Claudio Baglioni Unaparolaperte.net
Crescendo ...in tour
Alto Adige 11 Dic.)
Baglioni da Trento alle stelle
Una trionfale ascensione fino al tetto
del «suo» palcoscenico
GRAN CONCERTO AL PALAGHIAIE
TRENTO. Sono solo parole e musica. Cioè tutto. O forse di più: sono sogni. "Note
e parole sono fatte della stessa materia dei sogni. Oltre ci sono le nuvole, e
oltre altre nuvole e un posto dove andare. Noi non abbiamo mai smesso di
sognare. La musica è un crescendo con cui si fanno i sogni", come ha detto ieri
sera Claudio Baglioni in un Palaghiaie esaurito (tutti venduti i 4500 posti
disponibili).
Inizio: ore 21. Il grande palco al centro del parterre (due giorni per montarlo,
sei Tir per trasportarlo) disegnato dallo stesso Baglioni dimostrando una
naturale predisposizione per l'architettura (non per niente è geometra e fra
poco sarà architetto) si illumina delle luci bianche e glaciali di tanti neon
che scendono dall'alto (ideate dal light designer trentino Mariano Detassis).
Poi questa ideale cantina tecnologica e metallica prende piano piano vita: prima
appare lui vestito di nero e con la chitarra canta e e suona "Yesterday". Un
tuffo all'indietro, quando nelle cantine si suonava e si sognava, prima di
arrivare alle nuvole e alle stelle. Il suo viaggio parte proprio da qui, per
dipanarsi zigzagando attraverso trentacinque anni di musica, trentadue canzoni,
tre ore di musica tessuta senza seguire un filo logico nè cronologico. Via via
il palco si anima. Salgono i musicisti che tolgono i teli bianchi dai loro
strumenti, qualcuno si spoglia e si mette comodo, Baglioni toglie la giacca di
pelle nera, per restare in gilet, poi in t-shirt e poi in camicia di jeans. "Noi
no", poi "Dagli il via", "Quanto ti voglio", le sue "Fotografie" in cui la sua
potente e virile voce è accompagnata da un affascinante quintetto di archi,
"Ragazze dell'est", "Bolero", "Tienimi con te", "Al di là del ponte" che fa
parte del suo ultimo disco "Sono io, l'uomo della storia accanto". Poi il
trasloco nell'appartamento: i neon tornano in cielo e lui tratteggia "Io dal
mare", "Quante volte", "Serenata in sol" (ancora dal nuovo disco e che lui
stesso giudica giustamente orrenda), "Mai più come te", "Domani mai", "E adesso
la pubblicità", "Un giorno nuovo".
Sul palco puliscono e passano l'aspirapolvere: è giunto il momento di traslocare
di nuovo e raggiungere il tetto di questa casa di parole e note. Come hanno
fatto i Beatles nel loro ultimo concerto, 30 gennaio'69 sul tetto degli Apple
Studios. Da lassù si può osservare il mondo e toccare le nuvole, ed ecco "Avrai"
accompagnata solo dal pianoforte, "Acqua dalla luna", "Ninna nanna", "Tutto in
un abbraccio", "Grand'uomo" dedicata al figlio ("Un figlio ama sempre il padre,
ma lo fa mentre lo giudica e quasi mai perdona, finchè gli scopre il segno di
una lacrima e per la prima volta vede una persona...") e il coro collettivo di
"E tu", lui in camicia bianca. Adesso si può arrivare al cielo ed accarezzare le
stelle con "Strada facendo", " Questo piccolo grande amore", "Cuore di aliante"
e la medley "Poster", "Amore bello", "Sabato pomeriggio", "E tu come stai", "Io
me ne andrei".
Impossibile salire oltre le stelle? Non per Claudio Baglioni che chiude con "Io
sono qui" (quella che lo ha fatto cadere a Treviglio), "La vita è adesso",
"Mille giorni", "Sono io", "Via". E vanno via anche gli oltre quattromila, di
tutte le età, che lui ha stregato con un concerto che doveva essere intimo e che
invece è risultato grandioso. Grandissimo lui, potente la sua band, in delirio
il pubblico. E stasera si replica.
E STASERA IL BIS
Claudio Baglioni replicherà questa sera il concerto di ieri sera.
Biglietti. Dopo il pieno di ieri (oltre 4500), questa sera sono ancora a
disposizione 2500 tagliandi. Al Palaghiaie casse aperte dalle ore 17,
cancellialle 20, il concerto inizia alle 21.
La Band. Nove i musicisti: Paolo Gianolio chitarre, Simona Cazzulani violino,
Federica Mazzanti violino, Francsca Ruffilli violncello, Mariella Sanvito
violino, Pio Spiriti violino e tastiere, Stefano Melone piano e tastiere, Nario
Guarini basso, Adriano Molinari batteria.di Daniela Mimmi
(Alto Adige 11 Dic.)
Ore al freddo per l'«amico» Claudio
Nuovi e vecchi seguaci fuori dal Palaghiaie, in arrivo da tutte le valli
I FANS Tanta voglia di... parole d'amore
TRENTO. Non è stato un concerto. Assolutamente no, per i quattro mila e rotti
del PalaTrento. È stato un dialogo, una chiacchierata con Claudio, il vecchio
amico di mille canzoni. Le luci del palco si confondono con quello dei flash,
Baglioni è scoglio nell'oceano di applausi. Ma lui non canta, parla. Certo, le
magliette fine e le strade facendo si sprecano, ma lui parla anche. Chiacchiera
di musica, di poesia, di sogni e di ricordi. Come in una rimpatriata fra amici
che non si vedono da molto, ma sempre in contatto grazie alla musica. E l'oceano
è fatto di quello, no, non solo di musica, ma di parole e chiacchiere. Il calore
infernale di un abbraccio, atteso da tanto e nato ieri in un modo strano,
nato... dal gelo.
«Mamma mia, che freddo», sentenzia Eleonora "supermamma" Ferrari, quattro
pargoli tutti under 16 al concerto e vecchia amica di Baglioni. «Lo seguo da
anni ormai - prosegue -, ma è la prima volta che vengo a un suo concerto. A loro
quattro ci penso io a farglielo piacere, loro ascoltano musica moderna come
Eminem ad esempio, ma cerco di spiegargli anche la bellezza di questa musica».
Fa un freddo cane. Fa freddo e tira vento. Manca più di un'ora e mezzo al
concerto e fa freddo. «Ma questo che si sente è Claudio?». «Direi di sì, sarà
ancora dentro che prova». E intanto, fuori dalle porte chiuse, centinaia di
vecchi amici aspettano. «Ehi, dove sei?», urla nel cellulare Tommaso Filosi,
barba incolta che ha conosciuto Claudio in fasce, ad una lei dispersa nella
folla. «Ho iniziato ad ascoltarlo negli anni '80, avevo sei o sette anni e mio
padre metteva sempre su le sue cassette - continua -. Poi, nel tempo, ho
contagiato anche lei». E un bacio caldo vola su una guancia arrossata dal
freddo, coperta solo da ciuffi di capelli castani. «Parla d'amore, tutti quanti
amiamo, come fare a non sentirsi parte delle sue canzoni?», e se ne va con la
chioma di capelli ricci sotto il braccio.
Guanti, sciarpe, cappucci sulla testa, fumo di sigarette che quasi si congela in
aria. Stretti e compressi manco fosse la Fiera di Santa Lucia. Cosa non si fa
per rivedere i vecchi amici. «Si possono anche infrangere i limiti di velocità,
ma per un buon motivo». Lo sussurra a bassa voce, timidamente, Silvano Pedrini
che dalle Giudicarie a Trento ci ha messo davvero poco. Un'oretta e poco più. «Vabbè...
ho pigiato un po' sull'acceleratore, ma non volevamo arrivare in ritardo -
spiega -. Mia moglie ci ha messo una vita a prepararsi». La signora non
gradisce, ma per Claudio ci si fa belli. «Non faremo tifo da stadio, non serve,
ma ci godremo qualche ora di buona musica». Ma in giro si sentono dialetti di
tutte le valli. Già, perché Claudio ha amici ovunque, nelle città come in
campagna o in montagna. E da ogni parte del Trentino gli amici sono scesi per
queste tre ore e passa di chiacchierata, per salutarlo e parlare un po' di
tutto.
«Sono ancora in tempo per un biglietto?». Forse domanda strana a circa un'ora
dal via alle danze. Ma meglio tardi che mai. «Prima non sapevo se venivano anche
alcuni miei amici, poi non sono riuscito a trovare il biglietto in prevendita ed
allora eccomi qui». Ma la fila all'unica cassa aperta fa indietreggiare di
qualche passo Marco Lombardi. Non solo gente in cerca del biglietto dell'ultimo
secondo, ma anche chi andava alla caccia della propria prenotazione e deve
aspettare fin quasi le 20.30 che arrivino i tanto attesi ticket. Quando ormai
buona parte degli amici di Claudio sono già entrati. Ma il flusso prosegue, il
PalaTrento si riempie, diventa un catino. E l'aria inizia a scaldarsi. C'è chi
fuma l'ultima sigaretta, chi si ricarica con un buon panino. E chi non vede
l'ora di iniziare. «È bello», dicono le timide manine di Martina. «È il suo
primo concerto - spiega la mamma Francesca -, speriamo le piaccia». È ormai ora
di conto alla rovescia. Le luci si spengono, gli amici sono arrivati. Ma solo
Claudio, ma la musica di sottofondo ne annuncia l'arrivo. «Ciao, come va amici
miei?».di Nicola Baldo
Claudio Baglioni in Sicilia (Grazie a Davide
Campione per questo comunicato)
Tour 2003-2004
Ad Acireale Baglioni raddoppia (7 e 8
febbraio)
Il nuovo show nei Palasport. Nuovi biglietti in prevendita
Servizio pullman da Palermo
Nuova data siciliana per il Crescendo Tour di Claudio Baglioni che dopo lo
straordinario debutto di Torino ed una serie di "tutto esaurito" ha
"raddoppiato" il debutto isolano al Palasport di Acireale, da anni la sede
invernale più gettonata dei grandi appuntamenti musicali in Sicilia. Giuseppe
Rapisarda, organizzatore della data etnea ed artefice della spettacolare
chiusura del tour estivo 2003, chiusosi proprio in Sicilia, con i 25.000
spettatori dello stadio Angelo Massimino di Catania, ha deciso di organizzare
una seconda data.
Il primo concerto siciliano di Baglioni si terrà, come previsto, il 7 febbraio e
sarà replicato il giorno successivo. L’imponente macchina organizzativa del
Crescendo Tour porterà al Palasport di Acireale un piccolo esercito di addetti
ai lavori: 120 tra musicisti, addetti alla produzione e tecnici, oltre a tutte
le maestranze locali che allestiranno un grandissimo palco. Ma il nuovo tour del
cantautore romano è stato studiato in una chiave "intimistica", assolutamente
diversa dai "pirotecnici" otto concerti-evento che hanno caratterizzato il
mini-tour della scorsa estate. Una chiave intimista e "casalinga".
Claudio Baglioni, infatti, nel suo Crescendo Tour, accompagnato dal chitarrista
Paolo Gianolio (il direttore musicale dello show), da una band rinnovata per
quattro-quinti e da un quartetto d’archi, si muoverà su tre palchi mobili, che
scenderanno uno sull’altro, portando l’artista da una cantina sino al tetto di
una "casa scenografica". Saranno questi i primi tre momenti del nuovo show a
misura di Palasport; Baglioni snoderà tutta la prima parte della scaletta
partendo dalla prima ambientazione (una cantina), passando poi al primo piano ed
infine sulla terrazza del tetto.
Il quarto grande momento dello spettacolo scatterà con Questo piccolo grande
amore, che farà da staffetta ad una lunghissima selezione da juke-box, studiata
per ripercorrere tutti i più gettonati ed intramontabili successi del
cantautore, sino all’ultimo Sono io, l’uomo della storia accanto.
Il nuovo tour al chiuso dei palasport, organizzato da Bag per Friends & Partners,
accoglierà i fans di Baglioni "tutti in un abbraccio" virtuale con un artista
che nei suoi momenti live non si risparmia, dando ad ogni occasione il meglio di
se. E il cantautore romano porterà l’esperienza della sua lunga carriera
artistica con una nuova play-list, ricca di storia ed allo stesso tempo colma
delle fortunate esperienze musicali.
Il pubblico siciliano, dopo aver ammirato il grande spettacolo allestito la
scorsa estate allo stadio Massimino di Catania, potrà riabbracciare in un
concerto nuovo e più intimo un artista che è ancora capace di emozionare e di
emozionarsi davanti ai suoi fans.
Per il secondo concerto di Acireale sono stati approntati (come per il primo)
quattro settori a sedere per il pubblico, con costi dei biglietti differenziati:
parterre di 1° settore (48,30 euro), parterre di 2° settore (42,50 euro),
tribune numerate (36,80 euro) ed il posto unico (26,50 euro, tutti comprensivi
di diritti). Già nelle prime ore di prevendita i biglietti di primo settore per
la data del 7 febbraio (che possono essere acquistati anche in internet, su
www.ticketone.it) sono andati a ruba. Ma ora tutti i fans siciliani potranno
ricorrere, per accaparrarsi i posti migliori, anche al concerto dell’ 8
febbraio. Per tutte le informazioni sul tour ed i concerti di Claudio Baglioni
ad Acireale, le prevendite siciliane e gli aggiornamenti sulla disponibilità dei
biglietti, si può contattare telefonicamente l’infoline di Giuseppe Rapisarda
Management che risponde allo 095.509615. E per raggiungere Acireale con un
comodo e veloce servizio pullman da Palermo (ritorno garantito al termine dei
due concerti del 7 e 8 febbraio) tutti i fans palermitani o della Sicilia
Occidentale possono fare riferimento ed acquistare un biglietto speciale presso
quattro prevendite di Palermo: Box Office (tel. 091.335566), Ellepì Dischi (tel.
091.323084), Master Dischi (tel. 091.323151) e Dischery (tel. 091.205808).
(Adige 10 Dic.)
La ricchissima scaletta: più di un´ora solo di introduzione
Oltre trenta canzoni, più i bis
Claudio Baglioni dal vivo: un vero
showman
VERONA - Lo show di «Crescendo Tour» ha una scaletta «ragionata». Con "Fianco a
fianco" a creare l´atmosfera e le note di "Acqua nell´acqua" a salutare
l´ingresso di Claudio nell´arena, lo show parte ricordando i tempi giovanili di
"Yesterday" dei Beatles e "Noi no" per una serie di "fotografie" musicali,
"Dagli il via", "Quanto ti voglio", "Fotografie", "Ragazze dell´est", "Tienimi
con te", per chiudere con passaggio virtuale verso un futuro sognato e migliore
di "Di là dal ponte".
La seconda parte continua: "Fammi andar via", "Domani mai", "Quante volte",
"Serenata in sol", "Mai più come te", la struggente "Quei due", "La pubblicità e
"Un giorno nuovo". Si va in alto con "Acqua dalla luna", si parla di guerra con
"Ninna nanna nanna ninna", si spera con "Avrai" e "Tutto in un abbraccio".
Poi "Grand´uomo", "E tu", "Notte di note" sono la fine del percorso «casalingo».
Dopo un´ora e mezza si parte davvero coi grandi hit: "Questo piccolo grande
amore, "Cuore di aliante", "Io sono qui", il canzoniere dei vecchi successi, "La
vita è adesso". I bis sono quasi obbligati: di solito Baglioni esegue "Via",
"Mille giorni di te e di me" e "Strada facendo". Si chiude con "Sono io" e le
note bachiane di "Per incanto e per amore".
(Adige 10 Dic.)
I segreti dello show
Il light designer trentino Mariano Detassis ci racconta le «sorprese»
dello spettacolo
«Con Baglioni c´è stata subito sintonia: è uno che non ha paura di sperimentare
ed è il regista del suo concerto.
Non capita poi molto spesso»
TRENTO - Un´ambientazione quasi teatrale con un crescendo in grado di stupire ed
affascinare il pubblico. E´ quella creata per il tour di Claudio Baglioni da
Mariano Detassis, light designer di Trento considerato fra i migliori artisti
italiani (perché così è giusto definirli) per quanto riguarda i giochi di luce.
Per Mariano Detassis si tratta dell´ennesimo riconoscimento dopo i tour fatti
acanto ad artisti come Csi, Litfiba, Max Gazzè, Piero Pelù (per citarne alcuni).
Ma senza dubbio quello con il cantautore romano è l´impegno più importante e
ricco di soddisfazioni come ci ha spiegato proprio Mariano Detassis che tornerà
a casa oggi e domani per le due date al Palasport del cantautore romano.
Com´è nata questa tua importante la collaborazione con Claudio Baglioni?
Mi avevano chiamato quest´estate per curare alcuni aspetti dello spettacolo
relativo al tour estivo. A Baglioni evidentemente è piaciuto il mio lavoro e
così mi ha chiamato personalmente per lavorare attorno al progetto di questo
nuovo tour.
Una bella soddisfazione…
Beh certo, inutile nasconderlo. Questo è uno dei maggiori eventi musicali dell´anno
e quindi essere stato scelto non può che essere motivi di soddisfazione… credo
che Baglioni abbia visto in me la persona giusta per l´idea che aveva di questo
spettacolo grazie alla mia attitudine teatrale.
Quindi avete studiato insieme l´aspetto legato alle luci. E´ stato difficile
trovare un intesa con un personaggio di grande carisma come lui?
Baglioni è una bella persona e ci siamo trovati davvero subito in sintonia.
Abbiamo sviluppato l´idea che poi si è tradotta in realtà di uno spettacolo
diverso dal solito e con effetti di luce meno direi "pomposi" e più rigorosi, mi
verrebbe da dire… di classe.
Come si svolge allora questo show?
Il concerto è una sorta di racconto attraverso tutti gli anni della sua carriera
che si dipana attraverso tre ambienti di una casa: la cantina, il soggiorno e la
terrazza. Per ognuna di queste ambientazioni ho studiato diversi effetti: per la
cantina la luce è fredda e se vogliamo minimale, per il soggiorno
l´ambientazione è più calda ed avvolgente mentre per la terrazza si passa ad un
tono notturno e tranquillo.
Quindi hai potuto davvero giocare su diverse situazioni…
Sì ed è stato molto appagante un lavoro così… senza dimenticare che poi nella
seconda parte del live la situazione cambia ancora ma non voglio anticipare
troppo per non togliere al pubblico l´effetto sorpresa.
Proprio riguardo al pubblico, come ha accolto secondo te questa scelta di
Baglioni?
Credo che molti siano rimasti piacevolmente colpiti e spiazzati da certe
situazioni. Chi guarda poi il lavoro del light designer da un punto di vista
tecnico penso abbia apprezzato la mia scelta di ricorre ad un certo minimalismo,
ad un certo tipo di uso delle luci che guarda un po´ al passato, che riscopre
certi modi di illuminare la scena.
Quale è stata la sorpresa maggiore che hai avuto nel realizzare questo progetto?
Senza dubbio la cosa più bella e stimolante è stato il capire che con certi
artisti puoi ancora sperimentare, proporre cose nuove. Baglioni vuole sempre
provare cose nuove come se un tour fosse una sorta di giocattolo nuovo - sorride
Mariano Detassis - e in questo caso non dimentichiamo che l´architetto Claudio
Baglioni è anche il regista dello spettacolo. Quindi questo è un periodo per me
molto stimolante.
Fino a quando sarai in tour con Baglioni?
Per ora fino a marzo. Ma visto il grande successo con una serie di sold out
ovunque che il tour sta ottenendo non escludo di prolungare questo impegno. Per
il futuro ho già ricevuto diverse proposte per tour estivi… staremo a vedere; e
comunque devo anche trovare il tempo per dedicarmi all´altra mia grande
passione: il teatro, con la compagnia Finisterrae.
