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14 Giugno Stadio del Conero Ancona...   (notizie principali)

"---quando si accese l'aria
di lampi e occhi in attesa
si fece grano al vento
tutta una distesa
di mani verso il cielo..."

(Corriere Adriatico 16 Giugno)
Una ricca antologia di trent'anni di carriera per il Re Mida della musica leggera italiana Sul palco con lui artisti di strada, pattinatori sbandieratori e quattrocento tra ballerini e figuranti
Numeri da circo e un concerto kolossal hanno infiammato il pubblico
La grande festa di Claudio


ANCONA - E' "tutto in abbraccio" lo show di Claudio Baglioni. Colossale prima nazionale decollata dallo Stadio Del Conero di Ancona (su iniziativa del Comune in collaborazione con le società Capitanicoraggiosi ed Anno Zero) e che vedrà altri otto episodi sparsi per l'Italia (tra cui Milano e Roma). Un'arena piena per il "divo" Claudio, elegante "cavaliere bianco e nero". Non un concerto, piuttosto una concertazione di elementi artistici di ispirazione "wagneriana" in cui si intrecciano e coesistono discipline differenti in un unico contesto. Un'alchimia pensata ed ideata dal Re Mida della pop music italiana ed il suo storico regista Pepi Morgia. Un fascio di luce bianca su di lui. I ventimila esplodono. Un ingresso "in sordina" per un divenire progressivo di luci e colori, coreografie e simulazioni nella grande striscia (120 metri di lunghezza per 18 metri di larghezza) che taglia trasversalmente il rettangolo verde.
Un lungo palco, con alle estremità grandi torri di metallo, che ha la volontà di rappresentare un ponte, un collegamento nella vita d'artista di uno degli ultimi baluardi del cantautorato. Quasi trenta canzoni senza tirar il fiato, per un Baglioni impeccabile che fa gli onori di casa ai suoi ospiti. Primo su tutti Andrea Bocelli, un duetto speciale in "Tutto l'amore che posso" arrivato a metà dell'infinita raffica di note. Una festa, aveva anticipato, a cui hanno partecipato baldanzosi, artisti di strada ("Acqua dalla luna"), pattinatori e sbandieratori ("La via dei colori"), "karateki" ("Ninna nanna") per un totale di quattrocento "invitati" tra ballerini dello staff e figuranti reclutati di "piazza in piazza" (per la data di Ancona le selezioni erano avvenute al Barfly). Guest che hanno portato con sé bacchette luminose, parrucche, ombrelli dal lungo strascico e nastri colorati da lasciare in "dono" al bravo Claudio.
Mentre sulla scena si intervallano "quadri" disegnati da masse in movimento, coordinate da Luca Tommassini, che si srotolano, si dividono e si uniscono sull'intero parterre utilizzato come un globale spazio scenico. Una ricca antologia di trent'anni di carriera: "La vita è adesso", "Strada facendo", "1000 giorni di te e di me", "Bolero", "Quanto ti voglio", "Via", "E adesso la pubblicità", senza ovviamente dimenticare "Questo piccolo grande amore" ed "E tu". Fino alle inedite "Sono io", "Tutto in un abbraccio" e "Grand'uomo" dall'ultimo album. Icone d'amore in note suddivise in sipari di intenti rock fino a sfiorare sfumature dance. E.B
 

Gli ospiti in tribuna
Rossella la più invidiata dalle fan


ANCONA - La scelta del proprio cantante preferito non è mai casuale. E' un legame fatto di storie, di note, emozioni, incanti che durano tutta la vita. Per questo chi si tiene dentro la musica di Claudio Baglioni, la sua voce inconfondibile, la dolcezza delle sue parole, può fare centinaia di chilometri, sborsare cifre folli, fare sacrifici immani pur di esserci.
La baraonda colorata attorno allo stadio del Conero è piena di storie, di gente che è riuscita ad assistere a ben cinque concerti di Baglioni, in giro per l'Italia, sempre con lo stesso identico entusiasmo.
E allora li vedi attorno alla sagoma del cantante, un'immagine a grandezza naturale, a farsi le foto come se fosse proprio lui, tutte, perché tante sono le donne, armate di cuoricini e ciondoli che si illuminano, piccoli orrori che vanno bene finché dura la magia del concerto, e domani chissà che fine faranno. Alcune delle fan più accanite hanno scelto di vestirsi di arancione, basta una maglietta o un foulard per essere in tono con il colore tema dello spettacolo. Anche Rossella Barattolo, la fortunata mortale che è accanto a Baglioni da anni, ha deciso di indossare il colore acceso del sole d'estate, un modo per sottolineare la sua bellezza bruna.
Arriva con un abitino in pelle stropicciata ad arte, corto e stretto, un vezzo che può permettersi tranquillamente vista la linea perfetta che ha. Sorride e stringe mani, sicura del regalo che il suo uomo sta per fare ai numerossimi spettatori che le si stringono intorno. Abito scuro invece per la mamma di Baglioni, solo una collana di corallo rosso fuoco al collo, un piccolo tocco di civetteria. Anche per lei, omaggi da parte di tutti i vip presenti, con il sindaco Sturani in testa.
In tribuna vip, tutta la simpatia di Giampiero Galeazzi, accaldato e a tratti vittima di qualche colpo di sonno, complice il caldo e una cena probabilmente troppo abbondante. Il giornalista si sveglia però quando Baglioni canta "Mille gironi di te e di me" e non si preoccupa affatto di nascondere la sua commozione. Tra le lacrime confessa ai vicini che la canzone gli riporta il ricordo di un momento importante della sua storia d'amore con la moglie.
Tanta l'emozione quando al pianoforte si mette Andrea Bocelli e sono tutti in piedi per rendere omaggio al talento del cantante, sono tre minuti appena ma talmente intensi da restare nel cuore per sempre. Alla fine, scendono tutti dalla gradinata, quasi volessero trattenere Claudio, almeno per una canzone ancora. Loro, i fan, potrebbero cantare e ballare per lui fino all'alba. ANGELICA MALVATANI


Dopo lo show, tutti a tavola al Circolo Nautico tra brindisi e ricordi
E per finire... a cena fino all'alba


ANCONA - L'alba ha già fatto il suo corso e mentre il sole anticipa una giornata torrida, i fedelissimi di Claudio Baglioni si stropicciano gli occhi e si lanciano in un abbraccio di passione verso il loro idolo. Così mentre l'orologio batte ormai le 5 un nutrito gruppo di ragazze saluta il cantautore mentre si appresta a salire sull'auto. Alcune di loro vengono da Firenze e non ne vogliono sapere di ripartire senza un ultimo saluto, uno sguardo, un sorriso e una stretta di mano. E Claudio non delude la lunga attesa. Una notte particolare, dove la luna ha fatto da cornice al grande spettacolo dell'artista romano. Dopo lo show, lo staff e la produzione sono andati a rifocillarsi al Circolo Nautico dell'amico di sempre Danilo. Circolo che per l'occasione è diventato un mini bunker inaccessibile ai "non addetti". Cena a base di pesce e vino bianco. Passato il primo momento di acclimatizzazione e fatta scivolare via la tensione del concerto, dopo alcune bottiglie aperte e rapidamente finite, l'atmosfera si è fatta più serena e loquace. Mario Luzzato Fegiz ha tenuto banco con uno scioglilingua, mentre "Gio" della Gazzetta ha ricordato un episodio di uno scontro al limite della violenza fisica, dopo uno spettacolo nel '91, con Baglioni.
Sabbioni, il capo della security, combatte una battaglia improba contro i dolci della casa. Resiste fino all'alba e poi cede. Pepi Morgia sfoglia il libro di Baglioni e scopre delle foto che lo ritraggono. Un decennio ed oltre fa. E i commenti si sprecano: "ma eri più grasso, ma no, ma stai meglio adesso". Il principe ride, nicchia e gira pagina. E, poi, via con i brindisi: ognuno ne ha da proporre uno e le bottiglie si asciugano rapidamente. Il buonumore prende il posto della stanchezza e le lancette dell'orologio vanno sempre più rapidamente. E' già l'alba quando i commensali, rimasti in uno sparuto gruppetto, lasciano il desco di un assonnatissimo Danilo per raggiungere le camere dell'Hotel Emilia. Non prima di aver salutato le irriducibili fans che, al bordo della strada, hanno atteso con una pazienza invidiabile Claudio. Ora il pensiero è a Bari. Un saluto: "Grazie Ancona. A presto." STEFANO FABRIZI


( Gazzetta del Mezzogiorno 16 giugno)
Claudio Baglioni è l'uomo della storia accanto, lui che di storie ne ha davvero tante da raccontare.

Claudio Baglioni è l'uomo della storia accanto, lui che di storie ne ha davvero tante da raccontare. L'ultima arriva dal suo ultimo disco Sono io..., cui è seguito un tour che toccherà solo otto città italiane tra le quali l'8 luglio Bari all'Arena della Vittoria. Da oltre trent'anni Baglioni affascina spiazza il pubblico con le sue canzoni. Ieri, il cantautore romano, era a Bari per assistere ai provini dei tanti ragazzi candidati a partecipare allo spettacolo barese.
Solo otto date, otto eventi uno diverso dall'altro, con centinaia di persone sul palco.
Allora Baglioni ha realizzato uno spettacolo global?
«Si, anche se la parola global mi fa un po' paura. Siamo partiti dall'idea wagneriana dell'orchestra e dell'opera d'arte totale. Lui diceva che si poteva dilatare l'orchestra sinfonica anche ad altri tipi di strumento per poi realizzare un teatro totale unendo il balletto, poesia, arte figurativa e anche arti minori come il circo, mimi e comici. Sono diversi anni che sperimento idee spettacolari soprattutto nei grandi spazi, ritengo che una grande piazza o uno stadio abbiano bisogno di essere riempiti anche con suggestioni per gli occhi. E questo giro di concerti non è un tour, quello verrà in inverno, ma serate uniche, irripetibili, sempre diverse, compresa quella di Bari che si è aggiunta all'ultimo momento per la voglia di tornare in questa splendida città, con l'idea di mettere insieme molte discipline».
Chi ci sarà con lei sul palco?
«Oltre a me ci saranno i miei sei musicisti fidati, un'orchestra di trentacinque elementi di ottoni e archi, quaranta animatori fissi e poi in ogni città ci sarà l'intervento di altri protagonisti reclutati nella città attraverso scuole di danza, accademie, artisti di strada e circensi e anche di discipline sportive. Anche se magari sembrano lontani all'idea di show, con una contaminazione di costumi e scenografie riusciamo ad ospitarli al meglio. Sono tre ore di festa che abbiamo inaugurato sabato sera ad Ancona e che toccheranno Milano (19), Padova (23), Firenze (27), Roma (1 luglio), Napoli (5), Bari (8) e Catania (12)».
E' partito per un altro viaggio. A che punto è il suo percorso artistico e umano?
«Mi sembra di aver riaperto una stagione diversa, dopo la pausa dei tre album degli anni Novanta, dischi molto complessi e strutturati rivolti a me stesso, ma anche di ricerca musicale. Questa volta ho scritto in un tempo relativamente breve: in dieci mesi ho scritto e registrato l'album. Il percorso è un po' più semplice, diretto e comunicativo, avevo questo bisogno di comunicare ed arrivare dalla parte del pubblico. Anche i temi delle canzoni parlano diffusamente d'amore, sentimenti, d'amore anche per le idee, la nostalgia, le assenze e per un mondo che possa essere migliore e meglio indirizzato. Il mio viaggio personale non so come sia: a volte è splendido altre faticoso, un po' come tutti gli esseri umani, tra avventura e disavventura. Professionalmente il viaggio continua sempre con soddisfazioni nel mestire più bello che potesse capitarmi. Ho avuto tanti privilegi e vantaggi, non mi sono mai sentito solo e poi l'idea di potersi raccontare di essere ascoltato da tante persone mi ha molto aiutato».
La Puglia è una costante della sua vita fin dall'esordio. Nel '65 al suo primo concorso, in giuria c'era Domenico Modugno. Poi venne alla «Caravella dei Successi», i tanti concerti e infine «Incanto» per il teatro Petruzzelli. Cosa la lega a questa terra?
«Geograficamente e storicamente è una terra abituata ad accogliere lo straniero, il forestiero, con una sorta d'abbraccio, anche se qualsiasi incontro all'inizio può essere complesso. E' una tradizione che continua ancora oggi, forse dovuto alla solarità, ma anche a questo essere crocevia di popoli e culture diverse che si sono mescolate e che hanno lasciato un segno importante ed indelebile nella cultura pugliese. E' una terra di misteri. Le mie esperienze qui sono state molto singolari, ad iniziare dall'ultima all'interno del rustico del Petruzzelli. Ho combattuto per fare questo concerto, sentivo che questa terra e questa gente avevano bisogno di colmare questa profonda ferita. Mi è piaciuto fare questo piccolo tentativo che, ovviamente, non è stato decisivo, è stato una performace realizzata con un freddo incredibile insieme all'orchestra sinfonica della Provincia di Bari. Ma è stato bellissimo».
Ventisette anni cantava un vecchio successo degli Yardbirds (dai quali sarebbero nati i Led Zeppelin) «For your love». Che ricorda di quel periodo?
« Avevo come tutti un gruppo beat, eravamo duri ed accaniti, poi col tempo mi sono fatto catturare dalla melodia e dall'armonia italiana. In questi concerti però, ci sono molti momenti dinamicissimi e rock, quindi un po' di quella roba è rimasta dentro di me».
La sofferenza aiuta la creatività?
«E' una prova della vita, è una compagna, una strada che abbiamo sotto i piedi e che dobbiamo percorrere. In certi momenti superarla significa essere maturi. Nella musica è un elemento molto suggestivo, comunicativo ed emozionante. Tutte le ferite sono dei passaggi della nostra vita ed è importante aver memoria di tutto quello che accade».
Franco Battiato ha realizzato il suo primo film da regista. Lei ha mai pensato di cimentarsi con la macchina da presa?
«Ci siamo incontrati mentre Franco era impegnato con le riprese. Mi piacerebbe tanto provarci, invidio i cineasti, però bisogna avere un'intuizione interessante e chissà un giorno potrei anche farlo».
In Puglia?
«A Castel del Monte. Un luogo misterioso, fanmtastico e suggestivo: Non lo dimentico più». Nicola Morisco
 

(Il Mattino di Padova 16 Giugno))
Partito da Ancona il tour che arriva a Padova il 23: il cantante prende in contropiede la sua stessa musica
Lo smisurato show di Baglioni
Tre ore di spettacolo: e Claudio va oltre il concerto

