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La Stampa
della prima
parte del tour ::: :::
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l Giornale 20 Dic.
Per Baglioni sono ancora «tutti qui»
di Michela Giachetta
«Strada facendo siamo ancora tutti qui». Lo striscione, apparso martedì sera
al Palalottomatica per la prima delle quattro serate previste nella Capitale
del tour antologico di Claudio Baglioni «Tutti qui», la dice lunga sulla
strada percorsa assieme al suo pubblico dal cantante romano.
Che nella sua città ritrova l’affetto di casa con ragazze e mamme in delirio
appena «sculetta» un po’. L’allestimento del palco ricorda un grande
magazzino, con televisori, in cui appaiono via via nel corso del concerto
immagini che evocano le canzoni e foto di un Baglioni versione anni
Settanta. Ma anche con strumenti sparsi, come in una vecchia cantina di
casa.
E il cantante incomincia lo spettacolo al buio, illuminando con una torcia
chitarre, pianoforte, violini, come se fosse alla ricerca della nota giusta
per dare il via al suo concerto. «Tutti qui», lo stesso titolo richiamato
anche nello striscione, è la prima delle canzoni che ripercorrono tutta la
storia musicale di Baglioni, che si presenta in camicia a maniche corte e
pantaloni neri.
Poco spazio alle parole, che pure spesso nei suoi concerti avevano
intervallato le diverse interpretazioni. È la musica la protagonista. E
allora ecco Strada facendo, Noi no, Avrai al pianoforte, scritta di getto in
occasione della nascita del suo primo e unico figlio, Giovanni. È poi la
volta del primo dei cinque medley, necessari per non lasciare fuori dal
concerto alcune delle canzoni che lo hanno reso famoso.
Se nel medley Ye ye finiscono pezzi come Porta portese, Signora Lia e W
l’Inghilterra, in un altro battezzato Atmo Baglioni raccoglie brani come Con
tutto l’amore che posso, Io dal mare e Domani mai. Rivisita poi in chiave
folk Ragazza di campagna, I vecchi e l’inno Vivi. Il pubblico, fra cui
c’erano anche Pino Insegno, acclamato come un divo dai romani e Stefano
Masciarelli, lo abbraccia e tenta di toccarlo quando si muove sulle quattro
passerelle che partono dal palco e arrivano fino alle poltrone delle prime
file.
L’unico pezzo che appartiene all’ultimo album di Baglioni, Quellideglialtri
Tutti qui, che raccoglie cover da lui rivisitate, è la struggente Cinque
minuti e poi. Per l’ultimo medley Songs il romanticismo prevale, con la
summa delle canzoni forse più note del cantante: Questo piccolo grande
amore, Amore bello, E tu, Sabato pomeriggio, Solo ed E tu come stai. Sono
quasi le ultime note. Prima di Io sono qui, Baglioni si cambia d’abito
direttamente sul palco. Luci spente e la camicia nera viene sostituita da
una bianca. Per la successiva Mille giorni di te e di me si mette addosso
anche una lunga giacca. Il concerto si chiude con La vita è adesso. Il
pubblico in piedi ormai scatenato la canta tutta d’un fiato. Baglioni prima
di lasciare il palco ringrazia la band che lo ha accompagnato, dallo storico
collaboratore Paolo Gianolio (responsabile del gruppo e impegnato alle
chitarre, violoncello, sax baritono e ai cori), a John Giblin (basso,
contrabbasso, chitarra), passando per Stefano Pisetta (batteria, virtual
drum, percussioni e chitarra), Roberto Pagani (pianoforte, tastiere,
vibrafono, clarino, sax contralto, fisarmonica, banjo, viola, chitarra e
cori) e Pio Spiriti (violino, tastiere, fisarmonica melodica, chitarra e
cori). Saluta i diecimila romani presenti al Palalottomatica e si defila nei
camerini. All’uscita risuona nel palazzetto Tienimi con te. Qualcuno canta
ancora.
Ansa 20 Dic.
BAGLIONI, IN 10MILA PER IL DEBUTTO A ROMA DEL TOUR
ROMA - 'Tutti qui', il tour antologico di Claudio Baglioni, ha fatto tappa
ieri sera nella capitale. Tutto esaurito (diecimila spettatori) al
Palalottomatica per il primo dei quattro concerti consecutivi del cantautore
nella sua città.
Cancellato il primo pezzo previsto in scaletta, '51 Montesacro' (che prende
il titolo dal suo anno e dal quartiere romano dove e' nato), Baglioni ha
condensato in circa tre ore la maggior parte dei suoi innumerevoli successi,
a partire dalla recente 'Tutti qui', per continuare con brani evergreen come
'Strada facendo', 'Noi no' e 'Avrai', scritta di getto in occasione della
nascita del primo e unico figlio, Giovanni. E' stata poi la volta del primo
dei cinque medley, un astuto stratagemma di Baglioni per sintetizzare la sua
lunga storia musicale. Se nel medley 'Ye' ye" sono finiti pezzi come 'Porta
portese', 'Signora Lia' e 'W l'Inghilterrà, nel medley battezzato 'Atmo'
Baglioni ha racchiuso pezzi più romantici come 'Con tutto l'amore che possò,
'Io dal mare' e l' erotica 'Domani mai'.
In chiave folk sono state rivisitate, in un altro medley, canzoni come
'Ragazza di campagna', 'I vecchi' e l' inno 'Vivi', prima di passare ad
altri brani e agli ultimi due medley: quello rock ('Dagli il vià, 'Un nuovo
giorno...' e 'Io me ne andrei', tra le altre) e quello songs con la summa
delle canzoni forse più note ('Questo piccolo grande amoré, 'Amore bello',
'E tu', 'Sabato pomeriggio', 'Solo' ed 'E tu come stai').
Baglioni è stato accompagnato da una affiata band composta dallo storico
collaboratore Paolo Gianolio (responsabile del gruppo e impegnato alle
chitarre, violoncello, sax baritono e ai cori), John Giblin (basso,
contrabbasso, chitarra), Stefano Pisetta (batteria, virtual drum,
percussioni e chitarra), Roberto Pagani (pianoforte, tastiere, vibrafono,
clarino, sax contralto, fisarmonica, banjo, viola, chitarra e cori) e Pio
Spiriti (violino, tastiere, fisarmonica melodica, chitarra e cori). Sul
palco (una pedana piuttosto bassa, quadrata e contornata da passerelle per
raccogliere l' abbraccio del pubblico) affollato di strumenti, casse e
monitor, Baglioni è apparso in un completo nero con un berretto dello stesso
colore, tolto subito dopo il primo brano, prima di indossare, sulle battute
finali, una camicia bianca accompagnata dalla una giacca tight sugli ultimi
due brani della scaletta, cantati a squarciagola dai diecimila del
Palalottomatica: 'Mille giorni di me e di te' e il canto di speranza 'La
vita e' adesso'.
Dopo le quattro date romane, Baglioni continuerà il suo giro di concerti
attraverso la penisola fino all' ultima tappa prevista a Forlì il prossimo
24 marzo. Intanto, come annunciato dal cantautore a 'Domenica in', è
prevista anche qualche puntatina all' estero, orientata, a quanto si
apprende, all' organizzazione della prossima edizione di O' scià, il
festival organizzato ogni anno da Baglioni a Lampedusa dedicato al tema
dell' immigrazione.
Il Messaggero 20 Dic.
di MARCO MOLENDINI
Se non è tutto qui, Claudio Baglioni, poco ci
manca. Quarant’anni di carriera o giù di lì in tre ore
bombardanti di musica. Un’autobiografia, un canzoniere fatto di quarantotto
titoli (se non è record ci siamo quasi), per saziare tutti i palati, tutte
le nostalgie, tutti i desideri possibili. E per uno come Claudio, così
saldamente legato al rapporto fiduciario con il suo pubblico, le richieste
non possono che essere tante, tantissime, forse troppe. Ma come si fa a dire
di no. Così eccolo in scena, perfino con più voglia di starci, di esserci.
Come se tutti questi anni, questi decenni, non avessero fatto che aumentare
l’adrenalina, il bisogno di pubblico, di acclamazione, di consenso. È
lontano il giovane e timido ragazzino della periferia romana che partecipava
ai festival per sconosciuti. Sono volati quarant’anni e non è detto, anzi è
probabile, che uno attento come Claudio non perda l’occasione per
festeggiare la ricorrenza Intanto ha già rispolverato e lucidato a dovere la
sua pregiata argenteria. Eccolo al Palalottomatica circondato da una band
raccolta ma efficacissima a cantare la sua storia fatta di grandi canzoni,
di successi popolari e smisurati. Tanto popolari da fare da richiamo a una
folla sterminata: quattro sere (a cominciare da ieri) con le gradinate
esaurite (diecimila a botta). E avrebbero potuto essere di più (tanto da far
mettere già in conto un ritorno a fine gennaio).
Il concerto ha la forma di un racconto, con la scena allestita su un
bellissimo palco centrale (una scelta fatta spesso dall'architetto Baglioni
nel corso delle sue tournée) come se si trattasse di una sorta di deposito
della memoria dove ogni scatola contiene un monitor, un flashback, un
elemento del passato da cui affiorano immagini e suoni. Canzoni come Questo
piccolo grande amore (superata ormai la crisi di rigetto andata avanti per
un po’ di anni: coi successi, specie quelli propri, bisogna convivere, non
c’è che rassegnarsi), come Mille giorni di te e di me (forse la canzone
baglioniana perfetta, quella che permette all’autore di lasciare la briglia
sciolta alle sue tonsille, ai suoi gorgheggi da moderno stornellatore), come
la trascinante Strada facendo (quasi una colonna sonora per una carriera
così lunga), come Porta Portese (altra canzone la cui cittadinanza nel
canzoniere personale di Claudio spesso ha avuto problemi di accettazione e
qui diventa parte di una nostalgica medley alla Baglioni, ovvero con le
canzoni intere), come Avrai, un altro cavallo di battaglia storico, o
Poster, ulteriore reminiscenza dei primi successi. Ma c'è spazio anche per
brani più vicini come Cuore d’aliante o Notte di note o la stessa Tutto qui.
Vestito di nero, Baglioni domina il suo ring, suda, si sgola (e che voce),
si diverte, si fa coprire di applausi, si fa toccare infilandosi con una
pedana in mezzo alla folla , si fa sommergere dal coro del pubblico che
canta con lui praticamente tutti i ritornelli delle canzoni. Del resto non
può che essere così quando si mette in scena una storia personale tanto
piena di ricordi comuni e forti. Il concerto diventa una festa dove
ascoltare e cantare si confondono. E si capisce: si capisce perché una pop
star di successo con tanti anni di carriera alle spalle abbia ancora tanta
voglia di sbattersi, andare in tour, cantare le canzoni di sempre con la
voglia di fare sempre meglio e di offrirsi senza risparmio. Si replica fino
a venerdì, ma trovare i biglietti è un'impresa da Babbo Natale
Dal Blog del quotiddiano Il
Tirreno 18 Dic.
Io e voi, amici per la musica
Secondo un pensatore davvero immortale l’amicizia è un’anima che abita due
corpi. Non so dire perché, ma a questo ho pensato leggendo le parole con le
quali avete inondato il blog del Tirreno. Detto tra noi: non avevo dubbi sul
fatto che mi avrebbero colpito (e, in qualche caso, anche affondato), ma
davvero non immaginavo sarebbero state così tante!
Pensavo alla musica. Al fatto che lei di corpi riesce ad abitarne ben più di
due. E’ lei, dunque, l’amica più grande. Lo so, forse il sillogismo è un
tantino tirato per i capelli, ma credo che le sue conclusioni siano
ugualmente corrette. Poche cose, come la musica, sanno incarnare il valore
alto dell’amicizia. Forse il più alto tra quelli concepiti dall’uomo. La
musica sa parlare.
Il suo linguaggio, verbale e non verbale (un grappolo di note, una
progressione armonica o anche un semplice suono), riesce sempre trovare
leparole giuste. Non solo. Spesso riesce a cucirle insieme in un modo così
unico e irripetibile che sembra quasi che quelle parole le abbia inventate
lei e che lo abbia fatto solo per noi. Una sensazione che, a volte, nemmeno
la grande letteratura riesce a trasmettere con altrettanta forza,
immediatezza e profondità. Ma sa anche tacere.
Se la ascoltiamo con attenzione ci rendiamo conto che, spesso, i silenzi
sono importanti quanto i suoni. Proprio come in una di quelle conversazioni
che ci mettono in gioco, quando le pause contano come o addirittura più
delle parole, perché ci danno il tempo di mettere meglio a fuoco i pensieri,
riorganizzare le emozioni e suturare certe ferite. E, cosa ancor più
importante: la musica sa ascoltare.
Sembra un paradosso, ma non è così. Al contrario. Credo sia proprio questa
la sua qualità più intima e più nascosta. La sua qualità migliore. Mentre
lei va, dentro di noi la materia sconosciuta e affascinante che dà vita ai
pensieri si mette al lavoro. A volte è proprio sotto la spinta della sua
sublime maieutica che prendono vita le nostre intuizioni migliori. Di quanti
tra gli amici che conosciamo possiamo dire le stesse cose?
Ma c’è ancora una cosa che rende la musica grande come nient’altro: la
straordinaria e assolutamente unica capacità di annullare ogni distanza. La
distanza fisica: i chilometri o i centimetri (non fa molta differenza) che
separano lo scorrere delle nostre esistenze; la distanza culturale: la
musica è l’unica lingua che tutti riescono a comprendere e che chiunque può
parlare, anche senza conoscerne grammatica e sintassi; la distanza
temporale, tra chi ha vissuto epoche diverse, ma anche chi - come noi - vive
la stessa stagione da dietro lo specchio, talvolta deformante, di diverse
generazioni.
E questo emozionante blog ne è una piccola, ma entusiasmante, conferma.
Personalmente non ci conosciamo eppure ci diamo del tu e ci parliamo come se
ci conoscessimo da sempre. E, probabilmente, è davvero così dato che -
grazie alla musica - abbiamo condiviso più parole, pensieri, sensazioni ed
emozioni di quanto non ci sia capitato di fare con molte tra le persone al
fianco delle quali ci capita o ci è capitato di camminare. E, come accade
per i sogni, nessuna esperienza è mai stata più reale.
La chiamano musica leggera. Forse non a torto. E’ leggera, è vero. Proprio
come quel soffio vitale (psiche) che per gli antichi greci era l’anima. Non
sarà, forse, proprio per questo soffio leggero che noi, oggi, ci sentiamo
un’unica anima che abita tanti corpi? Amici, allora? Amici.
Claudio Baglioni
musicalnews.it 18 Dic.
Claudio Baglioni al MandelaForum di Firenze:
Domenica 17 Dicembre uno spettacolo popolarmente professionale.di
Giancarlo Passarella
Ti aspetti una fredda compilation di grandi successi e ti trovi un sold out,
un pubblico in delirio ma educatamente, uno staff di musicisti di gran
spolvero e soprattutto uno spettacolo, con il tentativo quasi teatrale di
raccontarsi.
Ti aspetti una fredda compilation di grandi successi e ti trovi un sold out,
un pubblico in delirio ma educatamente, uno staff di musicisti di gran
spolvero e soprattutto uno spettacolo, con il tentativo quasi teatrale di
raccontarsi.
Gran fisico!
Il mio giudizio su Claudio Baglioni non ha secondi fini o doppi sensi
sessuali, ma e' la mera convinzione di aver visto quasi tre ore filate di
spettacolo, tenute con una voce sempre all'altezza della situazione ed una
presenza scenica sul palco che denota una buona preparazione atletica.
Claudio Baglioni non si e' risparmiato un secondo, arrivando quasi a ballare
e sempre a tenere il tempo con tutte le parti del suo corpo: avevano ragione
quei colleghi che hanno ammirato le prime tappe di questo Tutto qui tour ed
hanno scritto di un artista rinato, gigionesco il giusto, compiaciuto dei
suoi primi 40 anni di successi e con una gran voglia di raccontarla la sua
storia. Ecco pertanto l'uso dei monitor, il far scorrere immagini vecchie e
nuove e soprattutto il tentativo di sezionare la sua vita in cinque momenti
(Ye-ye, atmosfera, folk, rock e songs), riproponendo il tutto sul palco o
(come l'ha chiamato lui) il magazzino della sua vita, ricolmo di strumenti.
L'escamotage teatrale riesce a meta', ma non perche' Baglioni ed il palco
non siano chiari in questi illustrazione, ma solo perche' la voglia di
cantare le canzoni da parte del pubblico e' piu' forte di tutto: diciamo che
l'adrenalina supera la comunicazione. Forse in questo senso si puo' tentare
qualcosa per far capire che esiste un progetto ed una filosofia se il palco
e' in questo modo, se le canzoni sono inanellate con una precisa cronologia
e se i musicisti si spostano nei cinque settori con ritmi certosini: le
soluzioni per rafforzare (e forse banalizzare) la comunicazione su questo
aspetto sono davvero tanti e toccano il cartaceo, il telematico ed anche la
componente cromatica del set, ma vanno enfatizzate.