F. D. S.
(Adige 10 Dic.)
Oggi con radio dolomiti
L´incontro con i fan
Per dieci fans trentini di Claudio Baglioni, quello di oggi sarà un pomeriggio
speciale. Grazie a Radio Dolomiti e i tagliandi pubblicati sull´Adige, infatti,
potranno trovarsi a tu per tu con il cantautore romano per un momento sognato da
una vita. Centinaia le schede arrivate da ogni angolo della regione per
partecipare al concorso di Radio Dolomiti: ognuna con una frase dedicata a
Baglioni, alla sua musica.
Gli autori delle parole più belle e divertenti saranno i protagonisti della
diretta che si svolgerà alle 15 proprio dal Palasport di via Ghiaie: «E´ un
appuntamento importante - ci ha spiegato Gabriele Biancardi, la voce per
eccellenza dell´emittente numero uno in Trentino - perché Baglioni non si
concede facilmente ad iniziative come questa».
Durante la diretta ognuno dei dieci fortunati potrà porre una domanda a Baglioni
ed inoltre avranno il cd firmato dal cantautore. Ma non è finita perché potranno
anche assistere - insieme agli iscritti al Fan Club di Baglioni - alle prove del
concerto con il sound check della prima serata a Trento.
Tornando al concorso Biancardi sottolinea ancora come «il successo e le schede
arrivate sono andate davvero oltre ogni nostra previsione… segno di quanto
seguito abbia Baglioni fra generazioni diverse».
I dieci fortunati che potranno incontrare Baglioni di persona sono: Amanda
Casula, Virna Piadena, Lorena Palmieri, Mario De Mitri, Cristina Rosà, Anita
Papi, Elisabetta Loss, Sabrina Brasagna, Emilia Bort, Elisabetta Cardinali.
(Adige 10 Dic.)
In architettura E intanto prepara la
tesi
TRENTO - «A febbraio dovrei discutere la tesi e prendere la laurea in
architettura, Con grande gioia di mia madre».
La rivelazione è venuta ai giornalisti dopo il concerto che Claudio Baglioni ha
tenuto a Trieste: ma che Baglioni abbia la stoffa dell´architetto, l´avevamo
capito anche dal modo in cui concepisce i suoi show.
A un «contabile» del rock, non verrebbe mai in mente di far scendere un palco
dall´alto e poggiarlo su quello che c´era sotto. E ripetere il giochetto più
volte, in un balletto di piani orizzontali molto elegante nella sua semplicità.
E l´idea è tutta sua, visto che Baglioni è anche il regista dello spettacolo.Quindi
via con cubi scintillanti, con un tetto di legno e una cornice di luci. E tre
«quadri» che sono da manuale, riproduzioni di stati dell´anima, ma anche di
locali veri e propri: la cantina, il soggiorno, la cucina, il divano letto, con
un set di aspiravolvere, frullatore e lucidatrice da suonare come percussioni.
Persino un caffè in scena, spillato da una preziosa macchinetta. E poi un
terrazzo: telescopio, camino con lucine, una scala.
I palchi sembrano tolde di nave, scheletri di grattacieli, tavolozze da pittore,
e l´architetto Baglioni, con talento rinascimentale, si appropria di spazi e
atmosfere. 110 e lode!
Al primo provino un discografico disse: «Questo non andrà mai da nessuna parte».
E invece...
La sua vita, la sua strepitosa carriera
Film, dischi e canzoni: dai favolosi anni Settanta a oggi
(Adige 10 Dic.)
TRENTO - Le biografie ufficiali e
quelle dei fan (molto più colorite e ricche di particolari) si
intrecciano nello sconfinato labirinto dei tuttologi baglioniani ed in questo
caso abbiamo voluto gettare uno sguardo proprio su alcune curiosità che
riguardano il cantautore capitolino. Queste comunque le tappe essenziali della
vita di Claudio Enrico Paolo Baglioni (giusto per essere precisi) che nasce a
Roma il 16 maggio del 1951 figlio unico di una famiglia umbra: il padre è
sottufficiale dei carabinieri e la madre sarta.
Nel 1956 mette su il primo il primo complessino "itinerante" andando a suonare
porta a porta. I tempi della scuola (si diplomera´ come geometra, iscrivendosi
anche alla facolta´ di architettura) non sono felicissimi: veniva appunto
soprannominato "Agonia". E´ timido, introverso e non lega molto con i compagni.
Riceve in regalo da uno zio (che ha visto lontano!) la sua prima chitarra. Nel
´64 partecipa al "Concorso di voci nuove di Centocelle", con «Ogni Volta» di
Paul Anka, che vince poi l´anno seguente con «I Miei Anni Piu´ Belli» di Gene
Pitney. Nel ´67 scrive una suite musicale su una poesia di E. A. Poe «Annabel
Lee» ma soprattutto si cimenta nel primo provino per quella che diventera´ la
sua prima casa discografica, la RCA. L´ allora direttore artistico, Ettore
Zeppegno, sentenzia: «Tanto questo non fara´ mai niente!». Ma il ´69 l´anno
della svolta: Baglioni ottiene un contratto quinquennale con la RCA: a firmarlo
è il padre Riccardo, poiché Claudio è ancora minorenne.
Per quanto riguarda l´attesa del provino alla RCA il suo racconto è: «avevo
cinque o sei canzoni, messe insieme così: io aspettavo al bar la chiamata ed
intanto mi giravano attorno tipi affermati, alle pareti i manifesti e i dischi
di successo. Al bar ho atteso giornate intere, chiuso in me stesso. Quando
arrivò il mio turno (ero tutto vestito di nero con gli occhialoni scuri) cantai
cose tristissime, parlavano di morti e di lacrime e sapevo di esibirmi in un
ambiente in cui invece trionfava la spensieratezza. Ma alla fine il risultato fu
buono e li sentivo dire: questo è bravo, molto bravo... Ma dovettero passare
ancora otto mesi per avere la risposta definitiva».
L´anno successivo esce il suo primo album che vende un migliaio di copie e viene
quasi immediatamente inviato al macero. Sei brani ricompariranno sull´ album
seguente, "Un Cantastorie dei Nostri Giorni" e su diverse raccolte antologiche.
Partecipa alla "Mostra internazionale della musica leggera" di Venezia, nel
girone dei giovani con "Notte di Natale". La giuria lo confina all´ ultimo
posto. La stampa lo definisce «cantore di cose isteriche, tristissime e senza
senso». Decisamente intenso il 1972 quando recita la parte di un hippie
pacifista nel film pre la tv «Ipotesi sulla Comparsa di un Fisico Atomico» dove
ripropone "In Viaggio" in una scena del film. Canta diverse canzoni della
colonna sonora del film "Fratello Sole, Sorella Luna" di Franco Zeffirelli.
Scrive poi per Rita Pavone la canzone «Bonjour la France», che finisce al primo
posto delle classifiche francesi vendendo mezzo milione di copie e poi inizia la
registrazione di "Questo piccolo grande amore".
Si tratta del disco della svolta: l´Lp infatti vende 150.000 copie e il 45 ben
800.000. Inevitabile il primo posto in tutte le classifiche. La censura colpisce
ancora sostituendo dal 45 giri "nudi" e "mani sempre piu´ ansiose di cose
proibite". Prende il via da Napoli nel ´73 il suo primo tour mentre l´anno
seguente realizza con Vangelis l´album "E tu" che diventa in breve un trionfo;
in pochissimi giorni 500.000 copie vendute.
Nella seconda metà degli anni settanta arrivano dischi come "Sabato Pomeriggio "
con arrangiamenti di Luis Enriquez Bacalov, "Solo" (con cui chiude il rapporto
con la RCA) e "Tu come stai" realizzato sempre in Francia. Gli anni ottanta si
aprono con l´album "Strada Facendo" realizzato a Londra con Geoff Westley. Nell´82
parte il suo primo grande tour "Alé Oo´" con oltre un milione di spettatori in
ogni angolo della Penisola ma bisogna attendere l´85 per un nuovo lavoro: "La
vita è adesso" realizzato ancora a Londra e capace di vendere oltre un milioni
di copie. Nel dicembre dello stesso anno esce "Notti di Note" primo libro
ufficiale su Claudio Baglioni. Nell´86 esce il triplo album live "Assolo" mentre
i fan dovranno attendere molto prima di ascoltare le nuove canzoni del cd
"Oltre" il titolo di una raccolta di venti brani.
Gli anni ´90 si aprono con una particolare performance: Baglioni infatti
attraversa le periferie romane cantando su di un camion. La partenza avviene
nella piazza di Centocelle dove aveva fatto nel 1964 la sua prima apparizione.
Si intitola "Io sono qui" il disco che esce nel 1995 seguito da due tour: quello
"rosso" e quello "giallo". Nel ´97, decisamente a sorpresa, presenta insieme a
Fabio Fazio "Anima Mia" programma sugli anni settanta. Un´esperienza che
ripeterà anche nel ´99 sempre con Fazio in "L´Ultimo Valzer" con cui anticiperà
il nuovo disco "Viaggiatore sulla coda del tempo". A presentare il disco
un´iniziativa spettacolare e unica nel suo genere:a bordo di un ATR-42, vola da
Firenze a Milano, a Napoli e infine a Catania in una sola giornata. La
presentazione avviene all´interno degli hangar degli aeroporti delle quattro
città, di fronte a 2000 persone (500 per ogni hangar).
Nel 2000 è la volta del cd live "Acustico - Sogno di una notte di note" mentre
l´anno successivo Baglioni sfida i teatri italiani con InCanto un tour che lo
vede un solo protagonista con il suo pianoforte (in questa occasione suona anche
all´Auditorium di Trento). Il presente invece ha i contorni di "Sono io l´uomo
della storia accanto" : tredici canzoni nuove che hanno spezzato la lunga attesa
dei fan abituati comunque a gustare i pezzi sapendo che per il prossimo disco
(salvo sorprese) bisognerà attendere ancora a lungo.
(Adige Trentino 10 Dic.)
Il giorno di Baglioni. E domani si
replica
Per due sere il grande cantautore romano protagonista al PalaTrento
TRENTO. La grande musica italiana. Quella fatta di melodie e sentimenti, quella
che contraddistingue l'italico canto nazional popolare. Un suo frammento. Ma un
frammento importante. Uno che da decenni incanta gli italiani con una voce
inconfondibile, con canzoni d'amore (e non solo) che hanno fatto la storia della
musica leggera e da colonna sonora a molti momenti magici che, c'è da
scommettersi, tutti quanti hanno vissuto nella propria vita.
Claudio Baglioni, il cantautore romano capace di tessere le lodi di una
maglietta fina come quelle dell'amore di un padre per il proprio figlio, è oggi
in concerto. Il PalaTrento di via Fersina, dalle 21 di questa sera, si
trasformerà nell'arena di uno spettacolo a tutto tondo, dove la danza farà rima
con la musica. Ma il cantante di Porta Portese a Trento non farà solo una rapida
toccata e fuga. Visto che domani sera salirà nuovamente sul palco, davanti ai
trentini che per una serata vorranno emozionarsi con note e parole che
colpiscono direttamente al cuore.
I biglietti per i due concerti di oggi e domani sono letteralmente andati a
ruba, tanto che Santa Chiara e Show Time Agency (organizzatori dell'evento)
hanno dovuto aggiungere la seconda data di domani. Pochi i biglietti, venduti al
prezzo unico di 28.80 euro, ancora disponibili per domani.di Nicola Baldo
Ed infine Grazia ancora a Maria Grazia di" Navigandoltre" per la trascrizione ed
il solito passaggio di questi articoli
(Il Gazzettino 10 Dic.)
Con Claudio Baglioni non ci sono
mezze misure: o lo si ama o lo si rifugge, e il torrenziale show che
l'artista 52enne ha tenuto al Palasport del capoluogo giuliano ha sottolineato
questo aspetto di fondo.Il cantautore romano ha proposto davanti ad una platea
di 7000 spettatori adoranti 30 brani del suo trentennale (e sterminato)
repertorio, più il lungo medley "Canzoniere del tempo",
contenente svariati classici stra-famosi come "Poster" e "Sabato Pomeriggio" in
versioni concise per fornire maggior spazio ai nuovi pezzi. Infatti sono ben
sette i pezzi tratti da "Sono Io - l'uomo della storia accanto", ultimo disco in
studio di cui questo tour invernale è corollario. Baglioni è un eccellente
interprete, capace di instaurare un feeling col pubblico, e ha ancora
un'estensione vocale pazzesca, che gli permette di piantare bandierine su vette
sonore che pochi altri vocalist italiani riescono a raggiungere.
D'altra parte chi si aspettava uno spettacolo un po' più umile dopo i fasti del
tour estivo negli stadi si sarà ricreduto alla fine delle oltre tre ore di
concerto ininterrotto. Un impianto luci potentissimo ha illuminato un palco
diviso in pedane che si sollevano indipendentemente le une dalle altre,
mentre dal soffitto venivano calate delle scenografie che aiutavano a descrivere
l'evoluzione della musica, a partire dal luogo di esecuzione.
Escludendo un paio di clamorosi autogol, peraltro extramusicali (vedi i crediti
dello show presentati da una terrificante voce fuori campo con tono da
imbonitore televisivo) lo spettacolo si è dimostrato tra i migliori nel suo
genere. Merito della compattezza dell'esecuzione strumentale, ma anche dei
prodromi dei brani, forti di liriche capaci di raccontare storie minime ed
essenziali, spacciandole poi per verità incontrovertibili (e non a caso "Piccolo
grande amore" è stata definita "la canzone più bella del secolo"...).
Da notare l'eterogeneità del pubblico, variabile dai ventenni agli over 40,
riprova ulteriore che Baglioni ha fatto breccia nel cuore di svariate
generazioni di fan. Adriano Cecchia
(Messaggero Veneto 10 Dic.)
Il Concerto a Trieste
Tre ore con Baglioni, entusiasmo dei
fans
Trieste. più di 180 minuti di parole e musica per un concerto che, come
dice il titolo, Crescendo, ha visto aumentare, nota dopo nota, le emozioni.
Lui è Claudio Baglioni, quello di sempre, amato da giovani e meno giovani, con
la solita voglia di comunicare che ha entusiasmato il pubblico numeroso del
PalaTrieste.
Una tournèe diversa, rispetto a quella dell'estate 2003 che si è dipanata nei
grandi stadi italiani, dal sapore più intimo ed essenziale, ma non meno
coinvolgente.
Suggestiva la scenografia, incastonata nel palco del PalaTrieste, che dà forma a
quella che Baglioni definisce "la casa della musica".
Una casa cresciuta a partire da una cantina: "In una cantina - dice l'artista -,
un po' come questa (e sul palco compare una vecchia rete senza materasso),
crescevano parole e note assieme ad altre persone. Mi piace pensare che ci siano
persone che non smetteranno mai di trasmettere e che continuano a vivere in un
sogno".
E dalla cantina, da dove partono le note di Noi no, si sale per approdare alle
prime certezze. "Dalla cantina - continua Baglioni-, da dove escono i nostri
sogni, dobbiamo uscire per andare da qualche parte" e sul brano, Di là dal
ponte, la scenografia cambia ancora e porta in superficie un letto e una cucina.
"
"Si arriva, dunque, nella casa, si ottengono le prime sicurezze. Si inizia un
altro viaggio dove bisogna invitare qualcuno per vedere se ha i nostri stessi
pensieri". E Baglioni, ripresosi dell'incidente avuto a Treviglio che gli è
costato una quindicina di punti di sutura sulla gamba sinistra, danza in mezzo
al palco, con la sua chitarra, giocando con una cucina trasformata in
improbabile batteria.
Si offre al suo pubblico, cha da oltre trent'anni lo segue, con la capacità di
rinnovarsi innovarsi, e con l'immancabile ironia. "Vi dedico - dice- una delle
canzoni più terrificanti che ho scritto: Serenata in sol". E poi si sale ancora,
fino sul tetto, dove si espande uno dei suoi più noti successi Avrai, seguita da
Ninna Nanna, Amore bello, Io sono qui.
Di pari passo ai cambiamenti della casa,vanno i cambi d'abito che segnano il
medesimo percorso.
Dal cappotto nero con cui intona - e rompe il ghiaccio - Yesterday dei Beatles
alle camicie, in jeans, poi bianca poi nera fino al giaccone in pelle: segnano
parallelamente la crescita della casa e dell'artista con una metafora, anche
scenografica, applaudita e apprezzata
dal pubblico. Un repertorio che vede accanto alla produzione musicale più
recente anche molti suoi grandi successi: dall'intramontabile Questo piccolo
grande amore, a Strada Facendo, Ragazze dell'est, Notte di note, e ancora La
vita è adesso, Bolero, Mille giorni di te e di me. Crescendo, iniziato al Mazda
Palace di Torino il 21 novembre scorso, proseguirà nei palasport delle
principali città italiane in una dimensione decisamente più raccolta rispetto
agli ultimi concerti, un tour che lo stesso artista ha definito non una replica
in tono minore, ma un progetto nuovo. Lara Pironio
(Dal sito ufficiale)
"Crescendo" è la storia di
un sogno lungo trentacinque anni. Dalla cantina nella quale, insieme a un gruppo
di amici, fantasticavo sul futuro, sino al palco sul quale gran parte di quel
futuro è andato e va in scena, trasformandosi ogni volta- in un presente
straordinariamente fortunato. Un sogno del quale non sono mai stato un
navigatore solitario. Al contrario. L'ho sempre condiviso con molte persone.
Persone importanti che mi hanno dato tantissimo, senza le quali questa mia
piccola storia non sarebbe stata certo la stessa. Alcune, non salgono sul palco
con me, ma non per questo le sento meno vicine. Anzi. E' anche grazie a loro che
la strada è sempre stata avvincente, emozionante e sicura. Altre, invece,
affrontano insieme a me quel salto nel vuoto che è ogni concerto, dividendo ogni
istante, ogni nota, ogni parola e creando quell'irripetibile magia senza pari,
che nasce quando la musica che scende dal palco incontra quella che sale dal
pubblico. Molti sono stati gli incontri con i musicisti. Tutti importanti.
Grandi nomi della musica italiana e internazionale, che hanno fatto vivere le
mie canzoni con il linguaggio alto della loro sensibilità e della poesia che
hanno saputo estrarre da quelle miniere inesauribili che sono gli strumenti.
"Crescendo" non fa eccezione. Anzi. Gli incontri fortunati continuano. Questa
volta con un gruppo di giovanissimi, ma non per questo meno preparati,
professionisti. Nove coinquilini ricchi della musica del mondo e della voglia di
soffiare dentro queste canzoni un'anima nuova: la loro. Il risultato è
sorprendente ed è anche grazie a loro che "Crescendo" sta incontrando il
successo che sta incontrando. Per questo voglio indirizzare a ciascuno un
pubblico "grazie", perché, insieme a loro, ho ritrovato il sapore di tutte le
stagioni raccontante nella casa di "Crescendo". Dall'energia disordinata e
graffiante della "cantina" in cui rivive il sapore degli esordi, al lento lavoro
di riflessione e costruzione delle atmosfere, che cresce nel "soggiorno" della
maturità; dall¹immediata vigilia dello spettacolo che ci trova fianco a fianco
sulla "terrazza" per andare incontro al tempo che viene, sino all'adrenalina
pura dello show vero e proprio, quando la casa di "Crescendo" si trasforma
definitivamente in un palco. Non un generico grazie, ma un grazie intenso e
personale per ciascuno di loro, come intenso e personale è il contributo della
loro musica alla mia. Non solo, in pochissimo tempo hanno imparato a
padroneggiare un repertorio vastissimo e come sa bene chiunque abbia collaborato
con me- tutt'altro che facile, ma hanno saputo viverlo e arricchirlo con
energia, entusiasmo, vitalità. Grazie, allora, a splendide "padrone di casa" e
dei loro archi come Simona Cazzulani (violino e cori), Federica Mazzanti (viola
e cori), Francesca Ruffilli (violoncello e cori) e Mariella Sanvito (violino e
cori); grazie a un polistrumentista vivace e trascinante come Pio Spiriti
(violino, tastiere, fisa e cori); ad un grande amante degli intarsi in ebano e
avorio come Stefano Melone (piano, tastiere e cori); ad un vibrante domatore
delle quattro e delle cinque corde come Mario Guarini (basso e contrabbasso) e
ad un sorprendente mix di fantasia, energia e precisione come Adriano Molinari
(batteria e percussioni). A Paolo "Paolone"- Gianolio, invece, un grazie a
parte. Non solo perché ha il grande merito di aver scelto dopo interminabili e
delicate audizioni- tutti questi musicisti, di averli messi insieme e resi un
gruppo emozionante, affidabile e versatile; ma, soprattutto, perché, da anni
ormai, il suo talento, la sua sapienza e la sua passione sono, per me, tra i
compagni di viaggio ai quali sono più affezionato. Grazie a tutti. La mia casa è
la vostra.
