Claudio Baglioni Unaparolaperte.net
Ancona/ Catania...un viaggio lungo un sogno.... (notizie principali)
"---quando si accese l'aria
di lampi e occhi in attesa
si fece grano al vento
tutta una distesa
di mani verso il cielo..."
Per tutte queste notizie permettetemi di volgere un ringraziamento particolare
a Giuseppe (Vento su
TL)
(Ansa 29 Giugno)
Incontro Baglioni studenti
ROMA, 28 giugno - “Mi sento come Marilyn Monroe quando andava a trovare le
truppe al fronte”. Così Claudio Baglioni ha aperto l'incontro serale con gli
studenti della Sapienza. 500 universitari hanno trascorso il sabato sera con il
cantautore a Sociologia.
Baglioni parlando dei suoi 35 anni di carriera ha detto: “La tv e' una grande
lavatrice in cui se sbagli candeggio sei finito. E' il posto più orrendo in cui
si possa andare, una lente deformante sotto la quale nessuno riesce ad essere se
stesso. In tv tutti tirano fuori il peggio”.
(La Repubblica 29 Giugno)
Ieri alla facoltà di Scienze della Comunicazione
Claudio Baglioni prof per una sera
Claudio Baglioni arriva a Scienze della Comunicazione e spopola: ieri sera, nel
centro congressi della facoltà della Sapienza, in via Salaria, per l´incontro
con il cantautore c´erano 400 studenti, soprattutto ragazze. E lui - completo
nero, camicia bianca, seduto accanto ai docenti e ai ricercatori - non si
risparmia. Scherza sul concerto di martedì prossimo all´Olimpico e non rivela
chi sarà l´ospite: «Totti? Sarà in tribuna non sul palco». È onestissimo: «Negli
anni Novanta ho scritto cose che devo ancora capire». Ricorda i tempi duri:
«Prima di Piccolo grande amore ero famosissimo soltanto in Polonia. Nel 1971
volevo ritirarmi». Si fa serio quando riflette sulla canzone: «Non so
esattamente cosa sia». E poi ancora onestà: «Sono giorni in cui non c´è grande
coraggio nel mondo della musica. Un po´ tutti scriviamo cose già sentite». Il
pubblico ascolta contento, poi verranno gli autografi. Non canta e non risponde
al professor Mario Morcellini che gli offre «una presenza meno estemporanea».
Sembra a proprio agio: «A ottobre mi laureo in Architettura a Valle Giulia». Ha
finito. «È proprio simpatico» dice una ragazza. Poi le squilla il telefonino: la
melodia è Mille giorni di te e di me. di Gabriele Isman
(La Repubblica 28 Giugno)
Tangueri, pattinatori, karateka: l´emozione, la fatica dei fiorentini ospiti
della popstar ieri sera
La notte di Baglioni
La strana notte dei 300 giovani sul palco dello stadio Lo spettacolo sono loro
Alle due del pomeriggio, in uno dei parcheggi sotterranei dello stadio Franchi,
il caldo torrido si appiccica addosso come una morsa lattiginosa. Ma i 300
ragazzi fiorentini che Baglioni ha voluto accanto a sé in questo tour delle
meraviglie, sono fieri di essere qui, in questo stanzone spoglio e buio, con
degli specchi appoggiati alle pareti per chi vuole provare i passi di danza, i
panini spiaccicati in terra («è tutto quello che ci hanno dato da mangiare
insieme a una mela»), le bottiglie d´acqua contorte dal calore, zaini ammassati,
stereo, cd e qualche sacchetto di plastica. I karateka si esercitano con le
ultime mosse prima di entrare nello stadio. «Stasera ci esibiremo in un kankudai.
E´ un combattimento che si esegue nelle quattro direzioni, fingendo di avere
davanti un avversario». Intanto i telefonini squillano per gli ennesimi in bocca
al lupo. E qualcuno azzarda anche richieste stravaganti via sms: «Portami
Claudio!».
Chi balla con chi? Non è facile capirlo in mezzo a questo via vai di
pattinatori, karateka e danzatori. «Ma tu non sei del flamenco?» chiede Giulia
alla ragazza accanto. «Sì e infatti balliamo insieme, non te ne sei accorta?»:
capita di essere un po´ confusi nella baraonda di queste prove generali. Ma a
rimettere tutti a posto ci pensa l´aiuto coreografo Andrea, con il suo
inseparabile megafono attraverso il quale sbraita ordini marziali, con tanto di
contrappello. «Fiume est a sinistra, fiume ovest a destra», ordina. Così
Baglioni ha ribattezzato le zone del campo che circondano la passerella lunga
120 metri, illuminata da luci issate su 10 torri pendenti alte 18. I ragazzi si
muovono. Due lunghi serpentoni colorati che si avviano compiti e silenziosi,
stile giuramento di leva, verso il centro del campo, dove provano per tutto il
pomeriggio, fino a quando non vengono aperti i cancelli e il pubblico comincia
ad affluire sugli spalti.
Scorrazzano qua e là a passo di danza, agitano le mani verso il cielo,
percorrono ogni angolo del palco in una sorta di lenta processione, ad un certo
punto si uniscono in un gigantesco girotondo. Sono tesi, emozionati, caricati a
mille. Le ragazze con pantaloncini e costume da bagno, i ragazzi a torso nudo.
Il sole picchia. Ogni tanto appare anche lui, Baglioni, camicia celeste e jeans,
un gigantesco sombrero colorato in testa. Intorno a lui, in scena c´è di tutto:
sfere trasparenti, attaccapanni, sculture fatte con bottiglie di plastica, due
ragazzi portano sottobraccio un canotto coloratissimo e una ciambella da
spiaggia con tanto di papera. «E´ l´unica prova che facciamo sul palco. O la va
o la spacca», spiega Francesca agitata. Lei balla hip hop, stasera sarà vestita
da sposa con l´abito bianco, ma ai piedi avrà le scarpe da ginnastica e in testa
un enorme parrucca arancione.
Gli sbandieratori del gruppo «Città di Firenze» sono quelli più a rischio: se
durante l´esibizione casca una bandiera il pubblico se ne accorgerà di sicuro.
«E poi ci sono tutti i nostri amici» dicono Marco, Simone e Manuel. Ci tengono a
dirlo: non c´entrano niente con quelli del calcio storico, «noi accettiamo
tutti: anche le donne e i bambini». C´è chi ha invitato la ragazza, chi
addirittura il capufficio, «l´ho detto a tutti, da settimane non parlo d´altro e
sono giorni che ascolto solo Baglioni. Ho il cd fisso in macchina» continua
Marco. La canzone affidata alle acrobazie dello loro bandiere bianche è «La via
dei colori», ma a Silvia sarebbe piaciuto di più «Avrai». Paura, emozione? «Un
po´, ma quando sei sul palco ti passa. Che ci siano dieci persone o migliaia di
spettatori, ti isoli, ti concentri solo su quello che devi fare, la tua
bandiera, e ti dimentichi di tutto il resto». Sergio è senza dubbio quello a cui
stasera batte meno forte il cuore per la tensione: «Si figuri, ho sfilato in
Giappone, Dubai e anche ai mondiali di calcio in Messico nel 1980. Altro che
Baglioni...». Ma il divino Claudio l´avete già visto? «Ieri durante le prove –
rispondono Marco e Manuel - e gli abbiamo anche rubato una foto tutti insieme».
Bandiere bianche. Come chi, in guerra, si arrende. E lo spettacolo tocca anche
il tema della pace, con tanto di bandiera arcobaleno regalata a Baglioni da
Palazzo Vecchio e esposta sugli spalti: il cantautore la porterà con se nelle
prossime tappe del tour «come simbolo di Firenze città della pace». I ragazzi
del comitato tae-kwon-do «Riviera etrusca» si esibiranno durante «Noi no» che
Baglioni canta contro la guerra: «Siamo contenti di questo - spiega Gabriele -
perché la nostra disciplina viene spessa tacciata di violenza e invece insegna a
crescere insieme nell´armonia, è educazione dello spirito più che del corpo». E
poi loro sono tutti per la pace, tranne Mario, che si dichiara «filoamericano e
pro Bush» beccandosi i fischi degli amici. C´è anche Vincenzo al quale Baglioni
non va proprio giù: «Avrei preferito i Pink Floyd o Paolo Conte...».
Danza egiziana di matrice araba. Molto meglio che danza del ventre «perché
significa occidentalizzazione e volgarizzazione» spiegano Melania, Sara e
Michela del gruppo «Le danzatrici di Iside», orgogliose di praticare questa
disciplina perché è «l´essenza della femminilità». Che ci fate qui? «Stasera
sperimenteremo: balleremo Baglioni rigorosamente vestite con gli abiti tipici.
Non sarà facile adattare le movenze tipiche della danza egiziana alla melodia di
Baglioni» dice l´insegnante. Fuori la gente si ammassa alle entrate; molti
arrivano trafelati: alle 19 il traffico verso le stadio è bloccato, in viale
Lavagnini non si passa. Le prove sul palco finiscono ma continuano in una
palestra dello stadio dove i 300 ragazzi migliorano gli errori commessi («se la
ragazza davanti a te non ti fa passare tu sgomita, non hai il tempo di chiedere
permesso» dice una coreografa ad una ballerina di flamenco) affinché il caos
diventi spettacolo. Perché questa non è solo la notte di Baglioni. Ma anche la
loro. (hanno collaborato Serena Wiedenstritt e Elena Favilli) Di Fulvio Paloscia
(La Repubblica 28 Giugno)
Icona del canto leggero italiano, portò 30 anni fa Claudio Baglioni in cima
alle classifiche.
E diventò un marchio indelebile sulla sua carriera
Baglioni: La canzone della vita
"Quella sua maglietta fina" compie trent´anni. Milioni di lavaggi non l´hanno
ancora lisa, né i fiumi della tenerezza popolare, né l´ironica sufficienza con
la quale rileggiamo gli anni. Piccolo grande amore salì in cima alle classifiche
e ci rimase per buona parte del ´73, anno molto politico, non ancora di piombo
ma comunque tempestoso, e intensamente segnato dai moti studenteschi e dalle
lotte operaie. Una trepidante canzone sentimentale, scritta da uno studente di
architettura romano che si sentiva permeabile ai tempi e all´impegno, ma aveva
una sua vena intimista, introversa, in apparente controtendenza con i
fiammeggianti umori pubblici dell´epoca.
Quella canzone sarebbe diventata più di un classico: la vera e propria icona del
cantare leggero nazionale, piccolo melodramma corale rieseguito in mille luoghi
e mille forme, forse il più popolare e il più italiano di tutti i brani pop.
Come Mamma, come O surdato innamorato, come Volare, ma perfino più slegata dal
suo contingente melodico, dal suono del momento, come se fosse la sintesi
fortunata di modi e inflessioni di molte scuole e molti periodi: qualcosa di
Battisti, qualcosa di Napoli, qualcosa della moderna malinconia cantautorale, il
cantare dispiegato della tradizione popolare romana, e naturalmente l´eterna
influenza dell´eterno melodramma.
Baglioni ne parla volentieri, con affetto e con orgoglio. «C´è sempre un
rapporto teso e difficile tra ogni cantante e la sua canzone-didascalia. Se non
altro per l´obbligo di eseguirla sempre e comunque, che rischia di diventare
ossessivo. Con Piccolo grande amore ho avuto anch´io, e per parecchi anni, una
relazione tormentata. Costretto a furor di popolo a metterla nella scaletta dei
concerti, ne ho fatte tre o quattro versioni diverse, anche piuttosto
strampalate. Finché un giorno, a Palermo, alla fine di un concerto nel quale
avevo eseguito una specie di riedizione new-age di Piccolo grande amore, venni
duramente affrontato da una ragazzina. Gentile ma incazzata. Lei - mi disse -
non può permettersi di fare così. Quella canzone non è più sua, è nostra, è di
tutti. La faccia come piace a noi, la faccia come è davvero...Discussi
animatamente con la ragazzina per un bel po´. Ci ripensai: niente da fare, la
ragazzina aveva ragione. Piccolo grande amore non era più mia, era una specie di
bene pubblico. E da allora ho fatto pace, definitivamente, con la maglietta
fina...».
Che poi, Baglioni, non è così canzonetta, non è così corriva, no?
«No. Ha quattro parti che si rinnovano per due volte, e ha una introduzione
importante. Ennio Morricone mi disse una volta che non è una banale canzonetta,
non credo che volesse solo essere gentile. Certo, per gli anni nei quali l´ho
scritta non era abbastanza impegnata. Il suo successo
travolgente, per certi aspetti, fu una vera e propria zavorra...».
In che senso, Baglioni?
«Faceva parte di un concept-album, uno dei primi nel suo genere, nel quale
parlavo della vita giovanile in tutti i suoi aspetti, compresi i cortei
studenteschi e la contestazione. Ennio Melis, produttore artistico della Rca,
decise che di cantautori impegnati ce n´erano già troppi. Intervenne tagliando
tutta la parte "politica" del disco. E poi ero arrivato ultimo in due concorsi
per cantautori. Non penultimo, proprio ultimo, e in tutti e due. Ero riuscito ad
avere successo solo in Bulgaria e in Cecoslovacchia, e mi trovai a dover
decidere se trasferirmi lì oppure lasciare perdere. E conclusi che era meglio
lasciar perdere, tornare a Valle Giulia e ricominciare a dare i miei esami di
architettura...».
E poi?
«Poi, una mattina, già da ex cantautore, mi accorsi che avevo dimenticato una
chitarra alla Rca, la mia casa discografica. Andai a cercarla, e quando stavo
per uscire, nell´indifferenza generale, una segretaria mi fermò e mi disse: ma
Claudio, lo sai che il tuo disco è entrato in classifica? E´ già al secondo
posto. Tornai a casa prendendo i soliti tre autobus, abitavo a Centocelle. E
ricordo perfettamente che guardai tutte le finestre di tutte le case di Roma,
pensando che in quel momento, forse, c´era qualcuno che stava ascoltando il mio
disco, c´era qualcuno che sapeva chi ero...».di Michele Serra
(La Repubblica 28 Giugno)
Il Brano Canzone popolare e ingombrante
UN "MOSTRO" INATTACCABILE
Mai una melodia creò più dibattiti
L´amore, d´accordo, ma poi il dubbio finì per riguardare la canzone stessa: era
piccola o grande? Oppure piccola «e» grande, come il «piccolo grande uomo» del
film che in quegli anni era di gran voga e che forse ha ispirato il celebre
ossimoro? Una cosa è certa, mai una melodia italiana ha maggiormente diviso il
pubblico. Non si poteva negare che fosse ben fatta, ma cedeva a un
sentimentalismo spudorato, un trionfo «popolaresco» di poesia adolescenziale che
segnava un netto spartiacque col mondo adulto della canzone d´autore. Insomma,
bisognava canticchiarla di nascosto. Poi arrivò Baudo che in un Sanremo di tanti
anni fa decretò in pompa magna che «Questo piccolo grande amore» era la canzone
del secolo. E giù polemiche, di nuovo. Una canzone può diventare una bandiera,
un emblema, una piccola grande zavorra di cui Baglioni non riesce in alcun modo
a disfarsi. Ha faticato sette camicie per spiegare al mondo di non essere solo
quello della «maglietta fina». Col passare degli anni l´ha proposta in mille
modi diversi, cercando di sporcarla e maltrattarla (in scaletta era segnata come
QPGA), e in un caso perfino in stile reggae. Ma non c´è niente da fare, come un
misirizzi, quella torna sempre su, uguale a se stessa, un mostro ormai
indipendente dal suo creatore di Gino Castaldo
(Il
Tirreno 28 Giugno)
Claudio Baglioni story in un concerto
kolossal tra emozioni e nostalgia
In ventimila allo stadio per la tappa fiorentina del cantautore
FIRENZE. Quarta tappa di un viaggio per incontrare i fans di tutta Italia, in
grandi spazi. Claudio Baglioni non vuole fare il percorso da solo, ma con una
band e un folto gruppo di «amici» che danno all’happening un sapore e un colore
che restano inesorabilmente negli occhi e nella mente del pubblico.
E anche ieri sera l’«Artemio Franchi» di Firenze, nonostante i suoi ventimila
spettatori si è rivelato un luogo troppo piccolo per contenere tutti e troppo
grande per contenere uno solo, lui il Claudio nazionale di bianco vestito.
