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Parco della Musica, 25 Dicembre
2011
Dieci dita...dilon
dilon
....e poi un
giorno finalmente riesco a posizionare orizzontalmente la clessidra del tempo
per dare al tempo stesso modo di frugarmi dentro e contare...fino a dieci.
Dieci.
Dieci sono le dita che, in una mattina come questa, quando la luce fuori e'
ancora molto scura e avvolge tutto in un tenue bagliore racchiuso in un timido
primo raggio di sole imprigionato da nuvole gonfie di pioggia, si posano sulla
mia tastiera e, andando a ritroso nei ricordi, mi riportano ai suoni del
Natale appena passato.
Mi piace raccontare, mi piace farlo prima possibile dall'evento perche' le
sensazioni sono vive, ma il quotidiano spesso non me lo permette. Allora i
giorni che mi separano da imprimere i ricordi su un foglio bianco, oggi
virtuale, sono accompagnati da sorrisi improvvisi che, come schizzi sulla
tavolozza di un pittore di cio' che poi diventera' un dipinto, sapranno
conservarsi e trasformarsi in parole non appena il tempo me lo concedera'.
Ed eccomi allora, a cercare di ricomporre il puzzle dei miei sorrisi, dei miei
flash, dei miei schizzi in questi giorni lasciati sulla tavolozza... del mio
cuore.
C'era una volta un...."Natale di agrifoglio e candeline rosse...." direbbe
qualcuno.
No, c'era una volta.... c'era una volta un suono ed era il suono di un
campanaccio che nella notte di Natale lungo le strade del mio paese regalava
sogni a noi bambini.
Per i cosiddetti grandi era il Clochard di paese per noi piccoli, che tutta la
notte ci faceva sobbalzare dal letto donandoci quella magia unica ed
insostituibile era....Babbo Natale.
Un suono....un suono nella notte....dilon dilon...
Io avevo 4 anni, e poi 5 e poi 6 e poi questo suono ha incantato il Natale dei
piccoli fino a che il Clochard non e' volato via su renne speciali che lo
hanno accompagnato verso una pace infinita.
Dopo... nessun altro ha preso mai il suo posto.
Perche' Babbo Natale, quello vero, e' unico come unico e' il suono che ha
accompagnato il suo ricordo in ogni Natale che ho vissuto fino ad oggi....Per
ogni Natale che ho trascorso in maniera molto intima con me stessa, per ogni
Natale dove ho cercato di fuggire via da tutti, per ogni Natale accompagnato
da un ricordo... come quello di mia mamma stretta in un abbraccio-ballo lento
con mio fratello sulle note di Claudio cantate da me...quel dilon dilon tanto
forte di quel Babbo Natale cosi' speciale ha cullato e incantato la nostalgia
che ogni anno in questi giorni si prende gioco di me.
Dilon dilon...un suono... un suono che questo Natale e' andato a fondersi con
un altrettanto suono magico, un suono magico di cui ho seguito l'eco che in
una bellissima giornata di sole mi ha portato fino a Roma.
Natale... in viaggio verso quel suono raccolto in un pacchetto regalo da
aprire insieme ad altri nel Parco della Musica. Durante il viaggio man mano
che ci avvicinavamo nella capitale quel dilon lo sentivo sempre piu' forte,
man mano che passavano le ore ho fantasticato su come sarebbe stata la fusione
di quel suono, ricordo di bambina, con quel suono colonna sonora di una vita...nel
giorno piu' intimo dell'anno, nel giorno in cui le assenze si materializzano
diventando presenze fino a colmarti il cuore, nel giorno in cui le luci si
fanno piu' intense ed i sentimenti si scaldano, il mio Natale avrebbe suonato
una musica che partendo da un campanaccio avrebbe sposato gli strumenti
moderni di oggi.
L'atmosfera della sala di Santa Cecilia e' gia' di per se' magia.
Una culla per contenere i suoni senza disperdere una nota, senza distorcere
l'eco di un applauso, ha ragione Claudio quando dice che e' il solo posto che
si presta ad uno spettacolo cosi'.
