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Crescendo ...in tour Prove aperte per gli associati clab

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Corriere Romagna 18 Marzo
FORLÌ - Baglioni è sempre Baglioni, e con Forlì ha un legame particolare. Negli ultimi anni è passato varie volte con i suoi concerti dal Palafiera, e in un paio di casi ha anche fatto partire da lì il tour. Così quando domani sera alle 21 si presenterà nel palasport forlivese, sarà un po’ come tornare a casa. L’Imperatore Claudio è reduce da una tournée estiva, un immenso circo di musica con giocolieri e ballerini. La versione invernale-primaverile è più sobria, ma forse più “da musicista”.“Sì, è vero – racconta l’artista romano – la musica torna a essere al centro dello spettacolo. Si chiama Crescendo perché questo termine a livello musicale intende un progressivo aumento di dinamicità della musica. Ma anche perché il concerto di venerdì è composto da 35 canzoni che ripercorrono i miei 36 anni di carriera. Una crescita che ha riguardato soprattutto me, con la musica che è diventata la mia vita, la mia casa. Sarà un concerto lungo ma dal ritmo serrato, senza più teatranti ma con un meccanismo teatrale ben presente. Il palco si trasformerà durante il live. Prima sarà cantina, poi terrazza, poi tetto e infine tornerà a essere un palco. La funzione è metaforica: all’inizio, negli anni ’60, suonavo nelle cantine con gli amici il beat o il rock’n’roll, e piano piano si è sviluppata la storia che ancora dura”.Niente teatranti ma ci saranno altre sorprese? “Sì, in questo tour che a sua volta è enormemente cresciuto, dalle 27 date previste inizialmente siamo arrivati a 56, i nostri collaboratori di volta in volta salgono sul palco. Cuochi, tecnici, autisti vengono ospitati in scena e di solito è molto divertente. Ci sentiamo tutti come una grande famiglia”.A proposito di famiglia, questa volta si è portato dietro suo figlio Giovanni, che è un bravissimo musicista? “No, perché aveva una serie di esami universitari, sta studiando giurisprudenza. Ed è un peccato perché è un ottimo musicista, capace di suonare un po’ di tutto. Dall’heavy metal alla chitarra classica”.Lei invece è laureando in architettura. Ha come al solito dettato le linee di progettazione del palco? “Sì, l’ho disegnato io, anche se poi ci hanno lavorato molti altri. È un palco a sviluppo verticale, con varie sovrapposizioni, che rendono l’insieme complesso e particolare. Mi sono occupato quasi sempre delle scelte scenografiche negli ultimi 15 anni, e questo mi è servito anche per il mio iter universitario. Ho dato l’ultimo esame di architettura durante i concerti romani, e ora devo preparare la tesi di laurea sul restauro degli spazi architettonici per l’intrattenimento”.Ma è stato favorito dai professori, agli esami? “La celebrità è un’arma a doppio taglio – scherza Baglioni – qualche esame è andato liscio, altri docenti sono stati molto esigenti nei mie confronti, proprio per la mia notorietà. Ma il più grosso problema è che mi vergognavo di andare in mezzo a questi ragazzi universitari, mi nascondevo dietro a cappelli e occhiali da sole. Adesso invece mi hanno preso fra loro come un vecchio ripetente”.Chissà le ragazze... lei è un sex symbol anche per le ultimissime generazioni. “Sì, ma fa tutto parte del gioco, in realtà poi quando scendo dal palco ho le crisi di identità... E comunque questo essere simbolo di attrazione aiuta anche a essere più sicuri”.Tornerà a lavorare in tv, magari al fianco di Fabio Fazio? “Dipende dal tempo che farà in televisione. È un’ambizione un po’ per tutti, perché è il teatro più grande che esista. Ma poi c’è il rovescio della medaglia, lo psicodramma dell’Auditel che ormai è diventato un’ossessione. E che viene controllato a ogni battito di ciglia. Tornando seri, ho sempre delle proposte, ma poi in risposta io spiego le mie idee e a quel punto nessuno vuole più fare niente. Forse mi ritengono un po’ matto...”.Qualche tempo fa si è sviluppata una furiosa polemica perché Franco Battiato aveva suonato a un festival di Alleanza Nazionale. Le è mai capitato di essere invitato a suonare a qualche manifestazione politica? “Sì, ma ultimamente scanso i festival politici. Anche perché ormai mi hanno appioppato le più disparate etichette politiche. Negli anni ’70 andavo spesso alle Feste dell’Unità, ma non ultimamente. Però penso una cosa: che gli artisti abbiano una maggiore credibilità dei politici, e che rispetto a questi possano e debbano conservare un’autonomia”.Quasi in ogni tour passa dalla Romagna. Le è rimasto qualcosa di questa terra, al di là dei soliti luoghi comuni? “Fino alla fine degli anni ’80 ho avuto tutto il mio management a Cesena, perciò passavo un sacco di tempo tra Cesena, Forlì e Cesenatico. E un po’ di romagnitudine mi si è trasferita addosso”.Pensa ci siano suoi eredi, in giro per l’Italia? E riusciranno ad avere il suo successo? “Ci sono persone molto in gamba. Come Samuele Bersani, Carmen Consoli, Elisa, Giorgia. Ma quella del successo è un’equazione impossibile da determinare. Non credo sia questione di carisma, piuttosto è importante la capacità di non diventare la parodia di se stessi durante gli anni. Stare in silenzio quando non si ha niente da dire è un altro elemento importante”.Dopo questo tour massacrante andrà in vacanza? “Sì, ho bisogno di un po’ di mare. Poi questa estate penso che farò un giretto in Europa. A suonare un po’ ovviamente...”.Samuele Amadori

Corriere Romagna 17 Marzo
Baglioni live il 4 aprile al 105 Stadium di Rimini

RIMINI - E Rimini è pronta ad accogliere Claudio Baglioni. Un po’ a sorpresa, ieri è saltata fuori un’altra data del tour del cantante romano. Domenica 4 aprile Baglioni sarà infatti protagonista di uno show al 105 Stadium di Rimini, organizzato dall’agenzia Unicorn. La data è ufficiale, e da oggi sono già disponibili i biglietti in prevendita nei consueti punti vendita. Inoltre si possono acquistare, su internet, sul sito www.ticketone.it. È una scelta curiosa, perché Baglioni suonerà in concerto a pochi chilometri di distanza venerdì prossimo, quando sarà protagonista di un live al Palafiera di Forlì, palazzetto che più volte lo ha ospitato negli ultimi anni.


Il Secolo XIX 16 Marzo
Baglioni show: «La mia forza? È il pubblico»
Recensione Ieri al Mazda Palace

GenovaAl 44° concerto di un tour ch'è un esame di architettura, con la scenografia che sale e scende come il montacarichi di una casa in costruzione, Claudio Baglioni è tornato a Genova. E 5 mila persone, che sono molto più di fans, quasi una confraternita allegra e romantica, lo hanno accolto ieri al Mazda Palace.
Una coreografia che, prima o poi, dovrà finire nei manuali del pop: età diverse, ma una fede incrollabile in questo 50 enne ch'è un po' un fratello maggiore, quello bravo che ce l'ha fatta. Nero come un cantante country, ma più elegante, Baglioni comincia a raccontare la storia di 35 anni passati a immaginare vita e miracoli di un'Italia trepida nelle emozioni, tranquilla nelle scelte. Eppure, in questa replica genovese, dopo la data di novembre, le stesse premesse che ispirano questo "Crescendo" vengono amplificate da un gusto più raffinato per la musica, che sin dall'inizio, quando Baglioni si immagina in una cantina a pompare rock e suona in "Noi no" e "Dagli il via".
Ora immaginate la mamma-impiegata, 40 anni portati leggeri, che di Baglioni sa tutto. Conosce le canzoni e la vita privata, sa cose che solo il tam tam del fan club riescono a interpretare, naviga su Internet, nelle pause d'ufficio, e scopre ormai da anni un mondo virtuale che cambia mappa, fisionomia, popolazione. Si chiama Papatàn, e ci trovi l'altra faccia del successo di Baglioni. Da una parte le canzoni, che nello show accompagnano l'ascesa ai piani alti di una casa ch'è la metafora del mestiere, e dall'altra l'adesione a un mondo che non spaventa né turba, ma invece rassicura.
Raccolti in file ordinate intorno al palco-cubo che si popola di interni di salotto, cucina, sino al tetto del finale, i fans di Baglioni hanno imparato a ignorare lo snobismo di chi non ha mai accettato il Pianeta Sentimento. Solo che, col tempo, Baglioni ha intagliato i margini di quel mondo, per inserire le fasi inevitabili del distacco, dell'addio, del rimpianto e del ricordo. Questo pensiero è l'intelaiatura dello show, che procede per storie esemplari: "Quanto ti voglio", "Ragazze dell'Est", "Mai più come te", "Domani mai", "Avrai" e "Solo". Questo per la parte dell'ascesa nella casa parabola sulla vita. Il finale, invece, è lo show del Baglioni promosso a divo: "Strada facendo", "Cuore di aliante", "Mille giorni di te e di me", "Io sono qui" e "La vita è adesso".
Baglioni riconosce: «E' come essere in famiglia, dopo tanti anni insieme, lo show lo fa anche il pubblico, lo fanno i due contabili che mi raggiungono sul palco, e i ragazzi della sicurezza, i trasportatori. Io sono quello che racconta le storie, ma la ragione di tutto è nei sogni che io e il pubblico condividiamo».RENATO TORTAROLO

Il Secolo XIX
Baglioni stregato dalle immersioni "Farò pubblicità al vostro salone"

Claudio Baglioni si è innamorato di Genova. Lo aveva già scritto in un articolo per il Secolo XIX, pochi giorni fa, ma ieri, prima del suo concerto al Mazda Palace, il cantautore ha scoperto che Genova, oltre che della canzone d'autore, è anche la patria dei sub italiani.
"È stata una sorpresa - spiega dopo aver visitato l'Eudishow - questo sport affascinante è nato da queste parti. Non mi sorprende, perché appassiona tante persone, a cominciare da me, e riflette un po' il carattere dei genovesi e dei liguri. Comunque, sono rimasto così favorevolmente colpito dall'Eudishow che ho promesso al direttore del Salone, nel mio piccolo, di divulgare questo vostro primato. E il fatto che siete sempre stati  all'avanguardia anche nell'industria subacquea".
Nel suo "rapido blitz" alla Fiera, Baglioni si è interessato anche "del ripristino e dell'allargamento dell'area fieristica dedicata al mare.Continuo a ripeterlo: Genova è forse l'unica città italiana con iniziative di archittetura che non campano sull'antico, dal Medioevo al Rinascimento".
L'attenzione di Baglioni per le nuove opere della città non è casuale:
"Insieme agli ultimi concerti, ho terminato di dare gli esami per la laurea in architettura. Ora mi rimane la tesi che, guarda caso, è incentrata sul restauro architettonico e la riqualificazione degli spazi per l'intrattenimento. Chissà che un giorno, Genova non mi chiami per discutere proprio queste opportunità. E per una volta non nelle vesti di cantautore e
showman".
Fra le grandi mostre del 2004, Baglioni naturalmente è interessato ad "Arte & Architettura", l'evento curato da Germano Celant sui rapporti fra artecontemporanea e invenzione architettonica: "Ci verrò sicuramente, è
un'occasione imperdibile e va a toccare una passione così grande, rimasta intatta da quando ero ragazzo, per la quale sono tornato a studiare e mi sto persino laureando".
Ancora sul mare, altra sua passione, Baglioni confessa di "non possedere una barca, perché trovo che quelle degli altri siano sempre più belle...". Però promette "di comprarne presto uno, ma dev'essere romantica. Molto romantica".Renato Tortarolo


Repubblica 14/3 grazie a http://www.giospecial.splinder.it

Claudio Baglioni domani sera al Mazda Palace di Fiumara, per una replica del tour
"TORNO PER QUESTO PUBBLICO"
Nuovo concerto dopo la serata con il palco "occupato"
Laureando con una tesi sulla "riqualificazione degli spazi per gli intrattenimenti"

"Torno per rispetto del mio pubblico, mi piace mantenere le promesse". Detto fatto. Claudio Baglioni, nuovamente sul palco del Mazda Palace domani sera nell´ambito del "Crescendo Tour", dopo il caos andato in scena lo scorso
novembre a causa di una partita di biglietti il cui posto a sedere era stato venduto due volte, lasciando molta gente in piedi, ammette che sì, era molto arrabbiato (il concerto iniziò dopo quasi un´ora di ritardo, con la gente che non intendeva muoversi dal palco, ndr), ma che almeno ha avuto il pretesto per tornare a cantare nella nostra città.