Così, il progetto di un percorso e di un viaggio in spazi infinitamente grandi
(ma per questo non certo dispersivi) in lungo e in largo attraverso la penisola
ha trovato nella «stazione» fiorentina un’altra finestra dove raccontare,
vivere, provare a emozionarsi e riuscirci per tutte le due ore e mezzo
abbondanti di canzoni «ancora buone da cantare».
Un salire e scendere continuo da quel treno di ricordi di questo cantante romano
del quartiere Montesacro che da 35 anni fa sognare con le sue parole e le sue
musiche intere generazioni.
E allora è bello vedere quasi sessantenni accanto a ventenni: i primi seguono
Baglioni dai suoi inizi con le sette note, quando la sua «Signora Lia» metteva
in gioco la sua voglia di amoreggiare, prima di arrivare all’amore vero, quello
con la «maglietta fina»; i secondi, cioè i ventenni di oggi, lo conoscono con i
capelli sale e pepe pronto a rimettersi in gioco e a ritrovarsi «ancora qui»,
magari al «di là del ponte» di una vita e di situazioni che mutano, ma sempre
«fianco a fianco».
In questo progetto, la stazione fiorentina del tour, Claudio Baglioni ha avuto
come spalla Biagio Antonacci; come già ebbe Andrea Bocelli all’esordio di Ancona
e Gianni Morandi all’appuntamento di Padova.
Un blocco che, a dire il vero, ha riscosso successo. Insomma, il binario sul
quale viaggiano le emozioni e i pensieri di Baglioni appare ancora lunghissimo.
Al di qua e al di là del finestrino compaiono ancora panorami assolati, cieli
sereni e un sacco di amici.
E un sacco di artifici riguardano lo spettacolo totale messo in piedi per il
tour 2003. Il precedente più illustre si chiama Wagner che alle spalle aveva
miti ed eroi di teutonico spessore. Ma Claudio Baglioni non si tira indietro. E
rischia. Gli spazi sono grandi come gli stadi, tanto meglio. Ci vogliono
vagonate di gente, di tecnici e di attrezzature per riempirli e renderli ancora
più suggestivi, come una grande cascata di luci, suoni, immagini e movimento,
niente paura.
Dentro ci mettiamo di tutto e di più come recitava un vecchio (neanche tanto)
slogan di quando la Rai era la Rai. Le prove generali di due anni fa
all’Olimpico di Roma non sono state vane. Così come contribuisce a formulare
questa nuova dimensione «kolossal e global» dello spettacolo il suo nuovo ruolo
di architetto: Baglioni è tornato all’università e ora, dopo due anni di studi,
c’è una bella laurea che lo aspetta a Valle Giulia, sessione autunnale. E allora
vai a 360 gradi, lui al centro seduto al piano, e il resto che ruota tutt’intorno,
pubblico compreso.
Nel brusio della sera dei ventimila del Franchi, calda e sudata come poche, fra
effetti di luci e sciabordio di fumi, una lunghissima processione avanza verso
il palco spalmato per tutta la lunghezza del campo come una strada o il ponte di
prima classe di un transatlantico, circondato da bolle luminose e da dieci
tralicci carichi di riflettori e diffusori.
Sono i 300 ragazzi selezionati per l’occasione, istruiti da Pepi Morgia e Luca
Tommasini, ballerini performer figuranti attori sportivi sbandieratori e così
via, che tutti vestiti di bianco (Claudia Tortora firma i costumi) fanno un
fiume lento e solenne in maestoso incedere, prima di sprigionare dagli accendini
fiammelle di benvenuto e partecipata emozione al termine del primo pezzo.
Poi ogni gruppo, (il più numeroso, un’ottantina di ragazzi, arriva dalla
Palestra Victoria Club di Montemurlo) indossa il suo abito e recita la sua
parte: chi balla il flamenco, chi fa break dance, chi il tango, chi sprigiona
energia da match di arti marziali, chi da incontri di judo, chi si improvvisa
clown e chi giocoliere, chi disegna arabeschi con le bandiere, mentre Claudio si
muove da un lato all’altro del palco, dove sta l’orchestra sinfonica di una
trentina di elementi (oltre alla band), seguito da uno stuolo di ballerini
professionisti che tengono il ritmo e danno il «senso» coreografico ai vari
brani. L’effetto è rutilante, immaginifico, sicuramente grandioso (e molto
professionale). di Paolo Falconi e Gabriele Riz
(Il Tirreno 27 Giungno)
Arriva il mega-Baglioni-.show
Stasera il cantautore in concerto al
«Franchi» di Firenze
Dopo Bocelli, Morandi e Pausini, sarà Biagio Antonacci l’ospite di turno. Uno
spettacolo totale tra musica, teatro e circo con il rettangolo di gioco come
palcoscenico
FIRENZE. Eccoci finalmente all’evento di musica leggera italiana più atteso di
tutta la stagione, il mega show di Claudio Baglioni che questa sera è atteso con
grande trepidazione dai numerosissimi fans nello stadio «Artemio Franchi» di
Firenze. Dopo il grande rock di Sringsteen nel capoluogo regionale arriva la
canzone d’autore.
Uno spettacolo dalle dimensioni colossali, pensato per poter essere goduto
appieno da tutti gli spettatori, grazie al palco posto al centro del manto
erboso.
Come aveva annunciato durante la conferenza stampa di presentazione del
concerto, ogni serata avrà un ospite illustre della scena musicale italiana sul
palco che duetterà assieme a Baglioni.
Pochi giorni fa, a Roma, sul palco è salito Gianni Morandi. Per la data
fiorentina la sorpresa è data dalla presenza di Biagio Antonacci. Dopo Bocelli,
Laura Pausini e Morandi, ecco Antonacci.
Ma l’evento in programma ha tutte le caratteristiche per porsi come un’occasione
per poter gustare appieno i trenta anni di carriera di una artista che ha
pensato questo tour come se ogni sera fosse un evento unico ed irripetibile.
Otto sole date, in Italia, per presentare «Sono io, l’uomo della storia accanto»
- il nuovo Cd - e brani del vecchio repertorio da «E tu» e «Questo piccolo
grande amore» a «Strada facendo».
Tre ore di show accompagnato da un gruppo di sei fidati musicisti e da
un’orchestra di ben trenta
elementi per ricordare la forte influenza che Baglioni ha avuto sulla musica pop
italiana.
Uno spettacolo ideato dallo stesso Claudio assieme a Pepi Morgia e Luca
Tommassini.
Inoltre c’è da sottolineare che ogni serata vede la partecipazione di ballerini,
atleti del posto, scelti durante alcune selezioni nelle città ospitanti il tour.
Ci saranno poi i danzatori di flamenco del Gruppo Ballo Spettacolo Palestra
Victoria club, gli Sbandieratori città di Firenze, il Karatè del Comitato
regionale Toscano Fijkam, gli atleti dei Comitato Tae-Kwon-do Riviera Etrusca, i
pattinatori del New Florence Group, il Tango Club Caldine e il New Heppy Dance
di Scandicci, l’Associazione Le Danzatrici di Iside, il Gruppo Ballo Spettacolo
e l’hip hop della Scuola Danza e Movimento.
Un Baglioni che non vuole limitarsi a cantare le sue canzoni, ma vuole
divertirsi a fare divertire puntando ad una sorta di opera totale.
Un Baglioni, infine, che vuole parlare al suo pubblico ed offrirgli uno
spettacolo che rimane ben impresso nella memoria proprio per la sua
specificità..
Le previsioni di affluenza parlano di almeno diciottomila spettatori. Ci sono
ancora biglietti disponibili. di Luca Doni
(La Nazione 27 Giugno)
Claudio, notte da sogno
Biagio Antonacci superospite. A Baglioni il Premio Lunezi
FIRENZE — L'uomo della storia accanto è tornato. Claudio Baglioni è di nuovo in
mezzo al branco. E ha vinto: il suo nuovo album si è aggiudicato il Premio
Lunezia 2003, che riconosce il valore letterario dei testi delle canzoni. La
vittoria è stata annunciata dall'organizzazione e dalla commissione direttiva
del Premio Lunezia. Il riconoscimento sarà consegnato il 20 luglio ad Aulla.
Intanto il Claudio nazionale prosegue il suo tour: stasera sarà allo stadio
Artemio Franchi di Firenze per la quarta tappa del grande spettacolo dal vivo.
Dopo cinque anni, Claudio Baglioni si fa vivo con un progetto, ancora una volta,
innovativo: non un tour tradizionale, ma otto pezzi unici, per altrettante
«prime», caratterizzate, tra l'altro, da superospiti, impianti scenografici e
quadri luce diversi di città in città.
Dopo il 14 giugno ad Ancona con Andrea Bocelli, il 19 giugno a Milano con Laura
Pausini, il 23 con Gianni Morandi a Padova, è la volta di Firenze, con il
superospite Biagio Antonacci.
Baglioni torna a Firenze, ancora una volta con uno spettacolo non convenzionale.
Era il 28 gennaio
1992 quando partì dal Palasport di Firenze il tour Oltre il concerto, uno
spettacolo in cui giovani musicisti, ospiti a sorpresa sul palco, si esibirono
con l'artista romano.
Lo spettacolo sarà poi il primo luglio allo stadio Olimpico di Roma, dove sul
palco lo raggiungerà Giorgio Panariello, poi il 5 al San Paolo di Napoli, l'8
all'Arena della Vittoria di Bari per concludersi il 12 luglio allo stadio Cibali
di Catania.
Oltre tre ore di show live, nelle quali il musicista romano — accompagnato da un
supergruppo di 6 musicisti e da un'orchestra di 30 elementi — presenterà alcuni
assaggi del nuovo album Sono io, l'uomo della storia accanto, insieme al meglio
di un repertorio unico e intramontabile, che unisce e appassiona, ormai, tre
generazioni e racchiude alcune tra le pagine più belle e amate dell'intera
musica leggera italiana.
Con lui saliranno sul palco centinaia di artisti toscani: ballerini di flamenco,
sbandieratori, ginnasti e atleti di karate, pattinatori, ballerini di tango
argentino, danzatrici del ventre e gruppi di danza moderna e hip hop.
Un entusiasmante viaggio in una grande fetta del pop che ha reso grande il pop
italiano; uno spettacolo ideato dallo stesso Claudio Baglioni con Pepi Morgia e
Luca Tommassini, rispettivamente regista e coreografo del tour. R. C. S.
(La Repubblica 27 Giugno)
Con questo tour torna accanto all´amico
Walter Savelli un beat fiorentino anima della band
Walter Savelli è rientrato nel gruppo. E´ una delle sorprese del
tour-caravanserraglio di Claudio Baglioni: personaggio storico del pop a
Firenze, fin dagli anni Sessanta con "I guerrieri" e "Gli Antenati" poi con gli
"Extra" prodotti da Baglioni stesso, Savelli aveva mollato per rispettare i suoi
impegni d´insegnante. Stavolta non ha saputo resistere al richiamo dell´amicizia
ed eccolo lì, sul palco di questo concerto "del quale, confesso, non ho capito
molto, e questo è il bello. Ogni sera è uno spettacolo diverso, una festa, un
happening: Claudio si è avvicinato molto a quel musical che da anni vagheggia".
E come ha ritrovato Baglioni?
"Sta attraversando uno dei momenti migliori della sua vita: con l´ultimo album
ha saputo fare un passo indietro con intelligenza ed eleganza. L´immediatezza è
tornata ad essere il suo forte". Pianista, arrangiatore, produttore, autore (fra
gli altri per la Pausini), con il suo primo album in cantiere e uno spettacolo,
"Storie di una storia buffa", dove si racconta con monologhi e canzoni sue e di
altri (Baglioni compreso). Ma soprattutto insegnante di tastiere moderne,
inventore di metodi rivoluzionari spiegati in libri tuttora vendutissimi:
"Quando uscirono fui visto come una mosca bianca, nessuno in Italia aveva
pensato ad insegnare non il pianoforte applicato a Beethoven ma al rock e al
pop. Ora invece le scuole di musica moderna fioriscono".
Ma che ne pensa un prof delle dilaganti accademie tv?
"Vogliono far credere a questi ragazzi che bastino pochi mesi per imparare ad
essere veri artisti, cosa falsissima". Lui, sulla sua strada di insegnante ha
incontrato anche il suo idolo, Paul McCartney: "Ho trascorso due giorni con lui
a Roma, per il concerto al Colosseo. Come tutti i grandissimi, è alla mano. Con
lui mi sembra di essere insieme a un fratellone".
(Il Tirreno 26 giugno) (Grazie
a Vento su TL)
Antonacci con Baglioni a Firenze
Il cantautore romano ha vinto il «Premio Lunezia»
FIRENZE. E’ Biagio Antonacci l’ospite della tappa fiorentina (domani, allo
stadio Franchi) del tour di Claudio Baglioni.
Antonacci arriva ad impreziosire il concerto del cantautore romano dopo altri
ospiti illustri: Bocelli (Ancona), Pausini (Milano), Morandi (Padova).
Baglioni torna a Firenze, ancora una volta con uno spettacolo non
convenzionale..
Era il 28 gennaio 1992 quando partì dal Palasport di Firenze il tour «Oltre il
concerto», uno spettacolo in cui giovani musicisti, ospiti a sorpresa sul palco,
si esibirono con l’artista romano.
Oltre tre ore di show live, nelle quali il musicista romano presenterà alcuni
assaggi del nuovo album «Sono io, l’uomo della storia accanto», insieme al
meglio di un repertorio unico e intramontabile.
E proprio alla vigilia dello show fiorentino arriva la notizia che Baglioni ha
vinto il Premio Lunezia 2003, che riconosce il valore letterario dei testi delle
canzoni, per il suo nuovo Cd. La vittoria è stata annunciata dall’organizzazione
e dalla commissione direttiva del Premio Lunezia, formata da critici musicali e
dalla scrittrice Barbara Alberti. Il riconoscimento sarà consegnato il 20 luglio
ad Aulla (Massa), cuore della Lunigiana. «Le canzoni italiane - ha spiegato il
patron dell’evento Stefano De Martino - hanno un grande valore in questo senso e
se l’arte è valida quando emoziona non bisogna trascurare che, se le canzoni ci
emozionano, è proprio per quella strana alchimia che nasce fondendo musica e
parole, su questo credo proprio che l’album di Claudio, così come altre sue
opere, abbia un tocco fatato in più».
(La Repubblica) (Grazie a
Vento su TL)
IL CANTAUTORE DEI SOGNI E DEI BISOGNI
Il 1° luglio sarà allo Stadio Olimpico, per rinnovare il rapporto con il
"suo" pubblico
Oggi come ieri parla dei sentimenti con semplicità, con piglio curioso e
brillante
Un artista che cerca di stare al passo con i tempi ma senza mai tradire se
stesso
C´era un tempo in cui il nome di Claudio Baglioni era legato a doppio filo alla
canzone pop italiana, a quel curioso stile in bilico tra arte e artigianato, che
per almeno due decenni ha dettato legge sul mercato italiano. Le sue canzoni
fecero, in tal senso, scuola. Erano dei piccoli fotoromanzi in musica,
dipingevano una realtà nella quale era facile identificarsi, davano corpo ai
buoni sentimenti con semplicità, parlavano d´amore con un tono familiare e
fraterno.
Oggi Claudio Baglioni non è più così, o almeno non è "solo" così. Di certo non
ha perso il contatto con la realtà, con la cultura popolare del nostro paese,
con quel sentimento diffuso che fa sì che, ancor oggi, lui riesca ad essere
l´interprete dei sogni e dei bisogni di un buon pezzo di popolazione. Ma allo
stesso tempo le sue canzoni non sono fatte più di "magliette fine" e di
"poster", cercano di scavare con maggior profondità nei sentimenti e nelle
sensazioni, provano a dipingere il mondo con toni più creativi, sono fabbricate
con suoni e musiche che non cercano di uscire dalle progressioni armoniche più
ovvie.
