Uno sguardo dal palco


Immagine 16 :  Lo sguardo mancato

" Ro', hai letto il giornale di oggi ? Mi sa che ti devi scordare Roma e Piazza San Giovanni." Questo è il saluto di mio marito al mio rientro dal lavoro, quando manca poco meno di una settimana alle ferie di Natale.
" Perchè? Non ti pagano la tredicesima?"
" No. E' che ci sono delle agitazioni aeroportuali ed hanno sospeso la continuità territoriale. Per ora è tutto bloccato e se ne riparlerà col nuovo anno, dopo le Feste. Se vuoi andare a Roma, ci vorranno quasi trecento euro a testa. Mi sembra troppo per andare a vedere un concerto che hai già visto!"
"Porca miseria ! I casini succedono sempre sotto le Feste : le banche scioperano...gli aerei non volano..."
" Volare, volano. Ma volano troppo alto!"
Mi è improvvisamente passata la fame sebbene siano quasi le quindici e trenta ed io non tocco cibo dalle sette di questa mattina. Ma me ne devo fare una ragione. Non posso permettermi di esagerare, nè di far mancare qualcosa alla mia famiglia per i miei capricci. Gennaio è forse il mese più lungo e costoso dell'anno. Tutte le bollette e le scadenze possibili arrivano in Gennaio. Decisamente non posso. Se fossi ricca, allora la musica
sarebbe diversa, ma non lo sono. Pazienza, Clà. Sarà per un'altra volta.
Magari quando canterai un pò più vicino, che non ci sarà bisogno di prendere l'aereo. Così, rassegnata, trascorro i giorni che mancano a Natale con un marito forse più felice perchè non gli ho sperperato neanche un soldo e un figlio di sicuro più contento di divertirsi due giorni in più coi suoi amici.
Ma il giorno di Santo Stefano un'improvvisa tragedia sconvolge il mondo.
Un'onda anomala travolge spiagge da sogno , distrugge lavoro e case di povera gente e uccide troppe vite e troppe storie. Per giorni i telegiornali non trasmettono altro. Continuano a mostrare il filmato amatoriale di un mare impazzito che spazza via ogni cosa che incontra col furore delle sue onde. Il mondo è in lutto. E' un Natale funesto.
Pur nella gravità e nel dolore della situazione mi sorride la misera soddisfazione dell'annullamento di tutti i festeggiamenti, di tutti i concerti. Pure quello di Roma è stato sospeso e rimandato a un'altra data.
" Hai visto Ro'? Tu non vai a Roma ed il tuo " fidanzato " annulla il concerto! Se manchi tu, non canta!" Patrizia, una mia collega, non perde tempo a prendermi in giro, ma io le rispondo seccamente:" Vedi invece come lui è sensibile e partecipe al dolore altrui!"
" Eh, come no? Lo faranno santo per questo ! Peccato che sia una decisione di Veltroni ! Pensa invece se fossi partita. Avresti fatto un viaggio per niente!" Non ribatto perchè non posso darle torto. E' vero, avrei potuto sprecare dei soldi che sarebbero stati più utili per qualcos'altro.
Poi una mattina, quando ormai non ci pensavo più, mi arriva un messaggio sul telefonino :
"Roma. Spostato al 29 gennaio il concerto di Baglioni in P.zza San Giovanni"
. In un primo momento penso si tratti di uno scherzo, ma non è possibile : è uno di quei messaggi gratuiti che la Tim invia cento volte al giorno. Il giorno dopo ci si mette pure Radio Italia e la notizia concorda con quella del messaggio della Tim. E' deciso dalle stelle. Devo partire per forza!
A cena, quando tutti e tre siamo seduti a tavola assieme, dò la notizia col mio solito modo deciso che non vuol sentire nè ma e nè se.
" Domani vado in agenzia a fare i biglietti per Roma ( le agitazioni erano ormai terminate ed era stata ripristinata la continuità territoriale ).
Volete venire anche voi? Vengono pure Lina e Maurizio ( questo lo dico soprattutto per convincere mio figlio che ormai è sempre più restio a viaggiare con noi se non c'è qualche amico a fargli compagnia )."
