|
Uno sguardo dal palco
Immagine 14 : Secondo sguardo in un abbraccio
Quasi senza rendermene conto gli anni passarono uno dietro l'altro e dopo
quell'estate che era stata più gelida del più freddo degli inverni, ne
passarono altre. Lentamente il mio dolore si affievolì ma il mio cuore aveva
un'unica stagione : l'autunno. Apparentemente tutto era come sempre, la casa,
il lavoro , le amiche, il mare. Dentro di me però qualcosa era
cambiato e non sarebbe mai più stato come prima. Ma io, quando voglio, riesco
a mascherare i miei stati d'animo e a confondere la tristezza con l'allegria.
Anzi, più sono allegra fuori e rido e scherzo e racconto barzellette sconce,
più c'è sicuramente qualcosa che mi rode dentro e che mi fa star male.
Passarono così otto anni. Avevo sempre lo stesso marito, tra alti e bassi (
più bassi che alti!) non lo avevo ancora sostituito. Mio figlio frequentava il
Liceo. Era di nuovo il giorno del mio compleanno.
" Auguri, mamma, questo è per te."
Mio figlio mi consegna un pacchetto incartato alla bell'e meglio.
" Grazie, che c'è qui dentro di bello?"
" Qualcosa che ti piace."
Era un barattolo di Nutella. Una passione " trasgressiva" conservata negli
anni alla faccia del colesterolo. Non posso fare a meno di sorridere. Mio
figlio conosce i miei gusti.
Si alza anche mio marito, con i capelli ancora arruffati e gli occhi gonfi dal
sonno, mi sbadiglia un " Auguri " e posa un pacco sul tavolo della cucina.
Senza baci. Dentro il pacco c'è una scopa elettrica. Nuova. La vecchia si era
rotta qualche tempo prima.
" Grazie."
E' un "grazie" poco convinto ( preferivo di gran lunga la Nutella ) e lui se
ne accorge.
" Non ti piace? Ma eri rimasta senza! Figuriamoci se lei è contenta dei regali
che le faccio! Giuro che non ti comprerò più niente. Prendi i soldi e ti
compri quello che ti pare!"
Come inizio di compleanno non c'è male. Mi viene già da piangere e non è colpa
dell'età.Ma che dire? Che pretendo? Se ripenso a quando è nato mio figlio e
lui è arrivato in ospedale con una borsetta di pelle nera. Carino, come regalo
per la tua donna che ti ha appena reso padre! Questa volta non mi è andata
peggio!
Squilla il citofono. E' mia madre. I due appartamenti, a due piani di
distanza, sono collegati tramite un citofono interno per evitare continue
telefonate.
" Ro', tanti auguri. Quando puoi, scendi!"
" Ok! Mi do una lavata e vengo giù!"
So già qual'è il suo regalo. Soldi. Lei regala soldi per ogni occasione:
compleanni, Natali, Cresime , promozioni. Ognuno si compra ciò che vuole. Ed è
sempre molto generosa per cui puoi sceglierti un regalo bello grosso!
Dopo circa mezzora sono a casa sua. Mio marito e mio figlio , curiosi, dietro
di me. Suono il campanello. Mia madre apre, mi abbraccia, mi bacia e mi da una
busta.
" Auguri. Come tu desideri."
" Grazie, Mà".
" Vieni. Ho appena comprato la Nuova. C'è una notizia che potrebbe
interessarti."
" Davvero? E cos'è ?"
" Leggi " e mi mette il giornale tra le mani.Lo appoggio sul tavolo e comincio
a sfogliarlo. Non vedo niente di interessante. Le solite notizie, la solita
politica. Poi arrivo alla cronaca
della mia città e mezza pagina è occupata da una scritta a caratteri cubitali
:
" CLAUDIO BAGLIONI IN CONCERTO AD A... L' 11 AGOSTO".
Spalanco gli occhi e ancora non ci credo.
" Babbo! Il regalo più bello è sempre il tuo!" esclamo.
" Bestiale, mà! Sei contenta? , mi chiede mio figlio.
" E tu che ne dici?", rispondo io.
Ho un sorriso che congiunge le due orecchie ed una frenesia che s'impossessa
interamente del mio corpo. Non so stare ferma. Faccio un giro di valzer
intorno al tavolo col giornale sul cuore.
