Claudio Baglioni Unaparolaperte.net

 


O'Scia' - Il Sogno e' un vento


E' ancora notte quando mi avvicino all'aeroporto di Venezia. E' una di quelle mattine che scandiscono il mio tempo di sogno, che mi accompagnano nel dormiveglia attraverso un mondo che non assomiglia a nulla.
Venezia - Roma * Roma - Lampedusa.. due voli incantevoli...e già si sogna quando si comincia a scendere di quota e si realizza che quella fetta di legno ruvido che sembra galleggiare sull'acqua è l'isola di Lampedusa. Scendo dall'aereo e il primo abbraccio è quello del vento. O' Scià è una voce che ti parla appena arrivi. Non capisci e ti guardi intorno smarrita.
Non ti convince quasi nulla e non sai bene cosa provi. Ma Lampedusa non ti conquista con la sua aria ruffiana, ti conquista lentamente, togliendoti le pareti di lustrini di dosso. Ti disarma quando cominci ad entrare in lei e ad assaporare la sua pelle ruvida e secca di sole. Ti prende a schiaffi quando cerchi di farla assomigliare a qualcos'altro e ti si attacca al cuore distrattamente, senza troppo rumore.
La Guitgia è ancora una "spiaggia" il giorno del mio arrivo. Sembra che tutto sia fin troppo tranquillo.
I primi giorni sono quelli della scoperta. I primi giorni sono quelli delle corse nel vento.
O' Scià.sembra che la natura parli.con una voce tutta sua, e tu la ascolti incantata e stregata dalla sua bellezza .
Il bianco è il muro di Cala Creta, le pareti di roccia dell'isola dei Conigli, il faro sulla punta estrema del blu, i recinti di sole, i fiocchi di nuvole. Ma il bianco è anche Claudio quando lo vedi scendere dall'auto all'improvviso, guardarsi intorno e sorridere, quando lo vedi salire sul palco della Guitgia alle prime ore del pomeriggio, o avvolto in una felpa quando il cielo si porta via il giorno e ti promette una notte di magie.
Arrivano i giorni "del concerto". ma non c'è nulla "del concerto".. Si "abita" con Claudio sulla spiaggia fin dal primo pomeriggio, e spesso riesci persino a distrarti mentre lui parla fitto fitto con qualcuno degli artisti, o mentre discute di spalle in un angolo del palco, dietro ai tubi di ferro di una transenna. Il tempo con lui è diverso da qualunque altro vissuto prima, e ci si trova a chiacchierare con una sconosciuta che ha allungato la permanenza sull'isola perché ha saputo dell'evento, a condividere una "massima" sulla vita persino con il tecnico che stà aggiustando i cavi del mixer. Il sole è li a colorarti la pelle mentre Claudio scherza ed il tempo scorre talmente in fretta che ti ritrovi al primo fresco alito di vento in cerca di una maglietta prima di camminare veloce verso casa, infilarti sotto una doccia al volo e recuperare il "bagaglio" per la notte.
Quando il sole tramonta e gli ultimi strascichi di prove si attardano ti ritrovi di nuovo sul tuo telo a convivere con la sabbia, inginocchiata, distesa, con le gambe incrociate con i piedi umidi anche attraverso i calzini. Il tuo metro di spiaggia è davvero un "luogo" dove molti passano e non ti danno fastidio, dove dividi un centimetro del tuo asciugamano con uno sconosciuto, dove ci si da il turno per una doccia, dove chi si allontana comprerà i panini per la cena.
Quando la musica apre la notte, siamo già dentro al suo scorrere, gli artisti salutano, spesso ringraziano, molti di loro sono estasiati quanto noi. Per ognuno di loro un'emozione. La notte accarezza note conosciute e brani persi nel tempo. Claudio è li sopra. Sempre. Colpisce il suo esserci con tutti e per tutti. Anche quando si fa da parte, anche quando ascolta i ringraziamenti, anche quando canta sottovoce. Claudio interviene, in un duetto, in un controcanto, in un finale di canzone.
Gli artisti si susseguono cercando di dare qualcosa da quel palco. Qualcuno ci riesce di più, altri in maniera goffa o meno appropriata. C'è sempre chi ci stà pur non sentendosi parte di qualcosa e chi invece li sopra ha sentito l'alito di uno strano vento soffiare.
Mi hanno emozionato gli interventi degli artisti più giovani, di chi non si sarebbe mai aspettato di essere li. Mi ha colpito il duetto tra Claudio e Grignani su "Falco a metà" cantata da due artisti apparentemente così diversi ed in quel punto preciso di parole e note così vicini nei pensieri.
Ho rabbrividito ogni volta che Claudio interveniva con la sua voce anche su brani per me insignificanti come quelli di Masini o di D'Alessio, ho rabbrividito come ogni volta quando il violino di Pio Spiriti fa straripare Avrai di altra poesia, ho rabbrividito per il suono della batteria che fa eco sul mare, per l'infinita dolcezza di "Io dal mare", per i vocalizzi di Claudio nel controcanto.
