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seguendo la linea di Facciamostorie.it
"Mai piu' come te"
"Basta un
niente, un nome, una calligrafia, perché ogni cuore ha una memoria tutta
sua, si vede sempre dove strappi via una pagina, come ti fissa una
fotografia di ieri, la stagione delle piogge arriva qua, alla stazione della
mia malinconia e scende il tiepido acquazzone di una lacrima sull'ultima tua
voce che ho in segreteria ..."
Solo. Rientro a casa... quest'acqua
settembrina già mi ha stancato, pensare che odiavo quel caldo
insopportabile..ma è una giornata no, una di quelle in cui si vorrebbe non
esistere, in cui i battiti del cuore vanno a rilento, o troppo veloci. Ho
l'ansia, qualcosa mi opprime, la tristezza mi attanaglia. Sono infelice? Sono
stanco? Qualcosa è andato storto? Non lo so, so solo che non è una giornata
qualunque... ma..
dove ho messo quel nastro della segreteria del 1999? Mannaggia, volevo
risentire un messaggio...un funzionario della Sony che mi parlava della
promozione di Viaggiatore... ah, eccolo... in effetti è sempre stato qui...
sono io che oggi non mi trovo..
"Ciao, sono Luca,ti trovo stasera?" " Tututu..." "Non ci sei mai..!" " Ciao,
mamma ed io siamo passati... pensavamo di trovare
Giovanni......."........................clic
Mi siedo. Il cuore pulsa. Le tempie scoppiano. Le lacrime, lente, scendono a
rigarmi il volto: le sento calde, forse è l'effetto del freddo che ho preso
poco fa, insieme all'acqua... Rivivo un flashback, scorrono le immagini della
mia vita, intervallate da sorrisi, visi, voci, volti, eventi, scritti...
quante
cose scritte, quante gettate via, insieme all'immondizia, diventate girandole
vicino ai cassonetti da cui un refolo di vento le allontanava.
E rivedo te, il tuo biglietto sul pianoforte... l'ho accordato, diceva.....
Ti rivedo su quel treno, sì quello delle sei, di ritorno dai parenti umbri da
cui tornavi sempre volentieri a rivivere i tuoi ricordi, i nostri ricordi, le
tue radici. Le tue campagne, le piane verdi, le colline dolci, quei cavalli
che amavi tanto come un simbolo di libertà e di forza... Sei qui... in una
fotografia sulla mia scrivania... sorridi... un sorriso timido, impaurito,
come il mio... lo stesso naso che, vedi, è proprio un'eredità di famiglia,
continua a tramandarsi... sorrido, la malinconia è scesa, come scendevi tu,
dal treno, con la borsa piena di cose buone, genuine, dicevi tu... ho
riacquistato sicurezza, un po' di gioia... ho perso te, non il tuo amore, non
i tuoi insegnamenti, non i valori che mi
hai tramandato... ho amato e ho sofferto, ho anche perso ma proprio l'averti
avuto mi fa comprendere oggi, quello che ho perduto e quello che ho
acquistato:tanto e tanto grande da farmi sentire un uomo libero. Oltre.
Barbara, la solita
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