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Tutti qui - Immaginare
Livorno 24, 25 Novembre
Immaginare un'attesa... occhi che
si guardano avidi di regalarsi uno stupore, mani che si stringono per
comunicare una tenerezza o una dolcezza che non si vuole scordare di avere e
di conoscere. Guardare là dentro quella cupola tonda e immaginare come un
castello incantato una incastellatura piena di strumenti, casse acustiche e
strani scatoloni colorati. Chissà cosa ci sarà dentro quegli scatoloni, io già
lo avevo visto ad Andria, ma dentro di me era come se si fossero cancellati
per un momento i suoi contenuti, per lasciarmi spazio ad un nuovo volo del
sogno.
Immaginare un'attesa... una strada da fare e un nuovo posto da scoprire. Vie
sconosciute che percorri con gli occhi prima che con la macchina, cercando il
luogo che sarà casa per una notte. Non è il posto che ci si aspettava, non è
il posto che speravi potesse donare il senso del nido caldo, ma tant'è, quando
si cerca qualcosa così, senza poter andare oltre poche frammentarie notizie, è
una sorpresa anche scoprire che non sarà quel che pensavi ed è una sorpresa
scoprire dentro di noi qualcosa che ce lo farà sentire un poco più accogliente
e vedremo poi se davvero sarà così.
Immaginare una corsa di luci e di suoni, musiche che si alzano per scandire
una nuova partenza e l'attesa per il veicolo che farà viaggiare ancora una
volta la fantasia. Dov'è dov'è... stà nel mezzo di un'attesa, dai, andiamolo a
prendere! Seguiamo quelle luci di torcie elettriche che segnano sentieri che
portano dal vuoto alla piattaforma che ci lancerà ancora una volta in uno
spazio tutto da scoprire, tutto da inventare, uno spazio tutto da riempire
dentro di noi.
Immaginare dei sorrisi, immaginare dei saluti per rincorrere ancora una volta
uno slancio di amicizia, che ancora una volta deve vivere un giorno nuovo. Un
bicchiere pieno di colore sorseggiato con calma, forse per rendere più lungo
questo momento di attesa e tutti noi nel mezzo di quell'attesa. E le attese
vengono prima di una partenza, di un arrivo, di uno slancio del cuore. La
nostra attesa è di quelle che non si vorrebbe mai finire, anche se senti il
fremito di calore che hai dentro quando sai che vivrai un momento di magia.
Immaginare la musica come un fluido che invade l'aria, entra in tutti gli
anfratti e invade il pensiero accarezzando gli amici che sono "tutti qui"
accanto a te, spronandoci a gridare il nostro "noi no" davanti alla solita
vita piena dei soliti dolori, spingendoci "via" su strade nuove quando quelle
vecchie sono ormai senza speranza, a farci volare sopra il tempo con il nostro
"cuore d'aliante" per poterci vedere una volta dall'alto e da fuori di noi,
immagina la musica "a consumare, a catramare, a tracimare, a fiumare, a
schiumare, a chiamare, quel mare che fu madre e che non so..." quel mare della
vita tanto grande che vediamo davanti a noi, che ci fa tremare i polsi e
alzare gli occhi chiedendo all'orizzonte di rassicurarci.
Immaginare la musica delle nostre risate, delle nostre parole, delle nostre
piccole vite a scorrere sul grande palcoscenico di questa grande umanità che
ci passa accanto e spesso non si accorge di noi. Immaginare la musica delle
piccole mani e delle grandi braccia che stringono e colgono tutti noi in un
grande abbraccio e tutti insieme andiamo avanti facendoci forza ognuno delle
speranze degli altri, ognuno un po' meno solo quando una volta di più hai
sentito che fai parte di una grande orchestra che suona gli strumenti della
speranza. Strumenti magari un po' stonati, ma suonati con tutto il fiato dei
polmoni e con tutta l'energia dell'aria che raccogliamo nelle nostre vele.
Immaginare un buio... spezzato di piccole luci che precedono solo di pochi
centimetri dei cuori in viaggio, ognuno di loro con una propria storia e ogni
storia accanto ad un'altra vicina. Luci che precedono occhi che guardano la in
fondo, dove la realtà vola sulle ali della fantasia e dove per un attimo tutto
si trasfigura in ciò che di fantastico vogliamo e abbiamo bisogno di cogliere.
Piccole luci ondeggianti sospinte da braccia lanciate al cielo a cogliere il
filo del palloncino dei nostri sogni, il palloncino che ci porta nel mondo a
forma di noi.
Immaginate un buio... un buio che ha raccolto una luce e con lei ha raccolto i
nostri occhi, occhi che guardano la fine di un giorno ormai assorbito da una
notte che è ormai prossima. Ma è una notte fisica, naturale e sappiamo che
scende a riposare le nuove voglie che domani ripartiranno sulle strade delle
nostre vite. Alziamo un canto pieno di riguardo, forse una ninna nanna un po'
stonata, ma di certo il giorno che se ne va lasciandoci gli ultimi bagliori
lontani si addormenta felice, pensando che almeno oggi ci ha regalato un po'
di felicità...
Grazie ai miei compagni di viaggio, Rita, Alino ed Elisa, Silvia e Sandro,
Claudia e Fabrizio. Un caro saluto anche a Sara e Laura, care compagne di un
simpatico schitarrando di tempo fa, un saluto anche a chi non c'era ma era
presente con il suo soffio caldo d'affetto.
Ciao Lorena, ciao Roberta... che bello avervi conosciute, per me nuove voci in
questo splendido coro che canta una canzone che non si vorrebbe mai smettere
di sentire.
E se riuscite ad immaginare tutto questo che ho scritto, allora riuscite ad
immaginare la mia Livorno con Claudio.
Un abbraccio a tutti...
Renato
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