ANCONA. Dopo aver violato con concerti al limite del sacrilegio quel suo mondo sospeso di magliette fine e sabati pomeriggio, Claudio Baglioni affonda i denti nelle carni molli di "Questo piccolo grande amore", mantenendone intatta la melodia, ma trasfigurandone la ritmica in versione dub. Il più lungo lancio in contropiede dello spettacolo portato al debutto sabato sera ad Ancona, tra gli spalti dello Stadio del Conero, sta proprio tra le maglie di quel suo evergreen a cui nemmeno il tempo e gli onori hanno concesso il lusso di rimanere se stesso. E che dire della "Buona fortuna" in versione gospel o della "Avrai" per soli voce, chitarra e violini, che il cantautore romano traversa in punta di piedi su quell'immenmso palco longitudinale di 120 metri per 18 in cui si agitanto oltre 500 figuranti reclutati in giro per il paese dal coreografo Luca Tommassini e il regista Pepi Morgia con una serie di casting a cui hanno preso parte oltre 10 mila artisti? Facce e tipi molto differenti da quelli immortalati da Alessandro Dobici tra le pagine di "A tempo di musica", il libro fotografico dei concerti negli stadi del '98 in vendita presso il banco del merchandising. Stavolta a sfrecciare sulle vie dei colori tracciate dall'Uomo della Storia Accanto ci sono suore sui pattini, ballerini dentro sfere trasparenti, mangiatori di spade, ma anche l'orchestra sinfonica di 33 elementi, i figuranti che inondano la scena durante "Uomini persi". Forte delle 180 mila copie vendute finora da "Sono io, l'uomo della storia accanto" Clauddione, come lo chiama Fabio Fazio, ha sfoderato uno show smisurato, il più ambizioso e incontinente della sua lunga carriera. Tre ore di durata, una trentina di canzoni più una medley voce e chitarra intonata facendo un giro di campo come un gladiatore ("51 Montesacro", "Signora Lia" ed altre), scenografie componibili e scomponibili create appositamente con materiali riciclati dalle scuole d'arte delle città visitate, e poi ancora ballerini, acrobati e chi più ne ha più ne metta, al punto da trasformare la conclusiva "Via" quasi in un grido di liberazione. Ma Baglioni è fatto così, nei dischi come sulla scena vive di addizioni, senza temere l'effetto-Corazzata Potemkin. E così ecco Andera Bocelli materializzarsi sul palco per condividere con lui le suggestioni di "Con tutto l'amore che posso". Giovedì prossimo, a Milano, sarà Laura Pausini l'ospite d'onore, mentre nulla è ancora deciso per la replica di Padova il 23 giugno, anche se circolano i nomi di Panariello, Francesco Totti, Fiorello, Eros Ramazzotti, Claudio Bisio, Gianni Morandi, Eros Ramazzotti. «Una sera Andrea mi ha raccontato dei suoi esordi al pianobar, quando cantava anche le mie canzoni - spiega Baglioni - Così siamo andati a riprenderci questo pezzo del 1972. Questo nostro incontro anconetano non è stato esattamente un duetto, ma nemmeno un duello, meglio definirlo una compagnia». Ridotte ad un pugno le incursioni tra i solchi dell'ultimo album ("Sono io", "Tutto in un abbraccio", "Mai più come te", "Grand'uomo"), lo spettacolo ha puntato su un ritratto a tutto tondo dell'uomo di "Assolo", spaziando da "Strada facendo" a "Bolero" a "Mille giorni di te e di me" o "La vita è adesso" con la complicità di Paolo Gianolio e Danilo Minotti alle chitarre, Walter Savelli al piano che fu di Danilo Rea, Gianni Boscariol alle tastiere, Paolo Costa al basso e Lele Melotti alla batteria. «C'è una voglia cialtrona ed una colta in tutto questo spettacolo - ammette Claudio - Quella cialtrona sta nell'opportunità di ritrovarci tutti assieme, magari per scoprire nell'organizzazione ragazzi arruolati l'altra volta come semplici soldati ora portano il grado di caporali. Quella colta è invece quella di riprendere l'idea di un certo Riccardo Wagner e utilizzare l'orchestra per fare un teatro totale, trasversale, per offrire al pubblico un'idea globale di spettacolo. Questo non è un tour, ma una serie di eventi perchè gli spazi e gli interventi cambieranno di data in data».di Paride Sannelli
 

(Corriere Adriatico 15 Giugno)
La presentazione del Tour 2003 con il cantante e gli organizzatori Pepi Morgia e Luca Tommassini
"Un medley di successi, quasi una biografia cantata"


ANCONA - Prende il via attorno alle 19, presso i locali del Del Conero, la presentazione del Tour 2003 di Claudio Baglioni. In sala stampa si presentano assieme al cantante romano i realizzatori dello spettacolo Pepi Morgia e Luca Tommassini. Baglioni appare rilassato: "Inizieremo con una sorta di camminata sotto gli spalti dello stadio. L'attacco sarà una sorta di biografia cantata che farà da introduzione. solo voce e chitarra", un medley di vecchi successi, "quasi una biografia cantata". "E' un tour - ha detto - che nasce da una voglia colta e da una voglia "cialtrona". La prima ci porta a riprendere il concetto wagneriano di teatro totale. La seconda viene semplicemente dalla gioia di ritrovarci, musicisti e tecnici che hanno fatto parecchia strada, qualcosa come un raduno di persone che hanno lavorato insieme".
Sul palco anche un'orchestra di 33 elementi e una band di 6 artisti, che collaborano con Baglioni da una vita: Paolo Gianolio (chitarra), Walter Savelli (piano), Giovanni Boscariol (tastiera), Danilo Minotti (chitarra), Paolo Costa (basso), Lele Melotti (batteria).
Dallo spettacolo di Ancona si arriva a parlare delle 8 tappe in giro per l'Italia.
Compagno di viaggio della serata, come lo definisce amichevolmente Baglioni, è stato Andrea Bocelli e il cantautore parla di come è nata questa idea: "Abbiamo fatto una prova molte veloce e assieme canteremo 'Tutto l'amore che posso'. speriamo di far bene". D.L

Un gruppo di fan da Roma: "Per lui scordiamo ogni fatica"
"Con le sue melodie il pieno di emozioni"
ANCONA - C'è grande attesa sin dalle prime ore del pomeriggio per il concerto-evento. Allo stadio Del Conero è palpabile un'aria di euforia. Siamo appena usciti dalla conferenza stampa tenuta da Baglioni per la presetazione del suo Tour 2003 e in mano abbiamo un fascicolo con le informazioni sullo spettacolo. Incrociamo una fan di Baglioni, Maria Rosaria Toscano, che vista la locandina manifesto si copre il viso e supplica: "Non fatemi vedere la scaletta delle canzoni vi prego mi rovinereste lo spettacolo. del resto sarebbe come se prima di andare al cinema ti dicessero il finale del film. Sono pronta per vedere un grande spettacolo come, del resto, tutti quelli precedenti".
Attesa spasmodica dunque tra i tanti arrivati da tutte le Marche e anche da fuori regione come racconta Cristiano Ceccacci: "Siamo un gruppo di amici e arriviamo da Roma. Per Claudio abbiamo girato l'Italia. Per noi rappresenta un punto di riferimento musicale. Lo seguiamo sempre e dovunque, del resto siamo inscritti anche al Clab (Claudio Baglioni Fan Club) di Roma. Penso che andremo anche a diverse delle prossime tappe del Tour".
Spettacoli e passione che hanno un costo economico come sottolinea Caterina Domijanni: "Il viaggio in macchina da Roma è costato 50 euro, poi una notte d'albergo a 40 euro e inoltre, abbiamo anche cambiato i biglietti per prendere dei posto numerati e godercelo fino in fondo. Sinceramente, ogni volta che usciamo da un concerto di Claudio. dimentichiamo fatica, spesa e sentiamo una grande emozione. Questa è la vera gioia di partecipare attivamente ad un suo spettacolo. Ti rende partecipe di questo suo. viaggio musicale".
E' in spasmodica attesa Luca Paolini: "Arrivo da Civitanova Marche... questo è il secondo concerto che vedo dopo la tappa del 2000 fatta qui al Palarossini di Ancona. In quella occasione provai una grande emozione e per questo mi sono deciso a ritornare. Spero di assistere ad un gran bello spettacolo anche questa volta. ma non ne ho dubbi".
Spettatori attenti e "fedeli" quelli del cantante romano, come Manila Camilletti: "Questo è il terzo concerto che vedo dopo quelli di Porto Recanati e quello precedente di Ancona. So che proverò una grande emozione quando lui entrerà. in campo. Mi sento già così emozionata.".
Una vera veterana è Dominique Piermanni: "Questo e il mio quarto o quinto concerto. non mi ricordo neanche più. Quella che provo per Baglioni è una passione nata da piccina e che poi si è moltiplicata negli anni. La mia canzone preferita? 'Con tutto l'amore che posso', una canzone che adoro e so che mi emozionerà tantissimo".
Le diciamo che Baglioni la farà assieme al cantante Bocelli e lei "lancia" una grande esclamazione: "Speriamo che l'emozione sia anche ampliata". David Luconi

Show indimenticabile con Bocelli super ospite
Baglioni, il sogno diventa musica

ANCONA - E' dinamico il "ponte" di Claudio Baglioni. Un ponte-palco che tiene stretti trent'anni di carriera. Che osserva e si fa osservare dai quasi ventimila spettatori" che hanno affollato lo stadio Del Conero nella sua "prima" nazionale. E' l'idea sempre viva di libertà. Di esprimere con fermento e semplicità le proprie ispirazioni musicali.
Le chiama intuizioni. Le trentennali intuizioni "baglioniane" che hanno accompagnato ben tre generazioni d'amore.
Stupire e divertire: le chiavi di lettura del mastodontico appuntamento d'impulso "wagneriano". Un fascio di luce su di lui. Chitarra e voce per iniziare. Un contatto veloce prima di impossessarsi della scena. Una "lingua" di acciaio in mezzo al rettangolo verde, che ha l'intenzione di rappresentare un ponteggio, un collegamento nel percorso di vita d'artista tra concetti e note. E' ricco di perle d'autore. Trenta canzoni per tre ore di musica. Sipari che convergono in un primo momento ispirato al rock ("Sono io", "Strada facendo", "Quanto ti voglio") per poi arrivare, ammette Baglioni, a sfumature dance. E poi "Con tutto l'amore che posso", in duetto con Andrea Bocelli (un ospite che a Milano passerà la staffetta a Laura Pausini e a Firenze a Giorgio Panariello).
Lo spettacolo, firmato dallo stesso cantante capitolino e dal regista Pepi Morgia, è colorato, ampolloso, ovviamente ridondante per arrivare alle masse, ma elegante. Come nello stile del più classico Baglioni. Quello di "Questo piccolo grande amore" che regala solo nel finale anticipato da "Mille Giorni di te e di me", "Noi no", "Cuore d'aliante", "Buona fortuna", "Avrai". Ci sono proprio tutte nei quadri disegnati dai corpi in movimento dei trecento (tra ballerini e figuranti locali selezionati qualche tempo fa al Barfly di Ancona) che si avvicendano tra nastri colorati, bacchette luminose, ombrelli trasparenti con lo strascico. Si seguono, si agitano. Si distribuiscono su un parterre che riveste completamente lo spazio scenico formando una grande ics. E Claudio è lì. Circondato da una "corte dei miracoli" di masse danzanti coordinate da Luca Tommassini. Flotte di performers che si trasformeranno dopo pochi minuti in funambolici "robot", pattinatori, "tengheri" e sbandieratori.
Inevitabile il flash back del 1998: allora furono due le date negli stadi "kolossal" d'Italia (San Siro e Olimpico) che fecero strabuzzare gli occhi. Sul palco a raccolta i trentatré orchestrali ed i musicisti di sempre Paolo Gianolio alla chitarra, Walter Savelli al piano, Giovanni Boscariol alla tastiera, Danilo Minotti alla chitarra, Paolo Costa al basso e Lele Melotti alla batteria. Incredibile plenilunio d'estate. Incredibile "notte di note". E.B.


(Corriere della Sera15 Giugno)
Allo stadio di Ancona la prima tappa del tour dell'interprete romano, tre ore di canzoni. Il 19 lo spettacolo a Milano
Baglioni, nello show kolossal un duetto con Bocelli Numeri da circo e 400 figuranti.                                                                                       «Concerto con due anime, una colta e l'altra cialtrona»

ANCONA - Un'immensa pedana in mezzo al prato circondata da dieci torri illuminanti e di amplificazione, sorgenti luminose e oggetti scenici tutt'intorno fra i quali agiscono in continuazione oltre quattrocento figuranti impegnati nei numeri più vari, dal balletto al mangiafuoco e persino alcune suore sui pattini.
E poi ancora un'orchestra sinfonica di 33 elementi oltre ai sei della band e quasi tre ore di grandi canzoni per quello che si può definire il più grande musical formato stadio mai tentato in Italia.
Questo propone Claudio Baglioni, che ha debuttato ieri davanti a circa 18 mila spettatori allo Stadio del Conero di Ancona. Ciliegina sulla torta, un intervento del tenore Andrea Bocelli che, accompagnato da Baglioni alla chitarra, ha eseguito una emozionante rilettura di «Tutto l'amore che posso» dall'album «Piccolo grande amore» del 1972. «La suonavo quando facevo il pianobar - ha spiegato Bocelli - e avevo voglia di cantarla con l'autore». E così è stato.
Bocelli non è l'unico ospite importante degli show di Baglioni: a Milano, San Siro, il 19 ci sarà Laura Pausini, a Firenze Panariello e a Roma il calciatore Francesco Totti.
Lo spettacolo, come ha spiegato lo stesso Baglioni, «ha un'anima colta ed una cialtrona. Quella colta è una voglia di teatro totale, quello che piaceva a Wagner, e unisce alla musica altre discipline, ballo, arte figurativa, arte circense, insomma tutto quello che può aggiungere emozione a emozione. L'altra anima è quella cialtrona, il divertimento puro, stile raduno dei reduci, sul palco e fra il pubblico».
Il via alle 21.25 con uno spettacolare giro dello stadio di Baglioni con chitarra a tracolla cantando classici del passato («Signora Lia», «I vecchi», «Viva L'Inghilterra», «Porta portese»). Poi la nuova «Sono io». Baglioni, camicia e pantaloni bianchi, parla ai fans: «Buona sera a tutti, benvenuti a questa festa: 35 anni di musica e 30 anni di concerti... ma abbiamo ancora molta strada da fare. Nei sogni di tutti c'è sempre un nuovo cammino». E attacca «Strada facendo». E' il delirio come per le seguenti «Quanto ti voglio», «Un giorno nuovo», «Dagli il via». L'effetto combinato band, orchestra, coreografia è suggestivo e non di rado trascinante.
Torna «Uomini persi», un brano nato negli anni di piombo. Come in tutte le canzoni del vecchio repertorio proposte nello show, stavolta c'è un ritorno al rispetto totale della partitura originale; al massimo una sapiente aggiunta di smalto ritmico e una dilatazione di introduzioni, finali e suite estemporanee. «Ho azzerato tutti gli esperimenti del passato - confessa Baglioni - dopo che una signora, a un concerto, mi avvicinò con fare sinceramente minaccioso dicendo: "Lei non si deve permettere di cambiare questa canzone («Piccolo grande amore») perché non è più sua, è nostra"».
Il giro di boa avviene con tre canzoni nuove: «Tutto in un abbraccio», «Mai più come te», «Grand'uomo», accomunate da una pienezza di sentimenti e da un rigore espressivo commoventi.
Poi con «Fammi andar via», «E tu», «Adesso la pubblicità» gli elementi di contorno si fanno sempre più forti e presenti avvolgendo Baglioni, orchestra, band e pubblico in un abbraccio. L'escalation culmina in una sorta di festa dance. E' in assoluto lo show più veloce, ricco e meno narcisistico della carriera di Baglioni.
La potenza dell'insieme ha finito invece per mettere in ombra una simpatica iniziativa dei fans lanciata su vari siti internet il cui slogan era «regaliamo un colore a Baglioni». Foglietti, magliette e sciarpe arancioni sono state divorate dall'oscurità e dagli effetti speciali in una serata in ogni caso magica, trionfale e tutta italiana. (Mario Luzzatto Fegiz)