" Ancora Roma ! Ma che ci vuoi andare a fare in pieno inverno e con questo freddo?" chiede mio marito.
" Vado a svaligiare i negozi di Via Condotti e di Via del Corso, visto che ci sono i saldi!" ironizzo.
" Mamma, guarda che le vacanze sono finite. Io devo andare a scuola e voi due al lavoro, o te lo sei dimenticata?"
" Beh, questo non è un problema, visto che partiamo il sabato e torniamo la domenica. Se sei stanco, il lunedì ti permetto di stare a casa a dormire."
" Benissimo. Se c'è Maurizio e lunedì faccio feria a scuola va più che bene. E domenica pomeriggio vado pure all'Olimpico a vedere la partita! Pero' scommetto che sotto sotto a questa vacanza ci dev'essere Baglioni!"
" Colpita e affondata, nave ammiraglia da quattro. Sabato 29 c'è il concerto che era stato annullato per via dello tsunami."
Mio marito e mio figlio si guardano rassegnati e impotenti , poi uno dice all'altro:
" Quando una è fuori, è fuori...non c'è niente da fare..." e l'altro , di rimando alzando gli occhi al soffitto e giungendo le mani :" Non ci resta che pregare perchè Dio la illumini e rinsavisca..."
E così, anche il sabato del 29 gennaio ci tocca un'altra levataccia alle quattro del mattino per prendere il primo aereo in partenza per Roma.
Decollo, atterraggio, Fiumicino, trenino, Stazione Termini e camminata a piedi a cercare l'albergo. L'avevo scelto su Internet perchè fosse vicino a San Giovanni e, secondo la mappa della città, non tanto distante da Termini." Ma', ma dove cavolo è questa via Principe Eugenio?"
" Cammina, che siamo quasi arrivati. Al successivo incrocio bisogna girare a destra."
Facile a dirsi. Sulla carta le strade sono tutte corte e vicine le une alle altre. Quella mattina a Roma è cominciata macinando un bel po' di Km a piedi. Per fortuna che adesso le valigie le fanno con le ruote, sennò, sai che bicipiti!!!
Comunque sia troviamo l'albergo sebbene non si trovi poi così vicino a Stazione Termini e nè tantomeno a Piazza San Giovanni.
La signorina nella Hall ci accoglie con un sorriso :" Benvenuti, vi auguro un piacevole soggiorno qui a Roma."
" Lo sarà senz'altro. Senta, è molto distante da qui S.Giovanni in Laterano?"
" No. E' a pochi isolati da qui. Volete andare alla Messa?"
" Alla Messa? Ma no. Stasera nella piazza c'è il concerto di Baglioni!"
" Ah, davvero? Non ne sapevo niente. Ma io non mi interesso tanto alla musica. Può essere che ci sia un concerto."
Come "può essere" , c'è di sicuro !
Lasciamo i bagagli in camera e usciamo nuovamente, così stasera sappiamo quale strada fare per arrivare in piazza e non rischiare di perderci o di arrivare in ritardo.
" Mio Dio che freddo fa oggi. Va bene che siamo vicini ai giorni della merla, ma fa più freddo qui di quanto non facesse a Milano."
" Mamma, non ti lamentare perchè è solo colpa tua se oggi siamo qui a congelarci in una città semideserta".
In effetti in giro non c'è quasi nessuno. Solo extracomunitari che vogliono venderti le loro mercanzie. Non sembra nemmeno di stare a Roma. Lungo la strada fino alla piazza non abbiamo trovato altro che negozi cinesi. Roma non era così l'ultima volta che c'ero stata. Era più pulita, più accogliente, più italiana. Ed era anche molto più calda.
Quando arriviamo alla Piazza mi meraviglio di non vedere il palco. Chiedo all'edicolante lì vicino:
" Mi scusi, sa dirmi dov'è che canta stasera Baglioni ? In quale parte di Piazza San Giovanni?"