Le due serate sono confuse, non saprei dare l'ordine di uscita degli artisti, sembrava tutto legato, sembrava che non ci fosse un inizio né una fine. Anzi si..mi devo subito smentire . il finale arrivava quando Claudio seduto al pianoforte riscaldava con poche parole un momento di altissima emozione: "penso che un sogno così non ritorni mai più." quel momento si ripete per due sere per me ma credo che se anche si fosse ripetuto per altre dieci avrei provato la stessa emozione.
Forse perché ogni "sogno così" non può tornare e c'è un istante in cui senti che lo stai vivendo e che devi afferrarlo perché è solo in quel momento che c'è. Credo che ogni volta che mi capiterà di sentire questa canzone, ascoltata mille volte distrattamente, ritornerò esattamente laggiù, in quel preciso istante in cui un altro uomo ed il suo pianoforte mi hanno fatto "Volare".
Mi piace ricordare ancora l'energia ed il "cuore" di Alberto Fortis che pur non essendo un cantante di grandissima notorietà è riuscito, credo, a sorprendere più di qualcuno e lo stesso Claudio. Mi piace ricordare gli abbracci tra Claudio e Biagio Antonacci in un momento di grande sintonia sul palco, l'orgoglio e la stima sul viso di Claudio nell'ascoltare l'intervento di Bob Geldof, mi piace ricordare Claudio che abbraccia la chitarra e ci regala un pezzetto di noi, della nostra storia più piccola e vicina quando saltiamo nuovamente sulla vita, quando "Via" diventa un altro ciao. La notte si allunga dentro alle sue canzoni che così tanto ci sono vicine. Poi il palco si riempie, le voci di tutti, i nostri occhi ancora a catturare sorrisi. Gli ultimi miei occhi verso il palco fanno fatica a staccarsi, la gola fa fatica a bagnarsi, le mani si raffreddano piano piano.
Domenica pomeriggio il mio "viaggio" finisce. Sono in bilico su quella spiaggia, devo recuperare il controllo e non lasciarmi "cadere". Me ne vado distrattamente senza mai girare lo sguardo verso il palco. Claudio non stà cantando, per fortuna, ma è li che decide con Dolcenera i dettagli della serata.
Incrocio un viso conosciuto nella hall dell'albergo dove recupero l'ultimo bagaglio, lei mi guarda e capisce. Ci salutiamo .. "stasera..mi raccomando.." le dico - lei mi fa l'occhiolino .. ha capito. So che O' Scià continuerà il suo volo e che un giorno ci "rivedremo".
E' impossibile ringraziare qualcuno perché in questi sette giorni a Lampedusa veramente molte persone sono state con me, anche qualcuno che non leggerà. Ogni minuto ho avuto qualcuno in un ricordo, in un tramonto, in una canzone, in una corsa. Ho abbracciato visi e voci e mai come in questi giorni ho portato con me chi ha volato in un altro tempo, in un altro sogno. Voglio ricordare i visi senza nominarli certa che vi arriverà il mio abbraccio..Chi in silenzio ha raccolto i miei sguardi estasiati al momento del mio "atterraggio" e tanti altri ancora..chi ha suonato il rumore delle corse nel vento... chi ha saputo aiutarmi in un attimo di "crollo" fisico.. Chi ha cercato i miei abbracci e tutti quelli che ci hanno tenuto lontane.. Chi ha condiviso i pianti, chi ha capito tutto attraverso la mia voce interrotta. Chi ho ritrovato nell'attesa frettolosa a Fiumicino, strade diverse con storie che legano nel tempo..
Voglio ricordare le persone sfiorate, poche parole nell'attesa davanti ad un albergo, chi non è partito all'ultimo minuto per paura, coloro che mi hanno riportato in altri luoghi e in altri incontri, chi ha raccolto il mio bisogno di andare via con uno sguardo e mi ha dato la certezza che sarei rimasta li, chi ha ancora la voglia ed il bisogno di difendere e di difendersi dall'ipocrisia di una certa parte di mondo.. Chi ha dovuto lottare per esserci, chi ha dovuto rinunciare ad esserci, chi ha il coraggio di non dimenticare per cambiare.
Di Claudio mi porterò via la sua luce.come quella del sole sul mare. come quella di un giorno di tanti anni fa.
E di me..chissà che cosa è rimasto..sempre troppo poco. quasi come se il "debito" non fosse mai ripagato del tutto, quasi se ogni angolo di quel tempo avesse avuto bisogno di ricevere ancora qualcosa. O' Scià..dentro a un sogno eterno..che sarà forza per il mio tempo difficile.. O' Scià.. soffierà lieve quando il cuore sarà spento e forse grazie a lui qualcosa continuerà a vivere dentro e fuori di me. O' Scià riuscirà un giorno a riaprire con altrettanta forza altre porte.? Chissà.


Ori di Cieli Smarginati

O'Scia'