A questo punto delle piccole note si staranno gia' muovendo. Tutte incontro a quella musica a quella voce "con l'ansia di cercare insieme un bene piu' profondo" Piccole note saranno ad Andria personalmente, altre solamente con il cuore ...Ma suoneranno tutte insieme il loro tam tam per portare l'amore in cento mille strade e questa sera sara' la nostra unione verso la strada per Camaggio a farci battere il cuore.. grazie Ivan per per averci regalato un po' della tua notte di note. Silvia
Non pensavo di andare al concerto di Andria, anche perché l'11 avevo un appuntamento di lavoro, ma a fine giugno mi hanno spostato questo appuntamento di un giorno ed allora mi sono detto: "Perché no?". Così, grazie all'info di Barbara e alla cortesia del gentilissimo Graziano, ho potuto accreditarmi il desideratissimo tagliando.
La mattina scorre via abbastanza veloce: prima sto
un po' al PC per spedire alcune cose, poi vado alle prove. Spero di non
dimenticare niente delle cose che voglio portare con me: Pass clab (in
questo caso puramente ornamentale), acqua, cambio (fa caldo... si suda),
soldi, ricarica del telefonino, ok, sembro avere preso tutto.
Alle 14,30 mi ritrovo a Pozzuoli dove ho appuntamento con la mitica Milla che mi dà un passaggio nella sua "Pipì-car" (ribattezzata così dopo che, durante la notte della fila per i biglietti del San Carlo, fungeva da "navettatrasportapersoneafarelapipì" nell'unico bar aperto). Il viaggio scorre via gradevole e veloce, grazie anche alla piacevole compagnia: la supersonica Milla (grande compagna di viaggi), Francesca di Caserta, Oreste, Anna, Giulia, Carmen. Arrivati ad Andria fatichiamo un po' a trovare il quartiere Camaggio e soprattutto il parcheggio (che doveva essere custodito, ma non lo era). Il paese ci appare un po' desolato (almeno la parte che abbiamo visto noi). Arrivati al luogo del concerto finalmente saluto due persone che desideravo molto rincontrare sulla mia strada: Barbara b e Giospecial (e finalmente conosco Giordana). I cancelli aprono verso le 20,15. Il palco è proprio in un cortile, un piccolo cortiletto. Anche il palco è spoglio. Non sembra uno scenario da concerto da CB, sembra più il contesto di una piccola sagra paesana (ma è proprio ciò che fa essere questo concerto singolare). Alle 21,20, dopo una piccola presentazione di Don Riccardo Agresti (il parroco che ha organizzato questo concerto di beneficenza con Claudio) salgono sul palco Claudio e la sua chitarra. E' abbronzato ed ha i capelli un po' lunghi col ciuffo che cade sulla fronte, camicia bianca e pantaloni neri, attacca con "Strada facendo", poi, sempre alla chitarra, continua con "Uomini persi": Si alternano, alle canzoni, i suoi ricordi di quando era all'oratorio e, per sentirsi grande, indossava i pantaloni lunghi che però poi si strappavano quando lui si inginocchiava a giocare con le biglie. Ad un certo punto Claudio prende una piccola sedia, di quelle dell'asilo, e la mette al centro del palco, quasi a simboleggiare il bambino che è dentro ognuno di noi, quindi si siede al piano ed esegue "Avrai" (e tutto il pubblico lo segue con le candeline accese) e "Tamburi lontani" (ricordando che la prima cosa che lo aveva colpito di Don Riccardo, quando 2 anni prima lo aveva incontrato, era proprio il nome che era lo stesso del suo papà finito da poco). Al centro del palco c'è il pianoforte a coda, a sinistra ci sono due chitarre ed a destra c'è una tastiera dove si va a sedere per cantare "Nel sole nel sale nel Sud", "Cuore di aliante", "Da me a te", "Io sono qui" e "La vita è adesso" prendendo in giro il pubblico che non la smette di invocare canzoni. Racconta anche che ad un concerto di Cocciante, dove uno spettatore urlava ogni tre secondi "MARGHERITAAA!" un altro spettatore scocciato avesse risposto "Quattro stagioni!!!". Si risposta alla chitarra per eseguire una struggente "Cincinnato" a cui fa seguito "Con tutto l'amore che posso". Oltre al pubblico pagante c'è anche una parte di pubblico non pagante affacciata alle finestre e ai balconi, arrampicati sui tetti, sui cancelli, sugli alberi. Claudio gli chiede anche di buttare qualche euro per la causa di Don Riccardo. Poi torna al pianoforte per cantare "I vecchi", poi scherzando sulle risposte che di solito davano i preti nelle confessioni introduce "Quante volte". Tornando alla tastiera interpreta "Fratello sole sorella luna". Racconta di essersi divertito al sentire il nome un po' triste della parrocchia dove suona, Addolorata alle Croci, soprattutto se contrapposto a quella dell'oratorio dove debutto come cantante, San Felice da Cantalice. Da qui ripercorre le sue prime composizioni: "Signora Lia", "A modo mio", "Chissà se mi pensi", "W l'Inghilterra" e "Porta Portese". Cerco di far sentire qualche canzone al cell a quante più persone del NG possibile, ma mi accorgo di non avere tutti i numeri (per sempio di Patty e di Silvia, mannaggia!). Mente torna alla chitarra parte spontaneo dal pubblico un "Alè-oò" che subito Claudio asseconda. Quindi è il turno di una coinvolgentissima "Noi no" (come ai vecchi tempi). Riappare al piano per "E tu come stai". Alla tastiera fa il solito gioco a due voci del pubblico col Turuttuturu di "Stai su", ma li coinvolge ancora di più dopo, quando fa fare ai maschi "Pom Pom" e alle femmine "Papapapà" e su questa "orchestra vocale" accenna un pezzo di un opera lirica. Poi si siede al piano per una commovente "Buona fortuna" con cui chiude il concerto. Però poi risale sul palco per il pacchetto dei bis con "Amore bello", "E tu", "Sabato pomeriggio" e "Solo". Don Riccardo risale sul palco per ringraziare Claudio ed il pubblico, Claudio lo prende in giro imponendo a Don Riccardo di cantare "Questo piccolo grande amore", ma non la sa e così la cantano Claudio e gli spettatori. Il finale poi è sulle note di Mille giorni di te e di me. Un concerto piacevolissimo, in un periodo senza tour, con un Claudio rilassato ed informale, un'altra notte di note, di sogni, ma anche di realtà visto che il ricavato va alla ricostruzione di quest'oratorio che toglie di strada tanti ragazzi, la risposta è stata bellissima, alcuni che non potevano venire al concerto hanno comunque comprato un biglietto virtuale per fare la donazione. Finisce con tutti che si affollano sotto il palco per salutare Claudio mentre Don Riccardo vanamente urla "Siamo in oratorio, non vi spingete". La festa finisce, ma non nei cuori, che ne portano un pezzetto con se, ognuno dentro la sua storia e dentro il suo personale viaggio.
Ivan Fedele |