Baglioni, che cantautore è sempre stato, è oggi ancor più cantautore di ieri. E
lo è a modo suo, con un piglio curioso e brillante, che lo ha portato a
sperimentare e a sperimentarsi più di molti altri suoi colleghi, a rischiare in
prima persona di perdere il suo oceanico seguito pur di andare lungo la strada,
necessaria a dire il vero, di un profondo rinnovamento del suo far musica. Oggi
il "divo" Claudio è un musicista appassionato, che non dimentica come mantenere
stretto il rapporto con un pubblico che non gli chiede di essere un artista
"difficile", ma piuttosto il fratello maggiore che sa raccontare in musica i
tempi che cambiano, i sentimenti che mutano, i sogni che si rompono e rinascono
ogni giorno. Cantautore popolare, insomma, lo è ancora, anche se usa le
tecnologie, gli strumenti del comunicare, con maggior passione di una volta.
È inutile, quindi, convincere chi già lo ama e lo conosce che un suo concerto è
da non mancare. Più interessante è dire a chi non lo ha frequentato che in
concerto Claudio Baglioni è uno degli artisti più curiosi ed interessanti nel
panorama della canzone popolare italiana, un cantante e autore che cerca di
essere al passo con i tempi senza negare quello che è stato, senza tradire il
suo pubblico, senza cambiare maschera. E tutti i suoi sogni, le sue passioni e i
suoi dubbi, accanto a innumerevoli certezze, sono dentro un concerto che manderà
in visibilio chi lo ha sempre amato. Stadio Olimpico, 1° luglio. Ore 21 circa.
50, 40, 25 euro. Infoline: 02.48057460.di Ernesto Assante
(La Nazione 25 Giugno)
Notte di note venerdì con Claudio
Notte di note venerdì con Claudio Baglioni al 'Franchi'. Un super appuntamento
musicale dopo il concertone di Bruce Sprinsteen. Necessari alcuni consigli per
raggiungere lo stadio.
Il suggerimento principale è quello di servirsi dei mezzi pubblici con
particolare riferimento al treno: la zona dista soltanto 300 metri dalla
stazione Fs di Firenze Campo di Marte. Ottima anche la copertura dei bus Ataf.
Fs e Ataf hanno predisposto una serie d'interventi atti a favorire proprio chi
sceglierà di non usare l'auto. Le iniziative riguardano chi arriva da più
lontano, ma anche chi parte da Firenze. Per quanto riguarda il treno si ripeterà
dunque quanto già realizzato con successo in occasione dei precedenti concerti.
Bici - Le bici avranno libero accesso fino a ridosso dello stadio. Per arrivare
a Campo di Marte si possono naturalmente usare le piste ciclabili che dai viali
di circonvallazione arrivano fino al viale dei Mille e dunque allo stadio. Sotto
la Maratona è previsto un posteggio custodito. Il prezzo per la custodia è di
2,00 euro (tariffa valida per l'intera durata della manifestazione). Tutto il
corpo di polizia municipale sarà impegnato nel controllo della viabilità intorno
allo Stadio.
Moto - Moto e motorini potranno arrivare fino al viale Maratona dove sarà
ubicato un apposito posteggio. La tariffa per l'intera durata della
manifestazione è di 2,00 euro.
Autobus - Campo di Marte, la zona nella quale si trova lo stadio, è ottimamente
servita dai mezzi pubblici dell'Ataf. Numerose le linee che vi transitano: 3, 6,
10, 11, 17 e 20. Durante l'arco della giornata si potranno utilizzare per
arrivare allo stadio, nell'orario che si preferisce. Per consultare orari e
percorsi www.ataf.net. Per il ritorno le opzioni sono più articolate: si potrà
usare il treno dalla vicina stazione Fs di Campo di Marte per arrivare a S.
Maria Novella, e da qui proseguire con le normali linee Ataf per il resto della
città; sono istituite due linee straordinarie 52 e 53. Il 52 partirà da viale
Paoli (nei pressi del viale di Maratona) con direzione centro, Stazione Smn. Da
qui si cambia con le linee 27 per Scandicci, 68 per Oltrarno, Porta Romana,
Galluzzo, 30 per Campi Bisenzio. Il 53 invece partirà da viale Paoli
(all'altezza della Piscina Costoli) con direzione Gavinana; proseguirà per viale
Europa. Per raggiungere il centro città si potrà usare anche la linea 17
(fermata in viale dei Mille) che prosegue poi per Porta a Prato e piazza Puccini;
utilizzabili, anche se meno frequenti, le linee notturne dell'Ataf ovvero il 68
(fermata in piazza S. Gervasio) e il 67 (fermata in viale Malta).
Treno - Le Fs hanno predisposto un nutrito programma di treni utili per
raggiungere la stazione di Firenze Campo di Marte.
Auto - L'auto non è il mezzo di locomozione più indicato per arrivare al
concerto. A chi proprio non potrà fare a meno di usare l'auto è consigliato
l'uso combinato dei mezzi pubblici.
Biglietti ancora disponibili per tutti i
Biglietti ancora disponibili per tutti i settori dello stadio per partecipare
alla grande kermesse-concerto che Claudio Baglioni offre al «Franchi» venerdì.
Coloro che vogliono partecipare all'evento possono acquistare biglietti al Box
office di via Alamanni e in tutti i punti Box office della Toscana. Casse
saranno aperte anche allo stadio prima del concerto
( Giornale di Vicenza 25
Giugno)
Pattinatori di Trissino al maxi concerto
In 25 mila a Padova «Accanto a Baglioni
emozione senza pari»
Si sono svegliati ieri, dopo mezzogiorno i pattinatori di Trissino che hanno
fatto le ore piccole lunedì, dopo l’esibizione al maxi concerto di Claudio
Baglioni ( foto Mattoschi ) all’Euganeo di Padova. Cotti da una giornata al
sole, sul prato dello stadio, ma euforici per la straordinaria esperienza
sportivo-muscale, i ragazzi del gruppo New Age guidato da Damiano De Felice
hanno registrato un altro record al medagliere che li ha visti ripetutamente
campioni per le loro coreografie. In 30 hanno pattinato su quella portaerei che
era il palco del concerto mentre Baglioni accennava "Le vie dei colori" e poi la
scatenata "Bolero". «Un’esperienza straordinaria - riferisce il roller leader
Luca Caliaro, 26 anni, sui pattini da quando ne aveva 5 - È stata un’emozione
intraducibile stare accanto a Baglioni e lavorare con lui. Non dimenticheremo
nemmeno un minuto della giornata. È stata anche una faticaccia perché l’intera
coreografia è stata provata solo lunedì da tutti i gruppi selezionati: abbiano
cominciato alle 10 del mattino e finito due ore prima del concerto, con due
pause - panino garantite all’organizzazione. Ognuno aveva provato per proprio
conto i passi e i numeri concordati tra coreografi e allenatori delle
associazioni e dei gruppi sportivi: lì abbiamo messo tutto insieme, è stato
incredibile». Davvero. L’effetto scenico quasi televisivo dei 300 e più
figuranti, reclutati dalla complessa macchina del tour Baglioni 2003, ha
sorpreso il pubblico dei 25 mila convenuti all’Euganeo da tutta la regione. Uno
spettacolo di 3 ore e un quarto secche, senza interruzioni, senza un bicchier
d’acqua per Baglioni inarrestabile anche sotto la pioggia. Ha invocato piuttosto
pancerine e termofori per i sei della band, "afflitti dagli acciacchi dell’età",
e poi via sfidando il temporale. «Di giorno Baglioni è venuto tra noi, ci ha
ringraziato quasi personalmente della collaborazione - continua Luca Caliaro -
ed ha partecipato a quasi tutte le fasi delle prove sul prato. Che serata,
poi...». Per la cronaca scuole di ballo, palestre e gruppi non hanno ricevuto
compensi. La gloria basterà. Del tour vero e proprio - terza tappa di otto
serate nei principali stadi italiani - fanno invece parte un collaudato corpo di
ballo, la banda storica, 33 componenti dell’Orchestra Ars musica che si è
prestata a far volare gli archetti e ai girotondi più incredibili in un clima di
festa di piazza. Questo tour 2003 oltre che colossale per gli spostamenti e lo
spessore dello spettacolo, è astuto nell’aggancio al territorio: coinvolge
realtà giovanili, migliaia di sportivi e di famiglie, oltre che i fans di ieri e
di oggi. A parte la viabilità al collasso e l’ingorgo ai botteghini, il concerto
patavino ha fatto centro: canzoni vecchie e nuove - oltre 35 brani - con sei
pezzi dell’ultimo cd "Sono io l’uomo della storia accanto", a segnare
l’evoluzione di un artista sacralmente bianco, atleticamente perfetto, algido
nell’approccio, ancora capace di inventarsi dopo 35 anni di attività. Baglioni
che cantava l’amore di spiaggia oggi è sempre più incline al disincanto: c’è
fatica di vivere e di fare coppia nei suoi testi, così nelle coreografie quasi
da sopravvissuti, in quelle 300 tute bianche entrate sul prato al ritmo di
"Uomini persi". Il suo saluto: «Manifestiamo il diritto di stare assieme,
facciamo battere i battiti di un unico grande cuore». Quasi per allontanare il
rimorso "di non aver amato mai abbastanza". Prossimo concerto venerdì 27 a
Firenze. di Nicoletta Martelletto
(Il Mattino di Padova 25 Giugno)
BAGLIONI A PADOVA. Subito le grandi hit eseguite alla chitarra
Spettacolare Claudio Morandi «presenta»
e duetta in Poster
Straordinaria la coreografia dei 300 figuranti Ballerini di tango acrobati
circensi e suore sui pattini
Claudio Baglioni approda all'Euganeo di Padova, in un mare di gente e di voci: è
la mastodontica e spettacolare tournée del cantastorie dei giorni nostri. Dopo
gli interventi di Bocelli ad Ancona e di Laura Pausini a Milano (per la tappa di
Firenze si parla di Biagio Antonacci), è attesissimo il duetto del viaggiatore
con il superospite dell'occasione, Gianni Morandi. 51 Montesacro e tutto
cominciava...: tra minacciose avvisaglie di temporale, si parte alle 21.30 con
un medley acustico che l'artista esegue imbracciando la chitarra e facendo a
piedi il giro del campo. Baglioni, camicia e pantaloni bianchi, appare sereno,
percorso da nuova linfa vitale e rivolge un sonoro e simpatico ciao! al pubblico
che incontra "strada facendo".
In questo clima rilassato e giocoso, vengono forniti assaggi da Signora Lia,
Solo, E tu come stai?, Sabato pomeriggio, Notte di note, A modo mio, Da me a te,
Amore bello, Porta Portese: già l'introduzione del concerto è un greatest hits.
Nel frattempo, il gruppo storico del cantante, con il rientro nelle file del
mitico Walter Savelli al piano, prende posto sull'immenso palco diagonale (La
strada), simile ad un ponte. Mentre Baglioni lancia uno sguardo interrogativo al
livido cielo, il riverbero delle prime note della fresca Sono Io si trasforma in
un'esplosione di suoni e di luci che tentano di contrastare i lampi e le prime
gocce di pioggia. «Buonasera», esclama il musicista, «Speriamo anche che sia una
buona serata! Dopo 35 anni di musica, parole e persone, devo ringraziarvi della
voglia di vita e di esserci a far battere i battiti di un unico grande cuore».
Una splendida Strada facendo con controcanto della folla sul ritornello,
l'arrivo degli orchestrali in Dagli il via e con il brano Uomini persi fanno la
loro entrata i trecento figuranti selezionati per Padova.
Uno sciame di performers si posiziona sulla scena. L'effetto è incredibile: è
come se si creasse un'estensione, un tramite, un filo diretto tra gli spettatori
e la magia di stare al centro dello spettacolo. Si susseguono una miriade di
successi ed emozioni in musica: dalla delicata versione di Avrai, con Baglioni
al pianoforte e l'accompagnamento dei 33 elementi d'orchestra, a Domani mai;
dalla scherzosa e squisita Stai su a Quante volte; da Cuore di aliante (con le
comparse che scandiscono visivamente la ritmica pulsante del pezzo con l'uso di
bacchette luminose) ad una Buona fortuna inizialmente per voce sola e poi
rivista in chiave spiritual. Si continua con Tutto in un abbraccio che vede il
girotondo per mano degli artisti e degli atleti padovani attorno al palco.
Dall'ultimo album vengono proposte Mai più come te, la spassosa Serenata in sol
(«abbiamo voglia di essere per cinque minuti mezzo scemi») e la grintosa Grand'uomo
il cui committente involontario è il figlio Giovanni. Poi il momento
dell'esibizione con Gianni Morandi. Dopo Un mondo d'amore, i due cantanti si
scambiano alcune divertenti battute e per qualche istante, forse, il superospite
si dimentica di essere stato ospitato. Ad un certo punto, un Morandi
presentatore dice: «Ho cantato una tua canzone insieme ad un gruppo di ragazzi
sardi: ogni volta che la sento mi commuove». Nasce così un meraviglioso duetto
sulla celebre Poster. Applausi a non finire. Bisognerebbe spendere almeno una
parola per ciascuna canzone, ma purtroppo con un concerto del genere e più di
tre ore di hits, è impossibile. Dai ballerini di tango di Fammi andar via, agli
schermidori di Le vie dei colori, dagli acrobati circensi di Acqua dalla luna,
alle lottatrici e alle suore sui pattini di E adesso la pubblicità, dai fari che
proiettano sui teloni la bandiera della Pace in Ninna nanna nanna ninna, alle
prodezze vocali in Mille giorni di te e di me, da Io sono qui a La vita è adesso
a Via: l'evento più spettacolare a cui si possa assistere.di Fabio Velo Valbren
(La Nazione 25 Giugno)
Biagio Antonacci l'ospite a sorpresa
E per la data di Roma ecco Panariello
Sarà Biagio Antonacci l'ospite del concertone di Baglioni a Firenze mentre il
comico toscano Panariello sarà l'ospite del concerto che si terrà a Roma. Il
concerto di questo tour è stato studiato come una grande musical con la
partecipazione di molti giovani che sono stati selezionati in queste settimane
per speciali coreografie.
Altre curiosità: durante l' intervallo della «partita del cuore» che si è svolta
venerdì scorso a reggio Emilia, Gianni Morandi ha donato una maglia numero 10 a
Claudio Baglioni. Il cantautore giocò nella nazionale cantanti nell' 81 e
sostenne, cantando, la prima Partita del Cuore a Padova, nel '92. Un invito
formale a tornare a indossare la divisa della nazionale. Morandi, per sostenere
l' invito, ha promesso di andare, sempre a Padova, al prossimo concerto di
Baglioni.
(Il Mattino di Padova 25 Giugno)
Baglioni va in archivio con i disagi
Euganeo preso d'assalto, l'impatto dei 25 mila spettatori va «limato»
Parcheggi limitati e afflusso del pubblico sono i problemi da risolvere
Era il debutto di un cartellone estivo di grandi eventi che culminerà con i Rem
a luglio
Alla fine il disagio peggiore è venuto dall'acquazzone che si è abbattuto
improvviso durante il concerto di Claudio Baglioni. Malgrado le immancabili code
in tangenziale e la ressa all'entrata dello stadio Euganeo, Padova ha ben
sopportato l'impatto dei 25.000 spettatori che lunedì sera hanno preso d'assalto
le tribune dell'impianto per il primo appuntamento della stagione con la grande
musica dal vivo. I problemi principali prima dell'inizio dello spettacolo di
Baglioni (e Morandi...), per il protrarsi delle prove fino quasi alle 19 con un
ritardando di mezz'ora dell'apertura dei cancelli.
Qualche spintone in tribuna est, dove hanno preso posto i possessori di
biglietti non numerati esclusi dal prato per lasciare posto alla scenografia, si
sono ritrovati strizzati più del lecito. Mugugni anche in tribuna ovest dove i
posti a sedere numerati sono stati fatti slittare a sinistra. «Chiedo scusa al
pubblico se ha subìto dei disagi - dice Diego Zed, organizzatore dell'evento -
Tuttavia posso assicurare che si è trattato di problemi ben al di sotto di
quelli che si verificano nelle altre città in occasione di concerti di questa
portata. Del resto stiamo portando a Padova una programmazione musicale degna di
una capitale europea con eventi che prima erano appannaggio di Milano e Roma. Mi
impegno personalmente a organizzare interventi approntati sulle esigenze del
pubblico, affinché possa uscire dallo spettacolo sempre soddisfatto».