Ci sono molte sedie sul palco che ospiteranno anch'esse il pubblico, noi siamo
in platea ma da qualsiasi fila e' tutto cosi' vicino che ho subito
l'impressione di stringere questo dono dell'insieme tutto in un abbraccio.
Alcune battute di Claudio dalla regia e poi....
e poi non staro' qui a descrivere ogni mossa ed ogni nota perche' e' l'nsieme
di tutto che mi ha regalato uno dei concerti piu' intensi di Claudio.
E' l'insieme della sua solarita' che ha aggiunto una luce in piu' sul palco,
e' l'insieme di una scaletta particolare, atipica che mi ha fatto battere il
cuore, l'intensita' che ha messo nel cantare particolari brani ed il silenzio
rispettoso con cui sono stati ascoltati.
Piu' volte osservando l'insieme ho pensato che alla lunga e' riuscito ad
educarci bene, o almeno e' riuscito ad educare bene molti di noi.
Esibendosi in brani non proprio da scaletta rituale si e' sbilanciato nel dire
che come pubblico "eravamo buoni" deliziandoci cosi'con un altro pezzo, per
noi, perle del suo repertorio.
Ho visto Claudio orgoglioso di regalarci quel suo progetto, di condividerlo in
tutta la sua totalita' insieme a noi, osare nel farci aprire regali piu' belli
come brani ascoltati pochissime volte in un concerto (che non sia stato raduno
ma spesso ho avuto la sensazione che Claudio si avvicinasse molto, come
scioltezza, ad un raduno) ci ha messo l'anima per far suonare quelle dieci
dita fino a solleticarci sensazioni per me uniche per tre ore e mezza di suoni
parole e abbracci di note. Claudio che ha cercato di dare un po' di se a tutti
noi, sul palco platea, galleria, ovunque e' arrivato al cuore anche solo con
il sorriso....con un dilon...
Vari sono i flash che fermano istentanee nella mia memoria come la visione di
una piccina incontro a Claudio... quella stessa piccina che aspettava con
curiosita' il "suo Talio", quel "Talio" che sale i gradini piano piano....la
piccina che da sola piano piano prova a scenderli ma, "tradita" dal gradino,
e' caduta quasi ai suoi piedi.. Chissa' un giorno che suono avra' per quelle
bambina il ricordo del suo dilon....ma la tenerezza di quei pochi passi mossi
dallo sguardo bambino della curiosita', e la tenerezza nello sguardo con cui
Claudio l'ha vista cadere mi ha riportato alle note del mio dilon ... la mia
infanzia, quel muovere i passi per andare verso la finestra e nel freddo della
notte sentire ancora piu' forte quel dilon dilon....
La fusione dei due suoni dunque ad unire generazioni... un solo battito di
mani ad accompagnare l'appello comune di Noi No, un figlio che trasvolando sul
dilon bambino del padre e' in grado oggi di apportare nuove sonorita' a quella
musica che lo ha accompagnato nella crescita...e via via i flash si susseguono
fino ad arrivare all'abbraccio di una sala di persone intorno per un finale
che non vuole lasciarci andare via, con un'emozione che da anni non provavo
cosi' forte durante un concerto di Claudio vuoi appunto l'insieme di quella
culla di note che hanno suonato dentro in maniera cosi' intensa vuoi perche'
Natale....e' sempre Natale....
Ci siamo incamminati a piedi verso il BB dove abbiamo pernottato.
Le luci piano piano si sono fatte piu' fioche, il silenzio ha ripreso il suo
tempo in una notte magica...ma e' rimasto ancora un dilon per coloro che non
smetteranno di ascoltare, per coloro che ogni volta nell'intimita' della notte
di Natale torneranno ad essere bambini, per me, per questo Natale che Sandro
mi ha dedicato, per quel dilon della mia infanzia che e' andato a fondersi con
il suono di un Babbo Natale speciale che ha accompagnato con la sua melodia il
percorso della mia crescita....fino a qui...per un dilon senza fine...
Silvia
"La vigilia di Natale era una notte di canzoni, che si avvolgevano intorno a
te come uno scialle. Ma scaldavano pił del tuo corpo. Scaldavano il tuo
cuore... riempiendolo di una melodia che sarebbe durata per sempre. Bess
Streeter Aldrich
SilviaM. |