L'edicolante mi guarda con aria incerta e poi si rivolge al ragazzetto che sta mettendo in ordine dei giornali :
" Aho', sai mica 'ndò canta Baglioni stasera?"
" Boh!"
" Signora, me dispiace, io non lo so. Comunque, solitamente quanno ce stà un concerto, fanno er palco davanti alla Chiesa. Ma me fa strano! Quanno canta Baglioni ce stanno manifesti appiccigati dapertuto. Me sa che ha cantato sabbato scorso !"
" Cosa ? Ma non è possibile, doveva essere il 29 gennaio!"
" E oggi, quanti ne avemo?"
" Ventinove."
" Allora, nun so. Chieda un po' ai viggili."
" Va bene. Grazie." Mi allontano con un dubbio atroce che comincia a farsi strada nella mia mente : e se l'avessero spostato ancora ? Da quando ho comprato i biglietti dell'aereo non ho più controllato su Internet, non ho sentito nulla alla radio, non mi sono arrivati nuovi messaggi. Seppure immersa nella valutazione della superficialità del mio agire,non posso fare a meno di sentire la voce di mio figlio che mi cammina attaccato alle spalle e mi canticchia sghignazzando:
" E così, tremando e cercando, lo vedremo, ma dove e quando? Mamma , ascolta, è meglio per te, se ti vai a prendere un caffè..."
" Smettila di fare l'idiota. Guarda che ti mollo un cazzotto!" lo minaccio, ma lui continua a cantare e a ridacchiare con Maurizio. Voltiamo l'angolo, ma davanti alla chiesa del palco non c'è nemmeno l'ombra e pure il vigile al quale chiediamo notizie, non sa dirci niente di niente.
Questo concerto è un fantasma.
" Ah Segnò, Baglioni co' sto' freddo, se starà a scaldà alle Maldive!"
" Be' , speriamo di no. Non sarebbe il periodo ideale!"
" Ah, già ! C'ha raggione! Me n'ero scordato!"
A questo punto, mio figlio non ce la fa più e scoppia a ridere come un matto. E Maurizio gli va dietro. E mio marito dietro a Maurizio, e la mia amica dietro a mio marito. E' una risata a catena. L'unica che non ride sono io. Che cosa ci sia da ridere , davvero non lo capisco, anzi, sono pure un po' incacchiata e molto, molto delusa. Mio figlio mi si avvicina e mi
abbraccia provando a consolarmi e allo stesso tempo continua a canticchiarmi in un orecchio :
"Povera mamma, il suo bel Claudione, questa volta le ha fatto un bidone... Lei qui al freddo si congelerà...mentre lui al sole se ne sta..."
" Stai zitto. Guarda che ti picchio sul serio!"
" Uhh, che paura! Calmina, mamma. Pensa a noi che ridendo e scherzando ( continua a cantarsela ) siamo in quattro e ci stiam surgelando....dai su andiamo a sederci in un bar...un buon caffè ci scalderà..." e mi accarezza sul cappello che tengo calato fin sopra agli occhi. Anche la mia amica tenta di addolcirmi la delusione:
" E dai , Ro'. Pensa che ci rimangono 40 ore di vacanza. Godiamocele!"
" Fosse per me, potrei tornare a Fiumicino e prendere il primo aereo che mi riporta a casa..."
" Cosa ?" mi assale mio figlio " Sono venuto fin qui solo perchè domani c'è la Roma che gioca all'Olimpico contro il Messina, ed io non ho mai visto giocare la Roma, non ho mai visto l'Olimpico, non ho mai visto Totti dal vivo. Adesso sono qui e ci resto, fino a domani, come stabilito."
" Ok! Ok! Va bene, va bene. Mantengo gli impegni, io. Te l'ho promesso e mantengo la mia promessa. Ma Claudio , questa me la paga! Giuro che non prenderò più un aereo per andare a un suo concerto!"