E proprio soddisfatti non sono stati i 25 spettatori che non trovando parcheggio
hanno lasciato la macchina in via Rocco: sul parabrezza, all'uscita, multa di 35
euro: «Il nostro non è un accanimento: i divieti sono messi per tutelare la
sicurezza e vanno rispettati - spiega il comandante della Polizia municipale
Terrin - All'Euganeo i posti disponibili nei parcheggi non sono più di 2.700 e
di conseguenza la gente non può pensare di arrivare tutta in macchina fin sotto
allo stadio, ma deve imparare a sfruttare il bus navetta».
Con Baglioni si è inaugurata la lunga estate calda della musica che nelle
prossime settimane si articolerà nelle tappe «satellite» con Simply Red a
Piazzola, Simple Minds e Carmen Consoli a Villa Pisani, in attesa dell'evento: i
Rem il 22 luglio all'Euganeo. Per loro si parla già di tutto esaurito: «Per i
Rem intendiamo organizzare una conferenza di servizio con tutti gli attori
preposti; in quell'occasione renderemo noti una serie di servizi che saranno
motivo dominante di tutti i prossimi concerti, affinché il pubblico non debba
più patire alcun disagio» conclude Zed.Simonetta Zanetti
«Così sono finito in tribuna Vip...»
Massimo Catenacci Lido di Venezia
Al concerto di Claudio Baglioni i pochi veri professionisti della serata erano
tutti al centro del prato ed hanno offerto uno spettacolo certamente grande.
Tutto il resto, però, è da dimenticare. A cominciare dagli accessi per finire
con la scoperta che il posto numerato riportato sul biglietto non esiste. Sì,
proprio così. I posti 88 e 89, i miei, ma anche l'87 e il 90, della fila 14
della tribuna numerata ovest non esistono proprio. E allora perchè hanno fatto i
biglietti? Perchè li hanno venduti? A 40 euro. Che con le spese di prevendita e
spedizione sono lievitati a 51. I problemi cominciano all'arrivo. Uno si aspetta
di trovare un bel cartello con l'indicazione della tribuna ovest e di quella
est. Tutti vanno verso destra e poi si scoprirà che quello è l'est. Quindi giro
di tutto lo stadio e ci si accorge che un cartello con l'indicazione della
tribuna numerata ovest effettivamente c'era, ma è mezzo divelto. Ecco i
biglietti. No signore, questa è la tribuna Vip, questi biglietti non vanno bene
qui. Evviva l'organizzazione. I biglietti vanno bene. Subito una hostess carina
e gentile ci viene incontro, Fila 14 posti 88 e 89. Prego. Scendendo la
scalinata il primo fastidio. Il posto 88 è a sinistra, l'89 è a destra. Con la
scalinata in mezzo. Alla fine, ci portano in tribuna Vip. La hostess sorride e
riparte verso un nuovo problema.
(Da.korazym.org 24 Giugno)
Claudio Baglioni: aprirsi agli altri
per dare speranza!
Intervista esclusiva a Korazym del cantante romano che ha appena iniziato il suo
20.mo tour. Abbiamo parlato del suo ultimo album "Sono io: l'uomo della storia
accanto", dei suoi concerti e del suo rapporto con la fede.
Dopo Ancona, Milano. Il 19 giugno allo stadio di San Siro più di 50 mila persone
hanno vissuto la magia del mega-tour di Claudio Baglioni: oltre 35 anni di
carriera, 20 concerti! Un traguardo che ancora sembra ricco di novità...
Ha compiuto da poco 52 anni, il 14 maggio scorso, ma la sua musica sembra non
sentire il passo. Ha appena lanciato il suo nuovissimo album: "Sono io, l’uomo
della storia accanto". Ma è come se fosse al suo primo album, visto l’entusiasmo
che mette in ciascuna canzone che fa vibrare l’anima….
Questa volta, però, il cantante romano sembra avere avuto una nuova idea:
Baglioni ha girato l’Italia alla ricerca di artisti di strada, cantanti, attori,
scenografi, ballerini che saliranno con lui sul palco nel nuovo tour che, per
ora, prevede otto date nelle principali città italiane: Milano il 19 giugno, per
arrivare il 23 allo Stadio Euganeo di Padova, al Franchi di Firenze,
all’Olimpico di Roma il 1° luglio, al San Paolo di Napoli il 5, per concludersi
il 12 luglio al Cibali di Catania.
Lo abbiamo intervistato, in esclusiva, per gli amici di Korazym …
Claudio, come è nata l'idea di questo nuovo album e di questo nuovo tour?
”Per chi fa un mestiere come il mio, il disco e il concerto sono il sistema di
comunicazione fondamentale. Devo dire che personalmente preferisco sempre il
concerto e dunque il contatto diretto con le persone. Credo di poter affermare
che le canzoni di questo nuovo disco sono state pensate anche in prospettiva di
essere cantate in concerto. “Fianco a fianco”, ad esempio, vuole proprio
raccontare l’esperienza e l’emozione di un concerto”.
Nonostante questo sia il tuo ventesimo tour, hai sempre delle novità e degli
assi nelle maniche. Quest'anno cercherai dei ballerini, sbandieratori,
scenografi sul posto, variando di città in città. Un modo per integrarti con il
pubblico ...
”Il segreto sta nel non essere mai ripetitivi, nel non annoiarsi. Ecco il senso
dei miei “silenzi”, delle mie periodiche “sparizioni”. Ho conservato intatto il
gusto della novità, della curiosità. Credo sia una questione di rispetto verso
la gente provare a dare e a dire ogni volta “qualcosa” di diverso e di
originale. Un tour consente di far conoscere tante potenzialità inespresse che
ci sono nelle nostre città. Mi piace pensare di potere, in qualche modo,
restituire i privilegi che ho avuto dando a tante persone, a tanti giovani, la
possibilità di esprimersi artisticamente”.
Quale è il tuo rapporto con la fede?
”Credo innanzitutto nella possibilità di cercare l’infinito. Tante mie canzoni
sono sicuramente spirituali, nel senso più ampio del termine. Vengo poi, come
tutti gli italiani del resto, da un’esperienza di parrocchia, di chierichetto.
Vengo da una zona della periferia di Roma dove ti rendi conto quanto sia
importante la parrocchia anche solo come punto di riferimento. E penso anche che
la frase più rivoluzionaria della storia l’abbia pronunciata Gesù: ama il
prossimo tuo come te stesso”.
Quale è il messaggio che vuoi dare ai giovani che ci seguono sul nostro portale
www.korazym.org?
”Francamente ho paura a lanciare messaggi. Ho anche la pretesa di credere che
ciò che ho da dire e da raccontare in fondo sia nelle mie canzoni. Il messaggio
a cui tengo di più coincide con la parola speranza. Penso che tutti dobbiamo
aprirci di più agli altri. Ho intitolato il mio ultimo disco “Sono io”: non è un
titolo “egoista”, anzi è l’esatto contrario. È un disco “al plurale” che
rivendica la necessità e la bellezza del rapporto autentico con le altre
persone”.di Serena Sartini
(Il Gazzettino 24 Giugno)
SUCCESSO ALL’EUGANEO
Bagno di folla per Baglioni in uno
spettacolo "smisurato"
La pioggia, che un po' ha disturbato, non è riuscita però a impressionare il
pubblico. La cosa più impressionante infatti è stata il palco. Hanno dovuto
levare anche le porte da calcio per farcelo stare, "smisurato" e faraonico come
l'impianto che Claudio Baglioni ha messo su per cantare ieri sera allo stadio
Euganeo davanti a 18mila persone, con 350 luci motorizzate e 150 analogiche con
una potenza, dalle 100 casse acustiche, di 200mila watt, con 10 torri. Ci vuole
una settimana per montarlo. I numeri servono proprio per dare la dimensione del
divertimento che ha provocato questo show-evento alle migliaia di appassionati
che hanno gremito le tribune e cantato insieme a Baglioni i suoi successi. Oltre
a 33 elementi d'orchestra e a sei elementi della band c'erano anche decine e
decine di performers selezionate nei giorni scorsi in città che hanno reso il
prato dell'Euganeo una gigantesca piazza della vita con un palcoscenico regalato
«a chi magari non ne avrà mai uno» come ha già detto Baglioni. Il concerto è
partito con Claudio da solo che gira attorno al campo con la chitarra, cantando
le sue prime canzoni poi sono arrivati tutti i successi con un'esecuzione da
brivido di "Poster" insieme a Gianni Morandi e ovviamente "Sono io", "Tutto in
un abbraccio", "Grand'uomo" e ""Mai più come te" dall'ultimo disco.
(Il Gazzettino 24 Giugno)
Di porto in porto, di stadio in stadio, la "portaerei" con sopra Baglioni
ha gettato le ancore anche sul prato dello stadio Euganeo dove ieri, davanti a
25mila spettatori, ha avuto luogo il terzo dei "concerti unici" di questo breve
gigantesco tour. Caldo umido, afa e anche un rischio di tempesta, ma in fondo
Baglioni val bene una sudata o una pioggia, hanno pensato le decine e decine di
performer locali chiamati a riempire la scena e a diventare per tre ore
protagonisti del più grande show mai allestito in Italia. Sono in numero
inferiore rispetto alle date precedenti «perchè quelli scelti sono bravi ma le
proposte erano oggettivamente inferiori come qualità rispetto a Milano e
Ancona».
Qualcosa è cambiato rispetto alle prime date: piccoli spostamenti di scaletta e
l'aggiunta di un brano del nuovo album, quella scanzonata e sderenata "Serenata
in sol" dal testo assurdo e diventata un piccolo scioglilingua per i baglioniani,
con il verso "sono solo sotto il sol e so solo un solo in sol" che ricorda a
Claudio i tempi lontani della crisi di "Oltre", quando non riusciva
assolutamente a scrivere testi che lo soddisfacessero, di un album di fatto già
venduto e pubblicizzato ma che era tutt'altro che pronto.
Nuova anche l'ospitata, ovviamente, dato che cambia a ogni data, accogliendo sul
palco gli amici con breve preavviso. Ad Ancona fu Bocelli, a Milano Pausini. A
Bari ci sarà Ron e ieri è stato Morandi a salire sul palco incrociando le voci
in due brani, "Poster" di Baglioni, che ha ricambiato con "Un mondo d'amore".
Nessuna traccia di Biagio Antonacci che qualcuno aveva annunciato riportando
"voci di corridoio", ma dopo aver evidentemente sbagliato corridoio. Antonacci
sarà, come previsto, l'ospite di Firenze. In compenso sul prato c'era la sua ex
moglie Marianna Morandi venuta ad accompagnare il padre.
«Con Claudio abbiamo avuto poche occasioni di fare cose insieme - ricorda Gianni
- ma non dimentico quando venne a fare il "regalo" per i 18 anni di Marianna.
Avevamo fatto una festa e lui arrivò a sorpresa».
«Papà mi disse "girati" - ricorda Marianna, oggi diventata un'apprezzata attrice
- e mi trovai Claudio davanti. Feci un mezzo "colpo"», ride.
Morandi è reduce dalla "partita del cuore" a Reggio Emilia dove aveva rimediato
una botta al ginocchio, che non gli ha impedito, gonfio e zoppicante, di
partecipare allo show, che sarà uno dei pochi impegni che si è riservato quest'anno,
a parte qualche apparizione al Festivalbar. Il prossimo potrebbe essere una
partita della nazionale cantanti a Bagdad appena la situazione si sarà davvero
stabilizzata.
«È stato un viaggio interessante, questo a Bagdad - dice - e l'idea era di
andare a controllare l'ospedale da campo della Croce Rossa gestito da volontari
italiani. C'era una fila di bambini con vari problemi, ustioni da benzina,
radiazioni, ferite. Per alcuni più gravi era pronto un ponte aereo per
l'ospedale pediatrico di Genova. A Reggio Emilia abbiamo anche invitato e fatto
giocare alcuni dei calciatori della nazionale irachena conosciuti a Bagdad. Ci
hanno raccontato cose orrende. Quando giocavano male o perdevano una partita il
figlio di Saddam faceva cose terribili. Uno era stato chiuso per 4 giorni in una
cella piena di sterco, un altro si era fatto tre mesi di carcere, un terzo aveva
sbagliato un rigore e il figlio di Saddam gli aveva puntato una pistola alla
testa sparando poi in aria. Li faceva allenare con palle di pietra e uno che
correva poco l'aveva messo a correre davanti al proprio aereo, decollandogli
sulla testa».
E il rapporto con Baglioni invece?
«Abbiamo cominciato insieme alla Rca, io un po' prima di lui e me lo ricordo
questo ragazzo occhialuto, trent'anni fa, che vinse un concorso coi Ricchi e
Poveri. Mi diede anche una canzone "Chissà se mi pensi" che non utilizzai mai,
mentre mi ritrovai a cantare "Poster" negli anni '80 perchè, al momento di
riprendere a cantare non avevo repertorio a parte "Canzoni stonate" e quindi
cantavo quelle degli altri, come "Emozioni" di Battisti. Con Claudio abbiamo
fatto insieme solo "Svalutation" di Celentano, con Jovanotti. Giocavamo. Lui
diceva che "Il presidente" ricordava la sua "Signora Lia", e la settimana dopo
mi aveva chiesto "allora Morandi, mi ha plagiato qualche altra canzone oggi?".
Fu la prima volta che finimmo tutti in mutande in tv».
Cosa ti pare di questo show?
«Mi piace l'idea di stare in mezzo con la gente attorno. L'avevo fatto anch'io
col ring nel tendone ma lì si trattava di un piccolo spazio con tremila persone.
Qui tutto è moltiplicato per dieci. Non so come faccia Baglioni a complicarsi la
vita in questo modo. È un eroe. Ma gli piace e si diverte. E ogni volta che fa
una cosa già gliene vengono in mente altre tre».
L'"eroe" in questione aspetta le 21.30 per avere un po' di buio e poi entra in
scena per le sue tre ore di spettacolo. La gente è rimasta fino alle 19 sotto il
sole in attesa che le porte si aprissero, che si risolvessero i problemi di
biglietti e posti e che lo show avesse inizio. Poi le colonne di amplificazione
cominciano a diffondere le prime note, tra lampi e fulmini tutt'attorno e
Claudio esce con la sua chitarra a salutare la folla cantando solitario le prime
canzoni e poi con la band i primi brani in attesa dell'ingresso dei performer
per "Uomini persi". E poi via così per tre ore di musica canzoni, coreografie e
cori.
A Roma si sta pensando a trarre dallo show un dvd ma il problema è come rendere
dentro l'obiettivo della telecamera la dimensione di uno spettacolo in continuo
movimento su un ettaro di prato.Giò Alajmo
(Il Giornale di Vicenza 24 Giugno)
Anche moltissimi vicentini
ieri allo stadio Euganeo di Padova per l’unica tappa veneta del cantante romano
Baglioni, una fiesta sul prato
Padova. Claudio Baglioni sfida il temporale, vince la terza tappa e la maglia è
sempre bianca, sopra jeans immacolati e anfibi neri che fanno duro. Il tour
senza pedali in giro per l’Italia anche allo stadio Euganeo taglia il traguardo
del successo. C’erano vicentini a migliaia ieri sera, con i fedelissimi del
cantante romano che dopo 5 anni ha reimboccato la via degli stadi e delle grandi
folle.
Il risultato è una fiesta sul prato, dove per tre ore si tracannano birre e
acque minerali, si karateka, si balla, si pattina - c’erano anche gli atleti
della scuola New Age di Trissino al ritmo di "La via dei colori" - e soprattutto
si canta a squarciagola. Uno show che supera se stesso e cancella i precedenti,
anche quello inventato sul tram nel ’98. Così Claudio Baglioni celebra i 35 anni
di attività, i mille concerti e ribadisce il concetto del suo ultimo cd: «Sono
io, l’uomo della storia accanto». È lui, che nelle sue canzoni si riflette
davvero: " Io a tutti gli altri/ho dato un po’ di me/da amico vero ".
