Claudio Baglioni Unaparolaperte.net
Crescendo ...in tour Prove aperte per gli associati clab
Molti di questi articoli possono essere condivisi con tutti voi grazie anche a Maria Grazia di "Navigandoltre"
Corriere Romagna 18 Marzo
FORLÌ - Baglioni è sempre Baglioni, e
con Forlì ha un legame particolare. Negli ultimi anni è passato varie
volte con i suoi concerti dal Palafiera, e in un paio di casi ha anche fatto
partire da lì il tour. Così quando domani sera alle 21 si presenterà nel
palasport forlivese, sarà un po’ come tornare a casa. L’Imperatore Claudio è
reduce da una tournée estiva, un immenso circo di musica con giocolieri e
ballerini. La versione invernale-primaverile è più sobria, ma forse più “da
musicista”.“Sì, è vero – racconta l’artista romano – la musica torna a essere al
centro dello spettacolo. Si chiama Crescendo perché questo termine a livello
musicale intende un progressivo aumento di dinamicità della musica. Ma anche
perché il concerto di venerdì è composto da 35 canzoni che ripercorrono i miei
36 anni di carriera. Una crescita che ha riguardato soprattutto me, con la
musica che è diventata la mia vita, la mia casa. Sarà un concerto lungo ma dal
ritmo serrato, senza più teatranti ma con un meccanismo teatrale ben presente.
Il palco si trasformerà durante il live. Prima sarà cantina, poi terrazza, poi
tetto e infine tornerà a essere un palco. La funzione è metaforica: all’inizio,
negli anni ’60, suonavo nelle cantine con gli amici il beat o il rock’n’roll, e
piano piano si è sviluppata la storia che ancora dura”.Niente teatranti ma ci
saranno altre sorprese? “Sì, in questo tour che a sua volta è enormemente
cresciuto, dalle 27 date previste inizialmente siamo arrivati a 56, i nostri
collaboratori di volta in volta salgono sul palco. Cuochi, tecnici, autisti
vengono ospitati in scena e di solito è molto divertente. Ci sentiamo tutti come
una grande famiglia”.A proposito di famiglia, questa volta si è portato dietro
suo figlio Giovanni, che è un bravissimo musicista? “No, perché aveva una serie
di esami universitari, sta studiando giurisprudenza. Ed è un peccato perché è un
ottimo musicista, capace di suonare un po’ di tutto. Dall’heavy metal alla
chitarra classica”.Lei invece è laureando in architettura. Ha come al solito
dettato le linee di progettazione del palco? “Sì, l’ho disegnato io, anche se
poi ci hanno lavorato molti altri. È un palco a sviluppo verticale, con varie
sovrapposizioni, che rendono l’insieme complesso e particolare. Mi sono occupato
quasi sempre delle scelte scenografiche negli ultimi 15 anni, e questo mi è
servito anche per il mio iter universitario. Ho dato l’ultimo esame di
architettura durante i concerti romani, e ora devo preparare la tesi di laurea
sul restauro degli spazi architettonici per l’intrattenimento”.Ma è stato
favorito dai professori, agli esami? “La celebrità è un’arma a doppio taglio –
scherza Baglioni – qualche esame è andato liscio, altri docenti sono stati molto
esigenti nei mie confronti, proprio per la mia notorietà. Ma il più grosso
problema è che mi vergognavo di andare in mezzo a questi ragazzi universitari,
mi nascondevo dietro a cappelli e occhiali da sole. Adesso invece mi hanno preso
fra loro come un vecchio ripetente”.Chissà le ragazze... lei è un sex symbol
anche per le ultimissime generazioni. “Sì, ma fa tutto parte del gioco, in
realtà poi quando scendo dal palco ho le crisi di identità... E comunque questo
essere simbolo di attrazione aiuta anche a essere più sicuri”.Tornerà a lavorare
in tv, magari al fianco di Fabio Fazio? “Dipende dal tempo che farà in
televisione. È un’ambizione un po’ per tutti, perché è il teatro più grande che
esista. Ma poi c’è il rovescio della medaglia, lo psicodramma dell’Auditel che
ormai è diventato un’ossessione. E che viene controllato a ogni battito di
ciglia. Tornando seri, ho sempre delle proposte, ma poi in risposta io spiego le
mie idee e a quel punto nessuno vuole più fare niente. Forse mi ritengono un po’
matto...”.Qualche tempo fa si è sviluppata una furiosa polemica perché Franco
Battiato aveva suonato a un festival di Alleanza Nazionale. Le è mai capitato di
essere invitato a suonare a qualche manifestazione politica? “Sì, ma ultimamente
scanso i festival politici. Anche perché ormai mi hanno appioppato le più
disparate etichette politiche. Negli anni ’70 andavo spesso alle Feste
dell’Unità, ma non ultimamente. Però penso una cosa: che gli artisti abbiano una
maggiore credibilità dei politici, e che rispetto a questi possano e debbano
conservare un’autonomia”.Quasi in ogni tour passa dalla Romagna. Le è rimasto
qualcosa di questa terra, al di là dei soliti luoghi comuni? “Fino alla fine
degli anni ’80 ho avuto tutto il mio management a Cesena, perciò passavo un
sacco di tempo tra Cesena, Forlì e Cesenatico. E un po’ di romagnitudine mi si è
trasferita addosso”.Pensa ci siano suoi eredi, in giro per l’Italia? E
riusciranno ad avere il suo successo? “Ci sono persone molto in gamba. Come
Samuele Bersani, Carmen Consoli, Elisa, Giorgia. Ma quella del successo è
un’equazione impossibile da determinare. Non credo sia questione di carisma,
piuttosto è importante la capacità di non diventare la parodia di se stessi
durante gli anni. Stare in silenzio quando non si ha niente da dire è un altro
elemento importante”.Dopo questo tour massacrante andrà in vacanza? “Sì, ho
bisogno di un po’ di mare. Poi questa estate penso che farò un giretto in
Europa. A suonare un po’ ovviamente...”.Samuele Amadori
Corriere Romagna 17 Marzo
Baglioni live il 4 aprile al 105
Stadium di Rimini
RIMINI - E Rimini è pronta ad accogliere Claudio Baglioni. Un po’ a sorpresa,
ieri è saltata fuori un’altra data del tour del cantante romano. Domenica 4
aprile Baglioni sarà infatti protagonista di uno show al 105 Stadium di Rimini,
organizzato dall’agenzia Unicorn. La data è ufficiale, e da oggi sono già
disponibili i biglietti in prevendita nei consueti punti vendita. Inoltre si
possono acquistare, su internet, sul sito www.ticketone.it. È una scelta
curiosa, perché Baglioni suonerà in concerto a pochi chilometri di distanza
venerdì prossimo, quando sarà protagonista di un live al Palafiera di Forlì,
palazzetto che più volte lo ha ospitato negli ultimi anni.
Il Secolo XIX 16 Marzo
Baglioni show: «La mia forza? È il
pubblico»
Recensione Ieri al Mazda Palace
GenovaAl 44° concerto di un tour ch'è un esame di architettura, con la
scenografia che sale e scende come il montacarichi di una casa in costruzione,
Claudio Baglioni è tornato a Genova. E 5 mila persone, che sono molto più di
fans, quasi una confraternita allegra e romantica, lo hanno accolto ieri al
Mazda Palace.
Una coreografia che, prima o poi, dovrà finire nei manuali del pop: età diverse,
ma una fede incrollabile in questo 50 enne ch'è un po' un fratello maggiore,
quello bravo che ce l'ha fatta. Nero come un cantante country, ma più elegante,
Baglioni comincia a raccontare la storia di 35 anni passati a immaginare vita e
miracoli di un'Italia trepida nelle emozioni, tranquilla nelle scelte. Eppure,
in questa replica genovese, dopo la data di novembre, le stesse premesse che
ispirano questo "Crescendo" vengono amplificate da un gusto più raffinato per la
musica, che sin dall'inizio, quando Baglioni si immagina in una cantina a
pompare rock e suona in "Noi no" e "Dagli il via".
Ora immaginate la mamma-impiegata, 40 anni portati leggeri, che di Baglioni sa
tutto. Conosce le canzoni e la vita privata, sa cose che solo il tam tam del fan
club riescono a interpretare, naviga su Internet, nelle pause d'ufficio, e
scopre ormai da anni un mondo virtuale che cambia mappa, fisionomia,
popolazione. Si chiama Papatàn, e ci trovi l'altra faccia del successo di
Baglioni. Da una parte le canzoni, che nello show accompagnano l'ascesa ai piani
alti di una casa ch'è la metafora del mestiere, e dall'altra l'adesione a un
mondo che non spaventa né turba, ma invece rassicura.
Raccolti in file ordinate intorno al palco-cubo che si popola di interni di
salotto, cucina, sino al tetto del finale, i fans di Baglioni hanno imparato a
ignorare lo snobismo di chi non ha mai accettato il Pianeta Sentimento. Solo
che, col tempo, Baglioni ha intagliato i margini di quel mondo, per inserire le
fasi inevitabili del distacco, dell'addio, del rimpianto e del ricordo. Questo
pensiero è l'intelaiatura dello show, che procede per storie esemplari: "Quanto
ti voglio", "Ragazze dell'Est", "Mai più come te", "Domani mai", "Avrai" e
"Solo". Questo per la parte dell'ascesa nella casa parabola sulla vita. Il
finale, invece, è lo show del Baglioni promosso a divo: "Strada facendo", "Cuore
di aliante", "Mille giorni di te e di me", "Io sono qui" e "La vita è adesso".
Baglioni riconosce: «E' come essere in famiglia, dopo tanti anni insieme, lo
show lo fa anche il pubblico, lo fanno i due contabili che mi raggiungono sul
palco, e i ragazzi della sicurezza, i trasportatori. Io sono quello che racconta
le storie, ma la ragione di tutto è nei sogni che io e il pubblico condividiamo».RENATO
TORTAROLO
Il Secolo XIX
Baglioni stregato dalle immersioni
"Farò pubblicità al vostro salone"
Claudio Baglioni si è innamorato di Genova. Lo aveva già scritto in un articolo
per il Secolo XIX, pochi giorni fa, ma ieri, prima del suo concerto al Mazda
Palace, il cantautore ha scoperto che Genova, oltre che della canzone d'autore,
è anche la patria dei sub italiani.
"È stata una sorpresa - spiega dopo aver visitato l'Eudishow - questo sport
affascinante è nato da queste parti. Non mi sorprende, perché appassiona tante
persone, a cominciare da me, e riflette un po' il carattere dei genovesi e dei
liguri. Comunque, sono rimasto così favorevolmente colpito dall'Eudishow che ho
promesso al direttore del Salone, nel mio piccolo, di divulgare questo vostro
primato. E il fatto che siete sempre stati all'avanguardia anche
nell'industria subacquea".
Nel suo "rapido blitz" alla Fiera, Baglioni si è interessato anche "del
ripristino e dell'allargamento dell'area fieristica dedicata al mare.Continuo a
ripeterlo: Genova è forse l'unica città italiana con iniziative di archittetura
che non campano sull'antico, dal Medioevo al Rinascimento".
L'attenzione di Baglioni per le nuove opere della città non è casuale:
"Insieme agli ultimi concerti, ho terminato di dare gli esami per la laurea in
architettura. Ora mi rimane la tesi che, guarda caso, è incentrata sul restauro
architettonico e la riqualificazione degli spazi per l'intrattenimento. Chissà
che un giorno, Genova non mi chiami per discutere proprio queste opportunità. E
per una volta non nelle vesti di cantautore e
showman".
Fra le grandi mostre del 2004, Baglioni naturalmente è interessato ad "Arte &
Architettura", l'evento curato da Germano Celant sui rapporti fra
artecontemporanea e invenzione architettonica: "Ci verrò sicuramente, è
un'occasione imperdibile e va a toccare una passione così grande, rimasta
intatta da quando ero ragazzo, per la quale sono tornato a studiare e mi sto
persino laureando".
Ancora sul mare, altra sua passione, Baglioni confessa di "non possedere una
barca, perché trovo che quelle degli altri siano sempre più belle...". Però
promette "di comprarne presto uno, ma dev'essere romantica. Molto romantica".Renato
Tortarolo
Repubblica 14/3 grazie a
http://www.giospecial.splinder.it
Claudio Baglioni domani sera al Mazda Palace di Fiumara, per una replica del
tour
"TORNO PER QUESTO PUBBLICO"
Nuovo concerto dopo la serata con il palco "occupato"
Laureando con una tesi sulla "riqualificazione degli spazi per gli
intrattenimenti"
"Torno per rispetto del mio pubblico, mi piace mantenere le promesse". Detto
fatto. Claudio Baglioni, nuovamente sul palco del Mazda Palace domani sera nell´ambito
del "Crescendo Tour", dopo il caos andato in scena lo scorso
novembre a causa di una partita di biglietti il cui posto a sedere era stato
venduto due volte, lasciando molta gente in piedi, ammette che sì, era molto
arrabbiato (il concerto iniziò dopo quasi un´ora di ritardo, con la gente che
non intendeva muoversi dal palco, ndr), ma che almeno ha avuto il pretesto per
tornare a cantare nella nostra città.
