Concert opera, QPGA

Milano,08/12/09
 

Milano, Teatro degli Arcimboldi, martedì 8 dicembre 2009
Sono arrivata sul posto insieme a mia madre con quasi un'ora di anticipo, l'entusiasmo alle stelle ed aspettative altissime per quello che si annunciava uno spettacolo grandioso a conclusione del progetto QPGA; non avevo letto alcun resoconto sulle serate precedenti e sinceramente mi aspettavo che le canzoni sarebbero state eseguite in modo simile ad "a prima vista" di un anno fa e al "gran concerto" di quest'estate, e la cosa mi rallegrava non poco perché, sebbene la presenza degli ospiti nell'album appena uscito non mi sembri del tutto fuor di luogo, l'idea di risentire quelle canzoni nuovamente purificate come nei due concerti che ho citato mi incuriosiva ed allietava. Di fatto essendo questo concerto successivo all'uscita del disco, sono stati ricreati nel teatro pressoché gli stessi effetti, le registrazioni delle voci dei cantanti e dei pezzi suonati dai grandi musicisti e filmati vari hanno accompagnato la voce di Claudio, e devo dire che lui mi è sembrato un po' costretto in questa cornice così predefinita, che pure ha scelto e studiato; non credo però che siano mancati completamente né l'emozione né a tratti l'ironia del Claudio che conosciamo.
Gli ultimi minuti dell'attesa sono stati scanditi da orchestra e piano nell'armonia di "niente più", molto suggestiva, lenta, con una melodia che acquistava respiro pur se da una base ed era ideale per farmi entrare nel clima dell'opera e prepararmi all'ingresso dell'artista. Ero in un posto molto centrale in settima fila (per la gioia della mamma che vedeva tutto benissimo!), pronta ad immaginarlo su quel palco e a lasciarmi emozionare dalla sua sola voce come ho fatto negli altri concerti; lui è arrivato sulle note dell'ouverture e poi via ai 51 pezzi di QPGA (non è stata eseguita "un po' d'aiuto"). In generale l'ho trovato convinto nelle interpretazioni e la favola mi è arrivata diretta nei suoi particolari, forse anche grazie all'ottima acustica del teatro, attraverso quella voce ancora una volta in formissima, pura e dal timbro giovane; forse Claudio è apparso più vero e ironico quando ha avuto qualche piccola incertezza, per esempio le amnesie sul testo di "una faccia pulita"), di cui si è accorto anche tardi e quindi ha un po' faticato a recuperare! Per tutta la durata dello spettacolo ha detto poche, pochissime parole e anche da questo ho capito che la scommessa di questo tour è presentare la sua "opera popolare moderna" come l'ho sentita definire, cioè QPGA, esattamente per quello che è, con anche gli ospiti che hanno tutti un ruolo ben preciso al suo interno, e qui vado sulla fiducia perché in più di qualche caso, pur avendo ascoltato il disco svariate volte, non sono ancora riuscita a capire quale sia questo ruolo. Certamente però riproporlo dal vivo tale e quale ha avuto il suo fascino, almeno sotto alcuni aspetti: il pubblico è stato fondamentale e mi ha colpito il modo in cui ha risposto, sapeva rimanere immobile e in silenzio o saltare e battere le mani quando era il momento; nelle parti di racconto con la voce accompagnata dal solo piano e su alcuni brani come "se guardi su" si fermava il teatro, tutti erano attenti e si creava pathos in sala, cosicché la storia prendeva una vita straordinaria e non importava se la sapevamo già a memoria, almeno per quanto mi riguarda il gusto di riascoltarla così in quell'atmosfera e con quella chiarezza di suoni non è affatto svanito. Immagino che Claudio si sia accorto della nostra capacità di partecipare sempre nel modo giusto, perché alla fine ha ringraziato per "l'attenzione e la passione", forse era da copione ma non gliel'avevo mai sentito dire negli altri tour.
Mi è stato ancora più evidente, se non lo era abbastanza nel disco, come tutti gli interventi degli ospiti ne esaltino qualità e peculiarità vocali: non sono d'accordo, per esempio, con quanto dice Claudio in un articolo che ho letto riguardo al pezzo assegnato a Mina, l'avrebbero studiato insieme in modo che non fosse troppo alto e la voce della grande cantante non risaltasse eccessivamente; il sentirlo al teatro mi ha dato l'impressione che proprio l'aver trovato delle note per così dire di mezzo, né troppo acute né troppo gravi, sia stato il modo migliore per far emergere la pienezza della voce di Mina, la cui prima caratteristica non è certo quella di essere acuta. Posso dire che l'attenzione di cui parlavo non è mai calata nemmeno alla fine della storia di QPGA, la pausa che ci separava dagli "altri amori" è stata brevissima ed io mi sono trovata catapultata in emozioni familiari ma di cui non mi stanco facilmente, ed anche ieri sera avevo bisogno della carica e della speranza di "strada facendo" o del salto su "la vita è adesso", e mi sono lasciata travolgere tanto da continuare a saltare anche dopo l'uscita definitiva del cantante! Probabilmente è stato un concerto diverso e meno "opera" di quanto pensassi nel senso che intendevo io, cioè con la sua voce padrona assoluta della scena e magari una vera orchestra; ma Claudio anche questa volta ha tenuto il palco per tre ore e mi ha regalato una bellissima serata: è riuscito nella prima parte a far vibrare le mie corde al punto che mi sorprendevo a cantare certe canzoni anche sottovoce, sentendomi appena, quanto bastava per percepire ancora di più sulla mia pelle quella splendida storia e le sue sfumature; nella seconda a dare una quasi fisicità alle mie sensazioni quotidiane come aveva fatto in modo più accentuato quest'estate all'arena civica, ricordandomi di vivere ogni singolo istante intensamente, a tempo di musica.
 

Alissa

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