Claudio
(Adige 9 Dicembre)
Da domani, due giorni con Baglioni
Arriva la tournée del cantante: tre ore
di spettacolo da sogno
Prima serata già tutta esaurita, ci sono posti per giovedì al palasport
delle Ghiaie di Trento
TRENTO - Sappiate che non è uno spettacolino: sono più di tre ore di musica. E
che musica! Il meglio dei classici e delle novità di Claudio Baglioni, conditi
con un vero show: luci, palco mozzafiato, proiezioni, balletti. In una parola:
una goduria. Si presenta così il tour del cantautore romano, che domani e
dopodomani sarà a Trento. Le prime date della sua tourneé sono state un trionfo,
anche se lui continua a insistere sulle note più tranquille e intimiste.
«Un lago dopo l´oceano. Un borgo dopo la metropoli. Un aliante dopo un jet» sono
le parole scelte da Claudio Baglioni per tratteggiare il suo nuovo tour
autunnale. A Trento la Showtime e il Centro S. Chiara non si sono fatti scappare
l´occasione, e questo «aliante» l´hanno fatto arrivare anche nei pressi dell´aereoporto
Caproni.
Il cantautore capitolino ha debuttato trionfalmente alcune settimane fa a
Torino, poi la sua carovana ha dovuto fermarsi per un piccolo infortunio. Ma già
lo scorso fine settimana a Verona, Baglioni ha dimostrato di saper ripartire
alla grande. Un tour che «non sarà né una replica in tono minore, né un
riassunto dello show dell´estate» - aveva spiegato Baglioni - ma «un progetto
radicalmente nuovo, maturato parallelamente, se non, addirittura, prima di
quello del tour degli stadi». Un progetto, sostiene Baglioni, che «si snoda
lungo un percorso narrativo estremamente innovativo, ricco di sorprese e colpi
di scena, nel quale ambientazione scenica, linguaggio gestuale e musica daranno
vita ad una proposta-spettacolo ricca di emozioni ed energia».
Ancora una volta, quindi, Baglioni gioca la carta dell´innovazione e della
ricerca espressiva e visiva, per incastonare in un nuovo habitat scenico e
narrativo un repertorio assolutamente unico, nel quale trovano posto alcuni tra
i più grandi successi della musica popolare italiana di sempre, accanto alle
nuove proposte della sua più recente produzione musicale.
Per chi l´ha già visto, questo spettacolo è un capolavoro: brividi alti un palmo
per «Piccolo grande amore» e via dicendo, momenti rock, trasognate ballate
tratteggiate da solo con la sua chitarra: Claudio Baglioni non delude né
tantomeno si risparmia: è in scena dall´inizio alla fine, e tre ore sono tre
ore! E i fan trentini, che a migliaia hanno già comperato il biglietto, lo
sanno.
Ricordiamo che domani, mercoledì 10 dicembre, Claudio Baglioni sarà ospite di
Radio Dolomiti. Negli studi di via Missioni Africane risponderà alle domande dei
fans e incontrerà di persona i dieci ammiratori sorteggiati.
Claudio Baglioni dal vivo - 10 e 11 dicembre 2003 al Palazzetto dello Sport,
Ghiaie di Trento, ore 21. Ingresso euro 28,80. La prima serata (domani) registra
il tutto esaurito. Per dopodomani (11 dicembre) c´è ancora qualche posto.
Prevendite presso la cassa del Teatro Auditorium (10-19) la cassa del Teatro
Sociale (16-19), le Casse Rurali Trentine convenzionate in orario di sportello e
inoltre: Radio Dolomiti, R.T.T.R, Promoevent Service, Radio Italia, Trentino
Mese (Trento); Baba´s dischi (Bolzano), Musica 3000 (Rovereto), Disco Time (Riva
del Garda); Circuito prevendita Show Time Ticket.
R. S.
(Adige Trento 9 Dicembre)
Claudio Baglioni in concerto. Domani e giovedì
sarà a Trento
Trento aspetta Claudio Baglioni
Domani e giovedì al palasport con uno show di oltre tre ore
Il "Crescendo Tour" è un lungo viaggio
fra vecchi e nuovi successi del cantautore che parte da Yesterday
TRENTO. C'è grande attesa a Trento, ma anche in tutta la regione, per il doppio
concerto che il cantautore Claudio Baglioni terrà al Palaghiaie domani e giovedì
sera: soltanto Ligabue prima di lui si era permesso il lusso di una doppia data
trentina dentro uno spazio così capiente e dunque anche gli ultimi biglietti a
disposizione per la seconda delle due date - la prima è andata esaurita in pochi
giorni - potrebbero terminare nelle prossime ore, anche se gli organizzatori,
Shoowtime e Centro Santa Chiara, conservano sempre alcune centinaia di tagliandi
per la cassa serale.
Baglioni - che rientra in tour dopo una settimana di stop per una caduta sul
palco - ha inaugurato questa tournée il 20 novembre a Torino cantando, a
sorpresa, Yesterday: "una canzone - ha detto Baglioni dal palco - che già 35
anni fa mi ha mostrato che le note sono della stessa materia dei sogni". Il
nuovo tour toccherà 28 città, ovvero quasi altrettanti palasport, strutture non
certo predilette da Baglioni, soprattutto dal Baglioni che questa estate all'
Olimpico di Roma con il suo supershow "Tutto in un abbraccio" (dal 28 novembre è
nei negozi il doppio dvd tratto da quello spettacolo) ha incantato 80 mila
spettatori. Non è stato banale il concerto di Torino di Baglioni, che ha
proposto tre diverse scenografie ed ha ovviamente accontentato chi voleva da lui
gli assoluti evergreen dei bis "La vita è adesso", "Via", "Mille giorni",
"Strada Facendo", ma anche i grandi successi degli anni più recenti "Ragazze
dell'est", "Tienimi con te", "Un giorno nuovo", "E tu". Ad un certo punto, circa
metà delle tre ore e mezzo di spettacolo un annuncio: "Ora inizio lo show". Ed è
la volta di "Quel piccolo grande amore", "Cuore di aliante" e dei brani del
"Canzoniere" ovvero "Amore bello", "Poster", "Solo", "Sabato pomeriggio". Ovvero
un tripudio di canto italiano da parte di un artista, al pari di Gianni Morandi,
capaci di non avere una vera età e di portarsi dietro negli anni i fan da 6 a 90
anni. Ai più giovani che si erano conquistati le prime file attorno al palco,
situato in mezzo al palasport, ha preso le mani e regalato sorrisi e sguardi
inteneriti. Rigorosamente in camicia bianca, gilet e pantaloni neri e giacca di
pelle nera, sventolata in aria più volte, ha confermato ancora una volta se
stesso. Come il pubblico che viene ai concerti di Baglioni per ritrovare e
confermare se stesso, spesso riuscendoci. Di spettacoli, d'altronde, Baglioni se
ne intende, e il palco che ha fatto realizzare per "Crescendo" è più che
dignitoso, un rettangolo di 15 metri per 12 con 5 pedane mobili, due blocchi
computerizzati per la gestione dei sistemi, 600 metri di strutture in alluminio,
45 motori, un sistema audio per la diffusione a 360 gradi, 140 diffusori v-dosk
e 48 sub-woofer.
(Il piccolo di Trieste 7 Dic.) Grazie a Maria
Grazia di "Navigandoltre" per la trascrizione ed il passaggio:-) di questo
articolo
Musica fa tappa domani sera al PalaTrieste il tour "Crescendo", che segna
trentacinque anni di carriera
Baglioni scapestrato cinquantenne
"Progetti? La laurea in architettura e qualche canzone da scrivere per altri"
Un tour che ha le caratteristiche di un racconto e che rappresenta il primo
capitolo di un nuovo percorso.
Così Claudio Baglioni ama definire «Crescendo», il lungo viaggio musicale con il
quale sta attraversando la Penisola e che domani sera, alle 21, farà tappa al
PalaTrieste. Il titolo del tour prende le mosse innanzitutto dall'omonimo
termine musicale e richiama ad una scalata verso la cima più alta, una meta
ambita, ma non solo. A crescere, davanti agli occhi del pubblico, è anche il
palco stesso, che dalle fattezze di una cantina degli esordi si trasforma via
via in una vera e propria casa musicale.
«I miei primi trentacinque anni di carriera - spiega Baglioni - hanno
rappresentato una crescita, per me e per la grande famiglia di addetti ai lavori
che mi ha accompagnato in questo progetto. Dopo l'esperienza dei concerti
dell'estate scorsa, occasioni di festa con moltissime persone impegnate in scena
e tante arti diverse che si incontravano, questa volta lo spazio è tutto per la
musica e il racconto, attraverso le canzoni, della storia che mi appartiene come
artista. I ambiamenti del palcoscenico diventano quindi una metafora di questa
storia, da dividere con il pubblico, anche come le fasi di un concerto, dalle
prove all'esibizione vera e propria».
Nel suo ultimo album, «Sono io L'uomo della storia accanto», il tema
dell'identità ricorre accanto a quello dei sentimenti...
«L'identità è la cosa più preziosa che possediamo, credo che il pensiero
individuale sia più importante di qualsiasi forma associativa, non solo
politica. Fondamentale è andare alla ricerca del rispetto dell'individualità per
combattere l'individualismo. Detto questo, "Sono io" è però un album plurale,
perché credo non sia solo mia la percezione di vivere in un'epoca profondamente
confusa, d'attesa... Nel brano "Di là dal ponte" si parla proprio di questa
sensazione di aver perso la riva e di non essere ancora giunti dall'altra parte.
Ci sono delle analogie con "La vita è adesso", anche se quel brano era più
affermativo. Ma non parlerei di disincanto, piuttosto di una maggiore voglia di
incanto».
Il suo rapporto con l'ispirazione è cambiato nel corso degli anni?
«Qualcuno diceva che forse l'ispirazione non esiste,ma in caso contrario èmeglio
che quando arriva ti trovi al lavoro. Io credo di più nell'intuizione, nella
tenacia nel perseguire certe tematiche, sia nella musica che nei testi. Con il
passare degli anni secondo me aumenta la voglia di impreziosire, di andare a
cercare qualcosa che ancora non si è detto, non si è cantato, non si è scritto.
Io comunque non mi accorgo della suggestione, è come qualcosa che entra in
circolo e dopo un mese o un anno diventa una canzone"
Come racconterebbe il Baglioni dei suoi trentacinque anni di carriera?
"Gli anni 70 sono stati connotati dalla voglia di esprimermi, un bisogno quasi
"alluvionale" di raccontare ciò che mi accadeva. Da ragazzino ero innamorato
delle grandi canzoni che davano il colore e il sapore ad un'estate intera, ed è
anche così che sono nate "E tu" o "Questo Piccolo grande amore". Negli anni '80
la mia osservazione si è spostata all'esterno, con testi estremamente
descrittivi come "Strada facendo" o "La vita è adesso", dove c'era
un'affermazione del presente. Nel decennio appena trascorso è arrivata invece
una "vergognosa" voglia di ricerca interiorizzata, con tre album molto
complessi, come "Viaggiatore sulla coda del tempo", un percorso personale tra
passato, presente e futuro...».
E oggi?
«"Sono io - L'uomo della storia accanto" è una ripartenza dalle tracce delle
esperienze precedenti, e secondo me con una maggiore spensieratezza. Pensavo che
sarei stato più cupo attorno ai cinquant'anni, e invece mi ritrovo ad essere
decisamente più sconsiderato, scapestrato e cialtrone, a muovermi con meno
zavorra e ad avere un enorme desiderio di fare spettacolo, dare vita a
progetti che all'inizio magari sembrano impossibili e poi si realizzano, e stare
tre ore sul palco come in questo tour. Intendiamoci, morirò timido, ma sono
sicuramente molto meno introverso!
E si trova più simpatico?
«Forse agli altri mi trovano più simpatico, ammetto che ho cercato anche di
mostrare che non sono l'orso, il tipo scontroso come voleva la leggenda
metropolitana... A me stesso non penso in termini di simpatia o antipatia...
diciamo che mi sopporto (ride, ndr), visto che devo vivere con me stesso
fino alla fine...».
E il Baglioni meticoloso?
«Sempre presente. Poco prima di questa intervista stavo appunto dando degli
ultimi ritocchi alla scaletta del concerto. Adoro esse partecipe dei
preparativi, credo che sia un mio dovere e questo atteggiamento alla fine paga.
Detto questo, mi piace scherzare e attribuendomi quella che io chiamo la
sindrome del sacrestano: quando se ne vanno tutti io rimango a spegnere le luci,
mettere a posto i banchi e controllare che tutto sia a posto».
Progetti futuri?
«A febbraio dovrei discutere la tesi e prendere la laurea in architettura, Con
grande gioia di mia madre. Poi vorrei cominciare a scrivere qualche canzone non
per me stesso ma per altri. Non è un progetto preciso è un desiderio che mi è
venuto, forse perché per molti anni, in passato, mi sono
scritto tanto addosso...Ma vedremo». Annalisa Perini
(Il Gazzettino 7 Dic.)
Verona
NOSTRO INVIATO
Claudio canta claudicante, ma d'altronde, con un palco senza sponde che si muove
in alto e in basso, grande è il rischio di sbagliare il passo. A Treviglio gli è
successo, e il ricordo rimarrà in eterno, perchè la cicatrice sulla tibia non è
di quelle che spariscono: «Praticamente non c'è più carne sotto la pelle dove ho
la ferita - racconta Baglioni nei camerini del palasport di Verona dove il tour
"Crescendo" è ripartito dopo la pausa per incidente - e il medico non ha potuto
che ricucire i lembi e adesso il tempo penserà a risanare. Ma non c'è problema,
poteva andare molto peggio».
Passata la paura, la meccanica dell'incidente di Treviglio è diventata più
chiara. Durante "Io sono qui", una delle ultime canzoni delle tre ore abbondanti
di concerto, la pedana centrale delle cinque mobili che sostengono i musicisti,
rimane una quarantina di centimetri sollevata rispetto alla base del palco. «Ma
siccome le cinque pedane e le tre basi palco cambiano spesso durante lo
spettacolo, ero convinto che a quel punto palco e pedana fossero allo stesso
livello, ma girando attorno alla pedana a un certo punto non ho trovato più
appoggio, sono caduto all'indietro, sulla schiena e la gamba dev'essere
rimbalzata contro uno dei travetti metallici che sostengono la pedana, ho
sentito una botta ma non mi sono reso conto a caldo del danno».
«Noi da sotto il palco avevamo capito che era successo qualcosa - raccontano i
ragazzi del suo staff - e gli facevamo segno di fermarsi e venire giù. Lui
invece niente, ha fatto ricominciare il pezzo daccapo e a muoversi come se
niente fosse, dandoci anche delle occhiatacce. Intanto vedevamo tracce di sangue
dove appoggiava il piede. Si è fermato quando ha sentito il piede che
galleggiava nella scarpa nel sangue che usciva dalla ferita».
Ambulanza, ospedale, chirurgo e una battuta: «Questo tour ha già cominciato a
farmi guadagnare dei punti...».
Non è la prima volta. Proprio a Verona il tour rosso gli fruttò uno stiramento,
scendendo troppo in fretta dal tapis roulant che dominava la scena. Questa volta
la città scaligera gli ha regalato una seconda "prima" senza apprensioni anche
se la struttura teatrale dello show è forse troppo complessa. «Suonare tre ore
su pedane instabili, che si muovono, con i palchi che salgono e scendono, fatti
di grate, è faticoso come correre sulla sabbia», ammette Paolo Gianolio,
chitarrista arrangiatore e caporchestra. La stanchezza è evidente. Uno dei
musicisti si fa cogliere in uno sbadiglio leonino, ma il concerto scorre
entusiasmando i fan con forse la più azzeccata scaletta degli ultimi anni, che
pure lascia fuori un sacco di "roba buona". Lo spettacolo è ancora un "work in
progress" «e lo sarà fino alla fine perchè ogni giorno cambiamo qualcosa o ci
viene una nuova idea», dicono i due "inventori di oggetti" Mario Zumpano e
Claudia Pacchiotti. I quattro livelli dello show hanno acquistato maggiore
caratterizzazione rispetto all'esordio, con l'aggiunta di effetti sonori,
giochi, nuvole e stelle metalliche sospese, un paio di tastiere che arrivano
dall'alto. Qualche altra invenzione troverà posto nelle prossime date. Questo
potrebbe anche essere l'ultimo dei tour a palco centrale: «Ci sta creando un
sacco di problemi l'amplificazione negli auricolari - dice Claudio - al punto
che a volte rischio figuracce, perchè non riesco a sentire il suono e perdo la
tonalità di riferimento. Ogni palasport ha problemi differenti. Qui c'erano dei
punti in cui il ritorno di suono dell'amplificazione sospesa mi creava degli
echi nelle orecchie e non capivo più nulla». Particolari, di cui gli oltre
cinquemila presenti si sono accorti appena. Domani si replica a Trieste, il 10 e
l'11 sarà a Trento mentre l'appuntamento del 26 gennaio al Palaverde di Villorba
probabilmente andrà al raddoppio della data.Giò Alajmo
(L'Arena 7 Dic.)
Cantautori doc . Concerto fiume di Baglioni: 3 ore abbondanti e oltre 30
canzoni. Il pubblico rimane conquistato
Il divo Claudio non si risparmia
Tanto impegno e qualche manierismo
Più di 30 canzoni, addirittura con qualche aggiunta rispetto alla prima tranche
(quella interrotta dalla caduta di Treviglio) della tournée, 3 ore abbondanti di
concerto senza sosta, perché questa volta anche gli intermezzi parlati non sono
troppo frequenti, e l'allestimento scenografico, pur nei suoi mutamenti, fila
via senza ritardi. Lui, il «divo Claudio» ( nella foto Brenzoni ), è sempre
fascinoso e si percepiscono i fremiti del pubblico femminile, in visibilio sin
dal momento dell'entrata in scena. Si capisce che l'incidente di Treviglio
qualche preoccupazione la dà. Qualche ruga denuncia che anche lui, nonostante
l'invidiabile forma fisica, proprio un ragazzo non è più, i movimenti sul palco
- e ci mancherebbe altro, con tutti quegli oggetti disseminati sulle pedane
semoventi - sono controllati onde evitare altri inciampi. Alla fine, dopo un
ennesimo bis con Fammi andar via , pare che tutto il Palasport tiri un sospiro
di sollievo per lui che, visibilmente felice, dice che il concerto è dedicato a
tutti quelli che «sono caduti e si sono rialzati come lui».
«Insomma, ce l'abbiamo fatta», conclude sorridendo Baglioni al momento del
commiato, e sembra davvero che lo sforzo sia stato collettivo, come una sorta di
partecipazione affettuosa al ritorno dell'uomo della storia o della porta
accanto, il concetto è il medesimo.