È proprio lui, figlio di Porta Portese, capace di emozionare col suo sorriso
pieno e la zazzera cinerea, in omaggio all’età. Una musica indelebile quella
nata negli anni ’70 che si celebra ancora nei mitici "Viva l’Inghilterra",
"Questo piccolo grande amore", "Signora Lia" e prende il volo con "Passerotto
non andare via" e "Avrai".
Ma oggi si gira pagina: Baglioni e il suo alter ego Pepi Morgia hanno costruito
uno spettacolo ai confini col musical. Una storia vera non c’è, ma ci sono
giovanissimi da lanciare, 300 comparse all’Euganeo selezionate tra scuole di
ballo e palestre, più un’orchestra di 33 elementi che entra nei momenti dedicati
alle parole del cuore.
L’ospite attesissimo è Gianni Morandi: un duetto di dieci minuti in una notte di
post solstizio che nessuno dimenticherà. Alle 23.15 dopo il "grand’uomo"
irrompono le note di "C’è un grande prato verde". Baglioni fa a Morandi: «Trovi
caro il biglietto?». L’altro risponde: «No, per uno spettacolo così. Nessuno
l’ha mai fatto in Italia». E la notte magica prosegue sulle parole di "Fammi
andar via".di Nicoletta Martelletto
(Il mattino di Padova 24
giugno)
Disturbato dalla pioggia il concerto-kolossal dell'artista romano sbarcato
ieri sera allo stadio Euganeo di Padova
In 25 mila a cantare con Claudio E con
Gianni Morandi uno strepitoso duetto sulle note di «Poster»
PADOVA. Un giro di pista con la chitarra in mano sulle note dei suoi grandi
successi del passato e sotto un cielo che minaccia di rovesciare il più classico
dei temporali estivi. Così Claudio Baglioni ha iniziato ieri sera allo stadio
Euganeo la terza delle otto tappe del tour Sono Io. Dopo due anni di assenza il
cantautore romano ritorna a Padova davanti a 25 mila persone. Un successo che
bissa quello del 2001 sia per la bellezza dello show che per il calore che il
pubblico gli ha riservato. Soltanto per la data padovana poi il grande ospite
della serata è stato un altro grande vecchio della canzone made in Italy, Gianni
Morandi, che a metà concerto è salito sul grande palco quadrato in mezzo al
campo accompagnato dalle grida degli spettatori. Il ragazzo che amava i Beatles
e i Rolling Stones si è esibito in duetto, cantando Un mondo d'Amore e Poster.
Un boato saluta l'entrata dell'idolo di generazioni di innamorati sulle note di
51 Montesacro e Signora Lia. Camicia e pantaloni bianchi, Baglioni passeggia con
l'inseparabile chitarra nera. Oltre tre ore di concerto nelle quali il
cantautore romano, accompagnato da sei musicisti e da un'orchestra di trenta
elementi, ha cantato alcuni brani del suo nuovo album Sono io, l'uomo della
storia accanto inseriti all'interno di una scaletta con le più indimenticabili
canzoni di un repertorio intramontabile che unisce ormai tre generazioni di
appassionati della musica leggera. Da Strada Facendo ad Avrai, da La vita è
adesso a Mille Giorni di Te e di Me, Baglioni ha ripercorso più di trent'anni di
colonne sonore di amori e delusioni adolescenziali. Ma quello di Baglioni non è
stato soltanto uno splendido concerto, organizzato magistralmente dalla Zed:
sugli oltre cento metri di palco si sono alternati ballerini ed artisti di
strada che hanno dato vita ad una coreografia unica, di sicuro mai vista sul
prato dell'Euganeo. di Francesco Patanè
(Il mattino di Padova 24 giugno)
Le signore del piccolo grande amore
Aspettando l'apertura dei cancelli: «Ci
emoziona, ed è anche bellissimo»
PADOVA. Quando erano giovani li ha fatti innamorare e oggi, a quasi trent'anni
di distanza, la sua voce continua a farli sognare, riaccendendo la luce sui
ricordi degli anni in cui bastava una maglietta fina per perdere la testa. Il
popolo di Baglioni è questo, giovani di ieri nascosti sotto qualche capello
bianco e signore di oggi con un po' di pancetta. Arrivano all'Euganeo tranquilli
e composti sulla scia delle note del cantautore le cui prove riecheggiano nel
pomeriggio. Niente ragazzine in delirio incollate ai cancelli, l'attesa per
Baglioni assomiglia di più ad una sagra paesana, una sorta di festa dell'Unità:
il vero assalto si consuma ai chioschi tra panini con la porchetta e con il
wurstel, malgrado il sole. Ma anche la compostezza cela a modo suo la passione:
per vederlo la gente è venuta da tutte le parti come Carolina Annovi, 62 anni,
al suo terzo «appuntamento» con il cantautore, seguita dalla figlia, fan ad alta
fedeltà con ben 10 concerti all'attivo. Sono partire da Modena nel primo
pomeriggio per essere presenti all'apertura dei cancelli: «La passione l'ha
presa da me che lo seguo fin dagli inizi -confida orgogliosa la signora Carolina
indicando la figlia-; a distanza di anni Baglioni è ancora in grado di
trasmettermi emozioni nuove, quindi ogni volta che è a tiro, ne approfitto per
andare a vederlo». Un artista a 360 gradi, ma anche un uomo affascinante:
«Perché sono venuta al concerto?» domanda incredula Teresa, sola e rigorosamente
strizzata nel suo abitino bianco di velo che la fa assomigliare ad una sposa.
Insegue la sua passione da quando era ragazzina. «Sono qui per lui, ovvio. Come
fa a non piacere un uomo così?». E sono proprio le donne le fan in prima fila,
signore di mezza età, alcune delle quali non hanno esitato a rispolverare
l'abbigliamento di allora, con maglie a rete e reggiseno a vista, pinocchietti e
zatteroni: i ricordi fluiscono impazziti dalla porta aperta sul passato. Il
fascino del cantautore è uno dei motivi ricorrenti, per le fan Baglioni
rappresenta una sorta di Principe Azzurro per tutte le età, da cui nessuna
sembra immune, come confermano anche Katia Zago e Alessandra Roverso, nella
diffusa accoppiata madre-figlia: «Chi non si è innamorato sulle note delle sue
canzoni d'amore? -domandano in coro-. E poi è anche un gran bell'uomo». «E' un
artista che ha saputo adeguarsi ai tempi -aggiunge Gianluca Moscato- che le
accompagna». André e Maria Antonietta Gris arrivano addirittura da Strasburgo.
Per una volta l'«innamorato» è lui: «Ho conosciuto Baglioni grazie a mia moglie
che è italiana. Quando ci siamo incontrati possedeva un suo disco -spiega André
in un italiano un pò stentato-. Erano i tempi di Sabato Pomeriggio. Da allora
sono caduto in amore e anche se non capisco tutte le parole seguo il cuore, la
grinta e la passione che mi trasmette. Per questo abbiamo organizzato le nostre
vacanze su questo appuntamento». C'è poi, immancabile, la coppia che fa del
concerto una sorta di pellegrinaggio, un tributo ad un amore nato e cresciuto
sulle note del cantautore. Ezio e Rosalba Iachelini arrivano da Cles, li
interrompiamo mentre si baciano: «Le sue canzoni sono state la nostra colonna
sonora fin dall'inizio. Sembra scontato ma ci siamo innamorati con Questo
piccolo grande amore e da allora non ci siamo più lasciati» confidano quasi con
vergogna. Accanto a tanta devozione c'è anche lo spettatore rassegnato:
«Accompagno mia moglie e mia mamma -spiega sconsolato Bruno Da Silva alla
ricerca della biglietteria-. Sono tutte e due a loro modo delle fan: mia moglie
è una di quelle sfegatate che si porta dietro la passione fin dall'adolescenza,
indissolubilmente legata a Fratello Sole e Sorella Luna; anche mia madre si dice
una sua grande estimatrice anche se in verità fatica a distinguerlo da
Battisti». Daniela Faldon, Bianca Pancot e Fabio e Matteo Campodall'Orto
abbassano un po' la media, che sembra essere saldamente ancorata sui 35: «Lo
abbiamo sentito qualche anno fa a Treviso e ci è piaciuto troppo, quindi siamo
tornati. A distanza di anni Questo Piccolo Grande Amore rimane una canzone
stupenda» sottolineano le ragazze, sotto il sole da due ore per aggiudicarsi la
pole position. Sono le sette, si aprono i cancelli: è l'ora dei ricordi.
di Simonetta Zanetti
(La Repubblica 24 Giugno) (Vento su TL)
SABATO SERA LEZIONE DEL CANTAUTORE SU MUSICA E COMUNICAZIONE
IN CATTEDRA IL PROF. BAGLIONI
L´appuntamento alle 20.30 nell´aula magna di Scienze della Comunicazione.
Tanti sperano nel mini-show
Ore 20 e 30, lezione di "Comunicazione musicale". In molti sperano di vederlo
arrivare con una chitarra. Ma Claudio Baglioni, che sabato sera salirà in
cattedra nell´aula magna di Scienze delle comunicazioni, dovrebbe solo parlare.
Una lezione sul valore della musica e dei testi. Baglioni, alla vigilia del
concerto del primo luglio, si offrirà agli studenti in un dibattito moderato da
Ernesto Assante e cercherà di spiegare quali sono i meccanismi che creano un
successo e perché la musica ha tanta forza comunicativa. «Questo appuntamento -
ha spiegato il professor Mario Morcellini, tra i promotori dell´incontro - nasce
perché la musica, uno dei linguaggi dei giovani, è ancora poco studiata nei
corsi di comunicazione. Noi cerchiamo di far diventare certe culture giovanili
oggetto di riflessione. Portarle dentro le aule è il primo passo». APPUNTAMENTO
ALLE 20,30 IN VIA SALARIA 113. E chissà che Baglioni non intoni qualche nota.di
Geraldine Schwarz
(La Nazione)
Biagio Antonacci duetta con Baglioni
Firenze.
Sara' Biagio Antonacci il super ospite di Claudio Baglioni nel megashow di
Venerdi 27 Giugno allo stadio Artemio Franchi. Un bel colpo, dopo i duetti con
Laura Pausini l'altro ieri a San Siro e con Gianni Morandi stasera a Padova, e
in attesa di Giorgio Panariello che sara' il partner dell'uomo della storia
accanto il primo luglio all'Olimpico di Roma. Un bel colpo anche perche' il
quarantenne Biagio Antonacci, emiliano, legato al clan di Gianni Morandi,
amatissimo da legioni di fan per un mucchio di successi tra cui Iris e Mi fai
star bene, a Firenze ha sempre ottenuto successi clamorosi. E questo non fa che
aumentare l'attesa per il grande spettacolo di venerdi: Claudio Baglioni, che
con sono io l'uomo della storia accanto spegne la ventesima candelina sulla
torta dei suoi album, promette una serata magica. Con un immenso palcoscenico
che occupera' praticamente tutto il prato del Franchi, con uno show che vedra'
coinvolti i sei della sua bend, un'orchestra di 42 elementi (i ragazzi del
conservatorio di Chieti), un corpo di ballo di 80 persone ma soprattutto la
folla dei performer -ballerini, artisti di strada, atleti- selezionati nei
provini che lo staff di Baglioni (presente anche lui, in qualche caso) ha fatto
in tutte le citta' del tour. " Una pluralita' di voci , di linguaggi, di gesti,
di elementi", ha scritto proprio Baglioni per presentare lo show sulle colonne
della Nazione. E ci sara' lui, naturalmente: il "menestrello" della canzone
italiana, che con quest'ultimo disco torna a sonorita' piu' melodiche e a storie
piu' intime, testi che riportano la memoria a Questo piccolo grande amore e
Sabato pomeriggio. Con questo tourbillon di facce e gesti intorno e con una
"spalla" ideale come Biagio Antonacci che si muove piu' o meno sullo stesso
terreno, sulle stesse corde.Sara' davvero una grandissima emozione.
(Il Gazzettino 23 Giugno)
L’incontro del cantautore romano con i lettori del Gazzettino: due ore di
conversazione raccontandosi con ironia e in libertà
Claudio Baglioni: di qua dal ponte, con i suoi fan
«Adoravo Celentano, e una volta io e
De Gregori, ragazzini, corremmo dietro ai Pooh per un intero tour»
Lei si alza in piedi, timida e impacciata. È il momento atteso da una vita.
«Claudio finalmente ti trovo...». «Perché? Sei dell'Interpol?» Ridono di gusto
le fan invitate al giornale fra coloro che hanno mandato le loro domande da fare
al cantautore romano. Lui, camicia bianca, jeans grigio scuri, foulard, arriva
poco dopo le 15, affiancato dal direttore Luigi Bacialli e dal critico Giò
Alajmo che guida l'incontro. E fa una confessione choc.
«Sono stato anch'io un fan, e di quelli scatenati.Io e De Gregori nei primi anni
'70 abbiamo seguito un'intera tournée dei Pooh. Eravamo in prima fila. Mi
piaceva D'Orazio. Aveva una batteria così grossa che la canzone era già finita e
lui non aveva ancora finito di colpire tutti i piatti...» Poi si siede, pronto a
rispondere a tutti. Ecco una sintesi di oltre due ore di "chiacchiere".
Ti hanno detto di essere un sentimentale. È una patente...
«Sono 35 anni che faccio dischi. Il primo l'ho inciso tra la fine del '67 e
l'inizio del '68. Erano dei provini fatti a Milano. Non sono stati mai
pubblicati. Mi convocò la casa discografica Ricordi, mi chiese di fare questi
quattro brani con tre musicisti molto scocciati ai quali non fregava niente di
questo ragazzetto di sedici anni e mezzo. Io, molto intimidito, stavo con mia
madre che mi aveva accompagnato. Perché all'epoca ci accompagnavano le mamme,
come a miss Italia. Il discografico che mi venne a visionare disse: ma com'è che
stai tutto "rincagnato"? E io con una depressione pazzesca, tornai alla mia
pensioncina, aprii la finestra e dissi: ve la farò vedere, un giorno sarò un
grand'uomo. Poi ho scritto canzoni difficilissime e un album "Questo piccolo
grande amore" dove c'era una storia d'amore postadolescenziale. Era un album più
complicato di quelli che ho fatto negli anni '90. C'era una canzone divenuta
popolare e da allora ho avuto la targhetta sotto la fotografia di cantore
sentimentale».
Fino all'ultimo disco. Tutti a dire: è più semplice, finalmente...
«Io non lo credo, così come non credo che sia la riproposta di esperienze
passate ma che ne sia piuttosto una revisione. Mentre nei tre album precedenti
c'era una voglia molto velleitaria di ricerca dentro la musica e i testi in
direzioni sconosciute, in questo ho cercato di farla in una direzione più
conosciuta, nelle cose più vicine a me, nelle cose in cui, facendo un bilancio
musicale, potevo riconoscermi di più. Per dare una definzione questo disco
potrebbe essere un'antologia di inediti. Certe canzoni hanno una certa
complessità come struttura melodica e degli arrangiamenti. Ma non ho avuto il
tempo di rifare le cose come piace a me. Me l'hanno strappato. Io stesso del
resto mi ero imposto tempi più brevi. Ci ho messo 10 mesi invece dei 3-4 anni
che ci impiego di solito».Dentro cosa c'è?
«C'è la voglia, dopo tante parole e tanta musica, di essere più diretto, di
cercare di colpire me stesso ma anche gli altri senza troppe perifrasi o giri di
parole con un linguaggio che sia spero semplice ma non banale. Un album molto
apprezzato finora. Una bella soddisfazione perché pensavo di aver fatto uno
schifo. Questo a dire la verità lo penso sempre, ogni volta che sta per uscire.
Ma a un certo punto è una questione di sopravvivenza meritarsi la benevolenza di
molte persone. Che lo apprezzino è il mio più grande successo».
L'amore è ancora un tema conduttore?