(Il Mattino 15 Giugno)
Il divo Claudio duetta con Bocelli

Ancona. Claudio Baglioni sorprende ancora. Sotto gli spalti come al centro di quella «portaerei» sulla quale torna a raccontarsi negli stadi. È una specie di autostrada, o forse di ponte tra presente e passato, su cui lo spettacolo al debutto ieri sera nello Stadio del Conero di Ancona davanti a circa 15 mila spettatori gioca tra gigantismo e sentimento. Basti pensare a una «Buona fortuna», diventata un gospel o ad «Avrai», ridotta a soli voce, chitarra e violini. Il cantautore romano attraversa in punta di piedi l'immenmso palco longitudinale di 120 metri per 18 in cui si agitanto oltre 500 figuranti reclutati in giro per il paese dal coreografo Luca Tommassini e da regista Pepi Morgia, con una serie di casting cui hanno preso parte oltre 10 mila artisti. A sfrecciare sulle vie dei colori tracciate dall'Uomo della Storia Accanto ci sono suore sui pattini, ballerini dentro sfere trasparenti, mangiatori di spade, ma anche un'orchestra sinfonica di 33 elementi, i figuranti che inondano la scena durante «Uomini persi».
Forte delle 180 mila copie vendute finora da «Sono io, l'uomo della storia accanto» Claudione, come lo chiama Fabio Fazio, ha sfoderato uno show smisurato, il più ambizioso e incontinente della sua lunga carriera. Tre ore, una trentina di canzoni più una medley voce e chitarra, intonata facendo un giro di campo come un gladiatore («51 Montesacro», «Signora Lia» e altre), scenografie componibili create con materiali riciclati dalle scuole d'arte delle città visitate e poi, ancora, ballerini, acrobati e chi più ne ha più ne metta. Al punto che la conclusiva «Via» diventa quasi un grido di liberazione.
Ma Baglioni è fatto così, nei dischi come sulla scena vive di addizioni, senza temere l'effetto-corazzata Potemkin. E così ecco Andrea Bocelli materializzarsi sul palco per condividere con lui le suggestioni di «Con tutto l'amore che posso». Giovedì prossimo, a Milano, sarà Laura Pausini a vestire i panni dell'ospite d'onore, mentre nulla è ancora deciso per le repliche di Padova il 23 giugno, Firenze il 27, Roma il primo luglio, Napoli il 5, Bari l'8 e Catania il 12, anche se circolano i nomi di Panariello, Francesco Totti, Fiorello, Eros Ramazzotti, Claudio Bisio, Gianni Morandi, Eros Ramazzotti. «Una sera Andrea mi ha raccontato dei suoi esordi al pianobar, quando cantava anche le mie canzoni» ha spiegato Baglioni. «Così siamo andati a riprenderci questo pezzo del 1972. Questo nostro incontro anconetano non è stato esattamente un duetto, ma nemmeno un duello, meglio definirlo una compagnia».
Ridotte a un pugno le incursioni tra i solchi dell'ultimo album («Sono io», «Tutto in un abbraccio», «Mai più come te», «Grand'uomo»), lo spettacolo ha puntato su un ritratto a tutto tondo dell'uomo di «Assolo», spaziando da «Strada facendo» a «Cuore di aliante», da «Bolero» a «Mille giorni di te e di me» o «La vita è adesso», con la complicità di Paolo Gianolio e Danilo Minotti alle chitarre, Walter Savelli al piano che fu di Danilo Rea, Gianni Boscariol alle tastiere, Paolo Costa al basso e Lele Melotti alla batteria.
«Ci sono una voglia cialtrona e una colta in tutto questo spettacolo» ha ammesso Claudio. «Quella cialtrona sta nell'opportunità di ritrovarci tutti assieme, magari per scoprire nell'organizzazione ragazzi arruolati l'altra volta come semplici soldati e ora con il grado di caporali. Quella colta è invece la voglia di riprendere l'idea di un certo Richard Wagner e utilizzare l'orchestra per fare un teatro totale, trasversale, per offrire al pubblico un'idea globale di spettacolo. Questo non è un tour, ma una serie di eventi perché gli spazi e gli interventi cambieranno di data in data». Andrea Spinelli

(La Sicilia 15 Giugno)
Claudio segna in contropiede

BAGLIONI ha dato il via da Ancona al tour che il 12 luglio sarà allo stadio di Catania tra vecchi brani e nuovi arrangiamenti
Ancona. Dopo aver violato con concerti al limite del sacrilegio quel suo mondo sospeso di magliette fine e sabati pomeriggio, Claudio Baglioni affonda i denti nelle carni molli di «Questo piccolo grande amore», mantenendone intatta la melodia, ma trasfigurandone la ritmica in versione dub. Il più lungo lancio in contropiede dello spettacolo portato al debutto ieri sera ad Ancona, tra gli spalti dello Stadio del Conero, davanti a 12 mila spettatori, sta proprio tra le maglie di quel suo «evergreen» a cui nemmeno il tempo e gli onori hanno concesso il lusso di rimanere se stesso.
Gospel e «unplugged»
E che dire della «Buona fortuna» in versione gospel o della «Avrai» per soli voce, chitarra e violini, che il cantautore romano traversa in punta di piedi su quell'immenso palco longitudinale di 120 metri per 18 in cui si agitanto oltre 500 figuranti reclutati in giro per il paese dal coreografo Luca Tommassini e il regista Pepi Morgia con una serie di casting a cui hanno preso parte oltre 10 mila artisti.
Facce e tipi molto differenti da quelli immortalati da Alessandro Dobici tra le pagine di «A tempo di musica», il libro fotografico dei concerti negli stadi del '98 in vendita presso il banco del merchandising.
Suore, ballerini e «Uomini persi»
Stavolta a sfrecciare sulle vie dei colori tracciate dall'Uomo della Storia Accanto ci sono suore sui pattini, ballerini dentro sfere trasparenti, mangiatori di spade, ma anche l'orchestra sinfonica di 33 elementi, i figuranti che inondano la scena durante «Uomini persi».
Forte delle 180 mila copie vendute finora da «Sono io, l'uomo della storia accanto» Clauddione, come lo chiama Fabio Fazio, ha sfoderato uno show smisurato, il più ambizioso e incontinente della sua lunga carriera. Tre ore di durata, una trentina di canzoni più un medley voce e chitarra intonanto facendo un giro di campo come un gladiatore («51 Montesacro», «Signora Lia» ed altre), scenografie componibili e scomponibili create appositamente con materiali riciclati dalle scuole d'arte delle città visitate, e poi ancora ballerini, acrobati e chi più ne ha più ne metta, al punto da trasformare la conclusiva «Via» quasi in un grido di liberazione.
E sul palco c'è anche Bocelli
Ma Baglioni è fatto così, nei dischi come sulla scena vive di addizioni, senza temere l'effetto-Corazzata Potemkin. E così ecco Andera Bocelli materializzarsi sul palco per condividere con lui le suggestioni di «Con tutto l'amore che posso». Giovedì prossimo, a Milano, sarà Laura Pausini a vestire i panni dell'ospite d'onore, mentre nulla è ancora deciso per le repliche di Padova il 23 giugno, Firenze il 27, Roma il primo luglio, Napoli il 5, Bari l'8 e Catania il 12 anche se circolano i nomi di Panariello, Francesco Totti, Fiorello, Eros Ramazzotti, Claudio Bisio, Gianni Morandi, Eros Ramazzotti. «Una sera Andrea mi ha raccontato dei suoi esordi al pianobar, quando cantava anche le mie canzoni» spiega Baglioni. «Così siamo andati a riprenderci questo pezzo del 1972. Questo nostro incontro anconetano non è stato esattamente un duetto, ma nemmeno un duello, meglio definirlo una compagnia».
Briciole dal nuovo album
Ridotte ad un pugno le incursioni tra i solchi dell'ultimo album («Sono io», «Tutto in un abbraccio», «Mai più come te», «Grand'uomo»), lo spettacolo ha puntato su un ritratto a tutto tondo dell'uomo di «Assolo», spaziando da «Strada facendo» a «Cuore di aliante», da «Bolero» a «Mille giorni di te e di me» e «La vita è adesso» con la complicità di Paolo Gianolio e Danilo Minotti alle chitarre, Walter Savelli al piano che fu di Danilo Rea, Gianni Boscariol alle tastiere, Paolo Costa al basso e Lele Melotti alla batteria.
Un po' cialtrone un po' colto
«C'è una voglia cialtrona ed una colta in tutto questo spettacolo» ammette Claudio. «Quella cialtrona sta nell'opportunità di ritrovarci tutti assieme, magari per scoprire nell'organizzazione ragazzi arruolati l'altra volta come semplici soldati ora portano il grado di caporali. Quella colta è invece quella di riprendere l'idea di un certo Riccardo Wagner e utilizzare l'orchestra per fare un teatro totale, trasversale, per offrire al pubblico un'idea globale di spettacolo. Questo non è un tour, ma una serie di eventi perchè gli spazi e gli interventi cambieranno di data in data».
Andrea Spinelli

(La Gazzetta del Sud 15 Giugno)
Ieri sera ad Ancona la prima tappa dello show che sarà a Catania il 12 luglio
Al via il tour-evento di Claudio Baglioni


ANCONA - È partito ieri sera da Ancona il grande tour-evento di Claudio Baglioni che dopo 5 anni riporta l'artista romano nei grandi stadi: 8 serate che sono altrettante "prime", dei veri pezzi unici con ospiti d'eccezione diversi volta per volta, impianti scenografici e luci differenziati da città a città. Per la serata inaugurale è salito sul palcoscenico da 2000 metri quadrati allestito allo stadio del Conero Andrea Bocelli che ha affiancato Baglioni in «Con tutto l'amore che posso», un vecchio brano tratto da «Questo piccolo grande amore». Nella prossima data, a Milano il 19 giugno, ci sarà Laura Pausini. Poi sono previste varie "sorprese", anche se si parla della partecipazione di Giorgio Panariello a Firenze il 27 giugno. Lo spettacolo si è aperto con una parte acustica, un medley di vecchi successi, «quasi una biografia cantata» secondo Baglioni. «È un tour - ha detto - che nasce da una voglia colta e da una voglia "cialtrona". La prima ci porta a riprendere, ovviamente in misura molto più modesta, il concetto wagneriano di teatro totale, in grado di dare al pubblico tutte le emozioni possibili. La seconda viene semplicemente dalla gioia di ritrovarci, musicisti e tecnici che hanno fatto parecchia strada, qualcosa come un raduno di persone che hanno lavorato insieme». A parte l'introduzione acustica, ogni serata sarà uno show di grandi numeri, con la regia di Pepi Morgia e coreografie di Luca Tomassini, che ha messo in scena un corpo di ballo di 34 elementi più circa 300 performer per ciascuna data-evento, reclutati praticamente sul posto. Sul palco anche un'orchestra di 33 elementi e una band di 6 artisti, che collaborano con Baglioni da una vita: Paolo Gianolio (chitarra), Walter Savelli (piano), Giovanni Boscariol (tastiera), Danilo Minotti (chitarra), Paolo Costa (basso), Lele Melotti (batteria). «Per questo - ha scherzato il cantautore - ho voluto fare il tour ora. Siamo tutti abbastanza anziani, non vorrei che qualcuno cedesse». In scaletta una trentina di brani, solo 5 dei quali tratti dall'ultimo cd lanciato poche settimane fa «Sono io, l'uomo della storia accanto». Per il resto Baglioni ha puntato su successi vecchi e più recenti, compresa l'immancabile «Questo piccolo grande amore». «Un brano - ha commentato - su quale ho cercato di mettere i piedi in tutti i modi, come del resto fanno tutti con le loro canzoni-simbolo. Ammetto che qualche volta ho fatto anche qualche forzatura, tanto che una volta sono stato affrontato da una fan dopo un concerto. 'Lei non si deve permettere di cambiare questa canzone - mi ha detto - non è più sua, è nostra. Ed in effetti aveva ragione». Dopo ancona Baglioni sarà il 19 a Milano (San Siro), il 23 a Padova (Stadio Euganeo), il 27 a Firenze (Stadio Franchi), e a luglio il primo a Roma (Olimpico), il 5 a Napoli (San Paolo) e il 12 a Catania (stadio Massimino).


(Il Resto del Carlino 15 Giugno)

Baglioni, uno show fantasmagorico Ancona, via al tour davanti a 18mila fan. Tre ore di spettacolo con ospiti eccellenti. Intanto, all'Heineken festival di Imola, bagno di folla anche per Bon Jovi, 'snobbato' però dai 'mettallari'
ANCONA, 15 GIUGNO 2003 - In quel grande Barnum che è la vita, mangiafuoco, sbandieratori e pattinatori finiscono per trasformarsi nel riflesso di una società senza pudori, abituata dalla telecamera a rovesciare le viscere sul tavolo e a spettacolarizzare anche i suoi momenti più intimi. Un mondo in paillette che Claudio Baglioni (nella foto) piazza al centro del suo nuovo kolossal da palcoscenici portato al debutto ieri sera ad Ancona, tra gli spalti di uno Stadio del Conero non proprio esaurito.
Trentacinque canzoni, cinquecento figuranti, tre ore di concerto; una maratona costruita per addizione con la malcelata intenzione di confermarsi l'unico, vero, Cecil B. De Mille della musica italiana. Il cavaliere "bianco e nero" prigioniero del suo sogno da hit-parade che le 180 mila copie vendute in tre settimane dal nuovo album "Sono io, l'uomo della storia accanto" confermano al centro dei sentimenti della gente. Anche se l'ultima prova finisce per ritagliarsi uno spazio marginale tra le suore pattinatrici, gli equilibristi, i mangiatori di spade, gli sbandieratri, ballerine sommariamente vestite e il resto della varia umanità che brulica sull'immensa pedana che taglia in due il rettangolo di gioco come un ponte tra presente e futuro. Coi suoi 120 metri per 18, uno dei più grandi spazi scenici mai planati negli stadi. Mentre i ricordi delle ultime tournée rimangono impigliati tra le pagine di "A tempo di musica", il volume fotografico con gli scatti di Alessandro Dobici in vendita sui banchi del merchandising, l'Uomo della Storia Accanto si inventa una maratona attraverso questi suoi 35 anni di musica offrendosi in pasto ai fan con un giro di campo, chitarra in spalla, che già sembra pregustare il trionfo annunciato.
«Una specie di 'signore e signori andiamo a cominciare', per salutare il pubblico e ingannare gli ultimi raggi di sole», spiega lui, abile a spaziare da "51 Montesacro" a "Signora Lia" per strappare i primi applausi. Una volta al timone della sua "portaerei", però, la musica cambia, arricchita da un'orchestra sinfonica di 33 elementi e da una band che gioca sulle complicità di Paolo Gianolio e Danilo Minotti alle chitarre, Walter Savelli al piano, Gianni Boscariol alle tastiere, Paolo Costa al basso e Lele Melotti alla batteria. «C'è una voglia cialtrona ed una colta in tutto questo spettacolo», ammette Baglioni. «Quella cialtrona sta nell'opportunita'
 