Alle 20:00 le luci si abbassano lentamente e sulle decine di televisori che
costellano il palco, Claudio Baglioni regala un suo particolare show: e'
tutto impostato sulle sue interpretazioni di quelle canzoni degli anni'60
che hanno forgiato la sua passione, come dimostra il cd
Gli altri, tutti qui. E' sembrato un modo onesto per preparare il terreno
allo show e non far crescere noia o peggio tensione nervosa: alla fine
risultera' un motivo in piu' di rispetto dell'artista verso il suo pubblico.
Alle 21,11 di Domenica 17 Dicembre il MandelaForum urla la sua voglia di
partecipare a questa seconda tappa fiorentina del tour di Claudio Baglioni:
nel piu' totale buio, il cantante con un faro indica i vari strumenti e ne
fa sentire il suono. E' il primo passo che fa capire l'importanza dello
staff tecnico, abile nel mixare suoni ed immagini, in modo piu' esasperato
che negli altri concerti di artisti melodici italiani. I cinque momenti
della vita (e dello spettacolo) sono sempre enfatizzati da medley di canzoni
famose ed ogni quadro e' introdotto da una amalgama di voci e suoni stile
Pink Floyd. Veramente bello poi e' il fatto che Baglioni ringrazi subito i
suoi musicisti e tutto lo staff ed il personale presente: un nome dopo
l'altro, un tecnico dopo l'altro ed intuisci subito che qualcosa rendera'
iper professionale la serata. L'ufficio stampa del promoter locale P.R.G.
fornisce la scaletta dello show, rispettata alla fine al 99%: la sicurezza/security
e' forte, ingentilita da hostess molto cortesi ed efficienti. Il palco poi
non e' rialzato, ma al centro della pista e quindi ogni ordine di posti
garantisce una buona visione dello spettacolo: non c'e' infatti peggiore
cosa che sborsare decine di euro e trovarsi preso in giro, in posti e
location non all'altezza della situazione.
Se analizziamo la scaletta, possiamo fermarci sulla divisione che accennavo
prima (i cinque quadri della sua attivita'), con alcuni momenti topici, come
l'inizio funky soft di Strada facendo, la partenza unplugged di Avrai , il
giocare a fare il cowboy in W l'Inghilterra e la piena apoteosi raggiunta
con Cuore d'aliante. La menzione d'onore va ai suoi musicisti, abili nel
passare dal ruolo di chitarrista a quello di maneggiatori di percussioni,
senza dimenticare i cori, le viole, le fisarmoniche, i tamburelli ed i
violini che destreggiano con grande maestria. All'inizio dei bis li troviamo
che occupano perpendicolarmente ogni diagonale del palco, passandosi
l'assolo di chitarra che introduce Io sono qui: tutti notiamo che Baglioni
ha finalmente avuto il tempo di cambiarsi la camicia, perche' dopo 2 ore e
20 minuti senza sosta, anche lui avra' pur sudato ..! Il cambio dalla
camicia nera a quella bianca, consente anche la possibilita' di indossare il
frac e lo show arriva alla conclusione con gli inchini ed i ringraziamenti.
Sul palco insieme a Claudio Baglioni c'erano sicuramente Paolo Gianolio
(conduzione musicale. chitarre, violoncello, sax baritono, cori), John
Giblin (basso, contrabbasso, chitarra), Stefano Pisetta (batteria, virtual
drum, percussioni, chitarra), Roberto Pagani (pianoforte, tastiere,
vibrafono, clarino, sax contralto, fisarmonica, banjo, viola, chitarra,
cori), Pio Spiriti (violino, tastiere, fisarmonica, melodica,
chitarra,cori), ma anche altri comparenti, tutti degni di nota e menzione.
Il tour di Claudio Baglioni prosegue con le quattro date romane (mi dicono
che qualche biglietto ancora si trova per ciascuna serata...) per poi
proseguire a Febbraio, visto la forte richiesta: sicuramente non sono da
perdere, sia se l'artista e' gia presente nelle vostre discografie, ma anche
se volete tastare la maturita' che sicuramente ha conquistato. E sono solo i
suoi primi 40 anni di vita artistica...
Questi i brani presentati in questo show fiorentino:
Tutti Qui, Strada facendo, Noi no, Avrai, Medley Ye-ye (Porta Portese, A
modo mio, Signora Lia, W l'Inghilterra, Notti, Serenata in Sol), Mai piu'
come te, Amori in corso, Poster, Medley Atmo (Con tutto l'amore che posso,
Io dal mare, Le ragazze dell'Est, Quei due, Domani mai, Acqua dalla Luna);
Quante Volte, Sono io, Buona fortuna, Medley Folk (Ragazza di campagna, I
vecchi, Un po' di piu', Fotografie, Vivi, Le vie dei colori), Cuore
d'aliante, Adesso la pubblicita', Notte di note, Medley Rock )Dagli il via,
Un nuovi giorno o un giorno nuovo, Io me ne andrei, Quanto ti voglio,
Bolero, Grand'uomo), Cinque minuti e poi, Via, Medley songs (Piccolo grande
amore, Sabato pomeriggio, Amore bello, E tu, Solo, Tu come stai?).
Bis: Io sono qui, Mille giorni di te e di me, La vita e' adesso.
l Tempo 16 Dic.
Sarà in concerto nella Capitale dal 19 al 22
Baglioni: dichiarazione d’amore per Roma
«SUONARE a Roma, dove questa incredibile avventura ha avuto inizio, con un
tour che si chiama "Tutti qui", significa non solo riscoprire intatte le
emozioni indescrivibili della "prima volta", ma ritrovare quegli angoli,
luci, voci ed espressioni che, più di tutti gli altri, hanno dato un senso a
questo viaggiare senza sosta e reso indimenticabili questi quaranta anni di
musica». Reduce dal trionfale trittico live a Milano, Claudio Baglioni
esprime tutto il suo amore per Roma e per i romani. Una passione
indissolubile che in questa vigilia di Natale si rinnova con quattro
concerti al Palalottomatica vicini al tutto esaurito, da martedì 19 a
venerdì 22 (sono in vendita gli ultimi biglietti), grazie ai quali Claudio
può riabbracciare proprio quegli «angoli, luci, voci ed espressioni senza le
quali le note e le parole cucite insieme lungo la strada non avrebbero avuto
per me né lo stesso sapore, né lo stesso valore. Raccoglierle tutte qui e
offrirle a questa città è un po' come cercare di ripianare un debito che non
potrà mai essere saldato fino in fondo». Cinquanta canzoni, alcune delle
quali ritrovano il fascino della versione originale, in quasi tre ore di
musica: in concerto Baglioni ripercorre le tappe fondamentali del suo
percorso artistico riassunte nelle due antologie «Tutti qui» e «Gli altri.
Tutti qui», due cofanetti tripli che hanno scalato contemporaneamente la
classifica. A fine ottobre Claudio ha pubblicato anche il doppio album di
cover «Quelli degli altri tutti qui», nel quale rende omaggio a trenta
capisaldi della canzone italiana degli anni ’60. «Vorrei realizzare un
evento live dedicato esclusivamente a questi capolavori, che sono lo
specchio di un'Italia semplice e povera, meno cinica e furba, ma più aperta
al sogno e alla speranza», promette Claudio e infatti l'unica cover in
questo tour è «Cinque minuti e poi» di Maurizio Arceri, interpretata prima
dell'ultimo medley con le superhit «Questo piccolo grande amore», «Amore
bello», «E tu», «Sabato pomeriggio», «E tu come stai» e «Solo». Il concerto
è caratterizzato da cinque medley ispirati ai quattro elementi aria, acqua,
terra e fuoco, ognuno con un'anima sonora diversa: le chitarre jè jè di
«Porta Portese» e «Signora Lia»; il folk di «Ragazza di Campagna» (che a
Milano Claudio ha cantato seduto in braccio a una signorina della prima
fila), «I vecchi» e «Fotografie»; il rock di «Io me ne andrei» e «Bolero». A
governare tutti gli elementi, il quinto è l'amore. Il palco al centro del
palasport è stato disegnato dallo stesso cantautore-architetto, che accenna
anche qualche passo di danza. Fra i nuovi arrangiamenti segnaliamo il
quartetto d'archi in «Avrai» e i quattro sax di «Adesso la pubblicità»;
mentre «Via» ha un assolo di tastiere nel mezzo, poi trombe e tromboni ci
accompagnano fino all'incalzante finale affidato alle percussioni. È molto
suggestiva l'introduzione di «Io sono qui»: undici chitarristi eseguono
l'intera scala di accordi fino a quello iniziale del brano suonato da
Baglioni, che subito dopo si ripresenta in scena con un elegante frac per
l'apoteosi finale sulle note di «Mille giorni di te e di me» e «La vita è
adesso». E domani? Andrà al Festival di Sanremo? «Solo se avrò un progetto
particolarmente interessante. E comunque nessuno mi ha ancora invitato».
La provincia di Lecco 13 Dic.
I fan dell'artista crescono, molti giovanissimi,
al punto da "costringere" la star a organizzare tre serate ad Assago
Baglioni torna, col nuovo doppio per tre sere al Forum
Claudio Baglioni
Aveva fatto la trasmissione Anima Mia con Fabio Fazio mostrando doti di
interprete nel cantare le canzoni anni '70 di altri colleghi, scoprendo man
mano una versatilità che oggi viene rivolta al repertorio degli anni '60.
Baglioni sarà al Forum per tre date, tante ce ne sono volute per soddisfare
le richieste di un pubblico che non cessa di amarlo. Un pubblico che con il
passare degli anni si rinnova e include anche nuove generazioni. Le canzoni
che presenterà al Forum sono incluse nel doppio Quelli degli altri tutti
qui, come dire i successi di tutti ripresi e riproposti con quello stile
originale, quelle inflessioni romantiche che solo la sua voce sanno
regalare. Prendiamo per esempio una canzone come Le strade di notte, un
assoluto capolavoro firmato da Giorgio Gaber, così intensa e romantica che
non poteva passare inosservata al cantautore romano. Molto gusto nella
scelta delle canzoni, non sempre quelle entrate nella memoria collettiva, ma
anche piccole chicche quasi dimenticate, come Il mio mondo di Umberto Bindi
e Una miniera dei New Trolls. Oltre a loro una carrellata di pezzi da
novanta, Lucio Battisti (Emozioni) e De André (Amore che vieni amore che vai
e La canzone dell'amore perduto). Molta attenzione per Umberto Bindi che si
aggiudica il bis con Il nostro concerto, versione moderna e versione
sinfonica. Anche Luigi Tenco è tra gli autori preferiti con Lontano lontano
e Vedrai vedrai, certamente una delle più intense canzoni di tutti i tempi.
Divertimento puro con Vengo anch'io no tu no di Jannacci, ma sono le canzoni
melodiche che Baglioni meglio sa esprimere. Giganti della canzone come
Sergio Endrigo (Canzone per te), Domenico Modugno (Nel blù dipinto di blù) e
Gino Paoli (Che cosa c'è). Un Baglioni che si lancia a ruota libera per
rendere omaggio alla grande musica: «Intuizione tra le più grandi dell'uomo,
più grande ancora della parola, perché alla parola mette le ali e la rende
libera di superare qualsiasi ostacolo… L'unica lingua per parlare a tutti…».
Questo il commento dell'artista che nella parte finale del concerto non
potrà sottrarsi alle richieste del pubblico che vorrà ascoltare anche i suoi
successi, cominciando da Strada facendo. Giordano Casiraghi Claudio
BaglioniAssago, Forum, oggi, domani e giovedì alle 21, biglietti 28-50 euro
Il Giorno 11 Dic.
BAGLIONI al Datchforum e tornano ancora «Tutti qui»
- di Luca Testoni -
Tre serate, da oggi a giovedì al DatchForum di Assago, per riabbracciare il
pubblico milanese. Tre serate scandite ogni volta da tre ore e passa di
grande musica dal vivo. Nessuna sorpresa: d'altronde, Claudio Baglioni
ultima maniera è ormai solito concedersi senza riserve ai proprio fan che,
in alcuni casi, ne seguono gesta e canzoni da circa 40 anni. Ricordano gli
annali, infatti, che già nel '67, deciso più che mai ad intraprendere la
carriera di cantante, un giovanissimo e occhialuto Claudio, classe 1951, si
esibiva in uno spettacolo di varietà al cinema-teatro Espero di Roma, famoso
anche per gli spogliarelli, cantando una versione alla Ray Charles di
Yesterday della premiata ditta Lennon e McCartney, e partecipava senza molta
fortuna al «Festival degli sconosciuti» di Ariccia. I produttori
discografici dell'epoca - usando un eufemismo - dimostravano di non
apprezzare poi tanto i suoi provini, ma lui, cocciuto, non si scoraggiò,
fino ad ottenere il primo contratto con la Rca nel '70. Nella sua lunga vita
artistica, Baglioni ha inanellato hit a ripetizione, tournée da record e
apparizioni televisive molto fortunate (le più celebri sono quelle in
compagnia di Fabio Fazio, con il quale ha condotto sul finire degli Anni 90
«Anima mia»), nonché riconoscimenti a iosa. Dal misconosciuto «Premio della
critica» al Festival Internazionale di Sopot, in Polonia (il primo Paese
fuori dai confini nazionali che ne apprezzò la vena romantica e intimista)
al trionfo nel 1974 al Festivalbar con il superclassico «E tu. ..», passando
per la proclamazione della giuria di «Fantastico» del 1985 che elesse
«Questo piccolo grande amore» come la più bella canzone d'amore italiana del
secolo.
Il nuovo tour è basato sulle ultime due super-premiate raccolte: il triplo
album «Tutti qui», celebrazione di una carriera che non sembra conoscere
battute d'arresto, e «Quelli degli altri. Tutti qui», il doppio cd con il
quale ha reso omaggio ad autori e interpreti del passato rivisitando 30
capolavori italiani degli anni Sessanta. Dalla rivoluzionaria «Nel blu
dipinto di blu» di Modugno fino all'indimenticabile «Emozioni» di Battisti.
«Gli anni Sessanta costituiscono la decade più importante per la canzone
italiana. Brani corti, immediati, dotati di una carica straordinaria e di
una forza espressiva senza confronto. Nessuno è riuscito a raggiungere vette
così alte», ha spiegato l'inossidabile cantautore romano. «Questi brani
rappresentano l'ultima vera “canzone italiana” riconoscibile, prima
dell'avvento del pop internazionale e della successiva omologazione a canoni
di matrice anglosassone». Una curiosità: sul palco insieme a Baglioni ci
sarà una superband della quale fa parte anche l'ex bassista dei Simple Minds
John Giblin.
Festivalbar 12 Dic.
Claudio Baglioni: L'intervista
Arriva stasera a Milano dopo una decina di date è già uno dei tour più
seguiti di questo finale d'anno. Da stasera sino a giovedì, Claudio Baglioni
sarà così protagonista al Datchforum di Assago di tre serate imperdibili,
sull'onda della nostalgia con uno spettacolo che, vicino alle tre ore di
musica, riproporrà soprattutto i suoi brani più famosi dal passato: da Io me
ne andrei a E tu, da Questo piccolo grande amore a E tu come stai.
Abbiamo scambiato quattro chiacchere con lui, per farci spiegare meglio cosa
accadrà sul palco.
Come sarà il concerto?
“A cominciare dalla scaletta, ogni cosa seguirà un ordine preciso, quasi a
evocare l’idea di un viaggio a ritroso nel tempo. Alcune delle canzoni dal
passato, per esempio, saranno riprese e suonate in forma di medley, cioè una
legata all’altra come se si trattasse di un brano solo. Ogni medley, poi,
verrà inserito in un momento preciso del concerto, per dare ancora più
emozioni e suggestioni al pubblico”.
Userà particolari effetti scenici?
“No, anzi, questa volta ho deciso che parlerò poco, per lasciare più spazio
alla musica. L’unico sfizio riguarda il palco, che è stato allestito come se
fosse un magazzino: inteso come deposito di memorie, di ricordi legati alla
mia carriera”.
Che saranno ovviamente tanti...
“Già, anche se forse il momento che ricordo con più piacere è forse quello
legato all’uscita di Questo piccolo grande amore, nel '72. Arrivavo
dall’insuccesso del mio primo album, uscito un paio d’anni prima. Non ero
ancora nessuno, ma per un momento mi convinsi che era già il caso di
smettere. Invece, con Questo piccolo grande amore arrivò anche un successo
strepitoso”.
Quanto è stato difficile per lei, nato e cresciuto in periferia a Roma,
trovare la strada giusta per diventare uno dei cantautori più amati in
Italia?
“A volte penso che in realtà sia stata una fortuna crescere in un quartiere
come Centocelle: essere fuori dal giro, crea più stimoli rispetto a chi c’è
già dentro. Ricordo che da ragazzino, per farmi notare, spesso prendevo la
chitarra e mi mettevo a cantare a squarciagola dal balcone di casa. Un
giorno, mi intrufolai addirittura in chiesa durante una funzione solo perché
mi andava di suonare l’organo. Solo che, senza saperlo, ero capitato nel bel
mezzo di un funerale. Così, quando mi beccarono, fui obbligato a suonare per
i parenti. Non sapendo cosa fare, scelsi With a little help from my friends
dei Beatles”.
