Claudio Baglioni Unaparolaperte.net
14 Giugno Stadio del Conero Ancona... (notizie principali)
"---quando si accese l'aria
di lampi e occhi in attesa
si fece grano al vento
tutta una distesa
di mani verso il cielo..."
(Corriere
Adriatico 16 Giugno)
Una ricca antologia di trent'anni di carriera per il Re Mida della musica
leggera italiana Sul palco con lui artisti di strada, pattinatori sbandieratori
e quattrocento tra ballerini e figuranti
Numeri da circo e un concerto kolossal hanno infiammato il pubblico
La grande festa di Claudio
ANCONA - E' "tutto in abbraccio" lo show di Claudio Baglioni. Colossale prima
nazionale decollata dallo Stadio Del Conero di Ancona (su iniziativa del Comune
in collaborazione con le società Capitanicoraggiosi ed Anno Zero) e che vedrà
altri otto episodi sparsi per l'Italia (tra cui Milano e Roma). Un'arena piena
per il "divo" Claudio, elegante "cavaliere bianco e nero". Non un concerto,
piuttosto una concertazione di elementi artistici di ispirazione "wagneriana" in
cui si intrecciano e coesistono discipline differenti in un unico contesto.
Un'alchimia pensata ed ideata dal Re Mida della pop music italiana ed il suo
storico regista Pepi Morgia. Un fascio di luce bianca su di lui. I ventimila
esplodono. Un ingresso "in sordina" per un divenire progressivo di luci e
colori, coreografie e simulazioni nella grande striscia (120 metri di lunghezza
per 18 metri di larghezza) che taglia trasversalmente il rettangolo verde.
Un lungo palco, con alle estremità grandi torri di metallo, che ha la volontà di
rappresentare un ponte, un collegamento nella vita d'artista di uno degli ultimi
baluardi del cantautorato. Quasi trenta canzoni senza tirar il fiato, per un
Baglioni impeccabile che fa gli onori di casa ai suoi ospiti. Primo su tutti
Andrea Bocelli, un duetto speciale in "Tutto l'amore che posso" arrivato a metà
dell'infinita raffica di note. Una festa, aveva anticipato, a cui hanno
partecipato baldanzosi, artisti di strada ("Acqua dalla luna"), pattinatori e
sbandieratori ("La via dei colori"), "karateki" ("Ninna nanna") per un totale di
quattrocento "invitati" tra ballerini dello staff e figuranti reclutati di
"piazza in piazza" (per la data di Ancona le selezioni erano avvenute al Barfly).
Guest che hanno portato con sé bacchette luminose, parrucche, ombrelli dal lungo
strascico e nastri colorati da lasciare in "dono" al bravo Claudio.
Mentre sulla scena si intervallano "quadri" disegnati da masse in movimento,
coordinate da Luca Tommassini, che si srotolano, si dividono e si uniscono
sull'intero parterre utilizzato come un globale spazio scenico. Una ricca
antologia di trent'anni di carriera: "La vita è adesso", "Strada facendo", "1000
giorni di te e di me", "Bolero", "Quanto ti voglio", "Via", "E adesso la
pubblicità", senza ovviamente dimenticare "Questo piccolo grande amore" ed "E
tu". Fino alle inedite "Sono io", "Tutto in un abbraccio" e "Grand'uomo"
dall'ultimo album. Icone d'amore in note suddivise in sipari di intenti rock
fino a sfiorare sfumature dance. E.B
Gli ospiti in tribuna
Rossella la più invidiata dalle fan
ANCONA - La scelta del proprio cantante preferito non è mai casuale. E' un
legame fatto di storie, di note, emozioni, incanti che durano tutta la vita. Per
questo chi si tiene dentro la musica di Claudio Baglioni, la sua voce
inconfondibile, la dolcezza delle sue parole, può fare centinaia di chilometri,
sborsare cifre folli, fare sacrifici immani pur di esserci.
La baraonda colorata attorno allo stadio del Conero è piena di storie, di gente
che è riuscita ad assistere a ben cinque concerti di Baglioni, in giro per
l'Italia, sempre con lo stesso identico entusiasmo.
E allora li vedi attorno alla sagoma del cantante, un'immagine a grandezza
naturale, a farsi le foto come se fosse proprio lui, tutte, perché tante sono le
donne, armate di cuoricini e ciondoli che si illuminano, piccoli orrori che
vanno bene finché dura la magia del concerto, e domani chissà che fine faranno.
Alcune delle fan più accanite hanno scelto di vestirsi di arancione, basta una
maglietta o un foulard per essere in tono con il colore tema dello spettacolo.
Anche Rossella Barattolo, la fortunata mortale che è accanto a Baglioni da anni,
ha deciso di indossare il colore acceso del sole d'estate, un modo per
sottolineare la sua bellezza bruna.
Arriva con un abitino in pelle stropicciata ad arte, corto e stretto, un vezzo
che può permettersi tranquillamente vista la linea perfetta che ha. Sorride e
stringe mani, sicura del regalo che il suo uomo sta per fare ai numerossimi
spettatori che le si stringono intorno. Abito scuro invece per la mamma di
Baglioni, solo una collana di corallo rosso fuoco al collo, un piccolo tocco di
civetteria. Anche per lei, omaggi da parte di tutti i vip presenti, con il
sindaco Sturani in testa.
In tribuna vip, tutta la simpatia di Giampiero Galeazzi, accaldato e a tratti
vittima di qualche colpo di sonno, complice il caldo e una cena probabilmente
troppo abbondante. Il giornalista si sveglia però quando Baglioni canta "Mille
gironi di te e di me" e non si preoccupa affatto di nascondere la sua
commozione. Tra le lacrime confessa ai vicini che la canzone gli riporta il
ricordo di un momento importante della sua storia d'amore con la moglie.
Tanta l'emozione quando al pianoforte si mette Andrea Bocelli e sono tutti in
piedi per rendere omaggio al talento del cantante, sono tre minuti appena ma
talmente intensi da restare nel cuore per sempre. Alla fine, scendono tutti
dalla gradinata, quasi volessero trattenere Claudio, almeno per una canzone
ancora. Loro, i fan, potrebbero cantare e ballare per lui fino all'alba.
ANGELICA MALVATANI
Dopo lo show, tutti a tavola al Circolo Nautico tra brindisi e ricordi
E per finire... a cena fino all'alba
ANCONA - L'alba ha già fatto il suo corso e mentre il sole anticipa una giornata
torrida, i fedelissimi di Claudio Baglioni si stropicciano gli occhi e si
lanciano in un abbraccio di passione verso il loro idolo. Così mentre l'orologio
batte ormai le 5 un nutrito gruppo di ragazze saluta il cantautore mentre si
appresta a salire sull'auto. Alcune di loro vengono da Firenze e non ne vogliono
sapere di ripartire senza un ultimo saluto, uno sguardo, un sorriso e una
stretta di mano. E Claudio non delude la lunga attesa. Una notte particolare,
dove la luna ha fatto da cornice al grande spettacolo dell'artista romano. Dopo
lo show, lo staff e la produzione sono andati a rifocillarsi al Circolo Nautico
dell'amico di sempre Danilo. Circolo che per l'occasione è diventato un mini
bunker inaccessibile ai "non addetti". Cena a base di pesce e vino bianco.
Passato il primo momento di acclimatizzazione e fatta scivolare via la tensione
del concerto, dopo alcune bottiglie aperte e rapidamente finite, l'atmosfera si
è fatta più serena e loquace. Mario Luzzato Fegiz ha tenuto banco con uno
scioglilingua, mentre "Gio" della Gazzetta ha ricordato un episodio di uno
scontro al limite della violenza fisica, dopo uno spettacolo nel '91, con
Baglioni.
Sabbioni, il capo della security, combatte una battaglia improba contro i dolci
della casa. Resiste fino all'alba e poi cede. Pepi Morgia sfoglia il libro di
Baglioni e scopre delle foto che lo ritraggono. Un decennio ed oltre fa. E i
commenti si sprecano: "ma eri più grasso, ma no, ma stai meglio adesso". Il
principe ride, nicchia e gira pagina. E, poi, via con i brindisi: ognuno ne ha
da proporre uno e le bottiglie si asciugano rapidamente. Il buonumore prende il
posto della stanchezza e le lancette dell'orologio vanno sempre più rapidamente.
E' già l'alba quando i commensali, rimasti in uno sparuto gruppetto, lasciano il
desco di un assonnatissimo Danilo per raggiungere le camere dell'Hotel Emilia.
Non prima di aver salutato le irriducibili fans che, al bordo della strada,
hanno atteso con una pazienza invidiabile Claudio. Ora il pensiero è a Bari. Un
saluto: "Grazie Ancona. A presto." STEFANO FABRIZI
( Gazzetta del Mezzogiorno 16
giugno)
Claudio Baglioni è l'uomo della
storia accanto, lui che di storie ne ha davvero tante da raccontare.
Claudio Baglioni è l'uomo della storia accanto, lui che di storie ne ha davvero
tante da raccontare. L'ultima arriva dal suo ultimo disco Sono io..., cui è
seguito un tour che toccherà solo otto città italiane tra le quali l'8 luglio
Bari all'Arena della Vittoria. Da oltre trent'anni Baglioni affascina spiazza il
pubblico con le sue canzoni. Ieri, il cantautore romano, era a Bari per
assistere ai provini dei tanti ragazzi candidati a partecipare allo spettacolo
barese.
Solo otto date, otto eventi uno diverso dall'altro, con centinaia di persone sul
palco.
Allora Baglioni ha realizzato uno spettacolo global?
«Si, anche se la parola global mi fa un po' paura. Siamo partiti dall'idea
wagneriana dell'orchestra e dell'opera d'arte totale. Lui diceva che si poteva
dilatare l'orchestra sinfonica anche ad altri tipi di strumento per poi
realizzare un teatro totale unendo il balletto, poesia, arte figurativa e anche
arti minori come il circo, mimi e comici. Sono diversi anni che sperimento idee
spettacolari soprattutto nei grandi spazi, ritengo che una grande piazza o uno
stadio abbiano bisogno di essere riempiti anche con suggestioni per gli occhi. E
questo giro di concerti non è un tour, quello verrà in inverno, ma serate
uniche, irripetibili, sempre diverse, compresa quella di Bari che si è aggiunta
all'ultimo momento per la voglia di tornare in questa splendida città, con
l'idea di mettere insieme molte discipline».
Chi ci sarà con lei sul palco?
«Oltre a me ci saranno i miei sei musicisti fidati, un'orchestra di trentacinque
elementi di ottoni e archi, quaranta animatori fissi e poi in ogni città ci sarà
l'intervento di altri protagonisti reclutati nella città attraverso scuole di
danza, accademie, artisti di strada e circensi e anche di discipline sportive.
Anche se magari sembrano lontani all'idea di show, con una contaminazione di
costumi e scenografie riusciamo ad ospitarli al meglio. Sono tre ore di festa
che abbiamo inaugurato sabato sera ad Ancona e che toccheranno Milano (19),
Padova (23), Firenze (27), Roma (1 luglio), Napoli (5), Bari (8) e Catania
(12)».
E' partito per un altro viaggio. A che punto è il suo percorso artistico e
umano?
«Mi sembra di aver riaperto una stagione diversa, dopo la pausa dei tre album
degli anni Novanta, dischi molto complessi e strutturati rivolti a me stesso, ma
anche di ricerca musicale. Questa volta ho scritto in un tempo relativamente
breve: in dieci mesi ho scritto e registrato l'album. Il percorso è un po' più
semplice, diretto e comunicativo, avevo questo bisogno di comunicare ed arrivare
dalla parte del pubblico. Anche i temi delle canzoni parlano diffusamente
d'amore, sentimenti, d'amore anche per le idee, la nostalgia, le assenze e per
un mondo che possa essere migliore e meglio indirizzato. Il mio viaggio
personale non so come sia: a volte è splendido altre faticoso, un po' come tutti
gli esseri umani, tra avventura e disavventura. Professionalmente il viaggio
continua sempre con soddisfazioni nel mestire più bello che potesse capitarmi.
Ho avuto tanti privilegi e vantaggi, non mi sono mai sentito solo e poi l'idea
di potersi raccontare di essere ascoltato da tante persone mi ha molto aiutato».
La Puglia è una costante della sua vita fin dall'esordio. Nel '65 al suo primo
concorso, in giuria c'era Domenico Modugno. Poi venne alla «Caravella dei
Successi», i tanti concerti e infine «Incanto» per il teatro Petruzzelli. Cosa
la lega a questa terra?
«Geograficamente e storicamente è una terra abituata ad accogliere lo straniero,
il forestiero, con una sorta d'abbraccio, anche se qualsiasi incontro all'inizio
può essere complesso. E' una tradizione che continua ancora oggi, forse dovuto
alla solarità, ma anche a questo essere crocevia di popoli e culture diverse che
si sono mescolate e che hanno lasciato un segno importante ed indelebile nella
cultura pugliese. E' una terra di misteri. Le mie esperienze qui sono state
molto singolari, ad iniziare dall'ultima all'interno del rustico del Petruzzelli.
Ho combattuto per fare questo concerto, sentivo che questa terra e questa gente
avevano bisogno di colmare questa profonda ferita. Mi è piaciuto fare questo
piccolo tentativo che, ovviamente, non è stato decisivo, è stato una performace
realizzata con un freddo incredibile insieme all'orchestra sinfonica della
Provincia di Bari. Ma è stato bellissimo».
Ventisette anni cantava un vecchio successo degli Yardbirds (dai quali sarebbero
nati i Led Zeppelin) «For your love». Che ricorda di quel periodo?
« Avevo come tutti un gruppo beat, eravamo duri ed accaniti, poi col tempo mi
sono fatto catturare dalla melodia e dall'armonia italiana. In questi concerti
però, ci sono molti momenti dinamicissimi e rock, quindi un po' di quella roba è
rimasta dentro di me».
La sofferenza aiuta la creatività?
«E' una prova della vita, è una compagna, una strada che abbiamo sotto i piedi e
che dobbiamo percorrere. In certi momenti superarla significa essere maturi.
Nella musica è un elemento molto suggestivo, comunicativo ed emozionante. Tutte
le ferite sono dei passaggi della nostra vita ed è importante aver memoria di
tutto quello che accade».
Franco Battiato ha realizzato il suo primo film da regista. Lei ha mai pensato
di cimentarsi con la macchina da presa?
«Ci siamo incontrati mentre Franco era impegnato con le riprese. Mi piacerebbe
tanto provarci, invidio i cineasti, però bisogna avere un'intuizione
interessante e chissà un giorno potrei anche farlo».
In Puglia?
«A Castel del Monte. Un luogo misterioso, fanmtastico e suggestivo: Non lo
dimentico più». Nicola Morisco
(Il Mattino di Padova 16 Giugno))
Partito da Ancona il tour che arriva a Padova il 23: il cantante prende in
contropiede la sua stessa musica
Lo smisurato show di Baglioni
Tre ore di spettacolo: e Claudio va
oltre il concerto
ANCONA. Dopo aver violato con concerti al limite del sacrilegio quel suo mondo
sospeso di magliette fine e sabati pomeriggio, Claudio Baglioni affonda i denti
nelle carni molli di "Questo piccolo grande amore", mantenendone intatta la
melodia, ma trasfigurandone la ritmica in versione dub. Il più lungo lancio in
contropiede dello spettacolo portato al debutto sabato sera ad Ancona, tra gli
spalti dello Stadio del Conero, sta proprio tra le maglie di quel suo evergreen
a cui nemmeno il tempo e gli onori hanno concesso il lusso di rimanere se
stesso. E che dire della "Buona fortuna" in versione gospel o della "Avrai" per
soli voce, chitarra e violini, che il cantautore romano traversa in punta di
piedi su quell'immenmso palco longitudinale di 120 metri per 18 in cui si
agitanto oltre 500 figuranti reclutati in giro per il paese dal coreografo Luca
Tommassini e il regista Pepi Morgia con una serie di casting a cui hanno preso
parte oltre 10 mila artisti? Facce e tipi molto differenti da quelli immortalati
da Alessandro Dobici tra le pagine di "A tempo di musica", il libro fotografico
dei concerti negli stadi del '98 in vendita presso il banco del merchandising.