"Mi sarebbe piaciuto anche invitare personalmente coloro che giustamente
reclamarono la loro postazione, spero di vederli. Ma soprattutto, spero che fili
tutto liscio e che stavolta, quando attaccherò con Yesterday, non ci siano
fischi, ma solo il piacere di stare insieme sino a fine spettacolo".
Non fu colpa sua.
"Certamente, però mi dispiace ancora di quanto accaduto. Ho lavorato molto per
eliminare le transenne a favore di una piena visibilità e a favore dell´acustica,
ritrovarsi con cento persone sul palco senza posto a sedere. Ci sono rimasto
male. Avevano tutte le ragioni. Avrei voluto sanare all´istante la cosa, avrei
fatto pure il concerto con la gente seduta ai
lati, sopra, ma la struttura particolare del palco, semovibile, non lo
concedeva. D´altronde lo spazio era nuovo e la mappatura forse non era stata
fatta al meglio, ma ricordo che al mattino ero ancora seccato e minacciavo
azioni legali. Per fortuna è stato l´unico episodio increscioso di questa
tournée, caduta a parte. Un inizio tormentato, però spesso da eventi delgenere
nascono tour fortunati, e infatti le date si sono raddoppiate. Da 27sono
diventate 57, è la tournée più lunga in spazi grandi mai fatta in Italia".
Una faticaccia, insomma.
"Lo sentissi come un lavoro magari sarei anche assenteista, la verità è che è
difficile resistere al richiamo del palcoscenico. Quando iniziai non lo feci per
vocazione, bensì perché avevo 15 anni e ciò significava avere
addosso gli occhi delle ragazze e il rispetto dei ragazzi. Era un modo per non
sentirsi trasparenti nel mondo. Via via la musica è diventata la mia passione
più grande e irrinunciabile, la casa della mia vita. Che poi a casa non ci sono
mai. Ho passato buona parte della mia esistenza nei camerini, e con questa
scenografia ho trovato il modo di sentirmi comunque avvolto dalle quattro mura".
E il calore del pubblico?
"Indescrivibile, è una forma di doping naturale che per fortuna non lascia
tracce a parte un po´ di adrenalina. Ci sono delle energie sulle quali pensi di
non poter contare, e invece? Poi io penso di essere indistruttibile, anche
quando sono caduto dal palco e sanguinavo, mi hanno portato via dal > palco con
la forza. Ed avevano ragione, sembrava di essere sulla scena di un film dell´orrore.
Ma non mi do mai per vinto, ecco".
Lei è stato tra i primi a inaugurare il Mazda Palace.
"Ha una buona acustica, Genova ne aveva bisogno. Ricordo i concerti al
palasport, uno strazio, c´erano dei riverberi incredibili. Per quanto mi
riguarda il fatto di avere il palco al centro è capillare. Sto per laurearmi in
architettura, e la tesi tratta un po´ la storia del Mazda, Restauro
architettonico e riqualificazione degli spazi per intrattenimenti. Ho
individuato un area in quel di Roma ove mi piacerebbe mettere in pratica questa
cosa, magari non ci riuscirò mai, ma l´idea è stimolante. Almeno per me che non
sto mai fermo, neanche con la testa". di Lucia Marchiò
Per tutta la rassegna stampa fiorentina tratta
dalla "Nazione" e dalla "Repubblica" un ringraziamento di cuore va alla nostra
Claudia che in collaborazione dello" zietto" Paolo e delle amiche Martina,
Sara e Ombretta che hanno
pazientemente trascritto gli articoli per condividerli insieme a noi.
La Nazione Firenze 10 marzo
Si ripete un collaudato rito di successo:biglietto, arrivo dell'artista ,lunga
attesa, la gioia di cantare insieme
Baglioni esalta e fa sognare
Claudio sul palco in mezzo alla gente.Nove musicisti al posto dei
ballerini e dei pattinatori
E'tornato ieri sera,il sempre-verde Claudio Baglioni,per la prima delle due
serate al Palasport (l'ultima sarà stasera) del suo tour 'Crescendo'.Grande
attesa da parte dei suoi fans,che non si sono fatti sfuggire l'evento,nonostante
il cantante si sia da poco esibito a Firenze. Era lo scorso giugno quando
migliaia di persone riempirono il Franchi per assistere ad uno show pensato per
gli spazi aperti. Stavolta è diverso:niente ballerini e pattinatori ad
accompagnare le melodie di Baglioni, ma 'solo'nove musicisti e lui,su un palco
centrale, come fa da molti anni per sentire più da vicino il calore del
pubblico.
Visto che i posti erano tutti numerati, non c'è stata la consueta ressa fin
dalle prime ore del pomeriggio in attesa dell'apertura dei cancelli. Ma qualcuno
che gironzolava intorno al Palasport in attesa dell'arrivo di Claudio non
mancava.
Come Ilaria e Valentina: "Magari lo vediamo arrivare! - sospirano-. Non
manchiamo mai ai suoi concerti. Conosciamo tutte le sue canzoni.Per stasera
abbiamo prenotato due posti vicino al palco..." . Già,perchè ai concerti non si
va solo per ascoltare le canzoni, ma soprattutto per vedere da vicino il proprio
beniamino e fotografarlo, magari con i nuovi cellulari mms. Ormai i telefonini
sono diventati parte integrante dei concerti: un tempo c'erano gli accendini e
le lucine a cuore, adesso ci sono loro. "Sono già d'accordo che chiamerò
un'amica durante il concerto per farle sentire dal vivo la voce di
Claudio..."confida Elisa. "Il concerto è sempre un evento molto atteso
-commentano due ragazze-.E' un rito:l'acquisto del biglietto con largo
anticipo,l'ansia prima che Baglioni salga sul palco e la gioia di cantare tutti
insieme".Per poi uscire dallo show col ronzio alle orecchie ed il ricordo di una
serata vissuta intensamente.
"Tanto Claudio tornerà presto", assicura Anna. C'è da giurarci. di Elettra Gullè
La Nazione Firenze 10 marzo
Un pubblico "trasversale
Il trionfo della
melodia e tante storie d'amore
La presenza di Claudio Baglioni è ormai abituale a Firenze. Che sia il teatro
Verdi, lo stadio Franchi come nel giugno scorso, o il Palasport come ieri sera,
il cantautore romano riesce ad attrarre un pubblico composito, trasversale,
fatto di varie generazioni, prevalentemente femminile, ma che cerca una cosa
principale: il piacere della canzone.Da cantare in coro insieme all'artista o al
resto del pubblico, da ascoltarla in modo più tranquillo, da scoprirla
"rivestita"da arrangiamneti nuovi e al tempo stesso affascinanti. Baglioni
riesce a mettere d'accordo molte persone che in primo luogo amano la melodia,
quella che accompagna testi d'amore rimasti nell'immaginario collettivo e in
tante storie personali. Il piccolo grande amore, ormai composto più di trent'anni
fa ma mai abbandonato e infatti accolto con calore da chi ha qualche capello
bianco e dalle nuove generazioni che hanno scoperto in casa il disco in vinile
dei genitori. Ma la tournée chiamata Crescendo, con una sezione orchestrale
giovane e di tutto rispetto diretta da Paolo Gianolio, è uno spettacolo che
vuole dare quella giusta dose di energia a brani melodici. Questa in fondo è una
dimensione corretta per un grande artista che vuole conquistare nuovamente il
suo pubblico. L'inno Noi no dopo l'assolo di Yesterday è fatto apposta per
colpire nel segno. I brani come Strada facendo o il "canzoniere" che raccoglie
Poster e Amore bello sono studiati per un finale di spettacolo che possa
ricreare vecchie atmosfere, ma anche la parte centrale con Notti,Domani mai.E tu
e tante altre serve a viaggiare tra i vari periodi della produzione di Baglioni.Oggi
si replica,per un canovaccio le cui variazioni sul tema continuano a piacere.
Michele Manzotti
La Repubblica 9 Marzo
Canzoni a vita
Baglioni e il suo teatro da musica
Viaggio autobiografico attraverso le stanze di una casa:oggi e domani al
Palasport
Claudio Baglioni oggi e domani al Palasport:sono disponibili ancora biglietti
per i due concerti
Lo avevamo lasciato che correva sui campi di calcio d'Italia con la chitarra al
braccio:lui e 300 ragazzi selezionati a far da coro con le loro passioni (karate,danza
del ventre,pattinaggio)a un concertone che raccontava la vita, vista come un
ponte sul quale traghettare se stessi e il mondo. Adesso, nel tour Crescendo,
ritroviamo Claudio Baglioni nell'atmosfera più intima dei Palasport (stasera a
Firenze, ore 21, pochi biglietti;domani qualcuno in più:48, 42,50 , 37 , 26,50
euro) a raccontare un'altra parabola esistenziale:la sua. Come metafora,
stavolta ha scelto la costruzione di una casa, del nido, del rifugio quotidiano.
"Il senso di questo progetto -spiega il cantautore romano- è racchiuso in un
palco che è,allo stesso tempo,simbolo e teatro di questa storia:dall'energia
graffiante e disordinata di una cantina,in cui rivive il sapore forte degli
esordi, al soggiorno della maturità, dove si sviluppa il lento lavoro di
riflessione e costruzione delle atmosfere; dalla terrazza da cui si va incontro
al tempo che viene, tra la tensione e i brividi che accompagnano ogni
vigilia,sino all'adrenalina pura dello show vero e proprio, che decolla nel
momento in cui la casa di Crescendo si trasforma definitivamente in palco". Una
"casa delle emozioni" dice Baglioni "la cui edificazione è sinonimo del magico
cortocircuito che si crea quando la musica che scende dal palco si fonde con
quella che sale dal pubblico, quando attori e spettatori si danno appuntamento
per unire la loro parte di sogno e cercare di dar vita ad un sogno più grande".
Ma seppure più cameristico rispetto al kolossal ginnico della scorsa estate,
questo tour punta ancora su grandi cifre:un set lungo tre ore e mezza, oltre
trenta supersuccessi in scaletta - oltre alle canzoni dell'ultimo album Sono io
(l'uomo della storia accanto), segnato da un brusco ritorno alle origini
sentimentali, un rappel à l'ordre dopo qualche album di ridondante autoanalisi -
una band di nove elementi diretta da Paolo Gianolio (c' anche un quintetto
d'archi), 100 mila persone che l'hanno preso d'assalto sino ad oggi.
La Nazione Firenze 9 marzo
Claudio Baglioni
Emozioni in Crescendo a cavallo del
tempo
FIRENZE - "Crescendo è la storia di questi 35 anni di musica, il luogo incantato
nel quale abitano le note e le parole raccolte lungo la strada e cucite insieme,
con l'ambizione di regalare un pensiero, un'emozione, un piccolo sogno". Fa
tappa a Firenze Crescendo, il nuovo tour di Claudio Baglioni, che stasera e
domani alle 21 sarà protagonista al Palasport per due attesissime esibizioni. Ci
sono ancora biglietti disponibili (in quattro i settori che costano
rispettivamente 48 - 42.50 - 37 - 26.50 euro,compresi diritti di prevendita).Tutti
i posti per i concerti fiorentini sono numerati.Baglioni sarà nuovamente
protagonista in Toscana lunedì 22 marzo,al Palalgida di Livorno.Quelli di questa
tournée sono spettacoli ricchi di effetti speciali,di innovazioni sceniche,ma
rappresentano comunque un ritorno ad una dimensione più intima e
diretta,sicuramente più vera,rispetto alle precedenti produzioni. Il palco è al
centro della scena e in scaletta sono previsti i grandi classici e gli ultimi
successi del Claudio nazionale,un artista che ripropone il suo modo di fare
musica,seguendo il suo istinto e la voglia di innovazione,che dona alle sue
composizioni e ai suoi show energie e stimoli sempre nuovi. Con la
professionalità, la serietà e l'impegno che hanno fatto di questo autentico
interprete del pop evoluto made in Italy, un protagonista assoluto, un'autentica
leggenda della melodia all'italiana per più di una generazione.
Crescendo propone nuove e vecchie canzoni, nuovi arrangiamenti,nuovi musicisti:
otre tre ore e mezza di musica dal vivo, con i brani degli ultimi anni e trenta
dei successi più amati di Claudio.Il tutto eseguito da una super band di nove
elementi:Paolo Gianolio alle chitarre,Simona Cazzulani al violino, Mario Guarini
al basso e contrabbasso, Federica Mazzanti alla viola, Stefano Melone al piano e
tastiere, Adriano Molinari alla batteria e alle percussioni,Francesca Ruffilli
al violoncello,Sofia Vettori al violino,Pio Spiriti al violino, tastiere e
fisarmonica.