Potesse scegliere, rifarebbe le stesse cose da capo?
“Certo, anche se forse cambierei il periodo della mia carriera legato ai
primi anni Novanta. Ero davvero troppo statico. Mentre oggi, facendo e
proponendo in continuazione, a 55 anni, paradossalmente, mi sento anche più
giovane”.
Da stasera a giovedì 14, Datchforum, ore 21, ingresso a 28/40/51 euro.
Il Gazzettino 6 Dic.
SABATO E DOMENICA A VILLORBA
Baglioni, un lungo film sonoro alla ricerca del
Quinto Elemento
«Questo è l'ultimo tour nei palasport - dice Claudio Baglioni - poi mi
inventerò una mia struttura mobile con cui girare in maniera da non avere
più problemi di acustica, di rimbombi, di risonanze». La polemica fra
Baglioni e lo stato degli "spazi per la musica" in Italia è arrivata
all'ultimo stadio, anzi all'ultimo... palasport. In quello di Verona, che il
cantautore romano ha riempito per due sere, i problemi sono stati non
indifferenti data la collocazione centrale del palco, anche se più per i
musicisti che per il pubblico che ha comunque potuto godere di un ottimo
spettacolo, e ora attendono la prova il Palaverde di Villorba (sabato e
domenica), mentre già si prennuncia un passaggio verso primavera al San
Lazzaro di Padova.
Intanto Baglioni riporta in giro il proprio repertorio. Un concerto
antologico, come d'obbligo vista l'uscita di due antologie triple, finite
entrambe in classifica prima dell'arrivo del terzo volume di cover. Ma
Claudio è un mago nel ripresentare le sue cose ogni volta in maniera diversa
generando nuove idee di spettacolo e di temi conduttori. "Tutti qui"
potrebbe essere chiamato lo show "degli elementi". Il palco disseminato di
strumenti di varie epoche e famiglie è di fatto diviso in quattro spicchi
distinti, con uno spazio centrale in cui Baglioni può dominare la situazione
e accentrare l'attenzione girandosi continuamente verso settori diversi
delle tribune, regalando così a tutti il proprio "quarto di cantante".
Dispersi in maniera apparentemente casuale tra strumenti e flight-case
colorati di rosso giallo e blu sono decine di televisori a cui è demandato
il compito di offrire a tutti in qualunque posizione prima le immagini del
concerto di presentazione del disco di cover, ora diventato un dvd, poi
quelle a commento dello show. Baglioni ha riunito una trentina delle sue
canzoni più famose in cinque medley omogenei per stile e tematica. Si parte
dal cosiddetto "medley jèjè", scanzonato e schitarrante, dedicato all'Aria,
che va da "Porta Portese" a "Signora Lia" e "Serenata in sol", a quello
"d'atmosfera", piuttosto "acqueo" che va da "Con tutto l'amore che posso" a
"Acqua dalla luna" per approdare al "terreno" di canzoni dalle atmosfere
folk come "Ragazza di campagna", "I vecchi", "Fotografie", "Le vie dei
colori", per ritrovarsi nel Fuoco passionale del rock da "Dagli il via" a
"Bolero" a "Grand'uomo", il tutto immerso in sezioni di tre o quattro
canzoni intere per volta, che disegnano un film nel film attraverso i tempi.
È un gran gioco, piacevole, con i musicisti che cambiano sezione dopo
sezione posizione e stile, ritrovando violini, fiati, vibrafoni,
fisarmoniche, oltre al set consueto, e dimenticando gli eccessi
computerizzati del passato per una versione meno da "elettrotecnico" e più
da "artigiano" della musica. Dopo aver recuperato in questa occasione una
vecchia cover come "Cinque minuti e poi" di Maurizio Arcieri, Baglioni
aggiunge ai quattro elementi naturali un medley sul "Quinto elemento" che
per qualcuno è l'amore, per lui è l'uomo, ma in fondo le due cose si
equivalgono: "Questo piccolo grande amore", "Amore bello", "E tu", "Sabate
pomeriggio", "Solo", "E tu come stai" regalano ai vecchi fan romantici
quello che si aspettano, mentre pochi si aspettano di ascoltare un'inedita
introduzione a "Io sono qui" con undici chitarristi in cerchio che
riproducono l'intera scala di accordi che porta all'accordo di partenza
della canzone suonato da Claudio al centro. Un'ultima invenzione, mentre
alla fine è ancora Claudio in frac a celebrare con l'intera folla in coro
l'inno alla "vita adesso".Giò Alajmo
Da “Il Gazzettino” 4 Dic (grazie a Orietta)
Arriva a Nordest il tour “Tutti qui” di Claudio
Baglioni. Il cantautore romano sarà stasera e domani al palasport
di Verona e il 9 e 10 al Palaverde di Villorba (Treviso) con quello che è un
vero e proprio show antologico, al seguito delle due uscite discografiche
“Tutti qui”, che in tre più tre cd ne ha raccolto i passi fondamentali della
carriera e che è stato seguito dal doppio cd di cover anni Sessanta e ora
dal dvd in bianco e nero che li ripropone dal vivo con l’orchestra.
«C’è una bella atmosfera in questi concerti - dice Baglioni - ora che
abbiamo trovato la giusta calibratura. Il tutto dura un po’ meno di tre ore
e io le canto senza tempi morti nè interruzioni, tutto di fila. Ventun
canzoni una dietro l’altra e una trentina di citazioni da altri brani,
legate a medley. Per me è un po’ come tornare ragazzino e andare a rovistare
nel magazzino dove ho lasciato i vecchi strumenti, recuperando i ricordi».
Tre cd più tre cd più due cd più un doppio dvd in poco tempo. Non è
dissanguare i fan?
«Sono scelte dovute alla discografia. Un po’ mi sento in colpa, ma per i
discografici è tempo di raccolta in un momento di forte crisi. Credo che
solo la mia casa discografica abbia prodotto 20/235 antologie. Forse è anche
una crisi di idee nuove e di coraggio».
Eppure il mondo degli indipendente dimostra che nella musica c’è molta
vitalità. Sembra quasi che la vera nicchia sia quella della discografia
ufficiale e delle radio e tv...
«Sì, le radio poi sono omologate, trasmettono lo stesso palinsesto, si
somigliano e offrono poco spazio alle nuove leve. La tv è sempre più un
karaoke. Non c’è grande scelta per il pubblico più attento, a parte il web e
certi canali tematici. Si dovrebbe invertire la tendenza, scrollandosi di
dosso la nostalgia del passato».
Curioso per uno che ha appena fatto uscire un album di cover!
«Ma per me è un disco inedito. Almeno posso dire di essere stato tra i pochi
a far uscire un disco inedito. Dopo il successo delle due antologie “Tutte
qui” temevo che me ne chiedessero una terza e allora una sera mi sono
trovato con i musicisti e ho cominciato a mettere giù questo che per me è un
viaggio personale nel mio passato, con palesi riferimenti a quello che poi è
diventato il mio repertorio».
In concerto proponi qualcuna delle cover?
«No, Anche se può capitare in qualche data che mi metta a suonare “Cinque
minuti e poi” o “Lontano lontano”. Ma capita di rado. Ho preferito tenere
distinte le due cose perché c’è il rischio che le cover sembrino come pesci
fuor d’acqua. E poi tutti quei brani sono arrangiati e orchestrati per una
grande ensemble. Piuttosto, una volta finito questo tour, che si chiude a
dicembre ma riprenderà nel 2007 e andrà avanti fino a primavera, mi
piacerebbe inventarmi quattro o cinque eventi dedicati alle cover, con una
grande orchestra, magari cambiandola ogni volta. Sarebbe bello farlo
all’Arena di Verona, se me la danno...».
Andrai a Sanremo?
«Ho letto il mio nome fra gli ospiti sicuri, ma in realtà nessuno mi ha
chiesto niente. Con Baudo sono in ottimi rapporti. Fu lui che mi portò al
festival l’unica volta che ci misi piede, per ricevere il premio “canzone
del secolo”. Ma in quel periodo sono in tour, potrebbe esserci comunque una
incompatibilità di date. Vediamo».
Dovrebbe esserci anche la Pausini, che ha fatto anche lei un bel disco di
cover.
«Sì, ha fatto anche una mia canzone, e io mi ero offerto di farle da
corista. Lei non mi ha preso sul serio ma io ero serissimo. L’anno prossimo
verrà a “O Scià”, che probabilmente porteremo anche fuori da Lampedusa, in
altre isole dove sbarcano profughi, come Malta e le Canarie, e magari in
Libia».
La scrittura del nuovo disco come va?
«Dormo con un quaderno da musica e una matita vicino al letto. Ogni tanto mi
sveglio, prendo la chitarra muta e scrivo. Le musiche sono a buon punto, i
testi sono tutto un altro affare, ma sto imparando a essere rapido». Giò
Alajmo
Giovedì 30 Novembre 2006
«Tutti qui», c’è Baglioni
Lunedì e martedì sera alle 21 al Palasport Doppio concerto
Oltre trent’anni di canzoni e «riletture» in due show da non perdere di
Giuseppe Mazzei
Cala il bis e porta i fan «Tutti qui». Il suo è «Un piccolo grande amore»
per la musica. Il Commendatore (nominato dall’ex Presidente della Repubblica
Ciampi nel 2003), l’architetto (si è laureato a Roma nel 2004), il cantore
dei sentimenti (da quasi 40 anni), l’ideatore-paladino del festival «O’
Scià» (kermesse canora a Lampedusa, nata come forma di sensibilizzazione sul
problema dell’immigrazione clandestina), il «Richard Gere nostrano» (come
pensano le fan più sfegatate) arriverà in città, al Palasport, lunedì e
martedì prossimi alle 21 con il nuovo tour «Tutto qui 2006-2007».
Stiamo parlando, se non l’avete ancora capito, di Claudio Baglioni, il
cantautore più romantico della storia del pop all’italiana. Il doppio
concerto sarà un vero e proprio evento. L’artista romano, infatti, canterà
live tutta la sua storia e la sua musica: quarant’anni di emozioni vissute
sui palchi di tutta Italia e in tv, in spettacoli di culto («Anima mia») e
di notevole spessore artistico. Le due serate al Palasport veronese si
preannunciano come la celebrazione di un’intera carriera, con una selezione
mozzafiato tratta dalle due super-premiate (sei dischi di platino) raccolte
«Tutti qui» e «Gli altri, tutti qui», gli unici due cd della storia del pop
ad aver scalato, contemporaneamente, le classifiche dei dischi più venduti.
Doppi i cd e doppia sarà anche l’anima musicale della serata: moderna nella
prima parte, sinfonica nella seconda, dove la grande orchestra rappresenta
la cifra espressiva dominante dell'esibizione di Claudio. Tre saranno le ore
del concerto, con il meglio del meglio dei suoi strabilianti quarant’anni di
carriera, con alcune versioni originali di brani storici che daranno vita a
uno show irripetibile: per la prima volta, infatti, dopo tanti anni, alcuni
dei brani più conosciuti e cantati dal grande pubblico rivranno nel fascino
indescrivibile degli arrangiamenti e dell’esecuzione originali. Non
macheranno i classici di sempre da «Porta Portese» a «A modo mio», da
«Signora Lia» all’immancabile «Poster», da «I vecchi» a «Un nuovo giorno o
un giorno nuovo», da «Io me ne andrei» alla rockeggiante «Dagli il via» e a
«La vita è adesso».
In scaletta potrebbe finire qualche brano di «Quellideglialtri tutti qui»,
la nuova raccolta di interpretazioni storiche, il progetto discografico più
attuale: un album in cui Baglioni reinterpreta 30 capolavori immortali, in
«un viaggio nella memoria tra brani giganti di autori e interpreti giganti»,
come lui stesso li ha definiti.
«Quellideglialtri tutti qui» lo vede impegnato con alcune delle canzoni che
hanno scritto la storia della grande musica italiana, da Modugno a Battisti,
una serie di capolavori memorabili come «Se non avessi più te» (Bacalov,
’66), «Il nostro concerto» (Bindi, ’60), in doppia versione: modera e
classica, «La canzone dell’amore perduto» (De Andrè, ’65), «Io che non vivo»
(Donaggio, ’65), «Io che amo solo te» (Endrigo, ’62), «Non arrossire» (Gaber,
’61), «Vengo anch’io, no, tu no» (Jannacci, ’68), «Se telefonando» (Morricone,
Costanzo, ’66), «Senza fine» (Paoli, ’61) e «Vedrai vedrai» (Tenco, ’65).
«È un viaggio nel cassetto della mia memoria e della musica che mi ha
portato alla musica - ha detto Baglioni, parlando di questo doppio cd.
«Intono le canzoni che ascoltavo e amavo prima di cominciare a fare musica.
A dire la verità ho iniziato a scrivere canzoni solo quando non sono stato
più invidioso di questi autori del calibro di Fabrizio De Andrè, Sergio
Endrigo e Giorgio Gaber».
Sul palcoscenico del Palasport, lunedì e martedì, Baglioni sarà accompagnato
da Paolo Gianolio (conduzione musicale, chitarre, violoncello, sax baritono,
cori), John Giblin (basso, contrabbasso, chitarra), Stefano Pisetta
(batteria, virtual drum, percussioni, chitarra), Roberto Pagani (pianoforte,
tastiere, vibrafono, clarino, sax contralto, fisarmonica, banjo, viola,
chitarra, cori) e Pio Spiriti (violino, tastiere, fisarmonica, melodica,
chitarra, cori).
I biglietti del doppio concerto sono disponibili in prevendita al Box
Office, circuiti Ticket One e Get Ticket, Fnac, sportelli Unicredit e
prevendite abituali. Informazioni sulla tournèe di Baglioni sono disponibili
sul sito ufficiale dell’artista www.patapan.it oppure su
www.friendsandpartners.net. Info line: 02/4805731; per i concerti al
Palasport scaligero: Eventi tel. 045 8039156 oppure eventiverona.it
Il Mattino 20 Nov.
Baglioni a Eboli notte di note al Palasele
Anche stasera arriverà sul palco, fingerà di aprire una saracinesca e di
accendere l'interruttore della luce, poi tre ore della sua musica. Palco al
centro e tutto esaurito sugli spalti al Palasele. Stasera fa tappa a Eboli
il tour «Tutti qui» di Claudio Baglioni. È una stagione di successi per
Baglioni, in classifica con due album e un tour fitto di date. È un fenomeno
in un momento difficile per la musica «Mi fa un effetto davvero
straordinario. L'affetto e l'attenzione di tutta questa gente è qualcosa che
tocca dentro e scende in profondità. Non mi ci abituerò mai». Lui da
quaranta anni non conosce crisi: «Grazie alle idee e al lavoro. Tanto
lavoro. Si dice che il genio sia dieci per cento ispirazione e novanta per
cento "traspirazione".Credo che la stessa cosa valga anche per questo strano
mestiere della musica». Poi descrive lo spettacolo di stasera: «C'è la
memoria ma c'è anche l'oggi, come punto di contatto tra la storia che è
stata e quella che sarà, e c'è il domani che, in
parte è il prodotto delle mille combinazioni di passato e presente». Sarà
una sera con la sfida del palco al centro. «È una meravigliosa follia. Ogni
volta che ci salgo mi chiedo chi me l'ha fatto fare, ma è l'unica opzione
possibile per un'esperienza totale, che circonda e avvolge completamente».
Ci sono vantaggi per chi guarda. Si vede e si sente meglio. Distanze
palco-pubblico dimezzate e l'impianto distribuisce il suono in maniera più
uniforme». Poi il rammarico per la scaletta: «Più il tempo passa, più il
repertorio cresce, più sei costretto a lasciare in panchina qualche canzone,
che è un po' come dire che sei costretto a rinunciare a qualcosa di te...».
Il Secolo XIX 20Nov.
Con Baglioniamore on air
CLAUDIO BAGLIONI scalda i cuori e sveglia i ricordi. Da almeno tre decenni è
il menestrello dell'amore, la colonna sonora di tante liason, alcune finite
bene altre male. Resta il fatto, inconfutabile, che ogni volta che le nostre
orecchie percepiscono una sua melodia, lo scrigno dei ricordi si apre e i
pensieri danzano in tondo, come le ballerine dei carillon. Per due serate
sarà protagonista indiscusso al Mazda Palace: in origine la serata era una,
poi le tante richieste hanno "costretto" gli organizzatori a richiedere un
bis. Quindi Baglioni on stage lunedì 27 e martedì 28 novembre. Così si
moltiplicano anche per il lettori del Secolo XIX e per gli ascoltatori di
Radio19 le opportunità di coronare un sogno: vincere dei biglietti per il
concerto. Ognuno deve inventarsi rabdomante nella sua mente e individuare
una fase sentimentale collegata a una canzone di Baglioni. Non importa
quale, importa che ci sia il collegamento. Per partecipare è sufficiente
inviare una mail a segreteria@radio19.it. Le storie che meglio sapranno
recuperare le sensazioni di un tempo verranno selezionate e gli autori
saranno invitati a raccontarle e commentarle in diretta su Radio19. Per
ognuna delle voci occasionalmente on air, due biglietti. Fra tutte le storie
inviate, una sarà la vincitrice assoluta e riceverà un riconoscimento
speciale: non due ticket, bensì due pass per accedere al backstage e
assistere al soundcheck del pomeriggio. Quest'ultima è una situazione molto
ambita in quanto la prova del suono è come avere l'artista che suona nel
cortile del condominio: pochi privilegiati e un clima cordiale. Infine la
penna più sentimentale, oltre ai privilegi garantiti dai pass, potrà
rileggere il suo scritto pubblicato sul Secolo XIX.