Stavolta a sfrecciare sulle vie dei colori tracciate dall'Uomo della Storia
Accanto ci sono suore sui pattini, ballerini dentro sfere trasparenti,
mangiatori di spade, ma anche l'orchestra sinfonica di 33 elementi, i figuranti
che inondano la scena durante "Uomini persi". Forte delle 180 mila copie vendute
finora da "Sono io, l'uomo della storia accanto" Clauddione, come lo chiama
Fabio Fazio, ha sfoderato uno show smisurato, il più ambizioso e incontinente
della sua lunga carriera. Tre ore di durata, una trentina di canzoni più una
medley voce e chitarra intonata facendo un giro di campo come un gladiatore ("51
Montesacro", "Signora Lia" ed altre), scenografie componibili e scomponibili
create appositamente con materiali riciclati dalle scuole d'arte delle città
visitate, e poi ancora ballerini, acrobati e chi più ne ha più ne metta, al
punto da trasformare la conclusiva "Via" quasi in un grido di liberazione. Ma
Baglioni è fatto così, nei dischi come sulla scena vive di addizioni, senza
temere l'effetto-Corazzata Potemkin. E così ecco Andera Bocelli materializzarsi
sul palco per condividere con lui le suggestioni di "Con tutto l'amore che
posso". Giovedì prossimo, a Milano, sarà Laura Pausini l'ospite d'onore, mentre
nulla è ancora deciso per la replica di Padova il 23 giugno, anche se circolano
i nomi di Panariello, Francesco Totti, Fiorello, Eros Ramazzotti, Claudio Bisio,
Gianni Morandi, Eros Ramazzotti. «Una sera Andrea mi ha raccontato dei suoi
esordi al pianobar, quando cantava anche le mie canzoni - spiega Baglioni - Così
siamo andati a riprenderci questo pezzo del 1972. Questo nostro incontro
anconetano non è stato esattamente un duetto, ma nemmeno un duello, meglio
definirlo una compagnia». Ridotte ad un pugno le incursioni tra i solchi
dell'ultimo album ("Sono io", "Tutto in un abbraccio", "Mai più come te", "Grand'uomo"),
lo spettacolo ha puntato su un ritratto a tutto tondo dell'uomo di "Assolo",
spaziando da "Strada facendo" a "Bolero" a "Mille giorni di te e di me" o "La
vita è adesso" con la complicità di Paolo Gianolio e Danilo Minotti alle
chitarre, Walter Savelli al piano che fu di Danilo Rea, Gianni Boscariol alle
tastiere, Paolo Costa al basso e Lele Melotti alla batteria. «C'è una voglia
cialtrona ed una colta in tutto questo spettacolo - ammette Claudio - Quella
cialtrona sta nell'opportunità di ritrovarci tutti assieme, magari per scoprire
nell'organizzazione ragazzi arruolati l'altra volta come semplici soldati ora
portano il grado di caporali. Quella colta è invece quella di riprendere l'idea
di un certo Riccardo Wagner e utilizzare l'orchestra per fare un teatro totale,
trasversale, per offrire al pubblico un'idea globale di spettacolo. Questo non è
un tour, ma una serie di eventi perchè gli spazi e gli interventi cambieranno di
data in data».di Paride Sannelli
(Corriere Adriatico 15 Giugno)
La presentazione del Tour 2003 con il cantante e gli organizzatori Pepi
Morgia e Luca Tommassini
"Un medley di successi, quasi una
biografia cantata"
ANCONA - Prende il via attorno alle 19, presso i locali del Del Conero, la
presentazione del Tour 2003 di Claudio Baglioni. In sala stampa si presentano
assieme al cantante romano i realizzatori dello spettacolo Pepi Morgia e Luca
Tommassini. Baglioni appare rilassato: "Inizieremo con una sorta di camminata
sotto gli spalti dello stadio. L'attacco sarà una sorta di biografia cantata che
farà da introduzione. solo voce e chitarra", un medley di vecchi successi,
"quasi una biografia cantata". "E' un tour - ha detto - che nasce da una voglia
colta e da una voglia "cialtrona". La prima ci porta a riprendere il concetto
wagneriano di teatro totale. La seconda viene semplicemente dalla gioia di
ritrovarci, musicisti e tecnici che hanno fatto parecchia strada, qualcosa come
un raduno di persone che hanno lavorato insieme".
Sul palco anche un'orchestra di 33 elementi e una band di 6 artisti, che
collaborano con Baglioni da una vita: Paolo Gianolio (chitarra), Walter Savelli
(piano), Giovanni Boscariol (tastiera), Danilo Minotti (chitarra), Paolo Costa
(basso), Lele Melotti (batteria).
Dallo spettacolo di Ancona si arriva a parlare delle 8 tappe in giro per
l'Italia.
Compagno di viaggio della serata, come lo definisce amichevolmente Baglioni, è
stato Andrea Bocelli e il cantautore parla di come è nata questa idea: "Abbiamo
fatto una prova molte veloce e assieme canteremo 'Tutto l'amore che posso'.
speriamo di far bene". D.L
Un gruppo di fan da Roma: "Per lui scordiamo ogni fatica"
"Con le sue melodie il pieno di emozioni"
ANCONA - C'è grande attesa sin dalle prime ore del pomeriggio per il
concerto-evento. Allo stadio Del Conero è palpabile un'aria di euforia. Siamo
appena usciti dalla conferenza stampa tenuta da Baglioni per la presetazione del
suo Tour 2003 e in mano abbiamo un fascicolo con le informazioni sullo
spettacolo. Incrociamo una fan di Baglioni, Maria Rosaria Toscano, che vista la
locandina manifesto si copre il viso e supplica: "Non fatemi vedere la scaletta
delle canzoni vi prego mi rovinereste lo spettacolo. del resto sarebbe come se
prima di andare al cinema ti dicessero il finale del film. Sono pronta per
vedere un grande spettacolo come, del resto, tutti quelli precedenti".
Attesa spasmodica dunque tra i tanti arrivati da tutte le Marche e anche da
fuori regione come racconta Cristiano Ceccacci: "Siamo un gruppo di amici e
arriviamo da Roma. Per Claudio abbiamo girato l'Italia. Per noi rappresenta un
punto di riferimento musicale. Lo seguiamo sempre e dovunque, del resto siamo
inscritti anche al Clab (Claudio Baglioni Fan Club) di Roma. Penso che andremo
anche a diverse delle prossime tappe del Tour".
Spettacoli e passione che hanno un costo economico come sottolinea Caterina
Domijanni: "Il viaggio in macchina da Roma è costato 50 euro, poi una notte
d'albergo a 40 euro e inoltre, abbiamo anche cambiato i biglietti per prendere
dei posto numerati e godercelo fino in fondo. Sinceramente, ogni volta che
usciamo da un concerto di Claudio. dimentichiamo fatica, spesa e sentiamo una
grande emozione. Questa è la vera gioia di partecipare attivamente ad un suo
spettacolo. Ti rende partecipe di questo suo. viaggio musicale".
E' in spasmodica attesa Luca Paolini: "Arrivo da Civitanova Marche... questo è
il secondo concerto che vedo dopo la tappa del 2000 fatta qui al Palarossini di
Ancona. In quella occasione provai una grande emozione e per questo mi sono
deciso a ritornare. Spero di assistere ad un gran bello spettacolo anche questa
volta. ma non ne ho dubbi".
Spettatori attenti e "fedeli" quelli del cantante romano, come Manila Camilletti:
"Questo è il terzo concerto che vedo dopo quelli di Porto Recanati e quello
precedente di Ancona. So che proverò una grande emozione quando lui entrerà. in
campo. Mi sento già così emozionata.".
Una vera veterana è Dominique Piermanni: "Questo e il mio quarto o quinto
concerto. non mi ricordo neanche più. Quella che provo per Baglioni è una
passione nata da piccina e che poi si è moltiplicata negli anni. La mia canzone
preferita? 'Con tutto l'amore che posso', una canzone che adoro e so che mi
emozionerà tantissimo".
Le diciamo che Baglioni la farà assieme al cantante Bocelli e lei "lancia" una
grande esclamazione: "Speriamo che l'emozione sia anche ampliata". David Luconi
Show indimenticabile con Bocelli super ospite
Baglioni, il sogno diventa musica
ANCONA - E' dinamico il "ponte" di Claudio Baglioni. Un ponte-palco che tiene
stretti trent'anni di carriera. Che osserva e si fa osservare dai quasi
ventimila spettatori" che hanno affollato lo stadio Del Conero nella sua "prima"
nazionale. E' l'idea sempre viva di libertà. Di esprimere con fermento e
semplicità le proprie ispirazioni musicali.
Le chiama intuizioni. Le trentennali intuizioni "baglioniane" che hanno
accompagnato ben tre generazioni d'amore.
Stupire e divertire: le chiavi di lettura del mastodontico appuntamento
d'impulso "wagneriano". Un fascio di luce su di lui. Chitarra e voce per
iniziare. Un contatto veloce prima di impossessarsi della scena. Una "lingua" di
acciaio in mezzo al rettangolo verde, che ha l'intenzione di rappresentare un
ponteggio, un collegamento nel percorso di vita d'artista tra concetti e note.
E' ricco di perle d'autore. Trenta canzoni per tre ore di musica. Sipari che
convergono in un primo momento ispirato al rock ("Sono io", "Strada facendo",
"Quanto ti voglio") per poi arrivare, ammette Baglioni, a sfumature dance. E poi
"Con tutto l'amore che posso", in duetto con Andrea Bocelli (un ospite che a
Milano passerà la staffetta a Laura Pausini e a Firenze a Giorgio Panariello).
Lo spettacolo, firmato dallo stesso cantante capitolino e dal regista Pepi
Morgia, è colorato, ampolloso, ovviamente ridondante per arrivare alle masse, ma
elegante. Come nello stile del più classico Baglioni. Quello di "Questo piccolo
grande amore" che regala solo nel finale anticipato da "Mille Giorni di te e di
me", "Noi no", "Cuore d'aliante", "Buona fortuna", "Avrai". Ci sono proprio
tutte nei quadri disegnati dai corpi in movimento dei trecento (tra ballerini e
figuranti locali selezionati qualche tempo fa al Barfly di Ancona) che si
avvicendano tra nastri colorati, bacchette luminose, ombrelli trasparenti con lo
strascico. Si seguono, si agitano. Si distribuiscono su un parterre che riveste
completamente lo spazio scenico formando una grande ics. E Claudio è lì.
Circondato da una "corte dei miracoli" di masse danzanti coordinate da Luca
Tommassini. Flotte di performers che si trasformeranno dopo pochi minuti in
funambolici "robot", pattinatori, "tengheri" e sbandieratori.
Inevitabile il flash back del 1998: allora furono due le date negli stadi
"kolossal" d'Italia (San Siro e Olimpico) che fecero strabuzzare gli occhi. Sul
palco a raccolta i trentatré orchestrali ed i musicisti di sempre Paolo Gianolio
alla chitarra, Walter Savelli al piano, Giovanni Boscariol alla tastiera, Danilo
Minotti alla chitarra, Paolo Costa al basso e Lele Melotti alla batteria.
Incredibile plenilunio d'estate. Incredibile "notte di note". E.B.
(Corriere della Sera15 Giugno)
Allo stadio di Ancona la prima tappa del tour dell'interprete romano, tre ore
di canzoni. Il 19 lo spettacolo a Milano
Baglioni, nello show kolossal un duetto con Bocelli Numeri da circo e 400
figuranti.
«Concerto con due anime, una colta e
l'altra cialtrona»
ANCONA - Un'immensa pedana in mezzo al prato circondata da dieci torri
illuminanti e di amplificazione, sorgenti luminose e oggetti scenici tutt'intorno
fra i quali agiscono in continuazione oltre quattrocento figuranti impegnati nei
numeri più vari, dal balletto al mangiafuoco e persino alcune suore sui pattini.
E poi ancora un'orchestra sinfonica di 33 elementi oltre ai sei della band e
quasi tre ore di grandi canzoni per quello che si può definire il più grande
musical formato stadio mai tentato in Italia.
Questo propone Claudio Baglioni, che ha debuttato ieri davanti a circa 18 mila
spettatori allo Stadio del Conero di Ancona. Ciliegina sulla torta, un
intervento del tenore Andrea Bocelli che, accompagnato da Baglioni alla
chitarra, ha eseguito una emozionante rilettura di «Tutto l'amore che posso»
dall'album «Piccolo grande amore» del 1972. «La suonavo quando facevo il
pianobar - ha spiegato Bocelli - e avevo voglia di cantarla con l'autore». E
così è stato.
Bocelli non è l'unico ospite importante degli show di Baglioni: a Milano, San
Siro, il 19 ci sarà Laura Pausini, a Firenze Panariello e a Roma il calciatore
Francesco Totti.
Lo spettacolo, come ha spiegato lo stesso Baglioni, «ha un'anima colta ed una
cialtrona. Quella colta è una voglia di teatro totale, quello che piaceva a
Wagner, e unisce alla musica altre discipline, ballo, arte figurativa, arte
circense, insomma tutto quello che può aggiungere emozione a emozione. L'altra
anima è quella cialtrona, il divertimento puro, stile raduno dei reduci, sul
palco e fra il pubblico».
Il via alle 21.25 con uno spettacolare giro dello stadio di Baglioni con
chitarra a tracolla cantando classici del passato («Signora Lia», «I vecchi»,
«Viva L'Inghilterra», «Porta portese»). Poi la nuova «Sono io». Baglioni,
camicia e pantaloni bianchi, parla ai fans: «Buona sera a tutti, benvenuti a
questa festa: 35 anni di musica e 30 anni di concerti... ma abbiamo ancora molta
strada da fare. Nei sogni di tutti c'è sempre un nuovo cammino». E attacca
«Strada facendo». E' il delirio come per le seguenti «Quanto ti voglio», «Un
giorno nuovo», «Dagli il via». L'effetto combinato band, orchestra, coreografia
è suggestivo e non di rado trascinante.
Torna «Uomini persi», un brano nato negli anni di piombo. Come in tutte le
canzoni del vecchio repertorio proposte nello show, stavolta c'è un ritorno al
rispetto totale della partitura originale; al massimo una sapiente aggiunta di
smalto ritmico e una dilatazione di introduzioni, finali e suite estemporanee.
«Ho azzerato tutti gli esperimenti del passato - confessa Baglioni - dopo che
una signora, a un concerto, mi avvicinò con fare sinceramente minaccioso
dicendo: "Lei non si deve permettere di cambiare questa canzone («Piccolo grande
amore») perché non è più sua, è nostra"».
Il giro di boa avviene con tre canzoni nuove: «Tutto in un abbraccio», «Mai più
come te», «Grand'uomo», accomunate da una pienezza di sentimenti e da un rigore
espressivo commoventi.
Poi con «Fammi andar via», «E tu», «Adesso la pubblicità» gli elementi di
contorno si fanno sempre più forti e presenti avvolgendo Baglioni, orchestra,
band e pubblico in un abbraccio. L'escalation culmina in una sorta di festa
dance. E' in assoluto lo show più veloce, ricco e meno narcisistico della
carriera di Baglioni.
