Uno sguardo dal palco .

Immagine 4 :  Mamma Singer...E adesso la pubblicità.

Dalle finestre di casa mia si vede il mare. Uno spicchio di cielo caduto sulla sabbia. Lo osservo da lontano nelle mattine che piangono pioggia e tento di spingere lo sguardo sempre più oltre fino ad immaginare ali di gabbiano che cercano di salvare i miei sogni in naufragio.
Anche a casa di mia madre, due finestre vedevano il mare. Oggi l'edilizia le ha rubato il panorama. Una finestra era proprio quella della mia camera. Una grande porta a vetri su un terrazzo a ringhiera.
Guardo il mare. Oggi è parecchio grigio. Pure agitato. Dalla cucina mi giunge una voce che canta :
" Son prigioniero di te...prigioniero di un sogno...". C'è odore di soffritto.
" Mamma, mi metti un pò di sugo sul pane?"
Mia madre è profumo e sapore di sugo fresco.
Mia madre era una gran bella donna. Quando metteva i tacchi era più alta di mio padre. Non che lei fosse altissima, piuttosto mio padre era un po' piccoletto. La bellezza di mia madre era "ruspante". Si può dire così? Un bel viso sempre colorito. Due begli occhioni scuri. Una bocca carnosa. Un sorriso contagioso e gli incisivi un pò staccati. Un seno prosperoso e due gambe ben tornite. Un leggero rossetto sulle labbra era il suo unico trucco per apparire ancora più bella. Rideva spesso ed era sempre molto spiritosa e arguta.
Anche oggi, a settantadue anni, pur avendo perduto il grande amore della sua vita, non ha perso la sua vèrve e il suo buonumore.
Mamma è una donna all'antica. Si è innamorata poco più che bambina . Si è innamorata una volta sola e lo è stata per sempre. Nei secoli fedele, amen.
Pur essendo molto bella, non aveva la raffinatezza e l'eleganza di una vera signora. Aveva dei modi un pò bruschi e parlava troppo ad alta voce. Per questo mio padre, che invece era piuttosto taciturno, glielo faceva notare spesso. Oggi, con l'età, si è più addolcita, ma mica tanto !
Mia madre cuciva e cuce. Il mobile con la Singer a pedali è sempre aperto e in bella mostra, in cucina. Ha imparato dalle suore di San Vincenzo. Si chiamava Suor Vincenza la sua insegnante di taglio, cucito e ricamo. Ha ricamato gran parte delle lenzuola del mio corredo e i bavaglini, prima i miei e poi quelli di mio figlio. Mi ha cucito mille vestiti ed altrettanti pantaloni. Io non potevo permettermi abiti firmati. In famiglia eravamo in quattro : sia io che mio fratello studiavamo. Lo stipendio era uno solo. Stipendio statale che arrivava giusto a fine mese, senza sprechi e con tante rinunce. Le rinunce spettavano solo a lei. Lei che teneva la contabilità e segnava su un quaderno i soldi spesi al mercato, l'affitto, le bollette, le rate dell'automobile. Lei che accorciava pantaloni, stringeva gonne e camicette, confezionava coi ferri maglioni di lana, e con i soldi guadagnati comprava le scarpe da calcio per mio fratello e un mangiadischi arancione per me, oppure un metro di stoffa per un nuovo paio di pantaloni.
I miei vestiti erano pezzi unici. Non si vedevano nelle vetrine dei negozi.
Ma erano alla moda. Molte delle mie amiche mi invidiavano. Alcune mi chiedevano in prestito la mamma e mia madre cuciva anche per loro. Mia madre adorava mio padre. Ricordo furiose litigate e remissive riappacificazioni. Lei gli perdonava quasi tutto e, secondo me, lui un pò ne approfittava.
Chissà se era veramente felice. Chissà se quella Singer , in fondo in fondo, non fosse un diverso altrove dove ritrovare se stessa. Un passatempo per non pensare ai campi di calcio che quasi ogni giorno le sottraevano le attenzioni del marito, le tenerezze, le complicità, i dialoghi. Brontolava, mia madre. Mio padre spendeva troppi soldi in benzina per accompagnare i calciatori alle partite. Brontolava, ma tutte le domeniche lavava a mano undici magliette, undici paia di pantaloncini, undici paia di calzettoni, inzaccherati di fango. Brontolava ma gli chiedeva:" Avete vinto,oggi?"
Dietro il vetro bagnato vedo il mare e vedo una cucina calda e la cena pronta. Un televisore acceso. Mio fratello, un cespuglio di spini che fa le boccacce specchiandosi in un cucchiaio ; mio padre, funambolo in equilibrio sul filo del passato ; io, che soffio sulla minestra cercando di raffreddare le amarezze dei miei pochi anni ; mia madre, l'unica in piedi, che serve una bistecca stanca, scuotendo la polvere dei suoi pensieri e rammendando le ferite del suo cuore...e adesso la pubblicità...
Mamma è seduta. La TV sua unica compagnia. Vado a trovarla. La trovo che rammenda le sue rughe.
" Mamma, mi metti un pò di sugo sul pane?".

Rosella