Le allettanti proposte, ma soprattutto il desiderio di sfogliare a ritroso
l'album della propria vita, ha già smascherato molti scrittori. Sono
numerose le mail pervenute alla segreteria di Radio19 e le storie che
custodiscono hanno già strappato sorrisi e lacrime. E' sempre emozionante
incontrare amori che hanno superato avversità, incomprensioni e, talvolta,
boicottaggi. Per informazioni sulle modalità di invio dei racconti è
possibile contattare la segreteria di Radio19 dal lunedì al venerdì tra le 9
e le 18 al numero 010/546519.
E ora alcune anticipazioni sul tour "Tutto qui" di Claudio Baglioni. Nessun
brano tratto dal recente doppio cd di cover intitolato "Quelli degli altri"è
in scaletta. Ne consegue che ascolteremo solo pezzi suoi, con particolare
riguardo a quelli storici. Poco viene concesso alle scenografie, per evitare
che rubino la scena ai tre veri protagonisti del concerto: Baglioni, le
canzoni e il pubblico. In breve tempo, proprio per la scelta delle canzoni,
il concerto si tramuta in un happening, con la folla cantante e danzante.
Per accontentare tutti il più possibile c'è un frequente ricorso al medley.
C'è quello "ye-ye" col ritmo ballad di "Porta Portese", "Signora Lia" e
"Viva l'Inghilterra". Tra gli altri incroci ci sono "Io dal mare"-"Le
ragazze dell'Est"-"Acqua dalla luna". Quindi si scivola sul folk con
"Ragazza di campagna"-"I vecchi"-"Vivi" e ci si agita col rock anomalo di
""Dagli il via"-"Io me ne andrei"-"Bolero". L'apoteosi è col "medley songs"
che è la summa del pensiero baglioniano: "Questo piccolo grande amore",
"Amore bello", "E tu", "Sabato pomeriggio", "Solo" e "Tu come stai".
Ovviamente non si escludono variazioni: Baglioni è un artista inquieto.
Informazioni sul doppio appuntamento genovese sul sito www.grandieventi.it.
Prevendite abituali. Prevendite on line su www.happyticket.it e
www.ticketone.it.Fabrizio Basso
Il
Tirreno 9 Nov
Io,
Baglioni e una canzone
Una canzone che ha segnato un amore, una canzone che ha firmato un’amicizia,
una che ha accompagnato un momento magico della vostra vita. C’è una
canzone, o più canzoni, che hanno quasi sempre questo significato nella
nostra esistenza. E tanto più ce l’hanno le canzoni di Claudio Baglioni,
poeta del cuore. E allora in vista del doppio concerto del 24 e 25 novembre
a Livorno, al PalaAlgida,
Il Tirreno vi offre una straordinaria opportunità: quella di raccontare il
vostro legame con Baglioni, di narrare le emozioni della canzone che più è
nel vostro cuore. E non sarà solo un’occasione di aprire il vostro animo ma
di vincere l’ingresso gratuito al concerto. Sarà proprio Baglioni a leggere
questo blog, a scorrere i vostri commenti e scegliere i sei più belli, più
emozionanti, più significativi: per gli autori ci sarà dunque l’occasione di
andare al Palalgida e seguire un concerto che si annuncia spettacolare del
loro cantante preferito.
Nei prossimi giorni vi daremo tutti i dettagli dell’iniziativa, sperando di
aumentare il numero dei vincitori. Intanto potete continuare a raccontare le
vostre emozioni
Il Giornale di Sicilia ( da Patapan.it)
TUTTI QUI A PALERMO di Claudio Baglioni
Emoziona ritrovarsi “Tutti qui”, sulla prua della nave più grande e antica
tra quelle che solcano le acque del mare nostrum. Perché questo è il cuore
del Mediterraneo. E il Mediterraneo è il cuore del mondo. Tendo l’orecchio.
Lo ascolto pulsare. E mi lascio rapire dalla malia del suo battito. La
Sicilia è terra di emozioni così forti, che le canzoni faticano a sostenere
il confronto e sono costrette a dare più che il meglio di sé. E l’emozione
cresce ancora di più, se penso al fatto che le date di Palermo sono
triplicate (9,10 e 11) e quelle di Acireale, raddoppiate (13 e 14).
Passeggio sul palco di “Tutti qui”, come sulla tolda di quella nave.
Controllo, ancora una volta, che nel “magazzino” della memoria tutto sia in
ordine. E’ lui, infatti, che mi accompagna in questo tour. C’è tutto. Quello
che sono stato. Quello che sono. Quello che sarò. Le canzoni che, più di
tutte le altre, hanno segnato questi quasi quarant’anni di musica. Le parole
e le note che, spero, abbiano saputo accompagnare il vostro viaggiare,
magari rendendo la strada più dolce e leggera. E “Tutti qui” sono i sogni, i
segreti, le storie; i pensieri, le parole, gli sguardi raccolti lungo la
strada. Li affido a voi, così come salgono alla memoria, assecondando le
provocazioni che si annidano tra strumenti e spartiti e le suggestioni che
le foto e le immagini - che sottolineano alcuni tra i passaggi più intensi
del concerto - sanno evocare e suscitare. Le canzoni, è vero, non possono
cambiare la vita. Ma hanno un potere altrettanto forte: possono cambiare
noi. Il nostro modo di guardarla, di affrontarla, di immaginarla, di
costruirla. E, soprattutto, possono migliorare il nostro modo di abitarla e
dare nuovo significato al nostro essere tutti qui. E, mentre scrivo queste
parole, penso al sapore, del tutto particolare, che assumono qui in Sicilia.
Penso al destino fragile di una piccola “lancia” che naviga, da sempre, di
fianco a questa grande nave. E, ancora più di lei, soffre il mare.
Lampedusa: minuscola e magnifica. Al suo disperato bisogno di trovare,
finalmente, “tutti qui”, al suo fianco, istituzioni, forze politiche, media,
opinione pubblica. Vicini a chi c’è, ma anche a chi arriva, per tutelare,
garantire e affermare i diritti fondamentali di entrambi. Perché ogni volta
che il diritto alla dignità e alla vita di uno solo è offeso e negato, è
offeso e negato il diritto di tutti. In questa Sicilia, figlia e madre di
grandi civiltà - che dà lezione di umanità a tutta Europa - ritrovarsi tutti
qui significa, allora, anche non dimenticare il senso di un’esperienza come
quella di “O-scià” e richiamare all’attenzione e alla responsabilità le
coscienze, perché ognuno faccia, fino in fondo, la propria parte. Anche per
questo spero che le note, le parole e le emozioni che ci scambieremo nelle
notti di Palermo e Acireale ci aiutino a vedere più chiaro fuori e dentro di
noi, sappiano regalarci gioia, emozione, leggerezza e svago, ma anche un
supplemento di anima e di umanità, e riescano a dare senso nuovo all’idea di
ritrovarci, ancora una volta, “Tutti qui”.Claudio
Baglioni
La gazzetta del Mezzogiorno 6 Nov.
Oggi e domani concerti ad Andria
Baglioni ci scrive io e voi «tutti qui» di CLAUDIO
BAGLIONI
Lo confesso: ritrovarsi «Tutti qui» ad Andria ha un sapore particolare. Non
tanto perché mi trovo all'inizio di un nuovo viaggio, quanto perché ciò che
mi lega a questa città ha una filigrana particolare. La musica certo. Il
filo rosso, impalpabile eppure indelebile, delle canzoni. Ma anche il segno,
forse meno pubblico ma non per questo meno vero, dell'amicizia che in questi
anni abbiamo costruito. Se, come diceva Vinicius de Moraes, la vita è l'arte
dell'incontro, Andria è piena di vita. La sua storia, la sua geografia e il
suo stesso nome, in cui - quale che sia la corretta etimologia - a me piace
leggere la radice della parola «uomo», parlano di un luogo votato ai grandi
incontri. Una terra nella quale le grandi civiltà sembrano essersi date
appuntamento, per lasciar cadere i semi importanti di cui sono portatrici. E
non poco di quello che abbiamo sotto gli occhi e dentro al cuore quando
veniamo qui, è frutto di quei semi. I concerti di oggi e domani, come quelli
che ci sono stati e quelli che ci saranno, passeranno. Lentamente l'eco di
note e parole abbandonerà il Pala Andria. Ma nel setaccio della coscienza
resterà qualcosa di più dei frammenti di emozione che avremo condiviso: il
senso prezioso di un nuovo passo in questo comune viaggiare. «Tutti qui»,
infatti, è un viaggio. Viaggio nella memoria, certo. I brani importanti che
hanno segnato questi miei quarant'anni di musica e, in qualche modo, spero,
punteggiato i vostri, sono davvero tutti qui. E vorrei che, ancora una
volta, portassero in dono qualche istante di leggerezza, qualche emozione
non di superficie e, perché no?, qualche occasione di riflessione. Ma è
anche viaggio nel presente. Perché non c'è presente senza memoria e la
musica, che si fa ascoltare, ma sa anche ascoltare, è, allo stesso tempo,
custode e madre di memorie. Ma «Tutti qui» - ed è, forse, questo il valore
più grande - è anche un piccolo viaggio nel futuro. Non solo perché il
futuro affonda le radici in tutto ciò che ci lasciamo alle spalle, ma
soprattutto perché, a poche ore dal concerto, la posa della prima pietra del
nuovo oratorio Sant'Annibale Maria di Francia ci dice che sul futuro di
Andria si apre una finestra importante. Pensando ad uno spazio di svago e
gioco per i più giovani, riflettevo su quanto accomuni gioco e musica. In
molte lingue, suonare e giocare sono, addirittura, sinonimi. «To play» in
inglese; «jouer», in francese, ad esempio. Un'identità bellissima, che dice
molto, sia sulla natura autentica della musica, che sul valore alto che può
avere il gioco. Così come sul fatto che entrambi possono essere vela, vento
e timone per l'anima. Non so se davvero la musica abbia contribuito a questo
primo passo nella realizzazione del sogno di Don Riccardo, ma è certo che
farà fare molti passi avanti a quanti sapranno ascoltare e raccogliere il
valore del suo messaggio universale. A questo nuovo viaggio che parte, il
«magazzino» itinerante di «Tutti qui» porta in dote le storie, i sogni, i
segreti, di un drappello di musicisti, che si lasceranno provocare dai
ricordi annidati tra strumenti e spartiti e dalle suggestioni che foto e
immagini sapranno evocare e suscitare. Storie, sogni e segreti che porteremo
con noi anche giovedì 16 e venerdì 17 quando le porte del «magazzino» di
«Tutti qui» si apriranno al Palamazzola di Taranto, per arricchirsi degli
sguardi, delle voci e del vibrare di corpi e cuori di quanti si uniranno a
noi per dividere la notte e moltiplicare le emozioni. La speranza - a
Taranto come ad Andria - è che ciò che si nasconde nei bauli colorati e nei
monitor che affollano il palco, prendendo la magica leggerezza di parole e
note, ci aiuti a vedere più chiaro fuori e dentro di noi, sappia regalarci
un piccolo supplemento di sogno e, soprattutto, alimenti il desiderio di
ritrovarci ancora «Tutti qui». Claudio Baglioni
Il Mattino 5 Nov.
Con Baglioni nel magazzino della memoria
DALL'INVIATO Federico Vacalebre Caserta. «Tutti qui». Quarant’anni, o quasi,
di frammenti di un discorso amoroso rimbombano nel Palamaggiò, ma nemmeno
l’acustica terroristica riesce a impedire il ripetersi del miracolo rituale,
la celebrazione plurigenerazionale del divo Claudio. «Tutti qui», dice il
titolo del tour che riprende quello di ben tre cofanetti pubblicati dallo
stakanovista del cantar leggero Baglioni, i primi due antologici, il terzo
che si diverte a rovistare in casa altrui, da Bindi a Tenco, da Jannacci a
De Andrè. A parte «Cinque minuti e poi» dei New Dada, all’appello casertano
di debutto del tour si presentano solo gli hit baglioniani puri e duri, per
il mestiere d’interprete ci sarà spazio un’altra volta. Dal «magazzino della
memoria e della musica» esce quello che la platea ha voglia di ascoltare.
Tutti qui, allora: i fans che hanno riempito per due giorni il catino di
Castelmorrone e si prenotano per la replica del 20 al Palasele di Eboli; i
motivi più celebri di una carriera importante, deflagrata grazie a canzoni
d’amore schiette e poi continuata approdando a tematiche e linguaggi più
articolati nel nome di melodie a presa rapida ma complesse e di una voce che
sale e scende divertendosi tra accordi di quarta e di diminuita. Tutti qui
anche i ricordi dei tanti tour affrontati da Claudio anno dopo anno. La
novità di questo, sta, forse, nell’assenza di novità, scenotecniche o
d’arrangiamento, nel lasciare che i protagonisti siano gli ospiti, ovvero il
pubblico e le canzoni. Il palco al centro del palasport - anche questo un
déjà-vu - destruttura il concerto tradizionale, lo spinge ad essere
concepito come uno show, un happening, dove però stavolta non c’è spazio per
trovate particolari. Claudio salta da un lato all’altro, non teme il
ridicolo e l’età (55 anni) e sculetta alla Robbie Williams, mentre la band
capeggiata dal fido Paolo Gianolio lo accompagna nel suo pellegrinaggio da
un lato all’altro della scena. La ricerca della melodia perduta procede per
blocchi, anzi per medley: si comincia con quello chissà perché definito «ye-ye»
che parte col sapore country di «Porta Portese» e prosegue con schegge di
memoria adolescenziale che vanno da «Signora Lia» a «W l’Inghilterra»; si
continua per suggestioni atmosferiche («Io dal mare», «Le ragazze dell’Est»,
«Acqua dalla luna»), folk («Ragazza di campagna, «I vecchi», «Vivi») e rock,
che in questo caso vuol dire finte schitarrate alla Europe o reggae-pop alla
Police («Dagli il via», «Io me ne andrei», «Bolero»). Ma il cocktail più
atteso è quello che in scaletta è battezzato semplicemente come «medley
songs», visto che contiene le canzoni definitive della produzione
baglioniana: un condensato inesorabile, irresistibile e iper-zuccherino che
mette in fila «Questo piccolo grande amore», «Amore bello», «E tu», «Sabato
pomeriggio», «Solo», «Tu come stai». Il primato assoluto di questi pezzi è
ribadito anche dall’entusiasmo del pubblico, eppure sono altri i brani che
il cantautore neoromantico sceglie di eseguire per intero, da «Strada
facendo» a «Poster», da «Cuore di aliante» sino a «La vita è adesso», slogan
personale di un hitmaker che non ha paura del passare dei decenni.
Il Mattino 5 Nov.
Sul palco con Baglioni gli studenti della Sun
TIZIANA DI MONACO Stava provando quando sono saliti sul palco gli studenti
della Seconda Università di Napoli. Un cenno alla band e la musica si è
fermata. Claudio Baglioni, poche ore prima della performance al Palamaggiò
di Castel Morrone, ha ricevuto così, in maniera del tutto informale e forse
per questo più sentita, il premio alla carriera tributatogli dai ragazzi
della Sun. In cinque componevano la «spedizione», con in testa Giuseppe
Razzano e Gimmi Cangiano, membri degli organi accademici. «Gli abbiamo
chiesto di tornare a Caserta per un faccia a faccia con gli studenti
dell’ateneo» racconta Giuseppe. «Ha detto di essere disponibile. Anche il
mese prossimo» assicura Gimmi. E poi cordialità, strette di mano, la
consegna della maglietta della Sun e la targa con una dedica che ha preso in
prestito titoli e versi delle canzoni di Baglioni: «La verità di un artista
è nella sua dignità. A Claudio, l’uomo della storia accanto, cuore di
aliante, dove si è ancora liberi di sognare». L’incontro si è concluso con
un interrogativo, che candidamente il cantautore ha sottoposto ai ragazzi, e
che per la verità da anni non trova una risposta da parte del mondo
accademico: «Ma perché Seconda Università di Napoli se l’ateneo si trova a
Caserta?».
La Gazzetta del mezzogiorno 5 Nov.