La potenza dell'insieme ha finito invece per mettere in ombra una simpatica
iniziativa dei fans lanciata su vari siti internet il cui slogan era «regaliamo
un colore a Baglioni». Foglietti, magliette e sciarpe arancioni sono state
divorate dall'oscurità e dagli effetti speciali in una serata in ogni caso
magica, trionfale e tutta italiana. (Mario Luzzatto Fegiz)
(Il Mattino 15 Giugno)
Il divo Claudio duetta con Bocelli
Ancona. Claudio Baglioni sorprende ancora. Sotto gli spalti come al centro di
quella «portaerei» sulla quale torna a raccontarsi negli stadi. È una specie di
autostrada, o forse di ponte tra presente e passato, su cui lo spettacolo al
debutto ieri sera nello Stadio del Conero di Ancona davanti a circa 15 mila
spettatori gioca tra gigantismo e sentimento. Basti pensare a una «Buona
fortuna», diventata un gospel o ad «Avrai», ridotta a soli voce, chitarra e
violini. Il cantautore romano attraversa in punta di piedi l'immenmso palco
longitudinale di 120 metri per 18 in cui si agitanto oltre 500 figuranti
reclutati in giro per il paese dal coreografo Luca Tommassini e da regista Pepi
Morgia, con una serie di casting cui hanno preso parte oltre 10 mila artisti. A
sfrecciare sulle vie dei colori tracciate dall'Uomo della Storia Accanto ci sono
suore sui pattini, ballerini dentro sfere trasparenti, mangiatori di spade, ma
anche un'orchestra sinfonica di 33 elementi, i figuranti che inondano la scena
durante «Uomini persi».
Forte delle 180 mila copie vendute finora da «Sono io, l'uomo della storia
accanto» Claudione, come lo chiama Fabio Fazio, ha sfoderato uno show smisurato,
il più ambizioso e incontinente della sua lunga carriera. Tre ore, una trentina
di canzoni più una medley voce e chitarra, intonata facendo un giro di campo
come un gladiatore («51 Montesacro», «Signora Lia» e altre), scenografie
componibili create con materiali riciclati dalle scuole d'arte delle città
visitate e poi, ancora, ballerini, acrobati e chi più ne ha più ne metta. Al
punto che la conclusiva «Via» diventa quasi un grido di liberazione.
Ma Baglioni è fatto così, nei dischi come sulla scena vive di addizioni, senza
temere l'effetto-corazzata Potemkin. E così ecco Andrea Bocelli materializzarsi
sul palco per condividere con lui le suggestioni di «Con tutto l'amore che
posso». Giovedì prossimo, a Milano, sarà Laura Pausini a vestire i panni
dell'ospite d'onore, mentre nulla è ancora deciso per le repliche di Padova il
23 giugno, Firenze il 27, Roma il primo luglio, Napoli il 5, Bari l'8 e Catania
il 12, anche se circolano i nomi di Panariello, Francesco Totti, Fiorello, Eros
Ramazzotti, Claudio Bisio, Gianni Morandi, Eros Ramazzotti. «Una sera Andrea mi
ha raccontato dei suoi esordi al pianobar, quando cantava anche le mie canzoni»
ha spiegato Baglioni. «Così siamo andati a riprenderci questo pezzo del 1972.
Questo nostro incontro anconetano non è stato esattamente un duetto, ma nemmeno
un duello, meglio definirlo una compagnia».
Ridotte a un pugno le incursioni tra i solchi dell'ultimo album («Sono io»,
«Tutto in un abbraccio», «Mai più come te», «Grand'uomo»), lo spettacolo ha
puntato su un ritratto a tutto tondo dell'uomo di «Assolo», spaziando da «Strada
facendo» a «Cuore di aliante», da «Bolero» a «Mille giorni di te e di me» o «La
vita è adesso», con la complicità di Paolo Gianolio e Danilo Minotti alle
chitarre, Walter Savelli al piano che fu di Danilo Rea, Gianni Boscariol alle
tastiere, Paolo Costa al basso e Lele Melotti alla batteria.
«Ci sono una voglia cialtrona e una colta in tutto questo spettacolo» ha ammesso
Claudio. «Quella cialtrona sta nell'opportunità di ritrovarci tutti assieme,
magari per scoprire nell'organizzazione ragazzi arruolati l'altra volta come
semplici soldati e ora con il grado di caporali. Quella colta è invece la voglia
di riprendere l'idea di un certo Richard Wagner e utilizzare l'orchestra per
fare un teatro totale, trasversale, per offrire al pubblico un'idea globale di
spettacolo. Questo non è un tour, ma una serie di eventi perché gli spazi e gli
interventi cambieranno di data in data». Andrea Spinelli
(La Sicilia 15 Giugno)
Claudio segna in contropiede
BAGLIONI ha dato il via da Ancona al tour che il 12 luglio sarà allo stadio di
Catania tra vecchi brani e nuovi arrangiamenti
Ancona. Dopo aver violato con concerti al limite del sacrilegio quel suo mondo
sospeso di magliette fine e sabati pomeriggio, Claudio Baglioni affonda i denti
nelle carni molli di «Questo piccolo grande amore», mantenendone intatta la
melodia, ma trasfigurandone la ritmica in versione dub. Il più lungo lancio in
contropiede dello spettacolo portato al debutto ieri sera ad Ancona, tra gli
spalti dello Stadio del Conero, davanti a 12 mila spettatori, sta proprio tra le
maglie di quel suo «evergreen» a cui nemmeno il tempo e gli onori hanno concesso
il lusso di rimanere se stesso.
Gospel e «unplugged»
E che dire della «Buona fortuna» in versione gospel o della «Avrai» per soli
voce, chitarra e violini, che il cantautore romano traversa in punta di piedi su
quell'immenso palco longitudinale di 120 metri per 18 in cui si agitanto oltre
500 figuranti reclutati in giro per il paese dal coreografo Luca Tommassini e il
regista Pepi Morgia con una serie di casting a cui hanno preso parte oltre 10
mila artisti.
Facce e tipi molto differenti da quelli immortalati da Alessandro Dobici tra le
pagine di «A tempo di musica», il libro fotografico dei concerti negli stadi del
'98 in vendita presso il banco del merchandising.
Suore, ballerini e «Uomini persi»
Stavolta a sfrecciare sulle vie dei colori tracciate dall'Uomo della Storia
Accanto ci sono suore sui pattini, ballerini dentro sfere trasparenti,
mangiatori di spade, ma anche l'orchestra sinfonica di 33 elementi, i figuranti
che inondano la scena durante «Uomini persi».
Forte delle 180 mila copie vendute finora da «Sono io, l'uomo della storia
accanto» Clauddione, come lo chiama Fabio Fazio, ha sfoderato uno show
smisurato, il più ambizioso e incontinente della sua lunga carriera. Tre ore di
durata, una trentina di canzoni più un medley voce e chitarra intonanto facendo
un giro di campo come un gladiatore («51 Montesacro», «Signora Lia» ed altre),
scenografie componibili e scomponibili create appositamente con materiali
riciclati dalle scuole d'arte delle città visitate, e poi ancora ballerini,
acrobati e chi più ne ha più ne metta, al punto da trasformare la conclusiva
«Via» quasi in un grido di liberazione.
E sul palco c'è anche Bocelli
Ma Baglioni è fatto così, nei dischi come sulla scena vive di addizioni, senza
temere l'effetto-Corazzata Potemkin. E così ecco Andera Bocelli materializzarsi
sul palco per condividere con lui le suggestioni di «Con tutto l'amore che
posso». Giovedì prossimo, a Milano, sarà Laura Pausini a vestire i panni
dell'ospite d'onore, mentre nulla è ancora deciso per le repliche di Padova il
23 giugno, Firenze il 27, Roma il primo luglio, Napoli il 5, Bari l'8 e Catania
il 12 anche se circolano i nomi di Panariello, Francesco Totti, Fiorello, Eros
Ramazzotti, Claudio Bisio, Gianni Morandi, Eros Ramazzotti. «Una sera Andrea mi
ha raccontato dei suoi esordi al pianobar, quando cantava anche le mie canzoni»
spiega Baglioni. «Così siamo andati a riprenderci questo pezzo del 1972. Questo
nostro incontro anconetano non è stato esattamente un duetto, ma nemmeno un
duello, meglio definirlo una compagnia».
Briciole dal nuovo album
Ridotte ad un pugno le incursioni tra i solchi dell'ultimo album («Sono io»,
«Tutto in un abbraccio», «Mai più come te», «Grand'uomo»), lo spettacolo ha
puntato su un ritratto a tutto tondo dell'uomo di «Assolo», spaziando da «Strada
facendo» a «Cuore di aliante», da «Bolero» a «Mille giorni di te e di me» e «La
vita è adesso» con la complicità di Paolo Gianolio e Danilo Minotti alle
chitarre, Walter Savelli al piano che fu di Danilo Rea, Gianni Boscariol alle
tastiere, Paolo Costa al basso e Lele Melotti alla batteria.
Un po' cialtrone un po' colto
«C'è una voglia cialtrona ed una colta in tutto questo spettacolo» ammette
Claudio. «Quella cialtrona sta nell'opportunità di ritrovarci tutti assieme,
magari per scoprire nell'organizzazione ragazzi arruolati l'altra volta come
semplici soldati ora portano il grado di caporali. Quella colta è invece quella
di riprendere l'idea di un certo Riccardo Wagner e utilizzare l'orchestra per
fare un teatro totale, trasversale, per offrire al pubblico un'idea globale di
spettacolo. Questo non è un tour, ma una serie di eventi perchè gli spazi e gli
interventi cambieranno di data in data».
Andrea Spinelli
(La Gazzetta del Sud 15 Giugno)
Ieri sera ad Ancona la prima tappa dello show che
sarà a Catania il 12 luglio
Al via il tour-evento di Claudio Baglioni
ANCONA - È partito ieri sera da Ancona il grande tour-evento di Claudio Baglioni
che dopo 5 anni riporta l'artista romano nei grandi stadi: 8 serate che sono
altrettante "prime", dei veri pezzi unici con ospiti d'eccezione diversi volta
per volta, impianti scenografici e luci differenziati da città a città. Per la
serata inaugurale è salito sul palcoscenico da 2000 metri quadrati allestito
allo stadio del Conero Andrea Bocelli che ha affiancato Baglioni in «Con tutto
l'amore che posso», un vecchio brano tratto da «Questo piccolo grande amore».
Nella prossima data, a Milano il 19 giugno, ci sarà Laura Pausini. Poi sono
previste varie "sorprese", anche se si parla della partecipazione di Giorgio
Panariello a Firenze il 27 giugno. Lo spettacolo si è aperto con una parte
acustica, un medley di vecchi successi, «quasi una biografia cantata» secondo
Baglioni. «È un tour - ha detto - che nasce da una voglia colta e da una voglia
"cialtrona". La prima ci porta a riprendere, ovviamente in misura molto più
modesta, il concetto wagneriano di teatro totale, in grado di dare al pubblico
tutte le emozioni possibili. La seconda viene semplicemente dalla gioia di
ritrovarci, musicisti e tecnici che hanno fatto parecchia strada, qualcosa come
un raduno di persone che hanno lavorato insieme». A parte l'introduzione
acustica, ogni serata sarà uno show di grandi numeri, con la regia di Pepi
Morgia e coreografie di Luca Tomassini, che ha messo in scena un corpo di ballo
di 34 elementi più circa 300 performer per ciascuna data-evento, reclutati
praticamente sul posto. Sul palco anche un'orchestra di 33 elementi e una band
di 6 artisti, che collaborano con Baglioni da una vita: Paolo Gianolio
(chitarra), Walter Savelli (piano), Giovanni Boscariol (tastiera), Danilo
Minotti (chitarra), Paolo Costa (basso), Lele Melotti (batteria). «Per questo -
ha scherzato il cantautore - ho voluto fare il tour ora. Siamo tutti abbastanza
anziani, non vorrei che qualcuno cedesse». In scaletta una trentina di brani,
solo 5 dei quali tratti dall'ultimo cd lanciato poche settimane fa «Sono io,
l'uomo della storia accanto». Per il resto Baglioni ha puntato su successi
vecchi e più recenti, compresa l'immancabile «Questo piccolo grande amore». «Un
brano - ha commentato - su quale ho cercato di mettere i piedi in tutti i modi,
come del resto fanno tutti con le loro canzoni-simbolo. Ammetto che qualche
volta ho fatto anche qualche forzatura, tanto che una volta sono stato
affrontato da una fan dopo un concerto. 'Lei non si deve permettere di cambiare
questa canzone - mi ha detto - non è più sua, è nostra. Ed in effetti aveva
ragione». Dopo ancona Baglioni sarà il 19 a Milano (San Siro), il 23 a Padova
(Stadio Euganeo), il 27 a Firenze (Stadio Franchi), e a luglio il primo a Roma
(Olimpico), il 5 a Napoli (San Paolo) e il 12 a Catania (stadio Massimino).
(Il Resto del Carlino 15 Giugno)
Baglioni, uno show fantasmagorico Ancona, via al tour davanti a 18mila fan. Tre
ore di spettacolo con ospiti eccellenti. Intanto, all'Heineken festival di
Imola, bagno di folla anche per Bon Jovi, 'snobbato' però dai 'mettallari'
ANCONA, 15 GIUGNO 2003 - In quel grande Barnum che è la vita, mangiafuoco,
sbandieratori e pattinatori finiscono per trasformarsi nel riflesso di una
società senza pudori, abituata dalla telecamera a rovesciare le viscere sul
tavolo e a spettacolarizzare anche i suoi momenti più intimi. Un mondo in
paillette che Claudio Baglioni (nella foto) piazza al centro del suo nuovo
kolossal da palcoscenici portato al debutto ieri sera ad Ancona, tra gli spalti
di uno Stadio del Conero non proprio esaurito.
Trentacinque canzoni, cinquecento figuranti, tre ore di concerto; una maratona
costruita per addizione con la malcelata intenzione di confermarsi l'unico,
vero, Cecil B. De Mille della musica italiana. Il cavaliere "bianco e nero"
prigioniero del suo sogno da hit-parade che le 180 mila copie vendute in tre
settimane dal nuovo album "Sono io, l'uomo della storia accanto" confermano al
centro dei sentimenti della gente. Anche se l'ultima prova finisce per
ritagliarsi uno spazio marginale tra le suore pattinatrici, gli equilibristi, i
mangiatori di spade, gli sbandieratri, ballerine sommariamente vestite e il
resto della varia umanità che brulica sull'immensa pedana che taglia in due il
rettangolo di gioco come un ponte tra presente e futuro. Coi suoi 120 metri per
18, uno dei più grandi spazi scenici mai planati negli stadi. Mentre i ricordi
delle ultime tournée rimangono impigliati tra le pagine di "A tempo di musica",
il volume fotografico con gli scatti di Alessandro Dobici in vendita sui banchi
del merchandising, l'Uomo della Storia Accanto si inventa una maratona
attraverso questi suoi 35 anni di musica offrendosi in pasto ai fan con un giro
di campo, chitarra in spalla, che già sembra pregustare il trionfo annunciato.
«Una specie di 'signore e signori andiamo a cominciare', per salutare il
pubblico e ingannare gli ultimi raggi di sole», spiega lui, abile a spaziare da
"51 Montesacro" a "Signora Lia" per strappare i primi applausi. Una volta al
timone della sua "portaerei", però, la musica cambia, arricchita da un'orchestra
sinfonica di 33 elementi e da una band che gioca sulle complicità di Paolo
Gianolio e Danilo Minotti alle chitarre, Walter Savelli al piano, Gianni
Boscariol alle tastiere, Paolo Costa al basso e Lele Melotti alla batteria. «C'è
una voglia cialtrona ed una colta in tutto questo spettacolo», ammette Baglioni.
