Claudio Baglioni Unaparolaperte.net

O'Scia' festival IV edizione, Lampedusa, spiaggia Guitgia 28-29-30 Settembre 2006

Odori Suoni Colori d'Isole d'Altomare Pelagie  con note di Bruxelles

Lampedusa-la poesia di Mariella

Invia il tuo O'Scia' a  racconti@unaparolaperte.net 

O'SCIA' IV EDIZIONE 23-26-28-29-30 settembre 2006 Da Patapan.it  Saranno sul palco dell'edizione 2006, insieme a Claudio Baglioni: Francesco Baccini, Loredana Bertè, Riccardo Cocciante, Cochi e Renato, Luisa Corna, Grazia Di Michele, Khaled, Fichi D'India, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, Francesco, Teo Mammuccari, Mango, Antoine Michel, Amedeo Minghi, Nada, Nair, Neffa, Neri Marcorè, Neri per caso, Pablo e Pedro, Pago, Giorgio Panariello, Gatto Panceri, Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Aida Satta Flores, Alan Sorrenti, Anna Tatangelo, Paolo Vallesi, Michele Zarrillo.  Quest’anno, infine, le tradizionali serate sulla spiaggia della Guitgia saranno precedute da due eventi speciali in Piazza Brignone: “Buonasera, buonasera!” Musical-Varietà di Pino Insegno (23 settembre ore 21,00) e un concerto dell’Orchestra Casadei (martedì 26 ore 21,00).

Da RadioItalia.it Tre puntate speciali dedicate a “O’scia’” e alle profonde motivazioni che hanno spinto Claudio Baglioni ad ideare una manifestazione di tale portata sociale, culturale ed artistica, saranno trasmesse sabato 21, domenica 22 e lunedì 23 ottobre alle ore 21:00 su Video Italia (SKY, canale 712) e martedì 24, mercoledì 25 e giovedì 26 Ottobre, sempre alle ore 21:00, su Radio Italia Tv (Canale 858 sat-free e terrestre).


Onde Funky 7 Ott. di Paola Gallo-radioitalia.it
Da Lampedusa mi sono portata il sorriso della gente, il sole caldo che si riflette in un mare azzurro trasparente, l’allegria e il ballo di alcuni invitati speciali sulla musica di Khaled e un’atmosfera che si avvicina a quegli happening musicali degli anni ’60 dei quali ho visto molto senza aver potuto esserci fisicamente. Quando la musica si muove per porre l’attenzione su problematiche dure, importanti, dolorose come il fenomeno dell’immigrazione clandestina, spariscono come per incanto le regole dello show-business. A Lampedusa tutti gli artisti che si sono esibiti gratuitamente per O’Scià hanno affrontato il palco con la massima libertà e con l’impegno di testimoniare la loro adesione a prescindere dalla promozione che fa parte del loro lavoro quotidiano. Nonostante la voglia di dare il massimo e l’impegno delle prove per non deludere le aspettative del pubblico, l’unicità della manifestazione era proprio l’assenza di regole. E il pubblico presente ha ripagato l’impegno sostenendo attese lunghissime sotto il sole per non perdere un posto a contatto con il palco e trattenendosi sino a notte fonda senza perdere un briciolo di entusiasmo e applaudendo tutti gli artisti con grande affetto. In un contesto sociale dove le parole tolleranza e integrazione vengono usate spesso a sproposito, questi tre giorni di O’Scià sono stati una testimonianza reale, sincera e, soprattutto, efficace. Persino un artista internazionale come Cat Stevens, oggi Yusuf Islam, torna sulle scene musicali dopo 28 anni di assenza dichiarando: "Oggi ci sono 101 motivi per spiegare il perché sento che è giusto tornare a fare musica e cantare della vita in questo fragile mondo". La musica ha un potere enorme. L’importante è prenderne coscienza e farsi coinvolgere da progetti che si pongano come obiettivo un diritto primario: una vita possibile.Paola "Funky" Gallo

Onde Funky 23 Set.di Paola Gallo-radioitalia.it

A pochi giorni dall’inzio di O’Scià, come vi avevo promesso ecco le testimonianze di due artisti che saranno miei compagni di viaggio in questa avventura. Partiamo da Gatto Panceri.
LA MUSICA CONTRO I SILENZI
Partecipare alla 4^ edizione di una Manifestazione come O’Scia’ è, e sarà, un onore; sia perché l’iniziativa ha un forte riscontro sociale sia perché a chiamarmi è stato un’artista/uomo del calibro di Claudio Baglioni.
L’ impegno profondo di Claudio mi ha colpito, combattere i silenzi che circondano un tema come quello dell’immigrazione clandestina è coraggioso e fondamentale per una società come la nostra, sempre in evoluzione ma troppo impaurita da ciò che è “diverso” e “straniero”.
Sottolineare ed evidenziare all’opinione pubblica e allo Stato, un problema come questo, è segno di coraggio e coscienza, Claudio ne ha da vendere e io nel mio piccolo voglio contribuire.
Ed ecco i pensieri di Riccardo Fogli.
OSPITI DEL MONDO
Di O’Scià amo l’idea, lo spirito che circonda questa manifestazione e che va decisamente oltre la musica. Io sono con Claudio e con la sua voglia di parlare attraverso le canzoni di temi importanti e troppo spesso sottovalutati. Io come tanti altri ci ho provato negli ’60, altri tempi, altre motivazioni, altri argomenti ma stesso spirito, stesso coraggio, stessa passione.
Claudio ha preso a cuore la questione dell’immigrazione, proponendo la figura dell’immigrato come un ospite del mondo e non come un fastidioso problema da risolvere.
La musica può aiutare e può far ascoltare alla gente messaggi che troppo spesso vengono filtrati dai giornali e dai telegiornali; niente politica, niente fazioni, un unico e serio impegno per chi, senza retorica ha davvero bisogno, in qualunque parte del mondo si trovi, di una casa/famiglia.

I MIEI GIORNI A LAMPEDUSA. Di Paola Gallo-Radioitalia.it
"Testimone di una passione, quella di Claudio Baglioni, non può che creare contagio…"
Nessun bimbo nasce a Lampedusa, perché non esiste un ospedale in grado di assistere le mamme partorienti. Qualcuno dice che è molto più facile morire sull'isola dove non esiste un centro di rianimazione. Quello che è certo è che Lampedusa è una delle isole più affascinanti del Mediterraneo, anche se l'unica pubblicità di cui usufruisce è quella legata allo sbarco dei clandestini. Eppure la bellezza di quel luogo è impossibile da dimenticare. I colori, i tramonti, la gente, il vento, hanno un sapore che non se va più. Claudio Baglioni per la gente di Lampedusa è semplicemente Claudio e il suo amore incondizionato per l'isola è vissuto come una luce di vera speranza per un futuro di vita più plausibile. Tutti conoscono O' Scià e ne vorrebbero almeno due o tre edizioni all'anno. Perché nei giorni della manifestazione Lampedusa diventa teatro di musica, performances, incontri unici. Riesce cioè a guadagnare la ribalta per meriti artistici e non per demeriti legati alla speranza di viaggiatori disperati. Ho avuto il privilegio di seguire, grazie a radio Italia e Video Italia, ogni dettaglio della costruzione di O'Scià e devo dire che raramente ho visto una tale passione nella realizzazione di una manifestazione. Ad aprile, insieme a Rossella (parte attivissima nella costruzione dell'evento nonchè compagna di Claudio) ho esplorato l'isola metro per metro e ho incontrato moltissimi lampedusani raccogliendo le loro esperienze e le loro speranze. Per chi come me vive una quotidianità fatta di certezze pratiche è stato difficile ma costruttivo immedesimarsi in una realtà scandita invece dalle incertezze e dall'oblio. Ed è con estrema felicità che anche quest'anno potrò con la mia emittente fare da piccola cassa di risonanza per quest'isola e per i suoi suoni. Una passione che non conosce stanchezza o paura come quella di Claudio Baglioni nei confronti di Lampedusa, non può che creare contagio ed è per questo che ogni anno tantissimi artisti decidono di accettare il suo invito. Radio Italia e Video Italia saranno accanto anche a questa nuova edizione di O'Scià per amore della musica, ma una volta tanto soprattutto per amore delle persone e della vita.

Vi segnalo questo link
http://www.lampedusa35.com/lampedusa_baglioni_oscia/lampedusa_baglioni_oscia.htm

Il Gazzettino 2 Ott.
Lampedusa
La tre giorni musicale ...

La tre giorni musicale ideata da Claudio Baglioni a Lampedusa si è conclusa sabato dopo aver svolto la sua funzione: attrarre attenzione sull'isola mediterranea con i suoi problemi e con i problemi dei migranti che vi arrivano via acqua in cerca di un futuro e offrire un momento di relax a chi si sente abitualmente al centro dell'attenzione per motivi ben diversi dalla vita quotidiana di un posto comunque apprezzabile per le sue qualità naturali.

È ancora estate da queste parti, con il mare blu e turchese in cui è piacevole immergersi nei giorni di sole e di calma di vento, che poi sono i preferiti per chi tenta la sorte, come anche in questi giorni è avvenuto.

Baglioni ha raccolto il patrocinio di tutte le più alte istituzioni dello Stato, tanto durante il governo di centrodestra, quanto di quello attuale, si è fatto testimonial dell'attività di Nazioni Unite e Amnesty International direttamente operative sull'isola, ed è anche riuscito a creare un piccolo laboratorio musicale e di spettacolo assolutamente inedito per l'Italia, dove artisti di ogni genere ed estrazione, senza preclusioni, potessero venire a confrontarsi e incontrarsi senza le solite tensioni della promozione discografica.

Le giornate dell'incontro di "O' Scià", quarta edizione, sono vissute sull'improvvisazione e sulla sorpresa. Inutile soffermarsi sui dettagli di quello che non è un festival ma piuttosto una tripla serata fra amici, quelli più meno famosi sul palco, le migliaia assiepate sulla spiaggia della Guitgia, gli ospiti che sono venuti a partecipare dietro le quinte come l'attore Massimo Ciavarro e l'organizzatore del Festivalbar Andrea Salvetti, o a dare un saluto approfittandone per controllare la situazione nel centro di accoglienza, come il ministro Mastella.

«La vera "isola dei famosi" è questa!», ha scherzato Giorgio Panariello, prossimo a tornare da gennaio nei teatri con il suo nuovo spettacolo. Dal punto di vista del puro spettacolo, certamente la presenza di Khaled è stata la più caratterizzante della prima serata, con il musicista arabo rifugiatosi in Francia che ha offerto la forza di una musica che ha saputo fondersi e contaminarsi rispettando lo spirito della tradizione d'origine.

E se Raf nella seconda serata è scappato dopo due brani saltando il finale per un disaccordo con la band, Riccardo Cocciante ha invece voluto rendere omaggio alla situazione restando dietro le quinte per tutte e tre le sere e rompendo per una volta la promessa di non eseguire mai i brani di Notre-Dame. E in sequenza l'autore dell'opera popolare di maggior successo degli ultimi anni ha regalato una intensa versione delle principali arie da lui scritte, nella versione italiana di Pasquale Panella. In cantiere per lui c'è già un'opera nuova, russa, mentre sono in corso i provini per il cast di Giulietta e Romeo, il nuovo lavoro in scena all'Arena di Verona dal 1. giugno 2007.

Baglioni si è prestato, per quattro ore a sera, a fare da anfitrione ai duetti più improbabili, o riservandosi un accompagnamento al piano per colleghi famosi o meno noti o fortunati.

Riccardo Fogli ha celebrato a modo suo i quarant'anni dei Pooh, ricordando le canzoni che lo videro protagonista nel primo decennio di carriera del suo ex gruppo, Loredana Bertè ha reso omaggio ala sorella scomparsa, per cui Baglioni scrisse una delle prime canzoni, svariando poi senza limiti in un repertorio personale che dovrebbe rivederla presto in pista dal vivo. Fra i set più riusciti e apprezzati, quelli di Neri per caso, sempre eccellente sestetto vocale a cappella, la vocalità soul di Gigi Finizio e, per restare a Napoli, il notevole lavoro di Massimo Ranieri, che se si costringe alla replica di "Rose rosse" regala una lenta e teatrale versione di "O' surdato innamorato" in cui perfino Baglioni fatica a tenere la scansione dei tempi. Si fa apprezzare la comicità di Neri Marcoré, geniale imitatore di Minghi in questa occasione, e di Giorgio Panariello, venuto a portare a Lampedusa il "suo" Renato Zero, mentre Aida Satta Flores offre un tocco di intensa etnicità d'autore e Zarrillo un piacevole sviluppo rock.

«Credo che il risultato di regalare tre serate di musica e di divertimento sia stato raggiunto - spiega Baglioni - come lo scopo di ritrovarsi a fare musica come si faceva una volta in spiaggia davanti a un falò. Personalmente mi è piaciuta la personalità di Francesco Facchinetti, e il talento di Anna Tatangelo, ma soprattutto credo che l'obiettivo principale resti quello di portare attenzione su Lampedusa che è il simbolo di un problema che non si può far finta di ignorare o sperare che passi. Per l'anno prossimo vorrei tentare di caratterizzare maggiormente la manifestazione cercando di farne un momento di incontro per musicisti di diversa estrazione e stile europei e mediterranei». Di Lampedusa isola simbolo crocevia di migrazioni hanno parlato anche i rappresentanti delle organizzazioni umanitarie che hanno affiancato quest'anno "O' scià", oltre a una rappresentanza del Parlamento europeo. Radio e Video Italia hanno seguito la manifestazione, offrendone in diretta alcuni estratti.

Baglioni ora tornerà a lavorare al suo disco di cover ("Quelle degli altri" il titolo, e che certamente riproporrà "Il mio concerto" di Bindi, ascoltata a Lampedusa in duetto con Luisa Corna), e all'allestimento del nuovo tour in partenza fra un paio di mesi.Giò Alajmo

Il Messaggero 2 Ott.
Il canto d’amore di Claudio
Da Baccini e Ranieri a Khaled, sos per gli immigrati
CLAUDIO RIZZA

LAMPEDUSA Dopo giorni di tempesta, quando Eolo e Nettuno si sono di colpo placati, il mare s’è trasformato in una bagnarola. Ed è allora che i lampedusani hanno capito: agli Dei piace la musica sulla battigia e Claudio Baglioni è il profeta domatore delle onde o un mago del fattore “c”. Così, sulla spiaggia della Guitgia stracolma di turisti e paesani, con un gruppo di giovani clandestini neri, stirati e pettinati seduti in piccionaia, tra vip della canzone e della politica (da Mastella a Schifani), messaggi d’incoraggiamento da Napolitano e le istiuzioni tutte, persino da Benedetto XVI, il rito di fine settembre è stato celebrato, per la quarta volta: «’O Scia’», «mio respiro».
Il Festival sulla sabbia canta del dolore e dell’immigrazione, di accoglienza e solidarietà, di fuga e morte dalle povertà africane, dell’amore per gli altri e di tutti i sentimenti presenti nelle canzoni e così poco negli egoismi di una politica monotona dall’unico ritornello: «Gli africani vanno aiutati a casa loro, per impedire che partano». Giusto. Ma gli aiuti sono pochi, i fatti ancor meno (guarda il Darfur) e i disperati s’ammazzano pur di scappare qui, sull’avamposto della civiltà europea, un’isoletta sette chilometri per tre, brulla e pietrosa ma col mare turchese, oramai famosa come hotel a zero stelle per clandestini disperati.
Baglioni ci dà dentro. E’ andato pure al parlamento europeo a cantare di immigrazione perché sa che l’Italia, da sola, non ce la può fare a fermare la valanga. Ma Bruxelles sonnecchia senza prendere di petto il problema. L’esercito canoro lampedusano è stato gremitissimo: Baccini, Cocciante, Khaled, Tatangelo, Mango, Neffa, Minghi, Raf, Ranieri, Renga, Zarrillo, Di Michele, Fogli, Bertè e tanti altri attorno a Claudio. Anche Nada e Sorrenti, dall’aldiqua. Dal «Respiro» di Crialese al «O’ Scià» di Baglioni, Lampedusa è sempre preda dei fiati. E di mille sospiri.

Guidasicilia.it
Grande successo per ''O' Scià'' di Baglioni, mentre a Lampedusa sono arrivati circa 500 clandestini i due giorni
Tra musica e sbarchi. Mentre a Lampedusa si traccia un bilancio positivo di ''O' Scià'', l'evento musicale dedicato al dramma dell'immigrazione clandestina, e l'ideatore del concerto, Claudio Baglioni, si prepara a pubblicare un nuovo album (una raccolta di 29 cover intitolata 'Quelli degli altri', in uscita il 20 novembre) e a partire per una lunga tournee, nelle coste siciliane sono continuati gli sbarchi.

Sono 230, tra cui 42 donne, i clandestini tratti in salvo in mare aperto, circa 50 miglia a sud di Lampedusa da un elicottero del comando aeronavale della Guardia di finanza. Il barcone in legno sul quale viaggiavano, lungo 15 metri, è stato agganciato da una motovedetta dalla Guardia di Finanza e da una della Guardia costiera. Gli extracomunitari sono stati trasbordati sulle due unità, mentre la carretta è stata condotta in porto dalle forze dell'ordine.
Sono ancora in corso, invece, le ricerche di un'altra imbarcazione, con una quindicina di persone a bordo avvistata in precedenza da un aereo militare, mentre altri tre arrivi consecutivi sono stati registrati in mattinata, nel giro di poche ore.
In particolare una barca con 24 immigrati è stata intercettata a 8 miglia e mezzo a sud dell'isola da una motovedetta della Guardia di Finanza. A bordo anche due donne in gravi condizioni: una con un bambino partorito due settimane fa in Libia, l'altra con un'emorragia causata da un aborto. Le due donne sono state trasferite, insieme con il neonato, in eliambulanza a Palermo.
Altri 9 extracomunitari sono stati bloccati sulla spiaggia della Guitgia, proprio davanti al porto, mentre 24 immigrati sono stati intercettati a terra subito dopo essere sbarcati a Cala Pisana.