Questa sensazione di vicinanza totale degli spettatori (ed è un pubblico di
varia età e tipologia, anche se la componente femminile è preponderante) si
avverte presto, praticamente dall'inizio del concerto, e si esplica in maniera
catartica quando comincia la sequela degli hit storici, da Strada facendo a
Piccolo grande amore (con un intro un po' oscuro e spettrale, che sia il sintomo
di una certa distanza tra il Baglioni di oggi e quello quasi adolescente di
allora?), da Sabato pomeriggio a E tu .
Ed è quest'ormai assodata comunanza tra l'uomo sul palco e la sua gente a
costituire, crediamo, ancora il grande motivo del successo di Baglioni. E' un
tipo strano, a pensarci bene, il cantautore romano. A dispetto di tutto, anche
della recente disavventura che dovrebbe invitarlo a risparmiarsi un po', sembra
che abbia un rispetto enorme per il pubblico e magari un po' meno per se stesso.
Lo diciamo perché concerti-fiume del genere gli impongono tour de force
ammirevoli per generosità, ma che perdono qualcosa, almeno a livello potenziale,
nel senso dell'attenzione agli arrangiamenti, alle sfumature, alle
caratteristiche peculiari di ogni canzone. Si ha spesso la sensazione che
Baglioni si preoccupi più della quantità del "cibo" somministrato al pubblico,
che della sua accurata preparazione. E siccome - anche se magari il timbro si è
un po' arrochito rispetto ai tempi migliori, e sui bassi l'enunciazione tende un
po' perder chiarezza - Baglioni i fondamentali ce li ha tutti, noi ci aspettiamo
ancora da lui, in futuro, un ulteriore colpo d'ala, il disco (e il concerto
anche) misurato, profondo, intenso e meno prolisso e ridondante, che ancora ci
deve dare. Qualche pezzo della più recente produzione è di buon livello ( Mai
più come te, Quei due ), ma complessivamente sono ancora i già citati hit del
passato (e mettiamoci anche Fotografie e Ragazze dell'Est , quadretti assai
riusciti, e La pubblicità divertente, anche come rappresentazione scenica con
Claudio ai fornelli) a distinguersi in un campionario che altrimenti non sfugge
a manierismi e un po' di routine. Manierismi e routine che sono comunque del
tutto graditi al consistentissimo pubblico del cantautore che a lui continua a
profondere ovazioni e tripudii. Beppe Montresor
(Il Gazzettino 6 Dic.)
Io sono qui, anzi,
come recita ...
Io sono qui, anzi, come recita il verso della canzone, io sono vivo e sono qui!
E la casa di Crescendo riapre finalmente le porte per invitarvi a passare
insieme una nuova notte di note e di emozioni. Dopo il leggero infortunio di
Treviglio che mi ha costretto a una settimana di riposo forzato il viaggio è
ripartito da Verona, dove siamo stati ieri e dove resteremo anche oggi. È il
viaggio di questi 35 anni di strada, molta della quale fatta fianco a fianco,
crescendo il piccolo grande sogno dello stare insieme, raccontando storie,
scambiandoci pensieri, e versando gli uni negli altri le energie che ci aiutano
a proseguire e a continuare il nostro crescendo nella vita.
Claudio Baglioni
(Il Gazzettino 6 Dic.)
Ripartito il "Crescendo tour" di un
Baglioni ricucito
Dopo aver rimediato quindici punti di sutura alla gamba cadendo malamente sul
palco a più pedane mobili del suo concerto, davanti ai fan radunati al palasport
di Treviglio, Claudio Baglioni ha ripreso ieri neanche troppo claudicante il suo
"Crescendo tour" con il primo dei due spettacoli previsti al Palasport di
Verona. Esaurito lo show di ieri, ancora un migliaio di biglietti disponibili
per quello di stasera, con diverse modifiche in corso d'opera. Rispetto
all'esordio torinese sono state modificate le luci, che ora caratterizzano
maggioremente le primi tre fasi dello show, ed è stato arricchito il finale, che
rappresenta il raggiungimento del successo e diventa un vero e proprio concerto
nel concerto con luci motorizzate, fumi, e tastiere che arrivano in volo. Altri
momenti scenici vanno aggiungendosi data dopo data e già lo show di stasera sarà
probabilmente un po' più ricco di trovate di quello di ieri. Lunedì sarà a
Trieste e il 26 gennaio al Palaverde di Villorba (tv).
(Il Gazzettino 5 Dic.)
TRIESTE -Approderà lunedì sera, ...
TRIESTE -Approderà lunedì sera, alle 21, nel PalaTrieste del capoluogo giuliano,
il nuovo tour di Claudio Baglioni che segue a distanza molto ravvicinata quello
trionfale della scorsa estate nei grandi stadi, dove - con 120 metri di palco,
un supergruppo di 6 musicisti, un'orchestra di 33 elementi, 34 ballerini e più
di 300 performer ogni sera sul palco - ha messo in scena il più grande
spettacolo musicale mai prodotto e realizzato nel nostro Paese, per la gioia
incontenibile di oltre 320.000 spettatori in otto date.
Dimensione decisamente «più raccolta, più essenziale, più intima», spiega lo
stesso cantautore, ma certo non meno spettacolare («anche perché alla fine
saranno anche quasi tre ore di musica!»), quella di questo nuovo tour, che -
precisa lo stesso Baglioni - «non sarà né una replica in tono minore, né un
riassunto dello show dell'estate», bensì «un progetto radicalmente nuovo»,
maturato «parallelamente, se non, addirittura, prima di quello del tour degli
stadi». Un progetto che «si snoda lungo un percorso narrativo estremamente
innovativo, ricco di sorprese e colpi di scena, nel quale ambientazione scenica,
linguaggio gestuale e musica daranno vita ad una proposta-spettacolo ricca di
emozioni ed energia».
Ancora una volta, quindi, Baglioni gioca la carta dell'innovazione e della
ricerca espressiva e visiva, per incastonare in un nuovo habitat scenico e
narrativo un repertorio assolutamente unico, nel quale trovano posto alcuni tra
i più grandi successi della musica popolare italiana di sempre, accanto alle
nuove proposte della sua più recente produzione musicale.Le prevendite dei
biglietti (parterre numerato 48,30; tribuna telescopica numerata 42,50; primo
anello numerato 36,80; secondo anello libero 26,50) sono tuttora attive a
Trieste Utat Point (040 630063); Monfalcone, La Luna (0481 790290); Gorizia,
Musical Box (0481 536647); Cervignano, Am Music (0431 31595); Palmanova,
Videostar (0432 923536); Codroipo, Dischi Eugenio (0432 906217); Udine, Angolo
della Musica (0432 505745) e Natural Sound (0432 508586); Latisana, Azalea
Promotion (0431 510393); Tricesimo, Foto Flash (0432 854242); Gemona,
Cartolibreria Coccinella (0432 981305); Tolmezzo, Spazio 1999 (0433 466445);
Manzano, Il Quadrifoglio (0432 754319); Pordenone, Good Music (0434 27036);
Sacile, Music Box (0434 72693).
(Giornale di Vicenza 5 Dic.)
Cantautori Doc. Doppio appuntamento nella città di Giulietta e Romeo per il
tour invernale dell’artista romano
Il Commendatore dell’amore
Il «Crescendo» tour di Baglioni stasera e domani al Palasport di Verona
Verona. Sintonizzato sull’ultimo cd «Sono io. L’uomo della storia accanto», dove
il filo conduttore è l’amore in tutte le sue forme e manifestazioni, il
«Crescendo» tour invernale di Claudio Baglioni farà una doppia sosta nel
Palasport scaligero dopo l’incidente di Treviglio che lo ha costretto a
rimandare alcune date.
Stasera e domani, infatti nell’ambito della rassegna «Cantautori Doc»
organizzata dal Comune in collaborazione con Eventi, il «Commendatore
dell’amore» con i suoi successi farà tornare a sognare tre generazioni di
Giuliette e Romeo.
Ancora una volta, dunque, Baglioni gioca la carta dell’innovazione e della
ricerca espressiva e visiva, per incastonare in un nuovo habitat scenico e
narrativo un repertorio assolutamente unico.
Era il 1970 quando il singolo «Signora mia» lo fece conoscere al grande
pubblico. Poi uscirono «Questo piccolo grande amore» (definita la «canzone più
bella del secolo», ndr ), «E tu», «Sabato pomeriggio», «Poster» e tantissimi
altri successi, con gli album «Avrai» e «La vita è adesso», «Oltre», alla fine
degli anni ’90, e perfino in televisione con le trasmissioni al fianco di Fabio
Fazio, quasi contemporanee all’uscita, nel ’95, di «Io sono qui».
Sono passati 30 anni esatti dal suo primo tour italiano: era il 1973. Baglioni,
il cantautore italiano più a-politico che la storia abbia mai conosciuto, ha
saputo reinventarsi e catturare un pubblico vastissimo. Ed eccolo qui oggi,
questo «Richard Gere del pentagramma» nostrano, pronto a percorrere ancora una
volta l’Italia per abbracciare i suoi affezionatissimi fans.
Ma stavolta il 52enne cantautore romano ha scelto una dimensione decisamente
«più raccolta, più essenziale, più intima». Ma non per questo il concerto si
annuncia meno spettacolare, dopo che la scorsa estate oltre 320.000 spettatori
lo hanno applaudito negli stadi di 8 città per quello che è stato riconosciuto
come il più grande spettacolo musicale mai prodotto e realizzato nel nostro
Paese (120 metri di palco, un supergruppo di 6 musicisti, un'orchestra di 33
elementi, 34 ballerini e più di 300 performer).
Alla base del nuovo disco ci sono infatti due esigenze: quella di riaffrontare e
ripensare i momenti più importanti e carichi di significato della sua lunga
carriera e al tempo stesso voltare pagina.
Il concerto comincerà alle 21 e durerà più di tre ore. Cancelli aperti dalle 19.
Prevendite: Box Office 045 8011154, nelle filiali di UniCreditBanca. Per
ulteriori informazioni: Eventi 045 8039156. di Giuseppe Mazzei
(Brescia oggi 5 Dic.)
E in gennaio sarà a
Brescia
Il concerto bresciano di Claudio Baglioni sarà il primo evento di un cartellone
cittadino che si preannuncia ricco di proposte di grande richiamo. Un evento
talmente atteso che già si pensa ad un raddoppio: alla data già annunciata del
23 gennaio, potrebbe quindi aggiungersene un’altra nella serata del 24, sempre
nella cornice del Palafiera. Le prevendite dei biglietti continuano nei punti
convenzionati: i biglietti costano 48, 42,50, 36,50 e 26,50 euro, a seconda del
posto.
(L'Arena 4 Dic)
Nostra intervista. Il cantautore rassicura i fan dopo la caduta
a Treviglio: «Sto bene nonostante quindici punti di sutura»
«Io, l’uomo della storia accanto»
Claudio Baglioni in concerto domani e sabato al Palasport
Trattandosi di un personaggio di enorme e duratura popolarità, che viene spesso
soprannominato il "Divo Claudio", parrebbe difficile da credersi, ma fuori dalle
luci del palco Claudio Baglioni si pone veramente come «l'uomo della porta
accanto», per parafrasare il suo ultimo album («Sono io. L’uomo della storia
accanto»). Se ne ricorderà chi era presente, per esempio, a quegli incontri con
il pubblico che anche a Verona il cantautore romano tenne qualche anno fa
(all'Hotel Due Torri) prima del concerto serale. Forse anche questo è uno dei
motivi del suo successo ad ampio raggio. Anche dalla cornetta del telefono, per
una chiacchierata in vista del doppio concerto scaligero al Palasport (domani e
sabato con inizio alle 21 per la rassegna «Cantautori Doc»), arriva la
sensazione di una persona "alla mano" e spiritosa, arguta e con i piedi ben per
terra. Ci rassicura innanzitutto, scherzandoci sopra, sul suo stato di salute,
dopo la caduta sul palco a Treviglio, che lo ha costretto ad annullare alcune
date del tour intitolato «Crescendo».
«I miei musicisti dicono che con questa caduta ho acquistato altri punti
(quindici, di sutura, ndr ). Scherzi a parte sono quasi completamente a posto.
Del resto lo dicevo anch'io, negli intermezzi parlati di "Incanto", il tour
acustico solista dell'anno scorso: io sono indistruttibile, o quasi. Mi è andata
bene, in verità, cadere così di schiena?tutta colpa mia, mi sono dimenticato di
certe soluzioni nella scenografia?e il bello è che l'idea alla base del progetto
scenografico di questo tour è mia. Il senso di questo allestimento, piuttosto
ponderoso e complicato - ma adesso l'abbiamo un po' ripulito - non è quello di
stupire il pubblico, ma di comunicare una sorta di metafora della crescita. Da
lì il titolo del tour».
A Verona lei è venuto parecchie volte, in diverse situazioni. Qualche ricordo
particolare?
«Beh, sicuramente mi ricordo bene un concerto nel '96, era il tour "Rosso", e
anche lì mi sono fatto male, un forte strappo muscolare, poi però la tournée
proseguì benissimo, io sono uno di quei "calciatori" che vogliono scendere
comunque in campo?naturalmente scherzo, Verona è una città straordinaria, sono
sempre stato accolto con grande affetto dal pubblico. Ci ho fatto una delle mie
prime esibizioni, addirittura nel 1968, in un piccolo teatro di cui non ricordo
il nome, insieme ad altri giovani cantanti. Tra i tanti bellissimi ricordi, il
Festivalbar del 1976. Era un periodo di grande contestazione, e fui l'unico, tra
tutti i partecipanti, a non essere pesantemente fischiato».
Recentemente ha vinto il Premio Lunezia per i testi del suo ultimo disco, però
per molta critica la sua canzone è nazional-popolare per eccellenza?si sente un
po' snobbato come cantautore?
«No, assolutamente, non mi sento in debito o in credito con la critica, a volte
sin troppo generosa con me?e poi con l'età si acquista saggezza?a me il pop
piace, non mi disturba se mi definiscono così, l'importante è liberare la mente
da troppi schematismi».
I suoi concerti, negli ultimi anni, sono sempre molto lunghi, tre ore o più.
Scelta o necessità, generosità o narcisismo?
«Probabilmente un po' di tutte queste cose messe insieme. La dimensione dal vivo
è l'unico vero momento di incontro con il pubblico. Mi piace il mio mestiere,
quando canto sono davvero felice, sfioro l'estasi per così dire. E poi credo che
chi, come me, è in giro da tanti anni, e ha dal pubblico una tale risposta, si
senta in debito, si senta di dover sempre ripagare il successo avuto. Se non si
sente questo, e se va persa la curiosità di provare cose nuove, non ha senso, ma
già dopo vent'anni, continuare a cantare?»
Beppe Montresor
(L'arena 3 Dic.)
Cantautori doc. Tre gli appuntamenti: il cantautore e l’autrice
di «Ladra di vento» al Palasport, la rivelazione di Sanremo al Filarmonico
Il divo Claudio e 2 stelle femminili
Doppietta di Baglioni venerdì e sabato,
poi Elisa l’8 e Giorgia l’11
«Soprattutto il concerto di Giorgia, giovedì 11 al Palasport, sarà un banco di
prova fondamentale, che potrà anche condizionare la portata dei futuri eventi
musicali in città. L'aspettativa del pubblico scaligero è di alto livello, e
siamo convinti che le scelte effettuate ci daranno ragione». Così Luciano
Guerrini, assessore allo Spettacolo e anche allo Sport (in questo caso le
deleghe si incontrano, visto l'utilizzo del Palasport come sede di alcuni
concerti), ieri in conferenza stampa al Liston 12, insieme ad Ivano Massignan,
presidente di Eventi, per presentare e "benedire" la "settimana di fuoco" della
rassegna Cantautori doc.
Si comincia con la "consueta" doppietta di Claudio Baglioni, venerdì (tutto
esaurito) e sabato (ancora qualche biglietto) al Palasport. E' un tour nato tra
mille difficoltà, quello avviato da Baglioni con il titolo Crescendo un paio di
settimane fa. Prima le polemiche a Genova, per un disguido dell'organizzazione
che ha venduto più biglietti di quelli effettivamente disponibili, poi
l'infortunio del Divo Claudio a Treviglio, caduto di schiena da un livello
all'altro della piattaforma con conseguente forte botta, quindici punti di
sutura, e il forzato annullamento di alcuni concerti.
«Siamo stati in apprensione», spiegava Massignan, «per questo concerto. Adesso
Claudio si è rimesso, abbiamo risolto qualche problema relativo ad un apparato
scenografico elaborato e complesso, per cui ci è stato richiesto un giorno e
mezzo in più di utilizzo del Palasport che, grazie alla disponibilità
dell'assessore Guerrini, siamo riusciti ad ottenere. Diciamo che le due tappe di
Verona costituiscono la vera "prima" del nuovo tour di Baglioni, che dopo la
sosta è stato un po' limato e corretto». Il concerto comincerà alle 21, e sarà
molto lungo, più di tre ore. Cancelli aperti alle 19.
Dal Palasport al Teatro Filarmonico, lunedì 8 sempre alle 21, per il recital
acustico di Elisa (vincitrice dell’ultimo Festival di Sanremo) giovane astro ma
stabilmente illuminato, della nuova canzone italiana (anche se lei predilige
l'inglese). Anche Elisa, come il "quasi architetto" Baglioni (a Claudio mancano
pochi esami alla laurea) si è curata in prima persona della scenografia e
dell'apparato video per questo tour, intitolato Lotus come il suo ultimo disco.
Dicevamo, infine, la grande scommessa di Giorgia, al Palasport giovedì 11
dicembre.
«Per Elisa», ha detto Massignan, «siamo molto contenti, perché al Filarmonico
manca già poco all'esaurito. La particolarità del concerto di Giorgia (il cui
ultimo successo è Ladra di vento ) sta in un allestimento scenografico lussuoso,
di alto livello e grande impatto, sintomatico del cambiamento d'immagine voluto
dalla cantante romana, che si propone in versione "femme fatale". Ci sono
musicisti di caratura internazionale, l'arrangiatore è lo stesso di Whitney
Houston. Insomma è un appuntamento di grossa portata, che spero venga recepito
dal pubblico veronese. Ci teniamo ancora più del solito, insomma, al tutto
esaurito, perché è uno spettacolo che, non lo nascondo, ci costa molto». Beppe
Montresor
(La citta' di
Salerno 3 Dic.)
Baglioni a Eboli con un
tour spettacolo
Data fissata al 23 febbraio L'esibizione durerà tre ore
Dopo i teatri il cantautore torna alle mega strutture
Si intitola '' Crescendo'' la lunga tournèe invernale che Claudio Baglioni sta
portando in giro in tutta Italia dallo scorso 21 novembre. Una torunèe che
toccherà il prossimo 23 febbraio farà tappa anche nella nostra provincia,
fermandosi al Palasele di Eboli. Il tour, presentato dallo stesso Baglioni al
''Maurizio Costanzo Show'' lo scorso 10 novembre, vedrà impegnato il cantautore
in ben cinquantuno concerti, per i quali i biglietti sono in gran parte già
esauriti. Oltre che musica, il tour promette anche spettacolo. L'esibizione avrà
una durata di circa tre ore, in cui tra cinque cambi di palco, posto al centro
rispetto agli spettatori, il cantautore romano ripercorrerà la sua carriera
artistica dai tempi in cui si esibiva nelle cantine, per poi passare via via a
spazi sempre più ampi, fino ad arrivare agli stadi. Baglioni torna così alla
formula del concerto-spettacolo, inaugurata in grande stile, tra scenografie e
balletti, con il tour ''giallo'' del 1995 e poi abbandonata per un'esibizione
più intimistica, che lo ha portato a calcare i palcoscenici teatrali, tra cui
quello del Verdi a Salerno. Adesso si torna alle mega strutture, con un tipo di
concerto più ''movimentato'', che il 26 novembre è costato all'artista anche un
piccolo infortunio. Stava suonando a Treviglio, in provincia di Bergamo, quando
a pochi minuti dalla fine del concerto, ha messo un piede in fallo ed è caduto.
