Signora delle Ore scure
(Claudio Baglioni-Oltre,1992)
Signora delle ore scure
pelle sfumata d'ombre in fuga dalla stanza
sugli occhi un guanto di luce
accarezzai l'idea di lei in lontananza
signora delle ore scure
dolci colline intorno a un muschio vellutato
misteri oltre le ciglia
furtivo come un gatto io mi son laveto
vecchio compagno che aspetto il mio animaletto
sono più grande ho dormito più di lei
e del suo cuore
chiuso in cantina
delle sue guance
pane caldo della mattina
di quel suo viso
diamante puro
di quella schiena che le tiene l'anima
stretta al sicuro
ti succhierei per ore e più
cioccolatino nella bocca
senza mai mandarti giù
signora delle ore dure amazzonica
adolescente nuca morbido sentiero
dove cammino i miei sguardi
a guardia del suo sonno immobile guerriero
signora delle ore dure caraibica
alba sbucciata odore aspro di un'arancia
le ragnatele del giorno
da allontanare via da lei con una lancia
ma c'è una lampada accesa no è solo il sole
solo di sole se riuscissi a vivere
dei suoi capelli
alghe del mare
di quei suoi occhi
olive dolci e mandorle amare
di quelle brune
nomadi dita
delle narici Dio le benedica è lì
che prende la vita
piccolo chicco di caffè
tu non mi devi sempre credere
ma sempre credi in me
non voglio che tu sia un ostaggio
in questo disperato viaggio
l'agnello messo sull'altare
del mio villaggio di fumo
che tu sia solo un tatuaggio
su questo petto di selvaggio
un flipper preso per i fianchi
a farsi coraggio e uomo
fra quelle braccia
colme di seno
su quelle gambe
rami forti e umido fieno
sopra il suo corpo
preso ai pittori
su quella bocca che qualcuno le comprò
al banco dei fiori
e fu così lei dentro un sogno
lei stessa un sogno una vaghezza
io le invidiavo la purezza
dell'impossibile il suo cammeo
il musicista ritrovò
la musica sua sola sposa
la musa allora ritornò
al suo museo
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Martina di
Signora delle ore scure
Una delle canzoni più
sensuali e misteriose del nostro Claudio, inserita nell'album che è
ormai un mito. E' un onore per me poterne parlare e per questo ti
ringrazio per la domanda, sai quanto io sia legata a Oltre, alle
origini, a quel Claudio, per me speciale.
Chi è Signora?
E' un desiderio di sensualità ("pelle sfumata di ombre in fuga dalla
stanza, sugli occhi un guanto di luce"), di sessualità ("dolci colline
intorno a un muschio vellutato", questo è uno dei tanti versi che
descrivono con una scelta di parole assolutamente geniale e sensuale il
corpo di questa splendida donna), di trasgressione ("furtivo come un
gatto io mi son lavato", come un amante, in fretta, un amante che non ha
tempo e deve tornare a casa, senza essere scoperto), misti a ricordi
d'infanzia ("vecchio compagno che aspetto il mio animaletto", il solito
compagno dalle orecchie a punta) e sentimenti di adolescente ("sono più
grande ed ho dormito più di lei e del suo cuore chiuso in cantina"). Una
donna misteriosa ("misteri oltre le ciglia") e terribilmente desiderata
("ti succhierei per ore e più cioccolatino nella bocca senza mai
mandarti giù")...un sogno nel sogno ("e fu così lei dentro un sogno, lei
stessa un sogno una vaghezza").
Il desiderio di protezione nei confronti di un'adolescente "nuca morbido
sentiero, dove cammino i miei sguardi a guardia del sonno immobile
guerriero" e ancora "le ragnatele del giorno da allontanare via da lei
con la mia lancia", un ritorno al principio, alle origini, alla vita
nella sua essenza biologica, "le narici, Dio le benedica, è lì che
prende la vita".
Il desiderio di una donna per la sua essenza ("alba sbucciata, odore
aspro di un'arancia"), non solo per il suo corpo seppure meraviglioso .
La voglia disperata di trovare in questa donna qualcosa che lo attragga
aldilà di ogni cosa, ma questa donna non esiste davvero, esiste "l'idea
di lei in lontananza", il bisogno di amare una donna pur rendendosi
conto di non poterlo fare, non
vuole che lei sia un flipper preso per i fianchi, solo un tatuaggio sul
suo petto di uomo selvaggio, diverso da tutti gli altri uomini. Non
vuole solo il suo corpo etereo ("tra quelle braccia colme di seno, sulle
quelle gambe rami forti e umido fieno"), e perfetto ("sopra il suo corpo
preso ai pittori , su quella bocca che qualcuno le comprò al banco dei
fiori"). E quando fuori c'è il sole e la notte di desiderio e passione è
finita, non c'è la lampada accesa, è il sole fuori che richiama alla
vita, disperatamente e implorando di poter vivere solo di sole, l'uomo
delle origini che non vuole avere bisogno di altro che di Amore, ha
invece bisogno della sua Musica, Musa del suo Museo e lì ritorna...
Ma questa canzone meravigliosa è Passione, è Amore, è Sensualità, è
contraddizione, è Sesso. Mille interpretazioni se ne potrebbero dare,
trovando sempre un'ennesima sfumatura, una nuova parola per spiegare il
mistero che avvolge questa canzone e questa donna della notte, delle ore
scure.
Silvia forse mi sono lasciata prendere la mano, non so se era questo
quello che chiedevi, io ho buttato giù le parole, sono venute fuori così
senza pensarci troppo, con una forte emozione nel cuore, quelle emozioni
che Claudio sa darmi, che Oltre sa darmi più di qualsiasi altro lavoro
del nostro Amico.