"Mi sarebbe piaciuto anche invitare personalmente coloro che giustamente reclamarono la loro postazione, spero di vederli. Ma soprattutto, spero che fili tutto liscio e che stavolta, quando attaccherò con Yesterday, non ci siano fischi, ma solo il piacere di stare insieme sino a fine spettacolo".

Non fu colpa sua.

"Certamente, però mi dispiace ancora di quanto accaduto. Ho lavorato molto per eliminare le transenne a favore di una piena visibilità e a favore dell´acustica, ritrovarsi con cento persone sul palco senza posto a sedere. Ci sono rimasto male. Avevano tutte le ragioni. Avrei voluto sanare all´istante la cosa, avrei fatto pure il concerto con la gente seduta ai
lati, sopra, ma la struttura particolare del palco, semovibile, non lo concedeva. D´altronde lo spazio era nuovo e la mappatura forse non era stata fatta al meglio, ma ricordo che al mattino ero ancora seccato e minacciavo azioni legali. Per fortuna è stato l´unico episodio increscioso di questa tournée, caduta a parte. Un inizio tormentato, però spesso da eventi delgenere nascono tour fortunati, e infatti le date si sono raddoppiate. Da 27sono diventate 57, è la tournée più lunga in spazi grandi mai fatta in Italia".

Una faticaccia, insomma.
"Lo sentissi come un lavoro magari sarei anche assenteista, la verità è che è difficile resistere al richiamo del palcoscenico. Quando iniziai non lo feci per vocazione, bensì perché avevo 15 anni e ciò significava avere
addosso gli occhi delle ragazze e il rispetto dei ragazzi. Era un modo per non sentirsi trasparenti nel mondo. Via via la musica è diventata la mia passione più grande e irrinunciabile, la casa della mia vita. Che poi a casa non ci sono mai. Ho passato buona parte della mia esistenza nei camerini, e con questa scenografia ho trovato il modo di sentirmi comunque avvolto dalle quattro mura".

E il calore del pubblico?

"Indescrivibile, è una forma di doping naturale che per fortuna non lascia tracce a parte un po´ di adrenalina. Ci sono delle energie sulle quali pensi di non poter contare, e invece? Poi io penso di essere indistruttibile, anche quando sono caduto dal palco e sanguinavo, mi hanno portato via dal > palco con la forza. Ed avevano ragione, sembrava di essere sulla scena di un film dell´orrore. Ma non mi do mai per vinto, ecco".

Lei è stato tra i primi a inaugurare il Mazda Palace.

"Ha una buona acustica, Genova ne aveva bisogno. Ricordo i concerti al palasport, uno strazio, c´erano dei riverberi incredibili. Per quanto mi riguarda il fatto di avere il palco al centro è capillare. Sto per laurearmi in architettura, e la tesi tratta un po´ la storia del Mazda, Restauro architettonico e riqualificazione degli spazi per intrattenimenti. Ho
individuato un area in quel di Roma ove mi piacerebbe mettere in pratica questa cosa, magari non ci riuscirò mai, ma l´idea è stimolante. Almeno per me che non sto mai fermo, neanche con la testa". di Lucia Marchiò

Per tutta la rassegna stampa fiorentina tratta dalla "Nazione" e dalla "Repubblica" un ringraziamento di cuore va alla nostra Claudia che in collaborazione dello" zietto" Paolo e delle amiche Martina, Sara e Ombretta che hanno pazientemente trascritto gli articoli per condividerli insieme a noi.

La Nazione Firenze 10 marzo
Si ripete un collaudato rito di successo:biglietto, arrivo dell'artista ,lunga attesa, la gioia di cantare insieme
Baglioni esalta e fa sognare
Claudio sul palco in mezzo alla gente.Nove musicisti al posto dei ballerini e dei pattinatori

E'tornato ieri sera,il sempre-verde Claudio Baglioni,per la prima delle due serate al Palasport (l'ultima sarà stasera) del suo tour 'Crescendo'.Grande attesa da parte dei suoi fans,che non si sono fatti sfuggire l'evento,nonostante il cantante si sia da poco esibito a Firenze. Era lo scorso giugno quando migliaia di persone riempirono il Franchi per assistere ad uno show pensato per gli spazi aperti. Stavolta è diverso:niente ballerini e pattinatori ad accompagnare le melodie di Baglioni, ma 'solo'nove musicisti e lui,su un palco centrale, come fa da molti anni per sentire più da vicino il calore del pubblico.
Visto che i posti erano tutti numerati, non c'è stata la consueta ressa fin dalle prime ore del pomeriggio in attesa dell'apertura dei cancelli. Ma qualcuno che gironzolava intorno al Palasport in attesa dell'arrivo di Claudio non mancava.
Come Ilaria e Valentina: "Magari lo vediamo arrivare! - sospirano-. Non manchiamo mai ai suoi concerti. Conosciamo tutte le sue canzoni.Per stasera abbiamo prenotato due posti vicino al palco..." . Già,perchè ai concerti non si va solo per ascoltare le canzoni, ma soprattutto per vedere da vicino il proprio beniamino e fotografarlo, magari con i nuovi cellulari mms. Ormai i telefonini sono diventati parte integrante dei concerti: un tempo c'erano gli accendini e le lucine a cuore, adesso ci sono loro. "Sono già d'accordo che chiamerò un'amica durante il concerto per farle sentire dal vivo la voce di Claudio..."confida Elisa. "Il concerto è sempre un evento molto atteso -commentano due ragazze-.E' un rito:l'acquisto del biglietto con largo anticipo,l'ansia prima che Baglioni salga sul palco e la gioia di cantare tutti insieme".Per poi uscire dallo show col ronzio alle orecchie ed il ricordo di una serata vissuta intensamente.
"Tanto Claudio tornerà presto", assicura Anna. C'è da giurarci. di Elettra Gullè
 

La Nazione Firenze 10 marzo
Un pubblico "trasversale
Il trionfo della melodia e tante storie d'amore

La presenza di Claudio Baglioni è ormai abituale a Firenze. Che sia il teatro Verdi, lo stadio Franchi come nel giugno scorso, o il Palasport come ieri sera, il cantautore romano riesce ad attrarre un pubblico composito, trasversale, fatto di varie generazioni, prevalentemente femminile, ma che cerca una cosa principale: il piacere della canzone.Da cantare in coro insieme all'artista o al resto del pubblico, da ascoltarla in modo più tranquillo, da scoprirla "rivestita"da arrangiamneti nuovi e al tempo stesso affascinanti. Baglioni riesce a mettere d'accordo molte persone che in primo luogo amano la melodia, quella che accompagna testi d'amore rimasti nell'immaginario collettivo e in tante storie personali. Il piccolo grande amore, ormai composto più di trent'anni fa ma mai abbandonato e infatti accolto con calore da chi ha qualche capello bianco e dalle nuove generazioni che hanno scoperto in casa il disco in vinile dei genitori. Ma la tournée chiamata Crescendo, con una sezione orchestrale giovane e di tutto rispetto diretta da Paolo Gianolio, è uno spettacolo che vuole dare quella giusta dose di energia a brani melodici. Questa in fondo è una dimensione corretta per un grande artista che vuole conquistare nuovamente il suo pubblico. L'inno Noi no dopo l'assolo di Yesterday è fatto apposta per colpire nel segno. I brani come Strada facendo o il "canzoniere" che raccoglie Poster e Amore bello sono studiati per un finale di spettacolo che possa ricreare vecchie atmosfere, ma anche la parte centrale con Notti,Domani mai.E tu e tante altre serve a viaggiare tra i vari periodi della produzione di Baglioni.Oggi si replica,per un canovaccio le cui variazioni sul tema continuano a piacere. Michele Manzotti

La Repubblica 9 Marzo
Canzoni a vita
Baglioni e il suo teatro da musica

Viaggio autobiografico attraverso le stanze di una casa:oggi e domani al Palasport
Claudio Baglioni oggi e domani al Palasport:sono disponibili ancora biglietti per i due concerti

Lo avevamo lasciato che correva sui campi di calcio d'Italia con la chitarra al braccio:lui e 300 ragazzi selezionati a far da coro con le loro passioni (karate,danza del ventre,pattinaggio)a un concertone che raccontava la vita, vista come un ponte sul quale traghettare se stessi e il mondo. Adesso, nel tour Crescendo, ritroviamo Claudio Baglioni nell'atmosfera più intima dei Palasport (stasera a Firenze, ore 21, pochi biglietti;domani qualcuno in più:48, 42,50 , 37 , 26,50 euro) a raccontare un'altra parabola esistenziale:la sua. Come metafora, stavolta ha scelto la costruzione di una casa, del nido, del rifugio quotidiano. "Il senso di questo progetto -spiega il cantautore romano- è racchiuso in un palco che è,allo stesso tempo,simbolo e teatro di questa storia:dall'energia graffiante e disordinata di una cantina,in cui rivive il sapore forte degli esordi, al soggiorno della maturità, dove si sviluppa il lento lavoro di riflessione e costruzione delle atmosfere; dalla terrazza da cui si va incontro al tempo che viene, tra la tensione e i brividi che accompagnano ogni vigilia,sino all'adrenalina pura dello show vero e proprio, che decolla nel momento in cui la casa di Crescendo si trasforma definitivamente in palco". Una "casa delle emozioni" dice Baglioni "la cui edificazione è sinonimo del magico cortocircuito che si crea quando la musica che scende dal palco si fonde con quella che sale dal pubblico, quando attori e spettatori si danno appuntamento per unire la loro parte di sogno e cercare di dar vita ad un sogno più grande". Ma seppure più cameristico rispetto al kolossal ginnico della scorsa estate, questo tour punta ancora su grandi cifre:un set lungo tre ore e mezza, oltre trenta supersuccessi in scaletta - oltre alle canzoni dell'ultimo album Sono io (l'uomo della storia accanto), segnato da un brusco ritorno alle origini sentimentali, un rappel à l'ordre dopo qualche album di ridondante autoanalisi - una band di nove elementi diretta da Paolo Gianolio (c' anche un quintetto d'archi), 100 mila persone che l'hanno preso d'assalto sino ad oggi.

La Nazione Firenze 9 marzo
Claudio Baglioni
Emozioni in Crescendo a cavallo del tempo

FIRENZE - "Crescendo è la storia di questi 35 anni di musica, il luogo incantato nel quale abitano le note e le parole raccolte lungo la strada e cucite insieme, con l'ambizione di regalare un pensiero, un'emozione, un piccolo sogno". Fa tappa a Firenze Crescendo, il nuovo tour di Claudio Baglioni, che stasera e domani alle 21 sarà protagonista al Palasport per due attesissime esibizioni. Ci sono ancora biglietti disponibili (in quattro i settori che costano rispettivamente 48 - 42.50 - 37 - 26.50 euro,compresi diritti di prevendita).Tutti i posti per i concerti fiorentini sono numerati.Baglioni sarà nuovamente protagonista in Toscana lunedì 22 marzo,al Palalgida di Livorno.Quelli di questa tournée sono spettacoli ricchi di effetti speciali,di innovazioni sceniche,ma rappresentano comunque un ritorno ad una dimensione più intima e diretta,sicuramente più vera,rispetto alle precedenti produzioni. Il palco è al centro della scena e in scaletta sono previsti i grandi classici e gli ultimi successi del Claudio nazionale,un artista che ripropone il suo modo di fare musica,seguendo il suo istinto e la voglia di innovazione,che dona alle sue composizioni e ai suoi show energie e stimoli sempre nuovi. Con la professionalità, la serietà e l'impegno che hanno fatto di questo autentico interprete del pop evoluto made in Italy, un protagonista assoluto, un'autentica leggenda della melodia all'italiana per più di una generazione.
Crescendo propone nuove e vecchie canzoni, nuovi arrangiamenti,nuovi musicisti: otre tre ore e mezza di musica dal vivo, con i brani degli ultimi anni e trenta dei successi più amati di Claudio.Il tutto eseguito da una super band di nove elementi:Paolo Gianolio alle chitarre,Simona Cazzulani al violino, Mario Guarini al basso e contrabbasso, Federica Mazzanti alla viola, Stefano Melone al piano e tastiere, Adriano Molinari alla batteria e alle percussioni,Francesca Ruffilli al violoncello,Sofia Vettori al violino,Pio Spiriti al violino, tastiere e fisarmonica.
"Il senso di questo progetto è racchiuso in un palco decisamente particolare,che è,allo stesso tempo,simbolo e teatro di questa storia - ha sottolineato il cantautore romano - Dall'energia disordinata e graffiante di una "cantina", in cui rivive il sapore forte degli esordi,al "soggiorno" della maturità,dove si sviluppa il lento lavoro di riflessione e costruzione delle atmosfere; dalla "terrazza" da cui si va incontro al tempo che viene, tra la tensione e i brividi che accompagnano ogni vigilia,sino all'adrenalina pura dello show vero e proprio, che decolla nel momento nel quale la casa di Crescendo si trasforma definitivamente in palco". Il risultato è un intenso e appassionante viaggio musicale, che parte negli anni sessanta e prosegue in bellezza fino ai giorni nostri.Un flashback avvincente che ci riporta alla mente,come un prezioso album fotografico da sfogliare insieme,i monenti più intensi del sapiente pop di Baglioni. Uno showroom della canzone d'autore Claudio style, da visitare (o meglio da riscoprire) attraverso ricordi,oggetti,canzoni,sentimenti e persino stagioni della vita. In un racconto coinvolgente in cui pensieri, speranze, emozioni si specchiano nella musica di qualità.
Firenze, Palasport, stasera e domani. di Giovanni Ballerini