" A casa mia ! Ci pensate? A casa mia! Babbo me l'ha portato fino a qua!
Dio esiste. I sogni s'avverano quando ci credi sul serio! Babbo è ancora qui e
non si dimentica del mio compleanno e del mio "fidanzato" !".
Sembro impazzita. Ho già dimenticato la scopa elettrica e questa improvvisa
felicità invade ogni neurone, ogni più piccolo capillare.
" Mamma, ma sei matta?" ride mio figlio che forse non mi ha mai visto così.
" Lo sapevo che questa notizia era una bomba e che avresti incolpato tuo
padre !" continua mia madre.
L'unico a stare zitto e impassibile, incredulo di questa mia inaspettata
gaiezza, mio marito, presente- assente come sempre.
Non capisci, vero? Non mi conosci ? Ventanni non ti sono bastati a capire le
mille sfaccettature della mia anima, a trovare la chiave segreta che apre il
mio cuore? Ti sembro solo una povera scema che insegue dei sogni, una
esasperata, esaurita ad un passo dalla follia? Forse hai ragione. Ma inseguire
i sogni mi serve per vivere.
I miei pensieri ritornano al mio interesse principale.
" I biglietti. Dove vendono i biglietti? Vado subito a comprarli. Voglio stare
in prima fila. Questa volta lo voglio vedere da vicino."
" Mamma, vengo anch'io. Fai il biglietto anche per me. Preferisco gli Articolo
31 ma molte canzoni di Baglioni mi piacciono e verrei volentieri al suo
concerto."
" Vengo anch'io " , emerge dal suo silenzio la voce di mio marito.
Istintivamente mi verrebbe da rispondergli :" No, tu no. Non fai parte di
questa mia passione". Però taccio e accondiscendo. Non voglio discussioni e
probabili litigi. Oggi è il 4 di giugno, mancano poco più di due mesi.
Sembrano pochi ma per me sono quasi un'eternità.
Comincio il mio pellegrinaggio al botteghino dei biglietti. Ho un appuntamento
quotidiano con la ragazza del box. Dopo quindici giorni mi accoglie con un
sorriso più radioso :
" Sono arrivati".
" Grazie al cielo. Tre biglietti in prima fila. Poltronissima."
" Mi dispiace. Le prime due file non sono disponibili. Sono per le autorità
cittadine. Partiamo dalla terza fila."
" Merda! ( la parolaccia mi rimane in punta di lingua ma non la dico alla
ragazza del box) 126 Euro + 1 paio di scarpe a forza di andare avanti e
indietro e non ho neppure la prima fila. Uffa!"
" Mi dispiace, signora. Non è colpa nostra!"
" Ok! Ok! Tre biglietti . Terza fila, ma di fronte al palco."
" Ecco a lei. Sono 126 Euro."
Pago, prendo i biglietti e li conservo con cura. Mi squilla il cellulare.
" Pronto, Ro' . Hai fatto i biglietti per il concerto?" ( E' la mia amica
"coraggiosa")
" Li ho appena comprati."
" Per favore, ne compri altri due, per me e per Gio'. Non posso uscire ed ho
paura di restare senza. Così ci sediamo vicine."
" Io ho comprato la Poltronissima . Sono 42 Euro. Va bene per te?"
" Capperi! Che botta! " ( l'esclamazione non è proprio "capperi" ma è stata
riveduta e corretta)
" Semel in anno licet insanire!"
" Cosa? Non ho capito."
" Fa niente. Allora?"
" Ok. Falli Non so se potrà mai ricapitare!"
" Appunto. Domani te li porto al lavoro."
" Va bene. Così ti dò i soldi. Ciao."
" Ciao......Signorina, altri due biglietti . Terza fila di fronte al palco.
A fianco ai tre di prima. Grazie. Posso pagare col bancomat? Non ho più
contanti."
" No. Mi dispiace, solo contanti."
" Merda! ( non lo dico ma lo penso come prima) . Senta, potrebbe tenermeli da
parte mentre faccio un salto al Bancomat a prelevare i contanti?"
" Sì, certo. Non si preoccupi."
Corro. Anzi volo. Questo concerto mi ha già fatto perdere un paio di chili.
Diventerò troppo magra. Se mi restano 2 Euro mi regalerò un gelato.