Alex
di Il
sogno e' sempre
A me ha sempre colpito
moltissimo l'ultima strofa della canzone:
io le invidiavo la purezza
dell'impossibile il suo cammeo
il musicista ritrovò
la musica sua sola sposa
la musa allora ritornò
al suo museo
Qui vedo l'incapacità di poter amare un qualcosa di perfetto, talmente
puro da essere impossibile. L'uomo prende finalmente cognizione
dell'impossibilità di raggiungere la Musa (che può essere la donna, ma
può rappresentare anche in senso traslato, l'Amore). Ed è qui che
vengono fuori tutte le sue contraddizioni dell'essere uomo, infelice e
anche fallace nelle sue scelte più generose, un uomo come tanti, che si
avvicina il più possibile all'oggetto del suo desiderio, paradossalmente
un attimo prima che lo stesso oggetto torni per sempre ad essere oggetto
da museo, irraggiungibile, incorruttibile. Un attimo primo che la teca
si chiuda, quasi a conservare per l'eternità e a preservarla dalle
ruggini della vita, lui le è vicino come non mai, cioè quando nota il
suo cammeo. Il cammeo come perfezione che è la sola cosa tangibile, pura
forma, l'unica cosa che in fondo gli è concesso di sfiorare. E vede nel
cammeo, ultima icona di un qualcosa che non sarà possibile mai più
sfiorare se non nei sogni, forse una immagine anche riflessa di quella
staticità che a volte lo accompagna, quando l'amore sfugge. Ed è solo la
musica il proprio compagno, qualcosa che ancora una volta è tanto
impalpabile quanto densa di emozioni, forse come e più dell'amore in
certi casi. Qualcosa che non tradisce mai.
E che cos'è la Signora dalle ore scure se non l'Amore che, quando la
notte della vita si impossessa dell'uomo, prova a dargli sollievo? Ma la
sua purezza incorruttibile è destinata a riposare altrove. E rimane
l'uomo solo con la musica, ma sempre fondamentalmente solo.
Alissa
Martina, grazie ancora per
le tue parole ed emozioni, anch'io sono molto
legata a "oltre" e vado pian piano esplorandolo, avvicinandomi a quelle
canzoni e cercando di coglierne al meglio la poesia e le sfumature.
Vorrei
aggiungere qualche osservazione personale alle tue parole su "signora
delle
ore scure". Tu hai sottolineato giustamente che questa donna splendida
non è realtà, ma rappresenta un desiderio. Questo aspetto fa parte di
una ricerca più ampia che riguarda tutto "oltre": Claudio sembra dire
che proprio perchè quello in cui viviamo è un mondo uomo sotto un cielo
mago, la ricerca di amore, fisico e non solo, avviene più che altro
dentro noi stessi e la signora è un'immagine, a cui nel sogno dà
protezione e ne riceve, che sa in tutto soddisfare il suo desiderio.
L'aspetto è descritto in maniera fantastica e uno dei punti che mi hanno
maggiormente colpito di tutta la canzone è la presenza di tante e
azzeccate figure retoriche, soprattutto metafore. La metafora è un
accostamento di due immagini o situazioni che hanno un elemento in
comune, con il quale chi scrive cerca di creare particolari suggestioni
nel lettore. L'interpretazione però non è univoca e le suggestioni
variano da persona a persona: alcune delle metafore sulla signora creano
per me un effetto abbastanza immediato ("il viso diamante puro",
luminoso, ma in modo naturale, senza trucco e senza inganno, come lo è
il diamante; "le gambe rami forti e umido fieno", su cui si possa
avvertire ad un tempo la sicurezza di un ramo robusto e il piacere del
profumo del fieno). Vorrei soffermarmi invece su una di queste metafore,
che mi è arrivata in modo un po' meno immediato, ma il cui effetto è
comunque straordinario: "i suoi capelli alghe nel mare". In questo caso
non vedo nelle caratteristiche esteriori delle due immagini l'elemento
in comune e non amo considerarle isolate e a sè, ma piuttosto sono
portata a creare due precise situazioni da mettere a confronto: i
capelli della signora ondeggiano leggeri mossi dal vento o dagli stessi
mutamenti di posizione del corpo, come le alghe sospinte dal continuo
alzarsi e abbassarsi del mare. Il punto in comune diventa quindi il
movimento, l'ondeggiare, il seguire il ritmo di un'entità esterna;
ondeggiare, quindi un movimento dolce, involontario e leggero che
s'intona con la gli altri aspetti della signora. Mi piace immaginarla
così, è la mia interpretazione di questo accostamento, molto personale e
libera, la mia suggestione; l'autore ne avrà avuta una sua, ma queste
sono proprio canzoni fatte apposta per essere interpretate. Anche nello
sguardo della signora trovo molte caratteristiche: gli occhi sono olive
dolci e mandorle amare allo stesso tempo e io riferirei queste due
metafore alla loro espressione, riunendole in un unico concetto: quello
sguardo trasmette dolcezza, ma non è mai sottomesso nè insicuro e sa
sostenere qualunque altro sguardo. Ha pur sempre qualcosa ancora da
scoprire, tornando ai misteri oltre le ciglia, qualcosa di nuovo, di
desiderato. Questa è proprio una canzone dai mille volti e dalle mille
sfumature, come hai detto, e difficile da comprendere appieno in tutto;
comunque e sempre splendida, poetica, da cui c'è motivo di restare
affascinati anche al centesimo ascolto perchè ogni volta si accende una
nuova luce su un altro dettaglio e l'immagine dentro di noi diventa
sempre più bella, più completa, più eterea.
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