 

Unicoop Firenze 8 Marzo
Venti “tutto esaurito” nelle venti prime date; 100.000 presenze nella prima parte e 200.000 spettatori attesi tra febbraio e marzo; tre ore e mezza di musica dal vivo, con oltre trenta dei successi più amati del pop italiano, eseguiti da un supergruppo di nove elementi. Sale la febbre che accompagna “Crescendo”, il tour che vede Claudio Baglioni portare la sua “casa” delle emozioni nei principali palasport italiani.
“‘Crescendo’ – spiega Baglioni - è la storia di questi 35 anni di musica, il luogo incantato nel quale abitano le note e le parole raccolte lungo la strada e cucite insieme, con l’ambizione di regalare un pensiero, un’emozione, un piccolo sogno”. “Il senso di questo progetto -sottolinea il musicista romano- è racchiuso in un palco decisamente particolare, che è, allo stesso tempo, simbolo e teatro di questa storia: dall’energia disordinata e graffiante di una ‘cantina’, in cui rivive il sapore forte degli esordi; al ‘soggiorno’ della maturità, dove si sviluppa il lento lavoro di riflessione e costruzione delle atmosfere; dalla ‘terrazza’ da cui si va incontro al tempo che viene, tra la tensione e i brividi che accompagnano ogni vigilia, sino all’adrenalina pura dello show vero e proprio, che decolla nel momento nel quale la casa di ‘Crescendo’ si trasforma definitivamente in palco. Ma ‘Crescendo’ – conclude Baglioni - non è solo la piccola storia della mia vicenda personale di uomo e musicista. E’ la storia di una crescita comune, nel magico cortocircuito che si crea quando la musica che scende dal palco si fonde con quella che sale dal pubblico. Quando attori e spettatori si danno appuntamento per unire la loro parte di sogno e cercare di dar vita un sogno più grande”.

Corriere della sera 4 Marzo
FORUM DI ASSAGO
Baglioni senza giocolieri e ballerini: «Questa volta c’è solo la mia musica»
«Meno opulento del tour precedente e più faticoso per me: saranno tre ore e mezzo filate di canzoni»

Claudio Baglioni se l’è costruita sul palco. Ed è la scenografia che accompagna il suo nuovo tour, «Crescendo», oggi e domani al Forum di Assago. «La musica - dice - è la vera dimora di chi fa questo mestiere: si passa più tempo negli spogliatoi dei Palasport, che a casa. Il senso di questo progetto è racchiuso in un palco particolare, che è allo stesso tempo simbolo e teatro di questa mia piccola storia: una favoletta sui miei 37 anni di carriera». Così in una «cantina» si rievocano gli esordi («Con la mia band suoniamo una musica rozza, dinamica, rockbeat»). Il soggiorno, invece, è la stanza della maturità. Infine si passa sulla terrazza, «fra la tensione e i brividi - spiega Baglioni - che accompagnano ogni vigilia, fino all’adrenalina pura dello show, che decolla quando la casa di "Crescendo" si trasforma definitivamente in palco».
Sono spariti ballerini, giocolieri e mangiatori di fuoco che quest’estate affollavano il tour negli stadi del cinquantaduenne Claudio (a Milano era arrivato al Meazza). «Quei concerti - osserva adesso - erano opulenti, con il senso della dismisura. Adesso abbiamo pensato a un tour nuovo, non so se è il più bello della mia carriera. Sicuramente è il più faticoso: una canzone dietro l’altra per tre ore e un quarto di musica. Alla fine di ogni sera io e la band siamo stremati, sembriamo l’armata napoleonica durante la campagna russa».
Il concerto si apre con la beatlesiana Yesterday e va avanti fra Noi no , Fotografie , Ragazze dell’Est («L’ho recuperata, non la cantavo da tanto tempo»), Quante volte, Adesso la pubblicità, E tu, Strada facendo, Questo piccolo grande amore .
«Le canzoni - racconta Baglioni - sono stelle fisse, nella vita delle persone. Quando sono sopra al palco mi vengono i brividi a pensare che c’è un limite a tutto. Anche alla folla che ti segue con passione. Bisogna sempre lottare per mantenere quello che abbiamo conquistato. Eppure, io non sono stanco: quando ho cominciato a cantare non ero preso dal sacro fuoco dell’arte, oggi questo lavoro è la mia passione, il mio vizio e anche un gioco. C’è gente che spende i soldi ai casinò, si compra macchine sportive. Io, a 52 anni, continuo ad acquistare giocattoli». Sandra Cesarale

Il Messaggero 3 Marzo
MELODIE
Il popolare artista parla del rapporto fra poesia e canzone
«Dylan e Simon meriterebbero un Nobel speciale»

di Claudio Baglioni

Non so cosa sia la poesia, né quale sia l'ingrediente miracoloso, la spezia misteriosa o il particolare - e assai raro - allineamento dei pianeti cuore-sensi-cervello capace di trasformare in poesia una parola o una nota (o il loro insieme), come anche un gesto, uno sguardo, un sorriso, un luogo dello spazio o del tempo. Non lo so e credo che se migliaia di anni di domande non sono riusciti a partorire «La risposta», né ad avvicinarci alla soluzione, probabilmente significa che si tratta di una di quelle domande destinate a rimanere senza risposta. Di più: una di quelle questioni il cui valore non sta nel guidarci verso una risposta, ma nel non esaurire mai la spinta interrogativa (e quindi la carica creativa) e non saziare la nostra voglia di ricerca, il nostro bisogno di capire. Un mistero il cui fascino risiede nel rimanere tale; uno di quei viaggi il cui valore non sta nel raggiungere la meta, ma nel viaggiare.
Il rapporto tra musica e poesia poi, è tra i più difficili da indagare. E anche circoscrivendo il campo della riflessione a quel frammento dell'universo-musica che più frequento - la canzone popolare - non è facile dire cosa sia e cosa non sia poesia o, ancora prima, se questa forma-canzone sia mai stata (o si sia mai avvicinata alla) poesia e, se sì, per merito o colpa di chi. Confesso di non aver mai amato quella visione (molto in voga negli anni Settanta, ma ancora oggi non completamente superata) che pretendeva di scomporre la canzone in due compartimenti stagni - testo e melodia - e di valutare le parti e non l'insieme. Di volta in volta, si buttava dalla torre la melodia priva del sostegno di un testo sensato o un testo ricco di significato, ma colpevole di viaggiare in compagnia di una melodia fin troppo «facile».
Così come non saprei dire fino a che punto abbia senso proporre per il Nobel della letteratura autori come Bob Dylan o Paul Simon (ma la lista è molto più lunga), che meriterebbero di certo, se esistesse, quello per la canzone d'autore.
La canzone è come una moneta. Le due facce sono indissolubilmente legate l'una all'altra. Se mai riuscissimo a separarle e a eliminarne una, non perderemmo la metà, ma l'intero valore della moneta.
Testo e musica nascono per vivere insieme e, quale che sia il destino - felice o infelice - che li lega, devono essere ascoltati e «giudicati» insieme. Anzi, per l'insieme che generano. Divenendo canzone infatti, testo e musica perdono la loro identità originaria. Abbandonano la «famiglia di provenienza» e assumono una nuova natura per cogliere il valore della quale non è possibile utilizzare le categorie con le quali si valutavano parole e note nella loro vita precedente. Nuova identità e nuovo senso, e non è raro il caso nel quale parole e note che, separatamente, faticherebbero a interessare e appassionare, riescono, viceversa, a suscitare emozioni tra le più intense che l'uomo riconosca. Non ha quindi molto senso stabilire il «peso» di una canzone (o la sua «poeticità») attribuendo un valore al testo e uno alla melodia per poi calcolarne «l'area», guidati magari da quello stesso spirito di geometria che ispirava l'illuminato preside del college de «L'attimo fuggente».
Non «le migliori parole, nel loro ordine migliore» adagiate sulla melodia migliore dunque, ma la migliore fusione tra melodia e testo. Fusione di metro, di verso, di lessico, di senso, di «suono». Anche qui, pur condividendo i principali elementi strutturali, poesia e musica differiscono profondamente, come piatti diversi costruiti intorno ai medesimi ingredienti, essenzialmente per il fatto che diverse sono la loro natura e la loro funzione, come diversi i colori nei quali la loro luce si scompone attraversando il prisma della coscienza dell'uomo. Non lo so cosa sia la poesia - scrivevo all'inizio - ma so cosa sarebbe la vita senza poesia, ridotta alla meccanica che unisce tendini, muscoli, ossa, cuore, nervi e polmoni.
Amo la poesia - qualunque sia la forma che sceglie per manifestarsi - perché credo che sia, per la vita, ciò che l'anima è per il corpo: i «21 grammi» che danno senso al resto. A tutto il resto, anche se, a volte, ho la tentazione di pensare che per lei valga la differenza che c'è tra stelle e costellazioni: le stelle esistono di per sé, le costellazioni soltanto negli occhi dell'uomo. Quali che siano le cose, musica e poesia condividono, se non altro, il fatto di rappresentare uno tra i più affascinanti (e insondabili) misteri che legano, come poche altre cose, altri due misteri (altrettanto insondabili e affascinanti): l'uomo che dona e quello che riceve poesia. E tanto ci deve bastare.


Leggo 3 Marzo
Arriva Baglioni in un Crescendo di musica
Trenta “sold out" nelle prime 30 date, oltre 200mila presenze nella prima parte e altri 180mila spettatori attesi per tutto marzo, il tutto per tre ore e mezza di musica dal vivo, con oltre 30 successi pop, eseguiti da 9 elementi. Questi i numeri di “Crescendo", il nuovo tour di Claudio Baglioni (nella foto), domani e dopo al FilaForum: «Crescendo è la storia di questi 35 anni di musica, il luogo dove abitano le parole raccolte lungo la strada, con l'ambizione di regalare un piccolo sogno - dice il cantante».
Il senso è racchiuso sul palco: dall'energia di una cantina, in cui Baglioni rivive il sapore degli esordi; al soggiorno, stanza della maturità, dove si sviluppano le atmosfere; dalla terrazza da cui si va incontro al tempo, tra la tensione di ogni vigilia, sino all'adrenalina dello show, che decolla nel momento nel quale la casa di Crescendo si trasforma definitivamente in palco.

Gazzetta di Parma 2 Marzo
PalaRaschi gremito per il concerto del cantautore: un pubblico di tutte le età ha cantato con lui i suoi successi più famosi
In seimila per Baglioni, l'eterno ragazzo
«Questa è la storia della nostra vita»: in tre ore di musica 37 anni di canzoni


Più di tre ore di concerto sono molte per chiunque e mettono a dura prova sia chi canta sia chi ascolta. Tutto sommato, questa dura prova è stata superata da Claudio Baglioni ieri sera in un PalaRaschi «esauritissimo» da 6 mila persone, assiepate tanto nelle tre gradinate quanto nei posti a sedere del parterre.
Il palco a 360 gradi (un lusso per il nostro palasport, che è a 180 gradi) ha permesso a tutti di vedere al meglio, mentre tre diverse scenografie si sono succedute nel corso della serata seguendo gli sviluppi narrativi di un palco simbolo della casa e quindi della storia di Baglioni... naturalmente in Crescendo (titolo del tour), dalle cantine alle terrazze, dalle stalle alle stelle.