Questa sera alle ore 21 il concerto di Baglioni al Del Conero
Bocelli sul palco con Claudio


ANCONA - Sarà Andrea Bocelli la ciliegia sulla grande torta che Claudio Baglioni ha preparato per il pubblico che questa sera invaderà lo stadio Del Conero di Ancona.
Il tenore, amico di Claudio, ha accettato di buon grado di fare il "testimonial" di quello che si preannuncia l'evento di questa estate. Non conosciamo la scaletta, ma è prevedibile che Bocelli abbia almeno tre interventi canori. Come, non si conosce la sequenza dei brani che sarà proposta. Sicuramente non più di tre o quattro brani dal nuovo album che è già balzato in testa alle classifiche.
"L'album ruota intorno al concetto "ricomincio da me" - ha spiegato Baglioni - Dopo tre dischi molto complessi, introspettivi e un po' difficili, sentivo il bisogno di trovare un linguaggio più diretto e comunicativo, di evitare marchingegni letterari o poetici. E anche 'Sono io' cerca di evidenziare il bisogno di ritrovare l'identità di ognuno e la storia individuale che è degna di appartenere alla grande storia del mondo".
La canzone è una confessione a una donna, a un figlio ("io ad un figlio non ho dato tutto", canta Baglioni), a se stesso ("'ho dato paradiso e inferno...la vita in gioco per quattro spiccioli di eterno") e a tutti gli altri di non sapere cosa è stato dato e tolto e un ritornello pronto ad entrare nei cori da stadio: "Con questa faccia che sta sempre lì da parte con queste braccia che per te son qui aperte, chiedo perdono se non so chi sono io" e una conclusione con il coro "darsi più amore è l'unica speranza".
Dunque, è giunto il gran giorno. L'evento è di quelli che si ricorderanno. Otto tappe per questa nuova esperienza di Claudio Baglioni che proseguendo sulla via del colore propone l'arancione: una tinta solare, ma anche con un accento scuro. E questa sera il Del Conero si aprirà dopo nove giorni di inutile assedia di fans, curiosi e fotografi che hanno cercato di carpire qualche curiosità di quanto si stava facendo all'interno del "bunker". Uno stadio che è diventato una fucina dove le idee messe giù a tavolino si sono concretizzate per un spettacolo che, uscendo dalla prassi di Baglioni, lascia molto all'improvvisazione. Un canovaccio sul quale si snodano tre ore di musica e balletti, d'interventi esterni e invenzioni immediate, tanto da far dire all'artista che ogni tappa sarà unica.
Sarà interessante vedere come si muoveranno i 300 "figuranti" reclutati alle selezioni al Barfly. Neofiti e professionisti, artisti di strada e semplici comparse. Con il corpo di ballo fisso saranno in 350 a correre, ballare, emozionare sul palco e fuori. Un palco enorme che prende buona parte della superfice del campo. Non ci sarà pubblico sull'erba. Grande attenzione, poi, è stata data al gioco di luci: ci saranno alcune innovazioni, in questo caso tutte da vedere. Ovviamente, bocche cucite. Nessuno vuole svelare nulla. E i partecipanti all'evento hanno la consegna del silenzio. Tre ore di esibizione, un centinaio di artisti, un'orchestra di 42 elementi, danzatori e performers trovati interpellando varie Accademie di Belle arti e un grande spazio scenico che prenderà tutto lo stadio per dare l'idea di un set cinematografico.
Ultimi biglietti in vendita anche oggi presso il T.box in via Cameranense c/o PalaRossini tel. 071.2901224, dalle ore 10,30 alle ore 12,30 e dalle 14,30 alle 22.00. Inizio del concerto alle ore 21, i cancelli apriranno alle ore 18,30. STEFANO FABRIZI


Non solo un rapporto di lavoro con il regista Pepi Morgia
Un'amicizia consolidata


ANCONA - Nel trentennale viaggio tra palchi, teatri e stadi c'è molto di lui. E non solo della sua creatività. Della sua professionalità. Forse la maggior componente a legare due artisti è il rapporto umano. La stima. L'amicizia. Da Claudio Baglioni a Pepimorgia. Dichiarata direttamente dal palco.
Quando ha avuto il primo contatto con Claudio Baglioni? "E' realmente iniziato trenta anni fa. Siamo cresciuti insieme. Anche professionalmente. Prima ero il suo light designer. Ora il regista. E mi ha dimostrato che rivesto un ruolo importante anche nella vita di tutti i giorni".
Com'è fuori dal palco? "Quello di ieri sera, quello che ride, scherza, canta. Non introverso e timido come qualcuno può pensare".
Si ricorda il primo incontro? "Parliamo della fine degli anni '70. Si trattava della tournèe promozionale dell'Rca che portava in giro per l'Italia i nuovi talenti. E quando ha fatto il primo tour: "Sabato Pomeriggio" ero già con lui".
In precedenza aveva questo rapporto forte anche con De Andrè. "Infatti. Molti mi ricordano come il suo regista storico. Con Fabrizio eravamo legati a doppio filo".
Ma sappiamo anche del suo stretto legame con altri artisti: Renato Zero, Ron, Tosca o Laura Pausini. "Ci sono artisti con cui lavoro bene, altri con cui un feeling particolare ci spinge a frequentarci anche fuori dal lavoro. Ci si vede a cena, nei ristoranti. E quando ci incontriamo sembrano racconti di reduci". E.B.


Il riconoscimento "Fatti di Musica" per il live italiano sarà consegnato al cantautore romano
Premio speciale per la "migliore produzione dell'anno"


LAMEZIA TERME - Il 2003, dal punto di vista musicale, è certamente l'anno di Sergio Cammariere. Dopo tutti i riconoscimenti a Sanremo e le numerose settimane nelle classifiche degli album più venduti, è in arrivo il Premio di "Fatti di Musica" anche per il suo concerto. "Fatti di Musica", la rassegna del miglior live italiano, che da otto anni presenta e premia i concerti indicati da una giuria di promoter e produttori musicali associati Assomusica, con ogni probabilità gli attribuirà il prestigioso riconoscimento per il "miglior live" dell'anno, tra quelli prodotti per tour nazionali. Sono esclusi gli eventi unici.
Questo premio è stato ritirato da artisti come Ligabue, Fabrizio De Andrè, Biagio Antonacci, Paolo Conte, Fiorella Mannoia e lo scorso anno da Renato Zero.
L'edizione 2003 di "Fatti di Musica", ideata ed organizzata dal promoter Ruggero Pegna, si svolgerà come consuetudine nei mesi di luglio ed agosto in varie località della Calabria.
Tra i live che saranno presentati e premiati in quest'ottava edizione quelli dei Tiromancino per la "nuova musica italiana", Carmen Consoli nella sezione delle "migliori cantanti italiane", Angelo Branduardi per il "successo internazionale", Lucio Dalla, nella sezione riservata ai "migliori autori italiani", Gino Paoli per la "discografia" , Massimo Ranieri per "l'allestimento", Vinicio Capossela per l'"originalità".
Un premio speciale per la "migliore produzione dell'anno" sarà consegnato a Claudio Baglioni, la cui unica data per Calabria e Sicilia si effettuerà a Catania.
La rosa completa dei live premiati in "Fatti di Musica 2003" sarà resa nota a fine mese. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito internet www.ruggeropegna.it. A.D.


(La Sicilia14 Giugno)
L'amore che i fan nutrono per Claudio Baglioni, dai tempi di «Questo piccolo grande amore» ad oggi, è risaputo. Il 5 giugno scorso, grazie alla collaborazione dei promoter della data catanese del tour estivo dell'artistaromano, abbiamo deciso di offrire la possibilità a cinque lettori - oggi aumentati a dieci - di incontrare il loro idolo che ha sempre amato il contatto con il pubblico. Ed ecco che all'indirizzo segreteria@ngweb.it è arrivata una valanga di lettere (il concorso, a proposito, si chiuderà il 10
luglio). La «commissione», composta da due giornalisti de «La Sicilia» ed uno del sito www.lasicilia.it, ha dato una prima lettura ad alcune e-mail - ne sono arrivate oltre quattrocento in meno di dieci giorni - e la cosa che ha più colpito, è che molte provengono da altre regioni, tante addirittura dall'estero. Tra i messaggi giunti fino a ieri, vogliamo sottoporne qualcuno ai nostri lettori. Non sono quelli dei «vincitori» perché tutti, compresi quelli pubblicati oggi, verranno riletti attentamente e giudicati in seguito. Il primo è di un illustre personaggio e crediamo che sia utile pubblicarlo.
Carissimo Claudio Baglioni, conosci bene il dramma che tantissimi bambini (in Italia e all'estero) vivono riguardo al loro sfruttamento sessuale e alla pedofilia. Chi ti scrive è don Fortunato Di Noto, fondatore
dell'Associazione Meter (www.associazionemeter.it) impegnata nel promuovere i diritti dell'infanzia contro la pedofilia: che ne diresti di fare un piccolo accenno durante il tuo concerto? Di spendere, se lo riterrai opportuno, una parola di testimonianza per l'impegno della nostra associazione Meter. Un caro abbraccio. Una benedizione per il tuo lavoro e la tua missione di parlare e cantare della vita con le tue canzoni. don Fortunato Di Noto
Dicevamo della tante lettere che sono arrivate dall'estero, come quella di Laura Cantarella proveniente dall'Australia, oppure quella di Emanuela Sanfilippo Allen che ci scrive da Hendersonville, negli Stati Uniti.
Da un po' più vicino, Siracusa, arriva la lettera di Carmela Lo Manto: «Ho sempre ascoltato con molto interesse e con il cuore le tue canzoni, che mi hanno sempre emozionato, sono piene di amore, sentimenti e ti chiedo come può essere che nonostante tutto ciò che ci circonda, tutte le cattiverie, tutte le cose brutte inspiegabili, tu riesci ancora a credere così fortemente all'amore? E cos'è che ti fa ancora andare avanti senza farti arrendere? A presto, una tua grandissima e eterna ammiratrice.
La cascata di lettere prosegue:
Come ci si adegua al mercato, cambiando musicalità e testi delle canzoni? Me lo sono sempre chiesto.
Valerio, Catania Sono una tua fan di trent'anni. Ti seguo dall'età di 8 anni e continuo (con
ancora più entusiasmo) a comprare i tuoi dischi. Hai mai pensato di ritirarti dalla vita pubblica, facendo scelte simili a Battisti o Mina, per goderti momenti più intimi con i tuoi cari? O hai «bisogno» della gente?Katia, Messina
Ci siamo incontrati spesso ma tra la folla ero come una foglia di un albero che non poteva essere notata. Grazie per questo magnifico disco che ci hai donato. Patapan mi ha colpita al cuore anche se non ho mai avuto un padre.
Mi sono chiesta se mai scriverai una canzone per dire a tua madre che l'ami. Non aspettare che sia troppo tardi, io non ho fatto in tempo. probabilmente l'hai già scritta ma la pubblicherai mai?Eleonora Perotti, Mantova
Perché non vieni mai a suonare ad Aosta? Nella tua carriera in più di mille date di tour, da Solo passando per Assolo, Assieme, i tour dei colori, fino ad arrivare ad Acustico 2000 ed InCanto, non sei mai venuto a suonare in Valle d'Aosta. Ci spetta il primato della tua mancanza. Grazie per aiutarmi con la tua musica a superare i momenti difficili di ogni giorno. Lorenzo, Aosta
Hanno scritto anche tanti ragazzi che pongono a Baglioni quesiti puramente tecniche (come Davide e Carlo che scrivono da Palermo, Toto da Caltanissetta), mentre la catanese Claudia, che si sposa a settembre, vorrebbe invitare il cantante al matrimonio.
Ricordiamo che soltanto dieci lettori avranno la possibilità di incontrarlo, ma a tutti assicuriamo che consegneremo a Baglioni l'intero «malloppo» di mail. Chi lo sa, potrebbe venirne fuori un simpatico volume o potremmo convincere Claudio a rispondere personalmente, magari via mail ai tantimessaggi.
A tutti, rivolgiamo l'invito a continuare a scriverci e, soprattutto, a non dimenticare, con l'intestazione «SCRIVI A CLAUDIO BAGLIONI», di indicare nome, cognome, indirizzo e numero di telefono LEONARDO LODATO

(Corriere Adriatico 13 Giugno)
Domani concerto imperdibile Baglioni apre il nuovo tour

Il fine settimana straordinario di Ancona si apre domani con il concerto di Claudio Baglioni allo stadio del Conero. Dopo cinque anni, l'interprete romano torna ai grandi spazi e lo fa con un progetto, ancora una volta, innovativo: non un tour in senso stretto, ma sette pezzi unici, per altrettante "prime", caratterizzate, tra l'altro, da ospiti, impianti scenografici e quadri luce diversi di città in città. Oltre tre ore di show live, nelle quali il musicista romano - accompagnato da un supergruppo di 6 musicisti e da un'orchestra di 30 elementi, artisti e acrobati - presenterà alcuni assaggi del nuovo album "Sono io, l'uomo della storia accanto", insieme al meglio di un repertorio unico e intramontabile, che unisce e appassiona, ormai, tre generazioni e racchiude alcune tra le pagine più belle e amate dell'intera musica leggera italiana. Uno spettacolo da non perdere che Ancona ospita per la prima tappa prima del tour nazionale.

(Corriere Adriatico 13 Giugno)
A Tvrs questa sera tra gli ospiti Pepi Morgia
Su "Ulisse" puntata speciale dedicata all'evento musicale

RECANATI - Dopo la pausa di una settimana e prima dell'inizio delle repliche estive (sempre questa sera alle 20.30 su Tvrs), Ulisse: viaggio nel nostro tempo torna con una puntata speciale interamente dedicata all'evento musicale di inizio estate: il concerto di Claudio Baglioni allo stadio "Del Conero" di Ancona che apre il tour italiano.
Ospiti di Giuseppe Corradini, lo show designer Pepi Morgia, regista di tutti i concerti del cantautore romano oltre che di molti degli eventi più importanti del panorama musicale italiano e il coreografo Luca Tommassini, chiamato a coordinare i circa trecento artisti che saliranno sul palco insieme a Claudio Baglioni la sera del 14 giugno. Alcuni di essi saranno in trasmissione e racconteranno alle telecamere di Ulisse il proprio stato d'animo alla vigilia di un appuntamento così importante.
Al programma parteciperà anche Piero Cesanelli, ideatore e direttore artistico del Premio Città di Recanati che vede proprio Claudio Baglioni tra i nomi di prestigio del Comitato Artistico e lo stesso Pepi Morgia in qualità di regista dell'evento.
Com'è nello spirito del programma di punta dell'emittente marchigiana, ampio spazio verrà dedicato al dibattito sul ruolo della musica d'autore nella società odierna. Ad orientare la discussione saranno, come sempre, i servizi realizzati da Manolita Scocco.