Un quinto barcone è stato avvistato da un peschereccio tunisino e raggiunto dalla nave ''Vega'' della Marina militare; gli immigrati, 41 in totale, tra loro quattro donne ed un disabile, sono stati trasbordati su una motovedetta della guardia costiera
Complessivamente, sono quasi 500 i clandestini giunti sull'isola tra ieri e oggi. Tutti si trovano nel centro di prima accoglienza dell'isola, in attesa di essere trasferiti verso altri Cpt.
In un'altra zone della Sicilia, a Pozzallo, 49 clandestini sono stati intercettati sulla terraferma, tra ieri sera e stamattina. Gli immigrati sarebbero giunti a bordo di due barche, entrambe arenate sulla spiaggia a distanza di alcune ore. Il primo barcone, con 18 extracomunitari, è stato scoperto poco prima della mezzanotte di ieri.
I clandestini hanno raccontato di avere viaggiato vicino ad un'altra barca, che le motovedette della guardia costiera hanno cercato di rintracciare la scorsa notte. L'imbarcazione è stata trovata intorno alle 7, incagliata a ridosso della spiaggia: 31 i clandestini bloccati, tra cui 9 donne.

In 15.000 a Lampedusa per ''O' Scià''
Dall'energia di Khaled alla ''interessante follia'' di Loredana Bertè, dal duetto sulle note di 'O' surdato 'nnammurato' con Massimo Ranieri, all'incontro artistico con Riccardo Cocciante e Michele Zarrillo, fino agli interventi comici di Giorgio Panariello e Pino Insegno. La IV edizione dell'appuntamento, iniziato giovedì scorso e che è terminato ieri sera, ha mobilitato circa 15 mila presenze, secondo gli organizzatori e secondo il Comune di Lampedusa.
''Sono felice - ha detto Claudio Baglioni - che la manifestazione non abbia perso in questi anni i presupposti iniziali di una ricca povertà. Centrale ad 'O' Scià' è l'idea dell'incontro. Qui non si fa promozione e nessun artista viene per dimostrare di essere più bravo. Tutti partecipano solo per amicizia e per passione e non percepiscono cachet''.
La IV edizione di ''O' Scià'', che gode del patrocinio delle più alte cariche dello Stato e della Commissione europea, è stata caratterizzata anche dal matrimonio con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e con Amnesty International.
Fra i tanti personaggi arrivati a Lampedusa per sostenere l'iniziativa di Claudio Baglioni, oltre a quelli già citati, Francesco Baccini, Ilaria D'Amico, Luisa Corna, Anna Tatangelo, Cochi e Renato, Grazia Di Michele, Riccardo Fogli, Francesco, Gigi Finizio, Fichi d'India, Nada, Neffa, Neri Marcorè, Mango, Amedeo Minghi, Antoine Michel, Nair, Pago, Neri per caso, Francesco Renga, Alan Sorrenti, Pablo e Pedro, Gatto Panceri, Aida Satta Flores, Paolo Vallesi. Alla manifestazione erano presenti anche il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, accompagnato dalla moglie e il direttore delle Tribune politiche Rai, Anna La Rosa.

La Sicilia.it 2 Ott.
Lampedusa fra sbarchi e canzoni

Lampedusa. Mentre riprendono gli sbarchi a Lampedusa (ma anche alle Egadi), si traccia un bilancio positivo di “O' Scià”, l'evento musicale dedicato al dramma dell'immigrazione clandestina. L'ideatore Claudio Baglioni si prepara a pubblicare un nuovo album (una raccolta di 29 cover intitolata Quelli degli altri, in uscita il 20 novembre) e a partire per una lunga tournée che prenderà le mosse il 3 novembre da Caserta, dopo la data zero in programma a Rieti il 30 ottobre, per essere poi il 13 e 14 novembre al Palasport di Acireale. Per il prossimo album di inediti bisognerà attendere la prossima estate.
Dall'energia di Khaled alla «interessante follia» di Loredana Bertè, dal duetto sulle note di O' surdato 'nnammurato con Massimo Ranieri, all'incontro artistico con Riccardo Cocciante e Michele Zarrillo, fino agli interventi comici di Giorgio Panariello e Pino Insegno: sono molti i momenti di questa edizione del suo festival che Baglioni non dimenticherà. La IV edizione dell'appuntamento ha mobilitato circa 15 mila presenze.
«Sono felice - dice Baglioni - che la manifestazione non abbia perso in questi anni i presupposti iniziali di una ricca povertà. Centrale ad O' Scià è l'idea dell'incontro. Qui non si fa promozione e nessun artista viene per dimostrare di essere più bravo. Tutti partecipano solo per amicizia e per passione e non percepiscono cachet. Per la prossima edizione mi piacerebbe che questo evento reclutasse più artisti rivieraschi e internazionali».
Se per la sigla di chiusura, ogni sera, Baglioni & Co. hanno scelto Nel blu dipinto di blu, in omaggio a Domenico Modugno, che da Lampedusa ha spiccato l'ultimo volo, altre dediche ideali sono state rivolte anche ad Umberto Bindi, con la riproposizione del brano Il nostro concerto ed a Mia Martini. Uno dei momenti più intensi è stato proprio il duetto di Baglioni con Loredana Bertè sulle note di Amore, amore un corno, sulla base di un provino inciso oltre 30 anni fa e con la voce di Mimì. Unico neo è stato un piccolo problema tecnico che ha costretto Raf a sospendere l'esecuzione. Dopo aver provato otto brani, il cantante aveva deciso di interpretare tre canzoni, ma per un problema tecnico e la mancanza di sintonia con la band di Baglioni, Raf ha lasciato il palco dopo due brani.Elio Desiderio

Ansa.it 1 Ott.
BAGLIONI, BILANCIO POSITIVO PER O'SCIA' E NUOVO CD
LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - Mentre a Lampedusa si traccia un bilancio positivo di 'O'Scia', l' evento musicale dedicato al dramma dell' immigrazione clandestina, l' ideatore Claudio Baglioni si prepara a pubblicare un nuovo album (una raccolta di 29 cover intitolata 'Quelli degli altri', in uscita il 20 novembre) e a partire per una lunga tournee che prendera' le mosse il 3 novembre da Caserta, dopo la data zero in programma a Rieti il 30 ottobre.

Per il prossimo album di inediti bisognera' attendere la prossima estate.

Dall' energia di Khaled alla 'interessante follia' di Loredana Berte', dal duetto sulle note di 'O' surdato 'nnammurato' con Massimo Ranieri, all' incontro artistico con Riccardo Cocciante e Michele Zarrillo, fino agli interventi comici di Giorgio Panariello e Pino Insegno: sono molti i momenti di questa edizione del suo festival che Baglioni non dimentichera'. La IV edizione dell' appuntamento ha mobilitato 'circa 15 mila presenze', secondo gli organizzatori e secondo il Comune di Lampedusa. 'Sono felice - dice Baglioni - che la manifestazione non abbia perso in questi anni i presupposti iniziali di una ricca poverta'. Centrale ad O'Scia' e' l' idea dell' incontro. Qui non si fa promozione e nessun artista viene per dimostrare di essere piu' bravo.

Tutti partecipano solo per amicizia e per passione e non percepiscono cachet'. Insomma, 'si tratta di un evento unico nel suo genere, che non ha neanche bisogno di una diretta televisiva, almeno al momento'. Media partner dell' evento sono Radio Italia e Video Italia Solo Musica Italiana, che hanno girato e montato tre speciali dedicati alla manifestazione social-culturale. Se per la sigla di chiusura, ogni sera, Baglioni & Co. hanno scelto 'Nel blu dipinto di blu', in omaggio a Domenico Modugno, che da Lampedusa ha spiccato l' ultimo volo, altre dediche ideali sono state rivolte anche ad Umberto Bindi, con la riproposizione del brano 'Il nostro concerto' (che Baglioni ha definito 'la canzone piu' bella della storia della musica') e a Mia Martini. Uno dei momenti piu' intensi di questa edizione di O'Scia' e' stato proprio il duetto di Baglioni con Loredana Berte' sulle note di 'Amore, amore un corno', sulla base di un provino inciso oltre 30 anni fa e con la voce di Mimi'. L' unico neo e' stato un piccolo problema tecnico che ha costretto Raf a sospendere dopo l' esecuzione di sole due canzoni.

Dopo aver provato otto brani, il cantante aveva deciso di interpretare tre canzoni, ma per un problema tecnico e la mancanza di sintonia con la band di Baglioni, Raf ha lasciato il palco dopo due brani. Densa di significati la presenza di Khaled, artista di riferimento del mondo arabo. Il cantante algerino apprezza l' iniziativa di Claudio Baglioni e dice: 'Spero che la nostra voce arrivi ai governanti. Quando ero giovane, non volevo fare il servizio militare in Algeria. Per scappare dal mio paese avrei anche rischiato di morire. Capisco le ragioni e il coraggio dei giovani che prendono le carrette del mare alla ricerca di un futuro migliore'. L' Italia, secondo Khaled, 'e' un paese che riesce a far fronte ai problemi, anche a quelli importati dall' estero come la prostituzione. Il messaggio dell' artista algerino e' stato di integrazione nel segno della pace tra le culture e le religioni.

La IV edizione di O'Scia', che gode del patrocinio delle piu' alte cariche dello Stato e della Commissione europea, e' stata caratterizzata anche dal matrimonio con l' Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e con Amnesty International. Fra i tanti personaggi arrivati a Lampedusa per sostenere l' iniziativa di Claudio Baglioni, oltre a quelli gia' citati, Francesco Baccini, Ilaria D'Amico, Luisa Corna, Anna Tatangelo, Cochi e Renato, Grazia Di Michele, Riccardo Fogli, Francesco, Gigi Finizio, Fichi d'India, Nada, Neffa, Neri Marcore', Mango, Amedeo Minghi, Antoine Michel, Nair, Pago, Neri per caso, Francesco Renga, Alan Sorrenti, Pablo e Pedro, Gatto Panceri, Aida Satta Flores, Paolo Vallesi). Alla manifestazione erano presenti anche il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, accompagnato dalla moglie e il direttore delle Tribune politiche Rai, Anna La Rosa. Baglioni gia' pensa al cast dell' appuntamento di O'Scia' del prossimo anno, sempre nel segno della trasversalita'. 'Mi piacerebbe - conclude - che questo evento reclutasse piu' artisti rivieraschi e internazionali'.

Il Tempo 1 Ott.
Il Papa a Baglioni: grazie a nome dei migranti
Lampedusa capitale della musica e della solidarietà archivia la quarta edizione di O' Scia
di CARMEN GUADALAXARA

IL Papa ha inviato un telegramma a Claudio Baglioni ringraziandolo per aver sensibilizzato artisti e gente comune sul tema dell'immigrazione. È stato questo l'atto finale, il più forte e gradito, della quarta edizione di 'O Scia, il festival del cantautore romano dedicato ai migranti clandestini che si è concluso ieri. In un tripudio di applausi ed emozioni che Giorgio Panariello ha visto così: «Questa è la vera isola dei famosi. Qui gli artisti - ha voluto sottolineare Panariello - non temono lo "sbarco" del temuto Auditel e approdano con gioia. Il comico toscano ha attaccato i reality e chi ci va: «Non si può svilire la propria professionalità per un po' di euro. Quando è finito il festival di Sanremo, mi davano per finito e invece sarò nel cast di «Notte prima degli esami 2» di Brizzi nel ruolo del padre del protagonista. Sto scrivendo una commedia e vorrei regalarmi un nuovo film sullo stile del primo Verdone attingendo dai miei personaggi». Fra gli altri ospiti, s'è fatto notare anche il ministro della Giustizia, reduce dall'approvazione della Finanziaria dei tartassati. Mastella ha parlato a ruota libera delle recenti vacanze in Grecia e ha raccontato, senza troppo far ridere, alcune vecchie barzellette su Berlusconi, ma quando s'è accorto che i giornalisti prendevano appunti è scappato via. A figuraccia incassata. Fra il pubblico Schifani e consorte e Bonaiuti che si son lasciati conquistare da Massimo Ranieri e dalla sua straordinaria performance di "Rose Rosse" e "'O surdat nnammurat". Tutti l'hanno cantata a squarciagola insieme alle tredicimila persone presenti alla serata. Anche questa volta il cantautore romano Baglioni ha voluto fare le cose in grande e ha fatto centro. Il segreto? Le sue canzoni. Si sa che i brani sono il risultato della fusione tra musica e parole, e che troppo spesso i critici ignorano il primo versante per puntare tutto sul secondo. È però un dato di fatto che nelle frasi di Baglioni si trovano "quintali di poesia" che ancora una volta, nella magica atmosfera dell'isola, hanno travolto il pubblico e confermato il talento di un artista che dopo 35 anni di gloriosa carriera sa guardare al futuro. Baglioni, con la sua band al completo, e su un palcoscenico costruito sulla sabbia, si è esibito durante le tre serate con i colleghi che hanno voluto rendere omaggio a questa selvaggia e arida isola. Non è mancato nulla o quasi della sua autobiografia Noi No, Dagli il via, Ragazze dell'est, Mille giorni di te e di me. E poi canzoni come Avrai, straordinario duetto con Gigi Finizio, Strada Facendo con Francesco Facchinetti, Anna Tatangelo con Sabato Pomeriggio e l'attore Neri Marcorè con Paco in Ragazza di campagna. Baglioni si concede, come lui stesso lo definisce, un "canzoniere" che include brani come, Amore bello, Questo piccolo grande amore, Io me ne andrei... per chiudere con l'omaggio a Domenico Modugno con Nel blu dipinto di blu insieme con Francesco Renga, Loredana Berte, Riccardo Cocciante. Lampedusa, incassa il successo. E il popolo baglioniano vive la notte in un abbraccio.

Il Gazzettino 29 Set.
«Un giornalista mi ha chiesto: capisco che Baglioni abbia interesse ad avervi presente alla sua manifestazione, ma qual è il vostro interesse a esserci?». Esordisce così Laura Boldrini, portavoce dell'Unhcr, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, che quest'anno ha aderito a "O' scià", il festival laboratorio incontro ideato e gestito da Claudio Baglioni in quest'ultima isola del Sud Europa. «In realtà - chiarisce subito - è Baglioni che è enormemente utile a noi, perchè aiuta a comunicare a un pubblico estremamente ampio e magari talvolta distratto, su un argomento come i diritti umani estremamente difficile da trattare. Oggi la comunicazione tende più a instillare la paura, a demonizzare l'arrivo di migranti, e rende difficile capire il problema. Baglioni inoltre ha fatto una scelta difficile, che può trovare critiche. È difficile oggi farsi degli amici parlando di queste cose. C'è una percezione sbagliata che non ci aiuta, un po' per colpa dei media che tendono a enfatizzare solo certi aspetti dimenticandone altri, un po' per la strumentalizzazione politica che se ne fa, che è pericolosa, e non deve finire per produrre uno scontro fra civiltà. Baglioni con questa manifestazione aiuta a mettere le cose nella giusta prospettiva».

Lampedusa è diventata il simbolo dell'invasione o della speranza, a seconda di come la si guardi. In un anno si sono contati sedicimila tentativi di sbarco dal terzo mondo, i due terzi di quelli che arrivano alle Canarie e un terzo di quelli che avvengono in Grecia, anche se in questo caso mancano dati ufficiali. «Non è che a loro piaccia salire su un gommone o un guscio di vetroresina e rischiare la vita. Spesso - ricorda la Boldrini - si tratta di rifugiati che scappano da guerre o situazioni insostenibili di assenza di diritti umani. Sono persone. E sono tremila l'anno che muoiono in quella roulette russa che è l'attraversamento del Mediterraneo. Il doppio dei morti nella guerra in Libano».

La manifestazione ideata dal cantautore romano ha trovato l'appoggio anche di Amnesty International, che quest'anno ha aperto una campagna sui "bambini invisibili" quelli nati o comunque finiti nei centri di permanenza temporanea da tempo nel mirino delle organizzazioni umanitarie: «Siamo venuti a Lampedusa in giugno e abbiamo aderito con entusiasmo a questo progetto - spiega Riccardo Noury - con l'intento di difendere i diritti di chi vive a Lampedusa e quelli di chi ci arriva, senza contrapposizioni. È importante cominciare a cambiare il linguaggio e ricordare che coloro che arrivano a Lampedusa sono persone, e che dietro quelle persone c'è un problema di diritti umani spesso frutto di una politica sbagliata, fatta di vendita di armi, di mancata cooperazione, di rifiuto di imporre sanzioni. O si cerca di trovare soluzioni in loco o le persone sono costrette a lasciare le case e venire qui».