Professionalmente impeccabile se si eccettua qualche imbarazzo vocale in un paio di brani dell'ultimo album «Sono io - l'uomo della storia accanto», il cantautore ha messo sul palco anche il cuore: un cuore del quale di tanto in tanto si dubita, perché, quando la forma tende alla perfezione, si teme sempre che la sostanza non sia all'altezza o passi in subordine. Baglioni ha pure sfatato il luogo comune secondo cui in genere i concerti iniziano in ritardo. Lui ha cominciato poco prima delle 21, dunque in anticipo, con una sorta di anteprima: una versione di «Yesterday» dei Beatles per voce e chitarra, che ha suscitato subito il tripudio del pubblico, malgrado qualche pecca interpretativa.

L'artista si è trovato più a suo agio con i suoi brani, in un'alternanza strategica fra più ritmati e più lenti. «Yesterday» è servito soprattutto come metafora degli inizi di carriera di Baglioni, «ieri» appunto, nelle cantine beat degli anni '60. Ecco spiegata la prima scenografia, con un palco molto scarno, dove dalla seconda canzone «Noi no sono arrivati i musicisti togliendo il lenzuolo (ma c'erano le lenzuola nelle cantine di 40 anni fa?) dai rispettivi strumenti: Paolo Gianolio, capogruppo, alle chitarre, Mario Guarini al basso e al contrabbasso, Stefano Melone alle tastiere, Adriano Molinari alla batteria e un quartetto d'archi per tre quarti al femminile.

«Dagli il via», «Quanto ti voglio», «Fotografie (quasi jazzata), «Ragazze dell'est», «Bolero» e il recentissimo lentone «Tienimi con te»: canzoni vecchie e nuove mescolate per non seguire un ordine cronologico troppo didascalico. Nessuna pausa, praticamente un lungo medley interrotto solo da alcuni brevi parlati (non certo improvvisati), funzionali al racconto del palco pensato come una casa.

Con «Di là dal ponte» ci si è spostati oltre la realtà, mentre si chiudeva il «baule dei nostri sogni» e si lasciava la cantina per entrare in soggiorno (puntualmente calato dall'alto). «E così cominciamo a costruire la nostra casa - ha detto Baglioni - la casa della musica e della vita. E cominciano le canzoni tristi, che parlano di solitudini», ovvero «Quante volte», «Serenata in sol» (comunque scherzosa con il trenino dei musicisti), «Mai più come te» (con Claudio seduto al tavolo insieme alle violiniste).

Poi la terza scenografia, una terrazza dalla quale il cantante ha idealmente spiccato il volo inanellando successi come «Avrai» per pianoforte e voce («Sarebbe sempre bello - ha precisato - poter 'avere', ma anche 'dare' a tutti quelli che vivono senza stupore e senza fantasia»), il nuovo «Tutto in un abbraccio» e il mitico «E tu», cantato da tutti.

Claudio è rimasto solo con la sua chitarra quasi per un interludio, dopodiché è iniziato (alle 23...) il concerto vero e proprio con «Strada facendo». E' stato lo stesso protagonista a dare il benvenuto al pubblico in questa nuova fase libera dalle scenografie casalinghe e più energica. «Questo piccolo grande amore», «Volo d'aliante», «Poster» in un medley e una pioggia di hit, «Mille giorni di te e di me», «Sono io», «Io sono qui», «La vita è adesso» e «Via»... per correre via verso un altro successo. Giovedì e venerdì Baglioni canterà al Filaforum di Assago di Milano .Fabrizio Marcheselli
 

Gazzetta di Parma 29 Feb.
Baglioni in «Crescendo»
Domani sera alle 21 il suo concerto al PalaRaschi

37 anni di musica in 3 ore e un quarto, con oltre 30 amatissimi successi interpretati insieme a 9 ottimi musicisti: sono questi i numeri essenziali di Claudio Baglioni e del suo concerto antologico Crescendo in scena domani alle 21 al PalaRaschi; biglietti ancora disponibili e informazioni allo 0521-706214. In una lunga intervista esclusiva per la Gazzetta, Baglioni ha raccontato cosa vedremo domani sera... e molto altro.
Il titolo del tour «Crescendo» significa che in fondo lei non è ancora cresciuto?
«Il crescendo è un termine tecnico che spiega la fase musicale in cui tutti gli strumenti devono cominciare a suonare sempre con maggiore intensità, fino ad arrivare al punto più alto. Effettivamente c'è anche il discorso del crescendo umanamente e fisicamente. Io non credo di essere definitivamente cresciuto, un po' perché nel mio mestiere si rimane per letteratura senza tempo e un po' perché si ha la speranza di essere in continuo cammino. E poi mi sono accorto che da 37 anni fa la musica e tutto il suo mondo sono la mia casa».
E' per questo che la scenografia del suo concerto fa diventare il palco simbolo di una casa con varie stanze?
«Sì. Ho pensato che quelli che gravitano intorno a un tour, passano molto più tempo negli spogliatoi di uno stadio o palasport o nei camerini di un teatro, che non nelle rispettive case. Quindi, sembrava quasi lecito costruire davanti agli occhi una casa. Però la casa è anche la metafora della crescita, della composizione. Si parte da una cantina simile a quella in cui cominciai io 37 anni fa con un gruppo beat, e si arriva a una sorta di terrazza e di tetto dal quale tentare di spiccare il volo verso il giorno del concerto».
Quando ci si confronta con 37 anni di musica, come si fa a scegliere i brani per un concerto?
«E' durissima... un po' come certi commissari tecnici quando devono scegliere la formazione. Il mio concerto dura tre ore e un quarto con un ritmo frenetico: sembra quasi un lungo medley, perché tra una canzone e l'altra c'è lo spazio di un secondo. Cerco di mettere un po' di tutto, seguendo le evoluzioni della casa sul palco: dal rock'n'roll dei primi anni alle canzoni più mature e a quelle più rarefatte, contemplative e sognanti».
Procede dunque in ordine cronologico?
«Qua e là sì, però non troppo ortodosso, perché altrimenti sarebbe scontato. Più che altro c'è una divisione per generi, per suggestioni».
Lei, rispetto al suo pubblico, in cosa si sente simile e in cosa diverso?
«Mi sento diverso per il ruolo che ho da portare sulle spalle, perché mi trovo a essere quello conosciuto rispetto a tante persone che non conosco. Per il resto non mi sento diverso in nulla: è stata anche la tematica del mio ultimo disco, dove ho detto Sono io l'uomo della storia accanto».
Crede che sia calzante la definizione «cantautore»?
«Non ho mai appartenuto a congreghe particolari, tant'è che anni fa alcuni intellettuali fecero un elenco di 'irregolari' dello sport, del giornalismo e dello spettacolo. E io ero uno di quelli, difficilmente catalogabile da una parte o dall'altra. 'Cantautore' mi sembrava una parola un po' cacofonica, però alla fine qualsiasi definizione va bene».
Lei, che non si schiera, cosa pensa del mondo della musica diviso tra Festival di Sanremo e «controfestival» di Mantova?
«Mi sembra uno spreco essere a favore o contro il Festival. Sanremo è una ricorrenza, è come Capodanno: certe volte lo si passa bene e certe altre lo si passa male. Quando c'è troppa voglia di divertirsi, poi non ci si diverte. L'anno scorso Sanremo ha rappresentato il 2% delle vendite discografiche: indubbiamente la musica potrebbe trovare una cornice migliore, ma in genere non la trova in televisione».
Ci vorrebbero artisti come Baglioni per risollevare Sanremo?
«Mah... io nel '66 partecipai al primo concorso di voci nuove nel mio quartiere, Centocelle di Roma: si chiamava Festival di voci nuove di San Felice da Cantalice e da allora io non posso tradire questo primo santo!».
La televisione non la tenta più dopo il successo di «Anima mia» con Fazio?
«Confesso che mi tenta, perché la televisione è il più grande teatro che possa esistere. Però la tv di oggi è eccessivamente competitiva a causa della ricerca dell'ascolto. E' un po' come l'industria discografica: in questi momenti di crisi di identità culturale e artistica, cerca degli stereotipi, dei format, guardando con sospetto qualsiasi forma di devianza e diversità».
Da quale idea è partito per rinnovare il suo sito www.baglioni.it?
«Ho visto che quasi tutti i siti tendono a diventare grandi archivi poco invitanti. E così ho pensato di mettere un po' di anima e di calore nel mio, cercando di edificare una città fantastica all'interno della quale trovare le informazioni, con una grafica ispirata ai disegni di Hugo Pratt e di tutta la Marvel».
Che fine ha fatto il suo inno della Nazionale di calcio, «Da me a te», presentato da lei allo stadio di Parma nel 1998?
«Avrebbe dovuto restare per sempre, ma è andato avanti 4 anni, credo a causa del cambio di alcuni settori della Federazione».
A Parma lei ha sempre avuto successo. Conosce la città anche al di là del Palasport e del Teatro Regio?
«Conosco benissimo l'aeroporto, che ha l'orologio più grande del mondo: durante l'inverno arrivo spessissimo a Parma perché molta parte del mio lavoro viene realizzata tra Parma e Reggio, in due piccoli studi residenziali (con il chitarrista e arrangiatore reggiano Paolo Gianolio, collaboratore storico di Baglioni, ndr). Questo tour e i miei ultimi due dischi sono nati lì». Fabrizio Marcheselli

Il Messaggero 27 Feb.
Undicimila ieri al concerto
Baglioni commuove e conquista il PalaLottomatica con il tour “Crescendo”

ROMA - Il solo allestimento - scena aperta, palco su tre livelli che salgono e scendono, luci e amplificazione piùccheperfette, gruppo nuovo e già buonissimo - vale il prezzo del biglietto. In più aggiungete lui, Claudio Baglioni, pimpantissimo in nero, i vestiti, e grigio, i capelli, e quasi 40 pezzi: capirete perché Crescendo , il nuovo tour, sta avendo successo, ieri al PalaLottomatica, replica stasera e domani, erano in undicimila, tra loro il ministro delle Telecomunicazioni, nonché baglioniano Gasparri, e Francesco il Magnifico, capitan Totti, con fidanzata Ilary.
Baglioni ha deciso di rinnovarsiancora una volta e l’ha fatto. Sul serio. Nuovo gruppo - accanto al superstite Paolo Gianolio alle chitarre, superlativo, ci sono Mario Guarini, basso e contrabbasso, Stefano Melone, piano, tastiere e cori, Adriano Molinari, batteria e percussioni, Elisa Pieschi, violoncello, Pio Spiriti, violino, tastiera e fisarmonica, Sofia Vettori, violino, e Federica Vignoni, violino - e nuova ”scaletta” che, però, dimentica o penalizza troppi classici.
Basterebbero, per sommuovere terremoti d’emozioni, personali e di massa, le note iniziali, di Notte di note e Acqua nell’acqua, ma l’entusiamo ”è” Baglioni che, solitario, attacca la beatlesiana Yesterday . Il delirio. Niente celebrazioni, guarda avanti, senza badare a spese, economiche e fisiche. Ha riveduto arrangiamenti, aggiunto e tolto brani, peccato per I vecchi , ancheggia, balla, si diverte, suda, sgobba. Come Totti è campione. Vero. Che vuol vincere. Ci riesce.
Ecco, allora, Noi no , Dagli il via , Quanto ti voglio , Fotografie , Ragazze dell’Est , Bolero , Tienimi con te , Di là dal ponte , Notti, Quante volte , Serenata in sol , Mai più come te , Domani mai , Adesso la pubblicità , Un giorno nuovo , Avrai , Acqua dalle luna , la trilussiana Ninna nanna , Tutto in un abbraccio , Grand’uomo , E tu , Solo .
Via. Dritti nella Storia. Dell’amore. Strada facendo. Questo piccolo grande amore . Cuore di aliante . Arrivano amori, memorie, lacrime, primi baci. Pietre miliari come Poster , Amore bello , Sabato pomeriggio , E tu come stai , Io me ne andrei che, ribadiamo fermissimamente, meritano miglior resa. E Mille giorni di te e di me , Sono io , Io sono qui , La vita è adesso, Via . La fine è sulle note di Per incanto e per amore e Arrivederci o addio . Baglioni, concerto troppo lungo, oltre tre ore. Ma, accidenti e complimenti, troppo bello. di PAOLO ZACCAGNINI

Il Messaggero 27 Feb.
Strada facendo è un “Crescendo” di fan ...