«Quella cialtrona sta nell'opportunita'
Questa sera alle ore 21 il concerto di
Baglioni al Del Conero
Bocelli sul palco con Claudio
ANCONA - Sarà Andrea Bocelli la ciliegia sulla grande torta che Claudio Baglioni
ha preparato per il pubblico che questa sera invaderà lo stadio Del Conero di
Ancona.
Il tenore, amico di Claudio, ha accettato di buon grado di fare il "testimonial"
di quello che si preannuncia l'evento di questa estate. Non conosciamo la
scaletta, ma è prevedibile che Bocelli abbia almeno tre interventi canori. Come,
non si conosce la sequenza dei brani che sarà proposta. Sicuramente non più di
tre o quattro brani dal nuovo album che è già balzato in testa alle classifiche.
"L'album ruota intorno al concetto "ricomincio da me" - ha spiegato Baglioni -
Dopo tre dischi molto complessi, introspettivi e un po' difficili, sentivo il
bisogno di trovare un linguaggio più diretto e comunicativo, di evitare
marchingegni letterari o poetici. E anche 'Sono io' cerca di evidenziare il
bisogno di ritrovare l'identità di ognuno e la storia individuale che è degna di
appartenere alla grande storia del mondo".
La canzone è una confessione a una donna, a un figlio ("io ad un figlio non ho
dato tutto", canta Baglioni), a se stesso ("'ho dato paradiso e inferno...la
vita in gioco per quattro spiccioli di eterno") e a tutti gli altri di non
sapere cosa è stato dato e tolto e un ritornello pronto ad entrare nei cori da
stadio: "Con questa faccia che sta sempre lì da parte con queste braccia che per
te son qui aperte, chiedo perdono se non so chi sono io" e una conclusione con
il coro "darsi più amore è l'unica speranza".
Dunque, è giunto il gran giorno. L'evento è di quelli che si ricorderanno. Otto
tappe per questa nuova esperienza di Claudio Baglioni che proseguendo sulla via
del colore propone l'arancione: una tinta solare, ma anche con un accento scuro.
E questa sera il Del Conero si aprirà dopo nove giorni di inutile assedia di
fans, curiosi e fotografi che hanno cercato di carpire qualche curiosità di
quanto si stava facendo all'interno del "bunker". Uno stadio che è diventato una
fucina dove le idee messe giù a tavolino si sono concretizzate per un spettacolo
che, uscendo dalla prassi di Baglioni, lascia molto all'improvvisazione. Un
canovaccio sul quale si snodano tre ore di musica e balletti, d'interventi
esterni e invenzioni immediate, tanto da far dire all'artista che ogni tappa
sarà unica.
Sarà interessante vedere come si muoveranno i 300 "figuranti" reclutati alle
selezioni al Barfly. Neofiti e professionisti, artisti di strada e semplici
comparse. Con il corpo di ballo fisso saranno in 350 a correre, ballare,
emozionare sul palco e fuori. Un palco enorme che prende buona parte della
superfice del campo. Non ci sarà pubblico sull'erba. Grande attenzione, poi, è
stata data al gioco di luci: ci saranno alcune innovazioni, in questo caso tutte
da vedere. Ovviamente, bocche cucite. Nessuno vuole svelare nulla. E i
partecipanti all'evento hanno la consegna del silenzio. Tre ore di esibizione,
un centinaio di artisti, un'orchestra di 42 elementi, danzatori e performers
trovati interpellando varie Accademie di Belle arti e un grande spazio scenico
che prenderà tutto lo stadio per dare l'idea di un set cinematografico.
Ultimi biglietti in vendita anche oggi presso il T.box in via Cameranense c/o
PalaRossini tel. 071.2901224, dalle ore 10,30 alle ore 12,30 e dalle 14,30 alle
22.00. Inizio del concerto alle ore 21, i cancelli apriranno alle ore 18,30.
STEFANO FABRIZI
Non solo un rapporto di lavoro con il
regista Pepi Morgia
Un'amicizia consolidata
ANCONA - Nel trentennale viaggio tra palchi, teatri e stadi c'è molto di lui. E
non solo della sua creatività. Della sua professionalità. Forse la maggior
componente a legare due artisti è il rapporto umano. La stima. L'amicizia. Da
Claudio Baglioni a Pepimorgia. Dichiarata direttamente dal palco.
Quando ha avuto il primo contatto con Claudio Baglioni? "E' realmente iniziato
trenta anni fa. Siamo cresciuti insieme. Anche professionalmente. Prima ero il
suo light designer. Ora il regista. E mi ha dimostrato che rivesto un ruolo
importante anche nella vita di tutti i giorni".
Com'è fuori dal palco? "Quello di ieri sera, quello che ride, scherza, canta.
Non introverso e timido come qualcuno può pensare".
Si ricorda il primo incontro? "Parliamo della fine degli anni '70. Si trattava
della tournèe promozionale dell'Rca che portava in giro per l'Italia i nuovi
talenti. E quando ha fatto il primo tour: "Sabato Pomeriggio" ero già con lui".
In precedenza aveva questo rapporto forte anche con De Andrè. "Infatti. Molti mi
ricordano come il suo regista storico. Con Fabrizio eravamo legati a doppio
filo".
Ma sappiamo anche del suo stretto legame con altri artisti: Renato Zero, Ron,
Tosca o Laura Pausini. "Ci sono artisti con cui lavoro bene, altri con cui un
feeling particolare ci spinge a frequentarci anche fuori dal lavoro. Ci si vede
a cena, nei ristoranti. E quando ci incontriamo sembrano racconti di reduci".
E.B.
Il riconoscimento "Fatti di Musica"
per il live italiano sarà consegnato al cantautore romano
Premio speciale per la "migliore produzione dell'anno"
LAMEZIA TERME - Il 2003, dal punto di vista musicale, è certamente l'anno di
Sergio Cammariere. Dopo tutti i riconoscimenti a Sanremo e le numerose settimane
nelle classifiche degli album più venduti, è in arrivo il Premio di "Fatti di
Musica" anche per il suo concerto. "Fatti di Musica", la rassegna del miglior
live italiano, che da otto anni presenta e premia i concerti indicati da una
giuria di promoter e produttori musicali associati Assomusica, con ogni
probabilità gli attribuirà il prestigioso riconoscimento per il "miglior live"
dell'anno, tra quelli prodotti per tour nazionali. Sono esclusi gli eventi
unici.
Questo premio è stato ritirato da artisti come Ligabue, Fabrizio De Andrè,
Biagio Antonacci, Paolo Conte, Fiorella Mannoia e lo scorso anno da Renato Zero.
L'edizione 2003 di "Fatti di Musica", ideata ed organizzata dal promoter Ruggero
Pegna, si svolgerà come consuetudine nei mesi di luglio ed agosto in varie
località della Calabria.
Tra i live che saranno presentati e premiati in quest'ottava edizione quelli dei
Tiromancino per la "nuova musica italiana", Carmen Consoli nella sezione delle
"migliori cantanti italiane", Angelo Branduardi per il "successo
internazionale", Lucio Dalla, nella sezione riservata ai "migliori autori
italiani", Gino Paoli per la "discografia" , Massimo Ranieri per
"l'allestimento", Vinicio Capossela per l'"originalità".
Un premio speciale per la "migliore produzione dell'anno" sarà consegnato a
Claudio Baglioni, la cui unica data per Calabria e Sicilia si effettuerà a
Catania.
La rosa completa dei live premiati in "Fatti di Musica 2003" sarà resa nota a
fine mese. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito internet
www.ruggeropegna.it. A.D.
(La Sicilia14 Giugno)
L'amore che i fan nutrono per Claudio Baglioni, dai tempi di «Questo piccolo
grande amore» ad oggi, è risaputo. Il 5 giugno scorso, grazie alla
collaborazione dei promoter della data catanese del tour estivo dell'artistaromano,
abbiamo deciso di offrire la possibilità a cinque lettori - oggi aumentati a
dieci - di incontrare il loro idolo che ha sempre amato il contatto con il
pubblico. Ed ecco che all'indirizzo segreteria@ngweb.it è arrivata una valanga
di lettere (il concorso, a proposito, si chiuderà il 10
luglio). La «commissione», composta da due giornalisti de «La Sicilia» ed uno
del sito www.lasicilia.it, ha dato una prima lettura ad alcune e-mail - ne sono
arrivate oltre quattrocento in meno di dieci giorni - e la cosa che ha più
colpito, è che molte provengono da altre regioni, tante addirittura dall'estero.
Tra i messaggi giunti fino a ieri, vogliamo sottoporne qualcuno ai nostri
lettori. Non sono quelli dei «vincitori» perché tutti, compresi quelli
pubblicati oggi, verranno riletti attentamente e giudicati in seguito. Il primo
è di un illustre personaggio e crediamo che sia utile pubblicarlo.
Carissimo Claudio Baglioni, conosci bene il dramma che tantissimi bambini (in
Italia e all'estero) vivono riguardo al loro sfruttamento sessuale e alla
pedofilia. Chi ti scrive è don Fortunato Di Noto, fondatore
dell'Associazione Meter (www.associazionemeter.it) impegnata nel promuovere i
diritti dell'infanzia contro la pedofilia: che ne diresti di fare un piccolo
accenno durante il tuo concerto? Di spendere, se lo riterrai opportuno, una
parola di testimonianza per l'impegno della nostra associazione Meter. Un caro
abbraccio. Una benedizione per il tuo lavoro e la tua missione di parlare e
cantare della vita con le tue canzoni. don Fortunato Di Noto
Dicevamo della tante lettere che sono arrivate dall'estero, come quella di Laura
Cantarella proveniente dall'Australia, oppure quella di Emanuela Sanfilippo
Allen che ci scrive da Hendersonville, negli Stati Uniti.
Da un po' più vicino, Siracusa, arriva la lettera di Carmela Lo Manto: «Ho
sempre ascoltato con molto interesse e con il cuore le tue canzoni, che mi hanno
sempre emozionato, sono piene di amore, sentimenti e ti chiedo come può essere
che nonostante tutto ciò che ci circonda, tutte le cattiverie, tutte le cose
brutte inspiegabili, tu riesci ancora a credere così fortemente all'amore? E
cos'è che ti fa ancora andare avanti senza farti arrendere? A presto, una tua
grandissima e eterna ammiratrice.
La cascata di lettere prosegue:
Come ci si adegua al mercato, cambiando musicalità e testi delle canzoni? Me lo
sono sempre chiesto.
Valerio, Catania Sono una tua fan di trent'anni. Ti seguo dall'età di 8 anni e
continuo (con
ancora più entusiasmo) a comprare i tuoi dischi. Hai mai pensato di ritirarti
dalla vita pubblica, facendo scelte simili a Battisti o Mina, per goderti
momenti più intimi con i tuoi cari? O hai «bisogno» della gente?Katia, Messina
Ci siamo incontrati spesso ma tra la folla ero come una foglia di un albero che
non poteva essere notata. Grazie per questo magnifico disco che ci hai donato.
Patapan mi ha colpita al cuore anche se non ho mai avuto un padre.
Mi sono chiesta se mai scriverai una canzone per dire a tua madre che l'ami. Non
aspettare che sia troppo tardi, io non ho fatto in tempo. probabilmente l'hai
già scritta ma la pubblicherai mai?Eleonora Perotti, Mantova
Perché non vieni mai a suonare ad Aosta? Nella tua carriera in più di mille date
di tour, da Solo passando per Assolo, Assieme, i tour dei colori, fino ad
arrivare ad Acustico 2000 ed InCanto, non sei mai venuto a suonare in Valle
d'Aosta. Ci spetta il primato della tua mancanza. Grazie per aiutarmi con la tua
musica a superare i momenti difficili di ogni giorno. Lorenzo, Aosta
Hanno scritto anche tanti ragazzi che pongono a Baglioni quesiti puramente
tecniche (come Davide e Carlo che scrivono da Palermo, Toto da Caltanissetta),
mentre la catanese Claudia, che si sposa a settembre, vorrebbe invitare il
cantante al matrimonio.
Ricordiamo che soltanto dieci lettori avranno la possibilità di incontrarlo, ma
a tutti assicuriamo che consegneremo a Baglioni l'intero «malloppo» di mail. Chi
lo sa, potrebbe venirne fuori un simpatico volume o potremmo convincere Claudio
a rispondere personalmente, magari via mail ai tantimessaggi.
A tutti, rivolgiamo l'invito a continuare a scriverci e, soprattutto, a non
dimenticare, con l'intestazione «SCRIVI A CLAUDIO BAGLIONI», di indicare nome,
cognome, indirizzo e numero di telefono LEONARDO LODATO
(Corriere Adriatico 13 Giugno)
Domani concerto imperdibile Baglioni
apre il nuovo tour
Il fine settimana straordinario di Ancona si apre domani con il concerto di
Claudio Baglioni allo stadio del Conero. Dopo cinque anni, l'interprete romano
torna ai grandi spazi e lo fa con un progetto, ancora una volta, innovativo: non
un tour in senso stretto, ma sette pezzi unici, per altrettante "prime",
caratterizzate, tra l'altro, da ospiti, impianti scenografici e quadri luce
diversi di città in città. Oltre tre ore di show live, nelle quali il musicista
romano - accompagnato da un supergruppo di 6 musicisti e da un'orchestra di 30
elementi, artisti e acrobati - presenterà alcuni assaggi del nuovo album "Sono
io, l'uomo della storia accanto", insieme al meglio di un repertorio unico e
intramontabile, che unisce e appassiona, ormai, tre generazioni e racchiude
alcune tra le pagine più belle e amate dell'intera musica leggera italiana. Uno
spettacolo da non perdere che Ancona ospita per la prima tappa prima del tour
nazionale.
(Corriere Adriatico 13 Giugno)
A Tvrs questa sera tra gli ospiti Pepi Morgia
Su "Ulisse" puntata speciale dedicata
all'evento musicale
RECANATI - Dopo la pausa di una settimana e prima dell'inizio delle repliche
estive (sempre questa sera alle 20.30 su Tvrs), Ulisse: viaggio nel nostro tempo
torna con una puntata speciale interamente dedicata all'evento musicale di
inizio estate: il concerto di Claudio Baglioni allo stadio "Del Conero" di
Ancona che apre il tour italiano.
Ospiti di Giuseppe Corradini, lo show designer Pepi Morgia, regista di tutti i
concerti del cantautore romano oltre che di molti degli eventi più importanti
del panorama musicale italiano e il coreografo Luca Tommassini, chiamato a
coordinare i circa trecento artisti che saliranno sul palco insieme a Claudio
Baglioni la sera del 14 giugno. Alcuni di essi saranno in trasmissione e
racconteranno alle telecamere di Ulisse il proprio stato d'animo alla vigilia di
un appuntamento così importante.
Al programma parteciperà anche Piero Cesanelli, ideatore e direttore artistico
del Premio Città di Recanati che vede proprio Claudio Baglioni tra i nomi di
prestigio del Comitato Artistico e lo stesso Pepi Morgia in qualità di regista
dell'evento.
Com'è nello spirito del programma di punta dell'emittente marchigiana, ampio
spazio verrà dedicato al dibattito sul ruolo della musica d'autore nella società
odierna. Ad orientare la discussione saranno, come sempre, i servizi realizzati
da Manolita Scocco.