DOMANI AD ANDRIA. La scaletta
Tutto Baglioni emozione per emozione
Claudione lo stakanovista sbarca ad Andria. La tre giorni di Lampedusa per
O'Scià, un (altro) doppio cd con i classici della canzone d'autore fino al
'68, la tournée che è appena iniziata, il raid televisivo dal Morandi
versione «ce l'ho/manca» ad Andria giovedì scorso. Come se non bastasse,
Claudio non manca nemmeno un appuntamento quotidiano con Andrea, il suo
personal trainer. Ora Baglioni si appresta al bis andriese, domani e martedì
7 novembre e ad altre due date pugliesi al Palamazzola di Taranto, giovedì
16 e venerdì 17 (informazioni 899.03.08.22). Quello che ascolteremo e
vedremo ad Andria, però, non sarà il Claudio Baglioni de Gli Altri - Tutti
Qui, il doppio album in cui il cantautore romano ricanta i successi di Tenco,
De Andrè, Lauzi, Bindi, Battisi, Gaber, Caselli, Endrigo, accompagnato dai
30 e più elementi dell'Orchestra Sinfonietta di Roma e coadiuvato da Danilo
Rea, Luis Bacalov ed altri nomi illustri. Neanche il Baglioni impegnato nel
sociale che ha portato circa 40 nomi italiani a Lampedusa per sensibilizzare
verso l'immigrazione clandestina («il prossimo problema da risolvere è il
caporalato nel Foggiano» disse in quella occasione). Il cantautore romano in
versione live torna quello che gli aficionados amano, da sempre: semplice,
popolare e soprattutto enciclopedico, visto che la scaletta, fra medley e
pezzi interi, supera i 50 titoli. Tutto Claudio, emozione per emozione, a
partire da 51 Montesacro intermezzo in cui, in versione menestrello de
borgata, ricanta la sua vita. Nella prima data di Rieti, su un palco
rettangolare che occupava tutto il campo da gioco del palasport, erano
disseminati televisori colorati ed una sorta di piccola orchestra in cui il
fido Paolo Gianolio e soci, utilizzavano fisarmoniche, ottoni, xilofoni e
quant'altro. Tutto molto folk. I classici ci saranno tutti ma l'impresa di
metterli tutti in una sola scaletta era roba da farmacisti: ed allora ecco 5
parentesi miscelate in cui catalogare tutto, come in una scansione storica:
Medley Jè Jè, Medley Atmo, Medley Folk, Medley Rock e Medley Songs,
intervallati da canzoni intere. Strada facendo, Porta Portese, W L'inghilerra,
ma anche le spremute di cuore di Mai più come te, Amori in corso e Poster
suonata in versione tango, Con tutto l'amore che posso, Le ragazze dell'est,
Acqua dalla luna. Dal folk di Ragazza di campagna fino alla chitarra dura &
pura del medley rock che vedrà, insieme, Dagli il via, Io me ne andrei e
Quanto ti voglio. Questo Piccolo Grande Amore ed i cuori esultano, poi Amore
bello, E tu, Sabato pomeriggio, Solo ed E tu come stai per chi ama gli
evergreen prima delle neo-romantic Mille giorni di te e di me e La vita e
adesso. «Torno sempre molto volentieri in Puglia ? ci ha detto Claudio ?
questa sarà una vera cavalcata nei miei 30 anni di carriera insieme ad un
pubblico a cui voglio bene». Lucio Palazzo
Il Mattino 3 Nov.
TUTTO ESAURITO
Baglioni, un ritorno alle origini
Gran pienone in prevendita per i concerti al Palamaggiò In scaletta solo un
brano dal triplo album da interprete
Francesco Bardi Lo stakanovista della canzone italiana è tornato. Dopo un
paio di date di rodaggio a Rieti, parte stasera dal Palamaggiò di
Castelmorrone, Caserta, con replica domani, il nuovo tour di Claudio
Baglioni, «Tutti qui». Dopo aver passato l’estate a organizzare festival, e
aver appena pubblicato un triplo album dedicato al canzoniere altrui («Gli
altri, tutti qui»), da Endrigo a Tenco, da Battisti a De André, da Jannacci
a Gaber e Bindi, si rimette on the road, lasciando da parte il canzoniere
dei colleghi «baglionizzato» per l’occasione e proponendo invece, per
l’ennesima volta, il meglio del meglio dei suoi quarant'anni di carriera,
magari ripescati per l’occasione in versione originale, quella del debutto,
quella più cara all’esercito dei suoi fans, almeno quattro generazioni, con
una predominanza femminile. Dal cd da poco uscito, secondo in classifica
dietro Robbie Williams, Claudio ripesca solo il singolo, una cover di
«Cinque minuti e poi» dei New Dada di Maurizio Arcieri, scelta come momento
fondatore del pop italiano, a cui allineerà la solita strepitosa sequenza di
hit nazionalpopolari, come appunto nel precedente triplo cd, quello che dà
il titolo al giro di concerti. Intanto, in un’intervista al settimanale «A»,
Baglioni ha parlato delle sue simpatie politiche, smentendo leggende
metropolitane affermatesi in anni più ideologizzati e militanti: «Non sono
mai stato un artista disimpegnato. Ci sono cantanti che non hanno mai
parlato di politica, ma che hanno cambiato il mondo. O vogliamo definire
disimpegnati anche artisti come Battisti e Cocciante? E poi, gli impegnati
di allora sono i più disimpegnati oggi». E, ancora: «Su di me hanno scritto
di tutto. Che sono stato missino, democristiano. Che ero contro il divorzio,
tanto che i disc-jockey delle radio di allora, tutti della sinistra
extraparlamentare, avevano censurato per un anno i miei dischi... Non sono
mai stato di destra. Sono schierato dalla parte degli immigrati, anche dei
clandestini. E alle ultime elezioni ho votato per Veltroni. Lo conosco da
quando avevo 17 anni e andavo all’Istituto di cinematografia cercando di
rimediare le ragazze. Lui è nato con il megafono in mano, era un piccolo
rivoluzionario...». A confermare l’orientamente ulivista del cantante c’è
anche l’invito rivolto pochi giorni fa ai lavoratori della Bembergcell, la
ex Nuova Rayon di Rieti, i cui impianti sono stati fermati dalla proprietà
con la messa in ferie forzata di tutto il personale. In circa 200 - tra
dipendenti, interinali e indotto - avevano inviato a Claudio una lettera
chiedendogli «un aiuto morale al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica
riguardo a quello che sta accadendo, visto che è probabile la chiusura dello
stabilimento». Richiesta accolta: il cantautore li ha invitati gratuitamente
al suo concerto di rodaggio al Palasojourner di Rieti, regalando nuova
visibilità massmediatica alla loro causa. Tutti esauriti i biglietti per le
due serate (primo settore numerato 51,75 euro, secondo non numerato 46,
gradinate 28,75), si replica il 20 al Palasele di Eboli.
La gazzetta del mezzogiorno 1 Nov.
Il cantautore in concerto reinterpreterà i «grandi» della musica italiana
Il «nuovo» Baglioni riapproda ad Andria
«Un lago dopo l'oceano. Un borgo dopo la metropoli. Un aliante dopo un jet»
è questo il senso del nuovo viaggio live di Baglioni che approda ad Andria.
Due mesi e più di date in tutta Italia, a pochi giorni dalla pubblicazione
del suo cd di cover dal titolo «Quelli degli altri tutti qui», raccolta con
brani fondamentali della canzone italiana degli anni '60 da «Non arrossir»
di Gaber a «Un giorno dopo l'altro» di Tenco passando per « Io che amo solo
te» di Endrigo, ed ancora « Arrivederci» di Bindi alla canzone manifesto
«Nel blu dipinto di blu» di Domenico Modugno, da «Emozioni» di Lucio
Battisti a «La canzone dell'amore perduto» di Fabrizio De Andrè, per un
totale di ben trenta titoli, ed ecco che il naso di falco parte per un mega
tour che lo porterà in giro per l'Italia fino a fine anno ed oltre. La città
di Andria sarà per il tour di Baglioni una specie di rito di buon auspicio,
infatti Claudio sarà ospite di Gianni Morandi per l'ultima puntata di « Non
facciamoci prendere dal panico», fortunato e sofisticato show che ha dato
finalmente a Morandi una dimensione più autorale con gli omaggio a Fossati,
De Andrè e Tenco. Baglioni e Morandi potrebbero improvvisare due duetti dal
repertorio morandiano come « Se non avessi più te» e « C'era un ragazzo»,
canzoni rilette da Baglioni nel suo triplo cd tributo alla musica d'autore.
Il cantautore italiano più amato in assoluto dopo l'ospitata da Morandi
iniziare la tournèe il 3 novembre da Cosenza per tornare il 6 ed il 7
nuovamente al Palasport di Andria per tre ore di concerto dedicate alla
grande musica dal vivo, dove danzeranno canzoni di ieri e di oggi riproposte
nelle versioni originali. Già esaurita la data del 6, si raddoppia il 7 e la
città si prepara ad un'altra lunga notte d'incanto e luna piena aspettando
l'uomo della storia accanto, per raccontare il suo viaggio lungo i ricordi,
le passioni, le paure, gli amori e i nuovi incanti della vita. E così le
trame fra Claudio e la Puglia si annidano in un intreccio indelebile e pieno
di colori: «per incanto e per amore l'ho scritta pensando a Bari in una
serata che voleva ricucire la ferita aperta del Teatro Petruzzelli, suonata
proprio lì per la prima volta». Ad Andria Baglioni porterà la storia di un
uomo e del suo compagno d'ebano e d'avorio che da quarant'anni si raccontano
storie, s'asciugano lacrime e si scambiano speranze e sorrisi, questo è lo
stato d'animo di Baglioni nel suo concerto di oltre tre ore. La sua voce e
le sue parole scandite, canzoni che diventano racconti che fluiscono dal
tempo. Claudio nel suo concerto come una macchina da presa andrà a
panoramicare la sua carriera con medley insolito recuperando «Signora Lia»,
«Tu come stai», «Note di notte», «Sabato pomeriggio», «A modo mio», «Poster»
e «Porta e Portese» passando per «Strada facendo», «Quanto ti voglio» e «Un
giorno nuovo» e «Dagli il via» nella sua veste originale. Ed ancora
recupererà la stessa magia del vinile in canzoni come «Uomini persi» e
«Avrai» ed ancora «Stai su» e «Quante volte». Baglioni promette che non
mancheranno le sue ultime perle come «Cuore d'aliante», «Buona fortuna»,
«Mai più come te» e «Tutto in un abbraccio» ed il suo nuovo manifesto: «Grand'Uomo»,
un invito ai figli a credere in se stessi e realizzare i sogni, un dialogo
iniziato da Baglioni nel 77 con le speranze di «Avrai» continuato con le
disillusioni di «Acqua dalla luna» e tornato alla vita con questa
straordinario canto alla vita. In scaletta anche «Fammi andar via» ovvero
l'eterna lotta fra l'amore e l'addio, che Claudio metterà in scena fra
lenzuola bianche che lo impigliano fra ricordi d'amori perduti. Ad
illuminare Andria ci sarà anche la passione de «Le vie dei colori»,
«Bolero», «E tu», «Adesso la pubblicità», «Ninna nanna», «Noi no» e «Mille
giorni di te e di me». Sono passati quarant'anno ma ancora canzoni come
«Questo piccolo grande amore», «La vita è adesso» e «Via» già sappiamo che
nel concerto del 6 novembre ad Andria libereranno ancora una volta le
palpebre in cristalli di nostalgia lontano dal pianto e vicino ad un fiume
in piena che troverà il suo mare in cui riversarsi ovvero la musica del
«Naso di falco». Cosimo Damiano Damato
Il Messaggero 1 Nov.
Via in Sabina a “Tutti qui”, nel quale il cantautore si misura con
quattro dozzine di sue canzoni
Il “quarantotto” di Baglioni
Fan in delirio a Rieti per l’avvio del tour; quattro le date romane
di ENRICO BATTISTI
RIETI Il palco del PalaSojourner romba come un jumbo-jet e Claudio Baglioni
decolla insieme ai 9000 spettatori dei tre concerti di Rieti per il tour
Tutti qui , che a Roma notizia di ieri ha già sfondato il muro delle tre
serate: 19, 20, 21 e adesso anche 22 dicembre al PalaLottomatica.
Quarantotto brani in oltre tre tiratissime ore che hanno mandato in delirio
i fans di una terra, la Sabina, dove l’artista romano non aveva mai cantato
se non il brano del suo vero debutto a 5 anni, Una casetta in Canada ,
quando abitava da queste parti, a Posta, insieme al papà comandante dei
carabinieri. In questo tour Baglioni ha scelto di guardarsi indietro e di
raccontare per intero la sua quarantennale carriera, fra autocelebrazione e
voglia di rimettersi in discussione attraverso uno spettacolo ancora una
volta di grande impatto imperniato sul palco in quadrifonia che vedremo in
16 città per 33 serate.
Baglioni vola da una parte all’altra con formidabile energia: un viaggio nel
tempo alla ricerca di se stesso con un chiaro fil rouge : la ricerca
poetica. C’è spazio per un brano da ogni tour dagli esordi ad ora: dopo
l’avvio con Tutti qui il cantautore romano si concede cinque viaggi nel
tempo segnati da altrettanti medley di grande effetto anche grazie alle
immagini sugli schermi: le prime quattro dedicate ad aria, acqua, terra e
fuoco, l’ultima a legare l’album fotografico personale che inizia dal
Baglioni capellone e occhialoni neri che fa sgranare gli occhi ai fans
adolescenti di oggi. La band è eccezionale: guidati dal chitarrista Paolo
Gianolio, i quattro musicisti (più tre aggiunti) mostrano una
polistrumentalità trascinante accompagnando lo spettacolo che non ha un
momento di pausa, come gli applausi. In Avrai , per dirne una, il gruppo si
trasforma in un quartetto d’archi classico che dà alla canzone una
freschezza nuova. E anche in altre canzoni gli arrangiamenti garantiscono
tanta verve : è il caso di Poster , Sabato pomeriggio e Questo piccolo
grande amore , pezzi datati ma nella nuova veste sonora vicini lo stesso ai
più giovani stupiti dalla forza d’urto della musica e delle parole diffuse a
ondate dal poderoso impianto. Più di tre ore con il meglio di Baglioni al
meglio: che desiderare di più? Il cantautore, che per tutta la settimana è
restato in città a provare il tour, ha promesso ai sabini di tornare ed ha
voluto anche accogliere al concerto di ieri sera ottanta operai della
Bemberg Cell, la storica fabbrica tessile cittadina, che gli hanno ricordato
la nerissima crisi aziendale.
Il Messaggero 31 Ott.
QUESTA SERA IL BIS
Per le scuole 600 biglietti gratis
Possono essere ritirati in Provincia. La cena con Melilli e Rinaldi al
Calice d’oro
La Provincia regala il concerto di Claudio Baglioni alle scuole. Sono
seicento i biglietti gratuiti a disposizione il concerto di questa sera per
gli studenti delle scuole superiori del Reatino che verranno distribuiti
agli Istituti di Rieti e provincia da parte dell'assessorato alla cultura.
Ogni istituto avrà a disposizione 30 biglietti che i dirigenti scolastici o
i loro delegati potranno ritirare presso gli uffici della Provincia fino
alle 18 di oggi pomeriggio e distribuire agli studenti interessati ad
assistere al concerto che chiude la tre giorni di Baglioni a Rieti, questa
sera, col concerto che inizia alle 21.
«Abbiamo concordato l'iniziativa col presidente Fabio Melilli ha spiegato
l'assessore provinciale alla cultura Giuseppe Rinaldi riservando attenzione
anche ai più giovani rendendoli partecipi di un evento che ha suscitato
entusiasmo e l'interesse generale negli ultimi giorni nell'intera
provincia».
Assessore e presidente della Provincia che domenica sera sono stati a cena
insieme al cantautore romano da Checco al Checco al Calice d'oro, lo storico
ristorante reatino che in questo periodo sta rinnovando i locali. Oltre a
loro, c'erano il sindaco di Poggio Mirteto, Fabio Refrigeri, il promoter
Riccardo Carotenuto e altri componenti dello staff del cantante.
In tutto ventuno persone che si sono riunite a cena dalle 23.30 alle due del
mattino. Antipasto di salumi e formaggi locali, poi paccheri all'amatriciana
e linguine alla pecora (in bianco).
Come secondo la specialità del locale: il bollito misto al carrello. Il
tutto accompagnato da Gattinara, un ottimo rosso piemontese. Per il
cantante, definito da chi lo conosce bene «una buona forchetta», si tratta
della quarta cena al Calice d'oro. Aveva iniziato mercoledì scorso, quando
in occasione della partita della Roma, si era fatto riservare una saletta
per ammirare in televisione la sua squadra del cuore. Ha poi continuato
venerdì sera e sabato, quando ha proseguitio la serata facendo un salto
all'Engel Platz, firmando autografi e concedendosi senza soste ai fan per le
fotografie di rito. Samuele Annibaldi e Valentino Rossetti
Il Messaggero 31 Ott.