Strada facendo è un “Crescendo” di fan che, incuranti del maltempo, si accalcano ai cancelli del Palalottomatica per il concerto di Claudio Baglioni . Tutti in fila alle entrate principali: i cancelli aprono alle 20 in punto. Piove, ma l'atmosfera è festosa e carica di emozione.
Da un'entrata laterale ecco arrivare via via gli ospiti. Entusiasmo alle stelle quando entrano Francesco Totti e la fidanzata Ilary Blasi . Arrivano anche il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri , il consigliere d’amministrazione della Rai Marcello Veneziani , la cantante Anna Tatangelo .
Ragazzi a caccia di autografi dei “personaggi”, accendini pronti per illuminare tutti insieme una notte di note emozionanti ripercorrendo i cavalli di battaglia dell’artista. Cori, applausi su applausi, al palalottomatica un tutto esaurito di pubblico ma non di emozioni che sembrano non finire mai. di EMANUELA MUZZI

Salerno notizie 27 Feb.
Claudio Baglioni replica
Settemila persone hanno applaudito Claudio Baglioni domenica 22 febbraio, al Palasele di Eboli. Un successo che ha spinto gli organizzatori, Alfonso Troiano e Franco Di Salvatore, della Anni 60 produzioni di Cava de' Tirreni, a replicare il concerto del "catastorie" romano. Claudio Baglioni, dunque, tornerà ad Eboli mercoledì 31 marzo. Il concerto, ultima tappa del tour invernale, avrà inizio alle ore 21 si concluderà alle ore 00.15. Baglioni sarà accompagnato oltre che dallo storico chitarrista Paolo Gianoglio, da altri sette musicisti, tra questi anche quattro violiniste. Non mancheranno, anche in questa occasioni, figuranti e ballerini che si alterneranno sul palcoscenico che ancora una volta sarà allestito al centro del PalaSele di Eboli. I biglietti per poter assistere al concerto sono già in vendita presso le abituali prevendite.

Messaggero 25 Feb.
AL PALATRICALLE
Baglioni fa l’en plein: migliaia di fans in delirio

Un concerto da sogno: nuove atmosfere e nuove canzoni nella tappa chietina dell’autore di «Piccolo grande amore»

Dario Baldan Bembo cominciò la propria carriera di cantante con un disco intitolato ”Crescendo”, Claudio Baglioni, classe 1949, che dai percorsi orizzontali si è avventurato su percorsi verticali, al culmine della sua carriera, sta portando in tutta Italia il suo concerto intitolato ”Crescendo”. Su questo ”filo rosso” della canzone italiana, ieri sera al Palatricalle, Claudio Baglioni ha tenuto un concerto che ha mandato in delirio il pubblico che ha affollato il palazzetto dello sport di Via Picena. Ha proposto uno spettacolo nuovo (con una squadra di 80 persone tra musicisti, tecnici del suono, addetti all’organizzazione, ecc.) con nuove canzoni, nuovi arrangiamenti, nuove scene, nuove storie, nuove atmosfere. «Non per un cambiare fine a sè stesso, ma per la voglia di raccontare la storia di un’evoluzione, di una crescita, una maturazione». Sono parole di Baglioni per spiegare il ”concerto più bello”. Subissato di applausi anche a Chieti, in attesa di Roma, il 26 e 27 febbraio a Palalottomatica. A Chieti ha registrato un suo omaggio canoro per la trasmissione ”Grazie Alberto” condotta da Fabrizio Frizzi in onda stasera su Rai2.

Leggo 25 Feb.
Baglioni, tre giorni di musica in “Crescendo"

Da giovedì si celebra il mito Baglioni. Il cantante sbarca al Palalottomatica col tour Crescendo - tre date fino a sabato - le prime due già esaurite. Le fan aspettavano il divo Claudio già lunedì al Palalottomatica, per la serata omaggio ad Alberto Sordi. Baglioni avrebbe dovuto cantare E va e va e Breve amore, ma ha dato forfait all’ultimo momento, ufficialmente per problemi con le prove. I tre live prevedono tre ore e mezza di musica, con un gruppo di nove elementi: «Crescendo - spiega Baglioni - è la storia di trentacinque anni di musica, ma è anche la storia di una crescita comune, nel magico cortocircuito che si crea quando la musica che scende dal palco si fonde con quella che sale dal pubblico. Quando attori e spettatori si danno appuntamento per unire la loro parte di sogno e cercare di dar vita ad un sogno più grande». di Elisabetta Colangelo


Il Messaggero 24 Feb.
AL PALATRICALLE
Stasera si canta e si sogna con Baglioni in concerto

Nella "città virtuale" (sito internet di Claudio Baglioni) non potrete " cliccare" sul Palatricalle, ma questa sera alle 21 gli appassionati sostenitori del cantante romano, esperto di magliette aderenti che lasciano indovinare tutto, potranno godersi lo spettacolo del suo giro d'Italia canoro, iniziato a Torino il 21 novembre. Uno spettacolo tutto nuovo, intitolato "Crescendo" che sta richiamando folle da palazzetti dello sport dovunque. Così il cantante che piace alle ragazze e a quelle che si
sentono tali oltre i 40 anni, strada facendo, ha voluto riservare alle sue ammiratrici (ma non mancano gli ammiratori) uno spettacolo che vale una serata trascorsa nell'atmosfera surreale del Palatricalle, con i posti esauriti da tempo, già nella prevendita. Trasformato per l'occasione con
due sistemi computerizzati (l'acustica del palazzetto non è delle più apprezzate), cinque pedane mobili, 45 motori di controllo computerizzato, 600 metri di architetture d'alluminio, per consentire a tutti di gustarsi l' esibizione di un cantante sempreverde, capace ancora di far sognare anche chi non crede più nel romanticismo.

Corriere della sera 22 Feb.
Da giovedì a sabato il cantautore torna a esibirsi nella sua città: «Una favola su 37 anni di carriera»
Baglioni: «Cantina e salotto, una casa di musica»
Tre concerti al Palalottomatica (il primo esaurito) nella scenografia di un vero edificio


Una casa sul palco per Claudio Baglioni. Che nel nuovo tour, «Costruendo», apre il sipario in una cantina («Dove con la mia band suoniamo una musica rozza, dinamica, rockbeat»), passa in soggiorno e poi in terrazza. «Perché la musica - dice - è la vera dimora di chi fa questo mestiere: si passa più tempo negli spogliatoi dei Palasport, che a casa nostra». Al Palalottomatica arriva giovedì per tre concerti. Biglietti esauriti per la prima data, ne rimangono pochi per la seconda e per la terza. L’ultima volta a Roma Baglioni ha suonato la scorsa estate allo Stadio Olimpico, davanti a settantacinquemila persone.
Cosa c’è di diverso?
«Tutto. Lo slogan che io e i miei collaboratori avevamo scelto per il tour negli stadi era "Il più grande". Quello all’Olimpico era un concerto opulento, con il senso della dismisura».
E adesso?
«Abbiamo pensato al "più nuovo e più bello". È venuto fuori questo strano racconto, una favoletta sui miei 37 anni di carriera, attraverso le mie canzoni. È un successo grande questo tour che doveva terminare a febbraio e andrà avanti fino ad aprile: duecentomila persone finora, ho dovuto raddoppiare, triplicare i concerti in più di una città. E siamo solo a metà».
I suoi sostenitori non l’abbandonano mai.
«Le canzoni sono come stelle fisse, che rimangono nella vita delle persone. Ogni volta mi stupisco, non mi abituo mai alla folla. Poi c’è sempre il pensiero che bisogna continuare a lavorare e lottare per mantenere tutto questo. Dal 2000 giro ininterrottamente teatri, stadi, Palasport: in quattro anni ho presentato cinque tour, tutti diversi. Mi diverte questa competizione con me stesso, voltar pagina ogni volta. Anche in maniera brusca, per non dare alla gente un brodo allungato».
I suoi concerti non durano mai meno di tre ore. Non sarà troppo?
Ride. «Sono delle gare sportive. Questo è particolarmente duro: una canzone in fila all’altra. Pensi, ho il tempo di bere due bicchieri d’acqua in tutta la serata. Forse c’è un po’ di autocompiacimento: quando ho cominciato a cantare non ero preso dal sacro fuoco dell’arte, oggi questo lavoro è la mia passione il mio vizio e, forse, anche un gioco. C’è gente che spende i soldi ai casinò, si compra macchine sportive. Io, a 52 anni, continuo ad acquistare giocattoli».
Come vede la nuova scena italiana?
«È dura. La nostra musica ha sempre ruotato intorno alla discografia, era un volano che muoveva tutto. Adesso è in crisi, gli investimenti sono minori. Ai giovani non manca il talento, ma il coraggio di proporre qualcosa di nuovo. La colpa è anche di noi "vecchi" artisti».
Perché?
«Come i cavalieri della tavola rotonda, potremmo unirci e pensare a delle strategie comuni. Invece ci chiudiamo nei nostri orticelli. Abbiamo fallito persino con la pirateria: non siamo riusciti a far capire alla gente che la guerra ai cd illegali non serviva a garantire il nostro caviale quotidiano, ma ad assicurare un futuro al settore».
Sanremo cosa le sembra?
«Magari alla fine si potrebbe rivelare un Festival nuovo. Tuttavia, sono convinto che Sanremo sia come Capodanno, va festeggiato. Però il giorno dopo tutto è come prima».
Dopo il tour, che prepara?
«A giugno vorrei proprio andare al mare: visto che sono figlio unico l’ho eletto a fratello. Lì mi piacerebbe scrivere canzoni da offrire ad altri interpreti, che io non inciderò mai».
PALALOTTOMATICA dal 26 al 28 febbraio, ore 21, Eur, tel. 06.5922100

 Salerno Notizie 20 feb.
Claudio Baglioni replica ad Eboli
Domenica 22 febbraio serata evento al Palasele di Eboli con il concerto del cantautore romano più amato dagli italiani, Claudio Baglioni. Il concerto organizzato dalla "Anni 60 produzioni" di Alfonso Troiano e Franco Di Salvatore, è l'appuntamento clou della stagione 2003-2004 del PalaSele di Eboli.

Tutto esaurito, già da diverso tempo. E così l'artista romano, domenica, canterà dinanzi a ben 5000 spettatori. L'organizzazione comunica agli spettatori che l'ingresso in sala avverrà a partire dalle ore 20. Si comunica, inoltre, che il concerto avrà inizio alle ore 21 e che una volta spente le luci di sala, non sarà più possibile accedere all'interno del Palasele di Eboli.

Moltissime, anche, in queste ultime ore le richieste di biglietti per assistere al concerto. A tal proposito la "Anni 60 Produzioni" proprio per accontentare quanti non sono riusciti a comprare il tagliando d'ingresso, per la serata di domenica 22 febbraio, comunica che Claudio Baglioni ha deciso di replicare il suo concerto. La seconda serata si terrà nei primi 10 giorni di aprile. La data e l'inizio delle prevendite per l'acquisto dei biglieti saranno comunicate la prossima settimana.