(Corriere Adriatico 13 Giugno)
Baglioni incontra gli studenti universitari e risponde a una raffiche di
domande
"Claudio, sei il sesto evangelista"
ANCONA - Bello e suggestivo l'incontro tra Claudio Baglioni e i suoi fan. Arriva
attorno alle 17 presso l'aula Magna dell'Università Politecnica delle Marche: in
completo bianco e in clamoroso ritardo sui tempi nei quali l'incontro era stato
fissato. Ma il 'suo' pubblico non l'ha abbandonato... si scusa Baglioni: "Non ho
scuse sufficienti ma il calendario di questi giorni è così pieno d'impegni che i
ritardi si susseguono per tutta la giornata".
Inizia l'incontro e l'occasione per vedere e porgere una domanda al cantante
romano è per molte ragazze irripetibile e il ritmo con quale vengono poste
diventa frenetico. Baglioni si racconta e inizia parlando del suo ritorno
musicale alle origini: "Ho sentito il bisogno di tornare ai miei pezzi che
parlano d'amore; in un'epoca confusa come quella che stiamo vivendo, l'amore è
una medicina e un ponte verso un futuro migliore".
Poi introduce il suo concerto e ne parla come fosse una relazione d'amore: "Ogni
concerto è una storia a se e ogni volta che ho la possibilità di cantare su di
un palco riesco ad esprimere la mia voglia di libertà. Sono una persona molto
malinconica e quando posso raccontare la mia vita, mi sento come stessi vivendo
un rapporto d'amore. Certo, tanta è la tensione che arriva prima dello
spettacolo, proprio come se si dovesse sostenere un esame, anche se tutto viene
preparato nei minimi particolari; poi, all'interno di uno stadio (nell'occasione
il Del Conero) ci si ritrova a vivere sensazioni completamente diverse".
La platea (circa 200 le persone che hanno atteso in trepidazione Baglioni)
inizia a scaldarsi e c'è chi addirittura lo definisce il sesto evangelista: "Bhe
- sorride Baglioni- allora vi saluto volando via... direi di non meritare
nemmeno un centesimo di quello che mi è stato detto anche perchè la
responsabilità di sopportare queste parole è molto alta. Del resto faccio questo
mestiere da circa 35 anni è oltre al fatto di provare una grande soddisfazione
nel farlo c'è la grande tensione di non dover mai deludere nessuno. Le
responsabilità mi pesano, sono una persona timida e riservata, e ogni tanto
cerco di sfuggire a tutto questo entusiasmo".
Baglioni ha trovato ad Ancona un città che lo ha ospitato e accolto come fosse
di casa e il cantante ne è consapevole: "Ormai quella di Ancona è diventata per
me una tappa scaramantica e, dopo l'assolo davanti alla ridotta platea del
teatro delle Muse, quello di domani sarà il naturale passaggio di consegne col
pubblico".
Il suo pubblico freme, vuol sapere cosa si vedrà nello spettacolo di sabato e
Baglioni, almeno in parte, accontenta tutti: "Si tratterà di un concerto molto
particolare che non dovrebbe avere un'ossatura rigida. Sentirete che alcune
canzoni esulano dall'organizzazione del concerto e qualche volta avrete l'idea
di stare all'interno di una sorta di 'Sarabanda'. Forse sarà l'ultimo spettacolo
di questo tipo che farò nella mia carriera".
L'ultima domanda è per il suo ventilato ritorno in tv ma Baglioni scongiura che
questo avvenga: "Non ci penso... almeno per adesso". DAVID LUCONI
(Corriere Adriatico 13 Giugno)
Il rapporto tra la Grande rete e il cantautore romano
"Internet? Bene, ma..."
ANCONA - La meravigliosa carriera di Baglioni ha rappresentato per molti
cantanti nostrani un punto di riferimento ma, come racconta lo stesso cantante
romano: "Ho avuto diversi incontri musicali con i cantautori importanti del
nostro panorama musicale. Apprezzo moltissimo Carmen Consoli, che per me
rappresenta un'artista piena e versatile, Daniele Silvestri, nel quale ritrovo
quell'estro che anche avevo nei miei primi anni di carriera, e Samuele Bersani
che trovo molto originale. Peccato che tutti questi grandi personaggi entrino
nel mondo discografico proprio adesso che la situazione è veramente difficile:
pirateria, copie masterizzate e prezzi troppo alti sono i veri problemi di
questo mercato discografico".
E a tal proposito si arriva a parlare di internet e di tutti i relativi software
utilizzati per scaricare canzoni e masterizzare Cd e Baglioni entra in merito
alla questione: "Internet è un po come la fissione nucleare... se ci realizzi la
bomba atomica sbagli e rendi il tutto molto pericoloso ma se la usi per scopi
che possono portare progresso fai del bene alla comunità. Del mondo di internet,
che credo essere la più grande innovazione del nostro secolo, apprezzo la parte
comunicativa ma, se le aspettative che vi si gettano risultano eccessive allora
diventa tutto sbagliato".
Si parla di Internet e dell'aspetto comunicativo di un personaggio all'interno
del mondo musicale e la domanda che sorge spontanea riguarda l'importanza del
look in una carriera musicale: "Sinceramente pensavo che al look - racconta
Baglioni - si desse meno importanza ed invece mi sono accorto che qualcuno ne fa
una vera e propria questione di stile e di vita. Cerco di essere gradevole, un
po come quello che si fa la barba tutte le mattine per non sembrare troppo
trasandato ma, sicuramente questa nostra società è troppo improntata
sull'aspetto visivo delle persone vicine".
Mentre, per Baglioni la vera urgenza, come lui stesso suggerisce, è quella di
comunicare tramite le sue canzoni: "Ho il grande desiderio di essere vicino agli
altri e credo che le mie canzoni, in tal senso, non siano mai terminate o
concluse... in ognuna di loro va aggiunto qualcosa. Ma è il mio stesso pubblico
a sostenermi, in particolare, quando rileggo le lettere che mi giungono; in esse
i miei fan mi descrivono le belle sensazioni che provano ascoltando la mia
musica e queste sono situazioni che mi danno la forza di andare avanti". D.L.
(Il Gazzettin13 Giugno)
IN ATTESA DEL CONCERTO
L'evento-Baglioni è on line
Claudio Baglioni sarà in concerto - nell'unica data del Nordest - lunedì 23
giugno allo Stadio Euganeo di Padova e da ieri è possibile visitare direttamente
on-line tutte le fasi dell'evento: video, immagini del backstage, curiosità e
tappe di allestimento sul sito www.baglioni.it. Dopo cinque anni, l'artista
torna nei grandi stadi e lo fa con un progetto, ancora una volta innovativo: non
un tour tradizionale, ma otto pezzi unici, per altrettante "prime",
caratterizzate, tra l'altro, da ospiti, impianti scenografici e quadri luce
diversi di città in città. Dopo Ancona e Milano, Padova: oltre tre ore di show
live, nelle quali il musicista romano, accompagnato da un supergruppo di sei
musicisti e da un'orchestra di trenta elementi, presenterà alcuni assaggi del
nuovo album "Sono io, l'uomo della storia accanto", insieme al meglio di un
repertorio unico e intramontabile, che unisce e appassiona tre generazioni.
(Il Resto del Carlino 13 Giugno)
Una lezione con il prof Baglioni
ANCONA — Per Claudio Baglioni, che sabato sera debutterà nel suo tour proprio
qui da noi, Ancona è diventata qualcosa di più di una semplice tappa
concertistica. E' una città che gli porta fortuna. Lo ha detto ieri pomeriggio
rispondendo alle numerose domande degli studenti di ingegneria nell'aula magna
di Monte Dago. Completo bianco, leggermente affannato per le estenuanti prove a
cui si sta sottoponendo in queste ore, Baglioni si è presentato con un ritardo
abissale ai circa 200 fan dell'università di ingegneria, che lo hanno atteso con
pazienza per più di un'ora e mezza. Ma si è fatto perdonare rispondendo con
grande disponibilità agli interrogativi a 360 gradi posti dai suoi fan. Come il
perché, ad esempio, di questo debutto ad Ancona. «Per tanti motivi — ha risposto
lui — logistici, essendo il Palarossini un'ottima struttura per provare, e poi
per motivi scaramantici: qui mi sono rimesso a lavorare dopo un periodo molto
triste per me e i risultati sono stati ottimi». Una città, la nostra, dove
Baglioni ha ormai tanti amici, che come ha sottolineato non lo lasciano mai
solo. Ma perché abbandonare la televisione, lo ha incalzato con una domanda
impegnativa un'altra fan. «Tempo fa alcuni programmi li avevo proposti – ha
confessato – ma forse erano troppo innovativi. Il fatto è – ha commentato con un
pizzico di amarezza – che oggi in televisione non si guarda più alla qualità dei
programmi, ma solo al riscontro dell'auditel». E di importante per i giovani
oggi c'è anche internet, gli ha fatto notare una ragazza. Uno strumento che
secondo Baglioni bisogna saper usare, arma a doppio taglio nella diffusione
della musica. «E' come la fissione nucleare. Può essere utile ma pure
pericolosa. Dipende da cosa ci fai». E poi il concerto di sabato. Cosa si
aspetta Claudio Baglioni dalla prima tappa anconetana? « Non lo so – ha risposto
il cantautore – Sarà un concerto molto particolare. L'idea non è tanto di
rappresentare tutto il mio repertorio musicale, ma di fare qualcosa di nuovo,
che coinvolga tanti artisti che collaborano con me e che dia alla serata una
dimensione di festa. Saranno tre ore di concerto, di spettacolo e di sorprese».
Gli ultimi biglietti per il concerto di Baglioni sono disponibili al T.Box di
Ancona (presso il Palarossini; info 071/2901224) e nelle consuete prevendite.
(Il centro 13 giugno)
Un'orchestra abruzzese per Baglioni
Domani l'apertura del tour allo stadio
di Ancona
E' la sinfonica «Ars Musica» diretta da Antonio Cericola
Claudio Baglioni torna nei grandi stadi delle principali città italiane con un
singolare tour. Da domani, partendo dallo stadio di Ancona, si accende
nuovamente l'universo di suoni, di colori e di emozioni: un insieme di magia e
suggestione che si rinnova ogni volta, nelle scenografie e nei riflessi, nel
carattere e negli accadimenti. Uno spettacolo grandioso e imponente, diverso di
volta in volta, grazie al coinvolgimento di artisti, ballerini e performer,
reclutati in ognuna delle 8 città del tour, ideato da Baglioni insieme allo
scenografo Pepi Morgiae al coreografo Luca Tommasini. Tra le novità del tour la
presenza di un'orchestra abruzzese.
Si tratta della sinfonica Ars Musica diretta da Antonio Cericola, direttore e
compositore tra i più stimati e quotati dell'ultima generazione. La produzione
dell'orchestra è affidata alla Multimedia artisti associati di Pescara diretta
da Bruno Leombroni. Per questa realizzazione Baglioni ha puntato su giovani
artisti abruzzesi la cui scelta, non casuale, ha privilegiato la competenza e la
professionalità di musicisti che, nonostante la loro giovane età, hanno già
acquisito un valido bagaglio di esperienze. Capaci di assicurare un livello
artistico di qualità, provenienti da ambienti eterogenei ma che respirano una
tradizione musicale fortemente radicata in Abruzzo, essi si avvalgono di una
preparazione accurata che trova nel direttore Cericola il naturale riferimento.
L'orchestra sinfonica Ars Musica è un organico che si prefigge come obiettivo
primario di favorire la crescita culturale e artistica dei giovani musicisti,
collocandosi come importante punto di riferimento dell'Abruzzo. Composta da
oltre 30 elementi accuratamente selezionati e preparati, l'orchestra si avvale
della direzione artistica nonché della competenza didattica di Antonio Cericola,
direttore stabile.
Tra le precedenti esperienze dei suoi componenti un'incisione per il cd di Marco
Werba per il film «Zoo» con Asia Argento, il sodalizio con il pianista jazz
Lerry Willis.
Il repertorio spazia da Bach ai capolavori del sinfonismo ottocentesco fino alla
musica del Novecento. Innovativi risultano i programmi da concerto in cui i
classici sono affiancati da pagine meno consuete tratte da una letteratura più
moderna.
Invitata al tour estivo 2003 di Claudio Baglioni, l'Orchestra sinfonica Ars
Musica sarà presente a tutti gli appuntamenti della tournée negli stadi delle
maggiori città italiane.
L'organico è il seguente:
flauto, Stefano Mammarella; oboe, Fabrizio Santeusanio; clarinetto, Maurizio
Croci; corni, Fausto Leli, Gianfranco Di Donatantonio; trombe, Domenico Di
Francesco, Nicola Giuliani; tromboni, Matteo Di Matteo, Renato La Mantia;
violini, Federica Vignoni, Alberto Fabiani, Sonia Cusenza, Chiara Leonzi,
Domenico Mancini, Marialetizia Massetti, Dora Ruggiero, Morena Di Gennaro,
Alessio Giuliani, Silvia Di Virgilio, Catia Graziaplena, Sabina Graziaplena,
Clara Desiderio, Chiara Aventaggiato; viole, Chiara Piersanti, Fabrizio
Pagliarone, Erika Alessandrini, Alessandra Terra; violoncelli, Antonio
D'Antonio, Rony Beraha, Federico Orlando, Daniela Di Felice; contrabbassi, Paolo
Di Camillo, Umberto Ciaramellano
( La Sicilia 13 giugno)
Ancora biglietti disponibili
Scatta la caccia al «posto numerato» per il concerto che Claudio Baglioni terrà
a Catania allo stadio Angelo Massimino il prossimo 12 luglio, a chiusura del
Tour 2003. Ma i biglietti per tutti gli altri settori («tribuna B» e curve) sono
ampiamente disponibili presso tutte le prevendite abituali, sparse nelle
province siciliane e calabresi. Il call center che è stato attivato già da
alcune settimane per dare tutte le informazioni sull'unico concerto in Sicilia
del cantautore romano (tel. 095.509615) è stato bombardato nelle ultime ore
dalle telefonate dei fan, che chiedevano notizie su una presunta indisponibilità
di biglietti. In realtà Giuseppe Rapisarda, organizzatore della data siciliana,
ribadisce che «al momento sono stati suddivisi in tutte le prevendite quasi
17.000 tagliandi». Le uniche difficoltà sono legate in queste ore soltanto alla
disponibilità dei «posti numerati» della tribuna coperta dell'ex Cibali, che in
questo momento possono essere comprati in alcune prevendite; tra queste a
Catania da Box Office (095.7225340) e da Primafila (095.7151740) ed a Palermo da
Box Office presso Ricordi Mediastore (091.335566), Ellepì Dischi (091.323084),
Dischery (091.205808) e Master Dischi (091.323151). Il costo dei biglietti per
il concerto di Catania è di euro 57,50 (diritti inclusi) per la tribuna numerata
coperta e di euro 28,80 (diritti inclusi) per il posto unico (tribuna B e
curve).
(Il Resto del Carlino 12 Giugno)
Claudio Baglioni incontra gli studenti
Sabato allo stadio l'atteso concerto
ANCONA — Claudio Baglioni incontra gli studenti universitari di Ancona. Questo
pomeriggio (ore 15.30) il cantautore sarà infatti nell'aula magna della Facoltà
di Ingegneria a Brecce Bianche. L'occasione è offerta dal meeting promosso dalle
associazioni studentesche «Università Europa» e «Darwin», e darà, attraverso le
parole di Baglioni, la visione di una vita trascorsa a raccontare i tempi che
hanno scandito tre generazioni dell'Italia, fino ad arrivare all'ultimo lavoro
uscito il 23 maggio dove «è il cuore più che la testa a tenere il timone». Si
parlerà ovviamente anche del tour che il cantante ha deciso di far partire
proprio da Ancona. Il grande show, organizzato su iniziativa
dell'Amministrazione comunale in collaborazione con Capitanicoraggiosi e Anno
Zero, è in programma sabato sera allo stadio «Del Conero». Sono disponibili
ancora i biglietti, in vendita al T.box, presso il Palarossini (tel.