Noury propone di fare di Lampedusa un'isola simbolo, tenendovi ogni anno un convegno di attivisti dei diritti civili (con il conforto del sindaco Siragusa, che non fu invece così felice per la recente manifestazione sindacale sull'argomento) e soprattutto di lavorare per creare sull'isola un reparto di ostetricia: «Una lampedusana può prendere l'elicottero e andare a partorire a Palermo. Un'immigrata no. Lo fa da sola e senza assistenza in un centro. Il reparto servirebbe a tutt'e due».

Baglioni è il grande ombrello sotto cui si dibatono questi temi. Il suo festival, un grande momento di incontro fra artisti sulla spiaggia della Guitgia, molto improvvisato e libero, è l'occasione per radunare i media, incrociare informazioni, dare dell'isola un'immagine più turisticamente appetibile, e fare musica.

«Non è che siamo diventati tutti pacifisti o che vogliamo che tutti indiscriminatamente siano accolti - spiega - ci facciamo solo delle domande».

Le risposte possono venire dall'Italia ma soprattutto dall'Europa, con il presidente del parlamento europeo Joseph Dorrell che manda a dire attraverso una sua graziosa portavoce che il concerto che Baglioni ha tenuto a Bruxelles nell'emiciclo parlamentare gremito «è anche servito a portare l'istituzione europea più vicino alla gente».

Dopo la filosofia, la politica e l'impegno, è poi arrivata ieri sera la musica con Khaled, Alan Sorrenti, Gatto Panceri, Neri Marcorè, Paolo Vallesi, i Neri per caso, i Fichi d'india, Grazia Di Michele, Mango, Pago, e il ritorno della storica coppia Cochi e Renato, ciascuno disponibile all'improvvisazione, al duetto, al gioco con la piccola folla davanti al palco prima della corale "Volare" conclusiva.

Per la prima volta alla manifestazione è stato concesso di assistere a un gruppo di minori, un quindicina, attualmente detenuti al centro di accoglienza di Lampedusa.

Oggi e domani altre due serate con ospiti illustri e vari, da (dj) Francesco a Panariello, Nada, Massimo Ranieri, Gigi Finizio, Minghi, Neffa, Aida Satta Flores, Luisa Corna, Raf, Nair stasera e Anna Tatangelo, Baccini, Zarrillo, Fogli, Renga, Bertè e Cocciante domani.
Giò Alajmo

La Stampa 28 Set.
DA STASERA A SABATO IL FESTIVAL «O’ SCIA’»
Baglioni a Lampedusa fa politica e mescola Khaled con Tatangelo
di Marinella Venegoni
inviata a LAMPEDUSA
Lo scirocco non lascia tregua, e le onde minacciosamente increspate sotto le nuvole grigie dicono che questi non sono giorni di barconi disperati. Ma l'estate più drammatica di Lampedusa continua a regalare temperature da bikini, e l'altra isola - quella dei turisti - si riempie per la kermesse che da stasera a sabato trasformerà per la quarta volta la spiaggia della Guitgia nell'insolito scenario del Festival «O' Scia'» inventato da Claudio Baglioni. Per spiegarci, il palco è così vicino alle onde della baietta comunque quieta, che si potrebbe tranquillamente fare il bagno proprio sotto la musica.

Però da quando l'arrivo delle carrette del mare è tanto dannatamente usuale, l'ambizione del Divo Claudio è diventata quella di mescolare la spensieratezza delle canzoni con la consapevolezza di una stagione difficile per il mondo intero, che il destino e la geografia hanno voluto far passare pure da qui. E il Baglioni affascinato dai sentimenti e dai calembours, si è trasformato poco a poco nel testimonial di una via umana alle problematiche dell'immigrazione clandestina: inedito protagonista di favorevoli commenti in prima pagina del «Manifesto», è andato a cantare (il 13 scorso) al Parlamento UE a Bruxelles per sensibilizzarlo: «E’ un problema europeo, e richiede una risposta europea. Lampedusa è un quartiere di Bruxelles, forse tra i più disagiati dell'intera Unione. Sono andato non per formulare un generico appello alla carità o alla fratellanza, ma per parlare di diritto, economia e sicurezza», spiega. Per uno partito dalla maglietta fina non è poco, e chapeau.

E’ vero poi che poi la pratica di un Festival obbligatoriamente si traduce in nomi, e canzoni. La pittoresca confusione che regna qui ha finito per influenzare le scelte artistiche, e il cast 06 è contraddittorio come le selvagge eleganze della geografia isolana, contaminate sulle poche spiagge da spietati ombrelloni a righe. E dunque il più che simbolico Khaled, cantore del rai algerino esule a Parigi, conviverà sul palco con la vestale d'alessiana Anna Tatangelo, e Riccardo Cocciante magari si alternerà al tremendo Teo Mammuccari, e Massimo Ranieri a un redivivo Paolo Vallesi, e l'ottima Nada ai Fichi d'India.

L'elenco mescola canzoni e momenti di parola spensierata, con anche la presenza di Giorgio Panariello, Neri Marcoré, e Cochi e Renato a far da ponte storico fra le discipline. C'è Loredana Berté, e ci sono Francesco Renga, e Mango, e Raf. C'è la star del momento Neffa; ci sono Pago, Francesco Baccini, Luisa Corna, Grazia di Michele, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, l'ex D.J.Francesco ora solo Francesco, Amedeo Minghi, Nair, Neri per Caso, Gatto Panceri, Aida Satta Flores, il bentornato Alan Sorrenti, Michele Zarrillo. Si presumono nottate infinite, (riprese da Video Italia per una differita) con Baglioni pronto a far da partner in qualunque avventura sul palco: i prodromi erano ben visibili l'altra sera, quando l'abbiamo beccato a cantare gesticolando con la manina l'epica «Ciao Mare» insieme con l'Orchestra Casadei nella piazza principale del paese.

Il Divo Claudio è scatenato, e Lampedusa è stata completamente soggiogata dal fascino del Residente Famoso e anzi dalla sua sola, così disponibile, presenza. Gli riconoscono di aver acceso un faro più forte su problemi mai risolti: non a caso Totò «Vasa Vasa» Cuffaro, il presidente della Regione Sicilia, starà qui per tutta la kermesse; già l'altra sera, incrociando i discorsi, la strana coppia ha inaugurato Casa Teresa, un piccolo museo nel più antico dammuso dell'isola. Mentre lo straripante Cuffaro prometteva al prete che sì, sì, rifarà il campanile, Baglioni da parte sua faceva la predica ai locali: li pregava di tener pulito il centro, e di badare anche all'urbanistica (e qui è veramente dura). Poi Rossella Barattolo, compagna dell'artista, ha tagliato il nastro com'era ovvio per una first lady. Oggi, con l'arrivo sia di Laura Boldrini dell'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite, sia di Riccardo Noury, presidente italiano di Amnesty International, che appoggiano «O Scià», si torna a parlare dei drammi dell'immigrazione.

Aduc.it 28 Set.
Il Presidente della Camera dei deputati, Fausto Bertinotti, ha inviato il seguente messaggio al cantante Claudio Baglioni:
"Sono lieto di rivolgere il mio piu' cordiale saluto a te ed a tutti i partecipanti alla manifestazione O' Scia', giunta quest'anno alla sua IV edizione.
L'isola di Lampedusa ha conosciuto negli ultimi anni i tratti piu' dolorosi e disumani del fenomeno dell'immigrazione, divenendo simbolo di un'emergenza umanitaria cui le Istituzioni e la politica, in Italia come in Europa, faticano ancora a rispondere in modo adeguato.
Ma questa terra ha saputo anche farsi promotrice di straordinarie esperienze di accoglienza e di apertura, rivelando la vocazione piu' profonda dei popoli del Mediterraneo, che e' quella del dialogo tra le diversita' e della ricerca di forme sempre nuove di convivenza.
E' a questa grande tradizione di incontro tra civilta' e culture che la politica deve oggi attingere con maggiore fiducia per affrontare i tanti volti dell'immigrazione: un universo complesso, che ci richiama alla responsabilita' di moltiplicare gli sforzi per combattere il traffico criminale di vite umane che umilia ed offende la dignita' di tanti migranti e di costruire, al tempo stesso, una societa' piu' aperta, in grado di cogliere la grande ricchezza del confronto tra culture, credi e tradizioni diverse.
Nell'esprimere il mio piu' vivo apprezzamento per questa manifestazione culturale, capace di unire popoli lontani e vicini come solo la musica pu• fare, desidero rivolgere a te ed tutti coloro che la animeranno il mio pi- sincero augurio per il suo pieno successo".
Lo rende noto un comunicato della Camera

canali.libero.it 28 Set.
Musica/ Claudio Baglioni sbarca a Lampedusa con il concerto "O' Scia'". Tutti gli artisti

Un mare di note per rilanciare la
cultura dell'accoglienza. Un palco a bordo mare per provare a costruire un ponte di solidarietà. E una spiaggia che può
ospitare tredicimila spettatori pronti a lasciarsi trascinare da un gruppo di musicisti uniti dalla convinzione che l'immigrazione è un dramma su cui non si può tacere.

Prima serata oggi sulla spiaggia della Guitgia di Lampedusa per la
quarta edizione di "O' Scia': Odori, Suoni, Colori d'isole d'altomare", festival-laboratorio permanente, ideato e promosso da Claudio Baglioni, in scena fino 30 settembre.

Sul palco insieme al cantautore romano, Khaled, Alan Sorrenti, Gatto Panceri, Neri Marcorè, Paolo Vallesi, Fichi d'India, Grazia Di Michele, Neri per Caso, Mango, Pago, Antoine Michel, Ilaria D'Amico, Cochi e Renato.

Venerdì e sabato sarà la volta di Francesco Baccini, Loredana Bertè, Riccardo Cocciante, Luisa Corna, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, Francesco, Teo Mammuccari, Amedeo Minghi, Nada, Nair, Neffa, Pablo e Pedro, Giorgio Panariello, Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Aida Satta Flores, Anna Tatangelo, Michele Zarrillo.


la Sicilia.it 27 Set.
Venerdì Piazza illustrerà la sua idea
Il sindaco prima incontrerà le parti sociali e dopo terrà una conferenza stampa su cosa pagare della Tia 2005
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Lampedusa. E' previsto per oggi, l'arrivo a Lampedusa del presidente del senato, Franco Marini.
L'occasione che ha creato le condizioni affinché, la seconda carica più importante dello Stato, arrivasse sulla più grande delle Pelagie, è il concerto di Claudio Baglioni, O' Scià.
Ed è tutto pronto sull'isola, per il soggiorno del presidente del Senato, che ha già anche chiesto di potere visitare l'isola dal mare, utilizzando una motovedetta.
Sarebbe la prima volta, nella storia di Lampedusa che sull'isola arrivi il presidente del Senato.
L'evento O' Scià, si sta dimostrando non solamente un concerto musicale ma un vero e proprio, momento di incontro per tutti, dalle forze politiche a quelle sociali.
Saranno molti i politici, presenti sull'isola, per seguire la tre giorni di Baglioni.
L'artista romano, cittadino onorario di Lampedusa, da bravo mattatore non solo sul palco, è il vero collante, fra le personalità che stanno raggiungendo Lampedusa. Anche il presidente del Senato, infatti, sarà ricevuto da Claudio Baglioni, ormai rappresentante ufficiale di Lampedusa.
Ed è diventato definitivo, intanto, l'elenco degli artisti che interverranno alla quarta edizione di O' Scià, insieme a Claudio Baglioni: Francesco Baccini, Loredana Berte', Riccardo Cocciante, Cochi e Renato, Luisa Corna, Grazia Di Michele, Fichi D'India, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, Francesco, Khaled, Teo Mammuccari, Mango, Antoine Michel, Amedeo Minghi, Nada, Nair, Neffa, Neri Marcore', Neri per caso, Pablo e Pedro, Pago, Giorgio Panariello, Gatto Panceri, Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Aida Satta Flores, Alan Sorrenti, Anna Tatangelo, Paolo Vallesi, Michele Zarrillo.
Atteso pure Fiorello anche se, la sua rinomata paura di volare, potrebbe non farlo mai arrivare sull'isola anche se Claudio Baglioni, spera sempre nella sua presenza sull'isola, magari arrivando dal mare, utilizzando la nave che collega le Pelagie, con il resto della Sicilia.ELIO DESIDERIO

la Sicilia.it 27 Set.
Il dammuso è diventato un museoLampedusa.

Ieri «aperta» Casa Teresa dopo i lavori della Soprintendenza. Presenti Claudio Baglioni e il presidente Cuffaro

Lampedusa. Ultimati i lavori di restauro ad opera della Soprintendenza per i beni culturali di Agrigento, del dammuso grande, denominato di «Casa Teresa». Ieri sera, in uno scenario molto suggestivo, dettato dalla esclusività dall'antico immobile, che è anche immerso, in un contesto naturalistico rimasto incontaminato, il presidente della Regione Salvatore Cuffaro, ha presenziato la inaugurazione di Casa Teresa, ponendo di fatto l'immobile, a disposizione di quanti vorranno visitarlo.
Presenti alla cerimonia anche tutti i funzionari della soprintendenza di Agrigento e il cantante, Claudio Baglioni che da tempo, non si perde nessuna occasione per presenziare avvenimenti che riguardano Lampedusa.
Il restauro e l'allestimento museale del dammuso grande di Casa Teresa, è stato diretto dall'Arch. Bernardo Agrò, coadiuvato dal Geom. Francesco Collura e dall'Arch. Calogero Gazzitano. Con questa iniziativa, la soprintendenza di Agrigento, restituisce alla fruizione, un sito di notevole interesse monumentale ed etno-antropologico, facendone un luogo di storia ed identità culturale, che darà impulso alla conoscenza e alla piena valorizzazione delle risorse dell'isola.
«Il dammuso Lampedusano, – ci ha spiegato l'architetto Bernardo Agrò, della soprintendenza di Agrigento - si diffuse come manufatto al servizio delle attività agricole, nella seconda metà del XIX secolo, dopo la colonizzazione dell'isola da parte di Ferdinando II di Borbone. Casa Teresa, primo fra i dammusi, costruito intorno al 1870, risulta tra i più rilevanti ed articolati dell'isola per dimensione e tipologia, costituendo una notevole testimonianza di integrazione con il paesaggio circostante. Acquisito dalla Regione Siciliana nel 1994, è stato oggetto di restauro ed allestimento museale da parte della Soprintendenza di Agrigento, affermandosi come spazio della storia e della cultura di Lampedusa».elio desiderio

Musica: Torna “O’ Scià” Festival di Baglioni a Lampedusa
27 settembre 2006 alle 17:30 — Fonte: repubblica.it —
Torna da domani a Lampedusa “O’ Scià”: Odori, Suoni, Colori d’Isole d’Altomare, il festival laboratorio permanente, ideato e promosso da Claudio Baglioni.

Per la serata inaugurale della quarta edizione sulla spiaggia della Guitgia sul palco con Baglioni ci saranno Khaled, Alan Sorrenti, Gatto Panceri, Neri Marcoré, Paolo Vallesi, Fichi d’India, Grazia Di Michele, Neri per Caso, Mango, Pago, Antoine Michel, Ilaria D’Amico, Cochi e Renato. Venerdì e sabato parteciperanno Francesco Baccini, Loredana Berté, Riccardo Cocciante, Luisa Corna, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, Francesco, Teo Mammuccari, Amedeo Minghi, Nada, Nair, Neffa, Pablo e Pedro, Giorgio Panariello, Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Aida Satta Flores, Anna Tatangelo, Michele Zarrillo.

Le tre serate sono state precedute da due eventi speciali: Pino Insegno con il musical “Buonasera, buonasera” e il concerto dell’Orchestra Casadei. “O’Scià” ha l’alto patronato della Presidenza della Repubblica, e il Patrocinio di Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Presidenza del Consiglio dei Ministri, ministeri degli Esteri, dei Beni Culturali, della Giustizia, delle Politiche Giovanili, della Regione Siciliana, del Comune di Lampedusa e Linosa, dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e della Commissione Europea.

O'SCIA' IV EDIZIONE 23-26-28-29-30 settembre 2006 (Da Patapan.it)

Tre serate, 28-29-30 settembre, aperte a tutti, di musica dal vivo a Lampedusa, per riflettere sul drammatico fenomeno dell'immigrazione clandestina, insieme ad alcuni tra gli artisti più rappresentativi del panorama italiano e internazionale. E' "O'Scià!": Odori, Suoni, Colori d'Isole d'Altomare, festival-laboratorio permanente, ideato e promosso da Claudio Baglioni, giunto, quest'anno, alla sua quarta edizione.
Appena rientrato da Bruxelles, dove suonato all'Europarlamento per sensibilizzare sul tema istituzioni, mondo politico e opinione pubblica europea, Baglioni ha chiarito il senso del suo viaggio nel cuore politico dell'Unione: "Non sono andato a Bruxelles -ha detto- per porre un problema di solidarietà o formulare un generico appello alla carità o alla fratellanza. Sono andato a parlare di diritto, economia e sicurezza". "Credo -ha proseguito il musicista romano- ci sia bisogno di politiche illuminate e lungimiranti in grado di ristabilire il diritto, di garantire pari dignità e pari opportunità a chi c'è e a chi arriva e di costruire le condizioni politiche, sociali ed economiche per le quali migrare torni a essere un'opportunità e non una scelta obbligata per la sopravvivenza".
"L'immigrazione clandestina - ha concluso Baglioni - è un problema europeo e richiede una risposta europea. Lampedusa è un quartiere di Bruxelles, forse tra i più disagiati dell'intera Unione. Ma lì vivono cittadini europei come tutti gli altri. Cittadini che dovrebbero godere degli stessi diritti di chi vive in qualunque altro piccolo o grande comune d'Europa. Perché il diritto non si misura in chilometri e non diminuisce con l'aumentare della distanza che ci separa dal cuore delle nostre Istituzioni".
Saranno sul palco dell'edizione 2006, insieme a Claudio Baglioni: Francesco Baccini, Loredana Bertè, Riccardo Cocciante, Cochi e Renato, Luisa Corna, Grazia Di Michele, Khaled, Fichi D'India, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, Francesco, Teo Mammuccari, Mango, Antoine Michel, Amedeo Minghi, Nada, Nair, Neffa, Neri Marcorè, Neri per caso, Pablo e Pedro, Pago, Giorgio Panariello, Gatto Panceri, Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Aida Satta Flores, Alan Sorrenti, Anna Tatangelo, Paolo Vallesi, Michele Zarrillo.
Quest’anno, infine, le tradizionali serate sulla spiaggia della Guitgia saranno precedute da due eventi speciali in Piazza Brignone: “Buonasera, buonasera!” Musical-Varietà di Pino Insegno (23 settembre ore 21,00) e un concerto dell’Orchestra Casadei (martedì 26 ore 21,00).
Per l'importante rilievo sociale, "O’Scia’" ha ottenuto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il Patrocinio di: Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli Affari Esteri, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero della Giustizia, Ministro delle Politiche Giovanili e le Attività Sportive, Regione Siciliana, Comune di Lampedusa e Linosa. Quet’anno si sono aggiunti, inoltre, il Patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e della Commissione Europea.