La citta' di Salerno 13 Feb.
In cinquemila per il Claudio Baglioni show
A ruba i biglietti per il concerto del 22 Il Palasele pronto ad accogliere i fans
Juke box si rincorrono da Piccolo grande amore agli ultimi successi ''della storia accanto''

La storia di un sogno lungo trentacinque anni, il racconto di un'evoluzione in chiave ''intimistica'' e ''casalinga''. Claudio Baglioni, con il ''Crescendo Live Tour'', porta sul palco le emozioni di una vita in musica, la maturazione come uomo e la crescita come artista. Non sarà una replica o un'edizione speciale dei ''pirotecnici'' otto concerti-evento che hanno caratterizzato il mini-tour della scorsa estate, ma uno spettacolo rinnovato nella forma, nei contenuti, nelle canzoni, negli arrangiamenti e nei musicisti, quello che attende, il 22 febbraio, il pubblico del Palasele di Eboli. O, per meglio dire, i 5000 fortunati che sono riusciti ad accaparrarsi un biglietto per l'appuntamento clou nelle sole due settimane di dicembre risultate poi utili. Un tutto esaurito a tempo di record, complice anche la prevendita online. «Dalla cantina nella quale, insieme a un gruppo di amici, fantasticavo sul futuro, sino al palco sul quale gran parte di quel futuro è andato e va in scena, trasformandosi ogni volta in un presente straordinariamente fortunato». Con queste parole il cantautore romano sintetizza il viaggio ''Crescendo'' che lui, ''L'uomo della storia accanto'', ha fin qui percorso tra successi sempreverdi e palcoscenici mai uguali. Accompagnato dal chitarrista Paolo Gianolio (il direttore musicale dello show), da una band rinnovata per quattro-quinti e da un quartetto d'archi, Baglioni si muoverà su tre palchi mobili, che scenderanno uno sull'altro, portando l'artista dalle cantine in cui, giovanissimo cantautore, immaginava di essere una star, sino al tetto di una ''casa scenografica''. Saranno questi i primi tre momenti del nuovo show, a misura di Palasport, che racconta le diverse stagioni del cantante sullo sfondo delle magiche scenografie, come descritto dallo stesso Baglioni: «dall'energia disordinata e graffiante della ''cantina'' in cui rivive il sapore degli esordi, al lento lavoro di riflessione e costruzione delle atmosfere, che cresce nel ''soggiorno'' della maturità; dall'immediata vigilia dello spettacolo che ci trova fianco a fianco sulla ''terrazza'' per andare incontro al tempo che viene, sino all'adrenalina pura dello show vero e proprio, quando la casa di ''Crescendo'' si trasforma definitivamente in un palco». Il quarto grande momento dello spettacolo scatterà con ''Questo piccolo grande amore'', che farà da staffetta ad una lunghissima selezione da juke-box, studiata per ripercorrere tutti i più gettonati ed intramontabili successi del cantautore, sino all'ultimo ''Sono io, l'uomo della storia accanto''. Un gruppo di giovanissimi musicisti, scelti da Gianolio dopo lunghe audizioni, lo accompagnano in questa storia in musica: Simona Cazzulani (violino e cori), Federica Mazzanti (viola e cori), Francesca Ruffilli (violoncello e cori) e Mariella Sanvito (violino e cori); Pio Spiriti (violino, tastiere, fisa e cori); Stefano Melone (piano, tastiere e cori); Mario Guarini (basso e contrabbasso) Adriano Molinari (batteria e percussioni). La regia dell'allestimento è curata dallo stesso Baglioni. La tournèe ha debuttato il 20 novembre scorso a Torino, per poi essere interrotta, per circa un mese, a causa di un piccolo infortunio di cui il cantante era stato vittima durante la data di Treviglio. Il tour è ripartito da Pesaro a gennaio, e toccherà, dopo Eboli, Chieti, Roma, Parma e Milano. Proprio l'impegno nel capoluogo abruzzese, due giorni dopo la data campana, ha impedito agli organizzatori di promuovere, a grande richiesta, una seconda data ebolitana. Un appuntamento, quello del 22 febbraio, che gli amanti di Baglioni non si sono lasciati sfuggire, acquistando con largo anticipo i biglietti, presso le prevendite autorizzate che sono state letteralmente prese d'assalto. Per gli organizzatori si tratta di un vero e proprio successone, oltre che di un omaggio al cantautore italiano, ''rispedito al mittente'', qualche mese fa. Baglioni avrebbe infatti dovuto esibirsi allo stadio Arechi ma purtroppo la data in cartellone saltò dal momento che la struttura sportiva era occupata, in concomitanza, dalla ''Festa della pizza''. I fans possono stare tranquilli. Stavolta il concerto non salterà. E Baglioni salirà sul palco del Palasele per incantare il suo pubblico. Gilda Camaggio

La Sicilia online 9 Feb. Sognando una «storia accanto»

La casa di Baglioni, quella musicale s'intende, ha aperto le porte ad un pubblico per la maggior parte femminile. Eccitamento e concitazione miste a grande euforia, hanno animato le migliaia di donne che sono accorse - ieri e l'altro ieri sera - ai due appuntamenti fissati al Palasport di Acireale. Magari accompagnate da mariti e fidanzati, magari dallo spasimante, ma tutte con un unico pallino in testa: ammirare e contemplare l'uomo che si agita e ancheggia e sculetta e si esibisce in tutta la sua matura e "naturale" bellezza.
Sì, la sua voce è incantevole, neanche a dirlo: un pop italiano che ha fatto la storia della musica, un revival di ricordi, un romantico paroliere. Ma siccome Claudio Baglioni è anche "l'uomo della storia accanto" - come lui stesso cita in uno dei suoi ultimi successi - tutto è lecito nei pensieri di chi lo ama e lo segue per questo, e anche per quell'altro motivo. Quello che vede una moltitudine di fans mormorare il classico passaparola: «Alloggia in quel nuovo albergo… non il solito: quella villa elegante in cui ha dormito anche l'ultima volta. Aspettiamolo lì davanti». Poi chissà se l'amato consorte - semplice accompagnatore per l'appuntamento speciale - permette a lei, sognatrice che conserva il sogno proibito nel cassetto, di raggiungere la meta ambita. Intanto ci si scatena, durante il concerto si scaricano le bramosie più nascoste, tra una nota che scuote l'animo e un'altra che fa pensare. Del resto, i testi di Claudio Baglioni aiutano eccome: "Tienimi con te", "Quanto ti voglio", "Io sono qui" "Grand'uomo", "La vita è adesso", "Cuore di Aliante"… per una sera, anche se trattasi di una sola sera, tutto è concesso.
Al semplice uomo che non veste di pelle nera e non si sbottona il paltò all'ultima moda, al caro partner che magari porta il capello brizzolato ma non ha quello «sguardo sensuale e quelle gambe seducenti», non resta che partecipare allo show, immedesimarsi nel sogno, scendere a compromessi e rispondere alle richieste di Claudio Baglioni: accendere il telefonino per creare atmosfera. «Perché grazie alle vostre storie sono nate le vostre canzoni e stasera siamo qui tutti insieme - ha spiegato il cantautore - illuminate questa splendida serata con i vostri cellulari». La "ola" tecnologica, quella già sperimentata da Fiorello durante il suo ultimo tour, è stata rilanciata dal sex-symbol della canzone italiana: del resto gli accendini e le lucine non vanno più di moda. Meglio tirar fuori dalla tasca l'illuminazione digitale: che fa tendenza, rende colorata la performance artistica e perché no, fa felici anche i maschietti. Che così possono mostrare il loro potente aggeggio, quello all'avanguardia, quello che non si scarica neanche dopo ore e ore.
E si canta e si sogna e ci si rallegra: perché per la "serenata in sol" che "il piccolo grande amore" Baglioni concede ormai di frequente, non si bada a niente, neanche a spese. Assia La Rosa

Per questi due articoli un ringraziamento all'autore Marco Mirenna per la segnalazione.
www.citypress.it
IN UN CRESCENDO DI EMOZIONI
Baglioni tra “Pop-Architettura” e manie di palco

8/2/2004 Inesauribile e innovatore Baglioni! Questi due aspetti, “l’ottavo imperatore di Roma”, ha dato modo già di farli toccare con mano in questi ultimi anni… a chi lo ama e lo segue, venendolo a trovare nei suoi artificiosi “spettacoli-evento”che vanno al di là della semplice esecuzione di canzoni.
L’artista romano, quasi architetto (dovrebbe laurearsi a breve), meticoloso come sempre, attento a non ripetersi, continua appunto sotto nuove vesti a progettare e presentare nuove performances, sapendo ormai come “coccolare” il proprio pubblico.
Non da meno la sua attenzione per gli ammiratori siciliani, e non solo, che in seimila e cinquecento hanno accolto il loro “mito” sabato sera al Palasport di Acireale per la prima delle quattro date siciliane (2 ad Acireale e 2 a Marsala). Un nuovo spettacolo, stavolta imperniato sulla “geometria” e il “bilanciamento” di 3 palchi mobili che, nel corso delle oltre tre ore di musica (iniziata col brano beatlesiano “Yesterday”, seguito poi da tanti altri brani classici del suo repertorio e da una buona metà dei pezzi dell’ultimo lavoro “Sono io-l’uomo della storia accanto”), sono scesi uno sull’altro come ascensori portando il cantautore all’interno della sua “casa scenografica” da una cantina ad un soggiorno-cucina sino al tetto/terrazza da dove spiccare il volo con quel suo “Naso di Falco”, osservando dall’alto, metaforicamente, la cima di una folgorante carriera artistica trentacinquennale. Questo è il “Crescendo Tour” che vedrà fino alla fine di Marzo l’artista romano, assieme al suo fido chitarrista Paolo Gianolio (il direttore musicale dello show), ad una band rinnovata per quattro quinti ed ad un quartetto d’archi, girare lo stivale in lungo e largo. Questo è lo spettacolo che non deluderà ancora una volta gli affezionati baglioniani..ma che sulla scia di manie di palco, esibizioni ormai fatte in tutte le salse, penso, preluda ad un lungo periodo di ritiro dalle scene per potere mettere a frutto tutte queste nuove esperienze e tentare di percorrere ancora una nuova futura inesplorabile “Via dei Colori”.di Marco Mirenna

STA ARRIVANDO BAGLIONI
L'amatissimo Claudio approderà in Sicilia con tre appuntamenti: due tappe ad Acireale ed una a Marsala

21/1/2004 Pochi giorni ci separano dall’arrivo in Sicilia, a distanza di quasi 7 mesi dall’ultimo grande spettacolo offertoci l’estate scorsa a Catania, del cantautore romano Claudio Baglioni ,che nel maggio prossimo compirà 53 anni. Approderà in Sicilia per tre appuntamenti: il 7-8-Febbraio al palasport di Acireale e il 10 al palasport di Marsala. Lo spettacolo, che è ripreso nella sua seconda parte da pochi giorni dopo la pausa festiva ed il superato incidente alla gamba accaduto all’artista romano nel novembre scorso a Treviglio mentre stava cantando, «è stato leggermente ritoccato con qualche appunto tecnico-scenico», come l’artista ha fatto sapere alla vigilia della seconda parte del “Crescendo-Tour”. Inoltre, si è anche conclusa da poco la battaglia legale combattuta in prima persona dal medesimo contro chi aveva messo in circolazione il suo “dvd contraffatto” del concerto di Luglio a Roma. Quella della due giorni quì da noi nella provincia etnea (7-8 febbraio) sarà sicuramente una tappa che ancora una volta coglierà di sorpresa tutti i fans baglioniani siciliani e non…e chissà che non giri qualche iniziativa collaterale nei giorni in cui il “Claudione Nazionale” (“così lo chiama l’amico Fabio Fazio”) stazionerà in Sicilia!!!! Ancora una volta l’attesa è fortissima, infatti si stanno registrando frenetiche corse per l’accaparramento dei biglietti in vendita… per vedere e vivere più da vicino la magia dell’ “Incantatore” romano che nondisdegna mai di rinnovarsi nel proporre attraverso i suoi ingegnosi spettacoli (“a breve dovrebbe laurearsi in Architettura” ndr) i brani di una lunga e felicissima carriera. Perché si sa…il Dott. Baglioni potrebbe anche smettere… qualcuno pensa forse che a lungo andare possa stancare. Ma lui e pochissimi altri artisti “manifatturieri” della canzone italiana col proprio pubblico hanno un feeling che va “OLTRE”. di Marco Mirenna

La Sicilia online 7 Feb.
Marsala pronta per l'happening di Claudio Baglioni

Marsala. C'è grande attesa per il concerto «Un lago dopo l'oceano. Un borgo dopo la metropoli. Un aliante dopo un jet» di Claudio Baglioni che si terrà martedì e mercoledì prossimi al Palasport di Marsala.
Un tour «Crescendo» che segue a distanza molto ravvicinata i trionfali concerti-evento dell'estate 2003 nei grandi stadi dove – con 120 metri di palco, un supergruppo di 6 musicisti, un'orchestra di 33 elementi, 34 ballerini e più di 300 performer – Baglioni ha messo in scena il più grande spettacolo musicale mai prodotto e realizzato nel nostro Paese, per la gioia incontenibile di oltre 320.000 spettatori in 8 date.
Dimensione decisamente «più raccolta, più essenziale, più intima» ma certo non meno spettacolare – anche perché alla fine sono anche qui quasi tre ore di musica – quella di questo tour iniziato lo scorso novembre e che, precisa lo stesso Baglioni, «non è né una replica in tono minore, né un riassunto dello show dell'estate» ma «un progetto radicalmente nuovo», maturato «parallelamente, se non addirittura prima, di quello del tour degli stadi». Un progetto che «si snoda lungo un percorso narrativo estremamente innovativo, ricco di sorprese e coli di scena, nel quale ambientazione scenica, linguaggio gestuale e musica danno vita ad una proposta-spettacolo ricca di emozioni ed energia».
Ancora una volta, quindi, Baglioni gioca la carta dell'innovazione e della ricerca espressiva e visiva per incastonare in un nuovo habitat scenico e narrativo un repertorio assolutamente unico, nel quale trovano posto alcuni tra i più grandi successi della musica popolare italiana di sempre, accanto alle nuove proposte della sua più recente produzione musicale. CARMELO DI MAURO