"Il senso di questo progetto è racchiuso in un palco decisamente particolare,che
è,allo stesso tempo,simbolo e teatro di questa storia - ha sottolineato il
cantautore romano - Dall'energia disordinata e graffiante di una "cantina", in
cui rivive il sapore forte degli esordi,al "soggiorno" della maturità,dove si
sviluppa il lento lavoro di riflessione e costruzione delle atmosfere; dalla
"terrazza" da cui si va incontro al tempo che viene, tra la tensione e i brividi
che accompagnano ogni vigilia,sino all'adrenalina pura dello show vero e
proprio, che decolla nel momento nel quale la casa di Crescendo si trasforma
definitivamente in palco". Il risultato è un intenso e appassionante viaggio
musicale, che parte negli anni sessanta e prosegue in bellezza fino ai giorni
nostri.Un flashback avvincente che ci riporta alla mente,come un prezioso album
fotografico da sfogliare insieme,i monenti più intensi del sapiente pop di
Baglioni. Uno showroom della canzone d'autore Claudio style, da visitare (o
meglio da riscoprire) attraverso ricordi,oggetti,canzoni,sentimenti e persino
stagioni della vita. In un racconto coinvolgente in cui pensieri, speranze,
emozioni si specchiano nella musica di qualità.
Firenze, Palasport, stasera e domani. di Giovanni Ballerini
Unicoop Firenze 8 Marzo
Venti “tutto esaurito” nelle venti prime date; 100.000 presenze nella prima
parte e 200.000 spettatori attesi tra febbraio e marzo; tre ore e mezza di
musica dal vivo, con oltre trenta dei successi più amati del pop italiano,
eseguiti da un supergruppo di nove elementi. Sale la febbre che accompagna
“Crescendo”, il tour che vede Claudio Baglioni portare la sua “casa” delle
emozioni nei principali palasport italiani.
“‘Crescendo’ – spiega Baglioni - è la storia di questi 35 anni di musica, il
luogo incantato nel quale abitano le note e le parole raccolte lungo la strada e
cucite insieme, con l’ambizione di regalare un pensiero, un’emozione, un piccolo
sogno”. “Il senso di questo progetto -sottolinea il musicista romano- è
racchiuso in un palco decisamente particolare, che è, allo stesso tempo, simbolo
e teatro di questa storia: dall’energia disordinata e graffiante di una ‘cantina’,
in cui rivive il sapore forte degli esordi; al ‘soggiorno’ della maturità, dove
si sviluppa il lento lavoro di riflessione e costruzione delle atmosfere; dalla
‘terrazza’ da cui si va incontro al tempo che viene, tra la tensione e i brividi
che accompagnano ogni vigilia, sino all’adrenalina pura dello show vero e
proprio, che decolla nel momento nel quale la casa di ‘Crescendo’ si trasforma
definitivamente in palco. Ma ‘Crescendo’ – conclude Baglioni - non è solo la
piccola storia della mia vicenda personale di uomo e musicista. E’ la storia di
una crescita comune, nel magico cortocircuito che si crea quando la musica che
scende dal palco si fonde con quella che sale dal pubblico. Quando attori e
spettatori si danno appuntamento per unire la loro parte di sogno e cercare di
dar vita un sogno più grande”.
Corriere della sera 4 Marzo
FORUM DI ASSAGO
Baglioni senza giocolieri e ballerini: «Questa volta c’è solo la mia musica»
«Meno opulento del tour precedente e più
faticoso per me: saranno tre ore e mezzo filate di canzoni»
Claudio Baglioni se l’è costruita sul palco. Ed è la scenografia che accompagna
il suo nuovo tour, «Crescendo», oggi e domani al Forum di Assago. «La musica -
dice - è la vera dimora di chi fa questo mestiere: si passa più tempo negli
spogliatoi dei Palasport, che a casa. Il senso di questo progetto è racchiuso in
un palco particolare, che è allo stesso tempo simbolo e teatro di questa mia
piccola storia: una favoletta sui miei 37 anni di carriera». Così in una
«cantina» si rievocano gli esordi («Con la mia band suoniamo una musica rozza,
dinamica, rockbeat»). Il soggiorno, invece, è la stanza della maturità. Infine
si passa sulla terrazza, «fra la tensione e i brividi - spiega Baglioni - che
accompagnano ogni vigilia, fino all’adrenalina pura dello show, che decolla
quando la casa di "Crescendo" si trasforma definitivamente in palco».
Sono spariti ballerini, giocolieri e mangiatori di fuoco che quest’estate
affollavano il tour negli stadi del cinquantaduenne Claudio (a Milano era
arrivato al Meazza). «Quei concerti - osserva adesso - erano opulenti, con il
senso della dismisura. Adesso abbiamo pensato a un tour nuovo, non so se è il
più bello della mia carriera. Sicuramente è il più faticoso: una canzone dietro
l’altra per tre ore e un quarto di musica. Alla fine di ogni sera io e la band
siamo stremati, sembriamo l’armata napoleonica durante la campagna russa».
Il concerto si apre con la beatlesiana Yesterday e va avanti fra Noi no ,
Fotografie , Ragazze dell’Est («L’ho recuperata, non la cantavo da tanto
tempo»), Quante volte, Adesso la pubblicità, E tu, Strada facendo, Questo
piccolo grande amore .
«Le canzoni - racconta Baglioni - sono stelle fisse, nella vita delle persone.
Quando sono sopra al palco mi vengono i brividi a pensare che c’è un limite a
tutto. Anche alla folla che ti segue con passione. Bisogna sempre lottare per
mantenere quello che abbiamo conquistato. Eppure, io non sono stanco: quando ho
cominciato a cantare non ero preso dal sacro fuoco dell’arte, oggi questo lavoro
è la mia passione, il mio vizio e anche un gioco. C’è gente che spende i soldi
ai casinò, si compra macchine sportive. Io, a 52 anni, continuo ad acquistare
giocattoli». Sandra Cesarale
Il Messaggero 3 Marzo
MELODIE
Il popolare artista parla del rapporto fra poesia e canzone
«Dylan e Simon meriterebbero un Nobel
speciale»
di Claudio Baglioni
Non so cosa sia la poesia, né quale sia l'ingrediente miracoloso, la spezia
misteriosa o il particolare - e assai raro - allineamento dei pianeti
cuore-sensi-cervello capace di trasformare in poesia una parola o una nota (o il
loro insieme), come anche un gesto, uno sguardo, un sorriso, un luogo dello
spazio o del tempo. Non lo so e credo che se migliaia di anni di domande non
sono riusciti a partorire «La risposta», né ad avvicinarci alla soluzione,
probabilmente significa che si tratta di una di quelle domande destinate a
rimanere senza risposta. Di più: una di quelle questioni il cui valore non sta
nel guidarci verso una risposta, ma nel non esaurire mai la spinta interrogativa
(e quindi la carica creativa) e non saziare la nostra voglia di ricerca, il
nostro bisogno di capire. Un mistero il cui fascino risiede nel rimanere tale;
uno di quei viaggi il cui valore non sta nel raggiungere la meta, ma nel
viaggiare.
Il rapporto tra musica e poesia poi, è tra i più difficili da indagare. E anche
circoscrivendo il campo della riflessione a quel frammento dell'universo-musica
che più frequento - la canzone popolare - non è facile dire cosa sia e cosa non
sia poesia o, ancora prima, se questa forma-canzone sia mai stata (o si sia mai
avvicinata alla) poesia e, se sì, per merito o colpa di chi. Confesso di non
aver mai amato quella visione (molto in voga negli anni Settanta, ma ancora oggi
non completamente superata) che pretendeva di scomporre la canzone in due
compartimenti stagni - testo e melodia - e di valutare le parti e non l'insieme.
Di volta in volta, si buttava dalla torre la melodia priva del sostegno di un
testo sensato o un testo ricco di significato, ma colpevole di viaggiare in
compagnia di una melodia fin troppo «facile».
Così come non saprei dire fino a che punto abbia senso proporre per il Nobel
della letteratura autori come Bob Dylan o Paul Simon (ma la lista è molto più
lunga), che meriterebbero di certo, se esistesse, quello per la canzone
d'autore.
La canzone è come una moneta. Le due facce sono indissolubilmente legate l'una
all'altra. Se mai riuscissimo a separarle e a eliminarne una, non perderemmo la
metà, ma l'intero valore della moneta.
Testo e musica nascono per vivere insieme e, quale che sia il destino - felice o
infelice - che li lega, devono essere ascoltati e «giudicati» insieme. Anzi, per
l'insieme che generano. Divenendo canzone infatti, testo e musica perdono la
loro identità originaria. Abbandonano la «famiglia di provenienza» e assumono
una nuova natura per cogliere il valore della quale non è possibile utilizzare
le categorie con le quali si valutavano parole e note nella loro vita
precedente. Nuova identità e nuovo senso, e non è raro il caso nel quale parole
e note che, separatamente, faticherebbero a interessare e appassionare,
riescono, viceversa, a suscitare emozioni tra le più intense che l'uomo
riconosca. Non ha quindi molto senso stabilire il «peso» di una canzone (o la
sua «poeticità») attribuendo un valore al testo e uno alla melodia per poi
calcolarne «l'area», guidati magari da quello stesso spirito di geometria che
ispirava l'illuminato preside del college de «L'attimo fuggente».
Non «le migliori parole, nel loro ordine migliore» adagiate sulla melodia
migliore dunque, ma la migliore fusione tra melodia e testo. Fusione di metro,
di verso, di lessico, di senso, di «suono». Anche qui, pur condividendo i
principali elementi strutturali, poesia e musica differiscono profondamente,
come piatti diversi costruiti intorno ai medesimi ingredienti, essenzialmente
per il fatto che diverse sono la loro natura e la loro funzione, come diversi i
colori nei quali la loro luce si scompone attraversando il prisma della
coscienza dell'uomo. Non lo so cosa sia la poesia - scrivevo all'inizio - ma so
cosa sarebbe la vita senza poesia, ridotta alla meccanica che unisce tendini,
muscoli, ossa, cuore, nervi e polmoni.
Amo la poesia - qualunque sia la forma che sceglie per manifestarsi - perché
credo che sia, per la vita, ciò che l'anima è per il corpo: i «21 grammi» che
danno senso al resto. A tutto il resto, anche se, a volte, ho la tentazione di
pensare che per lei valga la differenza che c'è tra stelle e costellazioni: le
stelle esistono di per sé, le costellazioni soltanto negli occhi dell'uomo.
Quali che siano le cose, musica e poesia condividono, se non altro, il fatto di
rappresentare uno tra i più affascinanti (e insondabili) misteri che legano,
come poche altre cose, altri due misteri (altrettanto insondabili e
affascinanti): l'uomo che dona e quello che riceve poesia. E tanto ci deve
bastare.
Leggo 3 Marzo
Arriva Baglioni in un Crescendo di musica
Trenta “sold out" nelle prime 30 date, oltre 200mila presenze nella prima
parte e altri 180mila spettatori attesi per tutto marzo, il tutto per tre ore e
mezza di musica dal vivo, con oltre 30 successi pop, eseguiti da 9 elementi.
Questi i numeri di “Crescendo", il nuovo tour di Claudio Baglioni (nella foto),
domani e dopo al FilaForum: «Crescendo è la storia di questi 35 anni di musica,
il luogo dove abitano le parole raccolte lungo la strada, con l'ambizione di
regalare un piccolo sogno - dice il cantante».
Il senso è racchiuso sul palco: dall'energia di una cantina, in cui Baglioni
rivive il sapore degli esordi; al soggiorno, stanza della maturità, dove si
sviluppano le atmosfere; dalla terrazza da cui si va incontro al tempo, tra la
tensione di ogni vigilia, sino all'adrenalina dello show, che decolla nel
momento nel quale la casa di Crescendo si trasforma definitivamente in palco.
Gazzetta di Parma 2 Marzo
PalaRaschi gremito per il concerto del cantautore: un pubblico di tutte le
età ha cantato con lui i suoi successi più famosi
In seimila per Baglioni, l'eterno ragazzo
«Questa è la storia della nostra vita»:
in tre ore di musica 37 anni di canzoni
Più di tre ore di concerto sono molte per chiunque e mettono a dura prova sia
chi canta sia chi ascolta. Tutto sommato, questa dura prova è stata superata da
Claudio Baglioni ieri sera in un PalaRaschi «esauritissimo» da 6 mila persone,
assiepate tanto nelle tre gradinate quanto nei posti a sedere del parterre.