E comincio così il conto alla rovescia. E ogni giorno controllo i biglietti
dentro il mio portafoglio, incredula che questo concerto si faccia proprio
nella mia città. E che mi metto? Non posso andare al concerto del mio
"fidanzato", sedermi in terza fila, di fronte al palco e rischiare di essere
poco elegante.
" Ro', sei proprio scema", mi dico ," Vuoi metterti in abito da sera quando
tutti gli altri saranno in jeans? Non essere ridicola. Il palco è a due passi
dal mare. Ti riempiresti i piedi di sabbia. Staresti scomoda e impacciata se
mettessi le scarpe coi tacchi alti
" E se per caso il suo sguardo cadesse su di me e non fossi di suo gusto,
penserebbe :" Mio
Dio che orrore quella lì della terza fila di fronte al palco ! ". Non sia mai!
Non voglio inorridirlo! Andrò anche dal parrucchiere a farmi mettere la testa
a posto.
Passano i giorni. Manca un mese. Mancano quindici giorni, poi una settimana ed
il giorno prima. Il concerto non è saltato. Si farà. Adesso ci devo credere
per forza. Claudio domani canterà davanti a me ed io canterò con lui,
sottovoce.
" Ro', ci sono le prove del concerto alle 19.00. Non vai a vederle?" , mi
telefona la mia amica.
" Sì, ma non entro. Resto ad ascoltarlo dalla spiaggia. Non sono una che rompe
le scatole, io. Non voglio disturbarlo."
" Chissà quanti andranno lì a chiedergli l'autografo! Allora non è vero che ti
piace così tanto! Non ci credo che sia il tuo "fidanzato"! " mi prende in giro
lei.
" Proprio per questo, credi che mi basti un autografo? E poi lui non lo sa di
essere fidanzato con me e non voglio rischiare di trovarmi a disagio se a lui
scoccia questa invadenza. Anche a me darebbe fastidio e lo capisco. Non voglio
conoscerlo per forza!"
" Fa' come vuoi. Se non chiedi, non otterrai mai. Se non bussi non ti verrà
aperto. Se non osi..."
" Grazie, grazie. Se voglio sentire una predica andrò a messa. A me va bene
così. Stasera sarò puntualmente al mio posto in terza fila.".
Comincio a prepararmi. Forse neppure quando mi sono sposata ho messo tanta
cura a vestirmi e a truccarmi. Ma allora ero giovane e ce n'era meno bisogno.
Oggi ci vuole più tempo e più trucco. Il risultato non è eccezionale ma c'è di
peggio. Se Claudio mi guarda non resterà abbagli(on)ato ma neppure si
spaventerà. Non ho indossato l'abito da sera e
i tacchi alti, ma i miei pantaloni bianchi con le rose dipinte a mano sono
ugualmente molto graziosi ed eleganti ( ho avuto paura di non poterli mettere
perchè, nonostante fossimo quasi a ferragosto, il tempo non era dei migliori
ed il giorno prima del concerto era pure piovuto ), e i colpi di luce sui
capelli mi danno un'aria più giovane e fanno risaltare
l'abbronzatura. Manca solo un'ultima cosa. Il regalo. Non posso andare lì
senza portare niente al mio "fidanzato". Devo portargli qualcosa che esprima
il mio affetto. Ma che cosa? Lui non ha certo bisogno dei miei regali. Gli
porto dei fiori? Ma no! Roba da donne. Che se ne fa dei fiori? Li regalerebbe
a qualcun altro. Niente fiori. Pupazzetti ? Roba da quindicenni. Ho passato da
secoli i quindici anni. Ed anche lui. Gli preparo una delle mie torte? Macchè!
Che idea ridicola portargli da mangiare. Poi, mi viene un'idea. Gli porto il
libro che ha scritto mio fratello. Il libro su mio padre. So bene che non se
ne farà niente, magari non lo leggerà nemmeno, forse neppure glielo
consegneranno, ma per me ha un grande valore, è più prezioso dell'oro. E' un
pezzo del mio cuore. Cosa posso dargli di più?
Glielo scrivo in un bigliettino e lo consegno ad una guardia del corpo che,
ovviamente, non mi permette di darlo direttamente a lui. La guardia del corpo
si chiama Fabio, come mio figlio, l'ha scritto sul petto. E' alto e grosso. E'
due volte me ma non mi intimorisce per niente.