Stava suonando ''Io sono qui'' e non si è reso conto di stare troppo vicino al
bordo della pedana rialzata che occupa il centro del palco a quel punto dello
show. Quindi ha messo un piede nel vuoto ed è piombato sul palco sottostante.
Devo riconoscere di essere stato, ancora una volta, fortunato. Risultato: una
quindicina di punti di sutura alla gamba sinistra e un po' di spavento. Ma il
tour continua, e il 23 febbraio farà tappa regolarmente a Eboli. Claudio
Baglioni, 52 anni splendidamente portati, tanto da far sussurrare i maligni di
un suo passaggio sotto i ferri di un abile chirurgo plastico, nasce a Roma il 16
maggio 1951 e nel 1965 partecipa ad un concorso di voci nuove del suo quartiere,
Centocelle. Nel 1968 compone le sue prime canzoni, tra cui '' Signora Lia'' e ''
Interludio, e nel 1970, dopo aver partecipato all'edizione del '' Disco per
l'Estate'' realizza il suo primo album. Nel 1972 esce il terzo album, ''Questo
piccolo grande amore'', che conquisterà la vetta di tutte le classifiche
discografiche e lo consacrerà al successo. Nel 1974 con ''E tu'' vincerà il
Festivalbar, cui seguirà, nell'anno successivo il sesto album, ''Sabato
pomeriggio'', e la prima tournèe internazionale. Nel 1981 esce il nono album,
''Strada facendo'', che lo porterà ad esibirsi negli stadi. Il doppio album ''Alè-oo'',
del 1983, venderà oltre un milione di copie, e il tour omonimo totalizzerà un
milione di spettatori. Nel 1990, dopo due anni di lavorazione, esce '' Oltre'',
album, raccolta di venti canzoni con ospiti Pino Daniele, Richard Galliano,
Danilo Rea, Mia Martini e molti altri artisti. Dagli anni ''90 al 2003 prosegue
sia la produzione discografica quanto l'attività concertistica, che lo porterà a
registrare sempre il tutto esaurito. Artista dai grandi numeri sia al botteghino
che nei negozi di dischi, Claudio Baglioni trova la sua forza nell'aver ha
saputo conquistare le nuove generazioni senza deludere i vecchi fan, che
continuano a seguirlo nei suoi nuovi lavori. Paola Primicerio
Infortunio (di Claudio)
Cosa volete che vi dica? Evidentemente hanno ragione le statistiche! Secondo
loro, infatti, il maggior numero di incidenti avviene proprio dove ci sentiamo
più sicuri: tra le quattro pareti di casa. Sul palco di "Crescendo" le pareti
non ci sono, ma la casa si, e nemmeno io sono risultato immune dalla dura legge
delle statistiche. Mercoledì scorso, infatti, a Treviglio, quando ormai
mancavano pochi minuti alla fine del concerto, sono stato vittima di un piccolo
infortunio, che mi costringe a qualche giorno di riposo forzato. Stavo suonando
"Io sono qui", non mi sono reso conto che mi muovevo pericolosamente vicino al
bordo della pedana rialzata che occupa il centro del palco a quel punto dello
show. Ho messo un piede nel vuoto e sono piombato sul palco sottostante. Devo
riconoscere di essere stato, ancora una volta, fortunato. In quella situazione,
quel tipo di caduta avrebbe potuto avere conseguenze ben più serie. Invece, me
la sono cavata (si fa per dire) con un certo spavento (soprattutto tra quanti
hanno assistito alla scena), una gran botta e una quindicina di punti di sutura
alla gamba sinistra. Un piccolo neo sulla pelle splendida di questo nuovo tour
-"Crescendo"- davvero fortunatissimo, sia per quanto riguarda l'accoglienza e il
gradimento del pubblico, che per il giudizio della critica. Entrambi, infatti,
parlano di "Crescendo" come del tour più bello in assoluto tra i molti proposti
in questi trentacinque anni di musica e devo dire che…cominciano a convincere
anche me! Un infortunio del genere si era verificato anche durante il "tour
rosso" e, da un momento che sembrava sfortunato, era venuto fuori un tour epico.
Era l'ultimo segno che mancava per rendere epico anche "Crescendo", che ora ha
davvero tutte le carte in regola (anche sotto il profilo della tradizione
scarmantica) per imporsi nel mio cuore -e, mi auguro, anche nel vostro- come uno
dei momenti più intensi, appassionati e appassionanti tra i molti, bellissimi,
che abbiamo trascorso insieme. Approfitto di questo piccolo spazio, per
ringraziarvi per le straordinarie manifestazioni di affetto e di simpatia che mi
avete rivolto. In pochissime ore sono stato davvero sommerso da un oceano di
e-mail, lettere e telefonate, e direi davvero una cosa non vera se sostenessi
che non mi hanno fatto piacere. Mi hanno reso davvero felice e-ancora una volta-
mi hanno fatto sentire tutto il calore e l'energia che dà camminare insieme a
voi da così tanto tempo su questa strada, e mi hanno trasmesso una carica ed una
voglia ancora più grande e più forte di tornare a percorrerla insieme al più
presto. Ora che mi sono rimesso in sesto e questa "rammendatina" ha già fatto
effetto, la porta della casa di "Crescendo" si apre di nuovo per accogliervi
tutti, nell'abbraccio più grande e più caldo tra quelli che musica e parole
sanno costruire. Ci vediamo a Verona il 5 e il 6 dicembre .
Claudio.
Corriere Romagna 30 Nov.)
Il regalo del Vidia arriva dopo
Natale Capossela in concerto a Santo Stefano
CESENA - Vinicio Capossela sceglie sempre date significative per venire a
suonare in Romagna. L'anno scorso era apparso al Naima di Forlì per San
Valentino, con un concerto composto integralmente - o quasi - di canzoni
d'amore. Quest'anno invece arriva per Santo Stefano, un concerto in cui - ma si
spera di no - potrebbe sentirsi più buono, visto il clima natalizio. Il teatro
del suo spettacolo sarà il Vidia rock club di San Vittore di Cesena. Capossela
attualmente non è in tournée, ma come spesso succede dedica un concerto ai suoi
fan più accaniti, quelli che lo seguono anche sotto le festività. I biglietti
per lo show dell'originale artista sono già in prevendita, dunque chi vuole
vedere questo live deve sbrigarsi.Si dice che sia un periodo duro per il
panorama dei grandi concerti, ma qualche tour gustoso in giro c'è. Come quello
di Claudio Baglioni, che tocca molte città dello Stivale. Il tour è "vittima"
dell'infortunio imprevisto del cantante romano, ma intanto prosegue la
programmazione delle nuove date. A giorni dovrebbe essere confermata anche
quella che avrà luogo a marzo, o al più tardi ad aprile, al Palafiera di Forlì.
A Baglione piace parecchio il palazzetto forlivese, e qui è già stato
protagonista di vari concerti: nel '92 vi si fermò per ben tre date.s.a.
(Il Messaggero 30 Nov.)
Si è concluso il concorso del Messaggero, ecco i vincitori
Superati per Baglioni i 6000 biglietti
PESARO E' ancora dolorante Claudio Baglioni per il brutto incidente occorsogli
a Treviglio e che lo ha costretto ad una
brusca interruzione del tour "Crescendo". Alcuni giorni di riposo, poi la
macchina dello show-businnes si rimetterà in moto
compresi i "recuperi" delle date saltate a causa della caduta dal palco.
A Pesaro, nonostante la notizia del rinvio del concerto, è ripresa in pieno
anche la prevendita dei biglietti. I fans del cantante, per nulla scoraggiati
dall'incidente, hanno continuato ad assediare le prevendite che sembrano essere
arrivate ad oltre 6 mila tagliandi. Pochi quelli che invece hanno richiesto la
restituzione dei soldi spesi (a questo proposito gli organizzatori informano che
il biglietto sarà valido per il 15 gennaio ma che non potrà essere in alcun modo
rimborsato).
Intanto si è concluso il concorso riservato ai lettori del Messaggero. Centinaia
di tagliandi hanno inondato la redazione da tutta la regione. Ecco i dieci
lettori che potranno assistere gratuitamente all show: Ivana Nucci, Rossella
Renzi, Ilaria Bucchi, Anna Bressanello, Michela Andreuccioli, Matteo Canestrari,
Vincenzo Laza, Serenella Fraternale, Elisabetta Podrini.Fiorenza Pizzicotti.
C.S.
(Giornale di Brescia 28 Nov.)
Baglioni cade sul palco: tour fermo fino al 5 dicembre
INCIDENTE L'ALTRA SERA A TREVIGLIO
TREVIGLIO - Incidente sul palco per Claudio Baglioni, l'altra sera durante la
prima data di Treviglio del tour "Crescendo". A pochi minuti dalla fine del
concerto, durante l'esecuzione di "Io sono qui", il cantante ha perso
l'equilibrio ed è scivolato sul palco, cadendo a terra. Baglioni ha cercato di
concludere l'esibizione ma è stato costretto a dare forfait per il dolore alla
gamba. Soccorso dai medici in servizio al palazzetto, è stato portato
all'ospedale, dove gli è stata suturata con quindici punti una ferita alla
gamba. Nulla di grave, ma il cantante romano ha dovuto rinunciare alla replica
di stasera del concerto a Treviglio (spostata al 19 gennaio), mentre slitteranno
anche le date di Bologna (da domani al 17 gennaio), Pesaro (dal 1 dicembre al 15
gennaio) e Varese (dal 3 dicembre al 21 gennaio), per le quali resteranno validi
i biglietti già acquistati. Il tour "Crescendo" riprenderà da Verona (5 e 6
dicembre al Palasport). Confermata la data bresciana del 23 gennaio al Palafiera
(il promoter Cipiesse sta pensando a un raddoppio) per la quale sono disponibili
i biglietti: 48 ? (I parterre), 36,50 (II parterre), 42,50 (tribuna num.) e
26,50 (parterre non num.), tutti compresa prevendita. Info 030-2791881.
(Il Messaggero 28 Nov.)
L'incidente è avvenuto al termine dello spettacolo a Treviglio, l'artista
medicato con 15 punti di sutura a un ginocchio
Canta "Io sono qui" e cade giù dal palco
Baglioni vittima di un infortunio, rinviato il concerto di lunedì al Palas
PESARO Si è fermata nelle prime ore della mattinata di ieri la corsa al
biglietto per il concerto pesarese di Claudio Baglioni in programma per lunedì
prossimo al Bpa Palas. Concerto rinviato per un incidente capitato al cantante
romano a conclusione della serata di Treviglio, la prima del nuovo tour
"Crescendo".
La notizia dell'infortunio di Baglioni è arrivata al telefono dell'agenzia Anno
Zero di Ancona (organizzatrice della serata al Palas) e subito dopo al box
office cittadino di via Milano interrompendo di colpo le prenotazioni di
biglietti per la data pesarese che è stata rinviata ufficialmente al 15 di
gennaio. Inizio di tour sfortunato per Claudio Baglioni che a Treviglio ha
rimediato una brutta caduta dal palco quasi al termine del concerto. Niente di
grave a quanto pare per l'artista romano al quale i medici hanno prescritto
riposo assoluto per qualche giorno a causa di un trauma alla gamba sinistra.
L'incidente - secondo quanto ha riferito l'agenzia del cantante - è avvenuto
durante l'esecuzione di uno dei brani più recenti, "Io sono qui", e quando
mancavano pochi minuti alla fine del concerto. Baglioni ha perso l'equilibrio ed
è scivolato senza peraltro interrompere il brano. Subito dopo è stato visitato
dai medici in servizio al palazzetto dello sport di Treviglio e successivamente
trasportato per un controllo al pronto soccorso della cittadina dove i medici
gli hanno applicato ben quindici punti di sutura. Ma sull'incidente è ancora
mistero. La versione del managment del cantante non collima infatti con alcune
voci circolate nell'ambiente che riferivano di una sorta di malessere del
cantante che avrebbe provocato la caduta dal palco. Tutto comunque è rimandato
comprese altre tre date del lungo tour che riprenderà regolarmente il 5
dicembre.
Intanto gli organizzatori del concerto pesarese comunicano che i biglietti
venduti (oltre 5 mila), sono validi anche per la data del 15 gennaio e che
comunque non potranno essere rimborsati. "Il solo annullamento della data -
spiegano alla prevendita - dà diritto al rimborso del biglietto". Non cambia
nulla per il concorso riservato ai lettori del Messaggero. I tagliandi potranno
essere recapitati entro oggi alla redazione pesarese del giornale in via
Marsala. Il nome dei vincitori (dieci), sarà pubblicato domenica sulla pagin
"Giorno e notte" e saranno gli stessi che avranno diritto ad entrare gratis al
concerto del 15 gennaio. di CLAUDIO SALVI
(Corriere adriatico 28 Nov.)
Lo scivolone di Claudio
Baglioni cade durante un concerto La
data di Pesaro slitta al 15 gennaio
ANCONA - Un passo falso e... giù dal palco. Una caduta che gli è costata ben
quindici punti di sutura ad una gamba e la sospensione momentanea del tour.
Claudio Baglioni tornerà sulle scene del "Crescendo tour" il prossimo gennaio. E
tra le date che slitteranno il primo mese del 2004 c'è anche Pesaro. Ed invece
del primo dicembre, il Claudio Nazionale si farà vedere nelle Marche il 15
gennaio. Una notizia spiacevole per i fans marchigiani del nostro. Ma subito
"alleviata" da una possibile presenza anconetana in coda alle altre tappe
italiane del "viaggio" dal vivo. Nella serata di Treviglio, a tre canzoni dal
termine, sul brano "Io sono qui", Baglioni sembra aver indietreggiato un po'
troppo rispetto alle dimensioni del palco. Aver perso l'equilibrio ed essere
caduto sul parterre. Imperterrito, in un primo momento, sembra aver avuto anche
intenzione di proseguire fino alla fine. Ma poi il dolore deve essersi fatto
maggiore. Trasportato all'ospedale locale è stato sottoposto a medicazioni e ad
alcune lastre radiografiche. Dopo un'ora e mezza è stato dimesso dal nosocomio
bergamasco. Nel primo pomeriggio di ieri il rientro a Roma. Dunque, dopo la
bagarre dell'assegnazione dei posti con la presumibile vendita doppia dello
stesso tegliando a Genova, che gli è valso un ruolo di "pacere" tra pubblico ed
organizzazione con tanto di forze dell'ordine sul palco che cercavano di sediare
gli animi dei "male alloggiati", ora anche la "sosta forzata". Peccato perchè in
questo spettacolo, Baglioni ha dato anima ed, è il caso di dire... corpo. Uno
show che si celebra in tre momenti per una durata di più di tre ore e mezza. Una
sorta di "casa della musica" per un appuntamento "didascalico". Partendo da una
cantina a pian terreno per passare poi ad un ingresso-cucina con tanto di
pentole e fornelli fino ad arrivare ad un terrazzo posizionato al terzo piano
della dimora virtuale con canocchiale e camino fumante. Tre luoghi distinti per
le tre tappe fondamentali del sogno-vita del cantautore romano concretizzatosi
in scena con pedane che si alzano fino al soffitto e scendono fino a terra e
luci e tastiere che "arrivano dal cielo" mentre cambiano scene ed atmosfere di
un percorso di 35 anni di note. Tra le date variate risulta anche la vicina
Bologna, che dal 29 è scivolata al 17 gennaio oltre alla replica di Treviglio
del 27 che sarà recuperata il 19 gennaio e Varese il 21 gennaio. Il tour
riprenderà regolarmente a partire da Verona il prossimo 5 e 6 dicembre.
L'organizzazione Anno Zero fa sapere che i biglietti acquistati per la data di
Pesaro sono comunque validi per il 15 gennaio e che le prevendite continuano
regolarmente. Per maggiori informazioni si può contattare il T.Box 071.2901224
dalle 10.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 19.30.ERIKA BARBACELLI
(Rockol.it 27 Nov.)
Riprenderà il 5 dicembre da Verona il
tour di Claudio Baglioni
Interrotto per un lieve infortunio di Claudio Baglioni (vedi News), il
"Crescendo" tour riprenderà il prossimo 5 dicembre da Verona. Sospese, dunque,
le imminenti date in calendario per essere recuperate in seguito (quella del 27
novembre a Treviglio verrà recuperata il 19 gennaio 2004, quella del 29 novembre
a Bologna è stata spostata al 17 gennaio, quella del 1 dicembre a Pesaro è in
programma per il 15 gennaio e quella del 3 dicembre a Varese sarà recuperata il
21 gennaio). I biglietti già acquistati resteranno validi.
Intanto l'ufficio stampa del cantautore fa sapere che Baglioni sta bene ma, come
prescritto dai medici, dovrà rimanere a riposo assoluto per qualche giorno a
causa di un trauma alla gamba sinistra. Per ulteriori informazioni relative ai
concerti il numero da comporre è: 02/4805731.
Baglioni infortunato, saltano alcune date del tour
Sono state confermate dalla Friends&Partners (agenzia organizzatrice del
"Crescendo" tour) le voci diffuse dai fan di Claudio Baglioni che, ieri 26
novembre, presenti alla data di Treviglio, hanno visto il loro beniamino cadere
dal palco e ferirsi lievemente. Dal racconto dei "baglioniani", il cantautore
romano avrebbe interrotto lo spettacolo (giunto quasi al termine) per poi essere
trasportato in ospedale dove avrebbe ricevuto alcuni punti di sutura.
Confermato, inoltre, l'annullamento di alcune date della tournée. Presto
maggiori dettagli.
(Alto Adige 28
Nov.)
Baglioni cade, stop allo show
Rinviati alcuni concerti, confermati quelli di Trento
TRENTO. Sembra nato sotto una cattiva stella il nuovo show di Claudio Baglioni
che il 10 e l'11 dicembre farà tappa a Trento: dopo il caos sucesso a Genova dve
l'artista ha dovuto interrompere il concerto per la gazzarra scatenata da
spettatori che avevano biglietti riservati in posti già assegnati, l'altra sera
a Treviglio (Bergamo) l'interruzione è stata dovuta ad un incidente: Baglioni è
stato medicato e poi dimesso in nottata dall'ospedale di Treviglio per un
piccolo incidente occorsogli durante il concerto che stava tenendo nel
palazzetto dello Sport della cittadina lombarda. Baglioni si stava esibendo
davanti a 3500 persone, quando tre canzoni prima della fine dello spettacolo, ha
perso l'equilibrio cadendo a terra. L'artista ha cercato di continuare e
concludere lo spettacolo ma ha dovuto rinunciare per il dolore ad una gamba.
Slitteranno le date di fine novembre e fino al 4 dicembre ma sono già state
confernate quelel successive: a Verona (5/6 dicembre Palasport) e proseguirà con
le date di Trieste (8 dicembre Palatrieste), Trento (10/11 dicembre Palasport),
Arezzo (13 dicembre Centro Affari), Montecatini (PT) (15 dicembre Palasport),
Cuneo (17 dicembre Palasport).
Da
tg.com 27 Nov.
Baglioni si fa male,show interrotto
Cade durante il concerto di Treviglio
Un lieve incidente ha costretto Claudio Baglioni a interrompere il primo
concerto in programma a Treviglio. Il cantautore, durante la performance, ha
perso l'equilibrio cadendo a terra e riportando un trauma alla gamba sinistra.
Trasportato all'ospedale di Treviglio, è stato medicato e subito dimesso ma
dovrà restare in assoluto riposo per alcuni giorni. A causa dell'infortunio,
slittano alcune date della tournée.