LA LUNGA ATTESA
Fans attorno al palasport fin dalla mattina
di VALENTINO ROSSETTI
«Dove le parole finiscono, inizia la musica», ha scritto il poeta tedesco
Heine Heinrich. E ieri sera, per tutti i reatini che sono andati al primo
concerto di Claudio Baglioni è stato proprio così: sono entrati verso le
19.30 all'apertura dei cancelli e appena è iniziato lo spettacolo hanno
dimenticato tutto il resto. Senza dire più una parola, o meglio, cantando le
parole delle canzoni del cantautore. Erano in tanti ieri ad attendere il
concerto con cui Baglioni ha aperto il suo tour nazionale "Tutti qui". E in
tanti sono stati in fibrillazione, davanti ai cancelli, ad aspettare
l'apertura. Alcuni anche per tutto il pomeriggio. «Non vedo l'ora. Che te
devo dì», ha esclamato Lucia, una signora tra le prime ad arrivare. «Questa
è la quarta volta che vedo Claudio, è bellissimo. Per lui tradirei anche mio
marito» ha invece scherzato un'altra signora, Simona, 55 anni. «Sono venuta
a vederlo perché le sue canzoni mi ricordano un sacco di cose» ha spiegato
una ragazza, insieme ad altre due amiche, che hanno piantonato l'ingresso
dalle 15, «e poi perché lo ascolto da quando ero bambina. Quando mia madre
ha saputo che andavo al concerto di Baglioni voleva rubarmi il biglietto».
La mamma di Simona, se non si darà per vinta, potrà ancora sperare di vedere
Baglioni questa sera, visto che gli ultimissimi biglietti, lasciati ancora
disponibili su esplicita richiesta del cantante, sono disponibili questa
mattina solo da Maistrello Musica in via dei Tigli 1 e nel pomeriggio presso
il botteghino di fronte al PalaSojourner. Sarà l'ultimo giorno di Baglioni a
Rieti, anche se il cantante ha manifestato la volontà di tornare nella
seconda fase della tournée che durerà in tutto due mesi, perché «non c'è mai
fine al viaggio anche se un sogno cade», come dice nella sua "La vita è
adesso". «Per ora è andato tutto alla perfezione - ha detto il promoter dei
concerti Riccardo Carotenuto - anche per domani (oggi,ndr) si preannuncia
uno spettacolo di alto livello con un PalaSojourner tutto esaurito». Mentre
gli esercizi commerciali, in particolar modo alberghi, ristoranti e bar,
ringraziano grazie agli incassi assai maggiorati di questi giorni.
Il Messaggero 31 Ott.
Baglioni canta Tutti qui per 3000 reatini in
delirio
Ancora più entusiasmo del previsto ieri sera per il primo concerto del tour
Tutti qui di Claudio Baglioni che Rieti ha avuto la fortuna di ospitare (e
stasera c’è il bis). Il cantautore romano, che mai si era esibito in Sabina
dove pure ha trascorso molti anni dell’infanzia, ha trascinato il pubblico
che ha cantato con lui tutti i suoi più grandi successi a cominciare proprio
da Tutti qui con cui Baglioni ha aperto il concerto poco dopo le 21. Poi è
stata la volta di Strada facendo, Noi no e Avrai per oltre tre ore di
spettacolo di altissimo livello su ogni versante.
PalaSojourner, le emozioni sono tutte qui
Claudio Baglioni trascina 3000 reatini nel concerto di apertura del tour
nazionale
di ENRICO BATTISTI
Che emozione il debutto di un tour come questo: la nostra, quella dei
musicisti e quella di Claudio Baglioni, semplicemente unico.
Il look è cambiato dai tempi degi esordi, ma dietro la nuova veste si
nasconde la grinta di sempre e quella passione che solo lui è capace di
trasmettere a distanza di tanti anni dal debutto. L’energia, se ne sono
accorti ieri sera i tremila reatini che mai avevano avuto la fortuna di
ascoltarlo qui in Sabina, è quella di un ventenne e la voglia di rimettersi
in gioco pure. E finalmente lo possiamo dire: «Tutti qui» il nuovo tour di
Claudio Baglioni è partito. Usiamo di proposito questo verbo perché il
cantautore romano ha letteralmente messo in moto il palco per introdurre la
canzone che dà il titolo al tour. Poco dopo le 21, il potente impianto di
amplificazione a 360 gradi ha fatto rimbombare nelle orecchie del pubblico
già in delirio il rumore di un grande jet al decollo. Non poteva insomma
cominciare nella maniera migliore, con un PalaSojourner stracolmo di fans
che hanno cantato dalla prima all’ultima delle canzoni proposte da Baglioni.
Tre ore di grande musica con una selezione, si fa per dire perchè alla fine
sono 59 canzoni (ripetiamo 59) tratte dalla raccolta Tutti qui. Il
cantautore si è anche concesso cinque viaggi nel tempo con altrettante
medley composte in maniera differente. Particolari di questi mosaici, il
tuono di un aereo a reazione a scandirne l’inizio e la fine, e i tanti
monitor sparsi sul palco a trasmettere immagini della terra (deserto, fiumi,
laghi) senza tempo. La produzione del nuovo tour di Claudio Baglioni è, come
sempre, di grande effetto scenico oltre che musicale, con un megapalco che
occupa e occuperà i parquet dei palasport di tutta Italia. La scenografia è
in divenire con i musicisti che si spostano da un’area all’altra del palco
al centro del quale c’è sempre lui. A livelli internazionali la band,
capeggiata dal fedele chitarrista Paolo Gianolio, con una capacità
polistrumentistica senza uguali. Come quando in Avrai si è trasformata in un
quartetto d’archi classico. Giochi di luce e giochi di colore accompagnano
costantemente la performance dell’artista capace di ridare ai suoi brani più
datati la freschezza di quelli più attuali. Belle le rivisitazioni di Poster
e di Sabato pomeriggio. E ancora una volta, anche grazie al palco in
quadrifonia, il pubblico è stato rapito dall’energia, dolce e forte, di
Baglioni che ha annuito ancora pià felice quando ha visto lo striscione
”Posta, ’57: il tour inizia qui”, omaggio degli abitanti del paese dove
Baglioni ha trascorsi alcuni anni dell’infanzia.
Il Messaggero 30 Ott.
Tutti qui, comincia il tour di Baglioni
Tutto esaurito al PalaSojourner : tremila fans quasi
tutti di Rieti e dintorni
di ENRICO BATTISTI
Finalmente ci siamo! Dopo il concerto di ieri pomeriggio riservato ai ”Clabber”,
parte stasera alle 21 (cancelli aperti dalle 19) al PalaSojourner al
completo il tour nazionale ”Tutti qui” che Rieti ha avuto la fortuna di
tenere a battesimo fra mille prove e mille sorprese da parte di Claudio
Baglioni e del suo maxistaff, entusiasti della città che mai aveva ospitato
un evento musicale nazionale di questa portata. Il triplo appuntamento con
il cantautore romano (per domani sera ci sono ancora biglietti disponibili)
ha portato Rieti alla ribalta della scena nazionale ed ha anche portato alla
scoperta, da parte di tutto l’ambiente musicale italiano, delle grandi
potenzialità del capoluogo sabino che in futuro è pronto ad ospitare altri
eventi di questo tipo.
La città, se ne sono accorti i promoter del’artista, ha risposto bene non
solo per l’imponente mole di biglietti venduti, ma anche per il calore e la
simpatia che ha riservato a Baglioni. Lo stesso calore che Baglioni ha
cominciato a ”ridistribuire” gia ieri pomeriggio ai suoi fans. Uno
spettacolo, quello di ieri pomeriggio assolutamente atipico e, per forza di
cose, ”utilizzabile” quasi esclusivamente dai tremila "clabber" arrivati da
tutt’Italia. Il concerto di stasera sarà sicuramente diverso: non di più o
di meno. Diverso. Di uguale ci saranno di sicuro le emozioni che rimarranno
scolpite nella memoria.
La magia della produzione baglioniana riproporrà stasera la sua atmosfera
nello spettacolo attesissimo che apre la nuova tournée di uno dei nostri
cantautori più popolari, sicuramente il più romantico ed amato dalle
fanciulle, e dalle mamme (le fanciulle di una volta, che erano ragazzine
negli anni '70, quando Baglioni esordiva con i versi, tagliati dalla
censura, di Questo piccolo grande amore.) Lasciamo i ricordi e parliamo del
nuovo tour, che comincia oggi proprio a Rieti, grazie all’iniziativa
dell’assessorato alla Cultura della Provincia, e cheb si annuncia come
l'evento clou dell'autunno/inverno musicale. Al centro della performance ci
sono le canzoni delle ultime due raccolte "Tutti qui" e "Gli altri, tutti
qui", che, dopo un po' di silenzio creativo, sono lo specchio di un Baglioni
più maturo e riflessivo. Proprio l'ultimo album rappresenta una sintesi
della sua carriera: paradossalmente, l'artista romano lo descrive nel modo
più inatteso e originale. Il suo ultimo album, infatti, uscito lo scorso 20
ottobre, rappresenta un omaggio ai più grandi maestri italiani della canzone
d'autore; una raccolta in cui Baglioni racconta (e si racconta) la storia
della musica italiana attraverso le "poesie" di Fabrizio De Andre', Luigi
Tenco, Giorgio Gaber, Sergio Endrigo ed Ennio Morricone. Un viaggio di 29
tappe, come lo ha definito lo stesso cantautore, che ha come incipit la
cover di Cinque minuti e poi di Maurizio Arcieri, ex leader dei New Dada,
che con questa canzone partecipò al Disco per l'Estate del 1968. Da un punto
di vista artistico quest'ultima produzione del cantautore romano rappresenta
un cambio di direzione, armonico, ma visibile, della sua poetica, un po'
come era successo nel 1985, quando l'album "La vita è adesso" aveva
arricchito di molti nuovi spunti l'immagine di Baglioni, variando il suo
percorso artistico precedente. Quello che non cambia mai, invece, è lo
straordinario amore dei fan di Baglioni, che riempiono da decenni stadi e
palazzetti, ammaliati dalla verve dell'artista romano, dalle sue parole e
dalla sua musica. E per continuare la tradizione, oggi e domani a Rieti
saremo in tanti, lì a cantare in coro e ad anticipare i versi alla prima
nota di chitarra. Ognuno di noi avrà una sua storia, una canzone preferita,
un modo diverso di vivere il concerto, ma tutti ci identificheremo, almeno
per un momento, in qualche personaggio cantato e incantato, ci
immedesimeremo in qualche vicenda raccontata, sentendoci protagonisti
dell'evento. Lo spettacolo inizia alle 21 e dura oltre tre ore, ma siamo
assolutamente convinti che sembreranno un istante. (ha collaborato Valentino
Annibaldi)
Il Messaggero 30 Ott.
Baglioni strega il PalaSojourner invaso dai Clabber
UN POMERIGGIO INSIEME AI CLABBER
Quella casetta in Canadà, anzi a Posta
di ENRICO BATTISTI
«Emozionato? Come tutti, come sempre, come lui, insomma come Claudio
Baglioni». Stefano Meloccaro, giornalista reatino di Sky Sport ieri
pomeriggio era in “borghese” al palaSojurner per assistere per la millesima
volta ad un concerto che il ”suo” cantautore ha riservato ai Clabber, in
compenenti dell’associazione che “vive” per Baglioni e che da Baglioni
ottiene emozioni ogni volta più grandi, come quelle vissute ieri pomeriggio
durante uno spettacolo che non è solo un concerto, ma un faccia a faccia
quanto mai diretto tra il divo e i propri beniamini. Non si è trattato
insomma di un evento identico a quello di questa sera: alle 21 scatterà
ufficialmente il tour ”Tutti qui” mentre ieri si è trattato piuttosto di un
incontro fra vecchi amici di tutte le età.
Ore 15 e 12. Si accendono le luci sul palco, ma al centro non c'è lui,
Claudio Baglioni, ma il presidente del Clab, l'associazione culturale creata
nel 1995 dal cantautore romano. Il piccolo fuori scena si esaurisce nel giro
di pochi minuti, dopo che il presidente legge agli associati il resoconto
del bilancio 2005 e dopo che per alzata di mano si vota per riconfermare la
carica dell'attuale dirigente. Sbrigata la formalità, ecco finalmente lui
davanti a circa 2500 clabber giunti da tutt’Italia che ogni anno celebrano
questo appuntamento unico che nessun altro cantante o cantautore riserva ai
fans. Il concerto è assolutamente atipico, in tutte le sue forme. «Baglioni
spiega Stefano Meloccaro dialoga tantissimo col pubblico, i clabber cantano
dalla prima all'ultima parola di ciascuna canzone tanto che il cantautore
abbassa spesso la voce: è un pomeriggio fra amici, questo evento potrebbe
davvero avvenire in spiaggia, con i fuochi e le chitarre». Durante
l'esibizione Baglioni si è anche concesso alcune piccole "licenze poetiche",
come quando ha cantato "Tanti auguri a te" dedicata alla madre che ha
compiuto 88 anni. Poi l'artista romano è passato a spiegare il tour di
questo anno che di fatto riassume i 40 anni di carriera scegliendo una
canzone per ogni tour fatto dagli esordi ad oggi. «Ha anche cantato "Casetta
in Canadà" che è stata la prima canzone cantata in pubblico a Posta, quando
il padre era il comandante dei carabinieri a Posta. E’ sempre una sensazione
fortissima: Baglioni continua aMeloccaro ha una capacità unica nel
trasmettere emozioni. Bello anche sentirgli cantare le canzoni dei grandi
maestri della musica leggera italiana». Nel tour dovrebbero, infatti,
trovare posto anche canzoni presenti nell'antologia "Gli altri, Tutti qui",
il cd triplo i recente pubblicazione che riunisce i più bei brani del
decennio 58'-68'.
Il Clab poi, non sè solo un fans club: è un'associazione culturale a tutto
tondo. Attraverso una quota annuale assai bassa (una trentina di euro) offre
agli iscritti una serie di iniziative consistenti in materiale inedito ed
esclusivo interamente dedicato a Claudio Baglioni e un pass, che permette di
usufruire di iniziative ugualmente esclusive. E.B.
Il Messaggero 29 Ott
Da oggi a martedì i tre concerti che danno il via al tour ”Tutti qui”:
oltre tre ore di emozioni in musica
Rieti, Baglioni-mania per 9000 fans
Città invasa dai “clabber” in arrivo da tutt’Italia, da domani tocca ai
reatini
di SAMUELE ANNIBALDI
"Tutti Qui". Claudio Baglioni suona l'adunata dei ClaB e i "clabber"
rispondono invadendo Rieti da ogni parte d'Italia. E' il loro giorno, quello
del raduno nazionale, il dodicesimo della loro storia partita nel 1995 con
il primo raduno di Roma nell'allora Palaeur (oggi Palalottomatica) e segue
quello dello scorso anno tenutosi a Firenze. Parte così oggi pomeriggio col
concerto riservato ai fan il trittico di esibizioni che il cantautore romano
terrà a Rieti che per tre giorni sarà davvero Centro d'Italia e Capitale
della musica leggera. L'universo dei fan di Claudio Baglioni si ritroverà al
PalaSojourner per "la vigilia della prima", tre ore di concerto che inizia
alle 15 con i cancelli del PalaSojourner che verranno aperti dalle 13. I
Clabber saranno a Rieti già dalla mattina con i pullman provenienti da
Torino, Genova, Milano, Venezia, Cesena, Napoli, Sorrento, Caserta e,
naturalmente da Roma da dove si attende l'esodo più massiccio. Molti di loro
ripartiranno subito dopo il concerto altri si tratterranno in città per
godere anche dei concerti di domani sera (inizio alle 21) e di martedì, alla
stessa ora, con i quali si apre ufficialmente il tour "Tutti qui" che
porterà Baglioni in due mesi densi di date nei Palazzi dello Sport di tutt’Italia.
A beneficio di quanti non avessero la possibilità di assistere al concerto
in questi giorni giova ricordare gli appuntamenti più vicini a Rieti in
programma nel tour: il 22 novembre a Perugia e il trittico di concerti col
quale il cantautore chiuderà la tournée il 19, 20 e 21 dicembre al
Palalottomatica a Roma. Il perché dell'anteprima riservata ai "ClaB"
l'associazione culturale che prende il nome da un gioco di parole ricavato
dalle iniziali del cantautore romano è riassunta nelle parole di Riccardo
Carotenuto il promoter che da mesi ha lavorato gomito a gomito con
l'assessorato alla Cultura della Provincia, guidato da Giuseppe Rinaldi, che
organizza l'evento per portare Claudio Baglioni a Rieti. «Ogni anno - spiega
Carotenuto - Baglioni organizza qualcosa di particolare per i suoi fan.
Stavolta dedica loro una serata con la prova generale del tour Tutti Qui».
Il "Tutti a Rieti" è scattato tra i Clab di Baglioni che contano sedi oltre
che in Italia anche all'estero, specie in Spagna dove il cantautore è
popolarissimo, con un tam tam via Internet che in tempo reale ha portato sui
vari siti dedicati a Baglioni, date, pullman, prenotazioni, l'elenco degli
alberghi (in città sono diversi quelli ormai pieni) e curiosità. C'è anche
una lettera con la quale i Clabber chiedono di ottimizzare il funzionamento
dell'associazione con una raccolta di firme che verrà effettuata oggi
davanti al PalaSojourner per essere poi consegnata al presidente nazionale
dei Clab e a quello "onorario" che è appunto Claudio Baglioni.