(Corriere Adriatico 13 Giugno)
Baglioni incontra gli studenti universitari e risponde a una raffiche di domande
"Claudio, sei il sesto evangelista"

ANCONA - Bello e suggestivo l'incontro tra Claudio Baglioni e i suoi fan. Arriva attorno alle 17 presso l'aula Magna dell'Università Politecnica delle Marche: in completo bianco e in clamoroso ritardo sui tempi nei quali l'incontro era stato fissato. Ma il 'suo' pubblico non l'ha abbandonato... si scusa Baglioni: "Non ho scuse sufficienti ma il calendario di questi giorni è così pieno d'impegni che i ritardi si susseguono per tutta la giornata".
Inizia l'incontro e l'occasione per vedere e porgere una domanda al cantante romano è per molte ragazze irripetibile e il ritmo con quale vengono poste diventa frenetico. Baglioni si racconta e inizia parlando del suo ritorno musicale alle origini: "Ho sentito il bisogno di tornare ai miei pezzi che parlano d'amore; in un'epoca confusa come quella che stiamo vivendo, l'amore è una medicina e un ponte verso un futuro migliore".
Poi introduce il suo concerto e ne parla come fosse una relazione d'amore: "Ogni concerto è una storia a se e ogni volta che ho la possibilità di cantare su di un palco riesco ad esprimere la mia voglia di libertà. Sono una persona molto malinconica e quando posso raccontare la mia vita, mi sento come stessi vivendo un rapporto d'amore. Certo, tanta è la tensione che arriva prima dello spettacolo, proprio come se si dovesse sostenere un esame, anche se tutto viene preparato nei minimi particolari; poi, all'interno di uno stadio (nell'occasione il Del Conero) ci si ritrova a vivere sensazioni completamente diverse".
La platea (circa 200 le persone che hanno atteso in trepidazione Baglioni) inizia a scaldarsi e c'è chi addirittura lo definisce il sesto evangelista: "Bhe - sorride Baglioni- allora vi saluto volando via... direi di non meritare nemmeno un centesimo di quello che mi è stato detto anche perchè la responsabilità di sopportare queste parole è molto alta. Del resto faccio questo mestiere da circa 35 anni è oltre al fatto di provare una grande soddisfazione nel farlo c'è la grande tensione di non dover mai deludere nessuno. Le responsabilità mi pesano, sono una persona timida e riservata, e ogni tanto cerco di sfuggire a tutto questo entusiasmo".
Baglioni ha trovato ad Ancona un città che lo ha ospitato e accolto come fosse di casa e il cantante ne è consapevole: "Ormai quella di Ancona è diventata per me una tappa scaramantica e, dopo l'assolo davanti alla ridotta platea del teatro delle Muse, quello di domani sarà il naturale passaggio di consegne col pubblico".
Il suo pubblico freme, vuol sapere cosa si vedrà nello spettacolo di sabato e Baglioni, almeno in parte, accontenta tutti: "Si tratterà di un concerto molto particolare che non dovrebbe avere un'ossatura rigida. Sentirete che alcune canzoni esulano dall'organizzazione del concerto e qualche volta avrete l'idea di stare all'interno di una sorta di 'Sarabanda'. Forse sarà l'ultimo spettacolo di questo tipo che farò nella mia carriera".
L'ultima domanda è per il suo ventilato ritorno in tv ma Baglioni scongiura che questo avvenga: "Non ci penso... almeno per adesso". DAVID LUCONI

(Corriere Adriatico 13 Giugno)
Il rapporto tra la Grande rete e il cantautore romano
"Internet? Bene, ma..."

ANCONA - La meravigliosa carriera di Baglioni ha rappresentato per molti cantanti nostrani un punto di riferimento ma, come racconta lo stesso cantante romano: "Ho avuto diversi incontri musicali con i cantautori importanti del nostro panorama musicale. Apprezzo moltissimo Carmen Consoli, che per me rappresenta un'artista piena e versatile, Daniele Silvestri, nel quale ritrovo quell'estro che anche avevo nei miei primi anni di carriera, e Samuele Bersani che trovo molto originale. Peccato che tutti questi grandi personaggi entrino nel mondo discografico proprio adesso che la situazione è veramente difficile: pirateria, copie masterizzate e prezzi troppo alti sono i veri problemi di questo mercato discografico".
E a tal proposito si arriva a parlare di internet e di tutti i relativi software utilizzati per scaricare canzoni e masterizzare Cd e Baglioni entra in merito alla questione: "Internet è un po come la fissione nucleare... se ci realizzi la bomba atomica sbagli e rendi il tutto molto pericoloso ma se la usi per scopi che possono portare progresso fai del bene alla comunità. Del mondo di internet, che credo essere la più grande innovazione del nostro secolo, apprezzo la parte comunicativa ma, se le aspettative che vi si gettano risultano eccessive allora diventa tutto sbagliato".
Si parla di Internet e dell'aspetto comunicativo di un personaggio all'interno del mondo musicale e la domanda che sorge spontanea riguarda l'importanza del look in una carriera musicale: "Sinceramente pensavo che al look - racconta Baglioni - si desse meno importanza ed invece mi sono accorto che qualcuno ne fa una vera e propria questione di stile e di vita. Cerco di essere gradevole, un po come quello che si fa la barba tutte le mattine per non sembrare troppo trasandato ma, sicuramente questa nostra società è troppo improntata sull'aspetto visivo delle persone vicine".
Mentre, per Baglioni la vera urgenza, come lui stesso suggerisce, è quella di comunicare tramite le sue canzoni: "Ho il grande desiderio di essere vicino agli altri e credo che le mie canzoni, in tal senso, non siano mai terminate o concluse... in ognuna di loro va aggiunto qualcosa. Ma è il mio stesso pubblico a sostenermi, in particolare, quando rileggo le lettere che mi giungono; in esse i miei fan mi descrivono le belle sensazioni che provano ascoltando la mia musica e queste sono situazioni che mi danno la forza di andare avanti". D.L.

(Il Gazzettin13 Giugno)
IN ATTESA DEL CONCERTO
L'evento-Baglioni è on line

Claudio Baglioni sarà in concerto - nell'unica data del Nordest - lunedì 23 giugno allo Stadio Euganeo di Padova e da ieri è possibile visitare direttamente on-line tutte le fasi dell'evento: video, immagini del backstage, curiosità e tappe di allestimento sul sito www.baglioni.it. Dopo cinque anni, l'artista torna nei grandi stadi e lo fa con un progetto, ancora una volta innovativo: non un tour tradizionale, ma otto pezzi unici, per altrettante "prime", caratterizzate, tra l'altro, da ospiti, impianti scenografici e quadri luce diversi di città in città. Dopo Ancona e Milano, Padova: oltre tre ore di show live, nelle quali il musicista romano, accompagnato da un supergruppo di sei musicisti e da un'orchestra di trenta elementi, presenterà alcuni assaggi del nuovo album "Sono io, l'uomo della storia accanto", insieme al meglio di un repertorio unico e intramontabile, che unisce e appassiona tre generazioni.

(Il Resto del Carlino 13 Giugno)
Una lezione con il prof Baglioni

ANCONA — Per Claudio Baglioni, che sabato sera debutterà nel suo tour proprio qui da noi, Ancona è diventata qualcosa di più di una semplice tappa concertistica. E' una città che gli porta fortuna. Lo ha detto ieri pomeriggio rispondendo alle numerose domande degli studenti di ingegneria nell'aula magna di Monte Dago. Completo bianco, leggermente affannato per le estenuanti prove a cui si sta sottoponendo in queste ore, Baglioni si è presentato con un ritardo abissale ai circa 200 fan dell'università di ingegneria, che lo hanno atteso con pazienza per più di un'ora e mezza. Ma si è fatto perdonare rispondendo con grande disponibilità agli interrogativi a 360 gradi posti dai suoi fan. Come il perché, ad esempio, di questo debutto ad Ancona. «Per tanti motivi — ha risposto lui — logistici, essendo il Palarossini un'ottima struttura per provare, e poi per motivi scaramantici: qui mi sono rimesso a lavorare dopo un periodo molto triste per me e i risultati sono stati ottimi». Una città, la nostra, dove Baglioni ha ormai tanti amici, che come ha sottolineato non lo lasciano mai solo. Ma perché abbandonare la televisione, lo ha incalzato con una domanda impegnativa un'altra fan. «Tempo fa alcuni programmi li avevo proposti – ha confessato – ma forse erano troppo innovativi. Il fatto è – ha commentato con un pizzico di amarezza – che oggi in televisione non si guarda più alla qualità dei programmi, ma solo al riscontro dell'auditel». E di importante per i giovani oggi c'è anche internet, gli ha fatto notare una ragazza. Uno strumento che secondo Baglioni bisogna saper usare, arma a doppio taglio nella diffusione della musica. «E' come la fissione nucleare. Può essere utile ma pure pericolosa. Dipende da cosa ci fai». E poi il concerto di sabato. Cosa si aspetta Claudio Baglioni dalla prima tappa anconetana? « Non lo so – ha risposto il cantautore – Sarà un concerto molto particolare. L'idea non è tanto di rappresentare tutto il mio repertorio musicale, ma di fare qualcosa di nuovo, che coinvolga tanti artisti che collaborano con me e che dia alla serata una dimensione di festa. Saranno tre ore di concerto, di spettacolo e di sorprese».
Gli ultimi biglietti per il concerto di Baglioni sono disponibili al T.Box di Ancona (presso il Palarossini; info 071/2901224) e nelle consuete prevendite.

(Il centro 13 giugno)
Un'orchestra abruzzese per Baglioni
Domani l'apertura del tour allo stadio di Ancona
E' la sinfonica «Ars Musica» diretta da Antonio Cericola

Claudio Baglioni torna nei grandi stadi delle principali città italiane con un singolare tour. Da domani, partendo dallo stadio di Ancona, si accende nuovamente l'universo di suoni, di colori e di emozioni: un insieme di magia e suggestione che si rinnova ogni volta, nelle scenografie e nei riflessi, nel carattere e negli accadimenti. Uno spettacolo grandioso e imponente, diverso di volta in volta, grazie al coinvolgimento di artisti, ballerini e performer, reclutati in ognuna delle 8 città del tour, ideato da Baglioni insieme allo scenografo Pepi Morgiae al coreografo Luca Tommasini. Tra le novità del tour la presenza di un'orchestra abruzzese.
Si tratta della sinfonica Ars Musica diretta da Antonio Cericola, direttore e compositore tra i più stimati e quotati dell'ultima generazione. La produzione dell'orchestra è affidata alla Multimedia artisti associati di Pescara diretta da Bruno Leombroni. Per questa realizzazione Baglioni ha puntato su giovani artisti abruzzesi la cui scelta, non casuale, ha privilegiato la competenza e la professionalità di musicisti che, nonostante la loro giovane età, hanno già acquisito un valido bagaglio di esperienze. Capaci di assicurare un livello artistico di qualità, provenienti da ambienti eterogenei ma che respirano una tradizione musicale fortemente radicata in Abruzzo, essi si avvalgono di una preparazione accurata che trova nel direttore Cericola il naturale riferimento.
L'orchestra sinfonica Ars Musica è un organico che si prefigge come obiettivo primario di favorire la crescita culturale e artistica dei giovani musicisti, collocandosi come importante punto di riferimento dell'Abruzzo. Composta da oltre 30 elementi accuratamente selezionati e preparati, l'orchestra si avvale della direzione artistica nonché della competenza didattica di Antonio Cericola, direttore stabile.
Tra le precedenti esperienze dei suoi componenti un'incisione per il cd di Marco Werba per il film «Zoo» con Asia Argento, il sodalizio con il pianista jazz Lerry Willis.
Il repertorio spazia da Bach ai capolavori del sinfonismo ottocentesco fino alla musica del Novecento. Innovativi risultano i programmi da concerto in cui i classici sono affiancati da pagine meno consuete tratte da una letteratura più moderna.
Invitata al tour estivo 2003 di Claudio Baglioni, l'Orchestra sinfonica Ars Musica sarà presente a tutti gli appuntamenti della tournée negli stadi delle maggiori città italiane.
L'organico è il seguente:
flauto, Stefano Mammarella; oboe, Fabrizio Santeusanio; clarinetto, Maurizio Croci; corni, Fausto Leli, Gianfranco Di Donatantonio; trombe, Domenico Di Francesco, Nicola Giuliani; tromboni, Matteo Di Matteo, Renato La Mantia; violini, Federica Vignoni, Alberto Fabiani, Sonia Cusenza, Chiara Leonzi, Domenico Mancini, Marialetizia Massetti, Dora Ruggiero, Morena Di Gennaro, Alessio Giuliani, Silvia Di Virgilio, Catia Graziaplena, Sabina Graziaplena, Clara Desiderio, Chiara Aventaggiato; viole, Chiara Piersanti, Fabrizio Pagliarone, Erika Alessandrini, Alessandra Terra; violoncelli, Antonio D'Antonio, Rony Beraha, Federico Orlando, Daniela Di Felice; contrabbassi, Paolo Di Camillo, Umberto Ciaramellano

( La Sicilia 13 giugno)
Ancora biglietti disponibili

Scatta la caccia al «posto numerato» per il concerto che Claudio Baglioni terrà a Catania allo stadio Angelo Massimino il prossimo 12 luglio, a chiusura del Tour 2003. Ma i biglietti per tutti gli altri settori («tribuna B» e curve) sono ampiamente disponibili presso tutte le prevendite abituali, sparse nelle province siciliane e calabresi. Il call center che è stato attivato già da alcune settimane per dare tutte le informazioni sull'unico concerto in Sicilia del cantautore romano (tel. 095.509615) è stato bombardato nelle ultime ore dalle telefonate dei fan, che chiedevano notizie su una presunta indisponibilità di biglietti. In realtà Giuseppe Rapisarda, organizzatore della data siciliana, ribadisce che «al momento sono stati suddivisi in tutte le prevendite quasi 17.000 tagliandi». Le uniche difficoltà sono legate in queste ore soltanto alla disponibilità dei «posti numerati» della tribuna coperta dell'ex Cibali, che in questo momento possono essere comprati in alcune prevendite; tra queste a Catania da Box Office (095.7225340) e da Primafila (095.7151740) ed a Palermo da Box Office presso Ricordi Mediastore (091.335566), Ellepì Dischi (091.323084), Dischery (091.205808) e Master Dischi (091.323151). Il costo dei biglietti per il concerto di Catania è di euro 57,50 (diritti inclusi) per la tribuna numerata coperta e di euro 28,80 (diritti inclusi) per il posto unico (tribuna B e curve).


(Il Resto del Carlino 12 Giugno)
Claudio Baglioni incontra gli studenti
Sabato allo stadio l'atteso concerto

ANCONA — Claudio Baglioni incontra gli studenti universitari di Ancona. Questo pomeriggio (ore 15.30) il cantautore sarà infatti nell'aula magna della Facoltà di Ingegneria a Brecce Bianche. L'occasione è offerta dal meeting promosso dalle associazioni studentesche «Università Europa» e «Darwin», e darà, attraverso le parole di Baglioni, la visione di una vita trascorsa a raccontare i tempi che hanno scandito tre generazioni dell'Italia, fino ad arrivare all'ultimo lavoro uscito il 23 maggio dove «è il cuore più che la testa a tenere il timone». Si parlerà ovviamente anche del tour che il cantante ha deciso di far partire proprio da Ancona. Il grande show, organizzato su iniziativa dell'Amministrazione comunale in collaborazione con Capitanicoraggiosi e Anno Zero, è in programma sabato sera allo stadio «Del Conero». Sono disponibili ancora i biglietti, in vendita al T.box, presso il Palarossini (tel. 071/2901224) e nelle abituali prevendite.