Lampedusa - aspettando O'Scia'

Musica: domani parte quarta edizione 'o'scia' con insegno

Roma, 22 set. - (Adnkronos) - Parte ''O'Scia''', il festival-laboratorio permanente, ideato e promosso da Claudio Baglioni, domani sera a Lampedusa alle ore 21.00 in piazza Brignone, con il musical-varieta' ''Buonasera, buonasera'', condotto da Pino Insegno. Ad aprire la quarta edizione sara' il primo dei due eventi speciali che precedono le serate del 28, 29 e 30 settembre dove Claudio Baglioni salira' sul palco della Guitgia per dare
vita a duetti esclusivi e performance inedite con grandi nomi del panorama musicale italiano e straniero.
Sul palcoscenico 23 cantanti-attori-ballerini affiancano Insegno in uno spettacolo in cui si alternano canzoni, stacchetti musicali, monologhi e balletti che raccontano la storia della televisione che e' anche la storia dei nostri tempi. Il secondo evento sara' martedi' 26 settembre, sempre in piazza Brignone alle 21 con un concerto dell'Orchestra Casadei. Sara' poi la volta delle tre serate, 28-29-30 settembre, sulla spiaggia della Guitgia.
Tre concerti, aperti a tutti, per riflettere sul drammatico fenomeno dell'immigrazione clandestina.
Saranno sul palco dell'edizione 2006, insieme a Claudio Baglioni: Francesco Baccini, Loredana Berte', Riccardo Cocciante, Cochi e Renato, Luisa Corna, Grazia Di Michele, Fichi D'India, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, Francesco, Khaled, Teo Mammuccari, Mango, Antoine Michel, Amedeo Minghi, Nada, Nair, Neffa, Neri Marcore', Neri per caso, Pablo e Pedro, Pago, Giorgio Panariello, Gatto Panceri, Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Aida Satta Flores, Alan Sorrenti, Anna Tatangelo, Paolo Vallesi, Michele Zarrillo

Isolapossibile.it 18 Set.
O’Scià: Lampedusa, terra di diritti umani
invito di Amnesty International

Un’associazione che difende i diritti umani non ha l’abitudine di selezionare i diritti da difendere e non seleziona tra chi ha più diritti e meno diritti. A Lampedusa c’è un bisogno fondamentale di investire sui diritti umani e questo riguarda sia coloro che in quella bellissima isola ci vivono, sia coloro che ci approdano per necessità. Amnesty International ha individuato questo bisogno fondamentale nelle parole con cui Claudio Baglioni ha presentato l’edizione 2006 di “O’Scia’” e per questo motivo sostiene l’iniziativa con particolare convinzione. “Lampedusa, terra di diritti umani” è un progetto che vuole far conoscere il nostro punto di vista, quello di un’organizzazione che agisce in difesa dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati. Ma è un progetto che, al contempo, vuole conoscere il punto di vista, le esigenze, i bisogni di chi vive sulla propria pelle le difficoltà oggettive della vita in un’isola, difficoltà che se non vengono affrontate in modo adeguato danno vita a seri problemi di assenza o insufficienza di servizi fondamentali.

Su Lampedusa si scaricano difetti di gestione di un fenomeno indubbiamente complesso, ma sulla cui risoluzione pesa molto l’incapacità storica delle nostre autorità di occuparsene in modo diverso da quello dell’emergenza. Lampedusa pare essere diventata la foglia di fico dietro cui si nascondono le colpe dell’Europa e le responsabilità di singoli Stati, che certamente trovano conveniente il fatto che le rotte dei migranti e dei richiedenti asilo vengano deviate verso questa bellissima isola. Quello che Amnesty International vuole sottolineare è che le persone che arrivano a Lampedusa - che sono persone, non numeri, né clandestini - prima ancora di causare problemi, hanno dei problemi. I problemi di queste persone si chiamano guerre, fame, tortura, povertà. All’approdo, incontrano due situazioni distinte. Incontrano gli abitanti di Lampedusa, che a loro volta attraversano difficoltà quotidiane, che spesso si trasformano in problemi. Difficoltà e problemi che, purtroppo, sappiamo esistere comunque, a prescindere dall’approdo o meno di qualche centinaio di migranti e richiedenti asilo all’anno. E incontrano la “politica”, fatta di leggi e regolamenti, di procedure e di comportamenti, che spesso costituiscono vere e proprie violazioni del diritto internazionale dei rifugiati, contro cui Amnesty International da anni conduce un serrato confronto con le istituzioni del nostro paese.

Con la forza e la suggestione del messaggio di “O’Scia’ 2006, Amnesty International si augura che Lampedusa cessi di essere rappresentata come un luogo di assenza di diritti umani, come il campo in cui si scontrano i penultimi e gli ultimi dell’Italia. Vogliamo promuovere l’identità di Lampedusa quale luogo che intende giocare un ruolo forte nella protezione dei diritti umani di migranti e richiedenti asilo, rifiutando che vengano commesse violazioni nel proprio nome o in nome dei propri abitanti e nel proprio territorio. Lampedusa deve essere famosa in Europa e nel mondo per le sue bellezze e non per essere citata nei ricorsi alla Corte europea dei diritti umani, deve essere un luogo che i difensori dei diritti umani possano considerare un esempio e il cui nome non evochi mai più espulsioni collettive, detenzione arbitraria, maltrattamenti, ma rispetto e protezione degli esseri umani. Di tutti gli esseri umani. Siamo convinti che Claudio Baglioni possa essere il migliore portavoce di questo progetto.

Cinespettacolo.it 18 Set.
Baglioni e "O'scià" ancora a Lampedusa
di Désirée Colapietro
"Chi ha il privilegio di avere una carriera come la mia può e deve essere attivo anche nel sociale"

Elegantemente vestito in un completo bianco dal taglio sportivo e camicia grigia, il cinquantacinquenne Claudio Baglioni, in smagliante forma fisica, ha presentato ieri mattina, sulla splendida terrazza del Cavalieri Hilton di Roma, la quarta edizione di O'scià - acronimo di Odori Suoni Colori d'Isole d'Oltremare - la manifestazione musicale nata e pensata dallo stesso cantautore che si svolge nell'isola di Lampedusa e che, dal 2003, vede la partecipazione di un folto gruppo di artisti uniti dallo stesso nobile scopo: portare all'attenzione delle Istituzioni, dei media e dell'opinione pubblica un argomento delicato come quello dell'emergenza immigrazione, attraverso il linguaggio universale della musica.

Presenti anche il sindaco di Lampedusa Sebastiano Bruno Siragusa che ha ringraziato gli sponsor della manifestazione tra cui Video Italia, Riccardo Nuri, portavoce di Amnesty International che ha definito l'evento "un cuore di diritti umani" e Laura Bodrini, ufficio stampa dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati che riconosce ad O'scià "il merito di umanizzare un fenomeno spietato come quello dell'immigrazione irregolare e di darne una versione meno distorta rispetto all'approccio sensazionalistico e politico dei media che solitamente perdono di vista gli aspetti legati alle cause della fuga di migranti e rifugiati" (20 milioni in tutto il mondo). Grande sostenitore dell'iniziativa anche Fabrizio Frizzi. Il popolare presentatore ha simpaticamente ricordato la sua personale esperienza sul palco della Guitgia dove si è esibito in Amara Terra mia di Domenico Modugno, emozionato di trovarsi a due passi dalla casa dell'artista scomparso al quale ogni sera Claudio Baglioni rende omaggio con la canzone di chiusura Volare.

Partecipano, tra i tanti, all'edizione 2006, Francesco Baccini, Loredana Berté, Riccardo Cocciante, Cochi & Renato, Luisa Corna, Grazia di Michele, Khaled, i Fichi d'India, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, Teo Mammucari, Mango, Antoine Michel, Amedeo Minghi, Nada, la bravissima artista emergente Nair, Neffa, Neri Marcoré, Neri per caso, Pablo & Pedro, Pago, Giorgio Panariello, Gatto Panceri, Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Aida Satta Flores, Alan Sorrenti, Anna Tatangelo, Paolo Vallesi e Michele Zarrillo. Le tradizionali serate gratuite sulla spiaggia della Guitgia - 28, 29 e 30 settembre - saranno precedute da due eventi speciali che si svolgeranno in Piazza Brignone il 23 e 26 settembre: il musical-varietà di Pino Insegno, Buonasera, buonasera! e un concerto dell'Orchestra Casadei.

Baglioni, cosa l'ha spinta ad organizzare "O'scià" a Lampedusa?
"Il concerto che feci nel 2003 sulla spiaggia di Guitgia fu la prima occasione per porre l'accento sull'emergenza immigrazione clandestina e, allo stesso tempo, riqualificare l'immagine ed il rilancio turistico di Lampedusa e le isole Pelagie, uno dei paradisi naturali più affascinanti del Mediterraneo... Lampedusa è geograficamente sottoposta all'immigrazione clandestina così come le Canarie o Malta che vivono situazioni analoghe. Eppure io l'ho sempre immaginata come un posto esotico... O'scià non ha l'ambizione di risolvere questo fenomeno che è il primo sintomo di una febbre. Il mondo vive su basi individualistiche e ciniche. E' una lotta tra due paure: noi di perdere quello che abbiamo, e gli altri di non arrivare nemmeno all'antipasto di questo benessere".

La sua prima partecipazione come artista in un progetto umanitario fu in occasione del concerto organizzato da Amnesty International nel 1988. Cosa ricorda di quell'esperienza?
"Presi parte al concerto di Torino come rappresentante italiano. Pensai che fosse il momento giusto di uscire allo scoperto sebbene fossi sempre stato convinto che un artista doveva fare il suo mestiere senza mettersi in piazza. Quella volta sul palco c'erano artisti di fama mondiale come Bruce Springsteen, Sting, Youssou N'Dour, Tracy Chapman e Peter Gabriel. Fu proprio lui, con il quale avevo un rapporto di amicizia, a chiedermi di partecipare. Risposi di sì e peccai di ingenuità. Raccolsi un migliaio di presenze. Capii che anche il dissenso è interessante. Vorrei che la pace dei consensi non sia anche la pace dei sensi..."

Oggi si fa portavoce di un appello il cui eco è arrivato al Parlamento europeo. Cosa è cambiato in lei rispetto a quella volta?
"Succede che poi, ad un certo punto della vita, avendo avuto il successo, si cerca di rimetterlo sul tavolo da gioco. Non sono capace di cambiare il mondo e non ne avrei la presunzione. Comincio da un'isola circoscritta che è un mattone di questo pavimento che è il mondo".

Sarà anche perché sono cambiati i tempi?
"Credo di sì. Ho incontrato molti colleghi che si sono impegnati socialmente prima di me. Negli anni passati si aveva sicuramente più paura delle 'definizioni'. Difficilmente un artista per così dire 'impegnato' poteva farsi vedere in giro con una macchina costosa o acquistare una barca di 40 metri. De Gregori, ad esempio, diceva sempre: Non scrivete che sono impegnato e bravo. Scrivete che sono bello".

Sul palco della spiaggia della Giutgia, cuore della manifestazione, lei ha invitato grandi nomi della musica e dello spettacolo. Tutti hanno aderito con entusiasmo. Nella lunghissima lista di partecipanti, però, manca Fiorello. Come mai?
"Di tantissimi pregi che ha, Fiorello ha solo un unico difetto: la paura di volare... (ride). In realtà con lui esiste già un progetto molto ben delineato. E vedremo se riuscirà a superare la paura dell'aereo".

A proposito di viaggi, lei è appena rientrato da Bruxelles dove si è esibito all'Europarlamento...
"Non sono andato a Bruxelles per porre un problema di solidarietà o formulare un generico appello alla fratellanza. Sono andato a parlare di diritto, economia e sicurezza. L'immigrazione clandestina è un problema europeo e richiede una risposta europea".

Come si inserisce secondo lei Lampedusa nell'Unione?
"Lampedusa è un quartiere di Bruxelles, forse tra i più disagiati dell'intera Unione. Ma lì vivono cittadini europei come tutti gli altri. Cittadini che dovrebbero godere degli stessi diritti di chi vive in un qualunque altro piccolo o grande comune d'Europa. Perché il diritto non si misura in chilometri e non diminuisce con l'aumentare della distanza che ci separa dal cuore delle nostre Istituzioni".

Per finire, Baglioni, che cosa si aspetta da "O'scià"?
"Vorrei che fosse un motivo d'incontro e un terreno di buon gioco. Vorrei che non ci fossero schieramenti ma che, con umiltà e impegno, fossimo tutti dalla parte delle buone idee e della ricerca della soluzione. Noi cantanti, artisti e presentatori siamo dei trombettieri in un esercito che suona l'appello e - spero mai - la ritirata da questa battaglia".

Intanto, per l'importante rilievo sociale, O'scià ha ottenuto l'Alto Patrocinato della Presidenza della Repubblica, il patrocinio del Senato e della Camera dei Deputati, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Siciliana e dei comuni di Lampedusa e Linosa, ai quali si sono aggiunti il Patrocinio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e della Commissione Europea. E scusate se è poco.
E poi, un mese dopo, esattamente il 29 ottobre, Claudio Baglioni inizierà (da Rieti) la tournée che lo porterà in giro per l'Italia, prevalentemente in piccoli centri, ma che approderà anche a Roma al Palalottomatica per tre date: 19, 20 e 21 dicembre).

Baglioni a Rainews 24: "A Lampedusa la quarta edizione di O'scia per avvicinare le culture"
"Backstage" intervista Claudio Baglioni
Roma, 18 Set

Claudio Baglioni ha presentato ieri mattina a Roma la quarta edizione di O'scià - acronimo di Odori Suoni Colori d'Isole d'Oltremare - la manifestazione musicale nata e pensata dallo stesso cantautore che si svolge nell'isola di Lampedusa e che, dal 2003, vede la partecipazione di un folto gruppo di artisti con lo scopo di portare all'attenzione delle Istituzioni, dei media e dell'opinione pubblica un argomento delicato come quello dell'emergenza immigrazione, attraverso il linguaggio universale della musica.

Le tradizionali serate gratuite sulla spiaggia della Guitgia - 28, 29 e 30 settembre - saranno quest'anno precedute da due eventi speciali che si svolgeranno in Piazza Brignone il 23 e 26 settembre: il musical-varietà di Pino Insegno, Buonasera, buonasera! e un concerto dell'Orchestra Casadei. Partecipano all'edizione 2006, Francesco Baccini, Loredana Berté, Riccardo Cocciante, Cochi & Renato, Khaled, Teo Mammucari, Mango, Amedeo Minghi, Nada, Neffa, Neri Marcoré e tanti altri ospiti.

Per la prima volta, quest'anno, partecipano all'evento anche l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e l'associazione Amnesty International. Significative le parole di Laura Boldrini dell'UNHCR: "Da marzo siamo a Lampedusa e lavoriamo dentro i centri di assistenza perche' l'emergenza umanitaria e' qui". Attraverso la musica che e' un linguaggio universale - aggiunge - si cerca di far emergere soltanto il sintomo di un problema molto piu' grande: quella situazione di disagio che costringe molte persone a lasciare il proprio paese per intraprendere un viaggio pericoloso.

E proprio il viaggio è il tema dell'intervista che vi proponiamo. Claudio Baglioni ci racconta il senso e l'importanza dell'idea di viaggio nel suo lavoro e nella sua vita. E parla del rispetto necessario nei confronti degli altri, primi fra tutti i tanti viaggiatori che arrivano nel nostro paese dalle aree piu' povere del mondo. E che hanno il diritto di essere considerati prima di tutto uomini.

Claudio Baglioni "Il viaggio è il nostro percorso, è tutto quello che noi facciamo per colmare la distanza verso qualcosa, verso un'altra persona, verso la conoscenza, verso la verità, verso l'innocenza e forse il viaggio più lungo è quello tra noi, i nostri occhi e le stelle, quello che non riusciamo mai a colmare definitivamente. Il viaggio è fondamentale, non solo nella mia carriera, ma in tutta la mia vicenda di uomo, nella mia vita. Io ho scritto addirittura degli interi dischi che hanno il viaggio come pretesto, come contenuto, come metafora. Gira che ti rigira amore bello era un lungo viaggio attraverso l'Italia, un'Italia estiva, una specie di easy rider un po' facile, all'italiana; più tardi ho scritto un album che si chiama Viaggiatore sulla coda del tempo.