Il Messaggero 29 Ott
Quarant’anni di carriera per un artista senza età
che infiamma tante generazioni
di ENRICO BATTISTI
Sono tanti quaranta anni di carriera per un artista che ne ha appena
cinquantacinque. Ma tant'è! Baglioni ha festeggiato lo scorso anno
l'ingresso negli 'anta, artisticamente parlando. E forse, come un uomo
giunto nella fase più delicata della sua vita (quella della consapevolezza
di essere adulto), la carriera del cantautore romano ha deciso di volgere
uno sguardo a sé stessa e ha avuto voglia di raccontarsi un po'. Non è un
caso che l'ultimo anno per Baglioni abbia coinciso con la nascita di due
antologie triple, non uniche per la verità nella produzione dell'artista.
Due raccolte che raccontano di una maturazione artistica che ha vissuto
momenti importanti.
Come per i pittori più celebri anche l'iter artistico di Baglioni ha avuto
fasi che hanno parlato linguaggi unici. Con un fil rouge costante, quello
della ricerca poetica. Oggi Baglioni non è più l'artista dell'amore di
"Passerotto" e "Piccolo grande Amore", ma è un cantautore più a 360 gradi
che parla a generazioni diverse da quelle a cui scriveva negli anni
iniziali.
Una ricerca costante, attraverso il tempo, di sé stesso, questa in sintesi
la sua carriera. Uno studio etico ed estetico che ha portato Baglioni a
impegnarsi anche in tematiche sociali, come nell'album "Oscià", o ad avere
contaminazioni medioevali come nella canzone "Le Vie dei Colori". Una
ricerca che, come tutte le introspezioni, non ha mancato di raccontare
momenti bui e tristi della propria vita, come nella struggente ballata
Patapan, dedicata al padre recentemente scomparso. Sono tanti quaranta anni
di carriera, ma questa l'età se la porta bene e noi siamo sicuri che ha
ancora l'energia di una diciottenne con tutta la voglia di continuare a
ricercarsi e di regalarci emozioni.
Il Messaggero 29 Ott
L’ULTIMO GIORNO DI PROVE
“Le vie dei colori” nella notte al PalaSojourner
Fino alle 5 con la band per mettere a punto la scaletta del debutto del
tour
di VALENTINO ROSSETTI
Chissà se le vetrate del PalaSojourner in questi giorni si sentono
fortunate: su di loro non rimbombano più le urla dei tifosi della Sebastiani,
ma le note delle canzoni di Claudio Baglioni per di più accompagnate da
lampi di tutti i colori. Di notte il palasport sembra il disco volante di
Spielberg, con i bagliori rossi, viola, gialli che illuminano la notte di
lunghissime prove della maxiband del cantautore romano. Una mattina hanno
”staccato” alle 5 per poi ”riattaccare” dopo colazione: «Facciamo i turni
qui al PalaSojourner, per garantire una copertura che a conti fatti è di 24
lore su 24» racconta una componente dello staff, davanti all'ingresso, fra i
quali ha un ruolo di spicco il reatino Massimo Iacoboni, 42 anni,
responsabile dell’organizzazione tecnica. I primi tecnici hanno scaricato le
prime casse già domenica scorsa, ma solo oggi dalle 15 l’avventura di
Baglioni a Rieti entra nella fase più importante.
«Ve lo avevo detto che Claudio è uno stakanovista» spiega il promoter,
Carotenuto, mentre le ultime transenne vengono sistemate davanti al cancello
principale e il bar di fronte continuare a fare affari d'oro grazie a tutti
gli operai che fanno scorte di panini e bibite. Effetto Baglioni, lo
chiamano. Con gli alberghi ugualmente felici di alzare gli incassi. Ieri
ultimo giorno di test, poi in serata la prova generale dei tre concerti con
cui scatta il tour Tutti qui. Il concerto di questo pomeriggio, programmato
alle 15 per andare incontro alle esigenze lavorative dei fan iscritti al
Clab, servirà a mettere a punto definitivamente la scaletta che il
cantautore romano seguirà domani. Saranno infatti anche alcuni "fedelissimi"
del cantante a suggerire, a dare consigli. Si programmerà una successione di
canzoni che dovranno coprire oltre tre ore di concerto. E, come ha
assicurato lo stesso Claudio Baglioni ai lettori del Messaggero che gli
hanno telefonato: «Le premesse per fare un bell'incontro ci sono tutte. Ne
sono certo anche perché aprire il tour a Rieti, al cui territorio sono molto
legato, mi dà tante motivazioni in più».
Il Messaggero 29 Ott.
Dalle ultime due antologie triple “Tutti qui” e “Gli altri, Tutti qui” le
canzoni indimenticabili che l’artista romano porterà sul palco nei prossimi
mesi L’omaggio di Baglioni ai grandi autori
Una selezione tratta dalle ultime due fatiche discografiche, e tanta
emozione. Questo e molto di più sarà il concerto che Baglioni proporrà agli
spettatori nei concerti reatini e in quelli del tour. Gli ultimi due album
del cantautore romano, usciti a distanza di poco tempo l'uno dall'altro
danno il senso dello spessore di questo artista che, nel momento della sua
massima maturità, ha deciso di volgere uno sguardo al passato, proprio e
degli altri. Un senso di malinconia e di un tempo che fu lega proprio queste
due raccolte, gli unici due cd tripli della storia del pop ad aver scalato,
contemporaneamente, le classifiche dei dischi più venduti. Ma il senso di
nostalgia si trasforma in una dichiarazione d'amore vera e propria quella
che Baglioni ha deciso di fare con il suo nuovo album. Una serenata sotto la
finestra di un periodo che appartiene ancora a tutti noi. L'artista romano
ha presentato questa raccolta in uno studio di registrazione romano e coloro
che hanno avuto la fortuna di essere presenti raccontano di una emozione
particolare che accompagnava Baglioni nel cantare queste "Canzoni giganti di
autori giganti". Forse la nuova veste da interprete e non più da autore lo
mette in un piano di timorosa reverenzialità nei confronti di perle d'autore
che hanno fatto la storia della musica cantautorale italiana. D'altra parte
i ventinove brani, nati nel giro di un decennio incantato - quello tra il
'58 e il '68 con l'unica eccezione di Emozioni, del '70 - raccontano di una
Italia che non c'è più. Parlano a una società diversa in cui valori e
sentimenti erano più sinceri e meno filtrati. Ed è per questo che la
stragrande maggioranza di queste canzoni sono sopravvissute fino ad oggi.
Senza invecchiare e con il potere di riuscire a trasportare ancora, ogni
volta, indietro nel tempo, fino a giorni più spensierati, più semplici. «Mai
per la musica italiana c'è stata una stagione bella come quel decennio - ha
detto il cantautore -. Quello che ho fatto è stato un viaggio sentimentale.
Un ritorno alle origini. Quando quelle note mi spinsero a iniziare, nel
'65». Molte delle canzoni che Baglioni ha messo nelle due antologie non
verranno eseguite dal vivo quasi a volerne preservare il valore e la magia,
ma lo spettacolo sarà di grandissimo trasporto e l'incanto della voce del
cantautore romano regalerà emozioni uniche per un concerto che è già
destinato a rimanere negli annali della musica italiana. E.B.
Il Messaggero 28 Ott.
«Pronto, sono Claudio: sì, sono proprio io»
di VALENTINO ROSSETTI e PAOLO RICCI BITTI
«Pronto, sono Claudio. No, di cognome Baglioni e non ”veramente?”». Metti
Claudio Baglioni al telefono per un’ora intera a rispondere in diretta e
senza filtri ai lettori del Messaggero e ciò che ti lascia di sasso,
soprattutto se non frequenti spesso questo mondo, non è solo il fatto che il
cantautore non riesca neppure ad abbassare la cornetta che già scattano gli
squilli, ma soprattutto che alla fine il divo si rammarichi e si scusi di
non avere più tempo per parlare con altri fans. E non è che al PalaSojourner,
dove è rinchiuso da mercoledì, manchino le cose da fare: i tre concerti di
apertura del maxi tour ”Tutti qui” incalzano e allo scadere dell’ora, le
15.30 di ieri, i musicisti cominciano a suonare per reclamarlo sul grande
palco a 360 gradi facendo vibrare il ventre del palasport.
Pronto, sono Claudio? «Sono Eli, Elisabetta , ciao, ma non posso credereci
che sei tu». Sì, sono Baglioni, da dove chiami, quanti anni hai?
Già che c’era va ricordato il cantautore-centralinista ha scrupolosamente
preso nota sul bloc notes di ogni chiamata, perché anche il registratore dei
cronisti è andato in tilt per l’emozione.
Sei di Rieti, Elisabetta, e hai 14 anni? Sei emozionata? Non ti preoccupare:
sai che anch’io ho molto legami con Rieti? Mio padre, quand’ero bambino, è
stato maresciallo dei carabinieri a Posta e quando torno in questa zona è
sempre una grande emozione: i luoghi, poi, mi sembrano così piccoli rispetto
a come li ricordavo. E poi molti miei compagni di scuola abitano a Passo
Corese e a Poggio Mirteto. Grazie per aver chiamato.
Pronto, sono Claudio. «Sono Renato , 37 anni, romano, ti chiamo dall’ufficio
di Rieti». Attento al tuo capo, allora. Tu almeno credi da subito che sono
io. A Rieti mi trovo davvero bene, tanto che sto pensando di tornare nella
seconda fase del tour . «Ti passo una mia collega che ti voleva parlare, è
molto emozionata. Ci vediamo lunedì: starò in quinta fila insieme a mia
moglie». Ciao, Milena , stai anche tu lavorando? Mi raccomando non farti
sgridare e stai attenta a quello ”scapestarto” di Renato.
Pronto, sono Claudio. «Siamo Barbara , Francesca , Pino , Tiziana , Angela e
Gianluca . Ma non ci crediamo, forse è uno scherzo. Ce sta a prende’ un
infarto!» No, è tutto vero, no (ride, ndr) non sono un’imitatore e che ci
posso fare se la voce non vi sembra la mia, forse perché la sentite di più
quando canto. Però continuo a parlare con voi solo se mi date del tu.
Altrimenti niente, ma da dove chiamate? «Da una grande concessionaria di
auto qui a Rieti, vieni a trovarci? Barbara vorrebbe sentirti cantare». E
come faccio a venire da voi, sono recluso qui nella prigione del
PalaSojourner. Forse se mi resta un po’ di tempo e non mi date più del lei
ci proverò. Allora vi canto Strada facendo, va bene? Barbara, cana insieme a
me: Straaada faceeendo, vedrai che... Hai visto Barbara, domani sarai sul
Messaggero con questo duetto. Voi del gruppo quando venite al concerto?
Quanti siete? 60 70 persone? Ma davvero? Venite con un cartello così vi
riconoscerò. Barbara è tutta sudata? Per telefono non si vede.
«Ciao Claudio, sono Emi , di Poggio Mirteto. Che bello! Come stai? Dimmi
qualcosa di questo ultimo album (”Gli altri. Tutti qui”, ndr)». All’inizio
non pensavo sarebbe diventato un disco. Poi mi ha convinto anche il consenso
del pubblico quando canto queste canzoni indimenticabili.
«Ciao, sono Emanuela , 25 anni, di Contigliano, mi sono appena laureata in
Scienze biologiche». Che brava, sì sono davvero felice perché faccio il
mestiere che mi piace.
«Sono Ferdinando , di Passo Corese, ci siamo conosciuti ai tempi delle
scuole superiori a Roma, ricordi il professor Lo Grippo, di italiano, e
quello di ginnastica: lo chiamavamo, ehm, ”Cavallo”. Mi ricordo che una
volta suonasti la chitarra a scuola: Ray Charles e Battisti e io dissi al
preside: ”questo farà strada! ». Eh, che bei ricordi: fatti vivo con
Festuccia di Poggio Mirteto e vediamoci qui a Rieti, un momento lo trovo
senz’altro.
«Sono Simona di Borgo Santa Maria». Come stai, Simona? «Adesso che parlo con
te ancora meglio. Non ci posso credere. Verrò il 30 a vederti: è 40 anni che
sono tua ammiratrice». Quarant’anni? Non è possibile: ma quanti anni hai?
«44» . Allora già a 4 anni ti facevano ascoltare le mie canzoni? E’
bellissimo: sono contento che sarai al concerto del debutto. Sai, alla prima
data l’elettricità è sempre a mille. Puoi anche farmi qualche domanda se
vuoi, tranquilla. «Non ci riesco, ne avevo tante ma sono troppo emozionata».
Dai, non esserlo: comunque fai parte di coloro che vanno avanti col cuore.
«Sono Paolo , qui a Rieti sale la febbre per i tuoi concerti, ho 18 anni».
Che bello, beato te. Ma li ho avuti pure, io non ti credere. «Claudio,
quanti giovani ci sono ai tuoi concerti?». Bella domanda: guarda ci sono
tanti giovani, tanti meno giovani: c’è la bambina di sei anni e l’anziana
signora di 90. Questo per me è bellissimo. Che cosa studi? Ah, Ragioneria e
poi farai il ragioniere oppure continui? «Farò Economia e Commercio». E’ una
facoltà che ti apre molte prospettive. Complimenti.
«Sono Rosaria , chiamo dal Piemonte». Ah, tipico nome piemontese, Rosaria.
«Sono di Palermo». Ma come hai fatto ad avere il numero di telefono di
Rieti? Davvero chiederai a Maria De Filippi di incontrarmi? Lo sai che mi
invita ad ogni inizio stagione: dice che ha pacchi di lettere per me. Dai,
intanto vedi che siamo qui a parlare insieme. Anche tu vuoi che ti canti
qualcosa? Avrai, va bene . (E parte una lunga strofa).
«Sono Anna , di Poggio Mirteto. Che culo, Claudio Baglioni! Sono riuscita a
prendere la linea». Hai visto. «Ho strappato la tua locandina da un muro, ma
vorrei un poster a grandezza naturale». E dove l’hai attaccata? «In camera».
Mannaggia, sono già scoccate le 15.30: l’ora promessa ai lettori del
Messaggero è terminata. Che peccato, vorrei rispondere ancora... ma sentite
i musicisti che chiamano dal palco.
Li sentiamo, li sentiamo. Grazie a lei, Claudio Baglioni. Eh, ancora mi date
del lei.
Valentino Rossetti e Paolo Ricci Bitti (ha collaborato Samuele Annibaldi)
Il Messaggero 28 Ott.
di ALESSANDRA LANCIA
«No, non si tratta di Sojourner, anche
se quella canzone nasce da ricordi sportivi ben precisi. Però conosco la
storia di Sojourner e so quanto è stato importante qui a Rieti: quando ho
sentito quello che gli è capitato l’anno scorso... mi vengono i brividi a
sentirlo raccontare ancora», ha detto ieri Claudio Baglioni a margine
dell’ora di telefonate dedicate ai lettori del Messaggero dagli uffici del
Palazzo dello Sport sulla cui facciata campeggia la grande immagine di
Willie.
E’ una coincidenza che colpisce. Torniamo indietro di 29 anni: Sojourner già
da un campionato, nello stesso palasport che in questi giorni ospita il
cantautore romano, fa grande la Sebastiani e intanto Claudio Baglioni scala
ancora le classifiche con l’album “Solo”. Nell’Lp c’è anche la canzone “Il
pivot”: Il pallone mi colpì/d'un tratto mi svegliai/dai miei pensieri vuoti.
L'uomo, un gigante mi guardò/due metri contro il blu/una camicia a quadri…
Un rimbalzo catturai/andammo avanti un po'/senza dirci una parola. E da
quelle mani grandi ancora calde di una volta/il pallone prese vita e volò
su/ E girando restò appeso in aria a tramontar col sole/poi riempì la rete
scivolando giù. Sì, vengono i brividi.
Il Messaggero 28 Ott.
PalaSojourner
Emozioni e ricordi in più di tre ore di concerto
di ENRICO BATTISTI
Palco in quadrifonia e a tutto tondo. L’amplificazione che avvolgerà
interamente la platea disposta intorno. E al centro lui: Claudio Baglioni.
Uno spettacolo che si preannuncia di grandissimo impatto. Nulla da invidiare
(se non nelle dimensioni) al concerto che il cantautore romano ha tenuto più
volte all’Olimpico. Queste sono le scenografie che Baglioni predilige,
quelle dove si sente libero di esprimersi spaziando su tutta l’area del
palco. D’altra parte l’autore di ”Strada facendo” ha sempre curato molto
l’aspetto estetico, oltre che quello musicale delle sue performance live.
La band, tutta di spessore internazionale, sembra un corpo unico col proprio
leader. Assistendo ieri alle prove si ha avuta la sensazione netta di un
lavoro enorme che Baglioni e il suo gruppo hanno fatto nella rivisitazione
dei brani presenti nei cd tripli di recente pubblicazione. Proprio da ”Tutti
qui” e ”Gli altri, tutti qui” sono tratte le canzoni che l’artista romano
proporrà nei concerti organizzati dalla Provincia attraverso l’assessore
alla Cultura, Giuseppe Rinaldi. Ovviamente Baglioni non canterà le
complessive 60 canzoni delle due raccolte, ma se si tiene conto che le
antologie contengono il meglio della produzione del cantautore e il meglio
della canzone d’autore italiana del decennio 58’-68’, quello che ne
scaturirà sarà sicuramente un mix emozionante di brani che hanno fatto la
storia della musica d’autore italiana. Sarà interessante, soprattutto,
scoprire la nuova veste che Baglioni si è cucita addosso, quella di
interprete reverenziale e appassionato di De Andrè, Sergio Endrigo, Tenco,
Gaber, Battisti e molti altri. Ah, il concerto dura più di tre ore, ma il
tempo, ne siamo sicuri, volerà.
