cortellesi».
«Dopo la presenza, lo scorso anno, di Bob Geordof, anche questa quarta edizione
avrà il consueto ospite fisso internazionale - continua Baglioni - oltre alla
presenza di moltissimi artisti che, com’è noto, offrono gratuitamente le loro
prestazioni per contribuire insieme al rilancio di quest’Isola meravigliosa».
«Per avere qualche anticipazione in più, però - spiega il cantautore romano
promotore del concerto gratuito sulla spiaggia della Guitgia - sarà necessario
attendere ancora una quindicina di giorni. Stiamo predisponendo il programma e
abbiamo la necessità di verificare una serie di conferme. Sono comunque previsti
grandi nomi e l’affluenza del pubblico premierà gli sforzi nostri e quelli
dell’amministrazione comunale, impegnata nella buona riuscita dell’evento ».
- Perché organizzare questo concertone proprio a Lampedusa?
«Perché qui è necessario dare un segnale forte - risponde il cantautore -
Quaggiù gli isolani non hanno mai goduto veramente degli interventi dello Stato
e solo da recente, a causa della problematica degli sbarchi di immigrati,
Lampedusa è stata finalmente posta al centro dell’attenzione nazionale. Se non
era per questo motivo, forse l’Isola avrebbe continuato a essere una terra
dimenticata».
«Il messaggio di «Oh scia!» vuol essere proprio questo - conclude Baglioni -
lavorare per cercare di aiutare il destino di quest’Isola perché se è vero che
ogni uomo è un’isola, non bisogna dimenticare che dietro ogni respiro c’è sempre
un essere umano!».
«E’ il nostro Concertone»
La Sicilia 20 Apr.
"Baglioni accolto come un re"
L'artista capitolino scendendo dall'aereo si è inginocchiato baciando il suolo
lampedusano ricevendo l'abbraccio della gente.
Gli isolani, hanno ricevuto il loro idolo, Claudio Baglioni con bandiere e
megafoni al ritmo delle canzoni più celebri dell'artista romano. Appena sceso
dall'aereo, alla vista dei lampedusani che erano lì ad attenderlo, prima si è
commosso, poi si è inginocchiato baciando per terra.
Un gesto che ha mandato in visibilio gli isolani, che hanno applaudito l'artista
portandolo in trionfo per le strade dell'isola per ore, a bordo di un camion
preparato per l'occasione a mo di carro carnevalesco, addobbato con bandiere,
poster di Baglioni e altoparlanti.
Abbiamo parlato di questo singolare evento con Filippo Mannino presidente della
associazione culturale Alternativa Giovani: «Baglioni è considerato dai
lampedusani come una preziosa icona incastonata nell'isola. Dopo tre anni di
concerti che hanno pubblicizzato positivamente Lampedusa, facendo anche arrivare
sull'isola migliaia di turisti (fuori stagione), Baglioni non può essere che
amato da tutti. Purtroppo, a Lampedusa c'è anche chi tenta sempre di rovinare le
poche cose belle che abbiamo.
Durante il periodo pre elettorale, qualcuno ha creduto giusto divulgare una
notizia falsa montata ad arte, per destare l'interesse dei media.
La notizia di Baglioni abusivo a Lampedusa - dice Mannino - ha messo a
repentaglio il rapporto fra il cantante e Lampedusa con i suoi abitanti. Si è
trattato di un maldestro tentativo di mettere in cattiva luce agli occhi degli
isolani l'artista romano, facendolo passare per un distruttore di bellezze
naturali.
Chiaramente gli è andata male perché l'effetto è stato contrario, in tutti i
sensi, prima nel senso elettorale (i voti che ha preso la coalizione del
denunciatore sono risultati essere quelli di sempre) e poi, tutti i lampedusani
hanno compreso la verità . La villa in questione, non solo non è di proprietà di
Claudio Baglioni ma è stata costruita oltre 25 anni fa e non adesso,
come invece hanno voluto fare credere».