Domanda I protagonisti delle tue canzoni partono e in genere partono da soli, poi magari fanno tanti incontri però partono da soli.

Claudio Baglioni Perché credo che questo sia un po' la natura della nostra esistenza, in fondo nasciamo un po' da soli e spesso si dice che anche l'ultimo momento sia un momento di solitudine. Il resto sono tanti appuntamenti, alcuni lunghissimi, alcuni che hanno quasi il privilegio, il miracolo dell'eternità. Ma molti altri, la maggior parte, sono degli incontri brevissimi, a volte quasi impercettibili, infinitesimali. Eppure ognuno di questi ci cambia, ognuno di questi è fondamentale come se fosse un gioco di carambola, un gioco di biliardo, insomma la nostra pallina, o quella pallina che siamo noi, comunque viene urtata e si muove sul tappeto della vita in un modo assolutamente nuovo e forse a volte anche inatteso.

Domanda I tuoi concerti sono in realtà dei grandi viaggi. Questi incontri poi cosa rappresentano per te invece, come persona, cosa ti hanno dato in questi 40 anni anche di carriera?

Claudio Baglioni Mah, insomma, io penso che alla fine se dovrò un giorno fare il bilancio e contare e definire quale e' stato il mio successo, penso che sarà stato proprio quello di avere incontrato gli altri, di avere avuto l'affetto di tante persone. Il rammarico, semmai, e' quello di non riuscire, molte volte, a restituire questo affetto. Il mio e' un lavoro che mi ha insegnato veramente a rapportarmi con il mondo. Oggi il mio impegno è quello di cercare, quanto più possibile, di dire che l'essenza della vita è quella di spalancare le braccia verso le cose che non conosciamo, non averne paura, non averne diffidenza, anzi. E necessario cercare, a volte anche rischiando, di buttarsi nella mischia, perché, come diceva Vinicius de Moraes, la vita è l'arte dell'incontro.

Domanda Questo viaggio parte da Centocelle, non solo metaforicamente, ed è un viaggio che, almeno tu hai scritto e hai detto, viene fuori proprio per la volonta' di superare una timidezza che ti impediva di incontrare le persone. E' così?

Claudio Baglioni Sì, sì, probabilmente se non avessi fatto un lavoro così, per il quale non ero stato costruito, sarei molto diverso da quello che sono. Il mio è un mestiere pubblico, che certe volte mi mette ancora in difficoltà: perché alla fine, penso proprio che chi nasce timido muore timido. Questo lavoro mi ha costretto ad imparare, con una certa consapevolezza a darti da fare, a mischiarti, appunto, a metterti insieme agli altri. Io parto da quella condizione di estrema timidezza, e anche dalla voglia proprio di non essere cosi' per tutta la vita, di cercare di liberarmi da questa scorza. Io quest'anno festeggio i 40 anni della mia attivita' di scrittore di canzoni e la cosa che mi meraviglia è che sia durato così tanto e che ancora duri. Davvero una sorpresa continua e devo dire, a questo punto, ogni giorno in più è veramente un dono magnifico!

Il viaggio è sempre stato sinonimo non solo di propria conoscenza, di automiglioramento, ma anche di miglioramento del rapporto fra le persone, fra gli sconosciuti. Oggi come oggi è diventato invece, purtroppo, quasi simbolo dell'invasione, della paura dello straniero, "chi sarà il gringo? Non è come noi!", io penso che invece il viaggiatore non solo quello fisico, ma anche quello intellettuale, è la persona che effettivamente ha la possibilità, pur nel momento in cui sembra essersi fermato, di ricominciare a muoversi.
L'esperienza di "O' Scia'" è un po' questo: è prendere come contenuto base la migrazione di tante persone che arrivano dai luoghi della difficoltà, della disperazione, della carestia, della fame, e dire che noi dobbiamo ricominciare a viaggiare, specialmente noi paesi rivieraschi, quelli che si affacciavano e si affacciano nel Mediterraneo, questo mare di mezzo che è stato la grande autostrada che ha messo insieme e fatto nascere il mondo moderno, le grandi civiltà.
Ecco, oggi considerarlo un elemento di separazione sarebbe un errore clamoroso e anche antistorico. Detto questo, io ed altri miei colleghi cantanti, cantautori, musicisti e non solo, abbiamo deciso di metterci insieme, nell'isola di Lampedusa, luogo reale e simbolico dell'arrivo dei migranti nel nostro paese, per renderla un vero luogo di incontro.
Questo sarà il 4°anno. Parliamo, facciamo musica, facciamo festa, in maniera semplice, naturale, spesso realizzando cose inventate all'ultimo momento. Non è un festival, non ha la pretesa di rappresentare nessun tipo di musica: è la voglia di dire che più si viaggia con la testa, con il cuore e con i piedi, e meglio si sta!

Domanda Cosa puo' fare la musica dal punto di vista dell'incontro anche fra culture?

Claudio Baglioni La musica ha dalla sua il fatto di essere una lingua universale, quindi è facilmente parlabile, anche da persone che non si conoscono, da persone che hanno uno stile differente. E' uno dei primi collanti, è un po' come il mare: basta avere una barchetta, saper navigare. Basta avere un po' di voce, un po' di curiosità, un po' di energia e allora puoi trovarti insieme a tanti altri marinai!Fausto Pellegrini
 

Il Giornale 16 set
Baglioni: «Con O’ Scià porto il pop ai confini d’Europa» - di Paolo Scotti -

Per anni è stato solo il cantante dei sentimenti. Delle magliette fini, dei piccoli grandi amori. Una vena tanto melodica e carezzevole da mandare in sollucchero i fan, quanto in bestia i detrattori. Ma da qualche tempo Claudio Baglioni s'è scoperto diverso: «Ho 55 anni - considera lui -. Un'età in cui si comincia a pensare che, venuto il momento di abbandonare questo mondo, bisognerebbe lasciarlo un po' meglio di come lo si è trovato». Il ripensamento sociale del cantautore romantico si chiama O' Scià: un festival piccolo e prestigioso, che già da quattro edizioni Baglioni ha voluto ambientare in un posto impossibile, lontano dai circuiti convenzionali e quasi dalla vita civile, come l'isola di Lampedusa. «L'idea era quella di convogliare l'attenzione su questo angolo di mondo, il lembo d'Europa più a Sud che esista, per ricordare a tutti il dramma quotidiano che vi si svolge - quello dell'immigrazione clandestina - e, assieme, per offrire l'occasione a uomini e artisti diversi di conoscersi fra loro; di rompere attraverso la musica la reciproca diffidenza». Suggestiva la cornice (la bianca spiaggia di Guitgia), ragguardevole il cast (assieme a Baglioni si esibiranno, fra gli altri, Khaled, Baccini, Bertè, Cocciante, Di Michele, Fogli, Finizio, Mango, Ranieri, Raf, Tatangelo, Zarrillo), altisonanti le referenze (oltre il Presidente della Repubblica e quello del Consiglio, anche il Commissariato Onu per i Rifugiati ed Amnesty) per cinque giorni, il 23, il 26, e dal 28 al 30, di musica e riflessione.
Il bene che O' Scià sta facendo alla nostra isola è straordinario - rivela il sindaco di Lampedusa, Bruno Siragusa -. Ad esempio, richiamando l'attenzione dei media sui nostri problemi, ha ottenuto che il nostro centro di prima accoglienza potesse fornire assistenza professionale. E che il ministro delle infrastrutture, Di Pietro, promettesse di venire a constatare i nostri guai nel porto». Entusiasta di O' Scià è Laura Boldrini, del Commissariato Onu per i Rifugiati: «L'iniziativa di Baglioni umanizza un fenomeno sempre più spietato, che spesso viene strumentalizzato politicamente. Mentre invece è soprattutto una terribile tragedia umana». Certo, ne sono passate di note sotto i righi musicali, da quando l'ex disimpegnato artista venne fischiato a Torino (ricordate?) per aver «osato» comparire in un concerto di Amnesty International, accanto a colleghi socialmente superschierati come Sting o Peter Gabriel... «Fu una mia ingenuità calcare quel palco. Per un decennio m'ero tenuto in disparte. Ero convinto che un artista dovesse piacere a tutti, e per questo tenere nascosta la sua fede politica, religiosa, perfino calcistica. Ma poi avevo capito che era arrivato il momento di fare qualcosa. Magari sbagliando; ma comunque qualcosa». «E oggi - riflette la Boldrini - occuparsi d'un tema impopolare come quello dell'immigrazione clandestina, rischia d'essere un compito molto più scomodo». «In effetti cantare per la lotta contro i tumori è più facile - osserva lui -. Ma quando ci si espone per temi come questo viene sempre il sospetto che si compia solo un'operazione di marketing.
D'altra parte meglio fare, piuttosto che non far nulla». Riguardo i colleghi che molto prima di lui si fecero portavoce di battaglie civili, «ogni tanto qualcuno di loro mi diceva: “mi sono stufato. Ho fatto i soldi e non posso comperarmi nulla, perché sono un cantante politico”. Ora le cose sono cambiate. E gli artisti impegnati di allora hanno barche lunghe quaranta metri».

 

Il Gazzettino 16 Set.
di Giò Alajmo
Claudio Baglioni ha presentato ieri a Roma la quarta edizione di "O-scià", il Festival-laboratorio che porterà anche quest'anno una trentina di artisti sulla spiaggia della Guitgia a Lampedusa per tre giorni di spettacolo serale e per una serie di iniziative mirate a catalizzare l'attenzione sul popolo migrante che in piccoli gruppi affronta le tempeste e talvolta la morte per sbarcare sulle cosete dell'isola in cerca di un futuro.

Baglioni è andato fino a Bruxelles, a tenere un concerto, mercoledì scorso, nell'emiciclo che orspita i parlamentari europei, non «a dare risposte, che non ho, ma a porre domande», spiega.

«Credo sia andata molto bene. Il concerto è durato due ore nella sala piena di europarlamentari e ospiti a vario titolo, e credo di essere riuscito a dargli dei contenuti. Mi sembrava utile che in questo enorme castello delle distanze si cominciasse a parlare anmche di un'Europa civile e sociale e non solo di quella economica».

Al suo prossimo Festival "O-Scià" a Lampedusa hanno promesso di intervenire tanto il presidente del Senato Marini quanto il presidente dell'Unione Europea. Intanto fra i brani del concerto Baglioni ha inserito "Tieniamente", scritta dopo la strage di studenti in piazza Tien An-men.«L'avevo ripresa a Ventotene al concerto per quattro pianoforti con Rea, Piovani e Bacalov. Non mi sembrava male rifarla ora che tutti i nostri politici sono in Cina».

Ci si sente francamente un po' assediati, ma in fondo a Lampedusa arrivano ogni anno un terzo di clandestini in meno che alle Canarie. In Spagna che dicono?

«Ci sono quei provvedimenti un po' forzati di Zapatero, ma è quasi naturale che nasca una sorta di autodifesa da un fenomeno che non si controlla e che tutti sperano si esaurisca, che venga metabolizzato. Ma quello degli sbarchi via acqua è solo una piccola parte del fenomeno, quella più evidente. Altri arrivano da altre frontiere, e finiscono per lavorare in nero alimentando vari reati, dall'evasione fiscale, ad altri connessi. Ma è solo uno degli aspetti della malattia del mondo. Al dramma dei morti si agiunge la paura e l'insoddisfazione di chi è toccato da vicino dal fenomeno e la paura di quanti sono informati dai media in maniera superficiale. Alla fine è uno scontro fra due paure».

Stai registrando nei tempi morti il nuovo album. Si parla di un progetto di cover. Cos'è? "Anima mia 2 la vendetta"?

«Non proprio - ride Claudio - è una cosa cominciata un po' per gioco, a Macerata, andando sull'onda dei ricordi, facendo cose anni '60. Poi in sala di registrazione abbiamo cominciato a mettere giù questi pezzi e siamo arrivati a 29, una scelta sentimentale, fatta di canzoni che mi hanno entusiasmato e che sento vicine, tutte italiane. È via via abbiamo scoperto che si poteva passare con coerenza da Zambrini, che scriveva per Morandi, a Tenco, Endrigo, e che questa era l'ultima era della canzone "riconoscibile". Ora non so cosa farne. C'è Bacalov che mi ha riscritto due versioni sinfoniche di "Canzone per te", Lombardi che ha registrato a Praga con l'orchestra sinfonica... ho due brani della Caselli, "Insieme a te non ci sto più" scritta da Conte, un altro di Soffici, devo scegliere cosa mettere nell'album e cosa no».

Magari le provi in tour...

«Non lo so. Può essere. Il tour dovrebbe essere piuttosto un greatest hits, recuperando anche le sonorità e gli arrangiamenti di un tempo». La partenza è il 29 ottobre da Rieti. Il 4 e 5 dicembre sarà a Verona e il 9 e 10 al Palaverde di Villorba.

Tornando a "O scià". Siamo al quarto anno. Che succederà?

«La faremo dal 28 al 30 settembre, ma prima ci saranno due giorni di gioco, il 23 con una storia del musical italiano fatta da Pino Insegno e il 26 una grande festa da ballo in piazza con la mitica Orchestra Casadei e poi i tre giorni consueti con Khaled, Panariello, Cocciante, Ranieri, Minghi, Zarrillo, Neri Marcorè, Cochi e Renato, Loredana Bertè, Raf, Renga, Tatangelo, Baccini, Mammucari, Nada, Vallesi, Nair, Aida Satta Flores, Grazia Di Michele, Luisa Corna, Fichi d'india, Neri per caso, Finizio, Pago, Panceri, Alan Sorrenti e altri. Una trentina di artisti di ogni genere che mescoleranno le carte sera dopo sera. Giorgio Panariello dice che è un mese che sta preparando una cosa. Sono molto preoccupato».

Il sindaco di Lampedusa non ha apprezzato la marcia su Lampedusa dei sindacati. Preferisce i concerti in spiaggia?

«So solo che mi ha detto che non era stato informato nè convocato al dibattito. Però io penso che ci sia bisogno di ogni iniziativa utile. Alla nostra saranno presenti Amnesty International che ha aperto una campagna sui "bambini invisibili" dei centri di accoglienza e l'ufficio delle Nazioni Unite per i rifugiati».

Per O-scià hai ricevuto critiche da destra e da sinistra...

«Quando si finisce per spiacere a tutti forse vuol dire che si è indipendenti davvero, non tanto sopra quanto fuori dalle parti. Ci terrei a conservare questa indipendenza. Ho avuto il patrocinio del governo Berlusconi e del presidente Ciampi e ce l'ho di quello di Prodi e del presidente Napolitano».

Maligni dicono che il tuo impegno a Lampedusa è perchè si chiuda un occhio sulla tua casa in odore di abusivismo...

«Ho visto dire e scrivere molte bugie - ci scherza su Baglioni - intanto perchè la casa non è mia anche se vorrei abitarla perchè mi piacerebbe stare in una zona di confine, poi perchè non è vero. Si tratta di cose già legittimate in passato dalla sovrintendenza. Mi sono laureato studiando il recupero della bellezza, sarebbe una bella incoerenza».

Non trovi curioso il fatto che il vecchio cantore romantico considerato democristiano e papalino si ritrovi una bandiera d'impegno in mano, e che i cantautori bellicosi degli anni '70 siano quasi spariti?