Il quotidiano di Calabria 7 Feb.
Il Palapentimele di Reggio stracolmo per il concerto del "Claudio nazionale"
Un Baglioni in "crescendo"
Non solo un'esibizione musicale ma un grande spettacolo

REGGIO CALABRIA ­ "Crescendo". Crescendo può accadere di cambiare. Di attraversare fasi della vita segnate da una salita: dalle piccole cantine in cui si suonava tra amici, al soggiorno-cucina, dove si ospitano nuovi amici, dove si comincia a fare musica sul serio, fino a giungere al tetto di una casa, per guardare lontano. E poi si arriva al successo, al concerto vero e proprio, al contatto con il pubblico. Quel pubblico che cresce insieme all'artista, ne segue le sue evoluzioni: e da sotto il palco, quei trentenni e quarantenni che con le sue canzoni sono cresciuti, tornano per un attimo ragazzini, cantano a squarciagola le sue canzoni, diventano tutt'uno con una storia che è, in fondo, anche quella di ognuno di loro.
Parliamo di un concerto, quello del tour di Baglioni, "Crescendo" appunto, che ha fatto tappa in un Palapentimele di Reggio ancora una volta stracolmo per il "Claudio nazionale"; parliamo delle emozioni vissute dai circa ottomila spettatori, provenienti da ogni parte della Calabria, per ammirare non una semplice esibizione musicale, ma uno spettacolo sapientemente costruito, come ormai nello stile del cantautore romano. Ed ecco, allora, che in questa occasione il concerto è quasi un pretesto per rileggere la vita dell'artista: ma non sono le canzoni a scandire il tempo, mescolandosi indifferentemente vecchi e nuovi brani. E' la scenografia, insieme alle parole che Baglioni pronuncia durante la serata, a segnare l'evoluzione: tre piani di una casa che si sovrappongono, con suggestivi giochi scenici, sul palco (ancora una volta posto al centro e aperto sui quattro lati), scandendo le tappe della carriera del cantautore.
L'inizio, non a caso, è sulle note di "Yesterday": uno di quei classici che tutti i musicisti iniziano a suonare con gli amici, per farsi le ossa, nelle cantine. Quella cantina rivive, tra vecchi scatoloni, bauli, una stufa a legna. E poi il protagonista: prima da solo, quindi, pian piano arrivano gli altri musicisti, dal fido Paolo Gianolio, fino alla presenza di quattro violinisti. "Noi no" dà l'avvio a questo percorso attraverso 37 anni di successi. E ancora, "Dagli il via", passando per "Quanto ti voglio", "Fotografie", "Le ragazze dell'Est", "Bolero". La prima parte della storia si spegne su un successo recente, "Tienimi con te", e sulla poesia delle bolle di sapone che escono da un vecchio baule.
Il secondo piano di questa immaginaria casa prende forma, uno scenario anni '70 si materializza. Evoluzione, dunque: come quella di un artista che si rinnova continuamente. Adesso balla, si concede all'entusiasmo dei fans, sul palco inventa: come per "Una serenata in sol", in cui coinvolge attrezzisti e guardie del corpo in una danza attorno al palco.
Lo spettacolo prende il sopravvento e l'entusiasmo cresce gradatamente, prima di esplodere sui ritmi di "Adesso la pubblicità". La musica è incessante, a tratti i suoni sembrano sovrastare tutto: ma quando il concerto entra nel vivo, tutti gli elementi dello show paiono quasi fondersi. E nel momento in cui si costruisce il terzo piano della casa, il tetto, il coinvolgimento si fa più forte: è la volta di "Avrai", di "Acqua dalla luna", della sempre attualissima "Ninna nanna", di nuovi successi come "Tutto in un abbraccio", di evergreen come "E tu", eseguita (così come molte hits di un tempo) con l'arrangiamento originale. Poi il concerto finale, il luogo in cui ospitare la musica del cuore, quella più amata. Quella di "Strada facendo", di "Questo piccolo grande amore", di "Cuore di aliante", del medley di "Poster", "Amore bello", "Sabato pomeriggio", "Tu come stai", "Io me ne andrei". E della richiestissima "Mille giorni di te e di me", con tanto di acuto finale sempre ben eseguito che, naturalmente, manda in visibilio il Pentimele. Sono le luci dei cellulari, adesso, ad illuminare le tribune, le curve ed il parterre, mentre sul palco, dopo quasi tre ore, è ancora musica: "Io sono qui", "La vita è adesso", ribadisce il cantautore, prima della classica chiusura con "Via". «Spero che da qualche parte nel mondo, un giorno potremo di nuovo incontrarci; per adesso, per qualche istante, teneteci con voi», conclude Baglioni. Ma la raccomandazione, per i fans di Claudio, è superflua. Paola Abenavoli

Il quotidiano di Calabria 7 Feb.
Il viaggio del ragazzo dal capello bianco

REGGIO CALABRIA - Le porte di casa Baglioni si aprono all'improvviso. Un viaggio "in crescendo", il viaggio del ragazzo dal capello bianco e dalla "camminata strana". "Amore bello" nasce in una cantina piena di polvere.
Claudio apre il cassonetto di legno dove ci sono i suoi vestiti e le sue canzoni. La chitarra a tracolla e l'arpeggio di quei testi, istantanee, della vita e di quella "Fotografia" che non cambia colore. "La strada" da percorrere è in salita: mattone dopo mattone si arriva alla "costruzione" del primo piano. Il materasso, la televisione a colori, la cucina con le pentole e la voglia di far una serenata, la serenata in "Sol".
Energia e musica. Baglioni e il trenino con la sua gente: le guardie del corpo e i compagni di viaggio che montano e smontano un palco pieno di ricordi. Il popolo di Reggio Calabria canta a squarciagola convinta che "La vita è adesso". Le luci dei telefonini si sostituiscono a quelle degli accendini. Le rose. Lo scatto di una giovane fanciulla prende di sorpresa "l'uomo che non deve chiedere mai" e lui allunga la mano e fa l'occhiolino. "Cucaio" canta e balla per tre ore, canta e balla cercando il suo pubblico sorseggiando solo due bicchieri d'acqua.Si continua a salire. Nel terrazzo di casa Baglioni si vedono le stelle. "Mille giorni di te e di me" è l'inno del ricordo di un amore vissuto con passione e intensità. Nel viaggio "in crescendo" non si contano le stazioni d'Italia percorse dalla carovana dalle "Vie dei colori", il risultato è sempre lo stesso: "La notte di note" che lasciano senza fiato. Come un bacio appassionato: chi ama Claudio Baglioni lo ama "per sempre". Lui non si ferma e canta "Io sono vivo e sono quiS<caron>". Felice ancora di piacere, felice di regalare "Il piccolo grande amore" che non è più una canzone di Claudio Baglioni, ma è quella di un popolo costantemente "in crescendo".Marcello Romanelli

Il Quotidiano della Calabria 5 Feb.
Questa sera il concerto del cantautore romano, che torna in città dopo tre anni
Grande attesa per Baglioni
Al Palapentimele, alle 21, approda il "Crescendo tour"

Mancano ormai poche ore. Alle ore 21 di questa sera, al Palapentimele sarà di nuovo pienone per Claudio Baglioni, che ritorna in riva allo Stretto con la promessa di incantare il suo fedele ed appassionato pubblico.
"Crescendo Tour" è il titolo dell'evento che ha fatto il giro dei più grandi stadi italiani.
E che ora sbarca a Reggio, dove il "Claudio nazionale" non ha mai tradito le aspettative.
Anche questa volta il Palapentimele si annuncia traboccante, a giudicare dalla ressa ai botteghini, presi d'assalto già da qualche settimana, e dalle notizie che giungono dai fans club della provincia, da dove partiranno diversi pullman alla volta di Reggio.
Un ritorno atteso, dopo l'ultimo concerto tenuto in città tre anni fa. E che, nello stile del cantante romano, non mancherà di stupire.
Imponente la struttura organizzativa, che conta un centinaio di addetti per uno spettacolo di circa tre ore.
Un grande palco al centro del parterre progettato dallo stesso Baglioni, ormai vicino alla laurea in architettura. Luci, effetti ed una monumentale scenografia per narrare in musica trentacinque anni di carriera.
Un viaggio a ritroso sul filo dei ricordi e del dialogo con il pubblico, tra le caratteristiche di questo artista poliedrico che ha saputo reinventare negli anni la sua immagine e il suo stile.
Per questo tour, l'artista ha voluto rinnovare anche la band. Non solo grandi nomi, ma anche giovani promesse.
Accanto all'immancabile Paolo Gianolio alle chitarre, direttore musicale e compagno di avventura di Baglioni ormai da tantissimi anni, si contano numerosi talenti selezionati direttamente dal cantante: Simona Cazzulani, violino; Mario Guarini, basso e contrabbasso; Federica Mozzanti, viola; Stefano Melone al piano e tastiere; Adriano Molinari batteria e percussioni; Francesca Ruffilli al violoncello; Mariella Sancito al violino; Pio Spiriti, violino, tastiere e fisa.
Un viaggio musicale tra le canzoni dei falò sulla spiaggia, come "Questo piccolo grande amore", passando per "Strada facendo" e "La vita è adesso", fino all'ultimo album, con "L'uomo della storia accanto".
Sul filo dei ricordi, si realizzerà questa sera un evento musicale che mette insieme giovani e meno giovani.
Una prerogativa di Baglioni, tra gli artisti che meglio hanno saputo adattarsi al mutare dei tempi e delle mode, pur mantenendo un proprio inconfondibile stile.
Le tre ore di intenso spettacolo, inoltre, si suddividono in altrettanti momenti ed ambientazioni.
Dalle cantine dove si suonavano i "classici" dei Beatles con la band degli amici, a cieli stellati riprodotti con luci al neon e particolari scenografie, per ritrovarsi nell'intimità di una casa e finalmente sul grande palcoscenico.
Un "Crescendo" che racconta le tappe di una splendida carriera, dalla cantina alle luci della ribalta. Ma soprattutto un "crescendo" di emozioni che questa sera faranno certamente esplodere il Palapentimele di Reggio Calabria.
E per gli ultimi arrivati pare ci sia ancora una speranza di poter partecipare al grande show. Altri posti numerati sono stati aggiunti a quelli previsti. Antonietta Catanese

Casertaonline.com 5 Feb.
Benvenuti a Casa Baglioni

Sintonizzato sull’ultimo Cd “Sono io – L’uomo della storia accanto”, il tour invernale di Claudio Baglioni fa una doppia sosta al Palamaggiò di Castelmorrone. Un concerto più raccolto ed essenziale e quindi non una replica e tantomeno un riassunto dello show estivo.
Una scena spoglia ma emozionante ha accolto gli oltre 15 mila fans accorsi per gustarsi la due giorni baglioniana.
E' cominciato con "Yesterday" dei Beatles. “E’ un ricordo molto vicino e molto lontano -ha detto Baglioni dal palco - è un ricordo di oltre 35 anni fa di quando in una cantina capii che le parole e le note erano della stessa materia con cui si fanno i sogni e dopo 35 anni mi piace ritornare in questo posto che abbiamo voluto ricostruire come se fosse una cantina".
Lo spettacolo infatti si articola in tre momenti e l'inizio dello show si riferisce scenograficamente proprio a quelle cantine in cui Claudio Baglioni, giovanissimo cantautore, immaginava di essere una star, poi salirà ai piani alti di questa casa che per Baglioni è più di una metafora.
E' un Cucaio con tanta voglia di raccontarsi che affronta le oltre tre ore di concerto riproponendo i pezzi che hanno segnato le tappe della sua lunga carriera.
Due, tre canzoni, e dall'alto scende un secondo palco-soggiorno: cucina, divano letto, un set di aspiravolvere, frullatore e lucidatrice da suonare come percussioni. Persino un caffè in scena, spillato da una preziosa macchinetta.
Intanto scorrono languide "Quante volte", "Domani mai", "Un giorno nuovo"…
E si ricomincia: ora dall'alto scende un terrazzo: telescopio, camino con lucine, una scala. Il cielo si fa notte, e partono "Acqua dalla luna", "Ninna nanna", "Avrai", "Grand'uomo", "Notte di note"…ed il sogno diventa realtà, le ambizioni alimentate nello spazio angusto di una cantina ora sono vero concerto.
L'annuncio dello show arriva un attimo prima di «Questo piccolo grande amore» e di un medley rubato alla gloria di un passato d'alta classifica. «Poster» e «Strada facendo» segnano il momento clou, mentre le emozioni del pubblico corrono a precipizio.
Foto www.sblinda.net

