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"Tour dei balconi 2007: io
c'ero"
Così recitava, questo pomeriggio,
la maglietta indossata dallo staff di Claudio.
Ho avuto il privilegio di assistere a questo evento, partendo senza pensarci
due volte, con la data di Milano ancora sulle spalle e la data di domani a
Roma che mi attende...
In via dei Noci, a Centocelle, c'è un camion grande che sbarra un lato della
strada e dietro la gente che aspetta. C'è nell'aria un non so che di
emozionate.
Quando alzo gli occhi e vedo quel balconcino al 4° piano, sì, mi emoziono. C'è
un piccolo microfono "scotchato" sulla ringhierina arrugginita e, delle
signore affacciate che guardano in basso la piccola
folla che va assiepandosi all'ombra di due platani che rilasciano i loro
pollini di primavera. Eh sì perchè in via dei Noci, di noci nemmeno l'ombra.
C'è un mixer audio tra i due alberi e signore che guardano incuriosite
l'apparato del fonico, con al collo i pargoli appena racimolati da scuola. Ci
sono i pensionati del quartiere, le massaie con le loro sporte della spesa
(molte lasceranno, oggi, i mariti digiuno), i ragazzini con gli zainetti sulle
spalle. Ci sono io col mio zainetto che non so dove guardare, per catturare
ogni istante di un pomeriggio che si annuncia da ricordare. Fa caldo in via
dei Noci, i termometri segnano 29 gradi. Sul terrazzino della palazzina, al
primo piano, tra piante di gerani scostate , ci sono gli strumenti al completo
e microfoni e cavi e uomini della security che vanno e vengono. Tante
televisioni, c'è pure il "Mollicone" Vincenzo, pallido come un cencio e di
ritorno sul luogo del suo servizio a mostrare i luoghi di Claudio. Ci sono i
giornalisti con i taccuini che intervistano chi possono, dalla signora del
palazzo al pizzicarolo, ma purché dichiarino sotto giuramento che ricordano il
piccolo Cucaio che da qui partì in volo per abbracciare le sette note e le
settanta date. C'è un atmosfera di festa. Alle 13.30 in punto partono le note
di "51 Montesacro" e Claudio con la chitarra inizia ad intonare le prime
parole del suo viaggio di note rimbalzanti tra le palazzine della suburbia
romana, è emozionatissimo, la voce stenta ad uscire, guarda con i lucciconi
agli occhi quella piccola folla che lo guarda incuriosita. Prende coraggio,
esegue uno dopo l'altro per intero i pezzi che vogliono essere il suo omaggio
alla sua terra natìa, "Con tutto l'amore che posso", addirittura "Piazza del
Popolo", "Porta Portese" e scalda i cuori romani. E' commosso e un tantino
imbarazzato, si asciuga il sudore e qualche lacrima, dopo aver detto che è
contento di essere a casa e che non suonerà più nei palazzetti. Il suo viaggio
terminerà domani nella sua Roma, con infine le due date da recuperare.
Superata l'emozione iniziale che è la stessa di tanti, giù in strada, me
compreso, ricorda che quando era bambino mancava la tettoia sul balcone e che
avrebbe voluto portare tutti e sei i muscicisti li su quel piccolo angolino
affacciato sulla via, ma non ci sarebbero stati tutti insieme e non avrebbero
potuto suonare. La gente si diverte ad ascoltarlo raccontare i suoi anneddoti.
Scende al primo piano ed ha inizio un vero e proprio concerto, con "Strada
facendo", "Noi no" passando per "Via", "Mille giorni di te e di me", "Io sono
qui", il solito medley di "antichi" successi e poi tanti aneddoti divertenti
tra un pezzo e l'altro.
Anche la signora Teresa, che gentilmente ha ospitato il caravanserraglio
baglioniano sul balcone di casa, stralunata per l'improvvisa celebrità è
chiamata da Claudio al microfono. La simpatica vecchietta che Claudio
definisce "grandissima amica di mia madre che però si è nascosta da qualche
parte", prende la parola imbarazzata e salutando alla maniera papale, invita
tutti a venirrla a trovare la prossima volta sotto il balcone, sottolineando
però "quando torna Claudio!". Claudio sorridente la rimbrotta "non si metta a
fare discorsi dal balcone che porta male" e poi dice a tutti i presenti di
tornare tutti i giorni alle ore 14.00 "che la signora Teresa farà un
discorso".
Claudio saltella sul terrazzino mentre esgue impeccabile il suo concerto da
strada, saluta con la mano tutti coloro che lo cercano. Dalla strada, dai
balconi in alto. Persino un cane sul davanzale assiste all'happening e un
piccolo di pochi mesi che la mamma impietosa porta al sole romano per salutare
il cantante.
Fa caldo, si suda ma si salta sulla vita e Claudio dice "il futuro è quello
che conta", forse perchè è consapevole di essere giunto ad un suo personale
bivio di artista ma ancor più di uomo.
Oggi, vederlo affacciato e divertendosi nel farlo, è stato come trovare un
Baglioni più umano dopo il confezionamento preciso delle sue
settanta-date-settanta. Sotto il balcone di Centocelle non c'era un canovaccio
da seguire, c'erano occhi bambini che con tanta nostalgia guardavano al
passato, e aprivano forse per l'ultima volta sotto casa, quell'imenso baule
dei ricordi, ma con la forza di augurare a sè stesso e a quanti lo abbiamo in
questi anni seguito con passione, "buona fortuna" per guardare al futuro
perché in fondo, anche quando le note cesseranno, il sogno rimarrà sempre.
Alex
www.leviedeicolori.splinder.com
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