«È la vita, non ci facciamo mancare niente. Io sempre pensato che l'impegno degli artisti non fosse solo nei contenuti di ciò che fanno, ma anche in quello che fanno nella vita quotidiana. Ci sono stati artisti visionari che non hanno mai scritto una sola parola politica, ma sono stati fondamentali per la cultura. Vedo anche che molti barricaderi di una volta se ne vanno oggi in vacanza su lunghe barche... Io non sono nè un pasionario nè altro. Pensavo che dopo gli anni '90 mi sarei tirato fuori dalla congrega come Battisti o Mina, poi ho capito che il mio vero successo era incontrare il mondo».

kataweb 15 Set.
Claudio Baglioni - O'Scià - Respiro ai diritti umani
A Lampedusa il 28, 29 e 30 settembre, tre serate di musica e ospiti per non chiudere gli occhi. Mai.
di Katia Riccardi

E' un festival scalzo, O'Scià!, isolato dagli altri festival e isolano. E' nato e vive a Lampedusa dove può cantare a voce alta, senza disturbare i vicini. Che arrivano, devono arrivare, numerosi a fare il coro. "O'Scià! vuol dire respiro in dialetto, ma è anche l'acronimo di Odori, Suoni, Colori di Isole d'Altomare" ha spiegato Claudio Baglioni, il suo ideatore. Che prima si è innamorato dell'isola e del suo mare, poi ne ha visto le ferite e alla fine ha deciso di intervenire, cantando e facendo cantare. Nel tentativo di attirare con suoni e rumore, l'attenzione di quanti più possibile sui sui diritti umani, quelli degli immigrati clandestini e quelli degli abitanti di Lampedusa. "Perché non prevalga questa assurda lotta fra due paure contrapposte - ha detto Baglioni che è appena rientrato da Bruxelles dove ha suonato all'Europarlamento per sensibilizzare sul tema istituzioni, mondo politico e opinione pubblica europea -, la nostra paura di perdere il benessere acquisito e quella degli altri di non arrivare nemmeno all'antipasto dello stesso benessere". Tre giorni di note dunque - il 28, 29 e 30 settembre - aperte a tutti. Consigliate a tutti. "Per noi l'importante è l'accoglienza, che inizia nel momento stesso in cui gli ospiti atterrano qui - ha detto ancora il cantante romano -. Perché è un tipo di atmosfera che vogliamo raggiungere. Che sia spontanea, umana, lontana da schemi di divismo che circondano troppo spesso altri generi di manifestazioni"

"L'immigrazione clandestina - ha spiegato Baglioni - è un problema europeo e richiede una risposta europea. Lampedusa è un quartiere di Bruxelles, forse tra i più disagiati dell'intera Unione. Ma lì vivono cittadini europei come tutti gli altri. Cittadini che dovrebbero godere degli stessi diritti di chi vive in qualunque altro piccolo o grande comune d'Europa. Perché il diritto non si misura in chilometri e non diminuisce con l'aumentare della distanza che ci separa dal cuore delle nostre Istituzioni". Alla conferenza stampa di presentazione era presente anche il sindaco delle Pelagi, Bruno Siracusa, che ha ringraziato, sincero, tutti. I presenti, gli artisti, chiunque abbia fatto qualcosa per portare attenzione sulla sua isola meravigliosa e disagiata. "Le donne non possono partorire qui, devono prendere la nave. E le navi non arrivano sempre. Qui invece arrivano i clandestini e qui, troppo spesso, ci arrivano morti". Soprattutto il sindaco ha ringraziato Baglioni, Claudio, un amico ormai. Un uomo che, se negli anni Settanta era considerato un artista non impegnato, oggi quel marchio l'ha buttato via, lontano, oltre "Ho sempre pensato che un artista dovesse essere libero - ha concluso Baglioni -. E che l'arte fosse libera. Ci tengo però che anche O'Scià! resti sopra le parti. Trattiamo un argomento scomodo come quello dell'immigrazione. Ma è difficile restare indifferenti e vale la pena schierarsi, se vuol dire schierarsi dalla parte delle buone idee".

E a schierarsi questa volta sono stati in tanti. Amnesty International: "Lampedusa deve essere famosa in Europa e nel mondo per le sue bellezze e non per essere citata nei ricorsi alla Corte europea dei diritti umani, deve essere un luogo che i difensori dei diritti umani possano considerare un esempio. Siamo convinti che Claudio Baglioni possa essere il miglior portavoce di questo progetto". Ma non solo. A sostegno di O'Scià! anche L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati che lavora all'interno del centro di primo soccorso e smistamento di Lampedusa dallo scorso marzo e fornisce informazioni sul diritto d'asilo e assistenza. E ancora l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il Patrocinio di Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli Affari Esteri, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero della Giustizia, Ministro delle Politiche Giovanili e le Attività Sportive, Regione Siciliana, Comune di Lampedusa e Linosa.

Sulla spiaggia della Guitgia, che vuol dire non a caso approdo, saranno sul palco insieme a Claudio Baglioni, oltre a Fabrizio Frizzi nelle vesti di ospite-conduttore anche: Francesco Baccini, Loredana Bertè, Riccardo Cocciante, Cochi e Renato, Luisa Corna, Grazia Di Michele, Khaled, Fichi D'India, Gigi Finizio, Riccardo Fogli, Francesco, Teo Mammuccari, Mango, Antoine Michel, Amedeo Minghi, Nada, Nair, Neffa, Neri Marcorè, Neri per caso, Pablo e Pedro, Pago, Giorgio Panariello, Gatto Panceri, Raf, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Aida Satta Flores, Alan Sorrenti, Anna Tatangelo, Paolo Vallesi, Michele Zarrillo. Per cantare insieme, e farsi sentire il più lontano possibile.

Bruxelles 13 Settembre 2006 - Il vento di O'Scia'ha portato le note al Parlamento Europeo

da Famiglia Cristiana
"Voce di chi non ha voce"
di Claudio Baglioni

Vengo senza bandiere, senza colori, senza tessere di partito. Senza pretendere di suggerire visioni politiche, senza forzature ideologiche, libero da orientamenti pregiudiziali. Vengo come ambasciatore di domande, non come possessore di risposte. Vengo a chiedere, non a portare soluzioni. Vengo nel cuore istituzionale d’Europa -al fianco dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e di Amnesty International- per sollecitare Istituzioni, forze politiche, media e opinione pubblica ad una riflessione autentica, profonda e non di circostanza su un dramma che riguarda il presente, ma anche l’equilibrio e lo sviluppo futuro del nostro continente e dell’intera area del Mediterraneo: il dramma dell’immigrazione clandestina.
“O-scià”(*), UNHCR e Amnesty, non sono qui per porre un problema di solidarietà o formulare un generico appello alla carità o alla fratellanza. Sono qui per parlare di diritto, economia, sicurezza. Per chiedere all’Europa di garantire a tutti –anche ai migranti: minori, donne, uomini- quei diritti universali e inalienabili che sono propri di ogni uomo, senza esclusioni, né eccezioni; di concorrere a costruire opportunità di sopravvivenza, lavoro e sviluppo per quei Paesi dai quali sono più forti le spinte migratorie; di farsi esportatrice di pace, libertà, sicurezza e stabilità per tutte quelle aree che vivono un insostenibile e preoccupante deficit di tali valori.
Alle porte dell’Europa che ha tutto e può tutto, bussa chi ha nulla e può nulla. Lo abbiamo fatto anche noi, quando eravamo poveri e senza prospettiva. E non esiteremmo a rifarlo se si rendesse di nuovo necessario. A ciò si aggiunge il fatto che, oggi, la società globalizzata non ammette più oasi verdi, zone franche o compartimenti stagni. Se, quindi, da un lato c’è l’urgenza di puntare a rimuovere le cause di quell’immigrazione che è volano di disagi, tensioni e squilibri, dall’altro c’è bisogno di una legislazione aperta e intelligente, capace di regolamentare accessi e presenze, tenendo conto anche di precise lacune ed esigenze delle economie continentali. Da noi la domanda di manodopera di imprese e famiglie (lavoro domestico, assistenza ad anziani e malati) cresce, e, con essa, cresce il bisogno di combattere piaghe quali lavoro nero e sfruttamento di donne e minori.
Perché l’Europa? Perché Lampedusa non è una zattera rocciosa alla fonda in un tratto di mare più vicino all’Africa che all’Europa. E’ un quartiere di Bruxelles. Un quartiere periferico, certo, per molti aspetti, forse, tra i più disagiati dell’intera Unione. Ma lì vivono cittadini europei come tutti gli altri. Cittadini che dovrebbero godere almeno di pari diritti (visto che non si può parlare di pari opportunità) rispetto a chi vive a Parigi, Londra, Berlino o in qualunque altro piccolo o grande comune d’Europa. Perché il diritto non si misura in chilometri e non diminuisce con l’aumentare della distanza che ci separa dal cuore delle nostre Istituzioni.
L’immigrazione clandestina è, dunque, un problema europeo ed esige una risposta europea. “O scià”, UNHCR e Amnesty sono qui per sollecitare tale risposta. Ma lampedusano ed europeo -nell’intenzione almeno- è anche chi bussano alle nostre porte nella speranza di trovare ciò che nella sua terra gli è negato: libertà, pace, salute, lavoro. In una parola: futuro. Non lo chiede formalmente, certo. Non ne avrebbe il tempo. In nessun caso. Lo chiede di fatto, nel modo più urgente e drammatico. Abbandona tutto -terra, casa, famiglia, affetti- e impegna tutto per rischiare la vita in mare aperto, su un relitto sul quale nessuno di noi metterebbe piede, nemmeno se fosse saldamente ancorato in porto. Cerca di eludere i controlli e raggiungere, a qualunque costo, l’estrema periferia sud di Bruxelles: Lampedusa, appunto. Riusciamo a immaginare una domanda più pressante e definitiva? Non è una semplice richiesta di aiuto. E’ un urlo lacerante, che risuona dal Mediterraneo al Mare del Nord. Possiamo continuare a fingere di non udirlo?
E’ singolare che, parlando di clandestini, ci si soffermi sempre sui problemi costituiti dal loro ingresso e non ci si interroghi mai sulle ragioni del loro fuggire dai paesi d'origine. Perché? La domanda non è mia. E’ di Papa Benedetto XVI. L’ha formulata lo scorso ottobre, in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Credo sia la domanda fondamentale. Migrare in queste condizioni non è una scelta. Al contrario: lo fa chi non ha scelta. In presenza di un’alternativa, nessuno rischierebbe tanto. Ebbene, l’Europa politica è chiamata a lavorare per costruire quell’alternativa. Se non per solidarietà, per necessità. Chiudere le porte non è solo inaccettabile dal punto di vista etico: è anche tecnicamente impossibile e, per molti aspetti, può risultare addirittura economicamente controproducente. La cronaca quotidiana lo dimostra. In Europa e in tutto il mondo. Per questo “O-scià”, UNHCR e Amnesty sono insieme a Bruxelles, per chiedere politiche illuminate e lungimiranti in grado di ristabilire il diritto, garantire pari dignità e pari opportunità a chi c’è e a chi arriva e costruire le condizioni politiche, sociali ed economiche per le quali migrare torni a essere un’opportunità e non una scelta di sopravvivenza. Un compito difficile, certo, ma –come la storia dimostra- non impossibile. Anche perché, quando la causa è alta, l’uomo si scopre capace di coprire qualunque distanza. Claudio

radiowebitalia.it 15 Set.
“Emozione europea” con Baglioni in Parlamento per l'immigrazione

15/09/2006 - Bruxelles - Aveva promesso “una grande emozione” Lilli Gruber inoltrando gli inviti al concerto di Claudio Baglioni nell’Emiciclo del Parlamento europeo, “un’iniziativa insolita, ma estremamente importante per la sensibilizzazione ai tanti problemi dell’immigrazione, soprattutto clandestina, e per avvicinare i cittadini all’Europarlamento”. E la promessa è stata largamente mantenuta.

“Sono emozionato… Erano anni che non potevo dire - se non mentendo - sono emozionato”, sono state infatti le prime parole che Claudio Baglioni ha rivolto ad un’Aula della Plenaria al gran completo come non mai, la bandiera blu a dodici stelle, vigile, alle sue spalle.

“Claudio, che ha avviato sull’isola di Lampedusa la tregiorni ‘O’scià’, è ben noto per il suo impegno su questo tema riguardo al quale oramai nessuno può più far finta di niente”, ha proseguito la deputata promotrice dell’iniziativa insieme al collega francese Jean-Marie Cavada, che ha elogiato il cantante italiano “per aver superato le frontiere nazionali ed aver varcato quelle dell’Europa con l’intento di attirare l’emozione della gente su questa tragedia”. Una tragedia che si compie da anni, e continua a compiersi, sulle coste della Sicilia, di Malta, della Spagna, particolarmente durante l’estate.

“Quest’anno, mentre noi tutti eravamo sulla spiaggia a goderci le vacanze, sono morte almeno 3000 persone che cercavano di sbarcare sulle nostre coste”, ha riferito il vicepresidente della Commissione Franco Frattini - che ha patrocinato l'iniziativa, insieme a Pialuisa Bianco, direttore dell'Istituto italiano di Cultura - e ne ha ringraziato Baglioni, “con la cui poesia e musica molti di noi sono cresciuti”.

“E' bello che non si voglia spegnere la luce su questa febbre di un mondo terrorizzato dal fatto di non arrivare ad una esistenza decente”, aveva dichiarato Claudio incontrando un'ora prima i giornalisti. "Il Parlamento europeo è il palcoscenico dove si può sognare di far passare una grande utopia, quella che un giorno non tanto lontano gli uomini possano viaggiare in un mondo sufficientemente parificato nelle aspettative di vita". Gli esseri umani hanno diritto a raggiungere la felicità. Per far questo, non si può stare soli, bisogna unirsi, essere solidali. “E poichè, come diceva Vinicio De Morales, 'la vita è l'arte dell'incontro', noi ci incontriamo a Lampedusa con 'O'scià'”.

“O'scià” è una 'tregiorni' di festa che si tiene, oramai da quattro anni, nell'isola siciliana alla fine di settembre, promossa dal cantante romano ma con la partecipazione di tanti altri artisti, italiani e stranieri. “Un modo per incontrarsi perché purtroppo non lo si è ancora imparato a fare su questa terra”.
In dialetto lampedusano “O'scià” significa “fiato mio”, “la più bella cosa che si possa dire a qualcuno a cui vogliamo bene. Ed ogni uomo è un fiato, la cosa più importante della vita”.

“Quelli come me - ha proseguito Claudio - che fanno il mio mestiere, già fortunati di per sè, sono solo i 'trombettieri' di questo esercito che lotta per il miglioramento del mondo, come i parlamentari europei. Noi diamo solo la carica.
Il vero impegno di un artista non è solo nei contenuti del proprio lavoro ma nelle attività ulteriori della propria esistenza, soprattutto quelle condotte per essere utili alle sorti di coloro che sono sottoposti a mille angherie, o coloro che abitano nei posti di frontiera e ne prendono il peggio. Come a Lampedusa”.

E finalmente, dopo tante dichiarazioni, il “Parlamento” è diventato un “cantamento” (parola di Claudio!!!). Subito risuonano dal pianoforte le note dell'inno europeo, l’”Inno alla gioia” di Beethoven, “Avrai” (perchè ogni essere umano merita qualcosa in più), “Poster”. Poi, alla chitarra, “Un mondo a forma di te”, “Io dal mare”, (tutti noi veniamo un po' dal mare, come i disperati sui barconi). Ed ancora “Tienammen” (“la memoria, che qualcuno tenta di toglierci, è importante), “Va'”, in inglese, "Nel sole nel sale nel sud" perchè tutto il mondo ha il suo meridione), "Ninna nanna", "Pace", l'inno delle Olimpiadi di Torino 2006.

Un Baglioni “giovane” - sembra che per il suo animo gli anni non passino - si intrattiene con un pubblico di ben 1500 persone. Semplice nei modi e profondo nei contenuti, colto, un'autoironia sottile ed elegante, una comunicativa sperimentata da chi scrive anche durante le prove (che straordinario privilegio, che emozione anticipata!). Fiore all'occhiello di un panorama musicale nostrano che non sempre fa rima con impegno sociale, cultura e “proprietà di linguaggio”.

Con “Tu come stai” in francese la prima standing ovation. Gli europarlamentari, il commissario Frattini, il sindaco di Lampedusa, tutti sono in piedi, applaudono: l'emozione non si può più contenere.

“Tutti qui” in spagnolo, “La vita è adesso” e... “Questo piccolo grande amore”: un boato in Plenaria!!! Ed il primo coro, che prosegue con “Amore bello”, “E tu”, “Sabato pomeriggio”, “Volare” di Mimmo Modugno (E' la canzone con la quale concludiamo 'O'scià'), “Mille giorni di te e di me”.

Il saluto - dopo un'ora e mezza di concerto senza pausa - non poteva non essere con “Strada facendo”. Pezzi di umanità per far qualcosa per l'umanità, anche con la musica. Perchè “un uomo non è un'isola" e "ogni respiro è un uomo”.

Il Gazzettino 14 Set.
Baglioni al Parlamento di Bruxelles-Claudio le canta all'Europa

Il Parlamento europeo trasformato in "cantamento", e mille e cinquecento persone riunite nell'emiciclo della casa dei cittadini europei per ascoltare la voce di Claudio Baglioni. Si presentava così ieri sera la sala dove normalmente si discutono le norme UE, e che ha ospitato, per la seconda volta dalla sua inaugurazione nel 1995, un evento musicale.

Undici anni fa fu Herbert von Karajan, ieri è stata la musica leggera italiana a essere protagonista. Il motivo per cui Baglioni è stato invitato a cantare a Bruxelles però non è affatto leggero: il cantante romano è portabandiera dei gravi problemi legati all'immigrazione, fenomeno che è in testa all'agenda delle priorità politiche dell'Unione europea.

La sua iniziativa "O scià" - che da quattro anni porta sull'isola di Lampedusa cantanti italiani e non - ha l'obiettivo di puntare i riflettori dei media e le coscienze dei cittadini sui problemi che quest'isola in mezzo al Mediterraneo sta affrontando da quando l'immigrazione clandestina è diventato un fenomeno di grandi drammaticità e urgenza.

Estate 2006: diecimila immigrati africani sono sbarcati illegalmente in Italia a Lampedusa. Molti altri sono morti durante la traversata della speranza. La criminalità organizzata sfrutta e approfitta di questo fenomeno.

«Il problema dell'immigrazione, di questi viaggi disperati di persone che gettano nel mare le loro ultime speranze, è uno dei problemi più gravi che l'umanità sta attraversando», ha detto Baglioni ai numerosi giornalisti italiani e stranieri che hanno presenziato alla conferenza stampa prima del concerto. «C'è però ancora un grande problema culturale che dobbiamo superare - ha continuato Baglioni - perché dobbiamo capire che il nostro prossimo non è una persona diversa e lontana, ma è colui che stiamo per incontrare». Il tema dell'incontro è alla base dell'iniziativa "O Scià" (un saluto che in dialetto di Lampedusa vuol dire "mio respiro"): come ha specificato il cantautore, citando Vinicio de Moraes, «la vita è l'arte dell'incontro, e Lampedusa è l'isola dell'incontro». Fare riflettere sul fenomeno immigrazione in una delle sue declinazioni più attuali serve, secondo l'artista, a fare capire che gli infelici stanno sulle due sponde del mare che li divide: chi è disperato e cerca una via migliore, e chi soffre per questo fenomeno, come i lampedusani. L'isola, che ha sempre vissuto di turismo, è stata abbandonata sia dai villeggianti, sia dallo Stato italiano, come lo stesso Baglioni sottolinea. «Vorrei essere utile non solo per chi emigra - ha detto Baglioni - ma anche per chi abita nei posti di frontiera, come la gente di Lampedusa e non solo».