(Corriere Adriatico 11 Giugno)
L'uomo della storia accanto

QUESTIONE di ore ormai e sabato sarà svelato il contenuto dello stadio. Una specie di bunker che contiene i segreti del concerto-evento di quest'estate: la prima tappa nazionale del mini-tour di Claudio Baglioni. Solo otto tappe per otto concerti in esclusiva. Un canovaccio per tutti e la voglia di inventarsi ad ogni tappa. Un concerto ispirato da una Musa, o meglio dalle Muse, perchè proprio a gennaio quando il cantautore è stato il primo artista ad inaugurare il ritrovato Massimo di Ancona che ha iniziato a prendere corpo questa nuova avventura. Il ricordo di quella serata è ancora nitido come lo sguardo delle migliaia di persone che avevano riempito il Teatro.
"A come Ancona", aveva detto all'inzio di quel concerto. Un vaticinio diciamo oggi, dopo che la squadra dorica ha conquistato la massima divisione. "Ancona mi portafortuna", mi aveva confidato. E la fortuna è andata in osmosi.
E' più che un rapporto affettivo. Se Claudio Baglioni riparte da Ancona un motivo c'è. Da qui ha chiuso l'avventura dei concerti minimali e torna al live. "In fondo sapevamo che si sarebbe creata una specie di staffetta" tra quel concerto e la mini maratona estiva.
C'è frenesia intorno a lui. C'è preoccupazione sul suo volto. Mantiene la sua cordialità, anche se non ha voglia di parlare. Ormai è risaputa la sua fama di essere un "perfezionista al limite del sopportabile", come lo definiscono i suoi collaboratori più intimi. E per uno che non vuole lasciare nulla al caso questo tour è una vera e propria scommessa, in quanto sarà lasciato spazio anche all'improvvisazione. Una scommessa, come dice lui, con se stesso, con le sue paure.
Ma, intanto, vanno avanti le prove. Si inizia la mattina, breve sosta per il pranzo e ancora prove, in attesa che lo stadio s'illumini e sprigioni tutta la sua forza, tutto l'impatto che solo i grandi numeri possono dare.
Un evento esclusivo presentato in un momento in cui il cantante ha ripreso il suo cammino artistico con l'uscita del suo Cd "Sono io l'uomo della storia accanto".
Ed è così che dopo cinque anni Claudio Baglioni torna nei grandi stadi con un tour singolare: 8 spettacoli, ognuno dei quali un pezzo unico "per sorprendersi e sorprendere gli altri". I concerti si differenzieranno, infatti, per ospiti, impianti scenografici e quadri luci.
Danze, arti figurative e discipline circensi saranno alcuni degli elementi che caratterizzeranno ciascun spettacolo. Lo spazio scenico sarà dilatato per quasi tutta la dimensione del campo da gioco, permettendo cambiamenti da concerto in concerto, compresa la scaletta, per un'esperienza assolutamente unica.
Il progetto del nuovo tour è stato ideato dallo stesso Baglioni con il regista Pepi Morgia ed il coreografo Luca Tommassini. "Gli elementi di singolarità si aggiungono per dei pensieri che sto portando avanti da 10/15 anni, ma lo spettacolo resta fondamentalmente la musica", dice Baglioni.
Dal nuovo album "Sono io, l'uomo della storia accanto", uscito a maggio, suonerà solo 5 o 6 brani. Top secret ancora la scaletta, ma non potranno mancare i "ritagli" musicali più importanti della trentennale carriera del "padre" di "Questo piccolo grande amore": brani del passato "remoto" con arrangiamenti originali, oggi "vintage". E in un corale abbraccio di color arancione in tanti saranno lì a cantare le sue canzoni, magari mano nella mano con il "vicino del posto accanto".

(Corriere Adriatico 11 Giugno)
Nato a Roma il 16 maggio del 1951 nel quartiere di Montesacro scopre giovanissimo la musica
La chitarra per raccontare storie d'amore

LE CANZONI di Claudio Baglioni sono inconfondibili. Il climax viene raggiunto con un'accurata progressione di note. Non è uno di quei tipici "crescendo" arrabbiati e disperati, ma la vibrazione profonda ed istintiva da sembrare connaturata con il personaggio. Se la voce è roca l'artista è comunque educa«ato, romantico all'ennesima potenza, abile nel costruire strofe d'amore che raccontano la realtà così come dovrebbe essere, certo non com'è. In un'intervista del 1982 dice: "In tutti questi anni molte persone si sono prese la briga di trovare delle etichette per le mie canzoni: c'è chi le ha chiamate facili, difficili, altri ermetiche, intimiste, commerciali, qualunque cosa siano in realtà, io so soltanto che sono spontanee, che vengono da quello che ho visto con questi occhi e da quello che ho sentito con questo cuore". Sono le parole semplici, ma accuratamente incastonate in uno slargo melodrammatico, in un'apertura di note che rendono celebri ed indimenticabili alcune delle sue canzoni come Sabato pomeriggio o Questo piccolo grande amore. Il segreto del successo di Baglioni, del resto è proprio questo: riuscire a rendere accettabile le esigenze e le piccole proteste giovanili in nome di un pacifismo interclassista e, soprattutto, intergenerazionale, con una musicalità vincente che sa citare con abilità il folck anglosassone, la tradizione melodica della scuola di Genova e il melodramma ottocentesco.
Claudio Baglioni nasce il 6 maggio 1951 a Roma, nel quartiere Montesacro: la madre Silvia fa la casalinga, il padre Riccardo è un ex contadino arruolato nei carabinieri e arrivato al grado di maresciallo. L'adolescenza trascorre tra Montesacro e Centocelle, tra dignitose ristrettezze economiche. La musica si presenta sotto forma di una chitarra regalata da uno zio di Claudio quattordicenne: è il 1965 e a Roma si stava scoprendo città del beat con l'apertura del Piper. I Rokes furoreggiavano con le loro canzoni. Tutti i ragazzi volevano una chitarra, tutti i ragazzi portavano i capelli lunghi. Claudio alternava la chitarra al pianoforte: il beat non lo interessava. Il suo animo batteva per ritmi romantici. Bravissimo a scuola, termina con il massimo dei voti Ragioneria con l'intento di iscriversi ad Architettura. Ma, intanto, cresceva la voglia di musica. Ora, nel 2003, la prossima tappa non sarà una canzone, ma la laurea in Architettura. STEFANO FABRIZI

(Corriere Adriatico 11 Giugno)
Cristiana Borghi è una fan appassionata, che si fa anche 50 tappe a tour
"E' come una droga, la Baglionina"


PER Cristiana Borghi è una passione profonda, di quelle vere, di quelle che ti danno la carica, la forza per sobbarcarti migliaia di chilometri in un giorno e accaparrarti i posti in prima fila, passando magari tutta la notte davanti alla biglietteria del teatro o dello stadio. Con qualunque tempo, in qualunque stagione.
"Io la chiamo la Baglionina, una specie di droga come la cocaina - dice Cristiana guardandoti con la suo sguardo azzurro e scanzonato - è una passione che ti prende dentro, e un po' come andare sul Tibet. Ma è anche un gioco. Siamo un gruppo di matte che ci teniamo in contatto e partiamo alla conquista del nostro idolo. E' un qualcosa che ti fa sentire viva".
Da quando è iniziato tutto questo?
"Da tanto tempo. Le prime canzoni mi hanno colpito quando avevo 15 anni, E' stato un crescere insieme a Claudio. Ho comprato tutti i dischi, le cassette, ho una collezione invidiabile. A dire la verità i primi anni non mi piaceva tanto, poi ho cominciato a scoprire nei suoi testi le cose che avevo dentro e che non sapevo esrimere. Lui le cantava".
Ma la follia vera e propria quando è esplosa?
"Guarda, mi ricordo anche il giorno, era il 21 marzo del '92, ero a Roma e assistevo a "Oltre il concerto". Da allora sono diventata una "globe trotter" di Baglioni. Lo seguo in tutta Italia. Viaggio con due amiche, una di Carrara e una di Firenze che ho conosciuto in tour. Spesso ci facciamo 40, 50 tappe dello stesso tour... Una volta è capitato che ci ha fermato la Finanza, perché essendo sciopero dei benzinai viaggiavano con due taniche di benzina. Per fortuna è andata bene, non ci hanno arrestato."
Con lui parlate spesso?
Certo, lui è carinissimo, è una persona disponibilissima, aperta. Ormai ci accoglie come delle amiche, sa che siamo inoffensive e ogni volta ci facciamo quattro chiacchiere dopo i concerti, senza essere troppo invadenti".
Ma questi fan come sono?
"Sono di tutte le età, uomini e donne, mamme che si portavano dietro le figlie e che ora vengono trascinate dalle figlie diventate ormai grandi e pazze di Claudio. L'età media? Intorno ai trenta, ma ci sono anche i giovanissimi"
Baglioni nel corso di questi anni è cambiato, lo preferivi primi o adesso?
"Claudio è sempre lui. Io apprezzo la sua versatilità. L'album prima di questo era complesso, adatto a un pubblico attento. L'ultimo Cd è più accessibile, però va osservato con attenzione, può essere letto a più livelli.
E che mi dici di questo nuovo look che ha adottato e che fa discutere?
"Io vado oltre, non mi interessa come è. Ma quello che canta".
Ti piace più la dimensione intimista o i grandi spazi?
"Io preferisco ascoltarlo in teatro, mi piace vederlo cantare da solo, lo sento più vicino. Poi sai, dopo tanti anni riesco a cogliere tutte le sfumature".
Ma ascolti solo Baglioni?
"No, ascolto tanta musica; soprattutto quella italiana. Ma alla fine diciamolo, Claudio è Claudio". MARINA ROSCANI

(Corriere Adriatico 11 Giugno)
Sono ventimila in tutta Italia gli aficionados del cantautore. Un uomo, un artista che ha sedotto tre generazioni con la sua musica
Sono tanti i fan anconetani. Lo seguono da anni e qualcuno ascolta soltanto la sua musica
"Claudio è nato per cantare le canzoni d'amore"


SONO ventimila in tutta Italia i fan di Claudio Baglioni. Un uomo, un artista che ha sedotto tre generazioni con le sua poesia e la sua musica. E un carisma che una volta che ti "acchiappa" è per tutta la vita.
Ce lo raccontano anche i fan anconetani che stanno vivendo questi giorni di vigilia come una specie di sogno. Con Claudio sempre qui a portata di mano, che gira per la città, che va allo stadio a vedere l'Ancona, e le ha portato pure fortuna. E adesso che il 14 è a un soffio sta al Del Conero a seguire il montaggio del megapalco da 2000 metri quadrati, dove si consumerà l'evento.
"Io lo seguo da 11 anni - dice Danilo - e viene con me anche la mia ragazza Manuela. Giro l'Italia per seguirlo nei suoi concerti. Nell'ultimo alle Muse ero tra i 14 che all'1 di notte era davanti alla biglietteria per prendere i posti migliori".
E Manuela telefona a posta in redazione, per puntualizzare che è vero che Danilo l'ha iniziata al culto di Baglioni, ma quella che "rischia la vita" e aspetta le ore per vedere il loro idolo è lei, e non Danilo. E poi ci confessa che gli piace anche perché è un uomo bellissimo, "che riesce a dare sensazioni forti, e a raccontare la vita vera, come quella che viviamo tutti noi. Racconta momenti ed emozioni e te le fa materializzare davanti".
E torniamo a Danilo, come è nata questa passione?
"Ho cominciato ad ascoltare i suoi dischi, a vederlo dal vivo. Mi ha conquistato. Nel '95 è tornato alla grande dopo 5 anni di silenzio con "Io sono qui". E si è dimostrato ancora una volta all'altezza. Per me definirlo cantautore è riduttivo, lui è un poeta. In quest'ultimo cd è tornato il "vecchio" Baglioni, quello delle canzoni d'amore. E il vero Claudio è questo. Dolce, romantico".
Lui è cambiato in questi anni, hai apprezzato questi mutamenti?
"Ti rispondo con quello che ha detto Claudio durante un'intervista. E cioè che il movimento della musica in Italia va avanti per forza d'inerzia, e che lui invece ha sempre cercato di dare alla gente quello che si aspetta da lui, di capire quello che il suo pubblico desidera ascoltare".
Che musica ti piace?
"Ascolto solo lui"
E anche Luana non ha pudori a raccontare la sua passione.
"Lo seguo dal '95, siamo un bel gruppo e ci troviamo nelle varie città d'Italia per i suoi concerti. Una volta sono andata con Cristiana Borghi a parlagli in camerino. Mi ha colpito la sua sensibilità, la grinta. E' un uomo di classe. E poi è fatto apposta per cantare l'amore. Ha una grande energia nel trasmettere le sensazioni". M. R.

(Corriere Adriatico 11 Giugno)
Nessuna è voluta mancare all'appuntamento con l'artista. Ricordi in più da conservare
Quel giorno al Corriere, che emozione!