" Per favore. Mi prometti che lo darai a Claudio?"
" Sì, certo. Consegnamo direttamente a lui tutti i regali. Ce ne sono
tantissimi. Vada tranquilla che gli do anche questo."
" Grazie. Sei molto gentile. Salutami Claudio."
" Senz'altro. Buon divertimento!"
" Grazie. Ciao."
Mi avvio al mio posto di corsa. La mia amica mi segue con difficoltà
gridandomi dietro che è inutile tutta questa fretta, che il mio posto è
prenotato; ma io non le do retta e continuo a correre. Ecco il palco. Ecco la
terza fila. Ecco il mio posto. Mi siedo. La mia amica mi raggiunge e si siede
alla mia destra.
" Hai visto che non ti hanno fregato il posto?"
" Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio" le rispondo.
Arriva anche l'altra amica. Poi mio figlio e , da ultimo, mio marito. Mio
figlio si siede alla mia sinistra e mi avverte:
" Mà, sta' attenta a come ti comporti. Non fare la pazza, che mi fai fare
brutta figura..."
" Lo sai che non urlo e non strepito. Non sono di quelle che sbraitano e si
tirano i capelli. E' probabile che verserò qualche lacrima per l'emozione. Ma
non è detto."
" Speriamo bene!"
Un boato accoglie l'ingresso di Claudio sul palco. Io ammutolisco e non batto
le mani. Non urlo il suo nome. Lo guardo e vorrei che i miei occhi, come
calamite, attirassero i suoi. Per forza di cose la prima canzone che canta è "
Strada facendo", la mia preferita e sento il suo sguardo su di me, i suoi
occhi nei miei occhi e sussurro:" Mi ha vista. Mi guarda."
" Mà, smettila, sta guardando dalla mia parte" fa mio figlio.
" State zitti, sta guardando da questa parte " dice la mia amica.
Tra me penso :" O siamo tutti e tre vittime di una visione comune, o lui è un
pò strabico! In effetti , guardando con più attenzione, mi accorgo che il suo
occhio sinistro sta lanciando un'occhiataccia ad uno dei suoi orchestrali, che
forse ha sbagliato qualche attacco, mentre l'occhio destro non ho ben capito a
chi sorrida, se a me, se a mio figlio, se alla mia amica
o a una qualsiasi delle migliaia di persone che sono venute ad applaudirlo.
Certo che i suoi occhi sono magici e magiche le parole che sussurra con voce
alta a tutti noi incantati .Non si possono fare foto, vietate le telecamere.
Per un po' resisto. Ma siccome io sono disobbediente, scatto di nascosto
qualche foto. Tra queste ho incorniciato quella che secondo me è la più bella.
Lui è seduto, a capo chino. La mano sinistra che sorregge il microfono vicino
alla bocca; la mano destra aperta, col palmo rivolto verso
il basso e lui la osserva come se stesse guardandosi le unghie. E' una foto
insolita ma ha un non so che di familiare.
Verso la metà del concerto , una marea di persone senza posto a sedere, si
intrufola da ogni parte, occupa ogni spazio vuoto. Manca poco che qualcuno mi
si sieda addosso.
" Scusi, signora, mi fa un pò di spazio?"
" Scusi un corno! Che ci fai qui?"
" Da laggiù non si vede niente!"
" Pagavi 42 Euro come me e vedevi. Se mi stai davanti non vedo io."
" Mi metto un pò più in là e cerco di non darle fastidio."
L'avessi saputo, pagavo 10 Euro e stavo sotto al palco. Claudio mi avrebbe
pure toccato una mano, come ha fatto con tutti quelli entrati in ritardo e con
un biglietto super scontato! Ma funziona sempre così? L'hanno vinta i più
furbi? Ed io mi devo accontentare di uno sguardo che forse non era neppure per
me.
Tre ore di concerto stanno per terminare. E sta per terminare uno dei giorni
più belli della mia vita. Questa volta Claudio l'ho visto da vicino ed era
esattamente come credevo che fosse.
Non mi ha deluso, continuerò ad amarlo, sarà ancora il mio "fidanzato" non ci
resta...che dipingere la scena con l'ultimo sguardo e non so dire, no uno
straccio in più di parola, una sola no...come avessi un laccio sulla gola...ma
tanto poi...tutto il resto è tutto in un abbraccio...tra di noi...
Rosella |