La scaletta del concerto ha incluso sia grandi successi storici come "Poster" o "Strada facendo", sia canzoni più impegnate come "Pace" o "Tienanmen". L'impegno per Baglioni però non passa soltanto attraverso i contenuti delle canzoni, ma per quanto si fa nel resto delle propria vita: «Classificare gli artisti come più o meno impegnati è cosa degli anni '70», facendo presente che «noi cantanti siamo come i trombettieri, che suonano la carica» mentre i soldati sono la gente comune.Matteo Manzonetto

Il Gazzettino 14 Set.
Frattini: in un'estate morti tremila clandestini

BRUXELLES - Nell'estate che si sta chiudendo sono morte «probabilmente tremila persone» tra coloro che cercavano di arrivare da clandestini alle coste europee. Lo ha affermato il vicepresidente della Commissione Ue Franco Frattini. Si tratta, ha osservato Frattini a margine della presentazione del concerto che Claudio Baglioni terrà Bruxelles, di più del doppio delle vittime della altra «grande tragedia» di questi mesi estivi, e cioè della guerra in Libano. «Il concerto - ha affermato Frattini - è un richiamo forte all'Europa per ricordare ancora una volta il dramma quotidiano della disperazione di coloro che cercano una vita migliore. È su questo terreno - ha sottolineato il vicepresidente della Commissione Ue - che si misura «la capacità dell'Europa di essere davvero attore sulla scena internazionale».

Corriere Adriatico 14 Set.
Claudio Baglioni per l'immigrazione

BRUXELLES - "Erano anni che non dicevo "sono emozionato", perchè ormai in questo mestiere ho fatto un po' il callo. Ma sicuramente questa non è una sede ordinaria e diventa straordinaria per la questione che stiamo affrontando". Così Claudio Baglioni ha definito le sue sensazioni ieri prima dell'inizio del concerto nell'emiciclo del Parlamento europeo per sensibilizzare le istituzioni europee e l'opinione pubblica sulla dramma dell'immigrazione clandestina.

Il concerto è stato organizzato da Lilli Gruber, relatrice all'Europarlamento per i temi riguardanti il piano d'azione sull'immigrazione legale, insieme al presidente della commissione Libertà civili, il liberaldemocratico francese Jean Marie Cavada. Baglioni è impegnato da anni su questi temi e dal 2003 ha lanciato un evento-esperimento musicale, 'O' Scià", che si tiene annualmente a Lampedusa.

Baglioni, in una conferenza stampa, ha spiegato come la musica e gli artisti possano avere un ruolo per "incontrarsi perchè attraverso la conoscenza delle differenze si possano superare le diffidenze". "Qui - ha aggiunto - c'è un ideale esercito non violento e in mezzo a tanti soldati servono anche dei trombettieri".

ADUC 14 Set.
Ue. Baglioni all'Europarlamento canta il dramma degli immigrati

Il dramma quotidiano degli immigrati clandestini che approdano a Lampedusa è "un sintomo, una febbre, di una malattia molto più grande, una grande tragedia dei nostri giorni su cui noi vogliamo che non sia spenta la luce". Così il popolare cantante Claudio Baglioni ha illustrato, con una conferenza stampa ieri a Bruxelles, le motivazioni del suo impegno, vecchio ormai di quattro anni, per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema dell'immigrazione clandestina, sulle tragedie umane che comporta, sulla situazione difficile in cui si trovano gli avamposti dell'Europa, come le Canarie, Malta e la stessa Lampedusa, nel sostenere quasi da soli l'impatto di questo fenomeno epocale, senza che l'Ue sia ancora capace di farsene carico. Un impegno che culmina stasera con il concerto nell'emiciclo del Parlamento europeo a Bruxelles, organizzato per iniziativa dell'eurodeputata Lilli Gruber (indipendente Pse).
Baglioni ha definito sé stesso "trombettiere di un esercito non violento". Rispondendo a un cronista, ha detto di credere che la legge Bossi-Fini sull'immigrazione illegale "abbia bisogno di un aggiornamento, di una correzione", lamentando anche che non ci sia in Italia "neanche una legge chiara sul diritto d'asilo". Ci sono poi, ha aggiunto il cantante, "altri buchi che vanno riempiti". Ma, ha osservato, "non vorrei che il problema diventasse solo di difesa da chi arriva, con nuove barriere da erigere e nuovi fossati da scavare". In Italia, ha concluso, sulla questione dell'immigrazione clandestina "c'è troppa logica di schieramento".
Si tratta, invece, di un problema di tutti, che non solo in Italia, ma in tutta Europa dovrebbe essere tolto dall'agone politico dei fronti contrapposti di destra e di sinistra, secondo il presidente della commissione Libertà pubbliche dell'Europarlamento, il francese Jean-Marie Cavada, presente alla conferenza stampa. Proprio per il fatto che "è utile a livello elettorale", questo tema viene gelosamente mantenuto fra le competenze nazionali degli Stati membri, mentre, ha sottolineato Cavada, sarebbe necessario delegare all'Europa una parte delle decisioni in materia, almeno nei settori del governo dell'immigrazione illegale e della guardia costiera, come chiede, finora inascoltata, la Commissione Ue.
"Bisogna che i paesi europei dichiarino lo stato di urgenza per l'immigrazione, e decidano una pausa nella lotta politica interna su questo tema, che appartiene alla politica internazionale, e non alla politica interna", ha concluso Cavada.
 

da tgcom 13 Set.
Baglioni, concerto a Europarlamento
Live dedicato al problema clandestini

Claudio Baglioni si esibisce oggi da un palco insolito, quello dell'Europarlamento di Bruxelles, in un "live" dedicato al problema dell'immigrazione clandestina. Il cantautore, che canterà anche al festival "O' scia" a Lampedusa, dal 28 al 30 settembre è sensibile da tempo alla tematica. "Perché l'Europa? - si chiede Baglioni, - perché Lampedusa è un quartiere di Bruxelles".
Il concerto di Baglioni segue di qualche mese quello del colombiano Juanes contro le mine anti-uomo. Sarà un live organizzato dal Lilli Gruber, insieme al presidente della commissione Libertà civili, il francese Cavada.
Durante l'esibizione Baglioni pronuncerà anche un intervento, che sarà pubblicato da Famiglia Cristiana, per "sollecitare istituzioni, forze politiche, media e opinione pubblica a una riflessione autentica, profonda e non di circostanza su un dramma che riguarda il presente, ma anche l'equilibrio e lo sviluppo futuro del nostro continente e dell'intera area del Mediterraneo: il dramma dell'immigrazione clandestina".
La presenza di Baglioni all'Europarlamento è stata richiesta "per chiedere all'Europa di garantire a tutti - anche ai migranti: minori quasi sempre invisibili, donne, uomini - quei diritti universali e inalienabili che sono propri di ogni uomo, senza esclusioni, nè eccezioni.
"Perché l'Europa? - è la domanda che si pone il cantautore - Perché Lampedusa non é una zattera rocciosa alla fonda in un tratto di mare più vicino all'Africa che all'Europa. E' un quartiere di Bruxelles". "Quindi O' Scia" - ha detto - "sarà in grado di ristabilire il diritto, garantire pari dignità e pari opportunità a chi c'é e a chi arriva e costruire le condizioni politiche, sociali ed economiche per le quali migrare torni a essere un'opportunità e non una scelta obbligata per la sopravvivenza".

Lampedusa - aspettando O'Scia'

 Claudio Baglioni
Claudio Baglioni al Corriere della sera 24/08/2006
( http://www.patapan.it/patapanpass/images/Articolo_Corsera.pdf  )
Il caso
Baglioni replica al «Secolo»: la tre giorni di musica a Lampedusa è un modo per sensibilizzare la politica

La polemica, come il sale, dà sapore. Ma un piatto di solo sale sarebbe immangiabile. In politica, però, sempre più spesso accade. Tempo prezioso si spreca a battibeccare. Mentre il cronometro della storia corre avanti. E i problemi si fanno ingovernabili. L'immigrazione clandestina è uno di questi. Un dramma per i Continenti della disperazione, i cui figli, cercando un senso alla parola «futuro», a rischio della vita, approdano sulle coste dell'occidente ricco. Un dramma per noi. Se non saremo capaci di politiche illuminate, dovremo affrontare gli squilibri e le tensioni, creati da una insostenibile pressione migratoria. Un dramma, dunque, non solo africano. E che richiede una risposta europea.
Non sono un politico, non sono un economista, non sono uomo di governo. Sono un musicista. Non spetta a me individuare certe soluzioni. Non ne ho gli strumenti, né il ruolo. Quello che posso fare - e faccio - è sollecitare una riflessione, sottolineare un'urgenza, richiamare a una assunzione di responsabilità.
Per questo, da quattro anni organizzo una manifestazione che si chiama «O-scià». Tre serate, gratuite e aperte a tutti, di musica dal vivo sulla spiaggia della Guitgia a Lampedusa. L'obiettivo è semplice e non accetta censure: invitare Istituzioni, forze politiche, media e opinione pubblica a non trascurare l'emergenza immigrazione clandestina e a unire intelligenze ed energie per individuare ipotesi di soluzione. Non rappresento, non sponsorizzo, né propongo alcuna linea o visione politica. Conosco il disagio di chi vive e il dolore di chi approda a Lampedusa e, in nome di quel disagio e di quel dolore, chiedo: cosa si può fare? Un primo risultato è stato ottenuto. Il 13 settembre prossimo, a Bruxelles, si terrà una conferenza stampa internazionale su questo tema e un concerto, nell'emiciclo dell'Europarlamento, per sollecitare le Istituzioni europee a non considerare l'immigrazione clandestina un male necessario e inevitabile.
Lo faccio senza la protezione di alcuna sigla, senza sventolare alcuna bandiera, semplicemente in nome del bisogno che questa nostra umanità ha di darsi più umanità. Mi permetto di sfruttare la visibilità che la mia condizione privilegiata mi concede per chiedere alla politica di fare ciò per cui è nata: affrontare e, possibilmente, risolvere i problemi e concorrere a costruire un mondo migliore. Lo so: l'indipendenza, almeno in politica, non paga. Non c'è scandalo nemmeno in questo. Non ho mai avuto tessere e non ho mai sbandierato fedi. Ho scontentato tutti e mi sono esposto agli attacchi di tutti. La mia «maglietta fina» è stata nera, rossa, bianca e verde a seconda della convenienza di chi mi giudicava. Fa parte del gioco. Va bene così, anche perché il persistere di certe valutazioni dimostra che non ho mai abdicato alla mia coerenza e alla mia libertà di pensiero.
In questa vicenda sto dalla parte dei dimenticati. I lampedusani: da sempre italiani di serie B, dei quali ci ricordiamo solo durante la dolorosa stagione degli sbarchi. E il popolo, senza passato e senza futuro, delle carrette del mare. Mi piacerebbe davvero che, di fronte a un dramma di questa portata, ci scoprissimo capaci di mettere da parte le divisioni e capaci di unire sforzi, intelligenze, energie per approdare a soluzioni per una prospettiva migliore. Per il futuro di chi c'è e per quello di chi arriva. Magari costruendo un mondo nel quale per sopravvivere non si sia costretti ad abbandonare la propria terra. E, soprattutto, mi piacerebbe che, almeno una volta, dimostrassimo che, quando il dito indica la Luna, non siamo tra quelli che si perdono a guardare il dito. di Claudio Baglioni

Il Giornale 24 Ago.
Fa polemica il festival di Baglioni

Claudio Baglioni sale sul palco per sensibilizzare sul tema dell'immigrazione ed è subito polemica. Il cantante infatti ha annunciato che su invito di Lilli Gruber canterà davanti ai parlamentari di Bruxelles il prossimo 13 Settembre e il 28, 29, 30 Settembre sarà impegnato nella quarta edizione del festival O Scià che si tiene proprio a Lampedusa. Così Giovanni Donzelli presidente nazionale di Azione Universitaria, il movimento studentesco di Alleanza nazionale, ha lanciato la sua sfida al cantante: «Al Baglioni demagogico nei panni della versione sfigata di Bob Geldof e Bono Vox, preferiamo un Beppe Grillo concreto e realista».

- Sindaco Lampedusa difende Baglioni

«Prima di parlare, soprattutto di temi così delicati, sarebbe bene accertarsi che il cervello sia stato inserito; accortezza che il presidente nazionale di Azione Universitaria, Giovanni Donzelli, ha ritenuto di non avere». Così il sindaco di Lampedusa, Bruno Siragusa, commenta la polemica innescata dal leader del movimento studentesco di An nei confronti di «O' Scià», il festival-laboratorio ideato e organizzato da Claudio Baglioni per sensibilizzare sull'emergenza immigrazione clandestina a Lampedusa. Donzelli aveva dato del demagogo a Baglioni.

- Portavoce di Baglioni, Azione Universitaria non conosce O'Scia'

Roma, 22 ago. (Adnkronos) - ''Sono sorpresa di constatare che nonostante sia ormai giunta alla sua quarta edizione gli obiettivi della manifestazione 'O'Scia'' risultino ancora sconosciuti ad Azione Universitaria. Infatti la manifestazione non e' dedicata alla immigrazione bensi' alla sensibilizzazione su questo dramma per il quale a fianco di Claudio Baglioni si sono impegnati oltre 60 artisti italiani''. Lo afferma la portavoce di Claudio Baglioni, Dalia Gaberscik, replicando al presidente di Azione Universitaria, Giovanni Donzelli, che oggi ha criticato l'iniziativa definendo Baglioni ''demagogico''.
''Una iniziativa che ha finora incontrato l'appoggio dei diversi governi nazionali e da quest'anno anche il riconoscimento della Unione Europea. Sono comunque certa che se la manifestazione 'O'Scia'' riuscira' a risvegliare animi assopiti come quelli dell'Azione Universitaria, dopo aver saputo catalizzare l'attenzione di tutte le Istituzioni Italiane ed anche Europee, ci sara' sicuramente piu' attenzione sul problema'', conclude Gaberscik.

Famiglia Cristiana
L’isola dei disperati 

Lampedusa è una barca. Bella, ma logora e stanca. Da troppo tempo in balìa delle correnti d’alto mare. Da troppo lontana da un porto riparato. Sembra impossibile che resista ancora, tra gli umori instabili di un mare padre e patrigno (che è tesoro e galera insieme) e un cielo che, promette l’infinito, ma, poi, ti lascia annaspare in una quotidianità asfissiante e praticamente priva di sbocchi.

Una barca poco più grande di quelle che, con devastante regolarità, scaricano sulle sue (ma dovremmo dire le nostre) coste i "privilegiati" dei continenti della disperazione. Privilegiati, perché sono tra i pochissimi che riescono a lasciarsi alle spalle la loro delirante realtà e bussare, vivi, alle porte della speranza.

Più barche, un unico mare. Tra tutti il più difficile da navigare: l’indifferenza. Stesso mare, stesso miraggio: un faro che, finalmente, segnali un approdo sicuro, dove gettare l’àncora, scendere a terra e ricominciare a vedere se è vero che la vita può avere un senso.

È ovvio che le condizioni tra chi lotta per un futuro migliore e chi si accontenterebbe semplicemente di averlo, un futuro, sono profondamente diverse. Ma il bisogno è lo stesso: che noi ci accorgiamo di loro. Noi che siamo riusciti a riparare in un porto sicuro da così tanto tempo da aver ormai dimenticato cosa significhi cercarne uno. E, cosa ancora peggiore, da non avere più molta voglia di ricordarlo. Lampedusa e le carrette della disperazione condividono soprattutto questo: l’invisibilità.

Invisibili agli occhi, ai cuori, alle coscienze. Invisibili a tutto tranne che ai radar delle motovedette e a telecamere che non possono far altro che fare cronaca della loro disperazione e del nostro disagio. Una cronaca che misura l’incapacità di chi dovrebbe intervenire per sanare certi osceni squilibri mondiali e lavorare per costruire "pari opportunità" e prospettive possibili. Nei continenti della disperazione, prima ancora che da noi.
Claudio Baglioni
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Di Lampedusa, Claudio Baglioni aveva sentito parlare da sempre, «evocava mondi lontani, per me era come l’isola che non c’è».

Ma quando ci hai messo piede per la prima volta?

«È successo otto anni fa, eravamo a Palermo io e Fabio Fazio, e anche lui era curioso come me di visitarla. Detto fatto. Da quel momento me ne sono innamorato. È un’isola bellissima, i suoi abitanti sono cordiali, e poi rappresenta l’ultimo lembo d’Italia».

Un’immagine suggestiva ma...