Il palco a 360 gradi (un lusso per il nostro palasport, che è a 180 gradi) ha
permesso a tutti di vedere al meglio, mentre tre diverse scenografie si sono
succedute nel corso della serata seguendo gli sviluppi narrativi di un palco
simbolo della casa e quindi della storia di Baglioni... naturalmente in
Crescendo (titolo del tour), dalle cantine alle terrazze, dalle stalle alle
stelle.
Professionalmente impeccabile se si eccettua qualche imbarazzo vocale in un paio
di brani dell'ultimo album «Sono io - l'uomo della storia accanto», il
cantautore ha messo sul palco anche il cuore: un cuore del quale di tanto in
tanto si dubita, perché, quando la forma tende alla perfezione, si teme sempre
che la sostanza non sia all'altezza o passi in subordine. Baglioni ha pure
sfatato il luogo comune secondo cui in genere i concerti iniziano in ritardo.
Lui ha cominciato poco prima delle 21, dunque in anticipo, con una sorta di
anteprima: una versione di «Yesterday» dei Beatles per voce e chitarra, che ha
suscitato subito il tripudio del pubblico, malgrado qualche pecca
interpretativa.
L'artista si è trovato più a suo agio con i suoi brani, in un'alternanza
strategica fra più ritmati e più lenti. «Yesterday» è servito soprattutto come
metafora degli inizi di carriera di Baglioni, «ieri» appunto, nelle cantine beat
degli anni '60. Ecco spiegata la prima scenografia, con un palco molto scarno,
dove dalla seconda canzone «Noi no sono arrivati i musicisti togliendo il
lenzuolo (ma c'erano le lenzuola nelle cantine di 40 anni fa?) dai rispettivi
strumenti: Paolo Gianolio, capogruppo, alle chitarre, Mario Guarini al basso e
al contrabbasso, Stefano Melone alle tastiere, Adriano Molinari alla batteria e
un quartetto d'archi per tre quarti al femminile.
«Dagli il via», «Quanto ti voglio», «Fotografie (quasi jazzata), «Ragazze
dell'est», «Bolero» e il recentissimo lentone «Tienimi con te»: canzoni vecchie
e nuove mescolate per non seguire un ordine cronologico troppo didascalico.
Nessuna pausa, praticamente un lungo medley interrotto solo da alcuni brevi
parlati (non certo improvvisati), funzionali al racconto del palco pensato come
una casa.
Con «Di là dal ponte» ci si è spostati oltre la realtà, mentre si chiudeva il
«baule dei nostri sogni» e si lasciava la cantina per entrare in soggiorno
(puntualmente calato dall'alto). «E così cominciamo a costruire la nostra casa -
ha detto Baglioni - la casa della musica e della vita. E cominciano le canzoni
tristi, che parlano di solitudini», ovvero «Quante volte», «Serenata in sol»
(comunque scherzosa con il trenino dei musicisti), «Mai più come te» (con
Claudio seduto al tavolo insieme alle violiniste).
Poi la terza scenografia, una terrazza dalla quale il cantante ha idealmente
spiccato il volo inanellando successi come «Avrai» per pianoforte e voce
(«Sarebbe sempre bello - ha precisato - poter 'avere', ma anche 'dare' a tutti
quelli che vivono senza stupore e senza fantasia»), il nuovo «Tutto in un
abbraccio» e il mitico «E tu», cantato da tutti.
Claudio è rimasto solo con la sua chitarra quasi per un interludio, dopodiché è
iniziato (alle 23...) il concerto vero e proprio con «Strada facendo». E' stato
lo stesso protagonista a dare il benvenuto al pubblico in questa nuova fase
libera dalle scenografie casalinghe e più energica. «Questo piccolo grande
amore», «Volo d'aliante», «Poster» in un medley e una pioggia di hit, «Mille
giorni di te e di me», «Sono io», «Io sono qui», «La vita è adesso» e «Via»...
per correre via verso un altro successo. Giovedì e venerdì Baglioni canterà al
Filaforum di Assago di Milano .Fabrizio Marcheselli
Gazzetta di Parma 29 Feb.
Baglioni in «Crescendo»
Domani sera alle 21 il suo concerto al PalaRaschi
37 anni di musica in 3 ore
e un quarto, con oltre 30 amatissimi successi interpretati insieme a 9 ottimi
musicisti: sono questi i numeri essenziali di Claudio Baglioni e del suo
concerto antologico Crescendo in scena domani alle 21 al PalaRaschi; biglietti
ancora disponibili e informazioni allo 0521-706214. In una lunga intervista
esclusiva per la Gazzetta, Baglioni ha raccontato cosa vedremo domani sera... e
molto altro.
Il titolo del tour «Crescendo» significa che in fondo lei non è ancora
cresciuto?
«Il crescendo è un termine tecnico che spiega la fase musicale in cui tutti gli
strumenti devono cominciare a suonare sempre con maggiore intensità, fino ad
arrivare al punto più alto. Effettivamente c'è anche il discorso del crescendo
umanamente e fisicamente. Io non credo di essere definitivamente cresciuto, un
po' perché nel mio mestiere si rimane per letteratura senza tempo e un po'
perché si ha la speranza di essere in continuo cammino. E poi mi sono accorto
che da 37 anni fa la musica e tutto il suo mondo sono la mia casa».
E' per questo che la scenografia del suo concerto fa diventare il palco simbolo
di una casa con varie stanze?
«Sì. Ho pensato che quelli che gravitano intorno a un tour, passano molto più
tempo negli spogliatoi di uno stadio o palasport o nei camerini di un teatro,
che non nelle rispettive case. Quindi, sembrava quasi lecito costruire davanti
agli occhi una casa. Però la casa è anche la metafora della crescita, della
composizione. Si parte da una cantina simile a quella in cui cominciai io 37
anni fa con un gruppo beat, e si arriva a una sorta di terrazza e di tetto dal
quale tentare di spiccare il volo verso il giorno del concerto».
Quando ci si confronta con 37 anni di musica, come si fa a scegliere i brani per
un concerto?
«E' durissima... un po' come certi commissari tecnici quando devono scegliere la
formazione. Il mio concerto dura tre ore e un quarto con un ritmo frenetico:
sembra quasi un lungo medley, perché tra una canzone e l'altra c'è lo spazio di
un secondo. Cerco di mettere un po' di tutto, seguendo le evoluzioni della casa
sul palco: dal rock'n'roll dei primi anni alle canzoni più mature e a quelle più
rarefatte, contemplative e sognanti».
Procede dunque in ordine cronologico?
«Qua e là sì, però non troppo ortodosso, perché altrimenti sarebbe scontato. Più
che altro c'è una divisione per generi, per suggestioni».
Lei, rispetto al suo pubblico, in cosa si sente simile e in cosa diverso?
«Mi sento diverso per il ruolo che ho da portare sulle spalle, perché mi trovo a
essere quello conosciuto rispetto a tante persone che non conosco. Per il resto
non mi sento diverso in nulla: è stata anche la tematica del mio ultimo disco,
dove ho detto Sono io l'uomo della storia accanto».
Crede che sia calzante la definizione «cantautore»?
«Non ho mai appartenuto a congreghe particolari, tant'è che anni fa alcuni
intellettuali fecero un elenco di 'irregolari' dello sport, del giornalismo e
dello spettacolo. E io ero uno di quelli, difficilmente catalogabile da una
parte o dall'altra. 'Cantautore' mi sembrava una parola un po' cacofonica, però
alla fine qualsiasi definizione va bene».
Lei, che non si schiera, cosa pensa del mondo della musica diviso tra Festival
di Sanremo e «controfestival» di Mantova?
«Mi sembra uno spreco essere a favore o contro il Festival. Sanremo è una
ricorrenza, è come Capodanno: certe volte lo si passa bene e certe altre lo si
passa male. Quando c'è troppa voglia di divertirsi, poi non ci si diverte.
L'anno scorso Sanremo ha rappresentato il 2% delle vendite discografiche:
indubbiamente la musica potrebbe trovare una cornice migliore, ma in genere non
la trova in televisione».
Ci vorrebbero artisti come Baglioni per risollevare Sanremo?
«Mah... io nel '66 partecipai al primo concorso di voci nuove nel mio quartiere,
Centocelle di Roma: si chiamava Festival di voci nuove di San Felice da
Cantalice e da allora io non posso tradire questo primo santo!».
La televisione non la tenta più dopo il successo di «Anima mia» con Fazio?
«Confesso che mi tenta, perché la televisione è il più grande teatro che possa
esistere. Però la tv di oggi è eccessivamente competitiva a causa della ricerca
dell'ascolto. E' un po' come l'industria discografica: in questi momenti di
crisi di identità culturale e artistica, cerca degli stereotipi, dei format,
guardando con sospetto qualsiasi forma di devianza e diversità».
Da quale idea è partito per rinnovare il suo sito www.baglioni.it?
«Ho visto che quasi tutti i siti tendono a diventare grandi archivi poco
invitanti. E così ho pensato di mettere un po' di anima e di calore nel mio,
cercando di edificare una città fantastica all'interno della quale trovare le
informazioni, con una grafica ispirata ai disegni di Hugo Pratt e di tutta la
Marvel».
Che fine ha fatto il suo inno della Nazionale di calcio, «Da me a te»,
presentato da lei allo stadio di Parma nel 1998?
«Avrebbe dovuto restare per sempre, ma è andato avanti 4 anni, credo a causa del
cambio di alcuni settori della Federazione».
A Parma lei ha sempre avuto successo. Conosce la città anche al di là del
Palasport e del Teatro Regio?
«Conosco benissimo l'aeroporto, che ha l'orologio più grande del mondo: durante
l'inverno arrivo spessissimo a Parma perché molta parte del mio lavoro viene
realizzata tra Parma e Reggio, in due piccoli studi residenziali (con il
chitarrista e arrangiatore reggiano Paolo Gianolio, collaboratore storico di
Baglioni, ndr). Questo tour e i miei ultimi due dischi sono nati lì». Fabrizio
Marcheselli
Il Messaggero 27 Feb.
Undicimila ieri al concerto
Baglioni commuove e
conquista il PalaLottomatica con il tour “Crescendo”
ROMA - Il solo allestimento - scena aperta, palco su tre livelli che salgono e
scendono, luci e amplificazione piùccheperfette, gruppo nuovo e già buonissimo -
vale il prezzo del biglietto. In più aggiungete lui, Claudio Baglioni,
pimpantissimo in nero, i vestiti, e grigio, i capelli, e quasi 40 pezzi:
capirete perché Crescendo , il nuovo tour, sta avendo successo, ieri al
PalaLottomatica, replica stasera e domani, erano in undicimila, tra loro il
ministro delle Telecomunicazioni, nonché baglioniano Gasparri, e Francesco il
Magnifico, capitan Totti, con fidanzata Ilary.
Baglioni ha deciso di rinnovarsiancora una volta e l’ha fatto. Sul serio. Nuovo
gruppo - accanto al superstite Paolo Gianolio alle chitarre, superlativo, ci
sono Mario Guarini, basso e contrabbasso, Stefano Melone, piano, tastiere e
cori, Adriano Molinari, batteria e percussioni, Elisa Pieschi, violoncello, Pio
Spiriti, violino, tastiera e fisarmonica, Sofia Vettori, violino, e Federica
Vignoni, violino - e nuova ”scaletta” che, però, dimentica o penalizza troppi
classici.
Basterebbero, per sommuovere terremoti d’emozioni, personali e di massa, le note
iniziali, di Notte di note e Acqua nell’acqua, ma l’entusiamo ”è” Baglioni che,
solitario, attacca la beatlesiana Yesterday . Il delirio. Niente celebrazioni,
guarda avanti, senza badare a spese, economiche e fisiche. Ha riveduto
arrangiamenti, aggiunto e tolto brani, peccato per I vecchi , ancheggia, balla,
si diverte, suda, sgobba. Come Totti è campione. Vero. Che vuol vincere. Ci
riesce.
Ecco, allora, Noi no , Dagli il via , Quanto ti voglio , Fotografie , Ragazze
dell’Est , Bolero , Tienimi con te , Di là dal ponte , Notti, Quante volte ,
Serenata in sol , Mai più come te , Domani mai , Adesso la pubblicità , Un
giorno nuovo , Avrai , Acqua dalle luna , la trilussiana Ninna nanna , Tutto in
un abbraccio , Grand’uomo , E tu , Solo .
Via. Dritti nella Storia. Dell’amore. Strada facendo. Questo piccolo grande
amore . Cuore di aliante . Arrivano amori, memorie, lacrime, primi baci. Pietre
miliari come Poster , Amore bello , Sabato pomeriggio , E tu come stai , Io me
ne andrei che, ribadiamo fermissimamente, meritano miglior resa. E Mille giorni
di te e di me , Sono io , Io sono qui , La vita è adesso, Via . La fine è sulle
note di Per incanto e per amore e Arrivederci o addio . Baglioni, concerto
troppo lungo, oltre tre ore. Ma, accidenti e complimenti, troppo bello. di PAOLO
ZACCAGNINI
Il Messaggero 27 Feb.