La replica del 27 novembre a Treviglio sarà recuperata il 19 gennaio 2004,
quella di Bologna in programma sabato 29 novembre, sarà recuperata il 17
gennaio, quella di Pesaro del primo dicembre il 15 gennaio, e quella di Varese
del 3 dicembre il 21 gennaio. Per le date recuperate sono validi i biglietti già
acquistati.
Il tour "Crescendo" riprenderà con regolarità da Verona (5/6 dicembre,
Palasport) e proseguirà con le date di Trieste (8 dicembre, Palatrieste), Trento
(10/11 dicembre, Palasport), Arezzo (13 dicembre, Centro Affari), Montecatini
(PT) (15 dicembre, Palasport), Cuneo (17 dicembre, Palasport).
BAGLIONI CADE IN
CONCERTO
Medicato e gia' dimesso dall'ospedale
di Treviglio (Bg)
(ANSA)- TREVIGLIO (BERGAMO), 27 NOV - Brutta nottata per Claudio Baglioni,
trasportato in ospedale per una caduta avvenuta ieri sera durante un concerto a
Treviglio. Si stava esibendo davanti a 3500 persone, quando, tre canzoni prima
della fine dello spettacolo, ha perso l' equilibrio cadendo a terra. Niente di
grave, per fortuna, per Baglioni che, portato poco prima dell' una all' ospedale
di Treviglio, ha riscontrato solo una ferita ad una gamba. Dopo un' ora e mezza,
il cantante e' stato immediatamente dimesso
(L'eco di Bergamo 27/11/2003)
Malore di Baglioni sul
palco, sospeso il concerto
Mancavano tre canzoni alla fine del primo dei due concerti di Claudio Baglioni
al palasport di Treviglio. Dall'inizio dello spettacolo, davanti a una platea di
3.500 persone entusiaste, erano passate quasi tre ore di musica intensa e
coinvolgente. Ma all'improvviso il cantante ha avuto un malore, un lieve
mancamento, si è accasciato sul palco ed è stato accompagnato dietro le quinte
e, successivamente, al pronto soccorso dell'ospedale di Treviglio per
accertamenti.
Claudio Baglioni ha perso l'equilibrio e si è ferito contro lo spigolo aguzzo
della struttura: un taglio alla gamba che ha reso necessario il trasporto al
pronto soccorso dell'ospedale. Il concerto quindi, poco dopo le 23.30, è stato
sospeso. Un addetto dell'organizzazione è salito sul palco per dare l'annuncio:
«Nulla di grave, ma Claudio non può tornare in scena».
Claudio lieve infortunio clicca qui (comunicato dal sito ufficiale)
Per internet su Genova
(Di Claudio)
Ci sono solo due cose che posso dire dopo quanto accaduto a Genova. La prima è
"mi dispiace". La seconda: "scusate". Le dico entrambe senza retorica, con
grande semplicità e chiarezza. Parole nude, che devono arrivare a destinazione
intatte, senza perdersi per strada. Mi dispiace.
E' così. Ed è un dispiacere grande quando incidenti di questo genere arrivano a
turbare l'atmosfera di un concerto. Perché il concerto è, per me, il momento più
prezioso, quello nel quale ognuno porta in dono la propria metà di sogno e,
unendola a quella dell'altro, cerca di dar vita ad un sogno più grande: il sogno
dello stare insieme.
E ancora di più mi dispiace perché quanto accaduto a Genova lunedì sera, viene a
turbare proprio i primi passi di un tour -"Crescendo"- che ho pensato e
costruito perché fosse lo spettacolo più bello, più intimo ed intenso, tra i
molti che ci hanno visti insieme in questi 35 anni di musica. Uno spettacolo che
ho voluto ambientare in una casa proprio perché -per una sera- potessimo abitare
insieme e condividere uno spazio che costruiamo insieme. Uno spazio di parole e
note, di ambienti e oggetti, uno spazio di pensieri e immagini di ieri, oggi e
domani. Uno spazio di emozioni. Una casa la cui porta possa essere sempre aperta
a tutti quelli che desiderano crescere questo piccolo sogno insieme a noi. E
dato che il valore di questo progetto per me è così alto, è facile capire come
altrettanto alto -se non di più- sia il dispiacere per quanto accaduto a Genova.
"Scusate", invece, lo dico facendomi carico di una responsabilità che non mi
appartiene.
Di quello che è successo, infatti, sono vittima anche io, tanto quanto tutte le
persone che hanno legittimamente rivendicato il diritto ad assistere allo
spettacolo e che -a causa di una gestione quantomeno approssimativa di chi ha
organizzato l'appuntamento di Genova- sono stati costretti ad assistere a tutt'altro
tipo di spettacolo rispetto a quello che immaginavano. Sono addolorato, umiliato
e arrabbiato quanto loro.
Quello che posso dire è che -oltre a trovare il modo per accogliere nella casa
di "Crescendo" quanti non hanno potuto assistere al concerto di lunedì- mi
impegnerò per evitare che questa inqualificabile bagarre sui biglietti possa
verificarsi ancora, pretendendo da chi si occupa degli aspetti relativi alla
gestione ed alla vendita dei biglietti, la stessa serietà, cura e
professionalità che si richiede a chiunque altro intenda lavorare ad una
produzione che porta il mio nome; serietà, cura e professionalità che, chiunque
desidera essere ospite della "casa" di "Crescendo", merita e ha tutto il diritto
di reclamare e ottenere.
Claudio
(Brescia oggi 26 nov:)
A Genova Concerto di
Baglioni, polizia sul palco
Genova . Caos l'altra sera al concerto di Claudio Baglioni al nuovo Mazda Palace
di Genova: a causa di un probabile errore di prevendita numerosi spettatori
erano in possesso di biglietti di settori inesistenti, ed è stato necessario l'
intervento della Polizia. Solo dopo l' intervento dell' artista, che ha convinto
il pubblico ad abbandonare la sala e a tornare al prossimo concerto, lo show è
inziato con un' ora di ritardo. Oggi intanto la Bag, la società che produce i
concerti di Baglioni, tramite un comunicato firmato dall' amministratore
Massimiliano Savaiano, ha reso noto di aver presentato un esposto contro ignoti
"affinchè le autorità competenti accertino il fondamento dei problemi legati al
concerto di ieri sera".
Il caos si è creato quando alcune decine di spettatori si sono accorte di essere
in possesso di tagliandi corrispondenti a settori inesistenti: subito è montata
la protesta, e mentre Baglioni intonava le pirme note di "Yesterday" dei Beatles
si è interrotto per ascoltare le rimostranze del pubblico.
Sul palco è salito anche l' organizzatore del concerto genovese che si è offerto
di rimborsare i biglietti a chi era rimasto senza posto.Dopo quasi un' ora il
concerto è iniziato ed è proseguito senza ulteriori interruzioni.
(Il secolo XIX 26 Nov.)
Il pasticcio del Mazda Palace
GIALLO RISOLTO Usata per errore la mappa
dei posti di un altro show. Il cantautore potrebbe tenere un nuovo concerto
Esposto contro ignoti del produttore di Claudio Baglioni
Un grossolano errore ha rovinato, l'altra sera, la festa al Mazda Palace nel
nome di Claudio Baglioni. Anzi, un pasticciaccio brutto: biglietti venduti (a
caro prezzo) per posti fantasma. Posti introvabili, dunque virtuali. Numeri,
file e settori scritti sul tagliando ma senza un riscontro sugli spalti e nel
parterre del palazzetto di Fiumara. "In realtà - spiegano alla "Duemila Grandi
Eventi", la società che ha organizzato lo spettacolo - i posti c'erano, tant'è
vero che sono stati venduti 5.754 biglietti (più 273 omaggi e 30 pass per stampa
e invitati) contro una capienza autorizzata di 6.541 spettatori".
Già, ma in molti sono diventati matti a cercare il posto indicato sul biglietto.
Alla fine un gruppo di fan si è seduto sul palco mentre nell'arena esplodeva una
salva di fischi. E ieri Massimiliano Savaiano, amministratore della società Bag
che produce il tour di Baglioni, ha presentato un esposto contro ignoti
"affinché le autorità competenti accertino eventuali responsabilità". La Bag sta
inoltre valutando la possibilità di inserire una nuova data per il pubblico
genovese.
"Mi sono seduta in prima fila perché del mio posto non c'era traccia", dice
Paola Lupi, assistente della polizia stradale, che al concerto ha sfidato a muso
duro gli stessi colleghi poliziotti. Cosa è accaduto? L'origine del caos è da
ricercare a monte. Nella fase di prevendita dei biglietti, con sistema
elettronico, da parte dell'agenzia TicketOne. Secondo gli organizzatori, i
biglietti computerizzati sono stati emessi sulla base di una mappa dei posti
riferita a Notre Dame de Paris, e quindi vecchia e superata. Un esempio? Il
settore "Tribuna centrale" era diventato "Tribuna est bassa". Chi lo sapeva?
Pochi.
"Chiamo i carabinieri se non mi fate sedere", gridava l'altra sera Amelia Vardi
agitando un biglietto (prezzo 36,50 euro) per la "Tribuna laterale Est Alta".
Dov'è? "Boh", hanno risposto uno dopo l'altro gli addetti di sala.
Ognuno per sé nella bolgia del nuovo palasport, a pochi minuti dallo show.
Risultato: il Mazda Palace non ha retto al primo, vero concerto da grandi
numeri.Enzo Galiano
(Alto Adige 26 Nov.)
Baglioni ferma lo show
Caos a Genova per la vendita di
biglietti difettosi
GENOVA. Caos l'altra sera al concerto di Claudio Baglioni - che sarà a Trento il
10 e 11 dicembre, al Palasport - al nuovo Mazda Palace di Genova: a causa di un
probabile errore di prevendita numerosi spettatori erano in possesso di
biglietti di settori inesistenti, ed è stato necessario l' intervento della
Polizia. Solo dopo l' intervento dell' artista, che ha convinto il pubblico ad
abbandonare la sala e a tornare al prossimo concerto, lo show è inziato con un'
ora di ritardo. Ieri intanto la Bag, la società che produce i concerti di
Baglioni, tramite un comunicato ha reso noto di aver presentato un esposto
contro ignoti. La Bag fa inoltre sapere che sta valutando l' opportunità di di
trovare all' interno del calendario del "Crescendo tour" una nuova data per il
pubblico genovese. Il caos si è creato quando alcune decine di spettatori si
sono accorte di essere in possesso di tagliandi corrispondenti a settori
inesistenti: subito è montata la protesta, e mentre Baglioni intonava le prime
note di Yesterday dei Beatles si è interrotto per ascoltare le rimostranze del
pubblico.
Sarebbe stata una scritta sopra alcuni dei biglietti venduti a creare il caos.
Lo ha precisato poi in una nota la GrandiEventi, organizzatrice genovese dello
show, secondo cui i tagliandi venduti sarebbero stati comunque inferiori al
numero di posti autorizzati. I biglietti erano di due tipi: quelli cartacei
venduti dalla GrandiEventi e quelli venduti tramite sistema elettronico. Proprio
questi ultimi riportavano la dicitura "tribuna centrale", utilizzata in un
precedente spettacolo dove il palcoscenico era collocato sul lato ovest del
palazzo e non già al centro come per il palco di Baglioni. Sarebbe stato proprio
questo dettaglio alla base dell' equivoco e del caos.
LA NAZIONE, SABATO 22/11/03 (Grazie a Claudia di Firenze)
TOUR / IN OTTOMILA
IERI SERA A TORINO PER UN DEBUTTO TRIONFALE.
CRESCENDO BAGLIONI
Claudio al suo meglio, tantissime emozioni: il palco si trasforma in una casa
piena di ricordi e fantasia
TORINO - Attacca con un sorprendente omaggio ai Beatles di "Yesterday". Forse è
solo un'impressione, ma Claudio Baglioni di questi tempi si diverte più a fare
concerti che ad incidere dischi. E non solo perchè oggi il mondo della musica è
quel che è, quanto per il privilegio di riannodare i fili con un pubblico che lo
ama incondizionatamente come quando furoreggiava in classifica con "E tu come
stai" o "Strada Facendo" riportando tutti indietro, attore e spettatori, ai
tempi in cui il marketing non s'era fagocitato i sentimenti e le passioni
parlavano ancora la lingua dei (suoi) dischi. Il "Crescendo Tour", portato al
debutto ieri sera tra gli ottomila del Palastampa di Torino, fa sua questa
voglia di esserci proiettando l'ultimo divo della canzone italiana in una
palazzina ideale, evocata da tre pedane mobili che si posano una sull'altra via
via che lo spettacolo passa dalla cantina al primo piano e da lì al tetto.
Evolvendo l'idea di più palchi messa in campo da Peter Gabriel nel suo "Growing
Up Tour" (anche il titolo è praticamente lo stesso) il cantore della maglietta
fina trova così il pretesto per variare suoni e umori di questa nuova maratona,
destinando al fondo di casa le canzoni dagli arrangiamenti più aggressivi per
poi sterzare, al piano giorno, verso sonorità un pò più acustiche e puntare
infine, nel terrazzo del tetto, su morbidezze etno - ambient.
Volendo ridurre il tutto alla sinopsi di un racconto cinematografico formato
"Fame", si potrebbe guardare a questo quasi - musical come alla storia di un
ragazzo malato di canzoni che sogna fra le pareti domestiche di diventare un
idolo dei palasport e alla fine raggiunge il suo sogno. Nonostante qualche
passaggio un pò troppo didascalico, il risultato dà ragione ancora una volta a
Baglioni premiando anche il coraggio di aver cambiato quattro quinti della
formazione che in estate l'aveva seguito negli stadi. Ora accanto al fido Paolo
Gianolio ci sono Stefano Melone al piano, Pio Spiriti alle tastiere e Mario
Guarini al basso. Anche se la sorpresa arriva dal batterista Adriano Molinari,
incisivo anche quando tiene il ritmo sulle pentole da fornello. E tra letti
disfatti, vecchi registratori a bobine, telescopi per scrutare la volta stellata
e perfino un tavolo da biliardo, affiora pure un quartetto d'archi tutto al
femminile per conferire una nota di gentilezza in più a canzoni incise
nell'anima.
Insomma uno spettacolo da condonare proprio come il palazzo che Baglioni si
porterà nei palasport italiani fino ad aprile. All'inizio aveva pianificato 35
concerti, ora sono già a 57; con tappe a Bologna il 29 novembre, a Pesaro il
primo dicembre, Varese il 3, Arezzo il 13, Montecatini il 15, Brescia il 23
gennaio, Cantù il 29, Perugia il 31, Milano il 4 marzo e Firenze il 9. Intanto,
il trionfale concerto allo stadio Olimpico dello scorso luglio è pronto a
trasformarsi in un (doppio)dvd dal titolo "tutto in un abbraccio", nei negozi
dal 28 novembre.
(Il Secolo XIX 25 Nov.)
Troppi fans, è caos
per Baglioni
Ressa al Mazda Palace di Genova. Il cantautore accusa: «Posti venduti due
volte»
Trattativa con gli spettatori: lo show inizia con un'ora di ritardo
Genova «In queste condizioni non posso cantare», così Claudio Baglioni ha dovuto
convincere almeno qualche spettatore a cedere il suo posto di prima fila (con il
pronto rimborso del biglietto), ieri sera, per consentire al concerto del Mazda
Palace di iniziare. «Evidentemente sono stati venduti due volte gli stessi
biglietti», ha detto irritato. L'organizzazione è andata in tilt e lo show tra
le proteste del pubblico ha rischiato di saltare.
Il cantante è riuscito a dare inizio al concerto con poco meno di un'ora di
ritardo. Una parte dei fans si è seduta per terra per non rinunciare alla
serata.
(Il Secolo XIX 25 Nov.)
Baglioni, show nel caos
Il concerto al Mazda Palace di Genova rischia di saltare per un errore nella
vendita dei biglietti
Il pubblico protesta furioso, ma il cantautore calma le acque Si parte 50 minuti
in ritardo. Poi finalmente è festa in musica
Genova Una figuraccia. Il concerto di Claudio Baglioni, ieri sera al Mazda
Palace, ha rischiato di saltare. Parte del pubblico del parterre, nelle prime
file, non ha trovato posto, occupato da altri. E si è ammassato davanti al
palco. E' intervenuta la polizia, e lo stesso Baglioni, dopo le prime note di "Yesterday"
ha dovuto interrompere lo show. «In queste condizioni non posso andare avanti -
spiega - ci sono norme di sicurezza da rispettare. Mi spiace per quello che sta
accadendo, ma non sono l'organizzatore. Evidentemente sono stati venduti due
volte gli stessi biglietti». Pubblico furibondo: quello rimasto in piedi, e
quello seduto per l'interruzione del concerto.
Il promoter Vincenzo Spera, che ha portato il concerto di Baglioni a Genova,
sale sul palco e spiega: «Una prevendita ha sbagliato l'emissione dei biglietti,
per cui si è creato questo problema. Rimborserò il biglietto a quanti troveranno
un altro posto». Ed è lo stesso Baglioni a chiedere ai fans un passo indietro:
«Sono veramente dispiaciuto, ma consideratelo un favore a me. Queste cose non
dovrebbero mai succedere. Fatemi questo favore». E parte del pubblico si
allontana dal palco, altri siedono per terra. Le condizioni ora sono accettabili
e lo show comincia davvero.
Ma le polemiche non smettono. «Abbiamo fatto una brutta figura» dicono molti,
specialmente fra la sicurezza. «Ma è anche vero che quelli che non avevano il
loro posto - rispondono altri - si sono seduti dove gli capitava». Insomma, una
sera cominciata male, che Baglioni e i suoi fans rimettono in careggiata 50
minuti dopo l'orario previsto.
Peccato perché l'atmosfera, che già prometteva al peggio per la tensione fra il
pubblico, era comunque favorevole all'arrivo genovese di Baglioni, con Fabio
Fazio e la moglie Gioia nel parterre. E l'entusiasmo per Baglioni era ben
miscelato all'irritazione dei fans usurpati del posto. «Siamo qui» aveva urlato
un omone, con muscoli da pugile, mentre Baglioni, chitarra a tracolla, intonava
"Yesterday" dei Beatles. Dopo l'interruzione e la trattativa con i fans più
sfortunati, Baglioni decolla con questo spettacolo bizzarro. Intanto, per
stemperare la tensione, inserisce fuori programma "Buona fortuna",
accompagnandosi con la chitarra.
Per chi lo conosce, Baglioni dev'essere furibondo e spiaciuto per i fans. Che lo
capiscono perfettamente e si schierano con lui, a cominciare da "Noi no", per
seguire poi Baglioni nel suo viaggio in verticale, che passa da una cantina al
soggiorno e poi al terrazzo di una casa allegorica, per concludersi in uno
spettacolo vero e proprio.
Soffia e respira, il nuovo show di Claudio Baglioni. Soffia come un mantice, con
la spericolata discesa di palchi che sono come zattere dal paradiso. E prende
fiato nelle canzoni, da "Dagli il via" a "Fotografie", da "Fammi andar via" a
"Avrai", da v"E tu" a "Notte di note". Tre ore di autobiografia, ch'è anche
quella del pubblico. Anche se i biglietti a volte ballano. E fanno venire il mal
di testa.
Ieri in giornata, Baglioni era andato dall'ammiraglio Raimondo Pollastrini,
comandante della Capitaneria di porto: una visita lunga, due ore insieme a
pranzo: la testimonianza di solidarietà del cantante alle forze armate dopo il
tragico attentato in Iraq.Renato Tortarolo
(Corriere della sera 25 Nov.)