Il Mattino 5 Feb.
SUCCESSO AL PALAMAGGIÒ
In «casa Baglioni» un concerto contro la routine

Caserta. In attesa dell’ormai imminente laurea in architettura, Claudio Baglioni s’è disegnato il palco di «Crescendo», venti tutto esaurito nelle prime venti date, altri duecentomila spettatori attesi entro la fine di marzo: i primi dodicimila già li ha collezionati nelle due serate casertane al Palamaggiò. Un palco centrale, che un baule, un set di fredde luci al neon e le note di «Yesterday» all’inizio dello show «vestono» da scantinato anni Settanta, quando il cantautore muoveva i primi passi: il suono e il look di Baglioni si adattano all’atmosfera, ma non troppo, mentre la scena si anima di musicisti e figuranti, che poi sono tecnici, addetti al catering e quanti altri sono al seguito del tour. «Noi no», «Dagli il via», «Quanto ti voglio», «Fotografie» (con quintetto d’archi»), «Ragazze dell’Est», «Bolero», «Tienimi con te», «Al di là del ponte» (dall’ultimo album, «Sono io, l'uomo della storia accanto») preparano il trasloco, l’ascesa al piano superiore, nel salotto-tinello di casa e l’approdo del racconto al periodo del successo e della maturità artistica di Claudio.
Un tavolo, una partita di carte con i musicisti, qualcuno che passa l’aspirapolvere: è il turno di «Notti», «Quante volte», «Serenata in sol», «Domani mai», «Adesso la pubblicità». Poi si sale ancora, anche se in realtà sono i «soffitti» a scendere, solo che stavolta i Beatles (e «Let it be») non c’entrano proprio e la vista sulle nuvole ricorda sogni e incubi, doveri e desideri: «Avrai» per sola voce e pianoforte, «Acqua dalla luna», la «Ninna nanna» pacifista di Trilussa, «Tutto in un abbraccio», «Grand’uomo», il coro collettivo di «E tu». Poi lo show casalingo «sbaracca», il palco si fa ipertecnologico, c’è persino un roboante annuncio da inizio show, ma in realtà tutto continua come prima, tra l’entusiasmo della platea - per una volta al Palamaggiò si sente bene - e l’effetto karaoke innestato da «Strada facendo», «Questo piccolo grande amore», «Cuore di aliante», il medley che mette in fila «Poster», «Amore bello», «Sabato pomeriggio», «E tu come stai», «Io me ne andrei». Prima di chiudere arrivano «Mille giorni di te e di me», «Io sono qui», «La vita è adesso».
Per non restare vittima dell’«intronata routine del cantar leggero» Baglioni continua a incorniciare i suoi show con trovate hi-tech, anche se appesantite a tratti dal tono retorico-ecumenico di una narrazione che diverte invece quando si fa realmente casereccia, ludica e scapocchiona. Ma la platea più di tutto gode della vicinanza con il «divo Claudio», cinquantaduenne ancora così in forma da restare nei sogni rosa delle sue fans, anime romantiche in rappresentanza ormai di almeno tre generazioni. Gli arrangiamenti, a tratti spruzzati di incruento rock, altrimenti ingentiliti dagli archi, vestono con gusto e senza grossi cambiamenti melodie inesorabili e costruzioni a volte più pretenziose. Baglioni è in forma, fisica e vocale, anche se a volte osa troppo, ma risolve ogni incertezza con sicurezza.
L’uomo della porta accanto continua così ad attraversare l’Italia con le sue canzoni: dicono che già prepari un seguito di questo «Crescendo tour», pensato per i palasport e da adattare in estate per gli stadi e poi per i teatri. A quel punto, tanto, avrà anche la laurea da architetto in tasca. E potrà sbizzarrirsi ancora di più. FEDERICO VACALEBRE

Il Quotidiano della Calabria 3 Feb. (grazie ad Anna per il prezioso contributo)
Giovedì concerto di Baglioni al Palapentimele di Reggio

REGGIO CALABRIA - L'evoluzione musicale di un'intensa e prestigiosa carriera attraverso tre differenti momenti. Il tutto in grande e unico spettacolo su un rettangolo di 15 metri per 12 con 5 pedane mobili che impegnerà un piccolo esercito di addetti ai lavori (120 tra
musicisti, addetti alla produzione e tecnici).
L'imponente macchina organizzativa del "Crescendo Tour" di Claudio Baglioni si appresta così ad approdare in Calabria, per far sognare i tantissimi fans di uno dei cantautori più amati Giovedì 5, alle ore 21, al Pentimele di Reggio Calabria, sarà questa l'atmosfera in cui Claudio Baglioni presenterà, in una versione "intimistica" e "casalinga", le tappe più importanti della sua carriera in uno spettacolo organizzato dalla Sud Concerti e dalla Iacobino Team, "assaliti" in questi giorni di prevendita dalla pressante richiesta dei tanti ammiratori che non vogliono perdersi l'evento.
Ancora, comunque, proprio per cercare di accontentare tutti, sono disponibili altri biglietti numerati. Il "Crescendo Tour", d'altronde, partito nello scorso novembre, ha riempito via via ogni Palasport in cui è stato ospitato, visto che Baglioni ha voluto soprattutto in questo caso offrire proprio il meglio di sé, accompagnato dal chitarrista Paolo Gianolio (il direttore musicale dello show) e da una band rinnovata per quattro-quinti e da un quartetto d'archi che si muoverà su tre palchi mobili, che scenderanno uno sull'altro, portando l'artista da una cantina sino al tetto di una "casa scenografica". Accanto al musicista romano oltre a Gianolio, ci sarà una band composta da Simona Cazzulani (violino e cori), Mario Guarini (basso e contrabbasso), Federica Mazzanti (viola e cori), Stefano Melone (piano, tastiere e cori), Adriano Molinari (batteria e percussioni), Francesca Ruffilli (violoncello e cori), Mariella Sanvito (violino e cori), Pio Spiriti (violino, tastiere, fisa e cori). Il palco, apparentemente spoglio, in effetti diventa in tre ore una vera casa, con vari ambienti e oggetti. Saranno questi i primi tre momenti dello show. Il quarto grande momento dello spettacolo scatterà con "Questo piccolo grande amore", che farà da staffetta ad una lunghissima selezione, studiata per ripercorrere tutti i più gettonati ed intramontabili successi del cantautore, sino all'ultimo "Sono io, l'uomo della storia accanto" passando per altri brani storici come "Noi no", "Fotografie", "Avrai" e "Strada facendo". La regia dell'allestimento del tour è curato da Baglioni stesso, il cantautore ha anche pensato a creare dei marchingegni complicati per la resa dello spettacolo.
"Crescendo - così come descrive lo stesso Baglioni nella presentazione del tour - è la storia di un sogno lungo trentacinque anni.
Dalla cantina nella quale, insieme a un gruppo di amici, fantasticavo sul futuro, sino al palco sul quale gran parte di quel futuro è andato e va in scena, trasformandosi ogni volta, in un presente straordinariamente fortunato. Dall'energia disordinata e graffiante della "cantina" in cui rivive il sapore degli esordi, al lento lavoro di riflessione e costruzione delle atmosfere, che cresce nel "soggiorno" della maturità; dall'immediata vigilia dello spettacolo che ci trova fianco a fianco sulla "terrazza" per andare incontro al tempo che viene, sino all'adrenalina pura dello show vero e proprio, quando la casa di "Crescendo" si trasforma definitivamente in un palco". E a Reggio Calabria le luci dei riflettori sono già pronti ad illuminare una serata che si preannuncia indimenticabile. di FRANCO BARBALACE



Il Mattino (da Reginella ML)
«La musica? L'hanno uccisa i discografici»

I suoi colleghi appena pubblicano un disco vanno in tour, rinnovando magari un po' il parco luci o spendendo qualche spicciolo per una scenografia o due maxischermi. Per lui, invece, ogni giro di concerti è un parto, un' operazione lunga e complicata quasi quanto preparare un disco. «Crescendo», la tournée di Baglioni attesa domani e martedì sera al Palamaggiò di Caserta, ad esempio, arriva dopo quella kolossal negli stadi dell'estate scorsa: completamente diversa, è impaginata come un viaggio verticale nellacarriera del cantautore, con una complessa macchina scenica che parte dal basso.
«Crescendo» come termine musicale, come segno di maturità e/o di invecchiamento, ma anche come struttura dello spettacolo, Baglioni?
«Proprio così: partiamo dalla cantina, dagli esordi di un ragazzo che come tanti sognava di fare il musicista e credeva di poter cambiare il mondo. È il momento dell'ingenuità, del rock, della mancanza di filtro, del baule da cui tiro fuori un vecchio jeans: anche gli oggetti, oltre ai suoni, servono a ricostruire l'ambiente e le emozioni. Poi "saliamo" in casa, "cresciamo" e la musica si fa pop, trova la forma della canzone, prima di proseguire ancora e ritrovarsi come sul tetto o sulla terrazza dell'edificio, lasciando spazio alla contemplazione dell'esterno e a suoni più rarefatti. A questo punto si smantella tutto ed eccoci su un palco tradizionale, a completare il concerto, che in fondo è una riflessione sul mestiere di uno che spende molto più tempo nei camerini e negli spogliatoi di teatri e di stadi che a casa. Ecco perché in scena sale tutta la mia "seconda famiglia", insieme con i musicisti anche i tecnici, gli addetti al catering, il cuoco... chi capita, insomma. Non è l'ora del dilettante, ma poco ci manca, e dà il senso di come e con quali compagni cresce un artista».
In piena crisi discografica, il mondo della musica italiana riscopre la dimensione live, da sempre fondamentale per «l'uomo della porta accanto».
«È vero, ma forse tutti abbiamo dato eccessiva centralità al prodotto discografico. Bisogna, però, uscire dall'ipocrisia: la crisi italiana è innanzitutto colpa di una pessima discografia. È vero, la pirateria crea danni gravi, ma la disaffezione del pubblico e le mutazioni nei consumi culturali sono fenomeni reali, con cui bisognava fare i conti subito.
Personalmente sono perplesso, come chiunque, credo: non mi preoccupo tanto per la mia carriera, anche se un mondo senza cd non riesco a immaginarlo, quanto per la musica che verrà o potrebbe venire . Chi scommetterà sui giovani, chi lascerà loro lo spazio per crescere - appunto - e maturare?
Forse noi - voglio dire io e i miei colleghi di una certa età e di un certo successo - dovremmo trasformarci nei cavalieri della canzone perduta e batterci per trovare spazi per una nuova creatività giovanile».
Curioso di vedere come andrà a Sanremo?
«Moderatamente, il festival è uno di quei riti, come il Capodanno, che alla fine ci coinvolge tutti e comunque. Io ci sono andato solo una volta, nel 1985, per ritirare uno strano premio. Ma non fa per me, anche perché non posso tradire un altro santo: vinsi il mio primo concorso per voci nuove nella mia parrocchia, San Felice da Cantalice».
Accusato di disimpegno e qualunquismo negli anni Settanta, poi riabilitato a sinistra e ulivista confesso, ora di nuovo strattonato a destra.
«Non ero inquadrato a vent'anni, figurarsi a 52. Sono un irregolare, uno che crede più negli uomini che nelle ideologie, anche se non nasconde quali sono le sue posizioni, chi ha votato e perché. Se a destra piace quello che dice l'uomo della porta accanto Baglioni, ne sono felice, ma io non parlo e non canto per appartenenza politica, non mi esprimo a colpi di slogan e non
cambio idea solo perché un polo, invece di un altro, mi blandisce».Federico Vacalebre

 

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