071/2901224) e nelle abituali prevendite.
(Corriere Adriatico 11 Giugno)
L'uomo della storia accanto
QUESTIONE di ore ormai e sabato sarà svelato il contenuto dello stadio. Una
specie di bunker che contiene i segreti del concerto-evento di quest'estate: la
prima tappa nazionale del mini-tour di Claudio Baglioni. Solo otto tappe per
otto concerti in esclusiva. Un canovaccio per tutti e la voglia di inventarsi ad
ogni tappa. Un concerto ispirato da una Musa, o meglio dalle Muse, perchè
proprio a gennaio quando il cantautore è stato il primo artista ad inaugurare il
ritrovato Massimo di Ancona che ha iniziato a prendere corpo questa nuova
avventura. Il ricordo di quella serata è ancora nitido come lo sguardo delle
migliaia di persone che avevano riempito il Teatro.
"A come Ancona", aveva detto all'inzio di quel concerto. Un vaticinio diciamo
oggi, dopo che la squadra dorica ha conquistato la massima divisione. "Ancona mi
portafortuna", mi aveva confidato. E la fortuna è andata in osmosi.
E' più che un rapporto affettivo. Se Claudio Baglioni riparte da Ancona un
motivo c'è. Da qui ha chiuso l'avventura dei concerti minimali e torna al live.
"In fondo sapevamo che si sarebbe creata una specie di staffetta" tra quel
concerto e la mini maratona estiva.
C'è frenesia intorno a lui. C'è preoccupazione sul suo volto. Mantiene la sua
cordialità, anche se non ha voglia di parlare. Ormai è risaputa la sua fama di
essere un "perfezionista al limite del sopportabile", come lo definiscono i suoi
collaboratori più intimi. E per uno che non vuole lasciare nulla al caso questo
tour è una vera e propria scommessa, in quanto sarà lasciato spazio anche
all'improvvisazione. Una scommessa, come dice lui, con se stesso, con le sue
paure.
Ma, intanto, vanno avanti le prove. Si inizia la mattina, breve sosta per il
pranzo e ancora prove, in attesa che lo stadio s'illumini e sprigioni tutta la
sua forza, tutto l'impatto che solo i grandi numeri possono dare.
Un evento esclusivo presentato in un momento in cui il cantante ha ripreso il
suo cammino artistico con l'uscita del suo Cd "Sono io l'uomo della storia
accanto".
Ed è così che dopo cinque anni Claudio Baglioni torna nei grandi stadi con un
tour singolare: 8 spettacoli, ognuno dei quali un pezzo unico "per sorprendersi
e sorprendere gli altri". I concerti si differenzieranno, infatti, per ospiti,
impianti scenografici e quadri luci.
Danze, arti figurative e discipline circensi saranno alcuni degli elementi che
caratterizzeranno ciascun spettacolo. Lo spazio scenico sarà dilatato per quasi
tutta la dimensione del campo da gioco, permettendo cambiamenti da concerto in
concerto, compresa la scaletta, per un'esperienza assolutamente unica.
Il progetto del nuovo tour è stato ideato dallo stesso Baglioni con il regista
Pepi Morgia ed il coreografo Luca Tommassini. "Gli elementi di singolarità si
aggiungono per dei pensieri che sto portando avanti da 10/15 anni, ma lo
spettacolo resta fondamentalmente la musica", dice Baglioni.
Dal nuovo album "Sono io, l'uomo della storia accanto", uscito a maggio, suonerà
solo 5 o 6 brani. Top secret ancora la scaletta, ma non potranno mancare i
"ritagli" musicali più importanti della trentennale carriera del "padre" di
"Questo piccolo grande amore": brani del passato "remoto" con arrangiamenti
originali, oggi "vintage". E in un corale abbraccio di color arancione in tanti
saranno lì a cantare le sue canzoni, magari mano nella mano con il "vicino del
posto accanto".
(Corriere Adriatico 11 Giugno)
Nato a Roma il 16 maggio del 1951 nel quartiere di Montesacro scopre
giovanissimo la musica
La chitarra per raccontare storie
d'amore
LE CANZONI di Claudio Baglioni sono inconfondibili. Il climax viene raggiunto
con un'accurata progressione di note. Non è uno di quei tipici "crescendo"
arrabbiati e disperati, ma la vibrazione profonda ed istintiva da sembrare
connaturata con il personaggio. Se la voce è roca l'artista è comunque educa«ato,
romantico all'ennesima potenza, abile nel costruire strofe d'amore che
raccontano la realtà così come dovrebbe essere, certo non com'è. In
un'intervista del 1982 dice: "In tutti questi anni molte persone si sono prese
la briga di trovare delle etichette per le mie canzoni: c'è chi le ha chiamate
facili, difficili, altri ermetiche, intimiste, commerciali, qualunque cosa siano
in realtà, io so soltanto che sono spontanee, che vengono da quello che ho visto
con questi occhi e da quello che ho sentito con questo cuore". Sono le parole
semplici, ma accuratamente incastonate in uno slargo melodrammatico, in
un'apertura di note che rendono celebri ed indimenticabili alcune delle sue
canzoni come Sabato pomeriggio o Questo piccolo grande amore. Il segreto del
successo di Baglioni, del resto è proprio questo: riuscire a rendere accettabile
le esigenze e le piccole proteste giovanili in nome di un pacifismo
interclassista e, soprattutto, intergenerazionale, con una musicalità vincente
che sa citare con abilità il folck anglosassone, la tradizione melodica della
scuola di Genova e il melodramma ottocentesco.
Claudio Baglioni nasce il 6 maggio 1951 a Roma, nel quartiere Montesacro: la
madre Silvia fa la casalinga, il padre Riccardo è un ex contadino arruolato nei
carabinieri e arrivato al grado di maresciallo. L'adolescenza trascorre tra
Montesacro e Centocelle, tra dignitose ristrettezze economiche. La musica si
presenta sotto forma di una chitarra regalata da uno zio di Claudio
quattordicenne: è il 1965 e a Roma si stava scoprendo città del beat con
l'apertura del Piper. I Rokes furoreggiavano con le loro canzoni. Tutti i
ragazzi volevano una chitarra, tutti i ragazzi portavano i capelli lunghi.
Claudio alternava la chitarra al pianoforte: il beat non lo interessava. Il suo
animo batteva per ritmi romantici. Bravissimo a scuola, termina con il massimo
dei voti Ragioneria con l'intento di iscriversi ad Architettura. Ma, intanto,
cresceva la voglia di musica. Ora, nel 2003, la prossima tappa non sarà una
canzone, ma la laurea in Architettura. STEFANO FABRIZI
(Corriere Adriatico 11 Giugno)
Cristiana Borghi è una fan appassionata, che si fa anche 50 tappe a tour
"E' come una droga, la Baglionina"
PER Cristiana Borghi è una passione profonda, di quelle vere, di quelle che ti
danno la carica, la forza per sobbarcarti migliaia di chilometri in un giorno e
accaparrarti i posti in prima fila, passando magari tutta la notte davanti alla
biglietteria del teatro o dello stadio. Con qualunque tempo, in qualunque
stagione.
"Io la chiamo la Baglionina, una specie di droga come la cocaina - dice
Cristiana guardandoti con la suo sguardo azzurro e scanzonato - è una passione
che ti prende dentro, e un po' come andare sul Tibet. Ma è anche un gioco. Siamo
un gruppo di matte che ci teniamo in contatto e partiamo alla conquista del
nostro idolo. E' un qualcosa che ti fa sentire viva".
Da quando è iniziato tutto questo?
"Da tanto tempo. Le prime canzoni mi hanno colpito quando avevo 15 anni, E'
stato un crescere insieme a Claudio. Ho comprato tutti i dischi, le cassette, ho
una collezione invidiabile. A dire la verità i primi anni non mi piaceva tanto,
poi ho cominciato a scoprire nei suoi testi le cose che avevo dentro e che non
sapevo esrimere. Lui le cantava".
Ma la follia vera e propria quando è esplosa?
"Guarda, mi ricordo anche il giorno, era il 21 marzo del '92, ero a Roma e
assistevo a "Oltre il concerto". Da allora sono diventata una "globe trotter" di
Baglioni. Lo seguo in tutta Italia. Viaggio con due amiche, una di Carrara e una
di Firenze che ho conosciuto in tour. Spesso ci facciamo 40, 50 tappe dello
stesso tour... Una volta è capitato che ci ha fermato la Finanza, perché essendo
sciopero dei benzinai viaggiavano con due taniche di benzina. Per fortuna è
andata bene, non ci hanno arrestato."
Con lui parlate spesso?
Certo, lui è carinissimo, è una persona disponibilissima, aperta. Ormai ci
accoglie come delle amiche, sa che siamo inoffensive e ogni volta ci facciamo
quattro chiacchiere dopo i concerti, senza essere troppo invadenti".
Ma questi fan come sono?
"Sono di tutte le età, uomini e donne, mamme che si portavano dietro le figlie e
che ora vengono trascinate dalle figlie diventate ormai grandi e pazze di
Claudio. L'età media? Intorno ai trenta, ma ci sono anche i giovanissimi"
Baglioni nel corso di questi anni è cambiato, lo preferivi primi o adesso?
"Claudio è sempre lui. Io apprezzo la sua versatilità. L'album prima di questo
era complesso, adatto a un pubblico attento. L'ultimo Cd è più accessibile, però
va osservato con attenzione, può essere letto a più livelli.
E che mi dici di questo nuovo look che ha adottato e che fa discutere?
"Io vado oltre, non mi interessa come è. Ma quello che canta".
Ti piace più la dimensione intimista o i grandi spazi?
"Io preferisco ascoltarlo in teatro, mi piace vederlo cantare da solo, lo sento
più vicino. Poi sai, dopo tanti anni riesco a cogliere tutte le sfumature".
Ma ascolti solo Baglioni?
"No, ascolto tanta musica; soprattutto quella italiana. Ma alla fine diciamolo,
Claudio è Claudio".
MARINA ROSCANI
(Corriere Adriatico 11 Giugno)
Sono ventimila in tutta Italia gli aficionados del cantautore. Un uomo, un
artista che ha sedotto tre generazioni con la sua musica
Sono tanti i fan anconetani. Lo seguono da anni e qualcuno ascolta soltanto la
sua musica
"Claudio è nato per cantare le canzoni
d'amore"
SONO ventimila in tutta Italia i fan di Claudio Baglioni. Un uomo, un artista
che ha sedotto tre generazioni con le sua poesia e la sua musica. E un carisma
che una volta che ti "acchiappa" è per tutta la vita.
Ce lo raccontano anche i fan anconetani che stanno vivendo questi giorni di
vigilia come una specie di sogno. Con Claudio sempre qui a portata di mano, che
gira per la città, che va allo stadio a vedere l'Ancona, e le ha portato pure
fortuna. E adesso che il 14 è a un soffio sta al Del Conero a seguire il
montaggio del megapalco da 2000 metri quadrati, dove si consumerà l'evento.
"Io lo seguo da 11 anni - dice Danilo - e viene con me anche la mia ragazza
Manuela. Giro l'Italia per seguirlo nei suoi concerti. Nell'ultimo alle Muse ero
tra i 14 che all'1 di notte era davanti alla biglietteria per prendere i posti
migliori".
E Manuela telefona a posta in redazione, per puntualizzare che è vero che Danilo
l'ha iniziata al culto di Baglioni, ma quella che "rischia la vita" e aspetta le
ore per vedere il loro idolo è lei, e non Danilo. E poi ci confessa che gli
piace anche perché è un uomo bellissimo, "che riesce a dare sensazioni forti, e
a raccontare la vita vera, come quella che viviamo tutti noi. Racconta momenti
ed emozioni e te le fa materializzare davanti".
E torniamo a Danilo, come è nata questa passione?
"Ho cominciato ad ascoltare i suoi dischi, a vederlo dal vivo. Mi ha
conquistato. Nel '95 è tornato alla grande dopo 5 anni di silenzio con "Io sono
qui". E si è dimostrato ancora una volta all'altezza. Per me definirlo
cantautore è riduttivo, lui è un poeta. In quest'ultimo cd è tornato il
"vecchio" Baglioni, quello delle canzoni d'amore. E il vero Claudio è questo.
Dolce, romantico".
Lui è cambiato in questi anni, hai apprezzato questi mutamenti?
"Ti rispondo con quello che ha detto Claudio durante un'intervista. E cioè che
il movimento della musica in Italia va avanti per forza d'inerzia, e che lui
invece ha sempre cercato di dare alla gente quello che si aspetta da lui, di
capire quello che il suo pubblico desidera ascoltare".
Che musica ti piace?
"Ascolto solo lui"
E anche Luana non ha pudori a raccontare la sua passione.
"Lo seguo dal '95, siamo un bel gruppo e ci troviamo nelle varie città d'Italia
per i suoi concerti. Una volta sono andata con Cristiana Borghi a parlagli in
camerino. Mi ha colpito la sua sensibilità, la grinta. E' un uomo di classe. E
poi è fatto apposta per cantare l'amore. Ha una grande energia nel trasmettere
le sensazioni". M. R.
(Corriere Adriatico 11 Giugno)
Nessuna è voluta mancare all'appuntamento con l'artista. Ricordi in più da
conservare
Quel giorno al Corriere, che emozione!
C'È gente che può permettersi di fare un ritardo di un paio d'ore senza
incorrere nell'ira funesta delle donne.
Claudio Baglioni potrebbe tardare di mezza giornata e le sue ammiratrici non
batterebbero ciglio. E infatti erano tutte lì, al Corriere Adriatico, già alle
due del pomeriggio. Hanno fatto di tutto per esserci, tempestato di telefonate
Radio Arancia, saccheggiato edicole a caccia del giornale per ritagliare i
magici tagliandi, biglietto d'ingresso per un pomeriggio intero con il loro
Claudio. Poi, hanno sistemato mariti e figli, qualcuna si è tirata dietro la
bimba piccola, tranquilla e abituata alle piccole follie di mamma, quando c'è
nei paraggi Baglioni.
Fans tanto accanite non si formalizzano mica per due ore di attesa, momenti da
vivere tra amiche con l'emozione, i ricordi, le risate.
Raccontano di raduni nazionali, di incontri con Claudio un po' ovunque in
Italia, di concerti in giro per le città, di canzoni che hanno accompagnato la
loro vita.
Preparano macchine fotografiche e telecamere, non vogliono perdere nemmeno un
attimo della magia che Claudio si porta dietro. E quando lui arriva, bello come
il sole, in bianco candido e il sorriso tenero di chi chiede scusa, si sciolgono
letteralmente ma senza isterismi, composte e sorridenti come se vedessero un
amico carissimo.
E loro, le fan professioniste, tirano fuori i bigliettini con le domande. Gli
chiedono di tutto, dal suo rapporto con Dio passando per i rimpianti e i
rimorsi, fino al nuovo disco, alla musica di ieri, ai progetti per domani.
Qualcuno azzarda pure qualche questione personale, storie di divorzi e di figli
lontani.
Claudio non si sottrae, scherza e sbuffa fingendo un imbarazzo che non gli
appartiene, abituato com'è a raccontarsi, in musica, da sempre. Parla della sua
vita, dei sensi di colpa grandi come palazzi, di un figlio cresciuto con la
madre, una piccola assenza che gli pesa.