«Ho tentato in tutti i modi di non avere un filo conduttore nel disco e di
tenere lontani i temi per non schiacciare alcuna canzone, perché quando poi si
parte con l'idea di fare un album a concetto, o con un comun denominatore,
qualcuna delle canzoni come in una squadra di ciclismo finisce per fare il
gregario e tirare la volata alla campionessa. Mio malgrado ho la sensazione che
si siano riaccostate quasi un po' da sole. Non so se sono canzoni tutte d'amore
ma sicuramente vi prevale l'urgenza dell'amore, detto con più forza e con più
insistenza alle persone e al mondo. Ovvero l'idea che l'amore, inteso come
abbraccio fra le persone, è l'unica medicina possibile fra tante che hanno
abitudini così diverse, culture così diverse, religioni così diverse, soldi,
fame, così diverse. È solamente questo il collante, il cemento, ovvero questa
reciproca accettazione fra individui, non fra occidentali e orientali, arabi e
israeliani, cattolici e maomettani, ma solo fra persone in quanto possessori di
una vita identica».
Ma i testi vengono da dentro o ti fai... aiutare?
«Mio dio che domanda, voglio giocare il Jolly... (ride). Vivo una sorta di
strabismo compositivo fra la parte musicale e i testi. Scrivo al 99 per cento
sempre prima la musica perché mi dà felicità, il senso della magìa. E poi scrivo
le... omelie. Ma la maggior parte del pubblico non è un musicista quindi delle
canzoni prende la parte dello struggimento, della commozione. Le parole tutti le
usano e colpiscono, anche le parole sceme. Io ho cominciato come musicista, non
avevo velleità poetiche. Così le parole sono la mia parte terribile. Quando
scrivo divento un dannato, vado in depressione».
Le canzoni sono un viaggio nella vita?
«Tutto quello che uno scrive è irrimediabilmente autobiografico. Però se dovessi
raccontare esattamente quello che è accaduto direi una cosa che magari non è
nemmeno commovente, tanto è vero che ci sono delle canzoni in cui ho mescolato
più storie diverse. Poi il grande privilegio di gente che fa il mio mesterie è
di raccontare i propri cavoli agli altri che li ascoltano e ti danno pure i
soldi...»
Ma ce ne sono alcune che non vorresti mai aver scritto?
«Beh, vorrei riscrivere parti di certe canzoni. Una di queste è Bolero (mormorio
di disapprovazione in sala) perché non riesco proprio a memorizzare certe
strofe. Ho comprato anche quei cosi che si mettono nelle orecchie la notte con
la mia cassetta che va, ma niente. La canto ma mi devo chinare su un foglio dove
c'è scritta una parte del testo. Ogni tanto mi giro nei concerti e cerco di
vedere la gente cosa canta per copiarli... (risate). E ho ripetuto l'errore in
"A domani" che sembra un' "Ora pro nobis". Dopo tre mesi mi ero pentito anche di
"Sabato pomeriggio"... Poi l'ho tenuta».
Però non ti dà fastidio sentirle "rubate" dai cori?
«È curioso, è come se tutti quelli che ascoltano Pollini si mettessero a
suonare.. Beh, magari capita che studi per otto giorni un'introduzione al
pianoforte e appena stacchi i piedi dal pedale nel silenzio si sente un grido...
"Claudio!!!". Eh, sono io Claudio, lo so. Ma vorrei suicidarmi. Però no, non
sono geloso. Ad Ancona mi hanno detto di aver visto delle persone coi fogli e le
lucette per poter cantare i testi...»
Eppure anche tu hai massacrato certe canzoni simbolo. Parliamo di Qpga...
«Questo piccolo grande amore l'ho rifatto tre, quattro volte (si ferma, poi: chi
offre di più?). Una volta sono stato affrontato da una signora a Palermo: la
canzone è nostra non la deve modificare. Io mi sono messo (e mima il gesto della
comare con le braccia sui fianchi) a discutere. Poi ho capito che aveva
ragione».
Hai mai conosciuto grandi uomini?
«Ho conosciuto molte persone comuni che senza essere citate da nessun libro di
storia a me hanno dato la sensazione di esserlo. Persone che avevano come strada
principale della loro vita il tentativo di essere onesti a tutti i costi in un
mondo che ti mette sotto i piedi delle trappole per non esserlo. Risposta facile
sarebbe dire: mio padre. Ma non so se un padre è un grand'uomo. Un padre è
comunque un uomo grande quando sei piccolo, ti copre, ti protegge. Ho scritto
una canzone su di lui ma più che altro per l'assenza di una guida per me. Mi
piacerebbe avere una mano che mi indichi la direzione giusta. Ma anche nel mondo
si sono persi uomini intellettualmente onesti che sapevano traghettare l'umanità
verso un mondo migliore».
La vita. Bisogna viverla con un pizzico di follia?
«È un'esperienza straordinaria ed è l'unica che conosciamo quindi ce la dobbiamo
tenere vicina. Cos'è che fa importante la vita? La curiosità, che non andrebbe
mai spenta. Poi la fantasia, la possibilità di non diventare troppo adulti, mai.
Che ci si sia sempre quel pizzico di cialtroneria, di buffoneria, di voglia di
giocare. Amo proprio questa possibilità. Faccio un mestiere molto meno serio di
altri dove in uno spettacolo dal vivo si può continuare a inseguire la favola,
il gioco, senza diventare adulti e maturi a tutti i costi».
Il tuo spettacolo. Che Claudio vediamo oggi?
«È lo spettacolo più grosso che io abbia mai fatto. C'era voglia di completare
quello che nel '98 non ero riuscito a fare, una cosa vagheggiata da Wagner che
pensava che l'orchestra potesse suonare le sue composizioni in una formazione
allargata. L'inizio del teatro totale. Insieme alla musica potevano esserci
anche altre espressioni, le più popolari e povere, gli artisti di strada, i
comici. Stavolta ci sono danzatrici del ventre, e di flamenco, suore sui
pattini, quelli che fanno il judo, schermidori. Dicono che canto in playback? Ci
sono dei frammenti "campionati", come usano tutti, ma è tutto fatto in casa
tranne un tentativo di doppia voce in un paio di canzoni, dove dovremmo essere
in due, io e me stesso. Il fatto è che a 90 metri di distanza dai musicisti il
suono per un principio fisico arriva con un secondo di ritardo quindi io muovo
la bocca e il ritorno del suono mi fa sembrare sfalsato».
Quando sentiremo vecchie canzoni mai eseguite?
«In un grande stadio si radunano persone che non sanno tutte le canzoni una ad
una. Il 20 per cento sono curiosi o sono trascinati da altri. Improponibile,
penserebbero che sono tutte nuove. Per quanto riguarda la stesura invece le devo
metabolizzare, ho bisogno di distanza dalle cose per poterle raccontare. Prima
c'era un'esuberanza di suggestioni ora una carestia. E io mi autorassicuro. Giro
con un libricino, scrivo le tre notine e poi non le uso mai. Però mi conforta
sapere che c'è».
L'ansia di futuro, di andare al di là del ponte. Che cosa ci aspetta?
«Questo inizio di secolo ha mancato l'idea dell'"adesso cambieremo e andremo da
un'altra parte" che ci era stata promessa. Invece viviamo uno dei momenti più
disorientanti. Non ci sono veri valori condivisibili da tutti. Ho pensato che
noi stavamo come seduti davanti a un ponte. Era quello il primo metro che
dovevamo fare per entrare nel futuro, traversarlo. Siamo ancora all'inizio del
ponte ma penso che oltre ci sia qualcosa di bello. Come penso che dietro la
collina ci sia il sole, il mare che vedi per la prima volta, una campagna, la
gente che balla. Bisogna avere il coraggio di fare quel metro e credere, con la
speranza che diventa come un'ombra che ci segue. È la tenacia il senso di ogni
essere umano che dà un senso alla propria esistenza e a quella degli altri».
A proposito di futuro sei in procinto di laurearti?
«Sì ma fra concerti e dischi... Ho ancora un esame da fare e poi mi laureerei
con una tesi sul restauro architettonico e la rivalutazione degli spazi per
l'intrattenimento popolare. Ho studiato tre anni quand'ero studente Qualche
tempo fa per caso ho incontrato il preside della mia vecchia facoltà di
Architettura. Voleva che parlassi agli studenti. Quando sono andato mi sembrava
di essere la Monroe alle truppe americane. Poi lui è stato da mia madre per
convincerla a farmi riprendere gli studi e da lì è finita. Ho pagato le tasse
fino ad oggi, approfittando della nuova legge. Una cifra!..»
E la musica italiana? Mai avuto un idolo?
«Ce l'avevo, Celentano. Era il cantante moderno quando c'era il gap
generazionale che oggi per fortuna non c'è (e ridacchia). Per quanto riguarda le
canzoni italiane io vorrei averle scritte quasi tutte, quelle degli altri. Mi
piacciono molto quelle degli anni '60, "Io che amo solo te" di Endrigo ad
esempio. Dei giovani amo Elisa e Carmen Consoli, il genio di Daniele Silvestri,
Samuele Bersani, Fabi. E i vecchi? Oramai sono vecchi».
Aiuterebbe la musica un modo discografico migliore?
«All'inizio della carriera per i primi 7-8 anni il discografico comandava poi
non ho più subìto pressioni. Oggi certe volte lamento l'assenza della
discografia. Sembrano alla disfatta della campagna di Russia. Tornasse ad essere
un'industria forte, autentica, con un rapporto migliore con la musica, sarebbe
meglio».
(Il Gazzettino 23 Giugno)
Un concerto gigante, fra i performer
della porta accanto
Padova
Alle 21.30, calato il sole, lo spettacolo di Claudio Baglioni andrà in scena
allo stadio Euganeo di Padova, con il suo immenso palco lungo oltre cento metri
posto sul prato, l'orchestra di 33 elementi, la band (guidata da Paolo Gianolio
alla chitarra, con Lele Melotti batteria, Paolo Costa basso, Walter Savelli
piano, Gianni Boscariol Hammond e tastiere, Danilo Minotti, chitarra), i 33
elementi del corpo di ballo stabile e le diverse centinaia di performer
selezionati in tutto il Veneto nelle settimane scorse, che realizzeranno le
coreografie studiate da Luca Tommassini.
La traccia dello show, della durata di circa tre ore, dovrebbe essere quella
disegnata ad Ancona e Milano con poche variazioni e il duetto inedito con Gianni
Morandi «penso che faremo "Poster" per chè mi ha detto che l'aveva già cantata
un'altra volta», confida Claudio.
Lo show partirà con Claudio da solo con la chitarra a girare attorno al campo
cantando alcune sue canzoni storiche. Poi lo spettacolo salvo variazioni
proseguirà con "Sono io", "Strada facendo", "Quanto ti voglio", "Un giorno
nuovo", "Dagli il via" fino al primo ingresso dei performer in "Uomini Persi".
Si ascolteranno "Avrai" al pianoforte, "Domani mai", "Stai su", "Quante volte"
con contorno di ballerine in bikini in bolle trasparenti, "Cuore di aliante".
"Buona fortuna" per sole voci precederà "Tutto in un abbraccio", "Mai più come
te", "Grand'uomo", prima della comparsa di Gianni Morandi.
Quindi le coreografie si susseguiranno efficaci per "Fammi andar via", "Vie dei
colori", "Acqua dalla luna", "Bolero", "E tu" , "E adesso la pubblicità, "Ninna
nanna nanna ninna", "Noi no".
"Mille giorni di te e di me", precederà poi un a curiosa versione di "Questo
piccolo grande amore", "Io sono qui", "La vita è adesso" in un bagno di folla e
di follia collettiva.
"Via" chiuderà definitivamente lo show che dovrebbe avere in autunno una nuova
versione adatatta per spazi chiusi, maggiormente basata sul nuovo disco "Sono
io, l'uomo della storia accanto".
(Corriere della sera 21 Giugno)
L’orario anticipato degli
spettacoli e il volume abbassato dividono pubblico e artisti. Il promoter di
Springsteen: il Boss è abituato a suonare di giorno
Concerti con il coprifuoco, fan in rivolta
Messaggi di protesta alle radio:
Baglioni a San Siro costretto a cantare con il sole, mancava l’atmosfera
Come cenare a lume di candela col sole ancora alto. Zero atmosfera e
romanticismo nullo. Stadio San Siro, giovedì sera, il concerto di Claudio
Baglioni inizia alle 20.30. La luce compromette per un’ora effetti e
coreografie, il cantante chiede scusa al pubblico («Per motivi che non dipendono
da noi abbiamo dovuto iniziare troppo presto, abbiate pazienza se manca
l’atmosfera»), gli spettatori sono insofferenti per uno show che non decolla. E
il mattino dopo inondano radio e chat con messaggi di protesta: «Abbiamo pagato
per uno spettacolo rovinato dall’orario d’inizio e dai limiti al volume».
Accusati: gli abitanti delle zone intorno al Meazza che protestano per il
«rumore» e il Comune che «ingabbia la musica» con un orario tassativo per la
fine dei concerti (le 23.30). Limiti che «danno fastidio» anche a Vasco Rossi.
L’avvio anticipato dello show di Baglioni provoca però anche un altro
inconveniente. A quell’ora il traffico intorno allo stadio è nel marasma.
Risultato: molti arrivano in ritardo. E la prima mezz’ora di spettacolo è
disturbata dal via vai di spettatori che cercano posto. Conclude Antonella
Milli, 39 anni, rappresentante dei fans di Baglioni in Lombardia: «Gente che
andava e veniva, effetti annullati dalla luce, atmosfera smorta: per la prima
ora, il concerto sembrava una prova. Ma noi abbiamo pagato prezzi da teatro»
(fino a 57,50 euro per il secondo anello, 67 per il primo).
Un passo indietro. Ad aprile inizia il tira e molla tra Palazzo Marino e
abitanti di San Siro. Si trova l’accordo per 6 concerti al Meazza che non
dovranno andare oltre le 23. Ancora discussioni. Gli organizzatori strappano
mezz’ora in più. Qualcuno chiede ai Rolling Stones, prima del concerto dello
scorso 10 giugno: dispiaciuti di dover cominciare a suonare col giorno? Mick
Jagger sorride: «Non siamo mica dei vampiri». E l’assessore comunale agli
Eventi, Giovanni Bozzetti, dice polemicamente: «Al momento di presentare il
concerto, Baglioni mi ha ringraziato pubblicamente per aver posticipato l’orario
di chiusura. Le sue lamentele durante lo show mi sembrano improprie e gratuite».
Risponde Ferdinando Falzano, promoter del concerto: «Baglioni ha studiato un
kolossal con centinaia di performer, un evento unico pensato per il buio. Siamo
dispiaciuti perché il pubblico non ha potuto godere a pieno dello spettacolo». E
gli abitanti? «Potrebbero fare un minimo sacrificio. Protesta assurda per una
città ai vertici della musica europea». Rincara la dose il direttore dei
programmi di Rtl, Luca Viscardi, che l’altra sera ha assistito al concerto e
ieri ha ricevuto decine di email e sms di protesta: «Effetti di luce penalizzati
e volume basso. Un concerto ingabbiato in restrizioni inaudite. Condivido le
lamentele».
Al tam tam delle radio fanno eco messaggi su messaggi nelle chat dedicate al
cantante romano, da «tonyassante.com» a «51montesacro.it»: Stefy da Monza, «un
concerto nel tardo pomeriggio non piace a nessuno, l’atmosfera non si scalda»;
Daniela da Rho, «audio scarso», Lorenzo da Milano: «Di musica non è mai morto
nessuno». E nel pieno delle polemiche, si pensa già ai prossimi appuntamenti.
Bruce Springsteen suona a San Siro il 28 giugno. Inizio alle 20. «Nessun
problema - assicura il promoter Claudio Trotta - il Boss è abituato a cominciare
col giorno. Capisco Baglioni, che vuole proteggere il proprio lavoro. Gli
abitanti però hanno i loro diritti. Se i concerti iniziassero ancor prima, ci
sarebbero meno disagi per tutti». Ultima parola a Vasco Rossi (a San Siro il 4,
5 e 8 luglio), che, in un’intervista su «ViviMilano» in edicola mercoledì
prossimo, dice: i limiti imposti a Milano «danno fastidio. Ma noi siamo abituati
a combattere per suonare, il rock è anche questo». Gianni Santucci
(La provincia di Lecco 21 Giugno)
A Milano Duetto con la Pausini
Baglioni superstar Ma il concertone delude un po’ i fan
Enrico Romanò E ’ un grande minestrone quello che Claudio Baglioni, giovedì
sera, ha offerto al pubblico del Meazza. Una zuppa ricchissima di ingredienti,
tutti di ottima qualità. Ma i diversi sapori non sempre hanno saputo amalgamarsi
tra di loro, e così il miscuglio ha lasciato qualcosa di indefinito e di non del
tutto piacevole nel palato. Forse con la segreta intenzione di emulare “nonno”
Mick Jagger, a San Siro appena qualche giorno prima con i suoi Rolling Stones,
Baglioni si è presentato in forma smagliante. Tre ore abbondanti e ininterrotte
di concerto, tutte passate a camminare (o a correre, addirittura) da una parte
all’altra dall’immenso palco, lungo 120 metri, montato in diagonale nel campo.
