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Tutti qui
Verona 5 dicembre
Treviso 9 e 10 dicembre
Veramente le parole per
raccontare i tre concerti appena vissuti faticano ad uscire.
Sembrano avere poco potere di fronte alle emozioni ma c'è la voglia di
"trasmettere".
E allora ci provo.
Lunedi mattina ho chiuso la cartellina gialla, contenitore di viaggi, più e
meno lontani.
Ho guardato come fosse la prima volta il riflesso su un pianoforte appeso al
muro. Tempo di passaggio, di passaggi.
Passaggio di un vento, afferrato per brevi istanti e già sfumato guardando
dallo specchietto retrovisore.
E' passato Claudio da queste parti. E' passato in un soffio, portando con se
un bagaglio di cuori, di occhi, di vite.
Ben 3 incontri in poco tempo: Verona, Treviso, Treviso.
Non ci si abitua mai, soprattutto perchè ogni appuntamento è unico e
irripetibile, e se a volte insegui il "concerto perfetto" altre volte te lo
ritrovi tra le mani e il cuore.
Partenza! Frettolosa fuga dall'ufficio, orario impossibile, traffico, code,
ansia, nervosismo.
Arriviamo al palazzetto, sono già trafelata.
Non c'è il tempo per rendersi conto di nulla, si spengono le luci.Non ho
ancora ripreso fiato, mi arrivano brividi come se fossero provocati dal fascio
di luce delle pile nel buio.
Immediato collegamento con chi fà parte di quel tutto. Trovo il modo per
portarmi in quei primi minuti visi e cuori che hanno fatto e fanno un viaggio
parallelo al mio.
Tutti qui......quanti nomi...quante città....quanto vorrei prendere anch'io in
mano un fascio di luce e puntarlo verso qualcun altro....
Siamo in alto a Verona. Vedo un panorama meraviglioso, fatto di curve di
"cielo" che stasera è un soffitto. Ogni odore è un ricordo. Ogni momento è nel
magazzino della musica.
A Verona ci si scatena. Prendo visione di mille particolari che non avevo
notato a Caserta, addirittura sono convinta che non ci fossero!!
La serata è scatenata, esco di li rassicurata, dopo un mese tutto funziona,
tutto si incastra perfettamente con il messaggio di questo tour.
Il palco ha un senso, i colori hanno un senso, la presentazione, il brano che
apre, i saluti, persino i medley che non amo per niente hanno motivo di essere
apprezzati.
Del concerto di Verona mi ha colpito l'insieme, la voce di Claudio, la musica:
tanta, tanto suonata, tanto vissuta, tanto interpretata, la musica di una vita
intera "è già da tanto che suono" in ogni angolo, in ogni momento, in ogni
ricordo.
A Treviso il magazzino della musica si riempie ancora.
La prima fila toglie il fiato. Mi paralizza, ne sono ammaliata.Sono convinta
che, se fosse possibile, il concerto andrebbe visto da prospettive diverse,
per cogliere e sorprendersi ogni volta.
A mezzo metro dal palco non vedi nulla, vedi "solo" l'artista. Perchè è con
questi occhi che io stò li davanti a Claudio incantata. Lui è la sua musica.
Tutta. Lui è quello innamorato della sua maglietta fina, è quello che voleva
essere un grande mago, è il cavaliere che cerca sulla strada i colori, è
quello delle domande senza risposta, è l'uomo della storia accanto.
Le sue braccia sono quelle aperte per mille cuori, se potesse, se potesse far
crescere acqua dalla luna, le sue mani si chiudono quando i pugni stanchi
crollano, le sue mani si aggrappano all'asse di una vita che fugge.
I suoi piedi calpestano ore vuote come uova di cioccolato, logorando strade,
ballano cullando il ricordo. I suoi occhi guardano lontano, un mare che ormai
è un lago, un amore che non tornerà, un poster che non lo porta più via.
In tre ore ti senti dentro millesoli, millegiorni, millenotti, tre ore in
prima fila devi salutarle cantando "la vita è adesso". Devi saltare per forza,
perchè altrimenti le emozioni ti stendono. Devi prenderti quel cuore che ti
viene lanciato pensando che avrai altro tempo per continuare ad esserne parte.
La seconda data di Treviso mi vede "distratta" dai contorni, da una serie di
contrasti che ti mettono difronte all'altra faccia di tutto questo. Quella che
non mi appartiene, quella che vorrei evitare, quella con la quale non so
confrontarmi, quella che vorrebbe velare di nuvole le ore felici.
Tra tante "immagini" mi piace ricordare anche quella di un pubblico caldo a
Verona e caldissimo a Treviso. Colorato, partecipe, rumoroso, entusiasta,
attore e culla di un abbraccio strapieno di affetto.Volutamente tralascio i
nomi e i racconti degli incontri perchè spero che le emozioni vissute insieme
siano più forti delle parole che in questo momento sono incapace di tirar
fuori.
So che gli occchi incrociati hanno visto, che la magia di alcuni incontri
rimarrà dentro a lungo.
Sul finale di ogni mio scritto penso a Claudio, ai suoi incontri con noi.....e
mi ritorna in mente una sua frase detta un pò di tempo fà... "è un volo durato
35 anni, grazie per avermi fatto volare così".
Grazie a Claudio e a chi ha soffiato sulle mie ali.
Ori
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