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C'ero anch'io lì con
te
C'ero anch'io lì con te, ero
anch'io come te.
Una madre china sulla Singer ad arrotondare il mensile di un padre severo e
in divisa.
Due occhi scuri che piangevano le trecce: no, quelle no, non si tagliano!
C'ero anch'io lì con te, ero anch'io come te.
Prima della classe, in prima, in seconda, in quinta... sempre più su, fino
al sessanta e al centodieci.
Gli occhi scuri che piangevano il principe: così bello, così biondo, così
impossibile.
C'ero anch'io lì con te, ero anch'io come te.
Io dentro la mia casa di pelle, io sotto il mio tetto di stelle,
io con la coperta di sogni, affamata di sorrisi ed abbracci, ed i miei occhi
miopi
a rileggere e ripassare la tesi.
C'ero anch'io lì con te, ero anch'io come te.
E mio figlio, unico figlio di una figlia unica, il mio amore appassionato,
il mio gancio in mezzo al cielo che aveva fatto battere il mio cuore.
Il mio amore impazzito, il mio amore rinsavito, il mio amore addormentato,
annoiato, tradito, deluso e ucciso, resuscitato ma pur sempre malato.
C'ero anch'io lì con te, ero anch'io come te.
E tu per me hai scritto tutto: la Singer, la divisa, il passerotto, la
strada, lo specchio invecchiato come la morte, bastarda, insopportabile,
inevitabile e rassegnata.
L'inarrestabile e smaniosa ricerca di un posto che non c'è.
Fino a quella calda notte di note quando, a un passo da te, ho sentito i
tuoi occhi dentro ai miei.
Una Fata Morgana comune a migliaia di altri occhi.
Occhi appagati, occhi emozionati, occhi dilatati ed estasiati, occhi
profondi e complicati, occhi illusi ed inquieti, occhi beati.
C'ero anch'io lì con te, sono anch'io come te.
Lì col mio uomo altrove, la mia isola di sole, il mio treno per dove.
Così vicini e così distanti eppure sotto la stessa luna, lo stesso cielo, a
cantare sullo stesso accordo.
Apparizione di un sogno blindato.
Ti ho portato pagine di famiglia, il ricordo di un padre ucciso dal suo
cuore dispettoso.
Pagine non pubblicate, senza libreria, quasi segrete.
Ti ho portato un pezzo del mio cuore.
Ed ho sperato che non fosse stato fiondato in un cassonetto, come rogna da
fogna.
Solo un umile grazie per aver scritto per me che sono come te.
Niente riposo, nè tregua.
Non smettere di cercare quello che hai già trovato.
Scrivi ancora per me, ci sarò, lì con te, perchè sono come te.
Rosella di Alghero |