C'È gente che può permettersi di fare un ritardo di un paio d'ore senza incorrere nell'ira funesta delle donne.
Claudio Baglioni potrebbe tardare di mezza giornata e le sue ammiratrici non batterebbero ciglio. E infatti erano tutte lì, al Corriere Adriatico, già alle due del pomeriggio. Hanno fatto di tutto per esserci, tempestato di telefonate Radio Arancia, saccheggiato edicole a caccia del giornale per ritagliare i magici tagliandi, biglietto d'ingresso per un pomeriggio intero con il loro Claudio. Poi, hanno sistemato mariti e figli, qualcuna si è tirata dietro la bimba piccola, tranquilla e abituata alle piccole follie di mamma, quando c'è nei paraggi Baglioni.
Fans tanto accanite non si formalizzano mica per due ore di attesa, momenti da vivere tra amiche con l'emozione, i ricordi, le risate.
Raccontano di raduni nazionali, di incontri con Claudio un po' ovunque in Italia, di concerti in giro per le città, di canzoni che hanno accompagnato la loro vita.
Preparano macchine fotografiche e telecamere, non vogliono perdere nemmeno un attimo della magia che Claudio si porta dietro. E quando lui arriva, bello come il sole, in bianco candido e il sorriso tenero di chi chiede scusa, si sciolgono letteralmente ma senza isterismi, composte e sorridenti come se vedessero un amico carissimo.
E loro, le fan professioniste, tirano fuori i bigliettini con le domande. Gli chiedono di tutto, dal suo rapporto con Dio passando per i rimpianti e i rimorsi, fino al nuovo disco, alla musica di ieri, ai progetti per domani. Qualcuno azzarda pure qualche questione personale, storie di divorzi e di figli lontani.
Claudio non si sottrae, scherza e sbuffa fingendo un imbarazzo che non gli appartiene, abituato com'è a raccontarsi, in musica, da sempre. Parla della sua vita, dei sensi di colpa grandi come palazzi, di un figlio cresciuto con la madre, una piccola assenza che gli pesa.
E poi il nuovo disco, un ritorno al ritmo e alle emozioni di una volta, il concerto che prende i colori della città, gli artisti, i ballerini, i volti delle Marche.
E Ancona che porta fortuna, sono partiti da qui tanti tour sempre alla grande. In un angolo il regista dello spettacolo e amico da una vita, Pepi Morgia, vestito di bianco anche lui, capita tra persone che hanno un'intesa perfetta.
Quando arriva la splendida Rossella, le amiche di Claudio hanno un brivido di gelosia. Qualcuna azzarda a dire che magari non è tanto bella come sembra da lontano. Lei resta, discreta, in disparte, tra gli amici. Finite le domande è il momento dell'affetto, dell'abbraccio attorno al tavolo, dell'ultima foto, un autografo, una stretta di mano ancora.
Non vorrebbero più mandarlo via ma tanto, "strada facendo", troveranno ancora il modo per dirgli quanto lo amano, c'è da scommetterci. ANGELICA MALVATANI

(Corriere Adriatico 11 Giugno)
I ricordi, il passato, il futuro, le emozioni. Li ha portati con sé ad Ancona
Inguaribile venditore di sogni Sabato troverete in edicola con il Corriere: il poster di Claudio con dedica ai nostri lettori
Carismatico ed elegante. Così si appresta a salire sul palco

INTRAPRENDENTE venditore di sogni. Nella valigia Claudio Baglioni non è si dimenticato nulla. I ricordi, il passato, il futuro, le emozioni. Li ha portati con se ad Ancona. E li userà tutti per comporre il paradiso di note da "lanciare" il 14 giugno dallo stadio Del Conero. Melodico e sentimentale. Un impeto nobile e raffinato. Carismatico ed elegante. Così si appresta a salire sul palco del tour, ormai alle porte nella "prima" organizzata su iniziativa del Comune in collaborazione con le società Capitanicoraggiosi ed Anno Zero. Qui lascerà il suo primo "segno". Otto in tutta Italia (tra cui San Siro e l'Olimpico).
L'impronta di quella musica popolare che irrompe impetuosa come un fiume nelle grandi arene all'aperto. A cui ben ci aveva abituato nel 1998: avvolto nella patina di luci, colori e magie che tengono abitualmente il confine tra palco e realtà negli spettacoli del nostro.
E riecheggeranno ancora per molto le parole d'amore per la dorica. Vere dichiarazioni. Sincere. Per la città e per il suo mare. Artefice di ricordi concreti e di voli pindarici nei "lussuosi" sobborghi della mente. E poi l'equilibrio. Un elemento che lo lega a questi posti. Alle Marche.
Perché "è una regione che mette a tuo agio e trasmette serenità; la gente: interessata, attenta, appassionata, colta; il mare, che è sempre stato una formidabile fonte di ispirazione ed anche un punto di riferimento fondamentale. E poi c'è anche un pizzico di scaramanzia: cominciare da qui porta bene".
E dopo Renato Zero, ospite al Del Conero un anno fa, ora tocca all'irriducibile Baglioni conquistarsi un pezzetto di "eden" anconetano. Niente di meglio che il cantautore dell'amore.
Ed uno stratosferico spettacolo che vanta l'incursione nel cast di giovani artisti locali e la scenografia arricchita dagli accademisti marchigiani delle Belle Arti.
Un soggiorno animato dai colori del Monte Conero, cui amante indiscusso, ed una scintilla d'amore che è scoccata trenta anni fa quando, ancora sconosciuto, partecipò ad una importante trasmissione televisiva dell'epoca in diretta da Ancona. E' cresciuto l'artista, l'uomo. Ma la semplicità è quella di sempre.
Vero. Gentile, così come sul palco. Che ha una parola per tutti. Ironico. Divertente. E sta trascorrendo così, tra impegni e leggeri relax, la permanenza nel capoluogo.
Con i collaboratori più stretti, le inseparabili guardie del corpo, Fabio ed Alessandro, e la compagna Rossella. Perlopiù "segregato" nei "bunker" stadio-palazzetto.
Dunque le cene: unico momento di vera quiete. Al catering o nei ristoranti della zona. Discorsi accomunati dalla scelta del "dio" bacco per accompagnare la carne marchigiana agli ancora immimenti progetti futuri. E poi l'assalto. Flash, autografi a fans: imperterrite ma discrete.
E con la stessa piacevolezza risponde il "mito" Claudio, disponibile ed affabile nonostante i "riti" trentennali e le tre lunghe ore di lavoro sulle spalle. Inevitabile vita di un "attore e spettatore". ERIKA BARBACELLI
 

(Rockol 10 Giugno)
Vuoi fare una domanda a Claudio Baglioni? Scrivi a Rockol

Rockol vi offre la possibilità di porre una domanda a Claudio Baglioni, cantautore romano recentemente tornato alla ribalta con l'album "Sono io l'uomo della storia accanto" (vedi News): l'artista, infatti, parteciperà all'iniziativa organizzata da "ViviMilano", supplemento settimanale del "Corriere della Sera", che permette ai big della musica italiana di incontrare i loro fan. Al rendez-vous con Baglioni, programmato per il prossimo 16 giugno, sarà possibile partecipare contattando il recapito telefonico che sarà pubblicato sul numero di "ViviMilano" in edicola non domani ma giovedì 12 giugno a causa dello sciopero dei giornalisti, oltre che sul sito http://vivimilano.corriere.it. Rockol collabora all'iniziativa dando ai propri lettori, soprattutto a quelli che abitano lontano dal capoluogo lombardo, l'opportunità di partecipare virtualmente all'appuntamento con Claudio: è sufficiente inviare la propria domana all'indirizzo
claudio@rockol.it
senza dimenticare di specificare nome, cognome, età e città di residenza. La redazione di Rockol selezionerà le dieci domande più curiose, interessanti e bizzarre, fornendole poi al conduttore del "Faccia a faccia", che le rivolgerà direttamente al cantante. Rockol, successivamente, pubblicherà i nomi degli autori delle domande e le risposte di Baglioni.

(Da Capital di giugno, ci sono anche delle foto)
Claudio Baglioni indimenticabili anni 70
Faccia a Faccia Claudio Baglioni Erri de Luca
Il cantautore di Questo Piccolo Grande Amore e l'operaio rivoluzionario che studiava l'ebraico.
Uno riempie gli stadi, l'altro al massimo una stanza. Capital lo ha fatti incontrare. Com'e' finita? La pop star cita i romanzi dello scrittore. Lo scrittore canticchia i successi dalla pop star

Anni 70. Le canzoni, il cinema, la letteratura. Ma anche la maggioranza silenziosa, l'uccisione di Aldo Moro, il movimento del sessantasette… Anni lontani che sono prepotentemente tornati di moda. Anni in cui Claudio Baglioni, cantava questo piccolo grande amore, una canzone diventata simbolo di quel decennio, ed Erri de Luca, scrittore e giornalista napoletano, militava in Lotta continua.

Qual'e' il primo ricordo di quel decennio?

Baglioni: Uno personalissimo, che segna ancora la mia vita: il passaggio da persona ignota a persona nota, quando pensavo che non sarebbe piu' accaduto. Avevo studiato da geometra, conquistando il diplomino, perche' nel quartiere dove abitavo, Centocelle, non c'erano i licei. Avevo vissuto gli studi tecnici come una vergogna e allora mi ero iscritto ad archiettura. Nel frattempo scrivevo canzoni. Ma non accadeva niente. Il passaggio e' avvenuto dopo un viaggio in Polonia, dove sono diventato famoso e anche ricco soltanto li, perche' i soldi non si potevano portar via e, poi, non valevano niente. Rientrato ho pensato che comunque non sarebbe stato il mio mestiere. Cosi' decisi di scrivere le prime cose che mi venivano in mente e le consegnai alla casa discografica, rassegnato al peggio. Invece, il disco ebbe successo. E questo e' il ricordo personale. Poi c'e' l'ingresso alla facolta' di architettura: con la sensazione di aver capito, allora, poco e di rimpiangere, oggi, quello che non ho capito e anche quello che ho capito.
De Luca: Intanto vorre stabilire una scala di proporzioni. Da una parte c'e' un uomo che con il suo lavoro riempie gli stadi; dall'altra ce n'e' uno che riempie si e no una stanza. Una gran parte delle persone di quegli stadi conosce a memoria le sue canzoni; fra le persone che riempiono la stanza, se qualcuno si ricorda un titolo e' gia' grasso che cola. Allora diciamo che questo e' un faccia a faccia tra un capodoglio e un alice. Appianiamo il dislivello per comodita'. Forse ho un pelo di mesi in piu' di lui. Sono andato via di casa nel sessantotto, a 18 anni, sono finito a Roma dove fino al 1980, cioe' per tutto il decennio settanta, ho fatto parte della sinistra rivoluzionaria. Sono stato anzi, per molto tempo, un rivoluzionario di professione in quanto la mia organizzazione, Lotta Continua, mi sosteneva perche' fossi militante a tempo pieno. Il primo ricordo che ho degli anni 70 e' un ricordo di scontri dentro i quartieri: scontri con la polizia, connotati dall'odore dei gas lacrimogeni. E confortato dal lancio, dalle case, dei limoni che servivano a non lacrimare. Oggi si ti spermi un limone in un occhio lacrimi. Era il mondo alla rovescia.

Un ricordo lieve c'e'?

De Luca: Quella gioventu' della quale ho fatto parte non era lieve per niente: La musica veniva utilizzata per marciare, per cambiare i connotati: non erano piu' canzoni d'amore, diventavano canzoni che si occupavano di lotta: All'improvviso arrivavano dall'America quelle di Bob Dylan: uno poteva cantare Times are a changing e trasformarla in una macchina di movimento politico.
Baglioni: Nel Settanta, la canzone, che per molti anni era stata una sorta di serenata, registra, curiosamente, un'esplosione di motivi, come si diceva allora, di evasione. Fino al sessantasette-sessantotto ho scritto molte canzoni che non sono state pubblicate, e molte non sono neppure passate alla radio, perche' sembravano politiche (sorride). Non lo erano neanche molto; ma, se non altro, non parlavano d'amore. C'era questa distinzione fatta con il taglione (ride): o era bianco o era nero.

Come comincia la tua storia musicale post adolescenziale?

Baglioni: Con una canzone che si sviluppa in una manifestazioni di piazza e che i miei discografici di allora hanno sempre ignorato (non avevo alcun potere: ero gia' felice di incidere dei dischi). Mi dicevano: " Non abbiamo piu' cantautori sentimentali, perche' dobbiamo partire con questa cosa?". Mi sono portato per almeno 10 anni sulle spalle questa storia: potevo scrivere qualsiasi canzone, restavo uno che scriveva quelle cose li'. L'ambiente era reazionario: bisognava essere allineati, altrimenti si subiva un ostracismo pesantissimo. Negli anni 80 s'e' un po' voltato pagina. Ma e' vero: esisteva una canzone militante e contemporaneamente ne esisteva una che… smilitava.
De Luca: L'Italia era divisa in due, non in tre, non in quattro. Tutto era radicalizzato. Insieme al sentimento delle canzoni d'amore c'era il sentimento dell'odio, che ho conosciuto, in quegli anni. Non tanto perche' lo provassi io che, pue essendo meridionale, ero di scarso temperamento sentimentale. Ma ho percepito quello degli altri. La gioventu' di cui ho fatto parte era odiata; e' stata anche la piu' carcerata della storia d'Italia, ma era avversata in maniera molto sentimentale. Quell'odio stava a bilancia anche delle canzoni d'amore… alcune strofe delle tue canzoni mi sono rimaste in testa, intatte. Per i libri e' diverso…

Diverso come? E perche'?

De Luca:E' completamente il contrario. Nella letteratura, quello che ti stai leggendo, si mischia alla tua vita. E poi diventa un'altra cosa: un'elaborazione mista fra il lettore e il libro. Io leggevo La montagna incantata, per esempio, quando andavo in fabbrica al primo turno: stavo su un autobus alle 5 di mattina e mi scippavo dalla giornata quella mezzora di lettura del romanzo di Thomas Mann. E' chiaro che, fatta in quel punto, si metabolizzava, diventava tutt'altro: si mischiava con la mia storia. Le canzoni no: le canzoni rimangono una pietra dura che non si sgretola nel tempo e ti permette di riacciuffare la prima luce.
Baglioni: Dev'essere per la forma: che la canzone sia brave: ho confessato a erri che sono in soggezione nei suoi confronti e nei confronti di chi ah il dono della scrittura, perche' so di avere come mezzo una materia piu' povera, che e poi la congiunzione di molti elementi: la parte musicale, quella cosiddetta letteraria, l'arrangiamento, la maniera di dire le cose, di cantarle, la vocalita'…Tutti coloro che hanno detto che le parole delle canzoni sono assimilabili alla poesia, hanno fatto un paragone frettoloso. Anche se la canzone ha un potere fulminante. Mi ricordo quando ho cominciato avevo 17 anni e una sera ho incontrato Giuseppe Berto, mi sono avvicinato e lui i ha detto: "Lei non si rende conto di quale potere sconfinato ha in mano, perche' le canzoni, anche banali, piccole, stupide, riescono a colpire il cuore e la mente per anni e anni".

Degli anni 70, che cosa resta nel cinema, nella letteratura…

De Luca: Ricordo l'arrivo del cinema americano: rovesciava il rapporto di forza, e di soggezione, tra indiani e cow boy. I giusti erano quelli che le prendevano dai bianchi. Il rovesciamento nasceva dalle lotte dei negri americani di quegli anni. In letteratura c'era molta saggistica politica e poca narrativa: la narrativa aveva poca presa.
Baglioni: Cominciai a leggere Jack Kerouac
De Luca: Sulla strada di Kerouac mi ha dato la spinta di andarmene di casa, l'ho detto alla fine degli anni 70. Quel libro arrivava dentro un'adolescenza blindata, chiusa. Dentro una citta' stretta come era Napoli allora, arrivava un'aria di maestrale dall'ovest. Le buone letture le ho fatte fino al sessantotto, ecco, fino a che sono rimasto a casa mia dove potevo disporre delle biblioteca di mio padre. Dopo, le letture che facevo erano tutte politiche. Ho ripreso a leggere narrativa quando ho cominciato a fare l'operaio, nella seconda meta' degli anni 70.

Nella musica cosa e' accaduto?

Baglioni: Mi sembra che quegli anni abbiano raccolto quanto era accaduto prima, come se fosse germinato quello che aveva sognato la meta' degli anni 60. Neppure in altri campi ho memoria di cose cosi' incredibili, cosi' monumentali. Non mi ricordo film straordinari.
De Luca: Dersu Uzala
Baglioni: Si, quello forse si.
De Luca: Di… il giapponese…come si chiama?…
Baglioni: Kurosawa.
De Luca: Era bello perche' era stato girato all'aria aperta; invece noi stavamo dentro la citta', stavamo chiusi…

Vi vengono in mente personaggi consegnati alla storia?

De Luca: Nel disastro, sicuramente il presidente della democrazia cristiana Aldo Moro e' uscito dalla cronaca, suo malgrado, ed 'e' stato consegnato alla storia.