Troppi fan al concerto di Baglioni:
proteste, si farà il bis
Erano stati venduti più biglietti dei posti a disposizione: il pubblico che ieri
sera ha raggiunto il MazdaPalace di Genova per assistere al concerto di Claudio
Baglioni si è così trovato in una situazione di caos e alcuni fan hanno invaso
il palco per protestare. E’ stato necessario l’intervento dello stesso Baglioni
- che ha anche fatto parlare al microfono alcune delle persone salite sul palco
- per riportare la calma nella struttura. «La colpa è stata degli organizzatori
», ha spiegato il cantautore, che ha poi garantito il rimborso del biglietto a
chi fosse stato disponibile a lasciare il MazdaPalace e si è impegnato per
l’organizzazione di un’altro concerto, in data da stabilirsi.
Questa sera (e domani) Baglioni è atteso a Trevigli: la tournée invernale,
intitolata «Crescendo», è partita venerdì scorso da Torino e durerà fino a
marzo, toccando le principali città italiane; tra gli appuntamenti, Bologna il
29, Verona il 5 e 6 dicembre, il 5 febbraio Reggio Calabria, il 26 Roma, il 4
marzo Milano e il 5 Firenze.
(Corriere della sera 25 Nov.)
Baglioni show a
Treviglio Trentacinque anni di successi
BERGAMO - Per il concerto di domani c'è il tutto esaurito da tempo, mentre
giovedì i ritardatari hanno ancora qualche chances. Il doppio appuntamento con
Claudio Baglioni al Palasport di Treviglio è atteso con grande curiosità,
nonostante il cantautore romano sia reduce da una tournée estiva caratterizzata
dai bagni di folla. Ma la spiegazione c'è. Baglioni si presenta al pubblico dei
suoi affezionati in una versione particolare, più raccolta, più intimista,
lontana nella forma e nei contenuti dai grandi eventi che pure ormai fanno parte
della sua storia. Allo spettacolo non a caso è stato dato il titolo «Crescendo».
Il concerto altro non è che la storia di un gruppo di musicisti che raccolgono
le loro speranze in una cantina e piano piano costruiscono la loro avventura in
un crescendo che attraversa tutto lo show fino a trasformare il palasport in una
casa della musica. Saranno tre ore di musica da ascoltare ma anche da «vedere»,
con qualche colpo di scena pensato appositamente per stupire lo spettatore.
Anziché adagiarsi sugli allori di una carriera costruita a suon di capolavori,
Baglioni tenta la via della sperimentazione offrendo un repertorio che miscela
sapientemente alcuni tra i più grandi successi della musica popolare italiana
con i brani della sua più recente produzione musicale, festeggiando 35 anni di
carriera. Sul palco i nove artistiche lo accompagnano si muoveranno su cinque
pedane mobili.
CRESCENDO, concerto di Claudio Baglioni, al Palasport di Treviglio, ore 21.
Biglietti da 48,30 a 26,50 euro
(Corriere Adriatico 22 Novembre)
"Crescendo", il
racconto di 35 anni di carriera. Allestite per l'occasione tre scenografie
Baglioni apre il concerto con "Yesterday"
TORINO - E' cominciato
con un fuori programma, "Yesterday" dei Beatles, il concerto di Claudio Baglioni
che da Torino inaugura il tour "Crescendo". "Yesterday è un ricordo molto vicino
e molto lontano -ha detto Baglioni, salutando il pubblico torinese che non gli
ha risparmiato applausi e ovazioni- è un ricordo di oltre 35 anni fa di quando
in una cantina capii che le parole e le note erano della stessa materia con cui
si fanno i sogni e dopo 35 anni mi piace ritornare in questo posto che abbiamo
voluto ricostruire come se fosse una cantina". Lo spettacolo infatti si articola
in tre momenti e l'inizio dello show si riferisce scenograficamente proprio a
quelle cantine in cui Claudio Baglioni, giovanissimo cantautore, immaginava di
essere una star.
E' un Claudio Baglioni con tanta voglia di raccontarsi quello sul palco del
Mazda Palace di Torino nella serata dell'esordio del tour invernale dei
palazzetti intitolato "Crescendo" che lo porterà a toccare fino a marzo le
principali città italiane.
Il 1° dicembre sarà anche al Bpa Pals di Pesaro. E se la scelta del capoluogo
piemontese è tutt'altro che casuale, poichè proprio sotto la Mole partì nell'81
"Alè-o-ò", il primo viaggio del cantautore negli stadi d'Italia, del tutto nuova
sarà la formula dello spettacolo. Nessuna replica o edizione tascabile dei
concerti della scorsa estate, dunque, ma una kermesse rinnovata nella forma, nei
contenuti, nelle canzoni, negli arrangiamenti, nei musicisti. E così il
cantautore entrato nella
storia per brani come "Questo piccolo grande amore", "E tu", "Solo", riparte da
Torino con nuove scene, nuove storie, nuove atmosfere, "non per un cambiare fine
a se stesso, ma per la voglia di raccontare la storia di un'evoluzione, di una
crescita, di una maturazione". Di 35 anni di carriera, insomma, che hanno
accompagnato generazioni di giovani e non.
(Il Gazzettino 22 novembre)
Palasport esaurito per l’inizio del tour invernale
Claudio Baglioni inaugura a Torino la
sua nuova "casa del successo"
Palco a tre livelli, una band nuova, dvd in uscita
Altro giro, altra corsa. Per l'inverno Claudio Baglioni si è inventato un nuovo
show. Il cantautore romano liquida l'esperienza colossale e multimediale
dell'estate facendo uscire (fra una settimana) il dvd del concerto di Roma, tre
ore e mezza di musica allo Stadio Olimpico sul "ponte" di "Tutto in un
abbraccio" con le centinaia di figuranti e giocolieri a riempire la scena, ma è
già in pista con un'idea nuova, totalmente differente.
«Visto che sto dicendo a tutti che a primavera mi laureo in architettura - dice
con un sorriso - ho pensato di preparare la tesi costruendomi un palco-casa».
Infatti la scena è concepita come una casa in divenire, a tre livelli, la
cantina nel primo quarto di show, l'appartamento nel secondo, il tetto nel
terzo, con altrettanti palchi mobili che scendono dall'alto a cambiar scena di
volta in volta e un nugolo di "traslocatori" che portano dentro e fuori dal
palco gli oggetti che caratterizzano le diverse parti, ciascuno con una doppia
funzione, il baule che diventa macchina per le bolle,il vecchio registratore che
si fa proiettore, il tavolo che diventa biliardo, la cucina, l'areatore, il
camino, la scala d'oro e un telescopio che proietta spot di luce sul pubblico.
Lo show si chiama "crescendo" e la prima cosa che va in crescendo è la quantità
di repliche previste. «Dovevano essere 31 - dice Ferdinando Salzano di "Friends&Partner"
l'agenzia che cura il tour - arriveremo a 53, con i raddoppi dove già abbiamo
l'esaurito e l'aggiunta di altre città non previste in un primo tempo».
A Nordest lo show arriverà il 5 e 6 dicembre a Verona (palasport), l'8 a Trieste
e in gennaio il 26 a Treviso, con probabili raddoppi anche in queste due tappe.
L'uomo della storia accanto, come si autoidentifica Baglioni nel suo ultimo
album "Sono io" ha deciso di ricostruire idealmente la storia di chi fa musica,
partendo dalla cantina come tutti e poi salendo progressivamente al tetto e poi
alle stelle con una quarta parte che è il "concerto vero e proprio". L'idea
scenografica è solo un divertente pretesto per giocare in maniera diversa con le
proprie canzoni in oltre due ore e mezza di show.
Le novità cominciano dalla band: «Un giorno mi arriva una telefonata - racconta
Paolo Gianolio, chitarrista storico di Claudio - che dice: cambiamo tutti i
musicisti. Per un mese mi sono dovuto mettere a fare provini a casa mia per
cercarne di nuovi». I prescelti sono Mario Guarini al basso, Stefano Melone alle
tastiere, Pio Spiriti alla fisarmonica e violino, Adriano Molinari (già con
Zucchero) alla batteria,piùun quartetto d'archi tutto femminile (Simona
Cazzulani, Federica
Mazzanti, Francesca Ruffilli, Mariella Sanvito). Ancora un po' inchiodati sui
brani dello show tradizionale, con il supporto tecnologico di suoni aggiunti,
gli otto avranno tempo per liberarsi strada facendo e già danno un "tiro"
diverso nelle parti libere, come il Canzoniere finale in cui Claudio regala una
carrellata di pezzi "mancanti ma obbligati", riuniti in unico medley.
Spettacolo costoso e complesso più di quanto non appaia, "Crescendo" torna a
essere soprattutto uno show musicale. Mantiene l'idea del palco centrale, che
Claudio usa dai tempi di "Oltre", ma è nonostante tutto uno show rivolto più
verso un lato della platea che non verso gli altri tre, penalizzando un po' chi
è in platea attorno al palco. Ma alla fine ciò che conta è la musica, che corre
attraverso una quarantina di brani e una scaletta anomala rispetto al passato.
Con la musica di "Fianco a fianco" a creare l'atmosfera e le note di "Acqua
nell'acqua" a salutare l'ingresso di Claudio nell'arena-cantina, accendendo i
neon che pendono dal soffitto, lo show parte ricordando i tempi giovanili di "Yesterday"
dei Beatles e "Noi no" per una serie di "fotografie" musicali, "Dagli il via",
"Quanto ti voglio", "Fotografie", "Ragazze dell'est", "Tienimi con te", per
chiudere con passaggio virtuale verso un futuro sognato e migliore di "Di là dal
ponte".
La seconda scena è più casalinga, col televisore a cambiare colori ed emozioni:
"Fammi andar via", "Domani mai", "Quante volte", "Serenata in sol", "Mai più
come te", la struggente "Quei due", "La pubblicità e "Un giorno nuovo". Si va
sul tetto per guardare il mondo, sognando "Acqua dalla luna", osservando
tristemente la guerra con "Ninna nanna nanna ninna" e scommettendo sul futuro
con "Avrai" e "Tutto in un abbraccio". "Grand'uomo", "E tu", "Notte di note"
sono la fine del
percorso casalingo, la crescita. Lo show vero e proprio è annunciato e parte coi
grandi hit: "Questo piccolo grande amore, "Cuore di aliante", "Io sono qui", il
canzoniere dei vecchi successi, "La vita è adesso". I bis sono quasi obbligati
con "Via", "Mille giorni di te e di me" e "Strada facendo". S chiude con "Sono
io" e le note bachiane di "Per incanto e per amore". La casa è costruita. Adesso
si tratta di farci entrare nei prossimi mesi le solite decine di migliaia di
ospiti.Giò Alajmo
(La gazzetta di Parma 22 Novembre)
Partito da Torino il nuovo tour. E venerdì esce il dvd
Baglioni in
«Crescendo»
Il 1º marzo sarà a Parma
Claudio Baglioni torna a esibirsi a Parma. Il suo «Crescendo Tour», partito ieri
sera dal Mazda Palace di Torino, approderà infatti al Palasport «Bruno Raschi»
il 1º marzo, terz'ultima tappa della sua nuova tournèe di 52 date su e giù per
l'Italia. L'evento parmigiano sarà organizzato in collaborazione con Arci e
Caos. I biglietti - distribuiti tramite il circuito Ticketone - saranno
disponibili negli abituali punti vendita, anche se la data di apertura della
prevendita non è ancora stata fissata. Non appena sarà resa nota, ovviamente, ne
verrà data tempestiva comunicazione. Per informazioni è comunque possibile
rivolgersi allo 0521/706214.
«Non sarà né una replica in tono minore, né un riassunto dello show dell'estate
- ha dichiarato Baglioni (che sabato prossimo sarà al Palamalaguti di Bologna) -
ma un progetto radicalmente nuovo, maturato parallelamente, se non, addirittura,
prima di quello del tour degli stadi. Un progetto che si snoda lungo un percorso
narrativo estremamente innovativo, ricco di sorprese e colpi di scena».
Intanto il trionfale concerto all'Olimpico dell'estate scorsa sta per rivivere
nel doppio dvd live Tutto in un abbraccio, disponibile nei negozi da venerdì
prossimo: oltre allo show che ha visto sul palco 6 musicisti, 34 ballerini, 33
elementi d'orchestra e 400 performer, il dvd conterrà una lunga intervista
all'artista romano, uno speciale «dietro al palco», una galleria fotografica, il
videoclip di Sono io e diverse sorprese.
(Il Secolo XIX 22 Novembre)
Baglioni, architetto pop
LUNEDÌ A GENOVA Arriva il tour "Crescendo", che ha debuttato ieri sera da
Torino.
L'ispirazione per le scene dal suo corso di laurea
Uno show in verticale, con palchi
come ascensori
Torino L'universo verticale di Claudio Baglioni risponde all'ultima vocazione:
diventare finalmente architetto, laurearsi in un'arte nobile, più disciplinata
della canzone.
Solo così si può immaginare il good boy, il bravo ragazzo di "Strada facendo" e
"La vita è adesso" mentre si arrampica su visioni di enormi lastre di legno, che
scendono da una cattedrale di alluminio e risalgono come astronavi di Spielberg.
A voler sondare il mistero che spinge una star sul palco, c'è da rimanere
allibiti alla stravaganza che Baglioni si diverte a confezionare per il nuovo
tour "Crescendo", decollato ieri sera al Mazda Palace torinese e che lunedì sarà
invece al Mazda Palace di Genova.
Questa, in realtà, sarebbe la cronaca di una lunga notte, che ha preceduto
quella della prima, a seguire Baglioni nelle sue imprese di ingegneria musicale
e bilanciamento di tre palchi diversi, che vanno su e giù come gli ascensori
cromati di "Grand Hotel", come fette di un Saint-Honoré zuppo di grandi canzoni
sentimentali.
Immaginate Baglioni che guida la squadra di carpentieri e scenografi della sua
musica, con una mistica da Torre di Babele. «Non fumate» predica in tono
canzonatorio. «Non parlate» sibila al quartetto d'archi, che recita un ruolo da
commedia dell'arte. Perché questo "Crescendo" sarà meno ciclopico del tour
estivo, ma è pur sempre l'idea sofisticata di uno show che deve far palpitare il
pubblico. E ci riesce benissimo.
L'idea è lineare, ma per un architetto. A un contabile del rock, non verrebbe
mai in mente di far scendere un palco dall'alto e poggiarlo di quello che c'era
sotto. E ripetere il giochetto più volte, in un balletto di piani orizzontali
molto elegante nella sua semplicità.
Allora, c'è un cubo scintillante, sormontato da un tetto di legno e da una
cornice di luci. Dieci minuti prima dello show, i "macchinisti" si arrampicano
in alto e spariscono. E sei minuti prima, alle note di "Fianco a fianco" e
"Acqua nell'acqua", Baglioni accende i neon su una cantina: rete metallica,
baule, panca, stufa, registratore Revox.
Si parte con "Yesterday" dei Beatles, almeno a Torino, poi "Noi no": ci sono dei
traslocatori con casse di strumenti, la band suona con impeto rock. Bravissimo
il giovane batterista Adriano Molinari. Insomma, il sogno di fare un concerto
parte dalla cantina, poi salirà ai piani alti di questa casa che per Baglioni è
più di una metafora. "Dagli il via" stantuffa adrenalina. Dai nastri del Revox,
che per chi ama la musica è come il basilico per il pesto, escono le note di
"Quanto ti voglio", mille anni fa. Poi Baglioni entra con la sua voce e il tempo
si confonde al tempo. Due, tre canzoni, e dall'alto scende un secondo
palco-soggiorno: cucina, divano letto, un set di aspiravolvere, frullatore e
lucidatrice da suonare come percussioni. Persino un caffè in scena, spillato da
una preziosa macchinetta.
Intanto scorrono languide "Quante volte", "Domani mai", "Un giorno nuovo".
Baglioni è più asciutto, risalta di più, è meno popstar e più autore-attore. Si
vede benissimo che questi lastroni che gli piovono sulla testa stuzzicano il suo
orgoglio di architetto. Un tavolo diventa un biliardo. E si ricomincia: ora
dall'alto scende un terrazzo: telescopio, camino con lucine, una scala. Il cielo
si fa notte, e partono "Acqua dalla luna", "Ninna nanna", "Avrai", "Grand'uomo",
"Notte di note". E qui viene il bello.
La metafora è evidente: il sogno di fare un concerto dura un giorno, poi lo show
arriva: con i seguipersone, le luci calibrate, le pedane e i palchi che ballano
un valzer verticale. E in qualche modo da vertigini.
"Questo piccolo grande amore" precede "Cuore di aliante", "Io sono qui", un
"canzoniere" che va da "Poster" a "E tu come stai", poi "La vita è adesso" e la
bella introspezione di "Mille giorni di te e di me". Il forte ottimismo di
"Strada facendo" e la parabola autobiografica di "Sono io". Le canzoni scivolano
in alto e in basso, esattamente come i palchi che sembrano tolde di nave,
scheletri di grattacieli, tavolozze da pittore, e che mastro Baglioni, con
talento rinascimentale, fa coincidere con la sua musica. Come un trapezista che,
salito a un certo punto, stia sospeso sul vuoto.
Renato Tortarolo
(La Stampa 22 Novembre)
Parte da Torino il tour tecnologico «crescendo» in una scenografia che
rappresenta casa sua
Baglioni, Strada
Facendo dalla cantina alla terrazza "Yesterday" dal sottoscala; in soggiorno
"Quei due", accanto al comignolo "Avrai"
TORINO - Si rassicurino coloro che si spaventarono all'elefantiaco show estivo
del divino Claudio, e mal digerirono i movimenti delle masse amatoriali. In un
ardito volo ideativo, questa volta Baglioni passa dal megapalco a forma di pista
di atterraggio a suggestioni intime, anzi
casalinghe; ricordandosi che la star è lui - Claudio Baglioni con la maglietta
fina, in una notte di note - mette in piedi uno show di avanguardia tecnologica
al servizio della musica. "Crescendo", il lungo tour invernale che porta in giro
il recente album "Sono io (l'uomo della storia accanto)", ha debuttato
felicemente ieri sera davanti a ottomila persone al Mazdapalace ex Palastampa
(replica stasera): l'allestimento mostra l'artista nell'inedita veste di
regista, e sono certo suoi anche i complicati e divertenti marchingegni che lo
reggono.
Alla vigilia di una laurea in architettura che non ha ancora preso per mancanza
di tempo, è come se Baglioni si esercitasse con il proprio materiale sonoro:
però da uno come lui che recentemente ha scritto "Sono solo sotto il sol e so
solo un solo in Sol" si potevano aspettare solo calembours scenici. Infatti. Il
palco, apparentemente spoglio quando "Crescendo" parte, diventerà in tre ore una
vera casa, con vari ambienti e oggetti. L'artista è dunque in cantina, canta "Yesterday"
come se fosse solo e sogna di tenere un concerto in un quadretto di caldi suoni
di garage band:
i musicisti spuntano fra bauli e cassettacce, mentre si passa da "Noi no" a
"Dagli il via" a "Quanto ti voglio", con ritmiche decise che innervano le
melodie. La solida e virile band si ingentilisce presto con l'arrivo di un
quintetto femminile d'archi che sarà vivace coprotagonista.
Baglioni ha pensato a tutto. Ha scelto oggetti di arredo pluriuso; anche i neon
hanno funzione scenografica e preparano la prima sorpresa quando la roboante "Di
là dal ponte" diventa una metafora di un inatteso cambio di scena.
Il palco spoglio lascia cadere lentamente il primo pezzo del suo soffitto, che
con un astuto gioco di spazi aperti non ammazza i musicisti sottostanti e si
sovrappone dolcemente alla cantina, rivelandosi una zona soggiorno. E'
ufficiale, siamo in casa Baglioni ed è come se fossimo saliti di un piano mentre
il nostro eroe continua imperterrito la propria avventura musicale: a "Quante
volte", per archi e band, è tutto arredato: c'è un tavolo con sedie, una cucina
con suppellettili d'ordinanza. Uomini al tavolo e una fisarmonica a spasso fanno
un caldo e divertente quadretto per l'ormai famosa "Serenata in sol". Baglioni
la definisce: "Una delle canzoni più cialtrone che io
abbia mai scritto, di cui mi vergognerò tutta la vita".