Strada facendo è un “Crescendo” di
fan ...
Strada facendo è un “Crescendo” di fan che, incuranti del maltempo, si accalcano
ai cancelli del Palalottomatica per il concerto di Claudio Baglioni . Tutti in
fila alle entrate principali: i cancelli aprono alle 20 in punto. Piove, ma
l'atmosfera è festosa e carica di emozione.
Da un'entrata laterale ecco arrivare via via gli ospiti. Entusiasmo alle stelle
quando entrano Francesco Totti e la fidanzata Ilary Blasi . Arrivano anche il
ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri , il consigliere
d’amministrazione della Rai Marcello Veneziani , la cantante Anna Tatangelo .
Ragazzi a caccia di autografi dei “personaggi”, accendini pronti per illuminare
tutti insieme una notte di note emozionanti ripercorrendo i cavalli di battaglia
dell’artista. Cori, applausi su applausi, al palalottomatica un tutto esaurito
di pubblico ma non di emozioni che sembrano non finire mai. di EMANUELA MUZZI
Salerno notizie 27 Feb.
Claudio Baglioni replica
Settemila persone hanno applaudito Claudio Baglioni domenica 22
febbraio, al Palasele di Eboli. Un successo che ha spinto gli organizzatori,
Alfonso Troiano e Franco Di Salvatore, della Anni 60 produzioni di Cava de'
Tirreni, a replicare il concerto del "catastorie" romano. Claudio Baglioni,
dunque, tornerà ad Eboli mercoledì 31 marzo. Il concerto, ultima tappa del tour
invernale, avrà inizio alle ore 21 si concluderà alle ore 00.15. Baglioni sarà
accompagnato oltre che dallo storico chitarrista Paolo Gianoglio, da altri sette
musicisti, tra questi anche quattro violiniste. Non mancheranno, anche in questa
occasioni, figuranti e ballerini che si alterneranno sul palcoscenico che ancora
una volta sarà allestito al centro del PalaSele di Eboli. I biglietti per poter
assistere al concerto sono già in vendita presso le abituali prevendite.
Messaggero 25 Feb.
AL PALATRICALLE
Baglioni fa l’en plein: migliaia di
fans in delirio
Un concerto da sogno: nuove atmosfere e nuove canzoni nella tappa chietina
dell’autore di «Piccolo grande amore»
Dario Baldan Bembo cominciò la propria carriera di cantante con un disco
intitolato ”Crescendo”, Claudio Baglioni, classe 1949, che dai percorsi
orizzontali si è avventurato su percorsi verticali, al culmine della sua
carriera, sta portando in tutta Italia il suo concerto intitolato ”Crescendo”.
Su questo ”filo rosso” della canzone italiana, ieri sera al Palatricalle,
Claudio Baglioni ha tenuto un concerto che ha mandato in delirio il pubblico che
ha affollato il palazzetto dello sport di Via Picena. Ha proposto uno spettacolo
nuovo (con una squadra di 80 persone tra musicisti, tecnici del suono, addetti
all’organizzazione, ecc.) con nuove canzoni, nuovi arrangiamenti, nuove scene,
nuove storie, nuove atmosfere. «Non per un cambiare fine a sè stesso, ma per la
voglia di raccontare la storia di un’evoluzione, di una crescita, una
maturazione». Sono parole di Baglioni per spiegare il ”concerto più bello”.
Subissato di applausi anche a Chieti, in attesa di Roma, il 26 e 27 febbraio a
Palalottomatica. A Chieti ha registrato un suo omaggio canoro per la
trasmissione ”Grazie Alberto” condotta da Fabrizio Frizzi in onda stasera su
Rai2.
Leggo 25 Feb.
Baglioni, tre giorni di musica in
“Crescendo"
Da giovedì si celebra il mito Baglioni. Il cantante sbarca al Palalottomatica
col tour Crescendo - tre date fino a sabato - le prime due già esaurite. Le fan
aspettavano il divo Claudio già lunedì al Palalottomatica, per la serata omaggio
ad Alberto Sordi. Baglioni avrebbe dovuto cantare E va e va e Breve amore, ma ha
dato forfait all’ultimo momento, ufficialmente per problemi con le prove. I tre
live prevedono tre ore e mezza di musica, con un gruppo di nove elementi:
«Crescendo - spiega Baglioni - è la storia di trentacinque anni di musica, ma è
anche la storia di una crescita comune, nel magico cortocircuito che si crea
quando la musica che scende dal palco si fonde con quella che sale dal pubblico.
Quando attori e spettatori si danno appuntamento per unire la loro parte di
sogno e cercare di dar vita ad un sogno più grande». di Elisabetta Colangelo
Il Messaggero 24 Feb.
AL PALATRICALLE
Stasera si canta e si sogna con
Baglioni in concerto
Nella "città virtuale" (sito internet di Claudio Baglioni) non potrete "
cliccare" sul Palatricalle, ma questa sera alle 21 gli appassionati sostenitori
del cantante romano, esperto di magliette aderenti che lasciano indovinare
tutto, potranno godersi lo spettacolo del suo giro d'Italia canoro, iniziato a
Torino il 21 novembre. Uno spettacolo tutto nuovo, intitolato "Crescendo" che
sta richiamando folle da palazzetti dello sport dovunque. Così il cantante che
piace alle ragazze e a quelle che si
sentono tali oltre i 40 anni, strada facendo, ha voluto riservare alle sue
ammiratrici (ma non mancano gli ammiratori) uno spettacolo che vale una serata
trascorsa nell'atmosfera surreale del Palatricalle, con i posti esauriti da
tempo, già nella prevendita. Trasformato per l'occasione con
due sistemi computerizzati (l'acustica del palazzetto non è delle più
apprezzate), cinque pedane mobili, 45 motori di controllo computerizzato, 600
metri di architetture d'alluminio, per consentire a tutti di gustarsi l'
esibizione di un cantante sempreverde, capace ancora di far sognare anche chi
non crede più nel romanticismo.
Corriere della sera 22 Feb.
Da giovedì a sabato il cantautore torna a esibirsi nella sua città: «Una
favola su 37 anni di carriera»
Baglioni: «Cantina e salotto, una casa
di musica»
Tre concerti al Palalottomatica (il primo esaurito) nella scenografia di
un vero edificio
Una casa sul palco per
Claudio Baglioni. Che nel nuovo tour, «Costruendo», apre il sipario in una
cantina («Dove con la mia band suoniamo una musica rozza, dinamica, rockbeat»),
passa in soggiorno e poi in terrazza. «Perché la musica - dice - è la vera
dimora di chi fa questo mestiere: si passa più tempo negli spogliatoi dei
Palasport, che a casa nostra». Al Palalottomatica arriva giovedì per tre
concerti. Biglietti esauriti per la prima data, ne rimangono pochi per la
seconda e per la terza. L’ultima volta a Roma Baglioni ha suonato la scorsa
estate allo Stadio Olimpico, davanti a settantacinquemila persone.
Cosa c’è di diverso?
«Tutto. Lo slogan che io e i miei collaboratori avevamo scelto per il tour negli
stadi era "Il più grande". Quello all’Olimpico era un concerto opulento, con il
senso della dismisura».
E adesso?
«Abbiamo pensato al "più nuovo e più bello". È venuto fuori questo strano
racconto, una favoletta sui miei 37 anni di carriera, attraverso le mie canzoni.
È un successo grande questo tour che doveva terminare a febbraio e andrà avanti
fino ad aprile: duecentomila persone finora, ho dovuto raddoppiare, triplicare i
concerti in più di una città. E siamo solo a metà».
I suoi sostenitori non l’abbandonano mai.
«Le canzoni sono come stelle fisse, che rimangono nella vita delle persone. Ogni
volta mi stupisco, non mi abituo mai alla folla. Poi c’è sempre il pensiero che
bisogna continuare a lavorare e lottare per mantenere tutto questo. Dal 2000
giro ininterrottamente teatri, stadi, Palasport: in quattro anni ho presentato
cinque tour, tutti diversi. Mi diverte questa competizione con me stesso, voltar
pagina ogni volta. Anche in maniera brusca, per non dare alla gente un brodo
allungato».
I suoi concerti non durano mai meno di tre ore. Non sarà troppo?
Ride. «Sono delle gare sportive. Questo è particolarmente duro: una canzone in
fila all’altra. Pensi, ho il tempo di bere due bicchieri d’acqua in tutta la
serata. Forse c’è un po’ di autocompiacimento: quando ho cominciato a cantare
non ero preso dal sacro fuoco dell’arte, oggi questo lavoro è la mia passione il
mio vizio e, forse, anche un gioco. C’è gente che spende i soldi ai casinò, si
compra macchine sportive. Io, a 52 anni, continuo ad acquistare giocattoli».
Come vede la nuova scena italiana?
«È dura. La nostra musica ha sempre ruotato intorno alla discografia, era un
volano che muoveva tutto. Adesso è in crisi, gli investimenti sono minori. Ai
giovani non manca il talento, ma il coraggio di proporre qualcosa di nuovo. La
colpa è anche di noi "vecchi" artisti».
Perché?
«Come i cavalieri della tavola rotonda, potremmo unirci e pensare a delle
strategie comuni. Invece ci chiudiamo nei nostri orticelli. Abbiamo fallito
persino con la pirateria: non siamo riusciti a far capire alla gente che la
guerra ai cd illegali non serviva a garantire il nostro caviale quotidiano, ma
ad assicurare un futuro al settore».
Sanremo cosa le sembra?
«Magari alla fine si potrebbe rivelare un Festival nuovo. Tuttavia, sono
convinto che Sanremo sia come Capodanno, va festeggiato. Però il giorno dopo
tutto è come prima».
Dopo il tour, che prepara?
«A giugno vorrei proprio andare al mare: visto che sono figlio unico l’ho eletto
a fratello. Lì mi piacerebbe scrivere canzoni da offrire ad altri interpreti,
che io non inciderò mai».
PALALOTTOMATICA dal 26 al 28 febbraio, ore 21, Eur, tel. 06.5922100
Salerno Notizie 20 feb.
Claudio Baglioni replica ad Eboli
Domenica 22 febbraio serata evento al Palasele di Eboli con il
concerto del cantautore romano più amato dagli italiani, Claudio Baglioni. Il
concerto organizzato dalla "Anni 60 produzioni" di Alfonso Troiano e Franco Di
Salvatore, è l'appuntamento clou della stagione 2003-2004 del PalaSele di Eboli.
Tutto esaurito, già da diverso tempo. E così l'artista romano, domenica, canterà
dinanzi a ben 5000 spettatori. L'organizzazione comunica agli spettatori che
l'ingresso in sala avverrà a partire dalle ore 20. Si comunica, inoltre, che il
concerto avrà inizio alle ore 21 e che una volta spente le luci di sala, non
sarà più possibile accedere all'interno del Palasele di Eboli.
Moltissime, anche, in queste ultime ore le richieste di biglietti per assistere
al concerto. A tal proposito la "Anni 60 Produzioni" proprio per accontentare
quanti non sono riusciti a comprare il tagliando d'ingresso, per la serata di
domenica 22 febbraio, comunica che Claudio Baglioni ha deciso di replicare il
suo concerto. La seconda serata si terrà nei primi 10 giorni di aprile. La data
e l'inizio delle prevendite per l'acquisto dei biglieti saranno comunicate la
prossima settimana.
La citta' di Salerno 13 Feb.
In cinquemila per il Claudio Baglioni show
A ruba i biglietti per il concerto del 22 Il Palasele pronto ad accogliere i
fans
Juke box si rincorrono da Piccolo grande
amore agli ultimi successi ''della storia accanto''
La storia di un sogno lungo trentacinque anni, il racconto di un'evoluzione in
chiave ''intimistica'' e ''casalinga''. Claudio Baglioni, con il ''Crescendo
Live Tour'', porta sul palco le emozioni di una vita in musica, la maturazione
come uomo e la crescita come artista. Non sarà una replica o un'edizione
speciale dei ''pirotecnici'' otto concerti-evento che hanno caratterizzato il
mini-tour della scorsa estate, ma uno spettacolo rinnovato nella forma, nei
contenuti, nelle canzoni, negli arrangiamenti e nei musicisti, quello che
attende, il 22 febbraio, il pubblico del Palasele di Eboli. O, per meglio dire,
i 5000 fortunati che sono riusciti ad accaparrarsi un biglietto per
l'appuntamento clou nelle sole due settimane di dicembre risultate poi utili. Un
tutto esaurito a tempo di record, complice anche la prevendita online. «Dalla
cantina nella quale, insieme a un gruppo di amici, fantasticavo sul futuro, sino
al palco sul quale gran parte di quel futuro è andato e va in scena,
trasformandosi ogni volta in un presente straordinariamente fortunato». Con
queste parole il cantautore romano sintetizza il viaggio ''Crescendo'' che lui,
''L'uomo della storia accanto'', ha fin qui percorso tra successi sempreverdi e
palcoscenici mai uguali. Accompagnato dal chitarrista Paolo Gianolio (il
direttore musicale dello show), da una band rinnovata per quattro-quinti e da un
quartetto d'archi, Baglioni si muoverà su tre palchi mobili, che scenderanno uno
sull'altro, portando l'artista dalle cantine in cui, giovanissimo cantautore,
immaginava di essere una star, sino al tetto di una ''casa scenografica''.
