Conclusione
…Come mille ali nel cielo terso
Un tempo avevo un corvo, era bellissimo, aveva le penne tutte nere e il
suo becco giallo faceva risaltare il suo musetto, come una nota
sbagliata in mezzo a tutte le altre, solo che quella nota suonava
armonicamente per rifinire la perfezione di quell'essere. Non era
importante figurare singolarmente ogni particolare, era perfetta la
figurazione generale.
Ricordo che misi quel corvo dentro ad una gabbia dorata, forse perrche',
ingenuamente, volevo che capisse l'affetto che cercavo di manifestargli.
Anche i miei amici gli volevano bene, ogni giorno venivano a trovarlo
per giocare un po' con lui, spesso portandogli qualcosa, del becchime,
una nuova stecca per i suoi salti, una vaschetta per bagnarsi le penne.
Il mio corvo non disdegnava questo viavai, anzi, sembrava abbastanza
divertito e rispondeva bene a tanta attenzione. Ero contento per lui,
eppure, in qualche modo percepivo una nostalgia di qualcosa. "Strano",
pensavo, "che cosa puo' mancargli?" Come avrei voluto che potesse
rispondermi!
Un giorno mi trovavo in gita in montagna e, guardando il panorama
sottostante, scorsi una poiana che si librava nell'aria senza neanche
sbattere le ali, sfruttando le correnti ascensionali. Che bella!
Sembrava un aquilone come quelli che si vedono spesso sulle spiagge, ma
era viva e trasmetteva una sensazione di liberta' assoluta. A chi non e'
mai capitato di vedere un uccello volare e desiderare di poterlo
imitare? Dominare il mondo dall'alto come se fosse molto piu' piccolo,
con quel sentirsene quasi padroni e con l'illusione di poterlo
controllare, lassu', nel silenzio piu' assoluto interrotto dal vento che
si scontra con l'attrito del nostro corpo. Un sogno, soltanto un sogno e
niente di piu'.
Ma i sogni sono fatti per farci sperare in qualche cosa, anzi, spesso
sono una risorsa essenziale per concepire al meglio la nostra esistenza.
L'uomo non avra' mai le ali per volare, reali intendo, non potra' mai
solcare il cielo con mezzi propri naturali, ma ha la grande capacita' di
poterlo fare con la fantasia.
Ed ecco che, come un richiamo alla realta', mi scontrai con quell'assillo
quasi regresso nella mia mente. Il corvo. Il mio corvo aveva le ali e
poteva volare ed io gli privavo della sua piu' grande risorsa tenendolo
in una gabbia.
Corsi a casa, non esitai un secondo, portai la gabbia nel giardino ed
aprii lo sportelletto, mentre i miei occhi lasciavano spazio ad un
luccichio di emozione che, esaltandosi divenne lacrima. Il corvo pose le
sue zampe sullo spigolo dell'apertura che si era creata e rimase per
qualche istante con la testa fuori dalla gabbia. Mi guardo' come se
volesse ottenere il mio consenso. "Vai" gli dissi prima che il mio
egoismo avesse il sopravvento. Sembro' capirmi, spicco il volo e lo
seguii con lo sguardo per lunghi, interminabili minuti, mentre la sua
figura diventava sempre piu' piccola nell'immensita' del cielo.
Con un certo sconforto, mi allontanai da quella gabbia adesso vuota.
Quella notte non riuscii a dormire. Quanto mi mancava quella besitola!
Cercavo di consolarmi pensando che pur avendo perso un amico, forse
avevo conquistato maggiormente il suo affetto. Al mattino, tornai a
scrutare il cielo dal mio giardino, con la flebile speranza di vedere
quell'immagine cara volteggiare nel cielo, come per confermarmi anche un
suo bisogno di desiderare la vicinanza della mia immagine. Niente. Il
cielo era limpido e i miei occhi si dovevano sforzare per contrastare la
luce del sole, ma quella luce pur bellissima non bastava a consolare
quel senso di vuoto che provavo. Un rumore mi distrasse, voltai lo
sguardo veso la gabbia che era ancora li' per terra. Il mio corvo stava
accovaciatto sulla sua stecchetta beccando il poco miglio rimasto. Usci'
dalla gabbia, si poso' per pochi istanti sulla mia spalla, poi spicco'
il volo allontanandosi nel cielo.
Capii che solo adesso riusciva a vedere l'oro di quella gabbia, il mio
volergli bene ed il desiderio di vederlo di tanto in tanto, desiderio
che da quel giorno non ha mai tradito.
Un artista vive in una gabbia d'oro creata dal suo successo. Alcuni
artisti vi restano chiusi dentro per un'intera carriera, altri invece
possono frequentemente spiccare il volo sfruttando a pieno le ali della
creativita'. Claudio Baglioni ha sempre dato sfogo alla sua creativita'
attraverso le numerose scelte intraprese nel suo lungo percorso
artistico, compiacendo ad un pubblico eterogeneo proprio grazie al suo
modo di intervenire adattando ai tempi la sua musica. Possiamo quindi
anche criticare a volte alcune scelte, e' lecito, ma bisogna sempre
tenere presente che non e' mai giusto impedire il volo a colui che ha i
mezzi propri per poterlo eseguire. Qualsiasi gabbia d'oro che possiamo
creare intorno alla nostra fonte di emozioni, non mostera' mai piu'
affetto di quello che puo' sprigionarsi dalla concessione della liberta'
di espressione. Amare un personaggio vuol dire rispettare le sue scelte.
Cio' non vuol dire che ci deve piacere ogni cosa, ma che se una grande
parte del suo modo di essere ci provoca emozione, tale emozione dovrebbe
sufficientemente compensare magari quel poco che non appreziamo, ma che
fa parte della sua liberta'.
Credo che questo libro possa stabilire quanto il pubblico sia
affezionato a Claudio, cio' vuol dire che il suo modo di volare e'
talmente bello da far sognare migliaia di persone che, ad ogni concerto,
scrutano il cielo fino a scorgere un'ombra sempre piu' vicina.
Eccolo, e' tornato. Il sole, ormai giunto al tramonto, non abbaglia piu'
gli occhi. Le ali smettono di sbattere al vento, adesso solo il
luccichio di quell'oro fa capire che all'interno della famosa gabbia ci
siamo tutti…. La prima nota, la voce…. Si' proprio quel pezzo… hai
voglia di cantarlo insieme a lui… chissa' se e' d'accordo. Non importa,
ogni sera e' sempre diversa ed anche questa. Vale la pena di raccontarla
a chi non c'e', come una storia fantastica per incantare e far sognare i
bambini, ricordandoci che anche noi lo siamo stati.
In fondo, solo tornando di tanto in tanto ad essere bambini ci si puo'
accorgere che siamo davvero grandi.
A Claudio ed al suo pubblico…
Quepos
Unaparolaperte2002
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