E poi il nuovo disco, un ritorno al ritmo e alle emozioni di una volta, il
concerto che prende i colori della città, gli artisti, i ballerini, i volti
delle Marche.
E Ancona che porta fortuna, sono partiti da qui tanti tour sempre alla grande.
In un angolo il regista dello spettacolo e amico da una vita, Pepi Morgia,
vestito di bianco anche lui, capita tra persone che hanno un'intesa perfetta.
Quando arriva la splendida Rossella, le amiche di Claudio hanno un brivido di
gelosia. Qualcuna azzarda a dire che magari non è tanto bella come sembra da
lontano. Lei resta, discreta, in disparte, tra gli amici. Finite le domande è il
momento dell'affetto, dell'abbraccio attorno al tavolo, dell'ultima foto, un
autografo, una stretta di mano ancora.
Non vorrebbero più mandarlo via ma tanto, "strada facendo", troveranno ancora il
modo per dirgli quanto lo amano, c'è da scommetterci. ANGELICA MALVATANI
(Corriere Adriatico 11 Giugno)
I ricordi, il passato, il futuro, le emozioni. Li ha portati con sé ad Ancona
Inguaribile venditore di sogni Sabato troverete in edicola con il Corriere: il
poster di Claudio con dedica ai nostri lettori
Carismatico ed elegante. Così si
appresta a salire sul palco
INTRAPRENDENTE venditore di sogni. Nella valigia Claudio Baglioni non è si
dimenticato nulla. I ricordi, il passato, il futuro, le emozioni. Li ha portati
con se ad Ancona. E li userà tutti per comporre il paradiso di note da
"lanciare" il 14 giugno dallo stadio Del Conero. Melodico e sentimentale. Un
impeto nobile e raffinato. Carismatico ed elegante. Così si appresta a salire
sul palco del tour, ormai alle porte nella "prima" organizzata su iniziativa del
Comune in collaborazione con le società Capitanicoraggiosi ed Anno Zero. Qui
lascerà il suo primo "segno". Otto in tutta Italia (tra cui San Siro e
l'Olimpico).
L'impronta di quella musica popolare che irrompe impetuosa come un fiume nelle
grandi arene all'aperto. A cui ben ci aveva abituato nel 1998: avvolto nella
patina di luci, colori e magie che tengono abitualmente il confine tra palco e
realtà negli spettacoli del nostro.
E riecheggeranno ancora per molto le parole d'amore per la dorica. Vere
dichiarazioni. Sincere. Per la città e per il suo mare. Artefice di ricordi
concreti e di voli pindarici nei "lussuosi" sobborghi della mente. E poi
l'equilibrio. Un elemento che lo lega a questi posti. Alle Marche.
Perché "è una regione che mette a tuo agio e trasmette serenità; la gente:
interessata, attenta, appassionata, colta; il mare, che è sempre stato una
formidabile fonte di ispirazione ed anche un punto di riferimento fondamentale.
E poi c'è anche un pizzico di scaramanzia: cominciare da qui porta bene".
E dopo Renato Zero, ospite al Del Conero un anno fa, ora tocca all'irriducibile
Baglioni conquistarsi un pezzetto di "eden" anconetano. Niente di meglio che il
cantautore dell'amore.
Ed uno stratosferico spettacolo che vanta l'incursione nel cast di giovani
artisti locali e la scenografia arricchita dagli accademisti marchigiani delle
Belle Arti.
Un soggiorno animato dai colori del Monte Conero, cui amante indiscusso, ed una
scintilla d'amore che è scoccata trenta anni fa quando, ancora sconosciuto,
partecipò ad una importante trasmissione televisiva dell'epoca in diretta da
Ancona. E' cresciuto l'artista, l'uomo. Ma la semplicità è quella di sempre.
Vero. Gentile, così come sul palco. Che ha una parola per tutti. Ironico.
Divertente. E sta trascorrendo così, tra impegni e leggeri relax, la permanenza
nel capoluogo.
Con i collaboratori più stretti, le inseparabili guardie del corpo, Fabio ed
Alessandro, e la compagna Rossella. Perlopiù "segregato" nei "bunker"
stadio-palazzetto.
Dunque le cene: unico momento di vera quiete. Al catering o nei ristoranti della
zona. Discorsi accomunati dalla scelta del "dio" bacco per accompagnare la carne
marchigiana agli ancora immimenti progetti futuri. E poi l'assalto. Flash,
autografi a fans: imperterrite ma discrete.
E con la stessa piacevolezza risponde il "mito" Claudio, disponibile ed affabile
nonostante i "riti" trentennali e le tre lunghe ore di lavoro sulle spalle.
Inevitabile vita di un "attore e spettatore". ERIKA BARBACELLI
(Rockol 10 Giugno)
Vuoi fare una domanda a Claudio
Baglioni? Scrivi a Rockol
Rockol vi offre la possibilità di porre una domanda a Claudio Baglioni,
cantautore romano recentemente tornato alla ribalta con l'album "Sono io l'uomo
della storia accanto" (vedi News): l'artista, infatti, parteciperà
all'iniziativa organizzata da "ViviMilano", supplemento settimanale del
"Corriere della Sera", che permette ai big della musica italiana di incontrare i
loro fan. Al rendez-vous con Baglioni, programmato per il prossimo 16 giugno,
sarà possibile partecipare contattando il recapito telefonico che sarà
pubblicato sul numero di "ViviMilano" in edicola non domani ma giovedì 12 giugno
a causa dello sciopero dei giornalisti, oltre che sul sito
http://vivimilano.corriere.it.
Rockol collabora all'iniziativa dando ai propri lettori, soprattutto a quelli
che abitano lontano dal capoluogo lombardo, l'opportunità di partecipare
virtualmente all'appuntamento con Claudio: è sufficiente inviare la propria
domana all'indirizzo
claudio@rockol.it
senza dimenticare di specificare nome, cognome, età e città di residenza. La
redazione di Rockol selezionerà le dieci domande più curiose, interessanti e
bizzarre, fornendole poi al conduttore del "Faccia a faccia", che le rivolgerà
direttamente al cantante. Rockol, successivamente, pubblicherà i nomi degli
autori delle domande e le risposte di Baglioni.
(Da Capital di giugno, ci sono anche delle foto)
Claudio Baglioni indimenticabili anni 70
Faccia a Faccia Claudio Baglioni Erri de
Luca
Il cantautore di Questo Piccolo Grande Amore e l'operaio rivoluzionario che
studiava l'ebraico.
Uno riempie gli stadi, l'altro al massimo una stanza. Capital lo ha fatti
incontrare. Com'e' finita? La pop star cita i romanzi dello scrittore. Lo
scrittore canticchia i successi dalla pop star
Anni 70. Le canzoni, il cinema, la letteratura. Ma anche la maggioranza
silenziosa, l'uccisione di Aldo Moro, il movimento del sessantasette… Anni
lontani che sono prepotentemente tornati di moda. Anni in cui Claudio Baglioni,
cantava questo piccolo grande amore, una canzone diventata simbolo di quel
decennio, ed Erri de Luca, scrittore e giornalista napoletano, militava in Lotta
continua.
Qual'e' il primo ricordo di quel decennio?
Baglioni: Uno personalissimo, che segna ancora la mia vita: il passaggio da
persona ignota a persona nota, quando pensavo che non sarebbe piu' accaduto.
Avevo studiato da geometra, conquistando il diplomino, perche' nel quartiere
dove abitavo, Centocelle, non c'erano i licei. Avevo vissuto gli studi tecnici
come una vergogna e allora mi ero iscritto ad archiettura. Nel frattempo
scrivevo canzoni. Ma non accadeva niente. Il passaggio e' avvenuto dopo un
viaggio in Polonia, dove sono diventato famoso e anche ricco soltanto li,
perche' i soldi non si potevano portar via e, poi, non valevano niente.
Rientrato ho pensato che comunque non sarebbe stato il mio mestiere. Cosi'
decisi di scrivere le prime cose che mi venivano in mente e le consegnai alla
casa discografica, rassegnato al peggio. Invece, il disco ebbe successo. E
questo e' il ricordo personale. Poi c'e' l'ingresso alla facolta' di
architettura: con la sensazione di aver capito, allora, poco e di rimpiangere,
oggi, quello che non ho capito e anche quello che ho capito.
De Luca: Intanto vorre stabilire una scala di proporzioni. Da una parte c'e' un
uomo che con il suo lavoro riempie gli stadi; dall'altra ce n'e' uno che riempie
si e no una stanza. Una gran parte delle persone di quegli stadi conosce a
memoria le sue canzoni; fra le persone che riempiono la stanza, se qualcuno si
ricorda un titolo e' gia' grasso che cola. Allora diciamo che questo e' un
faccia a faccia tra un capodoglio e un alice. Appianiamo il dislivello per
comodita'. Forse ho un pelo di mesi in piu' di lui. Sono andato via di casa nel
sessantotto, a 18 anni, sono finito a Roma dove fino al 1980, cioe' per tutto il
decennio settanta, ho fatto parte della sinistra rivoluzionaria. Sono stato
anzi, per molto tempo, un rivoluzionario di professione in quanto la mia
organizzazione, Lotta Continua, mi sosteneva perche' fossi militante a tempo
pieno. Il primo ricordo che ho degli anni 70 e' un ricordo di scontri dentro i
quartieri: scontri con la polizia, connotati dall'odore dei gas lacrimogeni. E
confortato dal lancio, dalle case, dei limoni che servivano a non lacrimare.
Oggi si ti spermi un limone in un occhio lacrimi. Era il mondo alla rovescia.
Un ricordo lieve c'e'?
De Luca: Quella gioventu' della quale ho fatto parte non era lieve per niente:
La musica veniva utilizzata per marciare, per cambiare i connotati: non erano
piu' canzoni d'amore, diventavano canzoni che si occupavano di lotta:
All'improvviso arrivavano dall'America quelle di Bob Dylan: uno poteva cantare
Times are a changing e trasformarla in una macchina di movimento politico.
Baglioni: Nel Settanta, la canzone, che per molti anni era stata una sorta di
serenata, registra, curiosamente, un'esplosione di motivi, come si diceva
allora, di evasione. Fino al sessantasette-sessantotto ho scritto molte canzoni
che non sono state pubblicate, e molte non sono neppure passate alla radio,
perche' sembravano politiche (sorride). Non lo erano neanche molto; ma, se non
altro, non parlavano d'amore. C'era questa distinzione fatta con il taglione
(ride): o era bianco o era nero.
Come comincia la tua storia musicale post adolescenziale?
Baglioni: Con una canzone che si sviluppa in una manifestazioni di piazza e che
i miei discografici di allora hanno sempre ignorato (non avevo alcun potere: ero
gia' felice di incidere dei dischi). Mi dicevano: " Non abbiamo piu' cantautori
sentimentali, perche' dobbiamo partire con questa cosa?". Mi sono portato per
almeno 10 anni sulle spalle questa storia: potevo scrivere qualsiasi canzone,
restavo uno che scriveva quelle cose li'. L'ambiente era reazionario: bisognava
essere allineati, altrimenti si subiva un ostracismo pesantissimo. Negli anni 80
s'e' un po' voltato pagina. Ma e' vero: esisteva una canzone militante e
contemporaneamente ne esisteva una che… smilitava.
De Luca: L'Italia era divisa in due, non in tre, non in quattro. Tutto era
radicalizzato. Insieme al sentimento delle canzoni d'amore c'era il sentimento
dell'odio, che ho conosciuto, in quegli anni. Non tanto perche' lo provassi io
che, pue essendo meridionale, ero di scarso temperamento sentimentale. Ma ho
percepito quello degli altri. La gioventu' di cui ho fatto parte era odiata; e'
stata anche la piu' carcerata della storia d'Italia, ma era avversata in maniera
molto sentimentale. Quell'odio stava a bilancia anche delle canzoni d'amore…
alcune strofe delle tue canzoni mi sono rimaste in testa, intatte. Per i libri
e' diverso…
Diverso come? E perche'?
De Luca:E' completamente il contrario. Nella letteratura, quello che ti stai
leggendo, si mischia alla tua vita. E poi diventa un'altra cosa: un'elaborazione
mista fra il lettore e il libro. Io leggevo La montagna incantata, per esempio,
quando andavo in fabbrica al primo turno: stavo su un autobus alle 5 di mattina
e mi scippavo dalla giornata quella mezzora di lettura del romanzo di Thomas
Mann. E' chiaro che, fatta in quel punto, si metabolizzava, diventava tutt'altro:
si mischiava con la mia storia. Le canzoni no: le canzoni rimangono una pietra
dura che non si sgretola nel tempo e ti permette di riacciuffare la prima luce.
Baglioni: Dev'essere per la forma: che la canzone sia brave: ho confessato a
erri che sono in soggezione nei suoi confronti e nei confronti di chi ah il dono
della scrittura, perche' so di avere come mezzo una materia piu' povera, che e
poi la congiunzione di molti elementi: la parte musicale, quella cosiddetta
letteraria, l'arrangiamento, la maniera di dire le cose, di cantarle, la
vocalita'…Tutti coloro che hanno detto che le parole delle canzoni sono
assimilabili alla poesia, hanno fatto un paragone frettoloso. Anche se la
canzone ha un potere fulminante. Mi ricordo quando ho cominciato avevo 17 anni e
una sera ho incontrato Giuseppe Berto, mi sono avvicinato e lui i ha detto: "Lei
non si rende conto di quale potere sconfinato ha in mano, perche' le canzoni,
anche banali, piccole, stupide, riescono a colpire il cuore e la mente per anni
e anni".
Degli anni 70, che cosa resta nel cinema, nella letteratura…
De Luca: Ricordo l'arrivo del cinema americano: rovesciava il rapporto di forza,
e di soggezione, tra indiani e cow boy. I giusti erano quelli che le prendevano
dai bianchi. Il rovesciamento nasceva dalle lotte dei negri americani di quegli
anni. In letteratura c'era molta saggistica politica e poca narrativa: la
narrativa aveva poca presa.
Baglioni: Cominciai a leggere Jack Kerouac
De Luca: Sulla strada di Kerouac mi ha dato la spinta di andarmene di casa, l'ho
detto alla fine degli anni 70. Quel libro arrivava dentro un'adolescenza
blindata, chiusa. Dentro una citta' stretta come era Napoli allora, arrivava
un'aria di maestrale dall'ovest. Le buone letture le ho fatte fino al
sessantotto, ecco, fino a che sono rimasto a casa mia dove potevo disporre delle
biblioteca di mio padre. Dopo, le letture che facevo erano tutte politiche. Ho
ripreso a leggere narrativa quando ho cominciato a fare l'operaio, nella seconda
meta' degli anni 70.
Nella musica cosa e' accaduto?
Baglioni: Mi sembra che quegli anni abbiano raccolto quanto era accaduto prima,
come se fosse germinato quello che aveva sognato la meta' degli anni 60. Neppure
in altri campi ho memoria di cose cosi' incredibili, cosi' monumentali. Non mi
ricordo film straordinari.
De Luca: Dersu Uzala
Baglioni: Si, quello forse si.
De Luca: Di… il giapponese…come si chiama?…
Baglioni: Kurosawa.
De Luca: Era bello perche' era stato girato all'aria aperta; invece noi stavamo
dentro la citta', stavamo chiusi…
Vi vengono in mente personaggi consegnati alla storia?
De Luca: Nel disastro, sicuramente il presidente della democrazia cristiana Aldo
Moro e' uscito dalla cronaca, suo malgrado, ed 'e' stato consegnato alla storia.
E la moda?