" Eh, come sei tragica. Non ci credi nemmeno tu che lo dici!" fa la mia amica. Ed è vero, come è vero che lei conosce bene le mie reazioni e la mia impulsività. Così, pensando che forse avrei fatto meglio a starmene a casa mia, al calduccio , che questo fine settimana avrei potuto rimandarlo ad un periodo più clemente e che in ogni caso Lunedì avrei trovato ad aspettarmi una montagna di roba da lavare e da stirare che avevo trascurato a causa
della partenza, decido che, visto che ormai la frittata era fatta, a poco serviva piangerci sopra, piuttosto bisognava cercare di godersela al meglio.
Facciamo marcia indietro, lasciamo Piazza San Giovanni e cominciamo la " discesa " verso il centro di Roma. Sono appena le nove e trenta del mattino e abbiamo un'intera giornata davanti a noi; Colosseo, Via dei Fori Imperiali, Altare della Patria, Piazza Venezia, Via del Corso, Pantheon, Fontana di Trevi, Via Condotti, Piazza di Spagna, Piazza Navona, Piazza del Popolo, il Pincio, Villa Borghese, Via Veneto, Piazza Barberini,Piazza Esedra e poi di nuovo Stazione Termini, a fine giornata abbiamo cinque paia di gambe distrutte ed altrettanti piedi doloranti. In compenso non abbiamo più fatto caso al freddo gelido e siamo pure riusciti a farci una risata quando, sulle scale di Trinità dei Monti, siamo stati pedinati da un paio di ragazzotti che avevano scambiato la mia amica per Marisa Laurito e lei ha
giocato a fare la diva sfuggente nascondendosi il viso sotto al cappello.
Il giorno seguente trascorre in un baleno tra la mattinata a San Pietro e il pomeriggio all'Olimpico. Ma non dimenticherò tanto facilmente quel giorno a Piazza San Pietro. Visto che era domenica, era giusto che almeno per una volta nella vita, andassimo a prendere la benedizione del Papa. A dire la verità io e la mia amica eravamo già state benedette una prima volta, molti anni prima, quando andammo a Roma ( era il periodo del "miles gloriosus") a scialacquare il primo stipendio di un lavoro nuovo di zecca. Allora Papa
Giovanni Paolo II era da pochissimo salito al soglio pontificio ed ancora si doveva " guadagnare " l'affetto della gente. Anche allora, come ora, la piazza era gremita e noi eravamo così distanti che a malapena riuscivamo a capire che quel puntino rosso, laggiù in fondo, era il Papa. Ma la sua voce, in un italiano un pò tentennante, arrivava ovunque, forte e chiara.
Oggi il Papa riappariva in pubblico per la prima volta dopo la sua ultima degenza in ospedale. Quello che vediamo, a distanza di anni, è un Papa vecchio e malato ma le sue parole arrivano ancora dovunque ed il suo italiano è diventato incomprensibile a causa della sua malattia. Non appena vedo la sua bianca immagine affacciarsi alla finestra, non riesco a
trattenere i singhiozzi. E' un'emozione mille volte superiore a mille concerti.
" Mamma, ma perchè piangi?" mi chiede mio figlio.
" Non lo so. So solo che non riesco a ...fermarmi."
Quell'uomo mi dà un senso di forza indescrivibile, vedo che è molto sofferente ma incrollabile e con la sua sofferenza aiuta gli altri a risollevarsi e ad avere fede. Accanto a lui, sul davanzale, una colomba lo assiste, quasi che lo Spirito di Dio stia lì a dargli più forza. E lui ci benedice e cancella ogni nostro peccato. Quella fu l'ultima sua apparizione in pubblico , di lì a qualche giorno l'avrebbero nuovamente ricoverato al Gemelli e, di lì a qualche mese sarebbe tornato al Padre. Quel giorno io e la mia famiglia c'eravamo. Se Claudio mi diede il grande dispiacere di un concerto mancato, il destino volle che mia anima ne fosse ampiamente ripagata con un concerto di serenità e di pace :
" Quanti raggi ha il sole per dar luce ovunque... Quante foglie ha il vento nei viali soli... Quante onde ha il mare come belve in gabbia... e noi siamo solo istanti... almeno per un secondo...un po' meno distanti... e noi siamo solo sabbia... fino alla fine del tempo..."

 

Rosella