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Treviso 9 dicembre
Rileggendo i vostri racconti sul
concerto di Treviso del 9 dicembre, mi sono reso conto che tutte le parole
sono state spese. Ed egregiamente.
C'è sicuramente in me un profondo disagio nel non saper trovare il bandolo
della matasse per tenere uniti i frammenti di pensieri ancora sospesi e
tradurli su una carta virtuale che a volte paralizza e rende muti
Stavo lì come inebetito dal fatto di potermi trovare a mezzo metro dal palco e
fondamentalmente ho stentato a realizzare che in fondo era una distanza
ravvicinata non dall'uomo ma dallo spettacolo in sè, per sentirsi parte di un
meccanismo, finchè il concerto non è iniziato
Un meccanismo oliato meglio che nelle prime date, una coralità di gesti
essenziali, sobri, minimali, colti tra un cambio di scena ed un altro, tra uno
scalpitare sugli assi del bordo palco e un salto a mettersi seduto tre sedie
piu in là. E poi c'è stato un attimo di vero
sbigottimento, quando il colpo di tosse, inatteso ha sciupato con rabbia una
esibizione ad alti livelli. Non capire cosa accade nella testa e nel cuore è
già un pò aver paura che si
spezzi un incantesimo, che si recida il filo dei ricordi, che si possa andare
incontro al duro tempo di una attesa infinita. Ma si capisce che non è così. E
mai sarà così. Ce lo hanno
insegnato i nostri mille volti che vediamo, le mille braccia levate al cielo,
i mille assalti di cuore per ascoltare, ebbene si..."sempre le stesse
canzoni"... E questo richiamo mi rimbalza in mente dall'inizio del giro, ormai
giunto alla quarta personale tappa. Non ci posso far niente, ma sono
si..."sempre le stesse canzoni"..
ma che bello vederle, non ascoltarle solo in un metallico suono casalingo. E
che bello vedere il sudore sulla fronte, quello sano, quello che affanna che
solo a vederlo ti toglie il respiro, perchè sai forse che in quel momento su
quel palco ci sei anche un pò. Con i tuoi affanni, con le tue difficoltà, con
le tue ansie. E allora..."sempre quelle stesse canzoni" ....le devi
raccogliere, una per una, dal pavimento della memoria e se anche di memoria
non ne hai più, è sempre lei che ti ritorna addosso, ti pugnala al cuore ma ti
fa sentire avido di nuovi gesti e nuove parole e nuova musica.
Poi c'è il momento di andar via, che bello è stato vedere tutti i vostri
sorrisi, vorrei abbracciarli ancora, uno per uno e portarmeli in giro per i
viaggi in cui assieme non saremo, è questo ciò che penso prima di staccarmi
dall'ultimo abbraccio, che prima vai via meglio è. Prima di ricominciare. Sì,
avremo "altro tempo per continuare ad esserne parte"...
Alex
www.leviedeicolori.splinder.com
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