Saranno questi i primi tre momenti del nuovo show, a misura di Palasport, che
racconta le diverse stagioni del cantante sullo sfondo delle magiche
scenografie, come descritto dallo stesso Baglioni: «dall'energia disordinata e
graffiante della ''cantina'' in cui rivive il sapore degli esordi, al lento
lavoro di riflessione e costruzione delle atmosfere, che cresce nel ''soggiorno''
della maturità; dall'immediata vigilia dello spettacolo che ci trova fianco a
fianco sulla ''terrazza'' per andare incontro al tempo che viene, sino
all'adrenalina pura dello show vero e proprio, quando la casa di ''Crescendo''
si trasforma definitivamente in un palco». Il quarto grande momento dello
spettacolo scatterà con ''Questo piccolo grande amore'', che farà da staffetta
ad una lunghissima selezione da juke-box, studiata per ripercorrere tutti i più
gettonati ed intramontabili successi del cantautore, sino all'ultimo ''Sono io,
l'uomo della storia accanto''. Un gruppo di giovanissimi musicisti, scelti da
Gianolio dopo lunghe audizioni, lo accompagnano in questa storia in musica:
Simona Cazzulani (violino e cori), Federica Mazzanti (viola e cori), Francesca
Ruffilli (violoncello e cori) e Mariella Sanvito (violino e cori); Pio Spiriti
(violino, tastiere, fisa e cori); Stefano Melone (piano, tastiere e cori); Mario
Guarini (basso e contrabbasso) Adriano Molinari (batteria e percussioni). La
regia dell'allestimento è curata dallo stesso Baglioni. La tournèe ha debuttato
il 20 novembre scorso a Torino, per poi essere interrotta, per circa un mese, a
causa di un piccolo infortunio di cui il cantante era stato vittima durante la
data di Treviglio. Il tour è ripartito da Pesaro a gennaio, e toccherà, dopo
Eboli, Chieti, Roma, Parma e Milano. Proprio l'impegno nel capoluogo abruzzese,
due giorni dopo la data campana, ha impedito agli organizzatori di promuovere, a
grande richiesta, una seconda data ebolitana. Un appuntamento, quello del 22
febbraio, che gli amanti di Baglioni non si sono lasciati sfuggire, acquistando
con largo anticipo i biglietti, presso le prevendite autorizzate che sono state
letteralmente prese d'assalto. Per gli organizzatori si tratta di un vero e
proprio successone, oltre che di un omaggio al cantautore italiano, ''rispedito
al mittente'', qualche mese fa. Baglioni avrebbe infatti dovuto esibirsi allo
stadio Arechi ma purtroppo la data in cartellone saltò dal momento che la
struttura sportiva era occupata, in concomitanza, dalla ''Festa della pizza''. I
fans possono stare tranquilli. Stavolta il concerto non salterà. E Baglioni
salirà sul palco del Palasele per incantare il suo pubblico. Gilda Camaggio
La Sicilia online 9 Feb.
Sognando una «storia accanto»
La casa di Baglioni, quella musicale s'intende, ha aperto le porte ad un
pubblico per la maggior parte femminile. Eccitamento e concitazione miste a
grande euforia, hanno animato le migliaia di donne che sono accorse - ieri e
l'altro ieri sera - ai due appuntamenti fissati al Palasport di Acireale. Magari
accompagnate da mariti e fidanzati, magari dallo spasimante, ma tutte con un
unico pallino in testa: ammirare e contemplare l'uomo che si agita e ancheggia e
sculetta e si esibisce in tutta la sua matura e "naturale" bellezza.
Sì, la sua voce è incantevole, neanche a dirlo: un pop italiano che ha fatto la
storia della musica, un revival di ricordi, un romantico paroliere. Ma siccome
Claudio Baglioni è anche "l'uomo della storia accanto" - come lui stesso cita in
uno dei suoi ultimi successi - tutto è lecito nei pensieri di chi lo ama e lo
segue per questo, e anche per quell'altro motivo. Quello che vede una
moltitudine di fans mormorare il classico passaparola: «Alloggia in quel nuovo
albergo… non il solito: quella villa elegante in cui ha dormito anche l'ultima
volta. Aspettiamolo lì davanti». Poi chissà se l'amato consorte - semplice
accompagnatore per l'appuntamento speciale - permette a lei, sognatrice che
conserva il sogno proibito nel cassetto, di raggiungere la meta ambita. Intanto
ci si scatena, durante il concerto si scaricano le bramosie più nascoste, tra
una nota che scuote l'animo e un'altra che fa pensare. Del resto, i testi di
Claudio Baglioni aiutano eccome: "Tienimi con te", "Quanto ti voglio", "Io sono
qui" "Grand'uomo", "La vita è adesso", "Cuore di Aliante"… per una sera, anche
se trattasi di una sola sera, tutto è concesso.
Al semplice uomo che non veste di pelle nera e non si sbottona il paltò
all'ultima moda, al caro partner che magari porta il capello brizzolato ma non
ha quello «sguardo sensuale e quelle gambe seducenti», non resta che partecipare
allo show, immedesimarsi nel sogno, scendere a compromessi e rispondere alle
richieste di Claudio Baglioni: accendere il telefonino per creare atmosfera.
«Perché grazie alle vostre storie sono nate le vostre canzoni e stasera siamo
qui tutti insieme - ha spiegato il cantautore - illuminate questa splendida
serata con i vostri cellulari». La "ola" tecnologica, quella già sperimentata da
Fiorello durante il suo ultimo tour, è stata rilanciata dal sex-symbol della
canzone italiana: del resto gli accendini e le lucine non vanno più di moda.
Meglio tirar fuori dalla tasca l'illuminazione digitale: che fa tendenza, rende
colorata la performance artistica e perché no, fa felici anche i maschietti. Che
così possono mostrare il loro potente aggeggio, quello all'avanguardia, quello
che non si scarica neanche dopo ore e ore.
E si canta e si sogna e ci si rallegra: perché per la "serenata in sol" che "il
piccolo grande amore" Baglioni concede ormai di frequente, non si bada a niente,
neanche a spese. Assia La Rosa
Per questi due articoli un ringraziamento
all'autore Marco Mirenna per la segnalazione.
www.citypress.it
IN UN CRESCENDO DI EMOZIONI
Baglioni tra “Pop-Architettura” e manie di palco
8/2/2004 Inesauribile e innovatore Baglioni! Questi due aspetti, “l’ottavo
imperatore di Roma”, ha dato modo già di farli toccare con mano in questi ultimi
anni… a chi lo ama e lo segue, venendolo a trovare nei suoi artificiosi
“spettacoli-evento”che vanno al di là della semplice esecuzione di canzoni.
L’artista romano, quasi architetto (dovrebbe laurearsi a breve), meticoloso come
sempre, attento a non ripetersi, continua appunto sotto nuove vesti a progettare
e presentare nuove performances, sapendo ormai come “coccolare” il proprio
pubblico.
Non da meno la sua attenzione per gli ammiratori siciliani, e non solo, che in
seimila e cinquecento hanno accolto il loro “mito” sabato sera al Palasport di
Acireale per la prima delle quattro date siciliane (2 ad Acireale e 2 a
Marsala). Un nuovo spettacolo, stavolta imperniato sulla “geometria” e il
“bilanciamento” di 3 palchi mobili che, nel corso delle oltre tre ore di musica
(iniziata col brano beatlesiano “Yesterday”, seguito poi da tanti altri brani
classici del suo repertorio e da una buona metà dei pezzi dell’ultimo lavoro
“Sono io-l’uomo della storia accanto”), sono scesi uno sull’altro come ascensori
portando il cantautore all’interno della sua “casa scenografica” da una cantina
ad un soggiorno-cucina sino al tetto/terrazza da dove spiccare il volo con quel
suo “Naso di Falco”, osservando dall’alto, metaforicamente, la cima di una
folgorante carriera artistica trentacinquennale. Questo è il “Crescendo Tour”
che vedrà fino alla fine di Marzo l’artista romano, assieme al suo fido
chitarrista Paolo Gianolio (il direttore musicale dello show), ad una band
rinnovata per quattro quinti ed ad un quartetto d’archi, girare lo stivale in
lungo e largo. Questo è lo spettacolo che non deluderà ancora una volta gli
affezionati baglioniani..ma che sulla scia di manie di palco, esibizioni ormai
fatte in tutte le salse, penso, preluda ad un lungo periodo di ritiro dalle
scene per potere mettere a frutto tutte queste nuove esperienze e tentare di
percorrere ancora una nuova futura inesplorabile “Via dei Colori”.di Marco
Mirenna
STA ARRIVANDO BAGLIONI
L'amatissimo Claudio approderà in Sicilia con tre appuntamenti: due tappe
ad Acireale ed una a Marsala
21/1/2004 Pochi giorni ci separano dall’arrivo in Sicilia, a distanza di quasi 7
mesi dall’ultimo grande spettacolo offertoci l’estate scorsa a Catania, del
cantautore romano Claudio Baglioni ,che nel maggio prossimo compirà 53 anni.
Approderà in Sicilia per tre appuntamenti: il 7-8-Febbraio al palasport di
Acireale e il 10 al palasport di Marsala. Lo spettacolo, che è ripreso nella sua
seconda parte da pochi giorni dopo la pausa festiva ed il superato incidente
alla gamba accaduto all’artista romano nel novembre scorso a Treviglio mentre
stava cantando, «è stato leggermente ritoccato con qualche appunto
tecnico-scenico», come l’artista ha fatto sapere alla vigilia della seconda
parte del “Crescendo-Tour”. Inoltre, si è anche conclusa da poco la battaglia
legale combattuta in prima persona dal medesimo contro chi aveva messo in
circolazione il suo “dvd contraffatto” del concerto di Luglio a Roma. Quella
della due giorni quì da noi nella provincia etnea (7-8 febbraio) sarà
sicuramente una tappa che ancora una volta coglierà di sorpresa tutti i fans
baglioniani siciliani e non…e chissà che non giri qualche iniziativa collaterale
nei giorni in cui il “Claudione Nazionale” (“così lo chiama l’amico Fabio
Fazio”) stazionerà in Sicilia!!!! Ancora una volta l’attesa è fortissima,
infatti si stanno registrando frenetiche corse per l’accaparramento dei
biglietti in vendita… per vedere e vivere più da vicino la magia dell’
“Incantatore” romano che nondisdegna mai di rinnovarsi nel proporre attraverso i
suoi ingegnosi spettacoli (“a breve dovrebbe laurearsi in Architettura” ndr) i
brani di una lunga e felicissima carriera. Perché si sa…il Dott. Baglioni
potrebbe anche smettere… qualcuno pensa forse che a lungo andare possa stancare.
Ma lui e pochissimi altri artisti “manifatturieri” della canzone italiana col
proprio pubblico hanno un feeling che va “OLTRE”. di Marco Mirenna
La Sicilia online 7 Feb.
Marsala pronta per l'happening di
Claudio Baglioni
Marsala. C'è grande attesa per il concerto «Un lago dopo l'oceano. Un borgo dopo
la metropoli. Un aliante dopo un jet» di Claudio Baglioni che si terrà martedì e
mercoledì prossimi al Palasport di Marsala.
Un tour «Crescendo» che segue a distanza molto ravvicinata i trionfali
concerti-evento dell'estate 2003 nei grandi stadi dove – con 120 metri di palco,
un supergruppo di 6 musicisti, un'orchestra di 33 elementi, 34 ballerini e più
di 300 performer – Baglioni ha messo in scena il più grande spettacolo musicale
mai prodotto e realizzato nel nostro Paese, per la gioia incontenibile di oltre
320.000 spettatori in 8 date.