«Lampedusa non è solo una linea (purtroppo non l’unica) che segna il confine tra possibilità e impossibilità di vivere. È, soprattutto, un laboratorio a cielo aperto nel quale si sperimenta la capacità (in questo caso, l’incapacità) del piccolo mondo dei grandi di occuparsi del grande mondo dei piccoli. Non solo. "Il nostro mondo", come scrive Erri de Luca "poggia sulle spalle dell’altro... spalle di sconosciuti reggono il nostro peso, obeso in sproporzione di ricchezze". Se la parola "solidarietà" non uscirà dal vocabolario vago e inascoltato delle coscienze, per imporsi come categoria vincolante dell’agire politico, Lampedusa non sarà che uno dei tanti prototipi del mondo al quale andiamo incontro. Un mondo nel quale sarà presto impossibile governare il moltiplicarsi e l’inasprirsi di conflittualità, con il rischio di avviare un incontrollabile e devastante effetto domino».

Quando non è stagione turistica, Lampedusa conta circa 5.500 abitanti. In passato è stata luogo di sosta per Fenici, Greci, Romani e Arabi: oggi è l’approdo di tanti disperati che cercano un mondo che sperano migliore.

«Sono gli "invisibili"», dice Baglioni, «e sono anche senza voce. O-scià è esattamente questo: il tentativo di dare fiato (o-scià è il saluto dei lampedusani e significa, appunto, "fiato mio", "mio respiro") a questa richiesta di visibilità. Fiato per chi cerca una possibilità di futuro, ma anche per chi lotta perché la propria, bellissima, terra non venga ricordata unicamente in quanto teatro degli sbarchi dei clandestini».

Per te ormai da quattro anni a fine settembre (quest’anno dal 28 al 30) è diventato un luogo per incontrarsi e tentare di fare qualcosa di utile...

«È così: da quattro anni un gruppo, sempre più nutrito, di artisti si ritrova sulla spiaggia della Guitgia, a Lampedusa, per offrire il proprio fiato, la propria voce a chi non ha voce. Tre serate, aperte a tutti, di musica dal vivo, per sensibilizzare istituzioni, politica, media e opinione pubblica su un problema – che non è soltanto italiano, ma anche europeo – che non consente rinvii, né divisioni, ma rimanda all’urgenza di individuare politiche in grado di abbassare subito la febbre e, in prospettiva, trovare la cura alla malattia».

La musica come terapia, dunque?

«La musica, è ovvio, non può dare risposte. Non ne possiede, né spetta a lei cercarle. Ma, attraverso la musica, O-scià vuole ricordare tre cose semplici, ma fondamentali. Primo: che "non bisogna spegnere la luce". Non voltiamoci dall’altra parte. Ma, soprattutto, non "abituiamoci" mai a convivere con una piaga come quella dell’immigrazione clandestina. È impensabile immaginare di governare il "villaggio globale" con i compartimenti stagni. Se non altro perché, ancora una volta, Sansone rischierebbe di fare la stessa fine dei filistei».

Le altre due cose?

«La seconda è che "capirsi è possibile". L’universalità del linguaggio musicale dimostra che c’è la possibilità di creare una "lingua" in grado di parlare a tutti e di essere compresa da tutti. Smettiamo, quindi, di giocare a non capirci. Sulle grandi questioni, ciò che unisce gli uomini è più di ciò che li divide. Vale, quindi, senz’altro la pena ritrovare le categorie comuni sulle quali costruire un nuovo percorso di convivenza. Terzo: "la diversità è un valore". Cos’altro è l’armonia, se non una delle dimostrazioni più semplici e allo stesso tempo più elevate dell’importanza della diversità? Che musica si potrebbe scrivere con una nota sola? E cosa sarebbe la musica senza "polifonia", vale a dire senza la possibilità di costruire su più voci?».

O-scià non è che questo: «Il fiato di alcuni tra i musicisti e gli artisti più attenti e sensibili del panorama italiano», continua Claudio, «che si fonde insieme per dar vita a un vento nuovo. Il vento dell’ascolto, dell’attenzione, dell’incontro con l’altro, per capire che dividendo non si guadagna ma si perde. E per riportare nelle nostre coscienze verità da troppo tempo esiliate. E, dato che di musica leggera si tratta, l’auspicio con cui lavoriamo al varo della quarta edizione dell’evento è che questa nuova corrente riesca a volare ancora più in alto e a raggiungere e "corrompere" le coscienze, non solo geograficamente ma anche culturalmente più lontane».

Insomma l’isola non come luogo della differenza ma dell’incontro, dove riflettere che la razza umana è una sola. Come diceva Vinicius de Morales «la vita è l’arte dell’incontro».
Gigi Vesigna

La Sicilia.it 13 Mag.
Dall'assessore Michele Cimino
Proposto al cantante di trasformare «O Scià» in evento regionale
E’ tutto pronto per il prossimo O Scià, il mega concerto settembrino organizzato a Lampedusa dal cantante Claudio Baglioni.
E’ ormai arrivato al suo quarto anno, l’evento che sta prendendo sempre di più i connotati da manifestazione internazionale. Nato da una idea del cantaurore romano, ha finora coinvolto decine e decine di artisti di fama internazionale, che hanno preso parte alle serate organizzate nella splendida spiaggia della Guitgia a Lampedusa.
Ieri mattina però, a Claudio Baglioni, è stata lanciata una proposta che ha lasciato l’artista perplesso ma al contempo affascinato. L’assessore regionale alla presidenza Michele Cimino, che è di Porto Empedocle, ha proposto a Baglioni, la possibilità di potere organizzare l’evento O Scià (che in lampedusano vuol dire «fiato», nel senso di vita mia), non solamente a Lampedusa ma in tutta la Sicilia. Cimino, ha anche segnalato a Baglioni che esiste un’altro luogo, della Sicilia dove il fenomeno della immigrazione clandestina è forte ed è direttamente collegato a Lampedusa: Porto Empedocle.
O Scià quindi potrebbe essere organizzato anche nella cittadina empedoclina, che è anche il primo importante centro, dove gli immigrati arrivano direttamente da Lampedusa.
Li potrebbero arrivare le migliaia di persone che non riescono per vari motivi economici e organizzativi, a partecipare all’apprezzata kermesse musicale che è già diventata cult.
Baglioni, oltre ad essere rimasto meravigliato dalla richiesta del giovane politico siciliano, non ha dato una risposta immediata ma, ha dato ad intendere che, è da prendere in considerazione. Chi conosce Baglioni, sa anche che l’artista è un uomo pratico e dal momento che O’ Scià, nasce dall’esigenza personale dell’artista, per potere lanciare un messaggio di sensibilizzazione nel resto dell’Italia e dell’Europa, che riguarda il fenomeno della immigrazione clandestina, è verosimilmente logico che, potrebbe accettare.Elio Desiderio

La Sicilia.it 23 Apr. (Il link per una bella pagina da stampare)
«Se io fossi sindaco di Lampedusa»
Claudio Baglioni parla del suo amore per l’Isola, del problema dell’immigrazione e di cosa farebbe se...
LORENZO ROSSO
«Arrivare sull’Isola significa tornare a casa; ritrovare se stessi e il contatto più vero con gli altri; che in questo posto contano tutti qualcosa!».
Parole di Claudio Baglioni che di quest’Isola d’alto mare conosce praticamente ogni angolo più nascosto.
Il cantautore romano ormai è divenuto quasi il testimonial di Lampedusa grazie ai suoi frequenti soggiorni, ma soprattutto per «Oh scia!», il grande evento musicale che organizza in estate sulla spiaggia della Guitgia e che quest’anno festeggerà la quarta edizione.
L’abitazione dell’artista a Cala Creta, sempre meta di molti curiosi, è un tipico dammuso in pietra, battuto dal vento e dove giunge, forte, l’odore del mare.
«E’ un villino schivo e semplice, proprio come volevo io - spiega il cantautore a proposito della sua residenza - costruito trentacinque anni fa e mai finito completamente. Mi sarebbe piaciuto molto poterlo comprare, ma la trattativa con la proprietà purtroppo, nonostante le mie offerte economiche, non si è mai conclusa positivamente! ».
Baglioni ha appena trascorso la settimana di Pasqua sull’Isola ed è già pronto, con le valigie in mano, per tornare agli impegni romani. In questo periodo a movimentare un po’ (si fa per dire) la vita di Lampedusa c’è stata anche la denunzia che è stata presentata alla magistratura da un ex consigliere comunale, per un presunto abuso edilizio in casa Baglioni, a proposito dei lavori di ristrutturazione di alcuni muretti in pietra, costruiti a secco, per delimitare i confini del villino.
«Una grande «patacca» - si difende lui. - Premesso che la casa non è mia, ma di una società immobiliare di Firenze che me l’affitta, in questi giorni ho voluto controllare di persona le varie autorizzazioni rilasciate dall’Ufficio tecnico comunale e mi pare che tutto sia perfettamente in regola. In sostanza, quei muretti stavano cedendo e quindi sono stati buttati giù (dalla proprietà) e ricostruiti con il medesimo sistema e nel medesimo punto. Qui a Lampedusa, devo dire che esiste un’interpretazione molto vaga del concetto di «abuso», ma francamente penso che la vicenda finirà con un nulla di fatto».
-Lei si sente amato dagli isolani?
«Fin dal primo giorno in cui ho messo piede sull’Isola (mi ci portò Fabio Fazio dopo un mio concerto allo stadio della Favorita di Palermo nel 1998) ho cercato il rapporto vero con la gente del posto. Nessun divismo, nessuna vacanza blindata e neppure i consueti travestimenti messi in atto da tanti vip per cercare di passare inosservati. Io a Lampedusa passeggio normalmente, senza cappelli o occhiali scuri (tipici di chi non vuol essere riconosciuto).
Saluto tutti e mi fermo a parlare con chiunque. Forse questo mi ha aiutato a diventare, in un certo senso, uno di loro. All’inizio mi sentivo un po’ intimidito perché la gente mi guardava con sospetto e non sapevo se sarei poi stato accettato. Ricordavo che qualche illustre predecessore era stato amato, ma anche molto inviso e questo mi preoccupava un po’. Poi, con il tempo, i problemi sono scomparsi ».
- E’ vero che trascorre più tempo in barca che sulla terraferma?
«Sono uno che si gode il mare nel vero senso della parola; uno che ogni giorno, quando può, si fa sette, otto chilometri a nuoto e che ama stare in barca. Fino a qualche anno fa avevo un piccolo caicco, una vecchia barca a remi e uscivo con quella. Adesso che non ce l’ho più, esco con chi mi porta. In barca ho scritto anche alcuni brani, uno in particolare mi è nato all’improvviso, suonando con la chitarra e cantando sottovoce un pomeriggio mentre gli altri, a bordo, dormivano sotto il solleone. Ricordo che sono stato ispirato alla vista dello scoglio della Tabaccara e proprio li è nata la parte centrale della canzone «Tutto in un abbraccio».
- Se fosse lei il sindaco di Lampedusa, che cosa cambierebbe di quest’Isola?
«Sicuramente come architetto cercherei di mettere un po’ più di ordine nel caos urbanistico che è stato creato. Intendiamoci: non voglio assolutamente trasformare Lampedusa in un’isola finta, ma a mio parere sarebbe necessario iniziare a parlare seriamente di riqualificazione del paesaggio e soprattutto del colore. A questo proposito mi piacerebbe un giorno ospitare l’architetto Fucksas o altri come lui, per provare a ripensare all’Isola in un altro modo».
- Che cosa le piace di più di questo posto?
«Camminare la mattina presto. Salire sugli scogli per osservare il sorgere del sole. Ascoltare il sibilo del vento nelle fenditure delle rocce nella parte nord e soprattutto la sera, tornando in porto con la barca, ammirare il tramonto con il sole che si presenta di colore rosso fuoco e il mare che in quei momenti si trasforma in una immensa tavola piatta».
- Si è mai sentito, qualche volta, fuori posto o a disagio a Lampedusa?
«Sì! E’ stato lo scorso anno. Ero al porto e ho visto l’arrivo di una barcaccia carica di immigrati, scortata dai mezzi della Marina. Mi sono fermato per un attimo a guardare, in mezzo ai turisti, per assistere alle operazioni di recupero di tutta quella povera gente, con occhio indagatore. Poi mi sono un po’ vergognato di fare lo spettatore e ho distolto lo sguardo. Vorrei fare qualcosa in più per questo fenomeno e ho affidato il problema ad alcuni amici del Parlamento Europeo. Non bisogna assolutamente lasciare sola quest’isola di Lampedusa di fronte alle emergenze e alla gravità del problema legato all’immigrazione clandestina ».
- In questa settimana di vacanza a Lampedusa lei si è detto molto fortunato perché ha trovato il sole e il bel tempo; si è fatto il primo bagno in mare ed è perfino riuscito a buttare giù alcuni appunti per il suo nuovo lavoro artistico. Tra l’altro in questi giorni è anche in classifica con il «cofanetto » dal titolo «Gli altri. Tutti qui». Quindi pare di capire che l’Isola le porti proprio bene. Non è che per caso sta partendo un po’ a malincuore…?
«Parto sapendo di ritornare presto. Esattamente tra venti giorni. Tornerò a Lampedusa perché sto lavorando per preparare una manifestazione a carattere ecologico con l’Assosub finalizzata a promuovere la conoscenza dei fondali marini. Come potete notare l’Isola mi ha preso e sembra destinata a non lasciarmi più!».
Oh Scia! Per il quarto anno sarà riproposto nel mese di settembre e questa volta si protrarrà per quattro giorni Stessa spiaggia, stesso mare. Ma le novità dell’edizione 2006 di Oh scia! (in programma nella seconda metà del mese di settembre a cavallo della Festa della Madonna) sembrano davvero tante.
«A cominciare dal fatto che il concertone anziché tre, durerà quattro giornate - spiega Claudio Baglioni, che organizza l’evento assieme all’amministrazione comunale. - Perché vi sarà un giorno dedicato anche al genere musicale e al teatro, probabilmente con la partecipazione di Pino Insegno e di Paola Cortellesi».
«Dopo la presenza, lo scorso anno, di Bob Geordof, anche questa quarta edizione avrà il consueto ospite fisso internazionale - continua Baglioni - oltre alla presenza di moltissimi artisti che, com’è noto, offrono gratuitamente le loro prestazioni per contribuire insieme al rilancio di quest’Isola meravigliosa».
«Per avere qualche anticipazione in più, però - spiega il cantautore romano promotore del concerto gratuito sulla spiaggia della Guitgia - sarà necessario attendere ancora una quindicina di giorni. Stiamo predisponendo il programma e abbiamo la necessità di verificare una serie di conferme. Sono comunque previsti grandi nomi e l’affluenza del pubblico premierà gli sforzi nostri e quelli dell’amministrazione comunale, impegnata nella buona riuscita dell’evento ».
- Perché organizzare questo concertone proprio a Lampedusa?
«Perché qui è necessario dare un segnale forte - risponde il cantautore - Quaggiù gli isolani non hanno mai goduto veramente degli interventi dello Stato e solo da recente, a causa della problematica degli sbarchi di immigrati, Lampedusa è stata finalmente posta al centro dell’attenzione nazionale. Se non era per questo motivo, forse l’Isola avrebbe continuato a essere una terra dimenticata».
«Il messaggio di «Oh scia!» vuol essere proprio questo - conclude Baglioni - lavorare per cercare di aiutare il destino di quest’Isola perché se è vero che ogni uomo è un’isola, non bisogna dimenticare che dietro ogni respiro c’è sempre un essere umano!».
«E’ il nostro Concertone»

La Sicilia 20 Apr.
"Baglioni accolto come un re"

L'artista capitolino scendendo dall'aereo si è inginocchiato baciando il suolo lampedusano ricevendo l'abbraccio della gente.

Gli isolani, hanno ricevuto il loro idolo, Claudio Baglioni con bandiere e megafoni al ritmo delle canzoni più celebri dell'artista romano. Appena sceso dall'aereo, alla vista dei lampedusani che erano lì ad attenderlo, prima si è commosso, poi si è inginocchiato baciando per terra.
Un gesto che ha mandato in visibilio gli isolani, che hanno applaudito l'artista portandolo in trionfo per le strade dell'isola per ore, a bordo di un camion preparato per l'occasione a mo di carro carnevalesco, addobbato con bandiere, poster di Baglioni e altoparlanti.

Abbiamo parlato di questo singolare evento con Filippo Mannino presidente della associazione culturale Alternativa Giovani: «Baglioni è considerato dai lampedusani come una preziosa icona incastonata nell'isola. Dopo tre anni di concerti che hanno pubblicizzato positivamente Lampedusa, facendo anche arrivare sull'isola migliaia di turisti (fuori stagione), Baglioni non può essere che amato da tutti. Purtroppo, a Lampedusa c'è anche chi tenta sempre di rovinare le poche cose belle che abbiamo.

Durante il periodo pre elettorale, qualcuno ha creduto giusto divulgare una notizia falsa montata ad arte, per destare l'interesse dei media.
La notizia di Baglioni abusivo a Lampedusa - dice Mannino - ha messo a repentaglio il rapporto fra il cantante e Lampedusa con i suoi abitanti. Si è trattato di un maldestro tentativo di mettere in cattiva luce agli occhi degli isolani l'artista romano, facendolo passare per un distruttore di bellezze naturali.

Chiaramente gli è andata male perché l'effetto è stato contrario, in tutti i sensi, prima nel senso elettorale (i voti che ha preso la coalizione del denunciatore sono risultati essere quelli di sempre) e poi, tutti i lampedusani hanno compreso la verità . La villa in questione, non solo non è di proprietà di Claudio Baglioni ma è stata costruita oltre 25 anni fa e non adesso,
come invece hanno voluto fare credere».