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Trieste, 8 Dicembre
Portateci un po' con
voi
Mai come questa volta sono andato
incontro al sogno così carico di tensioni,di paure, di pensieri contorti che
mi dannavano l'anima.
E mai come questa volta porto a casa con me tanta carica e tanta voglia di
ricominciare.
Cominciando dalla fine: "portateci un pò con voi". Così Baglioni ha salutato i
quattromila irriducibili del Palatrieste, non paghi delle 3 ore e un quarto di
musica e magia.
Niente di più vero. E' proprio quello che mi son portato via. Un pò di chi mi
ha dato la possibilità di scacciare i pensieri. Un pò di più di ieri e spero
meno di domani. Mi porto via un pò di quel vento gelido che ha spazzato via
l'umidità dei giorni precedenti ma non la voglia di esserci a tutti i costi. E
così si può giustificare l'attesa di lughi interminabili minuti al gelo per
assistere alle prove. Mentre ero in fila davanti all'ingresso riservato mi
hanno colpito due o tre ragazzini, avranno avuto 15 anni, che si erano
pazientemente messi anche loro in fila senza il pass del Clab. In pratica
attendevano l'apertura regolare dei cancelli che ci sarebbe stata almeno 3 ore
dopo! Avevano un biglietto non numerato, magari acquistato a prezzo di enormi
sacrifici e volevano forse essere davanti agli altri, forse avevano più voglia
di sognare. Non ho più badato a loro. Ero ormai al tepore del palazzetto.
Mi porto via l'immagine di Claudio che entra tra le maestranze intente a
montare il palco appoggiato su una stampella bianca e nera. Si percepisce che
non vede l'ora di liberarsene. Per un attimo ci abbraccia con uno sguardo e un
saluto. Si può abbracciare con uno sguardo e lui lo ha saputo fare. Le prove
sono brevi, e tra un gorgheggio e un'altro, Domani mai, Fammi andar via, E tu.
L'acustica del palazzetto è pessima e Claudio sembra seriamente preoccupato
per l'esito della serata, ci scherza su ma nemmeno tanto. Mi porto via
l'immagine di una ragazzina che riesce, non si come, a forzare i cordoni di
sicurezza, scendere pacificamente nel parterre accanto al palco e scambiare
qualche parola con Claudio, mi porto via il suo volto raggiante quando torna a
raccontare "l'avventura" ai suoi amici.
Mi porto via l'immagine di uno striscione con un enorme cuore rosso che
campeggia in tribuna che alcuni ragazzi non sapevano dove mettere per evitare
di creare fastidio agli spettatori.
La gente all'esterno inizia a scalpitare. Alle 20 i cancelli "regolari"
vengono aperti. Inizia Crescendo.
Il palco-casa si materializza. La cantina con vecchi bauli, il primo piano con
tanto di divano e cucina e poi la terrazza-finestra sul cielo, infine il cielo
vero e proprio.
Mi porto via con me almeno un'ora di concerto vissuta in una posizione
indescrivibilmente scomoda, con un vetro davanti che rende difficoltosa la
vista di gran parte della scena. Ma chi se ne frega del posto che ho pagato,
mi alzo e me ne vado dove si vede meglio e resto in piedi per altre due ore di
concerto aggrappato al parapetto, da lì sembra di essere sul palco. Voglio
entrare in casa stavolta. Voglio sentirmi parte dell'atmosfera che, una
canzone dopo l'altra Claudio sta creando. Il pubblico è freddo all'inizio, si
muove solo il parterre. La bora è ancora nelle ossa, ma non per molto.
Mi porto via anche la voce di Claudio che è decisamente inferiore ai suoi
standard. Un pò di raucedine o forse stanchezza, non so, ma non lo avevo mai
sentito dal vivo così. Alcuni pezzi sono eseguiti con qualche ottava in meno
rispetto alle versioni originali. Il concerto sale sempre più di tono. I pezzi
nuovi Tienimi con te e Al di là dal ponte emozionano. Intanto da un baule
vengono su bolle di sapone. Poi Claudio a nanna con Notte di Note e ai
fornelli con E adesso la pubblicità. Anche i bodyguard hanno il loro momento
di gloria quando giocano a carte durante Serenata in Sol, nel passaggio più
divertente del concerto. Mi porto via il telescopio che viene puntato sul
pubblico ad indicare che ciascuno è protagonista di questa stupenda notte di
sogni. Mi porto via il finale travolgente, che alterna pezzi storici in un
medley appassionato a pezzi più rock che non possono più trattenere il
pubblico. Mi porto via un gruppo di anziane signore che si mettono ad
ancheggiare sulle note di Sono io. Il palasport decreta il trionfo di
Crescendo in un crescendo di adrenalina. Nessuno riesce più a star fermo. Il
solito pezzo finale Via, decreta la fine dell'ennesimo viaggio.
"Portateci un pò con voi" sentenzia Claudio salutando il pubblico oramai alle
stelle dell'entusiasmo.
Non c'è bisogno di ribadirlo. Mi porto via un pò di tutto questo e un pò di
questo carburante per il mio sogno che dal focolare della casa di Crescendo.
Mi porto via la via di casa, sferzata dal freddo vento di bora, che fa un pò
meno paura di ieri ma sempre più di domani.
Buon tempo di attesa
Alex (di
www.leviedeicolori.splinder.it )
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