Dimensione decisamente «più raccolta, più essenziale, più intima» ma certo non
meno spettacolare – anche perché alla fine sono anche qui quasi tre ore di
musica – quella di questo tour iniziato lo scorso novembre e che, precisa lo
stesso Baglioni, «non è né una replica in tono minore, né un riassunto dello
show dell'estate» ma «un progetto radicalmente nuovo», maturato «parallelamente,
se non addirittura prima, di quello del tour degli stadi». Un progetto che «si
snoda lungo un percorso narrativo estremamente innovativo, ricco di sorprese e
coli di scena, nel quale ambientazione scenica, linguaggio gestuale e musica
danno vita ad una proposta-spettacolo ricca di emozioni ed energia».
Ancora una volta, quindi, Baglioni gioca la carta dell'innovazione e della
ricerca espressiva e visiva per incastonare in un nuovo habitat scenico e
narrativo un repertorio assolutamente unico, nel quale trovano posto alcuni tra
i più grandi successi della musica popolare italiana di sempre, accanto alle
nuove proposte della sua più recente produzione musicale. CARMELO DI MAURO
Il quotidiano di Calabria 7 Feb.
Il Palapentimele di Reggio stracolmo per il concerto del "Claudio nazionale"
Un Baglioni in "crescendo"
Non solo un'esibizione musicale ma un grande spettacolo
REGGIO CALABRIA "Crescendo". Crescendo può accadere di cambiare. Di
attraversare fasi della vita segnate da una salita: dalle piccole cantine in cui
si suonava tra amici, al soggiorno-cucina, dove si ospitano nuovi amici, dove si
comincia a fare musica sul serio, fino a giungere al tetto di una casa, per
guardare lontano. E poi si arriva al successo, al concerto vero e proprio, al
contatto con il pubblico. Quel pubblico che cresce insieme all'artista, ne segue
le sue evoluzioni: e da sotto il palco, quei trentenni e quarantenni che con le
sue canzoni sono cresciuti, tornano per un attimo ragazzini, cantano a
squarciagola le sue canzoni, diventano tutt'uno con una storia che è, in fondo,
anche quella di ognuno di loro.
Parliamo di un concerto, quello del tour di Baglioni, "Crescendo" appunto, che
ha fatto tappa in un Palapentimele di Reggio ancora una volta stracolmo per il
"Claudio nazionale"; parliamo delle emozioni vissute dai circa ottomila
spettatori, provenienti da ogni parte della Calabria, per ammirare non una
semplice esibizione musicale, ma uno spettacolo sapientemente costruito, come
ormai nello stile del cantautore romano. Ed ecco, allora, che in questa
occasione il concerto è quasi un pretesto per rileggere la vita dell'artista: ma
non sono le canzoni a scandire il tempo, mescolandosi indifferentemente vecchi e
nuovi brani. E' la scenografia, insieme alle parole che Baglioni pronuncia
durante la serata, a segnare l'evoluzione: tre piani di una casa che si
sovrappongono, con suggestivi giochi scenici, sul palco (ancora una volta posto
al centro e aperto sui quattro lati), scandendo le tappe della carriera del
cantautore.
L'inizio, non a caso, è sulle note di "Yesterday": uno di quei classici che
tutti i musicisti iniziano a suonare con gli amici, per farsi le ossa, nelle
cantine. Quella cantina rivive, tra vecchi scatoloni, bauli, una stufa a legna.
E poi il protagonista: prima da solo, quindi, pian piano arrivano gli altri
musicisti, dal fido Paolo Gianolio, fino alla presenza di quattro violinisti.
"Noi no" dà l'avvio a questo percorso attraverso 37 anni di successi. E ancora,
"Dagli il via", passando per "Quanto ti voglio", "Fotografie", "Le ragazze
dell'Est", "Bolero". La prima parte della storia si spegne su un successo
recente, "Tienimi con te", e sulla poesia delle bolle di sapone che escono da un
vecchio baule.
Il secondo piano di questa immaginaria casa prende forma, uno scenario anni '70
si materializza. Evoluzione, dunque: come quella di un artista che si rinnova
continuamente. Adesso balla, si concede all'entusiasmo dei fans, sul palco
inventa: come per "Una serenata in sol", in cui coinvolge attrezzisti e guardie
del corpo in una danza attorno al palco.
Lo spettacolo prende il sopravvento e l'entusiasmo cresce gradatamente, prima di
esplodere sui ritmi di "Adesso la pubblicità". La musica è incessante, a tratti
i suoni sembrano sovrastare tutto: ma quando il concerto entra nel vivo, tutti
gli elementi dello show paiono quasi fondersi. E nel momento in cui si
costruisce il terzo piano della casa, il tetto, il coinvolgimento si fa più
forte: è la volta di "Avrai", di "Acqua dalla luna", della sempre attualissima
"Ninna nanna", di nuovi successi come "Tutto in un abbraccio", di evergreen come
"E tu", eseguita (così come molte hits di un tempo) con l'arrangiamento
originale. Poi il concerto finale, il luogo in cui ospitare la musica del cuore,
quella più amata. Quella di "Strada facendo", di "Questo piccolo grande amore",
di "Cuore di aliante", del medley di "Poster", "Amore bello", "Sabato
pomeriggio", "Tu come stai", "Io me ne andrei". E della richiestissima "Mille
giorni di te e di me", con tanto di acuto finale sempre ben eseguito che,
naturalmente, manda in visibilio il Pentimele. Sono le luci dei cellulari,
adesso, ad illuminare le tribune, le curve ed il parterre, mentre sul palco,
dopo quasi tre ore, è ancora musica: "Io sono qui", "La vita è adesso",
ribadisce il cantautore, prima della classica chiusura con "Via". «Spero che da
qualche parte nel mondo, un giorno potremo di nuovo incontrarci; per adesso, per
qualche istante, teneteci con voi», conclude Baglioni. Ma la raccomandazione,
per i fans di Claudio, è superflua. Paola Abenavoli
Il quotidiano di Calabria 7 Feb.
Il viaggio del ragazzo dal capello
bianco
REGGIO CALABRIA - Le porte di casa Baglioni si aprono all'improvviso. Un viaggio
"in crescendo", il viaggio del ragazzo dal capello bianco e dalla "camminata
strana". "Amore bello" nasce in una cantina piena di polvere.
Claudio apre il cassonetto di legno dove ci sono i suoi vestiti e le sue
canzoni. La chitarra a tracolla e l'arpeggio di quei testi, istantanee, della
vita e di quella "Fotografia" che non cambia colore. "La strada" da percorrere è
in salita: mattone dopo mattone si arriva alla "costruzione" del primo piano. Il
materasso, la televisione a colori, la cucina con le pentole e la voglia di far
una serenata, la serenata in "Sol".
Energia e musica. Baglioni e il trenino con la sua gente: le guardie del corpo e
i compagni di viaggio che montano e smontano un palco pieno di ricordi. Il
popolo di Reggio Calabria canta a squarciagola convinta che "La vita è adesso".
Le luci dei telefonini si sostituiscono a quelle degli accendini. Le rose. Lo
scatto di una giovane fanciulla prende di sorpresa "l'uomo che non deve chiedere
mai" e lui allunga la mano e fa l'occhiolino. "Cucaio" canta e balla per tre
ore, canta e balla cercando il suo pubblico sorseggiando solo due bicchieri
d'acqua.Si continua a salire. Nel terrazzo di casa Baglioni si vedono le stelle.
"Mille giorni di te e di me" è l'inno del ricordo di un amore vissuto con
passione e intensità. Nel viaggio "in crescendo" non si contano le stazioni
d'Italia percorse dalla carovana dalle "Vie dei colori", il risultato è sempre
lo stesso: "La notte di note" che lasciano senza fiato. Come un bacio
appassionato: chi ama Claudio Baglioni lo ama "per sempre". Lui non si ferma e
canta "Io sono vivo e sono quiS<caron>". Felice ancora di piacere, felice di
regalare "Il piccolo grande amore" che non è più una canzone di Claudio Baglioni,
ma è quella di un popolo costantemente "in crescendo".Marcello Romanelli
Il Quotidiano della Calabria 5 Feb.
Questa sera il concerto del cantautore romano, che torna in città dopo tre
anni
Grande attesa per Baglioni
Al Palapentimele, alle 21, approda il "Crescendo tour"
Mancano ormai poche ore. Alle ore 21 di questa sera, al Palapentimele sarà di
nuovo pienone per Claudio Baglioni, che ritorna in riva allo Stretto con la
promessa di incantare il suo fedele ed appassionato pubblico.
"Crescendo Tour" è il titolo dell'evento che ha fatto il giro dei più grandi
stadi italiani.
E che ora sbarca a Reggio, dove il "Claudio nazionale" non ha mai tradito le
aspettative.
Anche questa volta il Palapentimele si annuncia traboccante, a giudicare dalla
ressa ai botteghini, presi d'assalto già da qualche settimana, e dalle notizie
che giungono dai fans club della provincia, da dove partiranno diversi pullman
alla volta di Reggio.
Un ritorno atteso, dopo l'ultimo concerto tenuto in città tre anni fa. E che,
nello stile del cantante romano, non mancherà di stupire.
Imponente la struttura organizzativa, che conta un centinaio di addetti per uno
spettacolo di circa tre ore.
Un grande palco al centro del parterre progettato dallo stesso Baglioni, ormai
vicino alla laurea in architettura. Luci, effetti ed una monumentale scenografia
per narrare in musica trentacinque anni di carriera.
Un viaggio a ritroso sul filo dei ricordi e del dialogo con il pubblico, tra le
caratteristiche di questo artista poliedrico che ha saputo reinventare negli
anni la sua immagine e il suo stile.
Per questo tour, l'artista ha voluto rinnovare anche la band. Non solo grandi
nomi, ma anche giovani promesse.
Accanto all'immancabile Paolo Gianolio alle chitarre, direttore musicale e
compagno di avventura di Baglioni ormai da tantissimi anni, si contano numerosi
talenti selezionati direttamente dal cantante: Simona Cazzulani, violino; Mario
Guarini, basso e contrabbasso; Federica Mozzanti, viola; Stefano Melone al piano
e tastiere; Adriano Molinari batteria e percussioni; Francesca Ruffilli al
violoncello; Mariella Sancito al violino; Pio Spiriti, violino, tastiere e fisa.
Un viaggio musicale tra le canzoni dei falò sulla spiaggia, come "Questo piccolo
grande amore", passando per "Strada facendo" e "La vita è adesso", fino
all'ultimo album, con "L'uomo della storia accanto".
Sul filo dei ricordi, si realizzerà questa sera un evento musicale che mette
insieme giovani e meno giovani.
Una prerogativa di Baglioni, tra gli artisti che meglio hanno saputo adattarsi
al mutare dei tempi e delle mode, pur mantenendo un proprio inconfondibile
stile.
Le tre ore di intenso spettacolo, inoltre, si suddividono in altrettanti momenti
ed ambientazioni.
Dalle cantine dove si suonavano i "classici" dei Beatles con la band degli
amici, a cieli stellati riprodotti con luci al neon e particolari scenografie,
per ritrovarsi nell'intimità di una casa e finalmente sul grande palcoscenico.
Un "Crescendo" che racconta le tappe di una splendida carriera, dalla cantina
alle luci della ribalta. Ma soprattutto un "crescendo" di emozioni che questa
sera faranno certamente esplodere il Palapentimele di Reggio Calabria.
E per gli ultimi arrivati pare ci sia ancora una speranza di poter partecipare
al grande show. Altri posti numerati sono stati aggiunti a quelli previsti.
Antonietta Catanese
Casertaonline.com 5 Feb.
Benvenuti a Casa Baglioni
Sintonizzato
sull’ultimo Cd “Sono io – L’uomo della storia accanto”, il tour invernale di
Claudio Baglioni fa una doppia sosta al Palamaggiò di Castelmorrone. Un concerto
più raccolto ed essenziale e quindi non una replica e tantomeno un riassunto
dello show estivo.
Una scena spoglia ma emozionante ha accolto gli oltre 15 mila fans accorsi per
gustarsi la due giorni baglioniana.
E' cominciato con "Yesterday" dei Beatles. “E’ un ricordo molto vicino e molto
lontano -ha detto Baglioni dal palco - è un ricordo di oltre 35 anni fa di
quando in una cantina capii che le parole e le note erano della stessa materia
con cui si fanno i sogni e dopo 35 anni mi piace ritornare in questo posto che
abbiamo voluto ricostruire come se fosse una cantina".
Lo spettacolo infatti si articola in tre momenti e l'inizio dello show si
riferisce scenograficamente proprio a quelle cantine in cui Claudio Baglioni,
giovanissimo cantautore, immaginava di essere una star, poi salirà ai piani alti
di questa casa che per Baglioni è più di una metafora.
E' un Cucaio con tanta voglia di raccontarsi che affronta le oltre tre ore di
concerto riproponendo i pezzi che hanno segnato le tappe della sua lunga
carriera.