Quarantadue i brani sciorinati con voce sicura (e con una perfezione quasi
sospetta nelle note alte, soprattutto nella parte finale dello show), con la
prima dozzina di canzoni racchiusa in un medley che ha ripercorso a spizzichi e
bocconi i suoi 35 anni di carriera. Superata d’un balzo una piccola polemica
iniziale (contro chi lo ha costretto di iniziare alle 20.30 spaccate, in piena
luce; e contro chi gli ha negato un intero settore del Meazza, fermando il
numero degli spettatori a 40 mila, o 50 mila, secondo gli organizzatori),
Baglioni non si è risparmiato affatto. Attorno a lui un’autentica corte dei
miracoli, con ballerini, saltimbanchi, mangiafuoco, sbandieratori, ginnasti, e
chi più ne ha, più ne metta, in un florilegio di luci e di colori. E proprio la
coreografia sovrabbondante ha avuto la colpa di coprire, più che di esaltare, le
canzoni e la personalità del cantautore romano. Sono io è stata la prima traccia
concessa al recentissimo e omonimo album. Il resto è stata una impetuosa
cavalcata costellata di successi evergreen. Tra i momenti più accattivanti,
l’esecuzione di Tutto in una abbraccio e di Mai più come te assieme al figlio
Giovanni. Ma è piaciuta anche la smaliziata Serenata in sol , con Baglioni per
nulla imbarazzato nel farsi aiutare da un foglio per ricordare il testo; e anche
la gloriosa E tu , cantata insieme a una Laura Pausini in grande spolvero. Pochi
gli attimi di vera emozione (relegati nell’ Avrai interpretata al pianoforte con
un leggero tappeto d’orchestra, e nel Buona fortuna intonata a cappella), un po’
di più quelli festosi fino all’eccesso, in una cacofonia che ha travolto gli
ultimi “hit”. Alla fine un kolossal di proporzioni eccezionali, forse un po’
troppo barocco.
(Gazzettino online 21 Giugno)
Baglioni, la Pausini
"E tu..." a Milano
Baglioni "tenerone" e Pausini emozionatissima. E così "funziona" il duetto di "E
tu", con la tonalità - ci sembra - modificata sul registro della cantante
romagnola, che spara a mille il famoso "... E adesso non ci sei che tu... ",
doppiata dai circa 40mila presenti al "Meazza" di San Siro. In tribuna c'è Fabio
Fazio, da poco in libreria con un libro-diario, Eugenio Finardi, e un fiorilegio
di calciatori, vip e vippini. Tra gli addetti ai lavori invece è attenta un'
abbronzatissima Marianna Morandi, probabilmente in "visita tecnica" per spiegare
meglio a papà Gianni, ieri sera impegnato a Reggio Emilia nella "Partita del
Cuore" contro la Ferrari, cosa lo attende all' Euganeo di Padova lunedì 23.
"Claudione", che domani alle 15 sarà a disposizione dei fan selezionati dal
Gazzettino tra i tanti che hanno prenotato una domanda al loro idolo, sta già
preparando con cura l' appuntamento con il pubblico del Triveneto. Tale e tanta
è la complessità della macchina organizzativa, e delle eventuali modifiche alla
"scaletta" e alla scenografia dettate dalle circostanze, che tra uno show e l'
altro di questa "passerella" monstre in otto tappe non possono trascorrere meno
di quattro, cinque giorni. È successo per il "Meazza" di San Siro, addobbato con
cura così come accadde cinque anni fa per lo show in diretta televisiva che
seppe dettare nuove regole coreografiche e di spettacolarizzazione.
Lo show, tre ore per trenta brani-quadro scenografico, è quello raccontato già
all' esordio di Ancona, con la presenza di Giovanni Baglioni in scena accanto al
padre per "Mai più come te". A Padova, come detto ci sarà Morandi, mentre Biagio
Antonacci dovrebbe essere l'ospite della successiva tappa di Firenze.Bruno Marzi
(Il Mattino di Padova 20
Giugno)
L'atteso grande concerto allo stadio Euganeo di Padova lunedì prossimo
Baglioni, c'è Morandi
E potrebbe arrivare anche Antonacci
PADOVA. Mancano ormai tre giorni all'evento musicale dell'estate veneta.
Lunedì allo Stadio Euganeo di Padova ci sarà infatti l'atteso concerto di
Claudio Baglioni, unica data del Nordest, promossa da «Zed!» in collaborazione
con il nostro giornale. Sul palco padovano arriverà, come ospite a sorpresa,
Gianni Morandi, per cantare tre canzoni; forse, ma per il momento la cosa non è
confermata, ci sarà anche Biagio Antonacci, che ormai a Padova è quasi di casa.
Claudio Baglioni, autore di brani come Sabato pomeriggio, Piccolo grande amore,
Mille giorni di me e di te e altre perle degli ultimi 35 anni della canzone
italiana, si esibirà dalle ore 21 in uno show senza precedenti. Con lui 12
straordinari musicisti, 42 elementi di orchestra, un balletto di 80 persone e
oltre 800 figuranti, tra performer, atleti e artisti di strada, che animeranno
il kolossal-show per oltre 3 ore di emozioni. Come ha ammesso lo stesso
cantante, questo concerto sarà diverso dagli altri, un evento irripetibile:
rinunciare sarebbe un vero peccato, dato che non si è mai vista fino ad oggi una
produzione così imponente.
Le prevendite stanno viaggiando oltre le aspettative e si chiuderanno domani.
Sono ancora disponibili i seguenti ordini di posto: tribuna non numerata a 25
euro e tribuna numerata est/ovest a 40 euro più diritti di prevendita. I
ritardatari potranno acquistare i biglietti anche il giorno stesso del concerto
esclusivamente presso le biglietterie o le rivendite autorizzate a partire dalle
ore 11 con orario continuato fino all'inizio dello spettacolo; chiusura cassa
alle 21.30. Non sono accettati pagamenti con Bancomat e Carta di Credito.
L'apertura dei cancelli sarà dopo le 18.30 (al termine del sound-check).
Per quel che riguarda i parcheggi, la Zed informa che verranno allestiti per
l'occasione appositi parcheggi temporanei a pagamento lungo gli anelli
perimetrali dello Stadio Euganeo; in alternativa sono previsti parcheggi presso
l'ex Foro Boario di Corso Australia o nel centro cittadino (zona Fiera Padova)
con servizio a/r di bus navetta. L'Euganeo sarà predisposto durante l'evento per
i seguenti servizi: bar & ristoro sia all'interno che all'esterno dello stadio,
con prodotti food & beverage di prima qualità: panini, toast, pizzette, gelati,
pop corn, caramelle, bibite. Primo soccorso, con i volontari della Croce Verde
presenti in loco per qualsiasi emergenza. Accoglienza & informazioni, servizio
fornito dalle hostess di sala, identificabili da apposito tesserino di
riconoscimento e divisa Zed! Wc uomo/donna e per disabili; infine merchandising
ufficiale dell'artista. le.b.
(Reuters 20 Giugno) (grazie a Vento su TL)
MILANO, BAGLIONI IN CONCERTO: “AVEVO
VOGLIA DI TORNARE A SUONARE”
MILANO. Ha ripercorso buona parte della sua carriera ieri sera Claudio Baglioni
allo stadio San Siro di Milano, nella seconda tappa dei suoi otto concerti
spettacolo che nel prossimo mese lo porteranno in giro per l'Italia.
Osannato da una folla di 50mila persone, ha rivissuto i suoi più grandi
successi: da "Strada facendo", ad "Avrai" in voce e pianoforte, da "La vita è
adesso" a "Domani mai", fino alle recentissime "Sono io" e "Tutto in un
abbraccio", contenute nel suo ultimo album uscito il mese scorso.
"Grazie per essere qui, nella seconda tappa di questi spettacoli che non sono un
tour ma solamente la voglia di tornare al più presto a cantare e a suonare
insieme a tanti amici", ha detto Baglioni, interamente vestito di bianco,
all'inizio dello show. "Grazie per essere qui a tenerci compagnia, grazie a
tutti", e parte di rito la prima ovazione dello stadio.
Sull'enorme palco, che occupa tutto il prato di San Siro, c'è il posto per la
band composta dai sei strumentisti, che lo seguono da sempre, più il figlio
Giovanni alla chitarra -- che con lui esegue "Mai più come te" -- per
un'orchestra di 33 elementi, per 34 ballerini e oltre 300 performer per
"l'animazione" dello stage lungo 120 metri e largo 18.
Baglioni è tornato a San Siro dopo cinque anni dal suo ultimo concerto a Milano,
e questa volta si è portato anche un'ospite: Laura Pausini, che con lui ha
cantato "E tu", dopo che il 14 giugno -- ad Ancona, per la prima tappa degli
otto spettacoli -- a cantare con lui era stato Andrea Bocelli.
Lo show fila via senza quasi interruzioni per tre ore, con la bellezza di ben 30
canzoni snocciolate una dietro l'altra, con qualche brevissima pausa per
riprendere fiato o salutare con gioia il pubblico, che lo osanna per ogni mossa,
ancheggio, acuto e parola.
Lui si diverte, e non lo nasconde, e dall'ultimo album tira fuori anche
"Serenata in sol", con una premessa: "Abbiamo deciso di cantarvi una canzone
scema che fa parte dell'ultimo disco. Una serenata ben augurante: la faremo io,
il mio figliuolo e tutti gli altri", e parte con un trenino per tutto il lungo
palco.
Continua con alcune delle sue più belle e famose canzoni, e chiude con "Io sono
qui", "La vita è adesso" e "Via".
Il prossimo appuntamento è per il 23 giugno a Padova, poi il 27 a Firenze, il 5
luglio a Napoli, l'8 a Bari e il 12 a Catania.di Ilaria Polleschi
(La Repubblica 20 Giugno) (grazie a Vento su TL)
Baglioni, Trionfo A Metà Nello Stadio
Tinto Di Rosa
Lo show è generoso, la scaletta ricchissima, l´allestimento teatrale funziona
solo in parte "Peccato per l´orario" lamenta l´artista
Cinquantamila biglietti secondo il botteghino 40 mila a occhio e per tre quarti
donne: nel ´98 a San Siro erano 75 mila persone
Baglioni a metà. Mezzo stadio, mezzo trionfo per il Peter Pan in bianco, piccolo
come un punto di luce di fronte ai suoi fedeli venuti a onorarne i 35 anni di
carriera. Cinquantamila il dato ufficiale al botteghino, poco più di
quarantamila a occhio. Tanti, ma quasi quindicimila in meno rispetto al bagno di
folla dei Rolling Stones. E poco più della metà rispetto alla magica notte dell´8
luglio '98, vera festa popolare in cui Claudio Baglioni celebrò il suo trionfo
in diretta tv di fronte a 75mila cuori infranti.
Strozzato dal calendario dei megaconcerti – sei a San Siro in un mese – Baglioni
offre comunque un kolossal generoso e magniloquente, di fronte a tribune che
presentano ampi squarci già nei primi due anelli, mentre gli echi rimbombano tra
la copertura e il deserto del terzo. Chiede venia anche per la limitata
disponibilità di biglietti, il Claudio nazionale: «Purtroppo la capienza è stata
limitata, non dipende dalla nostra volontà», allarga le braccia di fronte a un
primo anello arancione vuoto, ricoperto da ampie lenzuola bianche che compongono
la scritta "Siete voi". Quasi sembra giustificarsi, poi, quando ringrazia il suo
popolo, femminile per tre quarti: «Peccato per l´orario strano – accenna dopo il
medley introduttivo e Sono io - arriverà la sera a fasciare meglio la nostra
energia».
Appare solo, Baglioni, sul fare del tramonto, candido come la camicia e i
calzoni che fasciano il suo fisico ancora asciutto, armato appena di una
semiacustica con cui butta lì alcuni dei gioielli pescati dallo scrigno di
famiglia. Signora Lia, Tu come stai, Da me a te, Poster e Porta Portese per
rompere il ghiaccio. È il Baglioni intimo, il migliore della serata prima che il
suo circo abbia inizio. L´allestimento teatrale con cui ha voluto rivestire il
suo tour è pieno di idee brillanti e incongruenti. La processione dei 33
orchestrali e dei trecento figuranti che riempiono le scene a concerto iniziato
è insieme solenne e tetra, come il nero integrale dei musicisti e il bianco
striato di fucsia dei ballerini. I giochi di luce e le coreografie sono
brillanti, ma gli effetti visivi sono penalizzati dall´unico schermo – il
vecchio tabellone del Meazza – angusto e sfocato. Lo show, nel complesso, è
denso e corposo come un musical, anche se spesso le coreografie si sovrappongono
alla musica, piuttosto che esaltarne la fragranza. La scaletta è ricchissima,
trenta canzoni condite del meglio del repertorio baglioniano: Strada facendo,
Avrai, Bolero, la struggente E tu in duetto con Laura Pausini, Mille giorni di
te e di me e l´immancabile Piccolo grande amore. L´ultimo disco, Sono io, rimane
dietro le quinte, appena cinque pezzi con la chicca di Mai più come te con il
figlio Giovanni Baglioni, spigliato alla chitarra acustica. di Massimo Pisa
(Il Gazzettino 19 Giugno)
Il megashow del cantautore romano oggi al Meazza di Milano con Laura Pausini
superospite
Anche Morandi a Padova con Baglioni
Di ritorno da Bagdad, Gianni ha accettato l’invito di Claudio per un duetto a
sorpresa
Venezia
Sarà Gianni Morandi l'"ospite a sorpresa" di Claudio Baglioni a Padova, nel
concerto che il cantautore romano terrà lunedì allo Stadio Euganeo. Non è ancora
deciso cosa canteranno insieme, ma è certo che l'eterno fanciullo di Monghidoro
ha accettato l'invito del cantautore romano dopo essere tornato dal suo viaggio
a Bagdad come rappresentante della Nazionale cantanti, dove è riuscito con un
pallone e una chitarra a portare un attimo di normalità e di allegria nella
città ancora in preda alla tensione della guerra.
Quella di ospitare degli amici e colleghi sul palco-portaerei del suo nuovo tour
è un'idea che ha già portato ad Ancona Andrea Bocelli, che con Claudio ha
cantato in duetto "Con tutto l'amore che posso", e che stasera a Milano, in uno
stadio Meazza che dovrebbe registrare oltre quarantamila presenze, avrà come
secondo ospite Laura Pausini, per cantare insieme un brano ancora da decidere.
Come ad Ancona, quando sul palco a metà spettacolo si presentò Andrea Bocelli,
la scelta del pezzo segue l'estro dell'ultimo momento. Bocelli propose una
vecchia canzone di Claudio che ascoltava quando non era famoso, "Con tutto
l'amore che posso", Pausini e Morandi hanno un bel repertorio davanti da
scegliere.
Baglioni è rimasto molto soddisfatto dell'esordio marchigiano, anche se molte
cose dovevano essere messe a punto: «Mi sembrava presto per fare molte canzoni
del nuovo album perchè credo che il pubblico non abbia ancora avuto il tempo di
conoscerle e digerirle, ma probabilmente ne aggiungerò qualcun'altra strada
facendo. Ho pensato anche di aggiungere dei megaschermi perchè in effetti la
gente mi vede molto lontano, ma il problema è che con un palco così strutturato
non saprei dove metterli, e poi questa volta lo spettacolo è fatto dalla massa
di artisti locali che creano i movimenti scenici. È bellissimo, anche un po'
inquietante, perchè cambiando a ogni data lo "stress della prima", si replica
ogni volta. Ma sono bravissimi e io, come dire, mi metto a loro disposizione».