Il Messaggero 27 Ott.
PARLA L’EX TATA
Carolina e i ricordi del piccolo Claudio
Carolina Rufini, 70 anni, ex "tata" di Claudio Baglioni, negli anni in cui
il cantautore romano abitava a Posta e frequentava la scuola elementare.
«Non mi definirei proprio una tata - spiega l'arzilla signora - Io e la
mamma di Claudio siamo molto amiche e quando lei era fuori casa mi chiedeva
gentilmente di badare al bambino». Com'era? «Simpatico, allegro e molto
vivace. Ora non ricordo che anni erano (seconda metà degli anni '50, ndr ),
ma aveva già la passione per la musica». Adesso Carolina abita ad Antrodoco,
dove lavora nel suo bar, il Rendez Vous. «Dopo mi sono trasferita, per un
periodo anche in Inghilterra, dove mio fratello ha un ristorante. Ma in
quegli anni ricordo con grande gioia tutta la famiglia Baglioni. Con Silvia
(la mamma di Baglioni, che domani compirà 88 anni, ndr ) ci sentiamo
tuttora. Sono andata a trovarla a Roma, quando abitava a Centocelle e dopo
al Nuovo Salario. Ricordo anche il papà: Riccardo. Una persona squisita.
Quando andavamo a trovarlo, o lui veniva da noi, si commuoveva sempre. A
Posta abitavano nell'alloggio della Caserma (Riccardo, il papà di Baglioni,
era comandante della stazione dei Carabinieri, ndr)». Sposata da 41 anni
(«oggi è difficile trovare coppie che durano così tanto purtroppo»),
Carolina abita proprio sopra al bar, che ora è di Franca, sua cognata: «Per
me è come una figlia». Al concerto di lunedì, ci sarà anche lei. V.R.
Il Messaggero 27 Ott.
Dove acquistare gli ultimi biglietti
Claudio Baglioni a Rieti per tre concerti. Il primo domenica, riservato agli
affiliati ai Clab, che inizierà alle ore 15 (apertura cancelli ore 13). Il
secondo lunedì 30 (biglietti esauriti) alle 21, che aprirà il tour "Tutti
qui", con l'apertura dei cancelli alle 19. Il terzo martedì 31: ancora
disponibili i tagliandi, probabilmente fino a domenica, quando i fan
iscritti ai Clab, acquisteranno gli ultimi rimasti per bissare
l'appuntamento. I punti vendita: Maistrello Musica, Bar Deli, Bar dello
Sport, edicola piazza Vittorio Emanuele II e libreria Gulliver; Poggio
Mirteto (Punto Musica); Collevecchio (Bar Rossi); Magliano Sabina (Monkey's
bar). Ma anche sul circuito ticket-one: www.ticketone.it. I prezzi: 46 euro
per i posti numerati, 40 per la tribuna non numerata, 28 per la tribuna lato
corto. V.R.
Il Messaggero 27 Ott.
Una grande opportunità per i fans di Claudio
Baglioni che ...
Una grande opportunità per i fans di Claudio Baglioni che sta trascorrendo
questa settimana a Rieti per mettere a punto il tour nazionale ”Tutti qui”.
Oggi dalle 14,30 alle 15,30 il cantautore risponderà alle domande dei
lettori del Messaggero che potranno raggiungerlo senza ”filtri” telefonando
al numero 0746-251003. Sull’edizione di sabato, il resoconto della
”chiacchierata” tra Baglioni e i lettori. Informazioni sulla tournèe di
Claudio Baglioni sono invece disponibili sul sito ufficiale dell'artista
www.patapan.it oppure su www.friendsandpartners.net/. Oltre che su
www.clab.info, sito dell'associazione culturale.
Il Messaggero 27 Ott.
Il nuovo album Il cantautore: «Racconto un viaggio
in 29 tappe»
di ENRICO BATTISTI
Conto alla rovescia per l’attesissimo evento del concerto di Claudio
Baglioni. Uno spettacolo che si preannuncia di altissimo profilo per tanti
motivi, in primis il fatto che il 20 ottobre è uscito il suo ultimo album
“Gli altri, tutti qui”, un omaggio ai più grandi maestri italiani della
canzone d’autore; una raccolta in cui Baglioni racconta (e si racconta) la
storia della musica italiana attraverso le “poesie” di Fabrizio De Andre',
Luigi Tenco, Giorgio Gaber, Sergio Endrigo ed Ennio Morricone. Un viaggio di
29 tappe, come lo ha definito lo stesso Baglioni, che ha come incipit la
cover di Cinque minuti e poi di Maurizio Arcieri, ex leader dei New Dada,
che con questa canzone partecipò al Disco per l'Estate del 1968. «Non si
tratta di un singolo - ha spiegato Baglioni - perchè del resto sarebbe stato
impossibile scegliere tra brani giganti di autori giganti una canzone che
potesse dirsi rappresentativa di una raccolta come questa. Si tratta del
punto di partenza di un viaggio in 29 tappe, tutte ugualmente importanti. E'
un pò come l'incipit di un libro del quale Cinque minuti e poi è la prima
pagina, ma non necessariamente la più importante». Nell’album partecipano
musicisti del calibro di Luis Bacalov, Danilo Rea, Paolo Gianolio e
tantissimi altri che danno particolare enfasi alla raccolta e che hanno
riarrangiato insieme al cantautore romano tutti i 29 brani. Il concerto di
lunedì si prevede come una alternanza di canzoni tra brani classici e quelli
più recenti del nuovo album. All’incirca tre ore di spettacolo che
trascinerà gli spettatori in una dimensione surreale e magica: quella che
solo Baglioni sa regalare.
Il Messaggero 27 Ott.
Seconda giornata del cantautore a Rieti dove sul megapalco del Pala
Sojourner sono in corso le prove del concerto
«Baglioni? Un vero stakanovista»
Riccardo Carotenuto: «Claudio controlla sempre che tutto sia fatto nel
migliore dei modi»
di VALENTINO ROSSETTI
«Tre ore di grande musica dal vivo (è la durata di ogni concerto, ndr), con
una selezione mozzafiato tratta dalle super premiate raccolte "Tutti qui" e
"Gli altri, tutti qui" (sei dischi di platino), gli unici due cd tripli
della storia del pop ad aver scalato, contemporaneamente, le classifiche dei
dischi più venduti. Il meglio del meglio dei quarant'anni di carriera di uno
degli artisti più seguiti e amati, in uno show irripetibile nel quale, per
la prima volta, alcuni brani vivranno del fascino delle edizioni originali».
Viene presentato così dalla sua segreteria milanese (info line 02-4805731),
il triplo appuntamento reatino con Claudio Baglioni, organizzato
dall'assessorato alla cultura della Provincia di Rieti. Palco, costumi di
scena, strumenti e luci. Tutto pronto. E lui, il grande Baglioni, che si
racconta in un’intervista a Rtr e ripesca tra i suoi ricordi di bambino
quando percorreva la Rieti-Roma con la famiglia.
E poi torna a seguire passo dopo passo tutti i preparativi. «Claudio sotto
questo aspetto è uno stakanovista - spiega Riccardo Carotenuto, promoter dei
concerti, oltre a quello tenuto da Madonna, all'Olimpico di Roma lo scorso 6
agosto - Controlla di persona che ogni piccolo dettaglio, ogni piccola cosa
sia a posto. Vuole che tutto vada alla perfezione. Una volta, in un concerto
all'Olimpico, ci tenne all'interno dello stadio non so quante ore. Ma il
risultato fu spettacolare».
«Ma chi è sto’ Stakanov che ’o nominano sempre?» ha domandato tra se, ieri
pomeriggio, un operaio al PalaSojourner: «Stakanov, per la Russia sovietica
- ha risposto prontamente un collega più informato - era l'operaio modello,
capace de rispettà i tempi, eseguì e manovre co’ successo e moltiplicà i
carichi de lavoro. Movite 'mbeci...».
E così anche ieri, quasi come all'Olimpico: sempre all'interno del
PalaSojourner, dove a coordinare i lavori c’è anche un reatino, Massimo
Iacoboni, che segue dal lontano 1982 Baglioni, con la sua società di servizi
tecnici che si occupa, oltre alle luci, di tutta l'organizzazione tecnica
del tour. Baglioni ma non solo: «Tranne Mina e Battisti, gli altri li ho
fatti tutti» spiega Iacoboni; quindi anche cantanti del calibro di Vasco
Rossi e Ligabue. «Per tornare a Baglioni, da 5 anni facciamo il cosiddetto
avant tour: attività di setup che consiste nell'andare nella tappa
successiva della tournèe, quando ancora deve terminare la data precedente.
Questo per organizzare da subito tutto l'aspetto tecnico dell'evento. E così
fino alla fine del tour. In Italia siamo l'unica società che si occupa di
questo».
Informazioni sulla tournèe di Claudio Baglioni sono disponibili sul sito
ufficiale dell'artista www.patapan.it oppure su www.friendsandpartners.net/.
Oltre che su www.clab.info, sito dell'associazione culturale che prende il
nome dalle iniziali del suo presidente onorario: Claudio Baglioni, che
suonerà solo per loro domenica.
Il Messaggero 26 Ott.
Baglioni, primo giorno in città
Controlla gli ultimi ritocchi e assapora le specialità
reatine
di VALENTINO ROSSETTI
Il colpo d’occhio è notevole. Entriamo al PalaSojourner e il palco sul quale
si esibirà Claudio Baglioni è pronto. Occupa tutto il parquet dell’impianto:
è un rettangolo aperto su ogni lato, perfettamente visibile da ogni
posizione. In alto, seduto nell’ultimo gradone, dove solitamente si vedono i
supporter della Sebastiani, c’è un gruppetto di persone. In mezzo ce n’è uno
un po’ brizzolato. Perfettamente abbronzato, come sempre: è lui, Claudio
Baglioni (inavvicinabile) che dall’alto, controlla gli ultimi ritocchi che
gli operai stanno apportando alla struttura. Mangia formaggio, un panino con
la porchetta e sorseggia pensieroso una birra. Tutto insieme al promoter,
Riccardo Carotenuto, che dopo aver spiegato alla guardia del corpo del
cantautore romano, un ragazzotto di due metri, che tutto è a posto, ci
spiega come procedono i preparativi del concerto.
«Sta andando tutto alla perfezione: il palco è pronto, manca solo qualche
ritocco e quanto prima inizieremo le prove. Come potete vedere, la strttura
è davvero notevole: non è troppo alto da terra e si sviluppa su tre livelli,
fino a raggiungere un’altezza di 80 centimetri. Per la città - continua
Carotenuto, promoter anche degli altri grandi concerti tenuti a Rieti
finora, e dello spettacolo di Beppe Grillo - è un appuntamento speciale. Il
più importante che si sia mai tenuto qui». Dopo la chiacchierata, facciamo
qualche foto e un giro intorno al palco, dove gli addetti, di tutte le età,
sono intenti a controllare che tutto sia in ordine, con Umberto,
gentilissimo, a dare le ultime indicazioni. Fuori invece, altri operai, con
i frullini in mano a fare il lavoro più faticoso. Dopo qualche minuto
entriamo di nuovo. C’era sfuggito un dettaglio non da poco. Le luci: tra lo
staff che si occupa dell’attrezzatura, figura anche un reatino. Massimo
Iacoboni, 42 anni, da oltre venti in mezzo al mondo della musica. Ha
coordinato i lavori d’illuminazione anche per alcuni concerti di Ligabue e
Vasco Rossi e seguirà Baglioni nel tour “Tutti qui”. Dal nome del suo ultimo
album: un triplo Cd che raccoglie per la prima volta tutti i successi dal
1967 ad oggi. Dal ‘67 perché c’è anche “Annabel Lee”, il primo brano da lui
scritto, oltre a “Se fosse lei”, primissima versione di quella che oggi
tutti conoscono come “Questo piccolo grande amore” e “La suggestione”,
scritta da Baglioni ma cantata da Rita Pavone. L’album termina con “Tutti
qui”, in cui il cantante (che forse incontrerà anche alcuni studenti di una
scuola reatina) riflette sulla sua carriera di artista e sulla sua vita. Gli
ingredienti per un grande evento ci sono tutti: «Insomma, diciamocelo, una
volta molte cose erano droga sesso e rock’n’roll - scherza Carotenuto - ora
tutto questo è scomparso. Cerchiamo di dare una scossa a questa città: con
tutto il rispetto per le categorie, non è che tutti possiamo fare gli
impiegati e i ragionieri».
Il Messaggero 26 Ott.
LEGAMI DI BAGLIONI CON LA SABINA
Quando Claudio viveva a Posta con i genitori
di SAMUELE ANNIBALDI
Tra prove, raduno dei Clab e concerti, c’è spazio anche per un amarcord di
Claudio Baglioni in Sabina. Da chi ai tempi delle elementari, frequentate a
Posta, ha visto crescere il futuro cantautore, fino agli amici con i quali
Baglioni ha condiviso
gli studi alle Superiori. Ci saranno tutti al PalaSojourner per la ”prima”
del tour nazionale che parte da Rieti lunedì 30 ottobre. La signora Carolina
Rufini, che oggi gestisce il bar gelateria Rendez Vous di Antrodoco, amica
di famiglia ai tempi in cui il padre di Baglioni, Riccardo, sottoufficiale
dei Carabinieri, comandava la Stazione di Posta prima che la famiglia si
trasferisse a Roma, non vede l’ora di riabbracciarlo. Poi ci sono gli amici
delle Superiori dell’Istituto per Geometri di via Pianciani. Tra i suoi
compagni di scuola anche quattro reatini: Giovanni Sileri, originario di
Casperia che oggi vive a Roccantica; Marcello Giulivi di Poggio Mirteto che
si è poi trasferito a Fara Sabina così come sono di Fara Enzo Festuccia e
Domenico Rinaldi. Dopo il diploma più di una volta si sono rivisti con
Baglioni per delle rimpatriate. Sileri frequentò anche i primi due anni di
Università nella facoltà di Architettura insieme a Baglioni e lo accompagnò
nel 1970 alla Rca dove il cantautore incise il suo primo disco: Una favola
blu e Signora Lia. «Ora che è a Rieti - dice Giovanni Sileri - può essere
un’occasione per trascorrere una serata con Claudio, tutti insieme come ai
bei tempi».
il Tempo 26 Ott.
di ALESSANDRA PASQUALOTTO
FULL immersion per allestire lo spettacolo e neanche
il ...
... tempo di mettersi a tavola per un boccone. È successo così nel primo
giorno reatino di Claudio Baglioni, arrivato martedì sera in città e già
ieri mattina presto ha fatto avanti e dietro al Palasojourner a bordo di una
Mercedes argento super blindato. E mentre il suo staff è stato tutto il
giorno al lavoro per l’allestimento, il cantante ha dato continue
indicazioni in quel completo dispiegamento di forze e di strutture. Tutti
addetti ai lavori ma alle prese con qualche novità che riguarda, ad esempio,
l’enorme struttura ad arco mai utilizzata finora, con il palco sistemato su
diversi livelli che combacia esattamente con l’ampiezza del parquet di gioco
e l’impianto luci e audio interamente sospeso. Ed anche questa è novità dove
su ogni lato sono state sistemate almeno sei casse. «Stiamo lavorando da
domenica scorsa ininterrottamente – ha spiegato il manager di Baglioni
Riccardo Carotenuto – martedì abbiamo tirato fino alle quattro del mattino e
Claudio è stato
sempre con noi. Ieri alle 8 eravamo di nuovo al lavoro». Intanto Rieti
chiede attenzione: fan, stampa e tv, scuole che aspettano di vedere il
cantante, di strappargli un’intervista, di conoscerlo. Ma non tutti
rimarranno soddisfatti, forse nemmeno la Provincia che questo appuntamento
l’ha confezionato e voluto dall’inizio. Non è stata confermata ancora
infatti la
conferenza che potrebbe tenere il presidente Fabio Melilli con Baglioni per
la quale si deciderà nei prossimi giorni, mentre sembra probabile che a
rimanere fuori dal Palasojourner ci sarnno fotografi e operatori tv.
«Dobbiamo valutare le tante richieste – continua il manager – ma i tempi
sono strettissimi e non so se riusciremo ad accontentare tutti, anche se c’è
la volontà piena di farlo. C’è poco tempo per provare lo spettacolo e
domenica alle 15 in punto dovremo essere pronti». Oggi via alla prima
giornata di prove e all’accensione dell’impianto luci e audio, mentre i fan
rimangono a secco davanti all’albergo
e al Palasojourner. Tutto prima del triplo appuntamento di Rieti e della
seconda tappa del tour in programma a Caserta.
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