Due, tre canzoni, e dall'alto scende un secondo palco-soggiorno: cucina, divano
letto, un set di aspiravolvere, frullatore e lucidatrice da suonare come
percussioni. Persino un caffè in scena, spillato da una preziosa macchinetta.
Intanto scorrono languide "Quante volte", "Domani mai", "Un giorno nuovo"…
E si ricomincia: ora dall'alto scende un terrazzo: telescopio, camino con
lucine, una scala. Il cielo si fa notte, e partono "Acqua dalla luna", "Ninna
nanna", "Avrai", "Grand'uomo", "Notte di note"…ed il sogno diventa realtà, le
ambizioni alimentate nello spazio angusto di una cantina ora sono vero concerto.
L'annuncio dello show arriva un attimo prima di «Questo piccolo grande amore» e
di un medley rubato alla gloria di un passato d'alta classifica. «Poster» e
«Strada facendo» segnano il momento clou, mentre le emozioni del pubblico
corrono a precipizio.
Foto www.sblinda.net
Il Mattino 5 Feb.
SUCCESSO AL PALAMAGGIÒ
In «casa Baglioni» un concerto contro
la routine
Caserta. In attesa dell’ormai imminente laurea in architettura, Claudio Baglioni
s’è disegnato il palco di «Crescendo», venti tutto esaurito nelle prime venti
date, altri duecentomila spettatori attesi entro la fine di marzo: i primi
dodicimila già li ha collezionati nelle due serate casertane al Palamaggiò. Un
palco centrale, che un baule, un set di fredde luci al neon e le note di «Yesterday»
all’inizio dello show «vestono» da scantinato anni Settanta, quando il
cantautore muoveva i primi passi: il suono e il look di Baglioni si adattano
all’atmosfera, ma non troppo, mentre la scena si anima di musicisti e figuranti,
che poi sono tecnici, addetti al catering e quanti altri sono al seguito del
tour. «Noi no», «Dagli il via», «Quanto ti voglio», «Fotografie» (con quintetto
d’archi»), «Ragazze dell’Est», «Bolero», «Tienimi con te», «Al di là del ponte»
(dall’ultimo album, «Sono io, l'uomo della storia accanto») preparano il
trasloco, l’ascesa al piano superiore, nel salotto-tinello di casa e l’approdo
del racconto al periodo del successo e della maturità artistica di Claudio.
Un tavolo, una partita di carte con i musicisti, qualcuno che passa
l’aspirapolvere: è il turno di «Notti», «Quante volte», «Serenata in sol»,
«Domani mai», «Adesso la pubblicità». Poi si sale ancora, anche se in realtà
sono i «soffitti» a scendere, solo che stavolta i Beatles (e «Let it be») non
c’entrano proprio e la vista sulle nuvole ricorda sogni e incubi, doveri e
desideri: «Avrai» per sola voce e pianoforte, «Acqua dalla luna», la «Ninna
nanna» pacifista di Trilussa, «Tutto in un abbraccio», «Grand’uomo», il coro
collettivo di «E tu». Poi lo show casalingo «sbaracca», il palco si fa
ipertecnologico, c’è persino un roboante annuncio da inizio show, ma in realtà
tutto continua come prima, tra l’entusiasmo della platea - per una volta al
Palamaggiò si sente bene - e l’effetto karaoke innestato da «Strada facendo»,
«Questo piccolo grande amore», «Cuore di aliante», il medley che mette in fila
«Poster», «Amore bello», «Sabato pomeriggio», «E tu come stai», «Io me ne
andrei». Prima di chiudere arrivano «Mille giorni di te e di me», «Io sono qui»,
«La vita è adesso».
Per non restare vittima dell’«intronata routine del cantar leggero» Baglioni
continua a incorniciare i suoi show con trovate hi-tech, anche se appesantite a
tratti dal tono retorico-ecumenico di una narrazione che diverte invece quando
si fa realmente casereccia, ludica e scapocchiona. Ma la platea più di tutto
gode della vicinanza con il «divo Claudio», cinquantaduenne ancora così in forma
da restare nei sogni rosa delle sue fans, anime romantiche in rappresentanza
ormai di almeno tre generazioni. Gli arrangiamenti, a tratti spruzzati di
incruento rock, altrimenti ingentiliti dagli archi, vestono con gusto e senza
grossi cambiamenti melodie inesorabili e costruzioni a volte più pretenziose.
Baglioni è in forma, fisica e vocale, anche se a volte osa troppo, ma risolve
ogni incertezza con sicurezza.
L’uomo della porta accanto continua così ad attraversare l’Italia con le sue
canzoni: dicono che già prepari un seguito di questo «Crescendo tour», pensato
per i palasport e da adattare in estate per gli stadi e poi per i teatri. A quel
punto, tanto, avrà anche la laurea da architetto in tasca. E potrà sbizzarrirsi
ancora di più. FEDERICO VACALEBRE
Il Quotidiano della Calabria 3 Feb. (grazie
ad Anna per il prezioso contributo)
Giovedì concerto di Baglioni al
Palapentimele di Reggio
REGGIO CALABRIA - L'evoluzione musicale di un'intensa e prestigiosa carriera
attraverso tre differenti momenti. Il tutto in grande e unico spettacolo su un
rettangolo di 15 metri per 12 con 5 pedane mobili che impegnerà un piccolo
esercito di addetti ai lavori (120 tra
musicisti, addetti alla produzione e tecnici).
L'imponente macchina organizzativa del "Crescendo Tour" di Claudio Baglioni si
appresta così ad approdare in Calabria, per far sognare i tantissimi fans di uno
dei cantautori più amati Giovedì 5, alle ore 21, al Pentimele di Reggio
Calabria, sarà questa l'atmosfera in cui Claudio Baglioni presenterà, in una
versione "intimistica" e "casalinga", le tappe più importanti della sua carriera
in uno spettacolo organizzato dalla Sud Concerti e dalla Iacobino Team,
"assaliti" in questi giorni di prevendita dalla pressante richiesta dei tanti
ammiratori che non vogliono perdersi l'evento.
Ancora, comunque, proprio per cercare di accontentare tutti, sono disponibili
altri biglietti numerati. Il "Crescendo Tour", d'altronde, partito nello scorso
novembre, ha riempito via via ogni Palasport in cui è stato ospitato, visto che
Baglioni ha voluto soprattutto in questo caso offrire proprio il meglio di sé,
accompagnato dal chitarrista Paolo Gianolio (il direttore musicale dello show) e
da una band rinnovata per quattro-quinti e da un quartetto d'archi che si
muoverà su tre palchi mobili, che scenderanno uno sull'altro, portando l'artista
da una cantina sino al tetto di una "casa scenografica". Accanto al musicista
romano oltre a Gianolio, ci sarà una band composta da Simona Cazzulani (violino
e cori), Mario Guarini (basso e contrabbasso), Federica Mazzanti (viola e cori),
Stefano Melone (piano, tastiere e cori), Adriano Molinari (batteria e
percussioni), Francesca Ruffilli (violoncello e cori), Mariella Sanvito (violino
e cori), Pio Spiriti (violino, tastiere, fisa e cori). Il palco, apparentemente
spoglio, in effetti diventa in tre ore una vera casa, con vari ambienti e
oggetti. Saranno questi i primi tre momenti dello show. Il quarto grande momento
dello spettacolo scatterà con "Questo piccolo grande amore", che farà da
staffetta ad una lunghissima selezione, studiata per ripercorrere tutti i più
gettonati ed intramontabili successi del cantautore, sino all'ultimo "Sono io,
l'uomo della storia accanto" passando per altri brani storici come "Noi no",
"Fotografie", "Avrai" e "Strada facendo". La regia dell'allestimento del tour è
curato da Baglioni stesso, il cantautore ha anche pensato a creare dei
marchingegni complicati per la resa dello spettacolo.
"Crescendo - così come descrive lo stesso Baglioni nella presentazione del tour
- è la storia di un sogno lungo trentacinque anni.
Dalla cantina nella quale, insieme a un gruppo di amici, fantasticavo sul
futuro, sino al palco sul quale gran parte di quel futuro è andato e va in
scena, trasformandosi ogni volta, in un presente straordinariamente fortunato.
Dall'energia disordinata e graffiante della "cantina" in cui rivive il sapore
degli esordi, al lento lavoro di riflessione e costruzione delle atmosfere, che
cresce nel "soggiorno" della maturità; dall'immediata vigilia dello spettacolo
che ci trova fianco a fianco sulla "terrazza" per andare incontro al tempo che
viene, sino all'adrenalina pura dello show vero e proprio, quando la casa di
"Crescendo" si trasforma definitivamente in un palco". E a Reggio Calabria le
luci dei riflettori sono già pronti ad illuminare una serata che si preannuncia
indimenticabile. di FRANCO BARBALACE
Il Mattino (da Reginella ML)
«La musica? L'hanno uccisa i
discografici»
I suoi colleghi appena pubblicano un disco vanno in tour, rinnovando magari un
po' il parco luci o spendendo qualche spicciolo per una scenografia o due
maxischermi. Per lui, invece, ogni giro di concerti è un parto, un' operazione
lunga e complicata quasi quanto preparare un disco. «Crescendo», la tournée di
Baglioni attesa domani e martedì sera al Palamaggiò di Caserta, ad esempio,
arriva dopo quella kolossal negli stadi dell'estate scorsa: completamente
diversa, è impaginata come un viaggio verticale nellacarriera del cantautore,
con una complessa macchina scenica che parte dal basso.
«Crescendo» come termine musicale, come segno di maturità e/o di invecchiamento,
ma anche come struttura dello spettacolo, Baglioni?
«Proprio così: partiamo dalla cantina, dagli esordi di un ragazzo che come tanti
sognava di fare il musicista e credeva di poter cambiare il mondo. È il momento
dell'ingenuità, del rock, della mancanza di filtro, del baule da cui tiro fuori
un vecchio jeans: anche gli oggetti, oltre ai suoni, servono a ricostruire
l'ambiente e le emozioni. Poi "saliamo" in casa, "cresciamo" e la musica si fa
pop, trova la forma della canzone, prima di proseguire ancora e ritrovarsi come
sul tetto o sulla terrazza dell'edificio, lasciando spazio alla contemplazione
dell'esterno e a suoni più rarefatti. A questo punto si smantella tutto ed
eccoci su un palco tradizionale, a completare il concerto, che in fondo è una
riflessione sul mestiere di uno che spende molto più tempo nei camerini e negli
spogliatoi di teatri e di stadi che a casa. Ecco perché in scena sale tutta la
mia "seconda famiglia", insieme con i musicisti anche i tecnici, gli addetti al
catering, il cuoco... chi capita, insomma. Non è l'ora del dilettante, ma poco
ci manca, e dà il senso di come e con quali compagni cresce un artista».
In piena crisi discografica, il mondo della musica italiana riscopre la
dimensione live, da sempre fondamentale per «l'uomo della porta accanto».
«È vero, ma forse tutti abbiamo dato eccessiva centralità al prodotto
discografico. Bisogna, però, uscire dall'ipocrisia: la crisi italiana è
innanzitutto colpa di una pessima discografia. È vero, la pirateria crea danni
gravi, ma la disaffezione del pubblico e le mutazioni nei consumi culturali sono
fenomeni reali, con cui bisognava fare i conti subito.
Personalmente sono perplesso, come chiunque, credo: non mi preoccupo tanto per
la mia carriera, anche se un mondo senza cd non riesco a immaginarlo, quanto per
la musica che verrà o potrebbe venire . Chi scommetterà sui giovani, chi lascerà
loro lo spazio per crescere - appunto - e maturare?
Forse noi - voglio dire io e i miei colleghi di una certa età e di un certo
successo - dovremmo trasformarci nei cavalieri della canzone perduta e batterci
per trovare spazi per una nuova creatività giovanile».
Curioso di vedere come andrà a Sanremo?
«Moderatamente, il festival è uno di quei riti, come il Capodanno, che alla fine
ci coinvolge tutti e comunque. Io ci sono andato solo una volta, nel 1985, per
ritirare uno strano premio. Ma non fa per me, anche perché non posso tradire un
altro santo: vinsi il mio primo concorso per voci nuove nella mia parrocchia,
San Felice da Cantalice».
Accusato di disimpegno e qualunquismo negli anni Settanta, poi riabilitato a
sinistra e ulivista confesso, ora di nuovo strattonato a destra.
«Non ero inquadrato a vent'anni, figurarsi a 52. Sono un irregolare, uno che
crede più negli uomini che nelle ideologie, anche se non nasconde quali sono le
sue posizioni, chi ha votato e perché. Se a destra piace quello che dice l'uomo
della porta accanto Baglioni, ne sono felice, ma io non parlo e non canto per
appartenenza politica, non mi esprimo a colpi di slogan e non
cambio idea solo perché un polo, invece di un altro, mi blandisce».Federico
Vacalebre
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