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Cantu', 29 Gennaio
Crescendo a Cantu'
YESTERDAY... è già ieri, quello
che ancora oggi non riesco a credere.
E' un giorno freddo, uno di quelli che non si scordano mai. Ma oggi c'è Cla a
Cantù e nulla mi ferma, nemmeno questo gelo pungente. Un'ora e mezza (dopo due
di viaggio) attendo davanti all'ingresso riservato agli associati ClaB (e con
me altri clabber), ma è un'attesa che ci piace per ciò che ci aspetta, per le
emozioni che attendono di entrare nella nostra anima e nelle pagine dei più
bei ricordi. Entriamo verso le 18.00 ma Claudio ancora non é all'interno del
Palasport. Giunge verso le 18.30, tutto vestito di nero, prende il microfono e
con voce raffreddata ma sempre d'incanto: "Scusate il ritardo ma ci siamo
persi per la Brianza! Come state? Raffreddati anche voi?". Qualche canzone, la
prova microfono, il suono e le luci. Un Claudio che nonostante il poco
movimento (ancora per la gamba?) e tanto infreddolito ("Ho il microfono come
un ghiacciolo") sa stupire con voce, battute e la semplicità che tanto amiamo.
Le prove durano un'oretta poi "Dobbiamo andare, fuori ci sono dei ghiaccioli
che aspettano. Non applaudite troppo che poi ci montiamo la testa" accenna
qualche passo di danza e un immaginario incontro di pugilato poi lascia il
palco.
Noi che lo acclamiamo a gran voce, lui si ferma raggiunge una zona di pubblico
(é a pochi metri da me) e firma un pò di autografi, dal pubblico una signora
"Non é giusto, vieni qui... anche solo un ciao!" e Cla' "CIAO!", la signora
ribatte "Ma non devi dirmelo, devi scriverlo!" risatine generali lui sparisce
nel tunnel che lo porta in camerino.
Alle 21.00 comincia un concerto
(il II "Crescendo" per me) pieno di bellissime scenografie, un'ottima voce e
musica, un Claudio che sapeva quando e come muoversi permettendo a tutti
un'ottima visuale. Tre ore meravigliose di splendida musica e di continue
emozioni. Grazie a te grande mago, che ogni volta sai stupire. Solo un piccolo
neo: quando lo incontrai per la prima volta gli chiesi l'autografo, ma mi
rispose che non poteva farlo a me sennò poi doveva farlo a tutti. Un
ragionamento che non ha bisogno di commenti, infatti ho accettato questa
condizione. Forse, ieri, avrebbe dovuto fare la stessa cosa. Ma non importa
piccolo grande amore, mi è bastato il tuo saluto, il tuo sguardo, il tuo
sorriso. Mi è bastato guardarti, immaginare di abbracciarti e sapere che eri
lì per regalare un pezzo di te ad ognuno di noi. Ti voglio bene grand'uomo e
sempre te ne vorrò. Non mi basti mai. Grazie di cuore.
Chiara
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