Baglioni: Mi ricordo questo particolare: pensare di essere messi bene; andare in
quartieri di persone benestanti e trovare che vestivano da rivoluzionari; mentre
noi, che avremmo voluto essere rivoluzionari, mettevamo la cravatta, perche'
pensavamo che ci consentisse di aspirare a una vita migliore. L'altra immagine
che ho dell'inizio degli anni 70 e' l'ingresso alla facolta' di architettura a
Valle Giulia (ho appena ripreso gli studi, sono tornato in facolta'), le
manifestazioni,a cui partecipavo sempre con una remora che non ho mai
confessato: mio padre era maresciallo dei carabinieri e mi aveva raccontato di
quando gli era capitato di andare in servizio a controllare contestazioni di
popolino. Quando vedevo i celerini che caricavano o menavano oppure prendevano
insulti, sputi, immaginavo mio padre, 15 o 20 anni prima, in quella situazione.
Questo mi ha sempre bloccato: mi sarebbe piaciuto essere tutt'e due le parti per
tenatre un dialogo. Una volta ho presieduto un'assemblea dove si contrapponevano
maoisti e missini, con un amico, ho cercato di realizzare una conversazione fra
tutti, ma usciti dalla scuola siamo stati insultati dagli uni e picchiati dagli
altri
De Luca: Questo conferma che non c'era spazio tra le trincee: c'era un capo
vuoto. Tu hai amato tuo padre?
Baglioni: Avevo questo padre che e' stato addirittura monarchico. Mi raccontava
di non so quale piccolo privilegio il Re avesse concesso…cosa per la quale era
rimasto legato alla sua figura. Il mio limite era di vederlo l'altra parte:
questo mi paralizzava.
Cosa sopravvive di quella rabbia?
De Luca: Non so. Oggi vado alle manifestazioni pacifiste, ma non sono pacifista.
Allora ammettevo il diritto alla guerra di liberazione del Vietnam, delle
colonie, dell'angola… Quindi non mi posso permettere di essere pacifista. E non
lo sono. Sono stato contro la guerra all'Iraq, che ha semplicemente inaugurato
una serie di TV. La rabbia ha a che vedere con una energia della gioventu'
Baglioni: Richiede molta energia, almeno per esser mostrata. Poi si puo' essere
arrabbiati sempre. Ma, su quelli della nostra generazione, un po' a tutti, e'
passato sopra qualcosa che come un ferro da stiro ha tirato vie le pieghe.
Ha rabbia chi ha veramente bisogno, chi ha fame, chi ha ste. Noi… abbiamo
qualche motivo in meno per essere arrabbiati. O forse ne abbiamo talmente tanti,
molto confusi, che non e' facile individuare bersagli.
De Luca: Io sono stato piallato, sono liscio. Non attecchisce piu' l'ira di quei
giorni: parliamo di anni, ma erano giorni; una quantita' infinita di giorni, uno
dietro l'altro, con quella temperatura addosso. Quella rabbia li non solo non ce
l'ho piu', non la voglio nemmeno risentire. E non c'e' nessuna canzone che me la
ricorda.
Esistono immagini che dovrebbero stimolare l'ira?
De Luca: Esistono, esistono. E la stimolano. La maggioranza pacifista e' stata
piu' ostile alla guerra in Iraq che pacifista d'animo; e' stata molto piu'
antiguerra che propace. Argomenti e immagini ce ne sono tantissimi. Ma i
sentimenti che mi hanno riguardato appartengono ai settanta: e' un pelo che non
si ristabilisce, passata la pialla.
Baglioni: C'e'e stata una sorta d'intesa silenziosa, da parte di tanti, per
buttarli via, per rimuoverli. Nel 1967 ho condotto su raidue con Fabio Fazio
Anima mia che rievocava gli anni 70. A parte una capatina degli Intillimani, che
erano di nuovo in Italia, parlava soltanto…
De Luca: L'ho visto, mi e' piaciuto
Baglioni: Parlava soltanto della TV, dei giovani cresciuti con la prima Tv,
della nostalgia: come eravamo buffi; qualche ghigno; qualche presa in giro… Era
lontano il dato rabbioso. Ho avuto la sensazione che anche alcuni protagonisti,
veri o presunti, abbiano girato l'interruttore
De Luca: be', quelli che oggi hanno voce, riciclati come personale dirigente di
questo Paese, certamente hanno dovuto dimostrare il contrario di se stessi in
quegli anni. Hanno dovuto farlo con una cancellazione completa della loro
ragione sociale. Ma il resto dell' Italia non parla dei settanta; li salta e
tace. Si ricordano bene gli anni 60.
Affinita' fra i giovani di oggi e i giovani di allora?
De Luca: Questa gioventu' si interessa prima del mondo, poi di che fine ha fatto
l'Italia, poi di se stessa. Si sono accorti che il mondo sta andando verso uno
sfruttamento catastrofico delle sue risorse e cercano di mettere freni. Noi
eravamo diversi: volevamo accellerare la corsa.
Ma il punto di partenza e' lo stesso?
De Luca: E' lo stesso. Il mondo e' il punto di partenza della propria
collocazione e della propria riflessione: adesso con piu' urgenza, con piu'
acqua alla gola, perche' la gioventu' avverte che si sta consumando un bene
comune.
Baglioni: Che si sta andando verso l'asfissia.
De Luca: Che si sta bruciando ossigeno. "Un altro mondo e' possibile", dicono
questi qui. Io non lo so se e' possibile un altro mondo, ma certo questo e'
impossibile.
Baglioni: Nessuno di noi ha capito bene dove sta andando tutta la baracca. Per
la prima volta credo che non ci sia un progetto. E si cerca di frenare: come se
uno fosse in fondo al carro, avesse in mano l'asta del freno e la usasse per
andare meno velocemente verso il burrone.L.V.
(Corriere Adriatico 9 Giugno)
Sono proseguiti anche ieri i lavori per allestire lo show di Baglioni
Sarà uno stadio arancione
Inizia a prendere corpo il megapalco dove si esibirà il cantautore
ANCONA - Prosegue anche di domenica il lavoro per allestire il mega spettacolo
di Claudio Baglioni. Una puntata unica che si ripeterà per altre sette volte in
altrettante "prime". E' così che il cantautore romano, con la regia di Pepi
Morgia e coadiuvato dal coreografo Luca Tomassini, ha immaginato questo rientro
per il suo pubblico: grandi spazi dove allestire una scenografia maestosa, ma al
contempo semplice, d'impatto, ma fruibile. Soprattutto di valore artistico visto
il coinvolgimento delle Accademie di Belle Arti (per le Marche, quella di
Macerata). Poche le notizie che trapelano dagli interessati. Parole
centellinate, sguardi vaghi anche se accompagnati da sorrisi.
Lo stadio Del Conero è ormai un cantiere. Oltre 100 tra tecnici e maestranze
sono all'opera per allestire un megapalco da 2.000 metri quadrati. Per il
concerto saranno accesi 500 punti luce e saranno in funzione 100 casse
acustiche. Numeri che danno già l'idea di quello che sarà l'evento di quest'estate.
Per Baglioni sicuramente è una nuova sfida dopo l'esperienza nei teatri. E ad
accompagnare questa avventura anche un nuovo Cd che ha già conquistato la testa
delle classifiche.
Un'altra particolarità sarà data dal colore predominante sia sul palco che sugli
spalti: l'arancione. Baglioni è legato a questa "cabala" cromatica che è andata
dal rosso al giallo al blu. Ora è la volta dell'arancione, colore predominante
della copertina dell'album e colore che i suoi fans hanno da subito adottato
lanciando, anche attraverso il nostro giornale, l'invito a tutti coloro che si
recheranno alla stadio ad avere con sè un elemento arancione. Se la richiesta
avrà successo è sicuro il grandioso effetto visivo che ne verrà fuori. E
conoscendo l'affetto con il quale i fedelissimi di Claudio lo seguono è da
giurarci che lo stadio Del Conero si vestirà interamente di arancio. E' anche
questa la forza del musicista che proprio dalle Marche, nel lontano 1971, ha
iniziato i suoi primi passi. STEFANO FABRIZI
(Corriere Adriatico 8 Giugno)
Posizionato al centro del terreno verde dello stadio Del Conero, il palco è
sovrastato da 350 luci motorizzate e 150 analogiche. La potenza delle 100 casse
acustiche viene fornita da 5 gruppi elettronici Montata la struttura da 2000
metri quadri
Il megapalco di Claudio
ANCONA - Primi "passi" di Claudio Baglioni sul palco dello stadio Del Conero di
Ancona, teatro del concerto che sabato 14 giugno darà il via al suo nuovo tour.
Un palco da "mille e una notte", che permetterà all'autore di "Sono io, l'uomo
della storia accanto" ed alla sua band di esprimere tutta la sua forza musicale.
Quasi 2.000 metri quadrati di estensione daranno la possibilità ai molti artisti
selezionati per l'evento di animare lo show live del cantautore romano, in cui
ritroveremo il meglio del suo intramontabile repertorio ed assaporeremo alcuni
passaggi del suo nuovo album.
Ma forse l'imponenza della struttura si percepisce osservando i suoi connotati.
Posizionato al centro del terreno verde dello stadio Del Conero, il palco è
sovrastato da 350 luci motorizzate e 150 analogiche. La potenza delle 100 casse
acustiche, misurata in 200.000 watt, viene fornita da 5 gruppi elettronici e la
loro posizione è distribuita in 10 torri che abbracciano lo stadio anconetano
nella sua totalità.
Per l'approntamento della struttura sono intervenuti oltre 100 allestitori
locali, impegnati per 15 giorni e che continuano la loro opera per dare la forma
definitiva, mentre per il trasporto sono stati utilizzati 20 bilici, uniti ai 3
pullman e 35 automobili.
Ricordiamo che sono ancora disponibili i biglietti per assistere al concerto. I
tagliandi relativi alla tribuna coperta (costo 46 euro ed ai restanti settori
(costo 28,80 euro).
Dunque si è messa in moto la mega macchina scenica che crea lo spazio dove si
consumerà l'evento, un evento atteso da giorni che promette sorprese e un
Baglioni che si fa ancora diverso da sé per il suo pubblico. Un pubblico he lo
segue da tre generazioni con un affetto immutato, e al quale il Claudio
nazionale ha saputo donare tante emozioni. Emozioni che si snodano negli anni,
legate ai momenti di vita di ognuno di noi. In tanti sono cresciuti con la sua
musica e Claudio e cresciuto e ogni volta ci ha raccontato un'altra storia.
Cambiando pelle per regalare sogni nuovi, nuove passioni.
Allo Stadio del Conero il gran debutto. Con lui un ospite d'eccezione, quell'Andrea
Bocelli applaudito dal pubblico di mezzo mondo e che sarà sul megapalco di
Claudio per tenere a battesimo questo nuovo viaggio del cantautore, che in
offrirà sette appuntamenti in tutta Italia, che saranno ogni volta dei pezzi
unici, delle "prime" a tutti gli effetti.
Intanto aspettiamo questo debutto anconetano, che vista l'imponenza del palco,
che sta prendendo forma al Del Conero, promette davvero meraviglie. E d'altra
parte Claudio Baglioni ci ha abituato a cose grandi e anche stavolta non ci
deluderà.
(Messaggero 7 giugno)
La giornata-tipo. Baglioni prepara il megaconcerto del 14 al Del Conero.
Prove su prove, niente è lasciato al caso
Il segreto di Claudio: orzo a
colazione
Una tazza di caffè al mattino, un bicchiere di vino a cena. E scopre i
“paccasassi"
Lo aspettano all'ingresso dell'albergo. Lo aspettano anche a notte fonda per
salutarlo, fargli i complimenti, chiedergli un autografo, i suoi fan. E lui,
Claudio Baglioni, non si nega mai. Ha sempre un sorriso, un gesto gentile e
affettuoso per tutti. Si ferma a scambiare due chiacchiere. Ma soprattutto
regala uno sguardo dritto negli occhi ad ognuno. A volte sorpreso, a volte
curioso e timido, ma mai di sfuggita. Ci tiene al contatto umano, Claudio
Baglioni. Ci tiene tanto che «questo - ha affermato più e più volte in questi
giorni il popolare cantautore, ad Ancona per preparare il primo di otto concerti
in giro per l'Italia - non sarà un vero e proprio tour. Sarà più una festa, una
possibilità per incontrare persone, conoscersi, condividere emozioni e idee,
momenti. Un'occasione anche per gustarsi e amare il percorso, le località».
Prima fra tutte, questa Ancona, dove inaugurerà il suo laboratorio d'arte
durante il plenilunio del 14 giugno, e che gli fa da casa da qualche settimana,
con le specialità gastronomiche, la rigogliosa natura del Conero e gli splendidi
tramonti che in questi giorni baciano la città. Ma non si lascia distrarre
Baglioni. Lettore onnivoro e curioso come è, non si è portato neanche un libro.
Sa di doversi concentrare nelle prove e preparare un grande momento per i fan
che lo raggiungeranno da tutto l'Adriatico. Per questo è attento a ogni aspetto
e meticoloso. Nulla deve essere “stonato". Ogni giorno si tuffa nel Palazzetto
per lavorare con i suoi musicisti, fare sopralluoghi al Del Conero e osservare
l'allestimento del palco o le coreografie che solleticheranno l'erba dello
Stadio, insieme alle installazioni di diversi artisti e alla sua musica nel
plenilunio di sabato prossimo. Sveglia intorno alle 10, una colazione varia in
cui non può mancare una tazza d'orzo bollente e poi, al lavoro. Prove tirate
fino alle 15 circa. Si stacca solo per mangiare al catering, il luogo e il
momento dove ci si ritrova tutti, dove Baglioni approfitta per scherzare con
quelli che ormai sono amici. Ci sono persone dell'entourage che lo seguono da
anni. Un primo e un contorno di verdure per restare leggeri, l'immancabile tazza
d'orzo e poi di nuovo a studiare la scenografia, la scaletta, le luci in serrate
riunioni insieme a Pepi Morgia, regista e amico sincero. Non ha ancora avuto il
tempo per farsi una bella nuotata. Ma per rilassarsi, si ferma a contemplarlo
quel mare, luogo quasi mitico di tante sue canzoni. Ci si immerge con gli occhi.
Dicono che gli piaccia soprattutto stare sott'acqua, calarsi ed estraniarsi in
quelle profondità e per un appassionato come lui, il fondale di Portonovo
riserverebbe mille stupori. È a cena (certo non ad orari proprio convenzionali,
per chi non è musicista) che, spenti i microfoni e chiuse le porte del
palazzetto, Baglioni si gode le chiacchiere con gli amici e il piacere del cibo
e del buon vino, seduto a tavola in ristoranti della zona. Basta un solo
bicchiere a fare buon sangue, specie se accompagnato dalle risate e dalle
riflessioni su argomenti che non siano il concerto. Tra i piatti gustati in
questi giorni, menzione speciale va agli "spaccasassi". Li ha assaggiati due
sere fa e gli sono piaciuti moltissimo. Queste giornate anconetane, hanno
regalato a Baglioni, appassionato tifoso della Roma, grandi emozioni sportive
durante la partita dell'Ancona contro il Venezia, sabato scorso. E tra una prova
e l'altra, ne ha approfittato per riabbracciare l'amico Gigi Simoni, alla
ripresa degli allenamenti in vista del match decisivo di stasera contro il
Livorno. I biglietti costano 46 euro (tribuna coperta) e 28 euro (gradinate e
curve). Info T.Box 071.2901224 di CLAUDIA GENTILI
Archivio:
Marzo/Aprile :: 6/22 Maggio :: 23 Maggio al 6 Giugno :: 17 Giugno al 28 Giugno :: 29 giugno al 16 Luglio