C'è una quantità di particolari che ben fa emergere la meticolosità dell'artista
e pure la sua predisposizione naturale all'architettura. E', questo, un modo
affettuoso per porgere la musica, in un'epoca in cui siamo così mal messi da non
riuscire più a fare una cosa sola per volta: non ci
basta ascoltare, vogliamo anche vedere. Ecco "Quei due", "(e adesso) la
Pubblicità" e un'aria di smobilitazione è promessa da "( un nuovo giorno o) Un
giorno nuovo", con i traslocatori in azione.
Scende un nuovo palco dall'alto. E' chiaro che siamo arrivati in terrazza, ora:
c'è un comignolo, un cannocchiale, una scala a pioli, l'ambiente adatto per
"Acqua dalla luna", "Ninna nanna", per i sogni di "Avrai". Claudio punta al
pubblico con il cannocchiale e con "Notte di note" si arriva al
punto in cui il concerto sognato in cantina, giocato in cucina e comunque
tenuto, arriva finalmente alla propria realizzazione compiuta.
Cantando, il divo Claudio ha sognato di cantare e ora a cantare continua, sulla
pedana al centro del palco ricondotto alla primitiva essenza. Qui trovano spazio
brani d'epoca, molto amati: primo fra tutti il "(questo)Piccolo Grande amore",
ma anche "La vita è adesso" e "Strada facendo". L'uomo della storia accanto ci
saluta alla fine con la chitarra a tracolla e un'esplosione di fuochi di carta
bianchi e argento. Probabilmente è distrutto dai giorni di prove. Di certo non è
mai contento di quel che fa. Una bella dannazione, ma anche un grande successo.
Marinella Venegoni
(Corriere della sera 22 Novembre)
A Torino debutto di «Crescendo
Baglioni, via al nuovo
tour Una carrellata di successi celebra 35 anni di carriera
DAL NOSTRO INVIATO
TORINO - Entra in una scena disadorna e, solo alla chitarra acustica, attacca «Yesterday».
È tutto un altro film rispetto allo show negli stadi di quest’estate il nuovo
«Crescendo» di Claudio Baglioni che ha debuttato ieri sera davanti a novemila
spettatori al Palastampa di Torino.
È una Baglioni-story (festa per i 35 anni di carriera) per musica e immagini, in
cui il puntiglio del geometra (quasi architetto) emerge in tutto il suo gusto
dell’allusione, dell’interazione. Con un originale allestimento al centro della
sala, circondato dal pubblico, lo show parte da una situazione «bassa», in senso
spaziale e musicale: la cantina, dove i suoni sono grezzi ma vivaci, le luci
povere (al neon). Ci si aspetterebbe che il periodo underground proponesse
canzoni d’epoca. No, troppo banale. L’assemblaggio è invece tematico con «Noi
no», «Fotografie», «Dagli il via», «Ragazze dell’Est», la recentissima «Di là
dal ponte». Poi con un gioco di elementi che calano dall’alto alla cantina si
sovrappone un soggiorno-cucina, dove i suoni sono meno spartani, i musicisti
hanno sedie anziché casse e il padron di casa mette pure il caffè sul fuoco:
«Quante volte», «Serenata in sol», «Mai più come te», «E adesso la pubblicità»,
«Quei due».
Crescendo ancora ecco la star pronta a spiccare il volo da una terrazza-attico,
che allude al mitico concerto sul tetto dei Beatles, ove i suoni sono già più
alati e sofisticati con «Acqua dalla luna», «Avrai», «Tutto in un abbraccio», «Grand’uomo».
Mirabile sequenza di canzoni che guardano con ottimismo al futuro, alla
speranza, alla progettualità vista come una delle più alte sublimazioni
dell’amore. Protagonista cresciuto, fine delle costruzioni, inizio del concerto
vero e proprio con luci, suoni, amplificatori e tutta la costosa sarabanda delle
star vere. Una sequenza tirata al massimo, che si conclude oltre la mezzanotte e
mezza, che riunisce le canzoni più universali di ieri e di oggi di Baglioni: «Io
sono qui», «Poster», «Sabato pomeriggio», «La vita è adesso», «Via», «Mille
giorni di te e di me», «Strada facendo», portando la platea a un coro continuo
con un entusiasmo totale e indescrivibile che si ripeterà quasi ogni sera fino a
marzo in tutta Italia. Mario Luzzatto Fegiz
(L'eco di Bergamo 21 novembre )
Baglioni: «Volevo lasciare ma non ce
l'ho fatta»
Il cantautore romano si racconta in vista del doppio appuntamento a Treviglio
il 26 e 27 novembre
Doppio concerto per Claudio Baglioni a Treviglio il 26 e il 27 novembre:
pochi biglietti disponibili per la seconda data Claudio Baglioni riprende la via
dei concerti. La nuova tournée parte oggi da Torino e fa tappa al Palasport di
Treviglio settimana prossima, il 26 ed il 27 (pochi biglietti ancora disponibili
per la seconda data).
«Ogni volta è come cominciare da capo - spiega -. Mi sono messo in testa di non
riproporre mai lo stesso spettacolo, ma è come se uno azzeccasse la squadra e
poi si ritrovasse a cambiarla».
Allora cosa devono aspettarsi i fan questa volta?
«Abbiamo sistemato la scena al centro, con un impianto acustico molto capillare
che dovrebbe ovviare ai problemi di acustica. La musica ritorna ad essere
protagonista, ma c'è un filo conduttore: il concerto è la storia di un gruppo di
musicisti che raccolgono le loro speranze in una cantina e piano piano edificano
la propria avventura in un crescendo che attraversa tutto lo show sino a
trasformare il Palasport in una casa della musica. La centralità è data
dall'idea del racconto».
Dunque quel «Crescendo» che dà il titolo al concerto non attiene solo
all'aspetto musicale?
«La musica ha occupato gran parte della mia esistenza: è valsa moltissime
fortune e qualche disavventura, ma in questo c'è anche il senso di crescita
della persona. Il titolo riferisce anche ad un crescendo strutturale. Avendo
ripreso i miei studi di architettura coltivo manie di palco. Chi verrà assisterà
all'edificazione di una casa della musica; quasi una metafora della mia
carriera».
Ultimamente ha rilasciato dichiarazioni precise riguardo alla responsabilità
deviante di certi musicisti che hanno avuto influenze negative sui giovani.
Insomma, si è schierato apertamente contro lo sballo.
«Più che contro lo sballo, mi sono schierato contro le cause dello sballo.
Contro quella cultura che addirittura esalta l'idea dello sballo e in qualche
modo lo favorisce come manifestazione di affrancamento, di crescita, di libertà.
Io non ho mai pensato che rimbambirsi fosse una forma di libertà, anzi. È una
forma di schiavitù. Vedo tante altre possibilità di esaltazione e di crescita.
La sensazione che quelli gagliardi siano sballati non l'ho mai condivisa ed ora
che sono vecchio lo dico apertamente. Comunque sul problema droga non sposo né
una legge né l'altra. È un argomento delicato. Credo però che non ci si possa
nascondere dietro un dito: per anni una certa cultura anche musicale ha indicato
la droga come simbolo di miglioramento, un mezzo di apertura mentale, quando, in
verità, ha finito col distruggere tante vite e non solo di artisti. Riguardo
alla nuova legge continuo a pensare che ci debbano essere delle minime
differenze tra droghe pesanti e droghe leggere, differenze che non dovrebbero
riguardare chi spaccia».
Lei è sempre stato un «cantautore contro»: negli anni dell'impegno
l'accusavano di occuparsi di sentimenti, poi in tempi di riflusso ha cominciato
ad ispessire le canzoni di contenuti, quasi a dar corpo ad una canzone dai
riverberi esistenziali.
«Mi sono accorto di non avere l'orologio sincronizzato con le tendenze o con i
tempi. Ho però la sensazione di aver fatto un percorso, anche se è vero che le
mie canzoni sentimentali degli anni Settanta prendevano il sopravvento sulle
altre. Per questo forse ho protratto la mia adolescenza
all'inverosimile. Che devo dire: la pace dei consensi è meglio non raggiungerla
mai, perché corrisponde alla pace dei sensi».
Oggi che rapporto ha con la politica?
«Sono sempre stato da una parte, anche se qualcuno mi ha collocato di qui e di
là. Ora ho un rapporto più distaccato, non perché non mi interessi,
semplicemente perché la comprendo meno. Per chi non è legato da fede
incrollabile in qualcosa, credo proprio che sia complicato orientarsi. Ho sempre
avuto idee che si collocavano nel cosiddetto universo della sinistra, e oggi
come oggi forse avrei la stessa propensione, ma confesso di apprezzare molto
meno quello che la politica produce».
In questi anni il rapporto con il pubblico è cambiato?
«Il pubblico ha tante anime. Oggi mi sembra cambiata la percezione della musica,
intesa anche come fruizione casalinga. Ma c'è una minore attenzione dei mezzi di
comunicazione: di musica in maniera critica non si parla più, le radio hanno
omologato tutto, e la televisione è appiattita sul karaoke».
Qualche anno fa ha conosciuto un momento di eclissi, poi ha ripreso il rapporto
con la musica, i fan, la creatività. Che era successo?
«Ho avuto molte volte la tentazione di entrare in quel ristretto limbo di
artisti che via via sbiadiscono sino a diventare dei fantasmi. Mi è capitato
soprattutto verso la fine degli anni Ottanta. Volevo seguire le orme di Mina e
Battisti, diventare un poster. Il rapporto con il pubblico si era fatto
difficile, ma poi ho capito che non ce l'avrei fatta, perché per scrivere
canzoni bisogna stare in mezzo alla gente».
Ugo Bacci
(Traspi.net 21 Novembre da Reginella)
Baglioni esordisce in Crescendo
a cura di Monica Mautino
Si dice che il primo amore non si scordi mai. Verissimo, almeno per quel che mi
riguarda, in campo musicale. Ancora oggi ripenso con aria sognante al mio primo
concerto. Il protagonista? Il Claudio nazionale, Baglioni ovviamente, al centro
dell’attenzione di un Palazzetto dello sport (quello di Torino, ora in
ristrutturazione pre-olimpica) gremitissimo, pieno di luci, fumo, applausi,
cori, fiammelle di accendini, urla e balli tutti per … LUI! Grandioso, con i
suoi pantaloni di pelle, che ancora oggi, a qualche anno, o forse lustro…o forse
decennio…, di distanza, ama esibire.
E la magia sta per ripetersi stasera, nello spettacolo attesissimo che apre la
nuova tournée di uno dei nostri cantautori più popolari, sicuramente il più
romantico ed amato dalle fanciulle, e dalle mamme (le fanciulle di una volta,
che erano ragazzine negli anni ’70, quando il nostro esordiva con i versi,
tagliati dalla censura, di Questo piccolo grande amore…).
Lasciamo i ricordi e parliamo del nuovo tour, che comincia oggi proprio a Torino
(grazie alle ottime capacità organizzative di Metropolis) e si preannuncia come
l’evento caldo dell’autunno/inverno musicale. Trentatré serate in giro per
l’Italia con uno spettacolo nuovo di zecca, tre ore di emozioni intense, con la
musica, regina di corte ben accompagnata da spettacoli di luci e danze sensuali.
Al centro della performance ci sono le canzoni dell’ultimo album “Sono io l’uomo
della storia accanto”, che, dopo quattro anni di silenzio creativo, è lo
specchio di un Baglioni più maturo e riflessivo. Musiche dolci, suggestive ed
esotiche, testi profondi, ragionati e sofisticati. La raccolta comprende tredici
brani che, in settantacinque minuti, raccontano storie d’amore tra padri e
figli, tra figli e padri, storie tristi, storie allegre, riflessioni su quello
che è stato e quello che sarà.
Un disco da centellinare come un bicchiere di buon barolo, assaporandone
lentamente note e parole, perché sentire non sempre vuol dire ascoltare, e in
questo caso è proprio l’ascolto, fatto soppesando i testi, profondi e ricercati,
quello che provoca le emozioni maggiori.
Da un punto di vista artistico quest’ultima produzione del cantautore romano
rappresenta un cambio di direzione, armonico, ma visibile, della sua poetica, un
po’ come era successo nel 1985, quando l’album “La vita è adesso” aveva
arricchito di molti nuovi spunti l’immagine di Baglioni, variando il suo
percorso artistico precedente.
Quello che non cambia mai, invece, è lo straordinario amore dei fan di Baglioni,
che riempiono da decenni stadi e palazzetti, ammaliati dalla verve di Claudio,
dalle sue parole e dalla sua musica. E per continuare la tradizione, oggi e
domani a Torino (e poi in tutt’Italia fino a marzo), saremo in tanti,
trequattrocinquemilapersone, lì a cantare in coro e ad anticipare i versi alla
prima nota di chitarra…
Ognuno di noi avrà una sua storia, una canzone preferita, un modo diverso di
vivere il concerto, ma tutti ci identificheremo, almeno per un attimo, in
qualche personaggio cantato, ci immedesimeremo in qualche vicenda raccontata,
sentendoci protagonisti attivi dell’evento Crescendo!
Già, perché questo tour ha un nome importante, che sottolinea il filo conduttore
delle canzoni che risuoneranno in queste due sere al Mazda Palace (es Palastampa)
di Torino, cui, come detto, spetta il privilegio di essere il primo estasiato
spettatore della nuova avventura di un cinquantaduenne sale e pepe che da trent'anni
si esibisce sulle scene nazionali ed internazionali.
Attenzione, anche se questo tour segue a distanza molto ravvicinata i trionfali
concerti-evento dell'estate 2003 nei grandi stadi (dove, con 120 metri di palco,
un supergruppo di 6 musicisti, un'orchestra di 33 elementi, 34 ballerini e più
di 300 performer sul palco, Baglioni ha messo in scena il più grande spettacolo
musicale mai prodotto e realizzato nel nostro Paese, per la gioia incontenibile
di oltre 320.000 spettatori in 8 date) non vi annoierete perché le novità
saranno tantissime.
Infatti, come sottolinea Baglioni, questo spettacolo "non sarà né una replica in
tono minore, né un riassunto dello show dell’estate, ma un progetto radicalmente
nuovo, maturato parallelamente, se non, addirittura, prima di quello del tour
degli stadi. Un progetto che si snoda lungo un percorso narrativo estremamente
innovativo, ricco di sorprese e colpi di scena, nel quale ambientazione scenica,
linguaggio gestuale e musica daranno vita a una proposta-spettacolo ricca di
emozioni ed energia".Ancora una volta, quindi, Baglioni gioca la carta
dell'innovazione e della ricerca espressiva e visiva per incastonare in un nuovo
habitat scenico e narrativo un repertorio assolutamente unico, nel quale trovano
posto alcuni tra i più grandi successi della musica popolare italiana di sempre,
accanto alle nuove proposte della sua più recente produzione musicale.
(Traspi.net 21 Novembre da Reginella)
Claudio Baglioni per Traspi.net
a cura di Gino Steiner Strippoli
E’ un grande ritorno, in "Crescendo", quello di Claudio Baglioni, il cantautore
romano che mesi or sono, con il suo ultimo album, ha ribadito ancora una volta
il suo status di cantautore popolare, quello che racconta le storie più vicine
alla gente comune, storie d’amore. "Sono io l’uomo della storia accanto"
(Columbia – Sony) ha riportato il cantastorie romano verso atmosfere
riconducibili a dischi come "Strada facendo" e "La vita adesso". Le tredici
canzoni contenute nell’album sono meraviglie sonore legate a storie d’amore e di
pace universale, raccontata quest’ultima in una sorta di inno intitolato
"Requiem".
L’amore che viene narrato da Claudio è anche quello tra genitore e figlio come
in "Grand’uomo" e in "Patapan", vero omaggio al papà scomparso. Difficile, poi,
non innamorarsi dei ritmi e sonorità in bossa nova contenuti in "Quei due". Una
rentrée, insomma, ancora intrisa di tanto amore, con Baglioni a scrivere pezzi
dettati dal cuore, canzoni d’amore verso l’amore, verso un futuro più
tranquillo, di pace e tranquillità. Questa e domani sera, al Mazda Palace (ex
palastampa) di Torino, Claudio Baglioni aprirà il suo tour invernale denominato
"Crescendo". Un titolo significativo che libera la mente del nostro cantautore a
continuare a raccontare l’amore attraverso le canzoni, anche dopo 35 anni di
carriera. Ben 5 i cambi di palco previsti a corollario di una troupe di 120
uomini: rispetto al passato ci sarà meno spazio alla coreografia mentre la
musica ritornerà assoluta protagonista.
"Crescendo" è un ritorno alle piccole dimensioni, ai piccoli spazi concertistici
ed un addio ai grandi stadi?
Sì, non volevo più fare i palasport, ma trovare luoghi più piccoli, dove la resa
acustica potesse soddisfare me e chi mi viene ad ascoltare. Poi ho scoperto che
cantare in mezzo alla gente mi dà una felicità immensa, formando una vera
alchimia di sensazioni.
Questo tour invernale arriva dopo 5 mesi dall’uscita del tuo ultimo lavoro "Sono
io l’uomo della storia accanto", ma racconta un po’ la tua vita artistica.
Proprio così, "Crescendo" racconta la costruzione di una carriera. Sarà come
descrivere la costruzione di una casa, partendo dalla cantina, da dove ho
iniziato a cantare, fino ad arrivare alla sommità del tetto, dove ho raggiunto
il successo, l’affermazione, da dove uno prende il volo verso le grandi platee,
i grandi spazi.
Guarda dal successo di oggi i tuoi esordi, che non furono per nulla facili...
Ricordo bene la mia prima tournée in Polonia, fu un successo, ero popolarissimo.
Ma in Italia ero il signor nessuno, partecipavo a tutti i festival esistenti,
Disco per l’estate, la Gondola d’oro, ma inesorabilmente finivo sempre
classificato tra gli ultimi.
Poi però arrivò anche per te la persona giusta al momento giusto, quella che
seppe valorizzarti.
Sì, fu quando Totò Torquati sentì le musiche che avevo scritto e mi disse che
erano veramente belle, così, in soli 20 giorni, scrissi i testi che diedero alla
luce "Questo piccolo grande amore". Quando il disco uscì arrivò al secondo posto
delle hit parade!.
Adesso, dopo 35 anni di canzoni, questo nuovo album, che ha sonorità tutt’altro
che ripetitive, con molto spazio al pianoforte.
Volevo fare un album solare, visto che il mio precedente "Viaggiatore sulla coda
del tempo" era invece molto lunare, a cominciare dalla grafica della copertina.
"Sono io, l’uomo della storia" è un disco che mi ha cercato, seguito e
appassionato. Avevo l’esigenza di avvicinare molto la fase creativa con quella
realizzativa. Il risultato è quello di un disco molto suonato, passando da una
dimensione acustica a quella sinfonica. Ogni canzone ha la sua dimensione, il
suo colore.
Come la toccante “Patapan” dedicata al padre scomparso, una struggente ballata!
La sua morte ha fortificato la sua figura. La sua scomparsa mi ha lasciato un
insicurezza che prima non conoscevo. Penso che un padre sia quella figura che ti
indica sempre la direzione giusta, dove stiamo andando.
Tu e il pubblico ai tuoi concerti...
Sai, una volta le performance dal vivo e quindi il rapporto col pubblico mi
sembrava faticoso; oggi vedo il pubblico come l’essenza per il mio scrivere e il
mio cantare. E poi mi sento veramente bene quando sono di fronte a persone che
apprezzano la mia musica.