E la moda?

Baglioni: Mi ricordo questo particolare: pensare di essere messi bene; andare in quartieri di persone benestanti e trovare che vestivano da rivoluzionari; mentre noi, che avremmo voluto essere rivoluzionari, mettevamo la cravatta, perche' pensavamo che ci consentisse di aspirare a una vita migliore. L'altra immagine che ho dell'inizio degli anni 70 e' l'ingresso alla facolta' di architettura a Valle Giulia (ho appena ripreso gli studi, sono tornato in facolta'), le manifestazioni,a cui partecipavo sempre con una remora che non ho mai confessato: mio padre era maresciallo dei carabinieri e mi aveva raccontato di quando gli era capitato di andare in servizio a controllare contestazioni di popolino. Quando vedevo i celerini che caricavano o menavano oppure prendevano insulti, sputi, immaginavo mio padre, 15 o 20 anni prima, in quella situazione. Questo mi ha sempre bloccato: mi sarebbe piaciuto essere tutt'e due le parti per tenatre un dialogo. Una volta ho presieduto un'assemblea dove si contrapponevano maoisti e missini, con un amico, ho cercato di realizzare una conversazione fra tutti, ma usciti dalla scuola siamo stati insultati dagli uni e picchiati dagli altri
De Luca: Questo conferma che non c'era spazio tra le trincee: c'era un capo vuoto. Tu hai amato tuo padre?
Baglioni: Avevo questo padre che e' stato addirittura monarchico. Mi raccontava di non so quale piccolo privilegio il Re avesse concesso…cosa per la quale era rimasto legato alla sua figura. Il mio limite era di vederlo l'altra parte: questo mi paralizzava.

Cosa sopravvive di quella rabbia?

De Luca: Non so. Oggi vado alle manifestazioni pacifiste, ma non sono pacifista. Allora ammettevo il diritto alla guerra di liberazione del Vietnam, delle colonie, dell'angola… Quindi non mi posso permettere di essere pacifista. E non lo sono. Sono stato contro la guerra all'Iraq, che ha semplicemente inaugurato una serie di TV. La rabbia ha a che vedere con una energia della gioventu'
Baglioni: Richiede molta energia, almeno per esser mostrata. Poi si puo' essere arrabbiati sempre. Ma, su quelli della nostra generazione, un po' a tutti, e' passato sopra qualcosa che come un ferro da stiro ha tirato vie le pieghe.
Ha rabbia chi ha veramente bisogno, chi ha fame, chi ha ste. Noi… abbiamo qualche motivo in meno per essere arrabbiati. O forse ne abbiamo talmente tanti, molto confusi, che non e' facile individuare bersagli.
De Luca: Io sono stato piallato, sono liscio. Non attecchisce piu' l'ira di quei giorni: parliamo di anni, ma erano giorni; una quantita' infinita di giorni, uno dietro l'altro, con quella temperatura addosso. Quella rabbia li non solo non ce l'ho piu', non la voglio nemmeno risentire. E non c'e' nessuna canzone che me la ricorda.

Esistono immagini che dovrebbero stimolare l'ira?

De Luca: Esistono, esistono. E la stimolano. La maggioranza pacifista e' stata piu' ostile alla guerra in Iraq che pacifista d'animo; e' stata molto piu' antiguerra che propace. Argomenti e immagini ce ne sono tantissimi. Ma i sentimenti che mi hanno riguardato appartengono ai settanta: e' un pelo che non si ristabilisce, passata la pialla.
Baglioni: C'e'e stata una sorta d'intesa silenziosa, da parte di tanti, per buttarli via, per rimuoverli. Nel 1967 ho condotto su raidue con Fabio Fazio Anima mia che rievocava gli anni 70. A parte una capatina degli Intillimani, che erano di nuovo in Italia, parlava soltanto…
De Luca: L'ho visto, mi e' piaciuto
Baglioni: Parlava soltanto della TV, dei giovani cresciuti con la prima Tv, della nostalgia: come eravamo buffi; qualche ghigno; qualche presa in giro… Era lontano il dato rabbioso. Ho avuto la sensazione che anche alcuni protagonisti, veri o presunti, abbiano girato l'interruttore
De Luca: be', quelli che oggi hanno voce, riciclati come personale dirigente di questo Paese, certamente hanno dovuto dimostrare il contrario di se stessi in quegli anni. Hanno dovuto farlo con una cancellazione completa della loro ragione sociale. Ma il resto dell' Italia non parla dei settanta; li salta e tace. Si ricordano bene gli anni 60.
Affinita' fra i giovani di oggi e i giovani di allora?
De Luca: Questa gioventu' si interessa prima del mondo, poi di che fine ha fatto l'Italia, poi di se stessa. Si sono accorti che il mondo sta andando verso uno sfruttamento catastrofico delle sue risorse e cercano di mettere freni. Noi eravamo diversi: volevamo accellerare la corsa.

Ma il punto di partenza e' lo stesso?

De Luca: E' lo stesso. Il mondo e' il punto di partenza della propria collocazione e della propria riflessione: adesso con piu' urgenza, con piu' acqua alla gola, perche' la gioventu' avverte che si sta consumando un bene comune.
Baglioni: Che si sta andando verso l'asfissia.
De Luca: Che si sta bruciando ossigeno. "Un altro mondo e' possibile", dicono questi qui. Io non lo so se e' possibile un altro mondo, ma certo questo e' impossibile.
Baglioni: Nessuno di noi ha capito bene dove sta andando tutta la baracca. Per la prima volta credo che non ci sia un progetto. E si cerca di frenare: come se uno fosse in fondo al carro, avesse in mano l'asta del freno e la usasse per andare meno velocemente verso il burrone.L.V.

(Corriere Adriatico 9 Giugno)
Sono proseguiti anche ieri i lavori per allestire lo show di Baglioni
Sarà uno stadio arancione
Inizia a prendere corpo il megapalco dove si esibirà il cantautore


ANCONA - Prosegue anche di domenica il lavoro per allestire il mega spettacolo di Claudio Baglioni. Una puntata unica che si ripeterà per altre sette volte in altrettante "prime". E' così che il cantautore romano, con la regia di Pepi Morgia e coadiuvato dal coreografo Luca Tomassini, ha immaginato questo rientro per il suo pubblico: grandi spazi dove allestire una scenografia maestosa, ma al contempo semplice, d'impatto, ma fruibile. Soprattutto di valore artistico visto il coinvolgimento delle Accademie di Belle Arti (per le Marche, quella di Macerata). Poche le notizie che trapelano dagli interessati. Parole centellinate, sguardi vaghi anche se accompagnati da sorrisi.

Lo stadio Del Conero è ormai un cantiere. Oltre 100 tra tecnici e maestranze sono all'opera per allestire un megapalco da 2.000 metri quadrati. Per il concerto saranno accesi 500 punti luce e saranno in funzione 100 casse acustiche. Numeri che danno già l'idea di quello che sarà l'evento di quest'estate. Per Baglioni sicuramente è una nuova sfida dopo l'esperienza nei teatri. E ad accompagnare questa avventura anche un nuovo Cd che ha già conquistato la testa delle classifiche.

Un'altra particolarità sarà data dal colore predominante sia sul palco che sugli spalti: l'arancione. Baglioni è legato a questa "cabala" cromatica che è andata dal rosso al giallo al blu. Ora è la volta dell'arancione, colore predominante della copertina dell'album e colore che i suoi fans hanno da subito adottato lanciando, anche attraverso il nostro giornale, l'invito a tutti coloro che si recheranno alla stadio ad avere con sè un elemento arancione. Se la richiesta avrà successo è sicuro il grandioso effetto visivo che ne verrà fuori. E conoscendo l'affetto con il quale i fedelissimi di Claudio lo seguono è da giurarci che lo stadio Del Conero si vestirà interamente di arancio. E' anche questa la forza del musicista che proprio dalle Marche, nel lontano 1971, ha iniziato i suoi primi passi. STEFANO FABRIZI

(Corriere Adriatico 8 Giugno)
Posizionato al centro del terreno verde dello stadio Del Conero, il palco è sovrastato da 350 luci motorizzate e 150 analogiche. La potenza delle 100 casse acustiche viene fornita da 5 gruppi elettronici Montata la struttura da 2000 metri quadri
Il megapalco di Claudio


ANCONA - Primi "passi" di Claudio Baglioni sul palco dello stadio Del Conero di Ancona, teatro del concerto che sabato 14 giugno darà il via al suo nuovo tour. Un palco da "mille e una notte", che permetterà all'autore di "Sono io, l'uomo della storia accanto" ed alla sua band di esprimere tutta la sua forza musicale.

Quasi 2.000 metri quadrati di estensione daranno la possibilità ai molti artisti selezionati per l'evento di animare lo show live del cantautore romano, in cui ritroveremo il meglio del suo intramontabile repertorio ed assaporeremo alcuni passaggi del suo nuovo album.
Ma forse l'imponenza della struttura si percepisce osservando i suoi connotati. Posizionato al centro del terreno verde dello stadio Del Conero, il palco è sovrastato da 350 luci motorizzate e 150 analogiche. La potenza delle 100 casse acustiche, misurata in 200.000 watt, viene fornita da 5 gruppi elettronici e la loro posizione è distribuita in 10 torri che abbracciano lo stadio anconetano nella sua totalità.
Per l'approntamento della struttura sono intervenuti oltre 100 allestitori locali, impegnati per 15 giorni e che continuano la loro opera per dare la forma definitiva, mentre per il trasporto sono stati utilizzati 20 bilici, uniti ai 3 pullman e 35 automobili.
Ricordiamo che sono ancora disponibili i biglietti per assistere al concerto. I tagliandi relativi alla tribuna coperta (costo 46 euro ed ai restanti settori (costo 28,80 euro).
Dunque si è messa in moto la mega macchina scenica che crea lo spazio dove si consumerà l'evento, un evento atteso da giorni che promette sorprese e un Baglioni che si fa ancora diverso da sé per il suo pubblico. Un pubblico he lo segue da tre generazioni con un affetto immutato, e al quale il Claudio nazionale ha saputo donare tante emozioni. Emozioni che si snodano negli anni, legate ai momenti di vita di ognuno di noi. In tanti sono cresciuti con la sua musica e Claudio e cresciuto e ogni volta ci ha raccontato un'altra storia. Cambiando pelle per regalare sogni nuovi, nuove passioni.
Allo Stadio del Conero il gran debutto. Con lui un ospite d'eccezione, quell'Andrea Bocelli applaudito dal pubblico di mezzo mondo e che sarà sul megapalco di Claudio per tenere a battesimo questo nuovo viaggio del cantautore, che in offrirà sette appuntamenti in tutta Italia, che saranno ogni volta dei pezzi unici, delle "prime" a tutti gli effetti.
Intanto aspettiamo questo debutto anconetano, che vista l'imponenza del palco, che sta prendendo forma al Del Conero, promette davvero meraviglie. E d'altra parte Claudio Baglioni ci ha abituato a cose grandi e anche stavolta non ci deluderà.
 

(Messaggero 7 giugno)
La giornata-tipo. Baglioni prepara il megaconcerto del 14 al Del Conero. Prove su prove, niente è lasciato al caso
Il segreto di Claudio: orzo a colazione
Una tazza di caffè al mattino, un bicchiere di vino a cena. E scopre i “paccasassi"


Lo aspettano all'ingresso dell'albergo. Lo aspettano anche a notte fonda per salutarlo, fargli i complimenti, chiedergli un autografo, i suoi fan. E lui, Claudio Baglioni, non si nega mai. Ha sempre un sorriso, un gesto gentile e affettuoso per tutti. Si ferma a scambiare due chiacchiere. Ma soprattutto regala uno sguardo dritto negli occhi ad ognuno. A volte sorpreso, a volte curioso e timido, ma mai di sfuggita. Ci tiene al contatto umano, Claudio Baglioni. Ci tiene tanto che «questo - ha affermato più e più volte in questi giorni il popolare cantautore, ad Ancona per preparare il primo di otto concerti in giro per l'Italia - non sarà un vero e proprio tour. Sarà più una festa, una possibilità per incontrare persone, conoscersi, condividere emozioni e idee, momenti. Un'occasione anche per gustarsi e amare il percorso, le località». Prima fra tutte, questa Ancona, dove inaugurerà il suo laboratorio d'arte durante il plenilunio del 14 giugno, e che gli fa da casa da qualche settimana, con le specialità gastronomiche, la rigogliosa natura del Conero e gli splendidi tramonti che in questi giorni baciano la città. Ma non si lascia distrarre Baglioni. Lettore onnivoro e curioso come è, non si è portato neanche un libro. Sa di doversi concentrare nelle prove e preparare un grande momento per i fan che lo raggiungeranno da tutto l'Adriatico. Per questo è attento a ogni aspetto e meticoloso. Nulla deve essere “stonato". Ogni giorno si tuffa nel Palazzetto per lavorare con i suoi musicisti, fare sopralluoghi al Del Conero e osservare l'allestimento del palco o le coreografie che solleticheranno l'erba dello Stadio, insieme alle installazioni di diversi artisti e alla sua musica nel plenilunio di sabato prossimo. Sveglia intorno alle 10, una colazione varia in cui non può mancare una tazza d'orzo bollente e poi, al lavoro. Prove tirate fino alle 15 circa. Si stacca solo per mangiare al catering, il luogo e il momento dove ci si ritrova tutti, dove Baglioni approfitta per scherzare con quelli che ormai sono amici. Ci sono persone dell'entourage che lo seguono da anni. Un primo e un contorno di verdure per restare leggeri, l'immancabile tazza d'orzo e poi di nuovo a studiare la scenografia, la scaletta, le luci in serrate riunioni insieme a Pepi Morgia, regista e amico sincero. Non ha ancora avuto il tempo per farsi una bella nuotata. Ma per rilassarsi, si ferma a contemplarlo quel mare, luogo quasi mitico di tante sue canzoni. Ci si immerge con gli occhi. Dicono che gli piaccia soprattutto stare sott'acqua, calarsi ed estraniarsi in quelle profondità e per un appassionato come lui, il fondale di Portonovo riserverebbe mille stupori. È a cena (certo non ad orari proprio convenzionali, per chi non è musicista) che, spenti i microfoni e chiuse le porte del palazzetto, Baglioni si gode le chiacchiere con gli amici e il piacere del cibo e del buon vino, seduto a tavola in ristoranti della zona. Basta un solo bicchiere a fare buon sangue, specie se accompagnato dalle risate e dalle riflessioni su argomenti che non siano il concerto. Tra i piatti gustati in questi giorni, menzione speciale va agli "spaccasassi". Li ha assaggiati due sere fa e gli sono piaciuti moltissimo. Queste giornate anconetane, hanno regalato a Baglioni, appassionato tifoso della Roma, grandi emozioni sportive durante la partita dell'Ancona contro il Venezia, sabato scorso. E tra una prova e l'altra, ne ha approfittato per riabbracciare l'amico Gigi Simoni, alla ripresa degli allenamenti in vista del match decisivo di stasera contro il Livorno. I biglietti costano 46 euro (tribuna coperta) e 28 euro (gradinate e curve). Info T.Box 071.2901224 di CLAUDIA GENTILI

 

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