Baglioni ha anche un paio di progetti in mente, uno tutto in divenire che è
l'incisione di un "instant disk" («ci sto pensando da tempo, mi piacerebbe
riunire i musicisti e registrare tutto in diretta, come si faceva una volta»),
mentre il grande show negli stadi potrebbe diventare la base di partenza per un
nuovo tour invernale questa volta basato sul nuovo disco.
Intanto domani a Padova arriverà il "Motorhome Aci" legato alla campagna sulla
sicurezza stradale che Baglioni supporta. Si tratta di camper supertecnologici
all'interno dei quali, con la musica di Baglioni in sottofondo, è allestita
multimediale con immagini, foto, video/concerti dell'autore di "Strada facendo",
con il nuovo clip di "Sono io" e darà la possibilità di lasciare messaggi
videoregistrati che saranno proiettati sui megaschermi degli stadi.
I camper gireranno per Padova fino a domenica per poi posizionarsi lunedì
nell'area dello stadio Euganeo.
Domenica, inoltre Baglioni approfitterà del suo passaggio dal Veneto per
incontrare a Mestre un gruppo di lettori del Gazzettino e rispondere alle
domande selezionate fra quelle inviate via Mail all'indirizzo
rock@gazzettino.it entro venerdì
pomeriggio.
Giò Alajmo
(Musicaitaliana 19 Giugno)
Laura Pausini " Fianco
a Fianco" a Baglioni a San Siro
Per questa sera, in occasione della data milanese del viaggio che Claudio
Baglioni sta conducendo in otto grandi stadi italiani, è stato annunciato un
duetto con Laura Pausini. Lo riporta Il Giorno, in edicola oggi, che racconta di
un incontro casuale avvenuto tra i due artisti, nel quale Baglioni le avrebbe
chiesto di duettare con lui.«Le collaborazioni con i grandi arricchiscono sempre
- ha commentato la Pausini, come si legge nell'articolo - E poi Claudio, da
ragazzina, era uno dei miei preferiti. Chissà che emozione cantare con lui». Un
duetto tra i due era stato già accennato nel programma radiofonico condotto da
Fiorello su Radio RaiDue, lo scorso 16 maggio (giorno in cui Fiorello, Baglioni
e la Pausini festeggiavano tutti il loro compleanno), in quell'occasione la
cantante di Solarolo aveva dichiarato apertamente la sua stima per il cantautore
romano.
A San Siro i due artisti canteranno insieme "E tu", vecchio successo del
repertorio baglioniano
(La Repubblica 19 Giugno) (Vento su TL)
Claudio Baglioni in quarantamila per
un musical
Sarà un concerto improntato a quella grandeur che da qualche tempo sembra averlo
contagiato: per festeggiare i trentacinque anni di musica, i trenta dallo
storico successo di Questo piccolo grande amore, il marchio di un´intera
carriera, Claudio Baglioni non ha badato a spese e non ha lesinato sui mezzi.
Stasera a San Siro il 52enne cantautore promette tre ore di spettacolo, una vita
di canzoni che arrivano fino al nuovo album «Sono io, l´uomo della storia
accanto», subito finito in testa alle classifiche: un musical più che un
concerto con la band di sei elementi, l´orchestra di trentatre musicisti,
trentaquattro danzatori, coordinati da sei ballerini-scenografi e circa trecento
comparse, selezionate appositamente ad ogni data del tour.
Una confezione maestosa, cui bisogna aggiungere il regista Pepi Morgia e i sei
assistenti, la costumista Claudia Tortora e i suoi dieci collaboratori, ventidue
tra parrucchieri e truccatori, un centinaio di responsabili per la sicurezza,
oltre a tutti i tecnici che fanno del tour una specie di circo viaggiante, che
produce mille pasti al giorno e si sposta con venti autotreni, tre pullman e
venticinque automobili. Se lo sforzo sarà giustificato, lo dirà lo spettacolo su
cui è probabile l´uscita in dvd. Quarantamila all´incirca i biglietti venduti,
non molti per S. Siro (nel ´98 per Baglioni erano 75mila), ma gli organizzatori
dicono che si sbiglietterà all´ultimo momento.
Sul palco, 120 metri di lunghezza per 18 di larghezza, nonostante l´affollamento
ci sarà spazio per le scenografie realizzate con l´apporto delle Accademie delle
Belle Arti delle varie città, che comprendono anche oltre tremila palloncini
colorati e 150 grandi sfere trasparenti. «Sono molto carico -ha detto Baglioni
in sede di presentazione- mi piace tornare in mezzo alla gente, al punto che
entro la fine dell´anno penso a un´altra tournèe, ma nei palazzi dello sport».
Stadio San Siro-Meazza, apertura cancelli ore 18.30, inizio ore 20,30, ingresso
da 69 a 28.80 euro. di Enzo Gentile
(Gazzettino Online)
Incontra Claudio Baglioni
Vuoi vedere dal vivo Claudio Baglioni?
Scrivi una domanda che avresti piacere di fargli e inviala tramite e-mail a
rock@gazzettino.it (oggetto:
Baglioni) entro le 15.00 di venerdì 20 giugno indicando il tuo nome, l'indirizzo
e il numero di telefono.
Se la tua domanda sarà tra quelle prescelte, potrai incontrare Baglioni alle ore
15.00 di domenica 22 giugno a Mestre (VE) e fargliela direttamente!
Le persone selezionate verranno contattate via e-mail entro le 20.00 di venerdì
20 giugno; i loro nominativi saranno pubblicati in questa pagina.
Cosa aspetti? Manda anche tu la tua domanda per Baglioni a
rock@gazzettino.it e... incrocia
le dita!
(Corriere della sera 17
Giugno)(Foto inviata da Costantino)
Ieri il «Faccia a Faccia» del
cantautore con i lettori di «ViviMilano»
«Mi laureo per far felice la mamma»
Baglioni si confessa ai fan. Venti minuti di show durante un blackout
MILANO - La storia di «Signora Lia», il suo disamore per la tv d’oggi, le
ragioni delle ultime ispirazioni: di questo ed altro ha parlato ieri Claudio
Baglioni nel «Faccia a Faccia» organizzato con cento lettori di ViviMilano con
domande poste però anche dai navigatori del sito www.rockol.it (le risposte in
rete la prossima settimana) e dagli ascoltatori di Radio 101, che dedicherà
all’evento il programma «Selection 101» in onda oggi fra le ore 15 e le 18. Ma
quel che nessuno riuscirà a raccontare di questo incontro, è l’imprevisto
black-out elettrico che ha interessato ieri alle 16.10 il Corriere e una vasta
zona del centro di Milano, «obbligando» Baglioni ad un lungo e incredibile
concerto unplugged in coro con i fans (in netta prevalenza ragazze). Fra le
canzoni, «Viva l’Inghilterra», «Tutto l’amore che posso», «Strada facendo», «A
modo mio». Nell’oscurità, privi di aria condizionata e amplificazione, i fans di
Baglioni hanno vissuto venti minuti magici.
Nel corso dell’incontro, Baglioni, che giovedì prossimo sarà di scena col suo
concerto-kolossal allo stadio di San Siro, ha rivelato numerosi particolari
inediti della sua carriera. «"Signora Lia", uno dei mie primi successi, era in
realtà intitolato "Signora Lai". Stavo per registrare in studio il provino alla
Rca di Roma. I tecnici in regia indossavano il camice bianco e una spilla con il
loro nome. Mentre stavo per cominciare ho visto che il capo dei fonici si
chiamava Lai di cognome. E la mia canzone era tutta basata sull’infedeltà
coniugale della signora Lai. Temendo che mi rovinasse la carriera, decisi
all’improvviso di cambiare».
Sollecitato dalla domanda di un ascoltatore di Radio 101, Baglioni ha anche
raccontato una delle prime esperienze dal vivo della sua vita, nel 1968, in un
teatro di Verona, in cui tre sue canzoni erano state inserite in uno spettacolo
di arte varia. «Nella buca dell’orchestra tre musicisti ultrasettantenni ai
quali detti la partitura. Erano così lenti che le tre canzoni, durata totale 15
minuti, si dilatarono a venti. Alla fine dell’esibizione mi dettero mille lire,
con cui portai i miei genitori a mangiare una pizza, con l’aiuto di mio padre
che ne aggiunse 2000».
Baglioni ha espresso giudizi duri sulla tv di oggi. «E’ in perenne erezione, ma
non è che con questo abbia risultati eccezionali. E’ un mezzo in cui ciascuno è
schiacciato e dà il peggio di sé, specie se cantautore».
E il musical la interessa? «Sì, in realtà è tutta la vita che scrivo dei
musical. Dopo il successo di "Piccolo grande amore" il mio discografico decise
che avrei dovuto scrivere un musical e lasciare l’attività di cantautore. E io
obbedii, ne scrissi uno intitolato "Le avventure di Dudun Maloo", una specie di
marinaio che arrivava in un’isola e trovava una cattiva ereditiera usurpatrice
eccetera. Andai a Parigi e dovevo registrare il musical con l’aiuto di Vangelis.
Lì decisi che era una follia. Una parte di quel materiale però finì nell’album
"E tu" che vendette in poco tempo 600 mila copie. Il resto andò nel cestino».
Perché ha deciso di laurearsi in architettura? «Per far piacere alla mia mamma
che ha 85 anni e mi dà ottimi consigli. Per l’album appena uscito mi ha detto:
"Non pensarlo perché piaccia ai giornalisti". Mi mancano pochi esami: ho appena
dato Scienza della comunicazione in cui mi hanno chiesto tutto sul mio concerto
all’Olimpico. Avrei dovuto conoscere bene la materia e invece ho preso solo 27».
E le fans che l’assediano? «Tre volte all’anno provo momenti di insofferenza.
Contro di me, che a volte non sono capace di dare risposte giuste».
(Rockol.it)
CLAUDIO BAGLIONI,
‘FACCIA A FACCIA’ CON I LETTORI DI VIVIMILANO E ROCKOL
Si è svolto oggi, 11 giugno, il Faccia a Faccia di Claudio Bagloni con i lettori
di ViviMilano, a cui hanno partecipato anche i navigatori di Rockol con le loro
domande: camicia bianca, foulard, occhiali e pantaloni neri, il cantautore
romano si è presentato nella sede milanese del Corriere, nella gremitissima sala
Indro Montanelli.
Baglioni si è subito scusato subito con i fan, dicendo che avrebbe risposto
lentamente alle domande perché provato dall’inizio del nuovo tour, cominciato
sabato scorso ad Ancona (vedi news). Ma poi si è prestato al gioco, ridendo e
scherzando, parlando a raffica su sollecitazione dei fan presenti in sala.
Nell’intensa ora e mezza di chiacchierata con i fan, moderata dal giornalista
del Corriere Mario Luzzatto Fegiz, Baglioni ha spaziato su diversi argomenti, su
richiesta del pubblico: dal nuovo look, al rapporto con la musica classica, alle
esperienze in TV (“La cosa interessante è che tutti quelli che non sono
televisivi quando vanno in tv danno il peggio di loro stessi. Però capita
qualche volta di riuscire a fare qualcosa di interessante”, dice ricordando le
sue esperienze sul piccolo schermo con Fabio Fazio), al rapporto con i fan (“Non
se ne può fare a meno. Ammetto di avere avuto alcuni momenti di intolleranza, ma
sono più nei confronti di me stesso che non delle persone. Ma senza di loro non
sarei arrivato da nessuna parte”). Per spezzare la raffica delle domande,
Baglioni ha pure imbracciato la chitarra e offerto versioni “unplugged” di brani
come “Signora Lia” e di un medley con “A modo mio”, “Viva l’Inghilterra”,
“Strada facendo” e “Sono io”. Ad un certo punto, il medley è interrotto da un
black out in sala. Ma Baglioni ha continuato a suonare e cantare anche senza
amplificazione, aiutato dai cori del pubblico in sala, che resiste stoicamente
al buio e all’assenza di aria condizionata, prima di esplodere in un applauso.
Tra le domande dei navigatori di Rockol - ne abbiamo selezionate alcune tra le
numerosissime giunte in redazione e le abbiamo girate a Claudio - argomenti
diversi: da curiosità sui testi dell’ultimo disco “Sono io, l’uomo della storia
accanto”, alla futura Laurea, a richieste di incoraggiamento pre-matrimoniali….
Nei prossimi giorni pubblicheremo le risposte di Claudio alle vostre domande.
(l'eco di bergamo 17 Giugno)
Arriva Baglioni, l'uomo della storia
accanto
Il cantautore romano al Meazza con un mega show. E sul palco trenta ballerine di
flamenco
Dopo la tappa italiana dei Rolling Stones, sarà il concerto di Claudio Baglioni
allo stadio Meazza a costituire il secondo grosso evento musicale dell'estate
milanese nella serata di giovedì prossimo 19 giugno.
Secondo di otto appuntamenti negli stadi italiani, quello del Meazza, si
annuncia come uno show piuttosto particolare e di lunga durata. Per questo farà
i conti e quindi inizierà alle 20.30 per concludersi tre ore più tardi.
Il cantautore romano che ha esordito l'altra sera ad Ancona spiega come nasce
l'idea del nuovo show: «Il concerto è di inedita concezione, per certi versi
intercambiabile. Quella del Meazza è una delle 8 serate previste negli stadi
italiani. Più che una vera e propria tournée si tratta di una "cavalcata" di
concerti tutti diversi. Questo perché penso e spero, entro la fine dell'anno o
l'inizio del 2004, di intraprendere una tournée vera e propria con tutte le
tecniche e le logiche che la rendono tale. Questi concerti escono dalla voglia
di fare musica "suonata" che quasi improvvisamente mi è spuntata all'inizio
dell'anno. Il disco che ho appena terminato è un album "fatto a mano", con
musicisti veri e strumenti reali. Sull'onda di questa produzione ho sentito
l'urgenza di ritrovare, dopo due anni trascorsi nei teatri italiani da solo con
il pianoforte, la voglia di fare musica d'insieme. Ho quindi richiamato agli
strumenti i miei sei musicisti più fedeli e insieme a loro un'orchestra di 35
elementi con sezioni di archi, legni e ottoni, su un palco centrale. Ci saranno
anche degli animatori della scena reclutati direttamente in loco fra persone che
si cimentano nella danza, nelle arti figurative, in discipline circensi o
sportive, comunque vicine all'elemento coreografico. L'animazione compenserà la
necessità di un maggiore tasso di spettacolarizzazione e contribuirà ad
abbattere le barriere fra artisti e pubblico imposte da un grande spazio come
quello dello stadio». Nel caso di Milano sul palco ci saranno trenta ballerine
di flamenco, parte della Scuola di Danza - con sede in via Fauché a Milano -
della bergamasca Mara Terzi, assieme ad altre che si esibiranno su coreografie
di Hermana Mandelli.
Con tali premesse c'è da aspettarsi da Baglioni un concerto fantasmagorico con
tante canzoni, almeno 35, e centinaia di figuranti. Quasi tre ore di concerto,
una maratona sonora e visiva che il cantautore cercherà di dominare, mettendo al
centro dell'attenzione le canzoni che hanno contrassegnato la sua storia e la
sua evoluzione artistica dagli anni Settanta ad oggi.
Ancora una volta Baglioni tenta di trasformare il suo show in un evento del
tutto particolare, grazie alla regia di Pepi Morgia e all'utilizzo di un
repertorio fatto di tanti brani storici e di quelli del nuovo album «Sono io,
l'uomo della storia accanto». Nell'arco dello show, dal chiaro carattere
multimediale, Baglioni saprà come accompagnare i suoi fan attraverso quel
canzoniere intrigante e sentimentale che ci accompagna da quasi trent'anni e ha
i suoi punti di forza in canzoni come «Avrai», «Buona fortuna», «Strada facendo»
e via via sino alle strofe più recenti.Diego Ancordi
(ANSA) - ROMA, 16 GIU - I piu' grandi concerti dell'estate, di Baglioni e Vasco
Rossi potranno essere seguiti in diretta anche sui cellulari e sul portale
Libero. Il progetto a pagamento 'Turne'', riservato ai clienti Wind, e' partito
dal concerto di Cesare Cremonini il 12 giugno a Rimini, e continuera' in
occasione dei concerti di Claudio Baglioni,Niccolo' Fabi, Vasco Rossi e Public
Enemy.
2003-06-16 - 19:10:00
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